Scoppia la contesa tra Vauro e Marco Travaglio. Il disegnatore, nella vignetta di oggi infatti a preso di mira il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano. Il motivo naturalmente è politico e naturalmente Vauro, prende di mira Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle di cui Travaglio è invece un gran sostenitore. In particolare Vauro prima aveva preso di mira Dario Fo, colpevole, secondo il disegnatore, di aver abbandonato i palchi della sinistra per salire su quelli di Grillo e in particolare su quello di Genova su cui si è svolto il V-day e poi, il vignettista, si è scagliato contro a una frase, a suo dire, di stampo mussoliniano pronunciata proprio dal Semplice Portavoce del Movimento “dobbiamo vincere e vinceremo“. In tutto questo Travaglio aveva difeso il Movimento 5 Stelle, Grillo e Dario Fo così che Vauro ha deciso di colpirlo. Il disegnatore infatti si è autoritratto con le orecchie da asino e ha ripetuto la frase di Grillo, mentre una voce fuori campo (quella di Travaglio) gli controbatteva “scherzava”. Un botta e risposta che fa emergere le diverse anime che riescono a convivere su Il Fatto Quotidiano.
“Il Presidente del Consiglio Enrico Letta avverte il Pd ‘che la sfiducia al Ministro Annamaria Cancellieri sarebbe una sfiducia al Governo’. Ma dietro la fiducia alla Cancellieri c’è solo il giudizio sulla sua credibilità o c’è anche la paura che questo caso potesse pregiudicare la sopravvivenza del Governo, nei giorni in cui sale il dualismo tra Letta e Renzi nel Pd e si avvicina la data delle primarie democratiche dell’8 dicembre, per l’elezione del nuovo segretario? E questo Governo, serve davvero? In Italia gli imprenditori dichiarano meno dei dipendenti o se ne vanno all’estero per le troppe tasse, la Sardegna devastata da un ciclone si ritrova a fare i conti con i rischi di aver costruito troppo e con i soldi per la ricostruzione che non ci sono e, secondo l’Istat, sempre più famiglie vedono la loro situazione economica peggiorata. Se la Cancellieri merita la fiducia e il Governo ha fatto tutto quello che poteva fare, di chi sono le responsabilità politiche?” Di questo si occuperà la nona puntata di Servizio Pubblico che domani sera andrà in onda su La7. . Ospiti in studio ci saranno Gianni Cuperlo, candidato alle primarie del Pd, Matteo Salvini, Lega Nord, e Maurizio Landini, segretario generale della Fiom.
Goodbye Italia, questo il titolo scelto stasera per la puntata odierna di Servizio Pubblico durante la quale i nodi economici dell’Italia verranno sottoposti a Stefano Fassina, viceministro dell’Economia e Finanze, democratico antirenziano. In studio anche l’economista Alberto Bagnai, il vicedirettore di Libero Franco Bechis che potrebbe essere considerato la voce amica di Belpietro che oggi non sarà presente in trasmissione. Al fianco di Santoro, ci sarà il vicedirettore de Il Fatto quotidiano Marco Travaglio, Giulia Innocenzi, Sandro Ruotolo e la firma de Il Sole 24 Ore Gianni Dragoni. In chiusura le immancabili vignette satiriche di Vauro.
Domani su La7 lo scontro sarà epico? I presupposti ci sono tutti visto che Michele Santoro per la sesta puntata di Sevizio Pubblico in onda domani, 31 ottobre 2013, ha invitato in studio il ministro della Difesa Mario Mauro, il senatore del Pdl Nitto Palma, Maurizio Belpietro, direttore di Libero, Enrico Mentana, direttore del TgLa7 e in collegamento da New York, Federico Rampini di Repubblica. Ma la vera sorpresa sarà Pif. Tante novità e nuovi scontri andranno in onda domani nella puntata dal titolo Votare Oh Oh! In studio naturalmente anche Marco Travaglio con il suo monologo e Vauro con le sue vignette a conclusione della serata.
Grillo ieri sera si trovava a Treno per un comizio di chiusura della campagna elettorale e una troupe di Servizio Pubblico si era recata sul posto per riprendere l’evento. l’inviato della trasmissione durante il collegamento in diretta da Trento specifica che la piazza è vuota, che al massimo ci saranno 300 persone. L’ira di Grillo e del M5S non tardano a farsi sentire soprattutto via twitter e inondano il web per chiarire che invece la partecipazione al comizio c’era stata.
“Sovversivi a chi?”, questo il titolo della puntata di Servizio Pubblico che questa sera andrà in onda su La7. Il tema dominante sarà la protesta No Tav che sabato si era svolta a Roma e si cercherà di capire chi sono i protagonisti di queste lotte che stanno sempre più prendendo piede nel Paese. Si cercherà di entrare nel mondo del movimento dei cosiddetti sovversivi o antagonisti parlando direttamente con chi quel movimento lo vive giornalmente come Francesco Richetto e Lele Rizzo del Movimento No Tav. In studio ci saranno anche Giorgia Meloni, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia e Anna Ascani, deputata del Partito democratico, oltre a Marco Travaglio e le vignette di Vauro.
Sarebbe stato un gruppo di militanti di estrema destra appartenenti al gruppo che attendeva il corteo davanti a Casapound ad aggredire, sabato durante la manifestazione di Roma, la troupe di Servizio Pubblico che stava effettuando alcune riprese per documentare lo svolgimento della protesta. L’inviato sarebbe stato riconosciuto e quindi aggredito da alcuni militanti incappucciati che lo hanno preso a cinghiate gridando “comunista, te ne devi andare”. L’aggressione è documentata nel video:
“Bella e impossibile”, questo il titolo scelto da Servizio Pubblico per difendere la Costituzione e lanciare la manifestazione in programma a Roma il 12 ottobre, nata in seguito all’appello firmato anche da Gustavo Zagrebelsky, Don Luigi Ciotti e Lorenza Carlassare.
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Michele Santoro ospiterà Stefano Rodotà e Maurizio Landini e i giornalisti Nicola Porro ed Annalisa Chirico. Si attende anche il monologo di Marco Travaglio e, in chiusura, le vignette satiriche di Vauro.
Oltre alla Costituzione nel corso della serata si parlerà anche della questione amnistia-indulto e del possibile salvataggio di Silvio Berlusconi.
La puntata si apre con la copertina di Santoro su Lampedusa:
Dopo l’inizio su Lampedusa che per tutta la prima parte della puntata si intreccia anche con il tema politico della settimana con la fiducia al governo Letta.
A metà serata in un clima acceso a Servizio pubblico Vauro e Mauro hanno avuto uno scontro di opinioni molto duro sui cacciabombardieri e sui finanziamenti stanziati per acquisire gli F35.
Si attende la replica di Marco Travaglio sulla “piroetta” di Silvio Berlusconi, ma il giornalista potrebbe anche stupire e indirizzare il suo monologo verso altri personaggi… magari un Letta o un Alfano! Su La7 lo spettacolo sarà assicurato da Alessandro Sallusti direttore de “Il Giornale”, che dopo la lite con Cicchitto a Ballarò, potrebbe innescare la miccia anche a Servizio Pubblico. In studio con Santoro ci saranno il Ministro della Difesa Mario Mauro di Scelta Civica e la deputata del PD Alessandra Moretti.
“L’originale della lettera consegnata dall’allora console italiano Alessandro De Pedys a Sergio De Gregorio non si trova”. Così la Guardia di Finanza spiega di non aver trovato negli archivi del Ministero degli Esteri la lettera che incastrerebbe Silvio Berlusconi secondo quanto affermato da Sergio De Gregorio. Nella lettera ci sarebbero dovute essere le presunte pressioni di Silvio Berlusconi per bloccare la rogatoria nell’ex colonia britannica ai tempi dell’inchiesta Mediaset.
Lo scorso lunedì 30 settembre la Guardia di Finanza su richiesta dei pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, si è recata alla Farnesina per acquisire la documentazione sulla vicenda, e in particolare quella missiva non ancora trovata, di cui lo stesso De Gregorio aveva parlato lo scorso 10 settembre nel suo interrogatorio davanti ai due pm.
Durante le acquisizioni è però spuntata un’insolita e alquanto anomala lettera dei legali dei co-imputati cinesi di Berlusconi e Frank Agrama nell’inchiesta sui diritti tv, che venne inviata il 23 giugno 2008 all’allora ministro degli esteri Franco Frattini e che ora, assieme a tutte le carte raccolte la scorsa settimana, è depositata agli atti del processo Mediatrade a carico di Piersilvio Berlusconi, di Fedele Confalonieri, dello stesso Agrama e di altre persone. Il Cavaliere, invece, è uscito dal procedimento con un proscioglimento disposto al termine dell’udienza preliminare.
De Gregorio una ventina di giorni fa ha raccontato ai magistrati di Milano di “aver avuto” copia di quell’ “appunto” sulla richiesta di assistenza giudiziaria da De Pedys, durante la sua visita ufficiale a Hong Kong nel 2007. Appunto che ha consegnato agli inquirenti, i quali però una settimana fa sono andati a ‘caccia’ dell’originale.
Originale che non è stato trovato né, come si legge nel verbale della Guardia di Finanza, nella cassaforte della Direzione Generale del settore Italiani all’Estero e Politiche Migratorie della Farnesina, né nello speciale “armadio corazzato” in quanto, come ha spiegato un funzionario, non è da escludere che non fosse stato “protocollato ufficialmente” e quindi non “rinvenibile tramite i sistemi di protocollazione elettronica”.
Gli investigatori, però, durante la loro ‘visita’ negli uffici del ministero hanno acquisito altra documentazione inerente alla rogatoria a Hong Kong. E così, tra le carte, è spuntata l’insolita lettera dei legali dei coimputati cinesi di Berlusconi e Agrama nell’inchiesta sui diritti tv. Inchiesta per la quale l’ex premier è stato condannato definitivamente a 4 anni di carcere mentre per la rideterminazione al di sotto dei tre anni dell’interdizione dai pubblici uffici la Corte d’appello ha fissato l’udienza per il prossimo 19 ottobre.
Gli avvocati dei due cittadini di Hong Kong, nell’estate del 2008, scrissero all’allora ministro degli esteri Franco Frattini chiedendo di trasmettere, non appena l’avesse ricevuta, al collega della Giustizia Angelino Alfano una lettera del giugno del 2008 in cui si riferiva di una sorta di “controrogatoria”, con la quale la corte di Hong Kong voleva interrogare come testimoni i pm De Pasquale e Spadaro e i loro consulenti in merito a presunte irregolarità avvenute quando erano stati nell’ex colonia britannica per assistere alla rogatoria. La lettera è stata acquisita, mentre né Frattini né Alfano risultano coinvolti negli accertamenti della magistratura.
Sergio De Gregorio a Servizio pubblico conferma che l’operazione libertà c’è stata e consisteva nel boicottaggio sistematico di portare i senatori a vantaggio del Pdl: la parola d’ordine era “renditi indipendente”. Tanti deputati e tanti senatori hanno partecipato a questa operazione, De Gregorio non era l’unico. I parlamentari che aderivano, secondo De Gregorio, venivano portati al cospetto di Berlusconi che li rassicurava e prometteva la rielezione.
Sempre De Gregorio afferma che quando provò a corrompere Caforio, il parlamentare dell’Idv lo registrò e portò il nastro a Di Pietro, il quale minacciò di denunciarlo… ma il nastro sparì.
Torna Servizio Pubblico, il programma condotto da Michele Santoro, e questa sera va in scena “La politica sporca”. Al centro della puntata di questa sera c’è l’intervista di Sergio De Gregorio dal quale, proprio ieri sera, ha preso le distanze Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale. Santoro apre con il monologo di Dudù. S’inizia con il caffè al bar dove Santoro viene avvicinato da un sostenitore di Berlusconi che gli ricorda che il Cavaliere è una persona per bene “Dudù, è un complotto dei giudici!” gli avrebbero detto, e a lui è venuto in mente un giudice inglese, che avrebbe detto che trasformare i reati comuni in reati politici è inaccettabile, così come lo è parlare di persecuzione politica per reati comuni. Ma perché non reagire a chi ci dice che Berlusconi è una brava persona? Perché in fondo siamo tutti un po’ Dudù!
Protagonista del primo reportage della stagione è Daniele Lorenzano. Chi è costui? L’uomo di Mediaset che trattava con l’aiuto delle major americane i servizi televisivi ed è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per evasione fiscale. E dove si trova? A Marrakech! L’inviato Bertazzoni scopre che Lorenzano vive in una vera e propria fortezza di lusso. QUi però l’inviato viene allontanato da una decina di poliziotti che dicono all’inviato che lì proprio non ci può stare.
E qui entra in gioco De Gregorio, durante la puntata di Servizio Pubblico, sostiene di non essersi candidato per non voler vedere la scena di sè stesso che esce dal parlamento in manette. “Quante persone conosce che non si sono ricandidate? Sarei stato sicuramente rieletto. Ci sono ancora degli impresentabili, ma come si può parlare di impresentabili se il primo impresentabile è il capo del partito?” conclude De Gregorio.
De Gregorio ribadisce che «Quando fai politica sai di doverti sporcare le mani. Non me le sporcherei più così, ma ormai quello che è fatto è fatto, non posso farci più niente»
Santoro chiede a De Gregorio quali rapporti intercorressero tra lui e Berlusconi. De Gregorio ha detto “nei suoi confronti non ho sentimenti di vendetta o acredine, fa lo stesso errore che hanno commesso i suoi nemici nei suoi confronti. Io per ripulire la mia coscenza ho deciso di dire la verità. La verità è che Berlusconi, per Craxi – che secondo De Gregorio era un grande statista- era “il bugiardo”. Che mondo vuole imporre Berlusconi a questo paese?”
De Gregorio sostiene di aver ottenuto da Walter Lavitola 3 milioni: 1 milione dichiarati e 2 in nero per sabotare Prodi. «Berlusconi mi ha suggerito e mi ha spinto per quella strategia di sabotaggio, io non ho venduto la mia posizione, l’ho negoziata e per una senatore è una cosa grave, lo so». Belpietro sostien che Prodi non è caduto per un’opera di sabotaggio: «De Gregorio da solo non avrebbe potuto fare niente, aveva votato contro Prodi anche Turigliatto. Per quanto riguarda la compravendita c’è un’indagine in corso. In tasca a De Gregorio giravano molti soldi in tasca, è curioso che non siano stati messi nero su bianco».
Belpietro sostiene di ricordarsi di De Gregorio nel 1996 perchè era andato a Napoli per una nuova iniziativa editoriale. Oltre a De Gregorio c’era anche Lavitola. Belpietro sostiene che volevano fare una rivista da allegare un giornale, ma «c’era poca sostanza mi è stato detto che nel casertano avremmo dovuto pagare la camorra per distribuire il giornale. Sono tornato a Milano e non mi sono più occupato di quella faccenda tranne quando mi accorsi che era un allegato de Il Giornale, fino a quando non diventai direttore della testata e scaricai l’allegato».
Gli utenti poi criticano però la fiction ricreata in studio con attori che diventano alcuni protagonisti importanti nella vicenda Mediaset:
Già le scenette sono terribili, ma il tipo col finto accento inglese è il peggio del peggio del peggio #serviziopubblico
Dalle ricostruzioni presentate da Servizio Pubblico su Agrama di fatto “condannerebbero” Fininvest alle sue responsabilità circa la compravendita dei diritti. Belpietro difende Berlusconi negando che lui potesse essere il socio occulto.
Ancora tensioni tra il Movimento 5 stelle, la giornalista Sabrina Giannini di Report e le trasmissioni di informazione di Raitre, con tanto di minaccia di azioni giudiziarie. Sul blog di grillo, a firma del senatore a Cinque Stelle Lello Ciampolillo, si legge un post contro la trasmissione TV Talk, che ha ieri ripreso il tema della trasparenza e del finanziamento ai partiti dopo che già l’ultima puntata di Report aveva già acceso polemiche tra i grillini. «Ieri pomeriggio (sabato ndr), alla vigilia delle elezioni amministrative, in pieno silenzio elettorale, su Raitre, il conduttore della trasmissione TV Talk, in compagnia della giornalista Sabrina Giannini di Report, ha tracciato l’ennesima pagina di “alto” giornalismo della televisione pubblica, costruendo un programma teso a falsificare la realtà e a danneggiare il M5S in questa importante vigilia elettorale. Si è cercato di assimilare i rimborsi elettorali pubblici destinati ai partiti che il M5S ha espressamente rifiutato, alle semplici elargizioni volontarie dei cittadini al M5S – attacca Ciampolillo -. La trasmissione si è caratterizzata per riferimenti pretestuosi e illazioni false e scorrette nei confronti di Grillo e del M5S, specie da parte di Vladimir Luxuria». Quindi spiega: «Contrariamente a quanto riportato dalla giornalista Giannini nella trasmissione Report e ripreso ieri pomeriggio in Tv Talk, le elargizioni private al Movimento sono state ampiamente rendicontate sul Blog di Beppe Grillo l’11 aprile 2013, al pari della destinazione di quelle non spese in beneficienza per i terremotati dell’Emilia Romagna e, infine, come apparso sempre sul Blog di Beppe Grillo il 17 maggio 2013, in favore del Comune di Mirandola per la ricostruzione di una palestra; ben prima anche della trasmissione Report del 19 maggio 2013». Scrive ancora Ciampolillo: «Per quanto accaduto nella trasmissione Tv Report,a meno di ventiquattro ore dalle elezioni di domani 26 maggio 2013 – (intendendo probabilmente, nello specifico, la trasmissione Tv Talk e non Report) – il M5S chiederà comunque conto e giustizia, sia in sede di diritto di replica sia in sede parlamentare, riservando eventuali azioni anche in ambito giudiziario».
Ma cos’è accaduto durante la trasmissione? Dopo che il conduttore Massimo Bernardini ha aperto la puntata mostrando una vignetta:
E’ stato in seguito trasmesso un sunto del servizio di Report sul MoVimento 5 Stelle. Il conduttore ha quindi riportato le parole di Michele Giarrusso e Federica Salsi per poi chiedere un commento alla Giannini, che ha fatto notare come le risposte di Grillo e Casaleggio alle domande di Report fossero lacunose e non repliccasero nel merito ad alcune questioni poste: “Non hanno ancora dato le risposte, anziché rispondere inizialmente con una replica della serie: ‘Il MoVimento 5 Stelle si finanzia con i donatori’, ma non hanno detto a chi vanno i proventi della pubblicità”. Non dicono a chi vanno, però, ricorda il conduttore. “Avevano l’opportunità di essere trasparenti, questo è un autogoal”. L’intervento di Vladimir Luxuria, in effetti piuttosto fuoriluogo, aveva detto che “porta un po’ male fondare un partito sulla trasparenza, guardate la Lega…”. C’è stato quindi un rapido scambio di battute sulla Gabanelli candidata: “Però avete fatto una cattiveria, Milena era stata indicata per il Quirinale”, dice il conduttore. “Lei, non me! E’ lì che hanno sbagliato”, risponde scherzando la Giannini, aggiungendo un “La Gabanelli con i suoi fa quello che Grillo non fa con i suoi: li lascia liberi”.
Anche Bernardini è voluto entrare nel merito, rispondendo su Twitter al post. Sul social network si legge: “Capisco critiche ritardatet di @mov5stelle (le stesse per la Giannini su Di Pietro), ma ieri a @tvtalk_rai voci di Pizzarotti, Crimi, Grillo”. Fa inoltre notare di non aver ricevuto alcuna risposta in merito agli inviti che erano stati fatti per replicare in trasmissione: “Aggiungo che @byoblu, responsabile comunicazione @mov5stelle al senato, non ha ritenuto di rispondere a ns. inviti via segreteria tel. e sms”
Una vignetta che non lo ritrae direttamente ma che esplicitamente parla di David Rossi, il manager del Monte dei Paschi di Siena, morto suicida nella serata di mercoledì 6 marzo. Meno di 24 ore dopo Vauro sceglie di parlare anche del suicidio in una delle sue tante vignette che compaiono alla fine della puntata di Servizio Pubblico.
Applausi timidi e incerti. Qualcuno non gradisce il riferimento e già in rete c’è chi protesta per una scelta giudicata di cattivo gusto.
«Per me dalle elezioni esce un solo vincitore: Grillo»: così Michele Santoroche in apertura di Servizio Pubblico su La 7 ha auspicato che Bersani «spiazzi tutti e rinunci a chiedere l’appoggio di Grillo e invece gli dica sediamoci a un tavolo e decidiamo insieme il governo e i ministri».«È possibile? – si è chiesto – Non so, ma come direbbe Grillo ‘Sarebbe meraviglioso’».
Santoro ha avuto parole di elogio per il leader di M5s e di feroce critica per la sinistra e Bersani. «Grillo ha compiuto una impresa straordinaria, costruire una forza politica dal niente» e «ha saputo raccogliere dolore e rabbia» dalla società , «dimostrando di avere quel coraggio che manca ai dirigenti del Pd».
E mentre Berlusconi «scende in campo con le proposte sull’Imu – ha proseguito Santoro – Bersani che tipo di proposte è riuscito a fare? Solo battute da film demenziali scritte dai suoi collaboratori a loro insaputa mentre pensano di scrivere le opere di Shakespeare». «Grillo – ha concluso – è riuscito a riempire un vuoto (anche con le dimissioni del Papa) – con una speranza».
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