E’ dorata la terza maglia che verrà adottata dal Milan e farà il suo debutto contro la Roma. Il tricolore sarà sul taschino e sul pantaloncino. Il tessuto della maglia, con tecnologia climacool, è stato impreziosito da un trattamento che garantisce massimo comfort. Insieme alla terza maglia c’è anche l’esordio ufficiale di #weareacmilan, a partire da questa stagione il claim di comunicazione, l’hashtag che AC Milan e adidas utilizzeranno per tutto l’anno.
Nel 1990 era stato condannato a 18 anni per un omicidio volontario, poi era anche stato condannato per un omicidio colposo. Questo il “cv” di Mario Broccolo, il cinquantenne che oggi è stato fermato e dopo un lungo interrogatorio ha confessato l’omicidio di Alessandra, la 30enne uccisa a Dragona una settimana fa. L’uomo era un disoccupato con lavori saltuari e si dedicava spesso alla pittura. Come mai un uomo condannato due volte era in libertà?
Il catamarano svedese, Artemis, scuffia con 12 persone a borso e nell’incidente, avvenuto durante le prove dell’America’s Cup a San Francisco, perde la vita un velista. Shock negli equipaggi.
Qualche tempo fa la BBC aveva confuso il logo dell’immaginario United Nations Space Command di Halo per quello del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A ITV è invece capitato di trasmettere scene del videogioco ArmA 2,credendo si trattasse d’immagini di repertorio di operazioni militari in una repubblica ex-sovietica. L’ultima gaffe in ordine di tempo è invece opera della redazione di un telegiornale danese, che ha utilizzato delle immagini del noto videogioco Assassin’s Creed, parzialmente ambientato a Damasco, per un servizio sulla guerra in Siria. A seguito delle segnalazioni di alcuni appassionati che si sono accorti dell’errore, i giornalisti si sono scusati ammettendo che erano state utilizzate immagini non verificate reperite in internet e di essersi comporati con superficialità. Nel segmento in questione, durante il tg era stata proposta la ricostruzione fantastica di come avrebbe potuto essere Damasco nel XII secolo.
Ha partecipato a una festa la ragazza inglese, vestita da l’Incredibile Hulk, che ora è ricercata dalla polizia. La giovane dopo il party in maschera che si è svolto in un McDonald’s di York avrebbe aggredito un adolescente fuori dal locale. La polizia ha diffuso le immagini della telecamera a circuito chiuso. Nel video si vede la donna vestita con una camicia bianca strappata, capelli tinti di rosso e pelle dipinta di verde, che picchia una ragazza di 17 anni. L’aggressione è avvenuta alle 3 di notte di venerdì 26 aprile.
Forte scossa sismica ha colpito la provincia di Cosenza alle 22.41. L’ipocentro, a 31 chilometri di profondità, era in corrispondenza della costa, a un paio di chilometri da Belmonte Calabro. Al momento non risultano danni a cose o persone. Immediata la reazione sui social network, tra paura e richieste di informazioni a parenti e amici: centinaia di tweet hanno invaso il sito.
C’era una volta Enrico, c’era una volta Berlino e i partiti non seppero cambiare in tempo. Santoro cerca di spiegare i fatti della settimana, dall’attacco di Grillo a Flores, a Berlusconi e il processo Mediaset, fruga nella memoria fino alla transazione che ci fu tra la Rai e Idro Montanelli. Quello che ne esce è un discorso sconclusionato a difesa dei giornalisti… di un Flores che non è proprio digeribile… di un Flores che da tempo non va oltre al suo programma fatto da bravo impiegato che ha perso lo smalto… forse non è solo colpa sua, ma certamente c’è stato un grande “insulto” all’intelligenza dei cittadini… che sono già orfani di “Mamma, ho perso il partito” che sarebbe invece dovuto essere l’elemento su cui puntare. L’elettorato di destra a dover ingoiare Letta come Premier e l’elettorato di sinistra costretto a vedere Letta “ricattato” dal Pdl. Ma soprattutto ad assistere a Formigoni e Miccichè eletti nelle commissioni.
Un 28enne romano tenta di suicidarsi. Arriva un mediatore per capire cosa spinge il giovane a fare un atto così estremo: vuole partecipare a un reality! Si cerca una mediazione su ogni fronte, ma il giovane sembra determinato. Minaccia di lanciarsi dal balcone di casa e tiene in pugno un coltello. Dopo un breve consulto l’unica via è quella di assecondarlo. Si fa arrivare una limousine e una troupe giornalistica con tanto di telecamere e microfoni. Il ragazzo la vede arrivare e si convince a scendere in strada, ma non rinuncia al coltello. Mentre stava salendo sull’auto, approfittando di un momento di distrazione, un agente del Commissariato Ponte Milvio ha disarmato il ragazzo ed è riuscito ad immobilizzarlo. Il giovane è stato poi affidato alle cure del personale medico. A suicidio scongiurato si smantella il set fittizio… nessun reality, solo un’abile mossa delle forze dell’ordine per evitare il peggio!
Non desiderate che un vostro caro defunto trascorra l’eternità in solitudine? Il rimedio è semplice: farlo sposare con un altro fantasma. Questa pratica, nonostante il governo cinese cerchi di debellarla dal 1949, anno in cui venne proclamata la Repubblica Popolare Cinese, persiste nelle aree rurali e consiste nel trovare un compagno per il proprio caro: dopo il “matrimonio”, gli sposi vengono poi risepelliti, questa volta assieme. I matrimoni tra fantasmi vengono gestiti da intermediari che, a volte, non si preoccupano neanche di trovare un accordo diretto tra le famiglie dei defunti né organizzano incontri tra le stesse. A volte, come hanno fatto quattro uomini ora condannati, si limitano a rubare i cadaveri per venderli “a scopo matrimoniale”. Non che siano stati i primi: il valore di un corpo sul mercato nero raggiunge anche i 2.500 dollari e, considerato che è sempre più raro che persone muoiano in giovane età e siano facili candidati per il rituale, non c’è da meravigliarsi che ci sia gente disposta a tutto. Tempo fa, collegata a questo tipo di tratta, è stata sgominata una banda che assassinava giovani ragazze in nome di questo macabro profitto.
Che il Capo sia d’accordo o meno è un “mistero” che non è dato sapere, ma l’ “Affoda Ilda”, promossa dalla Santanchè, sembra proprio che si farà. Il tam tam telefonico è già iniziato e per lunedì tutti devono essere pronti per la manifestazione di fronte alla procura di Milano proprio mentre nelle aule del Tribunale si svolgerà la requisitoria di Ilda Boccassini che chiederà la condanna per corruzione e prostituzione minorile di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. L’idea stavolta sarebbe più ambiziosa. Non più l’inno italiano, ma veri e propri siparietti con parlamentari che improvvisano discorsi contro la magistratura e le toghe rosse. Un vero show in quel processo che vede imputato ex Premier che ha già incassato una condanna e un rinvio a giudizio.
Se davvero la manifestazione dovesse aver luogo sarebbe come aver lanciato una bomba contro il Quirinale, aver annientato quel patto con Napolitano, il quale chiedeva un governo di larghe intese. Ma rotta la tregua, crolla il governo! Ecco quindi che il Pdl si divide in due anime. Le colombe che vorrebbero un approccio “morbido”, una protesta limitata e mandare avanti le larghe intese (quasi sbrindelate) e i falchi che invece si sentono forti (anche grazie ai sondaggi) e spingono verso la battaglia finale… con Letta deposto e le elezioni a ottobre.
Una scena che si vede in tanti ospedali un uomo corpulento che attende di essere visitato da uno dei medici del pronto soccorso. Un esame tra i più frequenti: l’elettrocardiogramma. L’ospedale è molto affollato e le barelle sono tutte occupate. Che fare? Ecco che l’estro partenopeo viene in soccorso dei poveri sanitari disperati. Si prende una scrivania e si fa adagiare il paziente, poi si passa ad effettuare l’esame. Tutto sotto gli occhi delle persone incredule, arrabbiate. Che imprecano contro i medici, i quali però che colpe hanno? Ecco i tagli di Monti alla sanità cosa hanno comportato… magari avremo anche il pareggio di bilancio, magari saremo anche “più meritevoli della Francia” che quel pareggio non l’ha rispettato… magari a Letta la Merkel avrà elargito anche un sorriso in più… ma i cittadini devono essere visitati al San Giovanni Bosco di Napoli così?
Ma non vi preoccupate se siete un po’ acciaccati c’è un esercito che accetta sempre tutti… è quello dei disoccupati!
Consultazioni incorso per la segreteria del Pd (poi chi lo dice che in Italia manca il lavoro? Abbiamo appena eletto i ministri, i sottosegretari, i vice sottosegretari, tutte le commissioni della camera e del Senato… l’Istat li potrebbe anche inserire tra i neoassunti… facciamo lo sgravio fiscale?) che si stanno accendendo in queste ultime ore. Ma non mancano neppure le sorprese come il documento redatto dalla Puppato dove si parla di “maggioranze variabili e trasversali”. E’ più “famolo come viene” o quasi un richiamo alle “convergenze parallele”?
Il passaggio chiave del testo è:
“I gruppi del PD alla Camera e al Senato devono pertanto rivendicare la loro autonomia legislativa e lavorare nelle commissioni e in aula a quei provvedimenti che avevamo promesso in campagna elettorale. Sulle singole leggi si possono e si devono trovare maggioranze variabili e trasversali”.
Forse alla Puppato manca un passaggio chiave che è il governo di larghe intese con un programma condiviso che non ha più nulla di quello presentato in campagna elettorale da Bersani. Tutto il resto appena arriva in parlamento viene stroncato se non dal Pdl quanto meno dai franchi tiratori! Povera Italia.
Il maestro del cinema erotico italiano non ha dubbi vuole Matteo Renzi come protagonista del suo prossimo film.
‘Il vostro sindaco Renzi ce lo vedrei bene in un mio film. Con la sua aria da primo della classe, a Messa tutte le domeniche con il suo giubbettino da Fonzie, ha tutta l’aria di uno che non la disdegna e a letto non le manda a dire’, spiega il regista, che sabato proprio a Firenze girera’ alcune scene del documentario che lo vede protagonista. E sul rottamatore aggiunge: “E’ ‘na bronsa coverta’, come si dice a Venezia per indicare le braci che ardono sotto la cenere”.
Mario Broccolo, 50 anni, è conosciuto alle forze dell’ordine. Già in passato aveva avuto precedenti per molestie, ora ha è reo confesso per l’omicidio di Alessandra. L’ennesimo uomo che uccide una donna perché talmente fragile che non può sopportare che la relazione sia finita. E la fragilità in questi casi non è una scusante, ma un aggravante per chi non riesce a considerare una donna al di fuori di un oggetto da possedere. Non si uccide per troppo amore, ma solo per troppo poco. Solo per paura di perdere una persona, solo per il terrore di non essere accettati. Gli inquirenti hanno accertato che l’uomo, che era malvisto dai parenti della vittima perché violento, avrebbe voluto riallacciare con Alessandra la storia terminata qualche tempo fa. A incastrarlo sarebbero stati alcuni tabulati telefonici. I due non avevano una relazione stabile, ma l’uomo era gelosissimo di Alessandra e dopo aver consumato con lei un aperitivo in un bar, i due si sarebbero allontanati e poi sarebbe avvenuta la lite e le coltellate.
Che scandalo il nuovo video di David Bowie The Next Day… occorre rimuoverlo avrà pensato qualche amministrato re di YouTube… purtroppo non si è reso conto della bomba mediatica che ha messo in atto… molto peggio che vedere la rockstar in veste di profeta che denuncia la corruzione della Chiesa. Ora finalmente è di nuovo online e secondo quanto riportato da Salon si sarebbe trattato di un banale errore: “Abbiamo un numero enorme di video sul nostro sito – spiega una portavoce di YouTube – Può capitare di sbagliare. Quando ci hanno detto che il video era stato rimosso l’abbiamo immediatamente reinserito”.
La storia è quella di una suora e un prete (Marion Cotillard e Gary Oldman che cadono in tentazione e il loro peccato ha un prezzo: le stigmati!
Il video contiene contenuti espliciti. Si consiglia la visione solo a un pubblico adulto.
Nel cold case Emanuela Orlandi fa il suo ingresso anche Dany Astro, modella di Marco Fassoni Accetti che da 12 anni collabora con l’artista. Lei difende le posizioni del fotografo scrivendo una mail a Pino Nicotri dal titolo “Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi”. Ecco il contenuto della mail:
“Ero presente all’intervista dove Marco ha spiegato, con documenti alla mano, molti dubbi posti nella trasmissione di [mercoledì] sera. Intanto Emanuela [Orlandi] era stata a Neauphle-le-Chateau soltanto nel ’84, e non come dice CLV fino a pochi mesi fa.Il fatto della pineta lo ha spiegato ampiamente e non hanno usato quasi nulla di questa testimonianza, nella quale diceva che nel primo interrogatorio con il giudice [Giancarlo] Capaldo faceva presente che si era presentato per riaprire innanzitutto il fatto della pineta, e per farlo era obbligato a raccontare della Orlandi. Inoltre, basta guardare nelle sue fotografie come nei suoi film, ci sono più gli anziani ed adulti che non adolescenti. Hanno omesso di dire che nello studio di Marco vi sono già dagli anni ’80 decine e decine di indirizzi e liberatorie degli anziani ritratti. E che tutti gli adolescenti sono venuti con le famiglie che dovevano firmare le obbligatorie liberatorie per essere pubblicate. Io sono testimone di questa procedura da 12 anni e prima di me conosco le altre ragazze che ha avuto Marco, che mi hanno testimoniato della stessa procedura anche negli anni ’80 e ’90. Le stesse adolescenti contattate non possono lamentare alcuna molestia subita, se non riferire solo dell’intenzione di Marco di fotografarle nelle opere che conoscete, e che non sono affatto di erotismo o pornografia. Inoltre CLV non ha letto un documento del processo, che Marco può anche produrre in questo sito, che riporta le dichiarazioni del personale dell’ambulanza che, non essendo attrezzati degli strumenti atti a verificare la morte, decisero comunque di portare subito il corpo all’ospedale. E non come si è raccontato perché il ragazzo doveva essere necessariamente vivo per il fatto d’essere stato trasportato in ospedale. Inoltre continuano a non leggere il titolo posto sotto la fotografia “Martire adolescente posta sotto l’altare” e la presentano invece come una semplice, macabra “ragazza in una bara”. Marco ha chiamato in diretta per la seconda volta anche in questa puntata per puntualizzare quanto ho detto, ma gli è stato negato ancora una volta d’intervenire, mentre, un’altra ragazza ha avuto la possibilità di entrare in diretta per raccontare solo il fatto che, abitando nello stesso palazzo di Marco, questi le aveva chiesto di posare per una sua opera. Tutto questo Marco lo riferirà mercoledì nell’udienza che ha con il giudice Capaldo, indicando come questa censura e mistificazione possa essere il tentativo di addossare tutto ad una sola persona isolata, e non mettendo alla luce i legami con lo Stato Vaticano e lo Stato Italiano”.
Ora che Marco Fassoni Accetti è indagato per il rapimento della ragazza emergono però altri agghiaccianti verità su quest’uomo:
“Quando aveva 17 anni ha partecipato a un assalto al liceo Tasso di Roma insieme a un estremista di destra, Sergio Mariani, poi diventato famoso perché è stato il primo compagno di Daniela Di Sotto, ex consorte di Gianfranco Fini. La sua partecipazione all’assalto era stata estemporanea. Accetti non c’entrava nulla con Mariani e non faceva parte del Fronte della Gioventù eppure era lì. Aveva poi militato nei Radicali e secondo il padre (un imprenditore che aveva fatto fortuna in Libia dove Accetti è nato) aveva anche avuto qualche contatto con Lotta Continua.”
Quindi è un uomo di sinistra che non disdegnava la destra? Un singolo episodio di violenza o il primo di una serie? Un ragazzo che cercava l’azione, il gesto già come simbolo di una follia latente o solo un episodio in cui un ragazzo 17enne si è trovato coinvolto?
Cosa accade in una mente allucinata se il rituale delle foto non si compie esattamente come nelle intenzioni dell’artista? Può esserci nel simbolo un disagio profondo e il racconto di una verità che dopo anni vuole essere svelata? Un segreto che non si riesce a contenere? Perché le foto di Marco Fassoni Accetti non sono mai state analizzate da uno psicologo?
Almeno 500 visitatori erano presenti oggi a Dabel, in Germania, dove si festeggiava la giornata dedicata ai papà e si svolgevano le cerimonie dell’Ascensione. E’ tradizione in questa giornata, che nella Germania dellEst è chiamata anche “giorno dei signori”, che gruppi di amici, così come padri e figli, si riuniscano per bevute di birra collettive che avvengono solitamente in parchi cittadini o nei boschi. Prroprio fra gli alberi a Dabel, però, si è abbattuto un fulmine. Il bilancio è di 43 feriti, tre dei quali in condizioni gravi, tutti soccorsi da due elicotteri e diverse ambulanze accorsi sul luogo.
Dopo che per giorni si era parlato di una donna dietro all’omicidio di Alessandra Iacullo ora sembra arrivare la smentita: è stato fermato un 50enne italiano con il quale la ragazza avrebbe avuto una relazione qualche tempo fa. Avrebbe così un volto l’assassino di Alessandra, l’ennesima vittima di un femminicidio.
35 anni fa moriva Aldo Moro. Il Capo dello Stato si è soffermato qualche minuto in raccoglimento in via Caetani, nel luogo dove fu rinvenuto il corpo dello statista Dc e poi, forse ispirato da quei palazzi così vicini, che, una volta, erano il simbolo della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista, ha accomunato insieme tutti i Palazzi delle Istituzioni e ha affermato”Basta chiamare questi palazzi i palazzi del Potere. Sono invece i «Palazzi della sovranità popolare… A partire da quest’anno ho voluto che la cerimonia si dislocasse anche in altri luoghi istituzionali come il Senato e vorrei che la si smettesse di identificarli come i “Palazzi oscuri del potere”. Se il Quirinale è stato definito dal mio augusto predecessore ‘la casa degli italiani’ vorrei che questi palazzi venissero considerati i luoghi della sovranità popolare, i palazzi della democrazia»
E un po’ difficile Sig Presidente… Se infatti gli Italiani possono ancora identificarsi con il Quirinale è impossibile, invece, trovare traccia di qualunque sovranità popolare in quei luoghi perennemente occupati da chi lo ha fatto per inconfessabili e molto poco sconfessati motivi personali.
E a testimonianza del sospetto “che tutto cambia per non cambiare nulla” sono giunte le parole del Presidente del Senato che, nel suo intervento, dopo aver giustamente sottolineato l’impegno dello Stato a contrastare ogni forma di eventuale terrorismo, ha aggiunto “Moro divenne la vittima simbolo di un sistema, fu la tragedia non solo della perdita di un alto rappresentante delle Istituzioni ma di tutto il Paese” e poi “Io, quale rappresentante delle istituzioni, mi sento oggi responsabile di un sistema giudiziario che non seppe trovare in tempo quelle verità che avrebbero reso giustizia. La verità oggi è nota e gli assassini sono rei confessi. Mai più succeda che la giustizia sia negata»
Ma come fa l’ex Magistrato, oggi 2° carica dello Stato a non esprimere neanche una parola di chiara condanna a quel “sistema” aggrovigliato e complesso che fu il responsabile, nel suo lungo sonno della ragione della creazione dei mostri e poi tranquillamente affermare “La verità oggi è nota e gli assassini sono rei confessi?” In questo stile omissivo e di silenzio nei confronti della verità non si può ricompattare l’Italia… Come si fa ad dire che giustizia è stata fatta? Davvero ci si vuole ancora far credere che i colpevoli siano stati soltanto quel gruppo di dubbi ideologi, forse manovrati o forse solo isterici aspiranti a un analogo contropotere, visto che da quello ufficiale ne erano esclusi.?
Molto si è parlato di Moro come del più autorevole esponente politico che stava lavorando a un governo di “solidarietà nazionale” con il PCI, a cui si dava accesso nella maggioranza… Non abbastanza, invece, sono state sottolineate, o forse strada facendo ce le siamo dimenticate, le resistenze, quelle si piene di terrore, delle componenti internazionali… L’Unione Sovietica aveva seri motivi di preoccupazione perché rischiava, nel coinvolgimento del P.C. al governo, di perdere l’opposizione all’America da parte del più forte Partito Comunista dell’Occidente… L’America, dal canto suo, guardava con all’allarme l’ingresso nell’ufficialità di personaggi legati a filo doppio al Partito Comunista Sovietico che, da quel momento avrebbero avuto accesso alle più segrete strategie della NATO contro il blocco Orientale…
Molti forse hanno pensato che togliere Moro di torno, avrebbe significato anche allontanare lo spettro dei Comunisti, una volta così lontani e ora così vicini… Avevano provato a estromettere Moro con l’infamia, la più classica delle modalità democristiane e lo avevano accusato di essere lui il destinatario delle tangenti dell’Affare Lockheed, per l’acquisto degli aerei militari F 130… E’ lui, dicevano gli untori, Antilope Cobbler, il nome in codice dell’alto personaggio corrotto… Non è forse lecito il sospetto,da parte dell'”ignorante”uomo della strada che, il tiro contro Moro, si sia alzato dopo che erano falliti i tentativi “con le buone maniere”?
E, a proposito di dettagli su quello spaventoso sequestro, di chi era la voce tedesca di qualcuno che stava in mezzo ai rapitori? Davvero presidente Grasso i colpevoli sono tutti rei confessi e soprattutto completamente ritrovati? O forse qualcuno è andato perduto?
Della trattativa per liberare Moro si fa persino fatica a parlarne… Come mai uno Stato che ha trattato con quelli di Cosa Nostra – e su questo ci sono pochi dubbi in proposito – ha opposto una chiusura totale al sia pur esile tentativo di aprire una trattativa?
Signor Presidente della Repubblica, indubbiamente Lei fa quello che può e noi tutti la ringraziamo per le corone e i ricordi di Aldo Moro, ma la vera commemorazione per lo statista è solo la verità e poichè questo non sarà possibile, quelli che lei ha citato, per gli italiani sono destinati a rimanere solo “Gli oscuri palazzi del Potere.”
Dopo Google View arriva Timelapse! Una specie di macchina del tempo, una piattaforma per vedere come un determinato territorio si è modificato negli anni. Il “ritorno al passato” è stato possibil grazie a una collaborazione con il U.S. Geological Survey (USGS), la NASA e la rivista Time. Google ha iniziato a lavorare al progetto nel 2009, unendo 2,068,467 foto per un totale di 909 terabytes. Il tutto è stato reso poi navigabile grazie allo sviluppo in HTML 5. Google quindi oltre che a guidarci per il mondo ora ci guiderà anche nel tempo e ci insegnerà ad aver rispetto della terra… basterà per educare le coscienze anche di chi da sempre il territorio lo stupra per ricavarne profitti personali? Riusciremo a invertire la rotta avendo accesso all’informazione o sarà semplicemente l’ennesimo intrattenimento quando si è annoiati a lavoro o un passatempo prima di mettersi a letto?
Manifestazione di solidarietà a Genova, ma in mezzo alla disperazione spunta la rabbia. Migliaia di persone a piazza Matteotti e una città che si blocca, quasi pietrificata, per 15 minuti. Chiudono le banche. Chiudono i negozi. Chiudono i supermercati. Sospese le attività nelle scuole e nelle università. I primi ad affollare la piazza sono gli operai delle Riparazioni navali, seguiti da quelli di Fincantieri e dai camalli del porto.
Ma dalla tragedia alla protesta il passo è breve. Un gruppo di lavoratori portuali ha contestato durante la cerimonia in ricordo delle vittime della tragedia avvenuta nel porto di Genova urlando «Date la parola ai lavoratori», «Fate tacere le istituzioni». Alcuni lavoratori hanno tentato di salire sul palco, ma sono stati fermati dalla polizia.
Ma cosa è successo quella notte?
«Prima si è sbriciolata la palazzina. Cinque secondi dopo la torre ha cominciato a ondeggiare ed è crollata in una nuvola di fumo. Non potevamo fare nulla». È il racconto di Marco Ghiglino, il comandante del Genua, il rimorchiatore che era a prua della Jolly Nero quando la nave si è schiantata contro la banchina. Il Genua è un’imbarcazione di 30 metri con 60 tonnellate di tiro: «Ma anche se avessimo mandato le macchine oltre ogni limite – dice – non ce l’avremmo fatta a fermare la corsa di quella nave». La sera di martedì, racconta ancora Marco Ghiglino, il Genua si è agganciato alla Jolly Nero alle 22,15 e un quarto d’ora dopo ha iniziato a fare il suo lavoro. Per uscire dal canale la Jolly ha impiegato una ventina di minuti, con il rimorchiatore di poppa, lo Spagna, che ogni tanto correggeva la rotta per tenere la Jolly parallela alla diga. Un’ora e un quarto dopo la partenza, l’incidente. «Abbiamo sentito Fabio (il collega che comandava lo Spagna) dire alla nave che era a 70 metri dalla banchina e poi abbiamo eseguito il loro ordine di continuare a tirare a tutta» afferma ancora Marco, dicendo di non aver sentito, dalla sua posizione, se la nave abbia o meno attivato le sirene per avvisare che c’era un problema. Ma nonostante lo sforzo dei rimorchiatori, la Jolly ha proseguito la sua corsa. «Non potevamo fare nulla di più – ripete Marco – abbiamo visto il crollo e abbiamo solo potuto telefonare al 115. In due minuti erano già lì».
Storia agghiacciante di un documentario. Storia avvilente di una televisione di Stato che lo rifiuta perché lo ritiene “troppo triste”. Succede a Vauro Senesi, noto vignettista, che si è voluto cimentare questa volta in un reportage su un tema drammatico, realizzato lo scorso giugno insieme alla Ong Sole Terre,… i bambini di Chernobyl. Forse è meglio mandare in onda il piagnisteo edulcorato delle trasmissioni pomeridiane piuttosto che una verità scomoda. Il dramma deve essere incanalato in una sorta di “fiction” per essere trasmesso?
Dal Fatto Quotidiano ricostruiamo la vicenda e la scelta di inviarlo a Italia1 che si è mostrata disponibile a mandarlo in onda:
“…Quanto vedremo da lui realizzato stasera nell’ ambito del programma Confessione Reporter (su Italia 1, seconda serata), va a toccare una ferita ancora aperta, per non dire infetta: quella dei “figli di Chernobyl”. Il reportage da un quarto d’ora che il vignettista toscano ha dato gratuitamente alla trasmissione in onda sul canale Mediaset – dopo che Rai 3 gliel’ha rifiutato perché “è un argomento troppo triste” – è stato realizzato lo scorso giugno insieme alla Ong Sole Terre, che si (pre)occupa di tumori dei bambini nel mondo.
‘È un’associazione serissima e di cui andare orgogliosi come lo siamo di Emergency, perché è rispettosa delle persone e dei luoghi in cui interviene’, spiega Senesi, rimasto una decina di giorni presso la zona rossa e nel quartiere di Chernobyl dove Sole Terre ha edificato la sua ‘casa-famiglia’ per tutti coloro che, “poverissimi, non possono permettersi un tetto sopra un letto quando devono portare i figli a fare le chemioterapie e la cui unica alternativa sarebbe dormire nelle stazioni ferroviarie”.
Possiamo ancora parlare della Rai come tv di servizio al cittadino? La Rai è morta? No, peggio è diventata peggio di una tv commerciale!
15 personaggi su cui poter far fuoco e vederli sanguinare. Allucinante solo il pensiero di questi manichini messi in vendita da un’azienda americana che li ha presentati alla convention della National Rifle Association (punta di lancia della potentissima lobby delle armi). Li chiamano “zombi” e nelle intenzioni ufficiali servirebbero per esercitarsi al tiro con le armi da fuoco. Testare quindi dove mirare per uccidere meglio. Secondo i parametri di alcuni americani, questi manichini-bersaglio sono “divertenti”. L’azienda aveva progettato anche un obama zombie, ma alla fine, dietro anche l’impulso dei repubblicani, si è preferito ritirarlo dl commercio… forse si aveva paura che qualcuno potesse poi trovare il “gioco così divertente” da confonderlo con la realtà.
Ma se l’Obama zombie è stato ritirato c’è chi può consolarsi con l’ex ragazza. Un manichino con un abbigliamento succinto e il seno bene in vista. L’azienda si difende così: “discriminare le donne evitando di rappresentarle sarebbe stato sessista”. L’incitamento al femminicidio, secondo l’azienda, è un invenzione dei soliti “ben pensati” che odiano le armi e non capiscono il divertimento che richiama alla memoria i bei tempi del Far West. Di quei noiosi intellettuali di pacifisti che vorrebbero una riduzione delle armi in america dopo la strage in una scuola o dopo i continui gesti di violenza nelle strade dove ogni giorno qualcuno viene ucciso dai proiettili sparati per rabbia o per divertimento.
Ma perchè gli zombie? La trovata macabra è degna del peggior genio del male! Sparare è simile a una droga… gli americani prendono l’arma in mano nei momenti di tempo libero, esattamente come i dipendenti del sabato e della domenica che assumono droghe nei weekend. L’arma è anche il simbolo della forza, di non sentirsi fragili, precari… di poter in qualsiasi istante reagire con forza ai presunti torti subiti. Come una droga si può associare anche all’istinto sessuale… la virilità che esplode il colpo quando non si riesce a riconquistare una donna e si ha paura di perderla… ecco perchè gli zombie nella loro aberrazione sono geniali: sono la sintesi degli istinti legati all’arma. Ecco perchè c’è bisogno di “tranquillizzare” gli americani, di farli sentire protetti… non si deve fare la guerra alle armi si deve dimostrare che chi le usa è fragile… si deve far capire l’inutilità di un’arma quando una mente può essere molto più pericoloso e uccidere assai meglio all’occorrenza… si deve far capire che non è togliendo la vita che ci si protegge, ma ci si protegge quando si usa l’intelligenza per poter dialogare con chi ti vuole morto e in realtà ha solo più paura di te… fino a quel momento continueremo ad ucciderci tra di noi… buon massacro a tutti!
La settantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, che avrà luogo dal 28 agosto al 7 settembre, vedrà come presidente di giuria Bernardo Bertolucci. Proposta dal direttore della Mostra, Barbera, la decisione è stata presa oggi dal Cda della Biennale, presieduto da Baratta. Per Bertolucci si tratta della “seconda volta”, dopo l’esperienza del 1983 quando il Leone d’Oro fu assegnato a Pre’nom Carmen di Jean-Luc Godard. “Ho accettato con allegria di presiedere la giuria della settantesima Mostra internazionale cinematografica di Venezia. In una manciata di giorni mi si regala la possibilità di vedere quanto di più interessante sta accadendo nelle cinematografie di tutto il mondo. Il mio amico cinefilo Alberto Barbera riesce a infilarsi nelle nicchie cinematografiche più misteriose dei più misteriosi paesi del mondo”.
Stando al direttore della Mostra, il regista è la persona ideale per ricoprire un simile ruolo: “Pochi registi, al pari di Bertolucci, sommano alla lunga esperienza il fatto di vivere un presente cinematografico in cui agiscono con le loro opere, di cui si interessano (esercitando un’inesausta curiosità) e di cui si preoccupano, perché scovare e portare all’attenzione ciò che di vitale si sta muovendo e ciò che di bello sta magari esplodendo, è tra i migliori servizi che il cinema possa fare a se stesso. Anche per questi motivi, Bertolucci è il Presidente ideale per il ruolo importante e delicato che ha generosamente accettato di ricoprire”.
Bertolucci, il regista italiano in attività più celebre a livello mondiale e unico a vincere l’Oscar per la miglior regia con L’ultimo imperatore (1987), ha una lunga storia cinematografica che lo collega alla manifestazione lagunare che nel 2007 gli ha assegnato il Leone d’Oro del 75°. Bertolucci esordì come regista proprio a Venezia con La commaresecca (1962), ma già l’anno precedente aveva presenziato come aiuto regista dell’esordiente Pier Paolo Pasolini con Accattone (1961). Altre sue opere sono state presentate in prima mondiale al Lido: Partner (1968), Strategia del ragno (1970), La luna (1979) e The Dreamers (2003).
Il Pdl è in vantaggio sui sondaggi. Il Pd è sgretolato. L’M5S sta perdendo elettorato. Cosa potrebbe impedire a Berlusconi in un momento così favorevole di rimettere le mani sull’Italia? Forse la magistratura. Negli ultimi due giorni la giustizia gli ha creato diversi grattacapi. Prima il Tribunale di Milano lo ha condannato a 4 anni per frode fiscale (con 5 anni di interdizione dai pubblici uffici) e nella mattinata di oggi il Tribunale di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex leader del Pdl nell’ambito dell’inchiesta sulla compravendita di parlamentari. Lunedì poi ci sarà la requisitoria di Ilda Boccassini sul processo Ruby.
Quali sono le armi in mano al Berlusconi? Il popolo italiano. E allora tutti in piazza sabato a Brescia. Una bella manifestazione in stile “berlusconiano” con folla osannante e con il Cav nero che tuona contro le toghe rosse. E’ probabile che ci sia anche una manifestazione lunedì davanti alla procura di Milano… l’ “Affonda Ilda”?
Ma la manifestazione che scopo ha per Berlusconi? C’è un palco e c’è una folla… C’è un uomo con un grande carisma… C’è uno la capacità di infiammare gli animi e di mistificare la realtà… non in peggio o in meglio, ma solo a proprio favore. Perché il popolo ama ascoltare Berlusconi? A volte perché viene pagato per farlo, o almeno così si dice… altre perché quel leader parla una lingua comprensibile e fascinosa… sa far sognare il popolo prima di portarlo alla gogna, prima di “sterminarlo”, prima di portarlo in “guerra” contro…. la magistratura! Qualcosa di già visto?
Ma qui non si tratta di una nazione contro un’altra nazione… il pericolo forse è maggiore! Qui si tratta di sovvertire la costituzione, di incitare il popolo contro la magistratura (potere slegato da quello politico) per interessi privati. Strumentalizzare il cittadino, che dovrebbe essere il vero sovrano della Repubblica Italiana (sovranità ridotta a stracci), contro il potere legislativo che sta cercando di difendere la democrazia e quindi l’arma del cittadino per ribellarsi alla casta. E’ quasi da film di fantascienza pensare che si rischia veramente un colpo di stato nella piena legalità? Che la libertà di manifestazione può compromettere la democrazia? Che la magistratura può essere stuprata dal potere politico che strumentalizza il popolo?
Antonio Ingroia lo dice a chiare lettere “Prendo 5 mila euro al mese, li prendo da un mese e mezzo senza lavorare”. Si autoaccusa così, nei microfoni della Zanzara su Radio24, l’ex procuratore di Palermo, dopo aver rifiutato la ricollocazione ad Aosta “Aosta – spiega il magistrato – non è in linea con la mia esperienza professionale. Io ho fatto il pm in Sicilia e sempre di mafia mi sono occupato. Se il Csm avesse detto si a Crocetta che voleva nominarmi presidente della società di riscossione di tributi, avrei preso la metà dei soldi e avrei fatto risparmiare lo Stato”.
Insomma le vendette private pesano sul bilancio dello Stato! In tempo di crisi non sarebbe ora di finirla con le guerre intestine all’interno della magistratura?
C’è un medico che riesce a far resuscitare i morti? No, ma c’è un medico, che sfruttando ogni strumento messo a disposizione del progresso in campo medico, riesce a volte a “Erasing Death”… cancellare la morte. Il dottor Sam Parnia scritto nel suo libro dello strano caso di Joe Tiralosi, un tassista newyorkese trovato accasciato a terra da un collega e dichiarato clinicamente morto dall’ospedale in cui era stato portato. Dopo 40 minuti di rianimazione e qualche settimana di ospedale l’uomo è tornato alla sua vita quotidiana.
Sam Parnia sta per riscrivere la storia della Medicina, dice Die Welt, per la sua insistenza nel correggere e aggiornare le tecniche di rianimazione. “La morte non è uno stato ma un processo – per Parnia – e, come tale, può essere interrotto”. Come? La soluzione è il freddo e Parnia prende come esempio il film Titanic e la reale vicenda: “I corpi rimasti in acqua per ore e congelati: erano davvero morti? Con la rianimazione di oggi, forse, si sarebbero potuti salvare”. Parnia è definito da The New York Post come “rivoluzionario, al pari di chi ha scoperto il fuoco, l’energia elettrica, l’aereo, la bomba atomica e internet”.
Cer-Rete Imprese Italia ha reso noti di una ricerca che ha condotto: in mancanza di una netta accelerazione della crescita, le imprese italiane potrebbero arrivare a tagliare dai 400 ai 650 mila posti. Non lascia scampo il presidente Carlo Sangalli: “senza crescita l’Italia è perduta”. A questo punto non resta che lanciare l’appello al governo: “Adesso tocca a voi perché le imprese da sole non ce la fanno più. Tocca al governo e alla politica fare la propria parte, tutta e sino in fondo”. All’assemblea annuale, ha quindi spiegato che è indispensabile “fronteggiare l’emergenza liquidità delle aziende, assicurando il tempestivo pagamento dei crediti delle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni”. Se le imprese hanno esaurito la pazienza, anche la speranza è ormai agli sgoccioli e così si chiede un segnale forte e reale al governo: che faccia la sua parte, “tutta e sino in fondo”. E la risposta di Letta non si fa attendere a lungo: la squadra del governo si riunisce nell’abbazia di Spineto e “fa spogliatoio”, nel frattempo, sul tavolo vengono messi i cinque temi che s’intende affrontare con la massima urgenza ma con “piccoli interventi successivi”: forse tra le mura benedettine si aspettano di trovare l’illuminazione per dare davvero la risposta? I cinque punti dell’agenda economica riguardano il rifinanziamento della cassa integrazione, l’Imu (tolto il quale, eventualmente, servirà capire come far sopravvivere i comuni), l’Iva, le ristrutturazioni edilizie ed il costo del lavoro. L’abbazia che hanno scelto è benedettina: che dopo le tante preghiere, arrivi il tempo di mettersi al lavoro?
Appartiene al suo sorriso
l’ansia dell’uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un po’ d’attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore.
(Peppino Impastato)
Parlare di Peppino Impastato non è facile. Chiunque ci ha provato ha raccontato una “propria” verità che non è mai la Verità. Quella verità che è rimasta custodita nella vita strappata a Impastato.
I miei occhi giacciono
in fondo al mare
nel cuore delle alghe
e dei coralli.
(Peppino Impastato)
Un uomo che nasce dentro la mafia, la respira in casa dove il padre Luigi è inviato al confino durante il periodo fascista per attività mafiose. Dove lo zio e altri parenti erano mafiosi ed il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella,morto nel 1963 in un agguato. Mafia per Impastato è la vita quotidiana. Mafia è l’incubo a cui si sottrae quando, ancora ragazzo, decide di rompere con la sua famiglia… lui con quella gente non ha nulla da condividere, non sono sue quelle radici.
Oggi parlare di Impastato è cadere nell’ovvio. Ogni parola che si può dire è già stata spesa ampiamente intorno a questa figura. Un personaggio spesso assunto a simbolo, messo su un piedistallo e osannato, ma a cui ancora oggi, nessuno ha voluto dare veramente giustizia. Sono troppe le ombre sul delitto di mafia e a distanza di 35 anni i conti non tornano. Sono troppe le omissioni, sono troppe le incongruenze… le carte sparite, i testimoni scomparsi. Si continua a idolatrare una persona forse per continuare a sviare ancora una volta la verità? Impastato forse non ha bisogno di essere osannato, ma ha la necessità di poter vedere dissipare ogni dubbio intorno alla sua morte. La memoria non basta se la obnubiliamo di troppe parole e troppe sono state spese senza dare chiarimenti sul caso Impastato. Ogni volta che qualcuno ha tentato di spezzare la catena e andare a fondo è stato fermato o dalle minacce o dalle querele. Simbolo della lotta contro la mafia, ma forse nonostante sia fuggito sin da ragazzo c’è chi poco a poco si è rimpossessato di lui… un martire a cui viene negata la verità. E forse questa è ancora una volta l’ennesima vittoria mafiosa.
Quando mai la mafia ha avuto bisogno di “allestire una scena del crimine”? Il discredito non è il perno intorno a cui si muove la mafia… quando l’uomo d’onore disonora non c’è giudizio da dare, si leva di mezzo e basta… non si deve dimostrare che era un “terrorista”, la mafia non ha interesse a dire “lo abbiamo dovuto fare perché era pericoloso”, non ha bisogno di altre legittimazioni al di fuori del terrore, dell’ignoranza e della povertà. Il discredito di una persona si usa in politica, in amministrazione… nei poteri forti dello Stato, dove al colpo di pistola si sostituisce la macchina del fango. Nell’omicidio impastato si hanno entrambi gli elementi prima ti uccido e poi ti faccio apparire come un “nemico del popolo”.
Perchè quindi non iniziare a pensare che Impastato dava sicuramente molto fastidio alla mafia ma anche ad altri poteri? Un processo condotto con approssimazione, senza leggere la documentazione… Magistrati e carabinieri che lavorano alacremente per coprire un boss importante come Tano Badalamenti, il re della droga? Solo e unicamente per lui vengono inquinate le prove, sviate le investigazioni ed emesso un giudizio che non ha nessuna “pezza d’appoggio” per avere una validità? Solo per Tano Badalamenti viene fatto passare Impastato per un ragazzo “morto sul lavoro” mentre metteva bombe?
Poi i tempi cambiano per Tano Badalamenti ma non per i poteri forti! Così Badalamenti va in carcere e il caso Impastatorimane avvolto nella nebbia. Vogliamo seguitare a farne un santino o gli riusciremo a dare dignità facendo emergere quella verità che ancora è sepolta?
Una giovane senegalese è stata presa a cinghiate e lasciata in una pozza di sangue sul ciglio della strada in centro a Forio, Ischia. L’uomo, un connazionale della giovane, dopo l’aggressione si è dato alla fuga. L’ennesimo atto di violenza contro le donne, l’ennesimo atto vergognoso di uomini fragili che sanno condannare solo con la forza bruta. Le forze dell’ordine lo hanno cercato per ore, ma poi la caccia a l’uomo è stata abbandonata perché la donna non ha mostrato nessuna volontà di denunciare il proprio aggressore, probabilmente un componente della sua famiglia. I testimoni hanno parlato di «Una scena davvero vergognosa, quella alla quale abbiamo assistito, con quest’uomo che senza alcuna remora continuava a fustigare la sua vittima, incurante delle grida di dolore». La ragazza è stata immediatamente portata all’ospedale Rizzoli dove è stato riscontrato un forte trauma cranico e uno all’addome, oltre a numerose ecchimosi e ferite al volto, e copiose fuoriuscite di sangue dal naso e dall’orecchio destro. Contrariamente alle indicazioni dei sanitari dell’ospedale isolano, che avrebbero voluto tenerla sotto monitoraggio per almeno 48 ore – la giovane anche se in stato confusionale ha invece insistito per farsi dimettere subito dall’ospedale e fare rientro in quella stessa casa. L’integrazione è un processo complesso, che parte proprio dall’educazione alla denuncia della violenza subita, per questo in Italia è aperto un dibattito… questi atti deplorevoli accadono ora fra connazionali, una volta dato lo ius soli quanti uomini si sentiranno ancor più in diritto, per fragilità, ignoranza, cultura, brutalità di imporre le loro “leggi barbariche” anche alle donne italiane? Questi gesti ci devono portare a riflettere che forse prima di concedere diritti dobbiamo assicurarci che chi diventa italiano comprenda perfettamente i nuovi comportamenti etici e morali che la cittadinanza comporta e che conosce perfettamente le leggi che vigono in Italia e le rispetti, altrimenti avremo solo un aumento di violenza… La cittadinanza è un diritto che prima di tutto comporta dei doveri!
A dare immediatamente l’allarme ai carabinieri della vicina stazione sono stati alcuni passanti e turisti che hanno assistito alla scena di inaudita violenza. «Una scena davvero vergognosa, quella alla quale abbiamo assistito, con quest’uomo che senza alcuna remora continuava a fustigare la sua vittima, incurante delle grida di dolore», hanno poi raccontato i testimoni ai carabinieri nel fornire l’identikit dell’uomo. Trasportata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Rizzoli, alla vittima dell’aggressione sono stati riscontrati un forte trauma cranico e uno all’addome, oltre a numerose ecchimosi e ferite al volto, e copiose fuoriuscite di sangue dal naso e dall’orecchio destro.
Contrariamente alle indicazioni dei sanitari dell’ospedale isolano, che avrebbero voluto tenerla sotto monitoraggio per almeno 48 ore – la giovane anche se in stato confusionale ha invece insistito per farsi dimettere subito dall’ospedale e fare rientro in quella stessa casa, dove presumibilmente si era rifugiato nel frattempo il suo aggressore.
Del quale la donna non ha voluto fornire le generalità, rifiutandosi anche di sporgere querela di parte per le lesioni riportate. Ignote anche le cause dell’aggressione maturata in ambito familiare. Anche su questo lagiovane si è rifiutata di rispondere, togliendo ai carabinieri ogni possibilità di ulteriori interventi.
E’ dal 20 aprile scorso che la popolazione del nord della provincia di Perugia non conosce tregua. La scorsa notte si sono registrate altre quattro scosse in terra umbra, tutte di magnitudo compresa tra i 2 ed i 2.2 gradi della scala Richter e segnalati, secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), con ipocentri in prossimità dei comuni di Città di Castello e Montone. Al momento non sono stati registrari danni a persone o cose.
E’ morto all’età di 92 anni Ottavio Missoni. Il celebre stilista si è spento nella sua casa di Sumirago, in provincia di Varese, dopo esser stato ricoverato il 1° maggio in seguito a un malore e dimesso qualche giorno dopo. Si aggiunge questa perdita nella famiglia Missoni mentre continuano le ricerche di Vittorio, scomparso il 4 gennaio a Los Roques, in Venezuela, mentre stava viaggiando su un aereo da turismo con la compagna e una coppia di amici.
Nato nel 1921 a Ragusa, nell’allora regno di Jugoslavia, a sei anni si trasferisce con la famiglia a Zara, dove rimane fino al ’41, dividendo il suo tempo tra lo studio e l’atletica leggera, sua grande passione che seguirà per tutta la vita correndo i 400 metri piani e i 400 ostacoli. Fatto prigioniaro degli alleati durante la battaglia di El Alamein, si trasferisce a Trieste nel ’46, quando viene rilasciato dal campo di prigionia. Nella città apre un laboratorio di maglieria e nel 53 sposa Rosita, con la quale avvia un’attività a Gallarate salvo poi spostare la produzione a Sumirago, che diventerà la residenza della sua famiglia, che comprende i figli Vittorio, Luca ed Angela.
Sono gli anni ’60 quando gli abiti Missoni iniziano ad apparire sulle riviste di moda ma è il ’62 a segnare la svolta. Missoni inizia ad utilizzare la macchina da cucito Rachel, nata per la lavorazione degli scialli. Le sue creazioni appaiono così colorate e leggere e catalizzano l’attenzione mondiale. Nel ’69 una rivista americana gli dedica la pagina d’apertura e, l’anno successivo, i magazzini Bloomingdale’s aprono una boutique dedicata alla sua linea. La prima boutique a Milano arriverà nel 1976.
“Per vestirsi male non serve seguire la moda, ma aiuta”.
Nel porto di Genova si continua a cercare gli ultimi due uomini, il sergente Gianni Jacoviello e il maresciallo Francesco Cetrola, che risultano dispersi dopo che la Jolly Nero si è schiantata contro il Molo Giano facendo crollare la torre piloti. A seguito dell’incidente, inizialmente si era parlato di due soli morti mentre continuavano le ricerche delle altre persone presenti sul luogo. Tra i familiari dei dispersi accorsi al porto c’era anche Francesco, che ha trascorso la notte sul molo in attesa di ricevere qualche notizia sulla sorte del padre, Maurizio Potenza, operatore. Il ragazzo, intervistato dai cronisti, era apparso sorridente: da poco era stato avvisato che il padre stava arrivando all’ospedale di San Martino, malconcio, ma ancora vivo. L’illusione però è durata solo un attimo, poi la notizia della morte dell’uomo, sesta vittima dell’incidente. Potenza era operatore radio dei piloti e quella sera non sarebbe dovuto essere presente, ma aveva scelto di cambiare il turno con un collega, Bruno Printz.
Daniele Fratantonio, la prima vittima ad essere identificata, l’anno scorso aveva postato nel suo profilo Facebook l’immagine di una nave da crociera intenta in una manovra proprio davanti alla torre piloti: “Se anche tu vedi passare una nave a questa distanza…cosa diresti?”.
Mille euro. A tanto ammonta la multa che una giovane blogger dovrà pagare a causa degli insulti che tempestavano un forum che aveva aperto. La condanna per la 21enne amministratrice del sito, emessa da un giudice di Varese, deriva dal fatto che la ragazza è “responsabile di tutti i contenuti della pagina web” e a nulla è valsa la dichiarazione della giovane “di non assumersi la responsabilità dei commenti altrui”. La blogger è stata ritenuta colpevole di non “aver messo filtri” ai messaggi scritti dagli utenti che apostrofavano degli editori come “truffatori”, “cosche mafiose” e “strozzini” per l’usanza diffusa di far pagare le proprie pubblicazioni agli artisti emergenti. A far partire la denuncia alla Procura una donna di Concquio Trevisago, proprietaria di una casa editrice che era tra le mire dei giovani aspiranti scrittori.
*A day in the life of the Vixen, a blog about EVERYTHING & ANYTHING: Life advice, Sex, Motivation, Poetry, Inspiration, Love, Rants, Humour, Issues, Relationships & Communication*
Blogger multata per i commenti… altrui!
Mille euro. A tanto ammonta la multa che una giovane blogger dovrà pagare a causa degli insulti che tempestavano un forum che aveva aperto. La condanna per la 21enne amministratrice del sito, emessa da un giudice di Varese, deriva dal fatto che la ragazza è “responsabile di tutti i contenuti della pagina web” e a nulla è valsa la dichiarazione della giovane “di non assumersi la responsabilità dei commenti altrui”. La blogger è stata ritenuta colpevole di non “aver messo filtri” ai messaggi scritti dagli utenti che apostrofavano degli editori come “truffatori”, “cosche mafiose” e “strozzini” per l’usanza diffusa di far pagare le proprie pubblicazioni agli artisti emergenti. A far partire la denuncia alla Procura una donna di Concquio Trevisago, proprietaria di una casa editrice che era tra le mire dei giovani aspiranti scrittori.
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Pubblicato da tdy22 in Maggio 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/09/blogger-multata-per-i-commenti-altrui/