Grillo condannato a 4 mesi: “Non mi arrendo”

grillo-condanna-tuttacronacaIl 5 dicembre 2010 Grillo, accompagnando Perino e un gruppo di manifestanti contro la Tav, prese parte all’irruzione nella piccola baita costruita abusivamente come simbolo della protesta e poi sigillata, per ordine della procura. Il comandante dei carabinieri della compagnia di Susa lo aveva informato che se avesse varcato la soglia della casetta avrebbe commesso un reato. Dopo qualche minuto, tra flash di fotografi e telecamere, Grillo è entrato e poi è uscito trionfante mimando di avere i polsi ammanettati. Ora per Grillo è arrivata la condanna da parte del Tribunale di Torino a quattro mesi di carcere e cento euro di multa per la violazione dei sigilli della baita Clarea, in Valsusa. La reazione del leader del M5S è contenuta in un tweet apparso nel primo pomeriggio: “Oggi mi hanno condannato a 4 mesi in primo grado. Non mi arrendo. La vostra solidarietà è un grande aiuto. #Vinciamonoi”. Grillo pubblica sul suo blog un post di un sostenitore torinese: “C’è condanna e condanna: per me quei quattro mesi per la rottura ‘di quei sigilli violati dal vento’ sono una medaglia al valore civile. Perchè non sempre la ‘giustizia’ coincide con la ‘legalità’. Sarà dura!”

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Polemiche su Facebook: la foto della neonata al corteo No Tav

no-tav-tuttacronacaDei genitori che prendono parte a un corteo No Tav e portano con loro la figlia neonata. La piccola è in un passeggino e ha con sè un bavagliano che recita: “Mi chiamo Gaia e sono No Tav”. I genitori hanno postato la foto su Facebook ma l’immagine è stata ripresa e criticata dal “Comitato Sì Tav” sul proprio profilo sul social blu. Molti i commenti negativi, con la maggior parte degli utenti che trovano assurdo strumentalizzare l’immagine di una bimba per una causa che non comprende. Chi sostiene i No Tav invece trova assurde le critiche e la mamma di Gaia, Debora Arena, ha commentato così il post:

“Visto che cancellate i commenti, cancellate anche questo post con la foto di mia figlia che fate più bella figura!”

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Allarme bomba alla sede del Pd di Bari, in corso ci sono le primarie

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Il pacco sospetto è stato trovato questa mattina davanti al circolo Pd Giannini di via Giustino Fortunato 2, a Bari, dove si svolgono le primarie del centrosinistra. Sul posto sono arrivati carabinieri, polizia e gli artificieri. Ad allertare le forze dell’ordine sono stati gli stessi responsabili del circolo, che non ospita comunque alcun seggio. L’area è stata transennata. Diverse le scritte sulle saracinesce, tra cui No Tav Libera e la firma “Claun Army Bari”.

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Blitz dei No Tav: scritte sui muri delle sedi dei giornali

notav-blitz-tuttacronacaBlitz dei No Tav contro la sede di diversi giornali nella notte a Milano, dove sono apparse scritte ineggianti al corteo che si svolgerà sabato. Ad essere stati imbrattati sono i muri delle redazioni del “Sole 24 ore”, del “Corriere della Sera”, dell'”Espresso”, de “Il Giorno” e de “il Giornale”. La Digos è intervenuta per gli accertamenti del caso. Nel frattempo alla redazione torinese di La Repubblica è stata recapitata una lettera con la quale un uomo, che si firma come “cattivo maestro preoccupato”, sostiene di aver visto circolare in Valle di Susa il documento dei Nuclei Operativi Armati recapitato mercoledì scorso all’agenzia Ansa. Secondo l’autore “in valle sono sempre di più quelli che si rendono disponibili ad andare dietro ai metodi di chi predica la lotta armata”. E prosegue: “Continuando ad arrestare e denunciare non si stronca il movimento, semplicemente si spingono i giovani verso le sirene della violenza”. La redazione del quotidiano replica così alla lettera: “Per fermare la violenza è sufficiente non praticarla. Isolare i violenti dovrebbe essere un imperativo generale, sia dei favorevoli sia dei contrari all’opera. Ma il movimento No Tav è oggi in grado di farlo?”, si chiedono i giornalisti.

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L’Italia come Kiev? Shock per la lettera recapitata all’Ansa dal Noa

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L’Italia come Kiev? Nessuno fino a oggi ci avrebbe pensato, nonostante il terremoto politico che negli ultimi giorni ha invaso le pagine dei media e che forse ha lasciato ad articoli di fondo la situazione esplosiva NO TAV che sembra non aver fine. Oggi è stato però recapitato all’Ansa di Torino un documento shock firmato Nuclei Operativi Armati (Noa), che annuncia «la lotta armata di liberazione». La lettera parla di «lotta di liberazione contro il Tav» e di un «tribunale rivoluzionario» che «condanna a morte» alcune persone ritenute «responsabili della repressione in atto». «I Nuclei Armati Operativi – si legge nel documento – sono pronti all’azione diretta nei confronti dei mandati e degli esecutori della strategia repressiva che sta togliendo libertà e prospettiva al movimento no tav. Le accuse, ridicole, di terrorismo richiedono una risposta forte che dimostri, rapidamente, che non siamo inermi. Ora è il momento di praticare la lotta armata di liberazione, i terroristi sono loro, noi siamo i partigiani della libertà».

Altre due lettere identiche, almeno a una prima analisi, sono state consegnate anche alla sede dell’Ansa di Roma e di Bologna. Il plico, tre fogli fotocopiati all’interno di una busta commerciale, sembra spedito, secondo un timbro poco leggibile, da Torino con due francobolli da 0,70 euro ciascuno.

Il peso naturalmente di queste lettere dovrà essere vagliato attentamente, ma la situazione a nord, e in particolare a Torino, è esplosiva da tempo e sarà necessario un intervento mirato per spegnere questi atti sul nascere. Chiaramente in questi mesi, in cui nonostante le proteste non si è mai arrivati a trovare un dialogo con le organizzazioni presenti sul territorio ha fatto crescere la tensione e questo documento è forse solo un atto dimostrativo del malessere che stanno vivendo alcuni cittadini, ma proprio per questo uno stato democratico e “giusto” non dovrebbe archiviare la questione andando avanti a oltranza con i lavori di un’opera che quando sarà ultimata potrebbe già risultare superata.

Le manette in politica, dopo la Lega arriva Grillo

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Le vere protagoniste della politica da qualche giorno sono diventate le manette. Dopo la protesta in aula della Lega ora anche Beppe Grillo in un videomessaggio sventola le manette. L’arresto potrebbe avvenire  a seguito della richiesta di condanna per un blitz in Val di Susa durante le manifestazioni No Tav. “Sono tranquillo, nove mesi passano presto”, dice Grillo nel video.

 

Grillo e il processo No Tav: “Nove mesi? Passano in fretta…”

grillo-carcere-tuttacronacaLa Procura di Torino ha chiesto che Beppe Grillo venga condannato a nove mesi di reclusione con riferimento alla costruzione abusiva costruita nel 2010 e poi diventata uno dei simboli del movimento No Tav. Ora il leader del Movimento 5 Stelle ha deciso di prendere la parola e risponde spiegando che “9 mesi passano presto”. Grillo, inoltre, si dice tranquillo, pronto a scontare la pena. E rilancia con un appello di solidarietà per i NoTav.

Questo è un appello di solidarietà alla Val di Susa. Sono più di 500 inquisiti, tutti sotto processo per delle cose che io non riesco assolutamente a capire. Comunque io confido nella Giustizia. Sono calmo, sono sereno. Sono molto sereno. Non ho grossi problemi. Il PM ha chiesto nove mesi di reclusione perché io avrei rotto un sigillo “già portato via dal vento”, come scritto nella notifica. Era un sigillo che non c’era, un sigillo “inconsapevole”. Mi hanno invitato in una baita dove mangiavano della polenta e io sono andato a mangiare la polentina. Però io sono tranquillo: nove mesi passano presto. Voglio dare la mia solidarietà a Alberto Perino e a tutti i ragazzi della Val di Susa che devono risarcire un danno ipotetico di 215.000 euro, ne hanno già raccolto circa 100.000 e ne mancano altrettanti. C’è poco tempo e dobbiamo dargli una mano a risolvere questo problema. La TAV è un problema che non riguarda solo la Val di Susa, ma tutta l’Italia e forse tutta l’Europa, ma noi siamo tranquilli! La Giustizia farà il suo corso e io sono calmo, perfetto e non mi agito assolutamente. Aiuta la Valle a resistere! I contributi devono essere versati esclusivamente sul Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838 IBAN: IT22L0760101000001004906838 intestato a Pietro Davy e Maria Chiara Cebrari.

No Tav: la Procura di Torino chiede 9 mesi per Beppe Grillo

beppe_grillo_no_tav-tuttacronacaAl termine di un processo legato a una delle dimostrazioni dei No Tav in Valle di Susa, la Procura di Torino ha chiesto che Beppe Grillo venga condatto a nove mesi di reclusione. Il riferimento è alla costruzione abusiva di una baita, nel dicembre 2010, diventata simbolo del movimento. Come spiega TgCom: i fatti risalgono al 5 dicembre di quattro anni fa quando, durante una manifestazione dei No Tav, Beppe Grillo salì in Val di Susa. Si fermò davanti alla baita, allora ancora in costruzione, per improvvisare un comizio e farsi poi accompagnare all’interno. Il comandante dei carabinieri della compagnia di Susa in precedenza lo aveva avvertito: se avesse varcato la soglia di quella casetta, avrebbe commesso un reato. Grillo entrò e uscì pochi minuti dopo per mimare, davanti alle telecamere, i polsi ammanettati. Nel processo sono coinvolte 21 persone, tutte accusate di violazione di sigilli. Solo per quattro degli interessati è stata chiesta l’assoluzione, per gli altri condanne tra i sei e i 18 mesi. Non è invece chiaro se il leader del M5s sia o no indagato in merito alla lettera aperta da lui inviati ai capi delle forze di polizia. “Al riguardo sono arrivati numerosi atti da divere Procure dove risulta già indagato” per istigazione ai militari a disubbidire alle leggi, dice il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce. Ancora il TgCom scrive: La Procura di Genova sta in merito vagliando la sussistenza della competenza territoriale per la decina di denunce per i contenuti del blog dello stesso Grillo e inviate a Genova. Le denunce sono tutte convogliate nel capoluogo ligure perché ritenuto quello con la Procura competente, dal momento che il comico risiede a Sant’Ilario (Genova). Ma proprio la competenza territoriale sarebbe uno degli aspetti al vaglio dei magistrati che si occupano del caso. Tra le denunce arrivate ce n’è anche una che viene da Teramo. La Procura comunque non conferma l’iscrizione nel registro degli indagati del comico genovese anche se, secondo quanto appreso, l’apertura del fascicolo come “atto dovuto” potrebbe portare nei prossimi giorni, una volta risolto il problema della competenza, a un ulteriore sviluppo. L’attività della Procura di Genova sarebbe incentrata non solo sulla lettera aperta alle forze dell’ordine, postata sul blog del 10 dicembre 2013, ma anche su una serie più ampia di affermazioni che, secondo quanto appreso, non sarebbero esclusivamente state riportate nel blog. I pm confermano che, una volta ricevuto il fascicolo da Roma, il reato ipotizzato, ancora contro ignoti, è il 266 del codice di procedura penale, ovvero l’istigazione dei militari a disobbedire alle leggi, che prevede una reclusione da due a cinque anni se il fatto viene commesso pubblicamente. I documenti arrivati sono stati accorpati in un unico fascicolo, su cui stanno lavorando i magistrati Nicola Piacente, Federico Manotti e Silvio Franz. Da parte sua Enrico Grillo, nipote e avvocato del comico, a proposito dell’iscrizione nel registro degli indagati del leader del M5S dice: “A noi non è arrivato nessun avviso di garanzia. Non sappiamo nulla”.

I No Tav vs il Partito Democratico: ferito un iscritto, danneggiata la sede

no-tav-tuttacronacaIl Pd è messo sotto accusa dai No Tav perchè favorevole alla grande opera in Valsusa e per questo motivo sono prese di mira le sue sedi. Come riporta l’Huffington Post, “nel pomeriggio, un centinaio di No Tav e movimenti contro le politiche di austerity ha preso di mira la sede del Partito Democratico a San Lorenzo, storico quartiere di sinistra nella capitale. L’azione è durata pochi minuti ma ha lasciato i segni: colpito con una bottiglia alla fronte Maurizio Correnti, che con altri 4-5 iscritti si trovava nella sede Dem ed è accorso fuori quando ha sentito le urla dal piccolo corteo. ‘Mi hanno lanciato una bottiglia, quando io sono uscito con tutta l’intenzione di parlare’, racconta Correnti: sulla fronte un po’ di sangue per la ‘bottigliata’, su un lato della giacca a vento vernice bianca. Quella che i dimostranti hanno lanciato contro le vetrine della sede Pd, luogo denso di storia politica nella capitale: era sede del Pci, divisa in due locali dalla svolta della Bolognina, Pds e Rifondazione. Ora che è casa Pd, su una vetrina resiste ancora languida una scritta ‘Ds San Lorenzo’. Rovesciati anche dei cassonetti dei rifiuti posizionati davanti alla sede Dem. Al momento del blitz, sul posto non c’erano forze dell’ordine. Ma dopo, la celere è arrivata in quartiere. Il corteo si è disperso subito dopo la contestazione.”

La No Tav che ha baciato il poliziotto denunciata per violenza sessuale

no_tav_bacia_poliziotto-tuttacronacaA metà novembre, aveva fatto scalpore la foto della manifestante No Tav che dava un bacio a un poliziotto: l’immagine, che ritrae Nina De Chiffre ed è stata scattata durante la marcia contro la Torino-Lione del 16 novembre a Susa, rimbalzò rapidamente nel web e ne parlarono anche tg e stampa. Allora, la 20enne che vive a Milano dove studia e lavora ed è attivista militante del collettivo meneghino Remake, spiegava: “Non era un messaggio di pace. Volevo ridicolizzare i poliziotti”. Ma la sua voglia di ridicoilzzare le forze dell’ordine le si è ritorta contro, come spiega il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Franco Maccari, intervistato durante il programma radiofonico La Zanzara di Radio 24 “Ho denunciato la ragazza No Tav per violenza sessuale”. Ha infatti spiegato: “Ho denunciato la tipa No Tav che ha baciato il casco del poliziotto. Ci sono un paio di reati: uno è l’oltraggio, ma anche la violenza sessuale. Se io vengo lì e la bacio sulla bocca, non è reato? Se un poliziotto va a baciare un manifestante a caso viene fuori la terza guerra mondiale”.

“Devi saper tutto”: rispondere con una poesia alla violenza dei Forconi

libreria-forconi-tuttacronacaIeri l’assalto da parte di alcuni manifestanti appartenenti al Movimento dei Forconi, oggi la risposta. Alla libreria Ubik di Savona, martedì alcuni manifestanti erano entrati intimando di chiudere l’esercizio e di bruciare i libri: “Un gruppetto di loro si è fermato sulla soglia. Ci hanno urlato ‘Chiudete la libreria, bruciamo i libri'”. La risposta non ha tardato ad arrivare, via facebook,dove hanno preso una posizione netta.  Questo il post pubblicato accompagnato da una foto del rogo del 1933 ad opera dei nazisti, accompagnata da una poesia di Bertold Brecht.   libreria-forconi2-tuttacronacaAlcuni manifestanti della protesta dei “Forconi” un’ora fa sono entrati alla libreria Ubik di Savona, urlando davanti ai clienti “Chiudete la libreria !! Bruciate i libri!!”  E’ seguito un battibecco verbale, davanti anche a Andrea Chiovelli giornalista di Savonanews e alla tv dell’Università.  La frase “Bruciate i libri!!” fa venire i brividi. Riporta a periodi bui della storia.  Speriamo che la protesta si affranchi da chi pare la stia strumentalizzando e orientando in modo violento e quasi eversivo, in stile fascista.  Ai ragazzi che sono entrati urlando questa frase, regaliamo la foto dell’ultimo rogo del 1933, e una poesia di Brecht…  Meditate… 

DEVI SAPERE TUTTO 

Impara bambino a scuola
impara uomo in carcere
impara donna in cucina
frequenta la scuola,
senza tetto
procurati sapere
tu che hai freddo
affamato, impugna il libro
è come un’arma.
Non temere di fare domande
verifica le cose che leggi
ciò che non sai di tua scienza
in realtà non lo sai. 
(Bertold Brecht)

Forconi shock: “Bruciate i libri!”

forconi-savona-tuttacronacaE’ ArticoloTre che riporta il messaggio lanciato da alcuni manifestanti del Movimento dei Forconi a Savona. Entrati nella libreria Ubik della città ligure, avrebbero intimato: “Chiudete la libreria! Bruciate i libri!” Ieri le proteste avevano visto la città invasa dai manifestanti, tanto che si era creato anche un fronte politico e civile fortemente ostile ai “forconi”. Da qui la decisione di introdursi nell’esercizio e quella frase che è stata recepita dalla popolazione come un insulto. Lo stesso proprietario, Stefano Milano, ha spiegato come vi sia stato “un battibecco verbale, davanti anche a un giornalista di Savonanews e alla tv dell’Università”. L’uomo ha aggiunto che “La frase ‘Bruciate i libri!!’ fa venire i brividi”. La vicenda ha fatto il giro del web, dove molti paragonano l’accaduto al rogo dei libri voluto da Hitler nel 1933.

Protesta dei forconi, terzo giorno: l’appello della Boldrini ai politici

forconi-tuttacronacaSono stati annunciati presidi e blocchi stradali a Torino, all’alba del terzo giorno della protesta dei Forconi, quando nel capoluogo piemontese la polizia ha provveduto a sgomberare il presidio di piazza Derna. I manifestanti sono attivi anche in Veneto, dove per il momento il traffico è regolare. Le zone maggiormente interessate della manifestazione sono quelle dei caselli autostradali della A4 di Soave (Verona), Montecchio (Vicenza) e Vicenza Ovest. Nel frattempo, parlando di quanto sta accadendo, il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha lanciato il suo appello, chiedendo alla politica di dare risposte ai manifestanti: “Non ci devono colpire le proteste, perché si tratta di persone messe a dura prova. La protesta non deve essere ignorata, ma va ascoltata. Fare polemiche di palazzo non serve, la gente è stanca. Quello che proprio non va fatto, e ce lo insegna Mandela, è seminare odio”.

La protesta dei Forconi: 8 manifestanti denunciati a Torino

protesta_forconi_agenti_torino_tuttacronacaSono otto i manifestanti denunciati per disordini durante le manifestazioni dei “forconi” a Torino. Quattro di loro per interruzione di pubblico servizio mentre altri quattro per violenza privata.  Il contingente delle forze dell’ordine che sta operando nel capoluogo piemontese, inoltre, verrà rafforzato. Lo ha detto il prefetto della città, Paola Basilone, al termine del Comitato Ordine Pubblico e Sicurezza convocato per fare il punto sulle manifestazioni dei forconi degli ultimi giorni. “Abbiamo richiesto – dice – rinforzi congrui”. “Contrastare questo tipo di manifestazioni, uniche nel loro genere perchè basate su azioni sporadiche e presidi improvvisi in diversi punti, è complesso”, spiega il prefetto Basilone. “Per questo motivo – aggiunge – abbiamo richiesto rinforzi congrui a contrastare queste difficoltà”. E il sindaco Piero Fassino rivolge un appello: “E’ legittimo protestare ma non lo è impedire la vita di una città scaricando i disagi sui cittadini”.

Dai cortei alle schegge sciolte: le manifestazioni spontanee a Torino

forconi-tuttacronacaMariano Ferro, uno dei leader del Movimento dei Forconi, parlando della “marcia su Roma” aveva spiegato che “non è il momento“, aggiungendo: “Bisogna vivere qualche altro giorno di passione e far salire l’adrenalina degli italiani”. Nel frattempo, a Torino sono ripresi i cortei a cui hanno preso parte anche un migliaio di studenti che per tutta la mattina hanno intonato l’inno di Mameli di fronte al Palazzo della giunta regionale di Roberto Cota. Il gruppo, podo dopo le 11, si è sciolto e le persone hanno iniziato a spostarsi per le vie del centro. A questo punto, è difficile contare cortei e presidi, come conferma anche Andrea Zunino, portavoce del Coordinamento 9 dicembre: “Noi abbiamo dato il La ma adesso le manifestazioni non sono più organizzate dal Coordinamento 9 dicembre. Questa notte siamo stati convocati dai capi della Questura. Ci hanno detto che ieri si sono verificati troppi episodi di delinquenza di strada. Se oggi avessimo continuato ci avrebbero dato la responsabilità di tutto quanto avrebbe potuto succedere. È stata una sorta di ricatto, ma non lo dico in senso polemico, perché rispetto il lavoro che hanno fatto ieri. All’alba siamo quindi passati nei presidi per avvisare lasciando però le persone libere di scegliere se e come continuare a manifestare. Anche ieri d’altronde gli autotrasportatori che sono intervenuti qui a Torino, quando hanno visto che erano in pochi, hanno deciso da soli di spostarsi per unirsi ai colleghi che protestavano a Genova”. Azioni eclatanti in vista della fiducia di Letta? “Dal Comitato 9 dicembre no. Dal nostro punto di vista questo è un governo illegittimo. Con dei giuristi stiamo studiando per capire se esistono strumenti conformi alla Costituzione per destabilirlo. Senza ricorrere ad azioni militati: intenzione che non abbiamo mai avuto e che invece qualcuno ci ha attribuito”.

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Forconi: “marcia su Roma” in stand-by

forconi-tuttacronacaSono iniziate ieri le proteste del Movimento dei Forconi e mentre proseguono uno dei leader, Mariano Ferro, smentisce al momento l’ipotesi di una manifestazione nazionale nella Capitale, affermando che “Non è il momento della ‘marcia su Roma’”. E spiega: “Bisogna vivere qualche altro giorno di passione e far salire l’adrenalina degli italiani”. Per quel che riguarda la guerriglia di ieri, Ferro l’ha attribuita a “quattro scalmanati, la stragrande maggioranza era pacifica”. Le manifestazioni dovrebbero durare cinque giorni, ma sarà importante attendere di vedere cosa accadrà domani, quando si voterà per la fiducia al governo guidato da Enrico Letta: “Se i politici non andranno a casa e domani sarà votata la fiducia al governo Letta, ci sarà un’azione eclatante non violenta a Roma e forse in altre città: non ci arrendiamo” ha detto Danilo Calvani, uno dei coordinatori del movimento “9 dicembre”.

Protesta dei Forconi: a Torino si va avanti

Forconi-tuttacronacaLa protesta dei Forconi prosegue e nel Torinese i presidi del movimento proseguono. Nel capoluogo sono ancora presenti i blocchi di piazza Derna e piazza Pitagora, nella zona nord e sud della città.  Piccoli presidi si sono formati, lungo la tangenziale che oggi è interamente percorribile, fuori dallo svincolo Collegno-Pianezza, sulla circonvallazione di Avigliana e su quella di Pinerolo, con disagi per il traffico. Si tratta di trattori e camion che viaggiano a passo d’uomo. Ma anche a Imperia la protesta continua, con i manifestanti che hanno bloccato lo svincolo di Imperia Est dell’Autostrada dei Fiori, come nel pomeriggio di lunedì. Dei blocchi sono stati segnalati anche in vari punti della città ligure. Per quel che riguarda Savona, questa mattina le forze dell’ordine hanno allontanato i manifestanti che bloccavano il traffico sulla via Aurelia, nei pressi della Torretta. “La manifestazione ha superato i limiti della libertà di protesta – ha detto il prefetto savonese, Gerardina Basilicata – interferendo con la vita dei cittadini. E’ durata troppo a lungo e ha avuto forme intollerabili”. A Genova, infine, i manifestanti si stanno concentrando in zona Corvetto ed è possibile che un nuovo corteo sfili nelle vie della città.

Forconi in strada: disagi tra Bari e Foggia

forconi-tuttacronacaAnche a Bari si chiedono le dimissioni dei rappresentanti di governo. Qui gli esponenti del Movimento dei Forconi hanno bloccato il traffico sulla tangenziale di Bari, tra le uscite di Poggiofranco e Carrassi, dove i mezzi pesanti non possono passare mentre le vetture procedono con notevoli rallentamenti. Lo stesso accade sulla statale 231 in agro di Corato, in provincia di Bari. La protesta ha visto un gruppo di manifestanti radunarsi in piazza Libertà, davanti alla Prefettura, per dare vita ad un corteo, che è partito alle 10 per attraversare le strade del centro cittadino. In giornata, ad Andria i forconi hanno bloccato la linea ferroviaria che va da Barletta a Bari e viceversa mentre sulla provinciale 231, ex Ss98, al km 35+100 all’altezza di Corato, in direzione sud, una decina di mezzi pesanti è stata parcheggiata in un’area di servizio, dove si sono radunati circa 200 manifestanti. Come spiega il Corriere, la zona è presidiata dalle forze dell’ordine; il traffico è scorrevole e vengono utilizzate le complanari anche per i mezzi di soccorso. A Conversano, in piazza Castello, si è svolto un presidio pacifico al quale hanno partecipato circa 1.500 persone, con un corteo che ha percorso via Di Vittorio. Problemi anche in provincia di Foggiam dove sulla statale 16 c’è stato un blocco totale dei mezzi pesanti al km 670, con rallentamenti alla circolazione delle auto. Una quarantina di autotrasportatori si è concentrata in una piazzola di sosta, nei pressi di una stazione di servizio tra Foggia e San Severo. In mattinata, verso le 5, un centinaio di autotrasportatori aveva manifestato anche sulla statale 613 Lecce-Brindisi in direzione nord, rallentando e a tratti bloccando il traffico veicolare in prossimità dello svincolo per Surbo. Una protesta che si inserisce in quella nazionale ma che non era stata autorizzata, facendo subito scattare l’intervento delle forze dell’ordine.

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Guerriglia urbana a Torino: anche gli ultrà a fianco dei Forconi

Forconi-Torino-tuttacronacaCirca un’ora di violenti scontri, sfociati in guerriglia urbana, si sono registrati in piazza Castello, a Torino, davanti alla sede della Regione Piemonte. Qui un migliaio di persone, al grido “Rivoluzione”, hanno insultato a più riprese anche il presidente della Regione Cota. I media riportano che anche gli ultrà di Torino e Juve, del gruppo Drughi, si sono uniti alla protesta. LE frange estremiste dei tifosi, incappucciate e con caschi, hanno forzato alcuni blocchi delle forze dell’ordine per raggiungere la piazza. Stando alle ricostruizioni fornite dal Corriere, gli ultrà avrebbero raggiunto Piazza Castello dopo aver hanno tirato bombe carte ad altezza uomo alle forze dell’ordine che stavano presidiando l’ingresso della Regione. I carabinieri hanno riposto con i lacrimogeni in attesa dei rinforzi. Giunti a destinazione, gli ultrà hanno rimosso delle barriere che proteggevano delle pietre destinate a dei lavori di pavimentazione impiegandole per erigere delle barricate. Circa 400 persone sono stati coinvolte nei tafferugli, lanciando pietre, bastoni e molotov. Come riporta il Messaggero, inoltre, è stata “colpita anche la postazione mobile di Sky, distrutta a calci dai manifestanti. Non solo: un fotografo, che collabora con l’ANSA, è stato aggredito. E’ stato circondato da alcuni giovani incappucciati, probabilmente aderenti ai gruppi ultras della Juve denominati “Drughi”, uno di loro lo ha costretto ad abbassare la testa mentre un’altro gli ha sfilato la camera. Gli aggressori sono quindi fuggiti. È di 14 feriti tra le forze dell’ordine il bilancio dei tafferugli. In particolare – riferisce la Questura – negli scontri in cui sono state lanciate pietre, mattoni e corpi contundenti di vario genere, nonchè usati bastoni ed esplosi grossi petardi sono stati feriti un vice questore aggiunto della Polizia di Stato di Torino e 8 operatori, in forza ai reparti mobili della polizia di Bologna e Padova, nonchè 5 carabinieri. Tre auto di servizio della polizia sono rimaste danneggiate dai lanci di pietre e altri oggetti che hanno rotto parabrezza, finestrini, fanali.”

I forconi a Genova bloccano Brignole!

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Disagi per il traffico ferroviario ligure. Bloccata la circolazione dei treni sulla Genova-Ventimiglia a causa dell’occupazione dei binari degli esponenti dei Forconi che, poco dopo le 14 hanno occupato i binari della stazione Brignole, la seconda più importante della città, immediatamente a ridosso del centro. Occupati dal movimento anche la stazione di Imperia e il tratto di ferrovia tra Diano Marina e Arma di Taggia.

 

Forconi a Torino: “sequestrati” i clienti di un supermercato e negozi chiusi

occupata-porta-nuova-tuttacronacaOggi è il giorno della protesta dei Forconi e i maggiori disagi si stanno vivendo a Torino, dove due cortei hanno occupato i binari delle principali stazioni ferroviarie cittadine dopo essere partiti da piazza Castello, luogo in cui stavano manifestando. Il traffico è in tilt. Ma non solo. Molti sono i disagi anche per i negozianti e per gli stessi cittadini. Come spiega TorinoToday:

Una trentina di clienti di un supermercato della catena Carrefour sono rimasti ‘sequestrati’ per alcuni minuti dalla protesta dei forconi nel popoloso quartiere di Santa Rita. Davanti agli ingressi alcuni manifestati presidiano e ordinano di chiudere. Il punto vendita ha poi fatto uscire i clienti, spento le luci e chiuso le porte.  Saracinesche abbassate in tutti gli altri negozi tranne un’edicola, che è stata fatta chiudere. I forconi si sono poi allontanati dopo l’arrivo di due auto dei carabinieri. I manifestanti, una trentina in tutto, hanno paralizzato uno dei più importanti incroci del quartiere, bloccando il traffico e deviando decine di bus dei trasporti pubblici. A parte qualche battibecco, non ci sono stati incidenti.

Dall’inneggiare alla mafia all’invasione di Roma: la protesta dei Forconi

forconi-tuttacronacaNei giorni scorsi, ad Agrigento, durante una manifestazione di protesta dei Forconi, ignoti hanno diffuso volantini con la scritta ‘W la mafia’. E’ quanto riferisce con una nota il presidente della commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, che sottolinea che “una qualsiasi protesta per ragioni di crisi economica non può essere mai accostata alla criminalità organizzata, che in Sicilia vuol dire anche sangue e morte”.  E aggiunge: “Comprendo bene chi esprime il proprio grido di dolore per una situazione economica e sociale ormai intollerabile ma si dica con chiarezza che le proteste devono rimanere nella legalità e impermeabili a qualsiasi tentativo di pericolose infiltrazioni esterne. Sono certo che sia così, ma deve anche apparire così: un volantino con su scritto ‘W la mafià – conclude Musumeci – offende i siciliani e deve offendere anche chi protesta legittimamente”. La mafia era richiamata anche in un voltantino shock apparso la scorsa settimana all’ingresso di un consorzio di autotrasportatori della Fita-Cna a Campobello di Licata, nell’Agrigentino, che si era espressa contro i blocchi annunciati dal movimento dei Forconi. Nel frattempo, mentre l’Italia rischia la paralisi e tir e autostrade sono fermi, i manifestanti annunciano: “Se sarà votata la fiducia al governo ed i politici non andranno via, tutti convergeranno su Roma per un’invasione pacifica”. A dirlo è Danilo Calvani, uno dei leader dei Forconi, in vista del voto di fiducia di mercoledì. “Se i politici non andranno via – aggiunge – annunceremo nuove nostre decisioni. Agiremo comunque nel rispetto delle regole, vogliono farci passare come eversivi. Forse disorganizzati ma siamo una forza massiccia”.  Pronta la replica del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi: “Sia chiaro, gli autotrasportatori che domani intenderanno scioperare non hanno tra le loro ragioni nessuna richiesta presentata al governo al ministero dei Trasporti che sia rimasta inevasa e che li giustifichi”. Nel frattempo anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini è entrato nel merito della vicenda: “Se devo scegliere se stare con chi blocca le strade o con chi blocca il lavoro scelgo chi lotta per il lavoro perché è peggio chi blocca il lavoro piuttosto di chi blocca le strade per protesta perché non ce la fa più”.

La protesta che rischia di paralizzare il Paese: lo sciopero dei Forconi

il-movimento-dei-forconi-tuttacronacaRischia di paralizzare il Paese e bloccare le merci, dando una ulteriore batosta ai consumi proprio nel periodo natalizio che poteva rilanciarli, la protesta dei Forconi. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi riferendosi alla protesta dei forconi, ha detto: “Sia chiaro, gli autotrasportatori che intenderanno scioperare non hanno tra le loro ragioni nessuna richiesta presentata al governo al ministero dei Trasporti che sia rimasta inevasa e che li giustifichi”. Lupi ricorda a chi “ostinatamente vuole fare questo sciopero a tutti i costi, i numerosi incontri al ministero”. Ma questo non ha fatto desistere i manifestanti, così come un primo presidio era comparso già alle 22 di domenica 8 dicembre nonostante le parole del Garante: “Qualora si dovessero verificare violazioni della legge, l’Autorità non esiterà ad applicare le sanzioni”, precisa la nota dell’Authority. Il fermo, “confermato da alcune sigle del settore, nonostante la sottoscrizione del protocollo di intesa del 28 novembre tra le associazioni maggiormente rappresentative ed il governo, dovrà partire dalla mezzanotte del 9 dicembre e non, come riportato da alcune notizie di stampa, dalle ore 22 dell’8 dicembre”. Inoltre, l’Autorità, “nella seduta del 18 novembre, ha ricordato alle organizzazioni l’esercizio del ‘potere-dovere’ di influenza sui propri iscritti, al fine di persuaderli all’assunzione di condotte responsabili, così che l’attuazione del fermo dei servizi di autotrasporto merce – prosegue la nota – avvenga nel pieno rispetto delle norme della disciplina di settore, senza l’effettuazione di blocchi stradali o di iniziative sanzionabili ai sensi del codice della strada”. Già nella tarda serata di ieri erano comparsi, come ha segnalato la Polstrada, i primi raggruppamenti di attivisti, che hanno dispensato volantini con i motivi della protesta dei forconi, all’uscita di Soave (Verona) sulla A4, sulla statale 13 Pontebbana a Ponte della Priula (Treviso), sulla A27 all’uscita di Conegliano (Treviso) e nella zona industriale di Cittadella (Padova). Per quel che riguarda la Sicilia, il movimento dei forconi ha adottato una nuova linea che prevede sì lo sciopero ma esclude i blocchi. Si terranno incontri pubblici e volantinaggi nelle piazze e per le strade, come annunciato da uno dei leader del movimento, Mariano Ferro, spiegando che la prima manifestazione si terrà a Siracusa.

Manichini impiccati in provincia di Pordenone: inizia la protesta dei forconi

manichini-impiccati-forconi-tuttacronacaLa statale di Pontebbana, all’altezza di Orcenico di Zoppola, in provincia di Pordenone, si conferma come uno dei punti più caldi della protesta dei forconi. Qui, a partire dalle 22 di domenica 8 dicembre, oltre cento persone si sono radunate a pochi passi dall’Ideal Standard, impresa a rischio di chiusura. A formare il gruppo ci sono rappresentanti di Cospalat, Forconi, Grembiule, altre associazioni e gente comune. Il presidio è rafforzato da undici trattori contenenti liquami, mentre gli organizzatori hanno intenzione di stazionare a oltranza. Come spiega il Gazzettino, la protesta è iniziata con l’affissione di alcuni manichini di pezza impiccati da una corda, appesi ai pali della luce. Hanno addosso la tuta dell’Electrolux altra società pordenonese a rischio. Ferdinando Polegato, del movimento anti fisco Il Grembiule, ha spiegato: “Le minacce non ci fanno paura. Staremo qui fino a quando capiranno”. Promettono di restare attivi a turni, i manifestanti di Orcenico, e di accogliere chiunque voglia unirsi alla loro lotta. Un gazebo attorno al quale si sono raccolte un paio di decine di persone è stato installato anche in piazza Cavour nel centro storico di Pordenone.

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I “forconi” occupano le strade, il Viminale dà il via libera agli idranti

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Un clima teso che rischia davvero di diventare esplosivo e laddove i No Tav si erano fermati, ora invece i “Forconi” arrivano a invadere le strade e si rischia davvero la paralisi dell’Italia. La risposta da parte del Viminale è dura, anche perché la minaccia che la protesta possa davvero, durante le feste creare forti disagi ai cittadini è elevata. A Torino e in Sicilia già ci sono avute le code per la benzina e si teme davvero che si possa assistere di nuovo a ciò che si verificò il 2012, quando si svuotarono gli scaffali dei supermercati, proprio per la prima protesta portata avanti dai Forconi. Ma il Viminale vuole usare il pugno duro e ha già dato il via libera all’impiego degli idranti per impedire il blocco totale. Nell’ultima informativa a spedita ai prefetti e questori, si invita a valutare la «possibilità dell’eventuale disponibilità di mezzi speciali dei vigili del fuoco, ritenuti idonei per superare eventuali emergenze» e inoltre si fa riferimento a  «rigorose misure a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica», «procedendo con fermezza nei confronti di soggetti o gruppi intenzionati a porre in essere azioni illegali». «Il fronte contestativo – si legge nel documento del Viminale – non esclude il ricorso a forme eclatanti di protesta con l’attuazione di blocchi della circolazione ad oltranza, finalizzati a generare disagi agli autotrasportatori non aderenti allo sciopero e all’utenza in genere, con possibili tensioni sotto il profilo dell’ordine pubblico».

Ecco perché Daniela Santanché è stata condannata

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Era il 20 settembre 2009 quando Daniela Santanchè diede vita a  una manifestazione antiburqa non autorizzata davanti alla Fabbrica del Vapore a Milano. La manifestazione si svolse durante la preghiera di fine Ramadam e in quell’occasione fu anche aggredita da un egiziano che successivamente è stato condannato per 2500 euro di multa. Oggi è arrivata la condanna anche per parlamentare di Forza Italia: 4 giorni di arresto e 100 di multa che sono stati convertiti in 1100 euro di ammenda. “E’ proprio vero che la legge è uguale per tutti. Ho ricevuto lo stesso trattamento dei Centri sociali, dei No-Tav e dei black bloc”, ha detto Santanchè commentando la condanna che le è stata inflitta. La parlamentare ha annunciato il ricorso in appello.

No Tav a Roma, Cruciani “Cafoni, violenti…”

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Il 20 novembre scorso, Giuseppe Cruciani, in diretta su Radio 24 ha invitato i poliziotti a picchiare duro i No-Tav, ora scoppia la polemica per le parole dette da il conduttore de La Zanzara:

“Cafoni, violenti, come quelli che stanno manifestando a Roma, sono cafoni, peggio che cafoni, peggio che cafoni, quelli che adesso stanno rompendo i co***oni pure loro a Roma, alla gente normale, che deve tornare in città, che deve tornare a casa dopo il lavoro, che sta guidando, e vede i No-Tav, i No-Tav, che oltre a rompere i co***oni in Val di Susa, fanno la stessa identica cosa a Roma. Scontri… la solita roba. Prendeteli! Questa volta non fate come quel poliziotto che stava così col casco inerme, di fronte a quella signorina dell’altro giorno, non fate così: picchiate duro! Picchiate duro! Se uno tira i sassi… bisogna picchiare duro! Che bisogna fare? Oppure prendere e portare in galera”.

Chi ha passato ogni limite? Il Pd o i No Tav?

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Paolo Di Vetta, attivista dei Blocchi Precari Metropolitani di Roma, abitarenellacrisi.org, scrive sull’HuffPost:

Il comportamento di una forza politica come il PD, che a pranzo sostiene il ministro Cancellieri e in serata gestisce la repressione contro la manifestazione di Campo de Fiori, rappresenta plasticamente l’enorme distanza tra il paese che soffre e che subisce la crisi e gli interessi che Letta e compagni intendono salvaguardare.

Al primo posto nelle attenzioni di questo partito non ci sono i senza casa, gli sfrattati, i pignorati, i precari, gli studenti, i migranti, gli abitanti aquilani alle prese con una difficile ricostruzione della propria città e della propria dignità. Sono le lobbie del mattone, gli imprenditori come Ligresti, la Lega delle cooperative, i profitti legati alla rendita e al consumo di suolo, invece, i fari di riferimento sui quali puntare e sui quali investire. Una vergogna da difendere anche con l’inasprimento degli apparati di controllo sia a livello locale che nazionale.

Ecco perché il PD è stato un obiettivo praticato dalla mobilitazione promossa in occasione del vertice Italia-Francia. Hollande e Letta rappresentano ampiamente il servilismo alla BCE di due realtà politiche di centro-sinistra concentrate sulla conservazione di un modello di sviluppo che produce precarietà, devastazioni ambientali e morti, come in Sardegna poche ore fa.

I militanti del PD che hanno difeso la targa della sede di via dei Giubbonari non si sono accorti di aver perso da tempo la loro dignità di fronte a chi li ha votati e ha ritenuto di fidarsi di loro. Cuperlo poi non ha perso occasione per fare lo struscio mediatico invece che interrogarsi sulle ragioni del sindaco Cialente, che ha chiesto di usare i soldi del TAV per la rinascita dell’Aquila.

Ed è la risposta a ciò che ieri era stato condannato dal Premier Letta:

“Ieri si è assistito a delle scene che hanno passato il limite e che non sono giustificabili in nessun modo”.

Intanto la procura di Roma ha aperto un’inchiesta per ora a carico di ignoti, dopo gli scontri scoppiati ieri pomeriggio in via dei Giubbonari e in piazza Campo dè Fiori tra il movimento degli antagonisti e le forze dell’ordine

No Tav, 7 agenti feriti! Proteste contro Cancellieri!

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Il bilancio degli scontri in una giornata di tensione iniziata prima con la sfiducia alla camera per il ministro Cancellieri – che ha ottenuto invece da parte dei parlamentari il pieno appoggio per continuare a stare nell’esecutivo nonostante le telefonate con la famiglia Ligresti – e poi con l’incontro tra Hollande, ha fatto registrare 7 agenti feriti. Un poliziotto è stato centrato al volto da un sampietrino, mentre un altro  è stato colpito da una fioriera usata come “ariete”. Lo scontro più violento si è avuto contro una sezione del Pd per protestare contro il voto di fiducia espresso oggi in Parlamento dal ministro Annamaria Cancellieri.

Enrico Letta ha affermato: “Esprimo profondo dispiacere per gli incidenti che si sono verificati oggi a Roma, insieme all’auspicio e alla speranza che non abbiano creato danni irreparabili”.

Anche il segretario del Pd ha rilasciato una dichiarazione: “Netta riprovazione rispetto agli atti di violenza compiuti contro la sede nazionale del Partito Democratico e contro il circolo romano di Via dei Giubbonari” e poi ha aggiunto Sono azioni intollerabili da parte di estremisti, che non intimidiscono il Pd né sono in grado di condizionare le sue scelte”.

No Tav la tensione cresce! Scontri vicino alla sede del Pd

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Oggi era il giorno del vertice italo francese tra Letta e Hollande a Roma, ma proprio per questo i No Tav hanno scelto di scendere per le vie del centro della Capitale per rivendicare il diritto alla casa. Le forze dell’ordine hanno blindato l’ambasciata francese di palazzo Farnese chiudendo tutte le vie d’accesso. Incidenti tra manifestanti e le forze dell’ordine sono avvenuti nei pressi della sede nazionale del Pd in via Sant’Andrea delle Fratte. I manifestanti, circa una settantina, volevano raggiungere la sede del partito e la polizia ha compiuto una carica di alleggerimento. I manifestanti si sono poi diretti verso via della Mercede. I dimostranti hanno lanciato una bomba-carta nella piazzetta all’incrocio tra via di Propaganda e via della Mercede, hanno riferito dal Pd, ma non sono riusciti ad avvicinarsi alla sede del partito democratico.  Diverse le bandiere con su scritto No Tav e striscioni dove è scritto «casa e reddito». Uno degli striscioni esposto dai manifestanti fa riferimento ad alcuni arresti avvenuti in Spagna nel corso delle proteste contro la Tav. «Con i No Tav Baschi – si legge sul cartellone – che rischiano dai 5 ai 9 anni di carcere per una torta in faccia alla presidente Si Tav della Navarra».

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Secondo quanto si è appreso sono presenti almeno una cinquantina di manifestanti provenienti dalla Val di Susa. Partecipano al sit-in anche alcuni esponenti del comitato in difesa delle ferrovie locali della provincia di Cuneo. «Esiste già la linea ferroviaria del tardo 800 Cuneo-Nizza – ha spiegato uno dei manifestanti – una linea che potrebbe essere rimodernata e che invece è destinata alla chiusura. Per questo abbiamo già raccolto 18mila firme». Tutti i negozi di Campo de’ Fiori sono chiusi, così come alcuni locali limitrofi alla piazza. Da qui gli attivisti hanno provato a muoversi in direzione del Senato. A bloccarli c’è però un cordone delle forze dell’ordine, schierate in tenuta antisommossa, che impediscono al corteo improvvisato di passare da via dei Baullari. A un certo punto in via dei Giubbonari i militanti hanno tentato di forzare il cordone di agenti, e sono partite cariche contro le prime file. Un giovane è rimasto ferito alla fronte e secondo i manifestanti ci sarebbero diversi contusi. Forti gli scoppi dei petardi e tanti anche i fumogeni. Molte persone sono rimaste invece in piazza, nelle retrovie.

La manifestante No Tav e il poliziotto: la vera storia del bacio

notav-bacio-tuttacronacaSabato, a Susa, nel Torinese, c’erano qualche migliaio di attivisti No Tav a manifestare. Di quella giornata, quello che resta impresso è una foto che ha fatto il giro del web. E subito si è parlato di quell’attimo di pace, di quell’istante in cui tutto, violenza in primis, si è fermato. Mentre una manifestante dava un bacio a un poliziotto. Una foto considerata come tenera, dove non si possono notare gli occhi chiusi, come se attorno a loro non ci fosse nessuno. Ma la foto-simbolo scattata da un reporter dell’Afp, dietro, ha un’altra storia. Sta a significare altro. E quell’altro l’ha spiegato alla Stampa la stessa protagonista. Nessun gesto di pace, ma un tentativo di ridicolizzare le forze dell’ordine. Le si chiama Nina De Chiffre, è una 20enne milanese militante del collettivo Remake, e ha voluto chiarire: “Quella foto non è stata assolutamente organizzata ad arte, come molti hanno insinuato. Il fotografo ha solamente avuto fortuna. Ma soprattutto: il mio intento non era quello di lanciare un messaggio di pace. Volevo metterli in imbarazzo: volevo prenderli in giro. Direi che ci sono riuscita”. “Stavamo marciando in corteo – chiarisce la ragazza, che ha anche postato un commento su Facebook attraverso il suo profilo Jasper Baol – quando improvvisamente ci siamo trovati di fronte questo schieramento di polizia. Gli agenti in tenuta antisommossa, per regolamento, non possono reagire ad alcuno stimolo proveniente dai manifestanti. Così mi sono avvicinata con le mani in alto. Ho visto un giovane agente – avrà avuto 20 anni – e ho iniziato a provocarlo. Prima gli ho leccato il casco, poi gliel’ho baciato. Infine ho infilato le mie dita nelle sue labbra, ma in quel momento è intervenuto un suo superiore che mi ha allontanato”. E Giuseppe Corrado, collega e caposquadra del giovane poliziotto “provocato” conferma la versione. “Bacio? Diremmo forse meglio un tentativo fallito di provocazione risolto grazie alla professionalità del nostro operatore. E’ stato un gesto fondamentalmente ostile, e che quasi rasenta un reato penale, oltraggio a pubblico ufficiale. Il collega ha mantenuto i nervi saldi, è stato ineccepibile sul piano professionale, nessuno di noi cade in questi equivoci”.

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L’autunno che avvolge i nostri 7 giorni

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E’ l’autunno a caratterizzare la nostra settimana e non solo per il maltempo che si è abbattuto sulla penisola, ma anche per quella mannaia che sta per cadere sui pensionati, quei cittadini che di stagioni ne hanno già viste e che hanno contribuito con i loro sforzi a migliorare questo Paese che invece ora vuole sottrargli dei diritti acquisiti.  Su tutto grava la bocciatura dell’Ue sulla nostra finanziaria che come un fulmine a ciel sereno di è abbattuta sull’esecutivo scuotendo ancor maggiormente le larghe intese, già sotto pressione per il caso Cancellieri che sta facendo sanguinare il Pd e per la spaccatura nel centro-destra. E c’è chi parla di spending review, per arginare le richieste di Bruxelles… ma basterà? Intanto i pensionati corrono ai ripari e pensano a un lavoro in internet… sembra proprio che lo stato sociale si stia sgretolando, ma soprattutto la sanità pubblica che subirà nuovi tagli. Quanti saranno i vaccini scaduti che saranno poi somministrati? Eppure qualcosa nel paese sembra stia cambiando visto che una bimba è stato affidato a una coppia di gay e un’altra affidata anni fa a una coppia di donne oggi è felice e ha ritrovato la serenità che non poteva avere con sua mamma, c’è quindi un cambio di rotta? Forse, ma regna la tensione a nord con i No Tav, a sud con la Terra dei Fuochi, al centro con i movimenti per la casa che da tutta la penisola vengono a Roma a chiedere un tetto sulla testa.

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Tempo d’autunno abbiamo detto e infatti tira la bufera anche sull’Eredità e il gelo arriva anche in casa Moratti, dove l’ex presidente dell’Inter ha rifiutato il Tapiro. Ma per un tapiro rifiutato c’è un tapiro appena nato: Piro. Ma per un tapiro che viene alla luce c’è anche una bambina che scopre il ghiaccio, mentre il web si commuove davanti al bagnetto per i gemellini. Ma a volte non è poi così facile venire al mondo e quindi ecco che un’invenzione potrebbe rivoluzionare il mondo dell’ostetricia. Ma purtroppo c’è anche un autunno dell’adolescenza, di quella generazione che consuma troppo in fretta la primavera e vuole tutto e subito… ecco quindi le sconvolgenti rivelazioni delle baby prostitute dei Parioli, un dramma senza fine sul quale non solo le famiglie con le adolescenti, ma le ragazzine stesse s’interrogano su chi sono le loro compagne di banco e di come sia facile cadere in una trappola forse un po’ per gioco e un po’ per necessità. Così come i minorenni che hanno affermato che “quello che facevamo con Paolini ci sembrava normale!” Forse a volte è davvero un bene poter aprire gli  occhi… e magari trovarsi a tu per tu con l’oceano! 

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

A fuoco il presidio dei No Tav in Val di Susa e loro accusano “attentato incendiario”

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Ha preso fuoco il presidio dei No Tav a Vaie in provincia di Torino, un rifugio realizzato nel 2005 in legno e tubi di metallo, che serviva per dare accoglienza ai militanti come spiegano sul sito ufficiale:  “Alcuni ragazzi No Tav di Pesaro in questi giorni avrebbero dovuto dormire proprio in questo presidio ma per un impegno improvviso avevano rinunciato al loro viaggio in valle di Susa”. Sono stati proprio alcuni membri del movimento No Tav insieme ai Vigili del Fuoco a spegnere l’incendio, ma purtroppo le fiamme avevano già divorato il rifugio. “Un attentato incendiario per mano dolosa e mafiosa”: così il movimento No Tav definisce l’incendio…Questa la foto gallery che documenta l’incendio del presidio:

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“Non finisce qui”: la seconda notte dei manifestanti a Roma

acampada-roma-tuttacronacaProsegue l’acampada a Roma, dove a Porta Pia i manifestanti hanno trascorso la loro seconda notte cone blindati e camionette delle forze dell’ordine occupate a presidiare la zona. Nel frattempo è comparso uno striscione che avvisa: “Non finisce qui” e mentre domani gli esponenti di movimenti per la casa, No Tav, studenti domani dovrebbero incontrare il ministro Maurizio Lupi. Nel frattempo, si sono spostati davanti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In Piazzale di Porta Pia, comunque, non si registrano problemi di circolazione, visto che l’area è stata sgomberata proprio per non intralciare il traffico. Quello che resta, sono i manifesti e gli striscioni deposti ai piedi del monumento ai bersaglieri. Sempre nella giornata di martedì, il gip sarà chiamato ad esaminare la richiesta della Procura di convalida di 6 dei 16 fermati durante i due cortei che si sono tenuti nel week-end.

Acampada tranquilla a Porta Pia, anche il “bersagliere” dorme sogni d’oro

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Una notte tranquilla quella passata dai manifestanti a piazzale di Porta Pia dopo i disordini creati dalle frange estreme durante il passaggio del corteo. A dire la verità tutto si è svolto tranquillamente e non ci sono stati gli echi violenti che si temevano alla vigilia. Oggi è prevista un’assemblea sotto la statua del Bersagliere. I temi saranno sempre quelli della casa, di una politica anti austerity e un reddito per tutti. All’assemblea è invitata  «la città di Roma, anche quella che ieri non c’era».

Resta chiuso al traffico Corso d’Italia dalla Salaria verso Porta Pia, con tutte le vie limitrofe.

«I numeri e la qualità della partecipazione alla giornata di mobilitazione del #19o mostrano che le strategie di panico non hanno funzionato. Il messaggio del terrore non ha tenuto la gente a casa» si legge sul sito degli organizzatori. Ed ecco perché «l’acampada non è il punto di arrivo ma l’inizio della sollevazione: un contributo all’innesco di un processo sociale più generalizzato di partecipazione e riappropriazione».

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Disinnescata bomba a Roma, vicino alle Fs

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Gli artificieri hanno disinnescato una bomba carta contenente un proiettile calibro 12; se fosse esplosa sarebbe stata più potente di una bomba a mano e poteva ferire gravemente. L’ordigno era in terra a piazza della Croce Rossa, vicino a Porta Pia, nei pressi della sede delle Ferrovie dello Stato.

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Roma sotto assedio: bombe carta davanti al Ministero delle Infrastruttre

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Dopo il Ministero del Tesoro, tocca al Ministero delle Infrastrutture. Roma è sotto assedio e le forze dell’ordine sono intervenute in diversi punti nevralgici della città cercando di arginare la situazione che di momento in momento è sempre più esplosiva.

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Alcuni manifestanti incappucciati hanno sfondato la vetrina dell’agenzia Unicredit di via Boncompagni, armati di spranghe e transenne. La vetrina è stata presa anche a sassate, come testimonia l’immagine. Al passaggio dei contestatori diversi i cassonetti dati alle fiamme in via Goito e in via quintino Sella. Cassonetti incendiati anche in via Boncompagni.

Preso d’assalto anche il Ministero dello Sviluppo Economico.

Allestite decine di tende di fronte al ministero delle Infrastrutture a piazzale di Porta Pia. Come avevano annunciato gli organizzatori del corteo romano hanno occupato la strada antistante l’edificio, presidiato dalle forze dell’ordine. Davanti agli agenti, impassibili dietro caschi e scudi, i manifestanti hanno srotolato lo striscione di apertura del corteo.

PER LA DIRETTA CLICCA QUI!!!

Bombe carta davanti al ministero Tesoro. VIDEO RACCONTO

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Alcuni incappucciati stanno lanciando bombe carta contro i blindati schierati davanti il ministero dell’Economia. Gli agenti si stanno coprendo con gli scudi. Le persone vestite di nero hanno cappucci e maschere antigas.

Il grosso del corteo continua a sfilare ma un gruppo di “neri” fronteggia i blindati davanti al Ministero. Il corteo sta ora raggiungendo Porta Pia, dove si trovano nei pressi il ministero delle infrastrutture e la sede delle Fs.

Alcuni incappucciati sono stati fermati durante gli scontri davanti al ministero. Le forze dell’Ordine stanno ora portando in questura le persone fermate.

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Scontri alla manifestazione, nei pressi di Casapound

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Nella Roma blindata per la manifestazione dei No Tav e dei gruppi antagonisti come quelli di lotta per la casa, si sono vissuti attimi di tensione con il lancio anche di bottiglie. Gli scontri sono avvenuti all’angolo tra via Giolitti e via Napoleone III, nei pressi della sede del movimento di estrema destra Casapound.

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I manifestanti in particolare hanno cercato di colpire gli esponenti di Casapound che attendevano il corteo, secondo alcuni, con mazze e sassi. Gli estremisti di destra si sono rifugiati poi dietro ai blindati. In mezzo si sono trovate le forze dell’ordine che stanno cercando di ricondurre la situazione alla normalità.

Occhio su San Giovanni… ritardo a causa dei pullman fermati dalla polizia

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“Aspettiamo i bus fermati dalla polizia fuori Roma”. Così i manifestanti hanno dichiarato la loro ferma volontà di attendere chi invece si è trovato fermo su un mezzo a causa dei controlli della polizia. La partenza è stata quindi ritardata e le bandiere dei No Tav sono rimaste a sventolare in piazza, così come gli striscioni.

Camionette della polizia e dei carabinieri sono dispiegati ovunque, ma i negozianti hanno scelto di chiudere gli esercizi commerciali che si trovano sul percorso della manifestazione. La polizia ha poi fermato furgoni e bus fuori Roma e sequestrato, negli ultimi due giorni, armi improprie come manganelli retrattili, manici di picconi, biglie di vetro e mattoni.

Il corteo. Un centinaio di studenti ha raggiunto piazza San Giovanni, un corteo più numeroso di quello partito dall’università La Sapienza sfila tra bandierine azzurre con un teschio in mezzo a stelle richiamando quelle dell’Unione Europea. I giovani sventolano anche bandiere rosse e scandiscono slogan contro la precarietà, opere come la Tav e il Muos. Lungo il percorso alcuni manifestanti hanno imbrattato i muri con scritte con la vernice spray.

In testa al corteo  si trovano i Movimenti per il diritto all’abitare dietro lo striscione “Contro precarietà e austerità organizziamo la nostra rabbia”. Subito dopo il fronte del No, ovvero le “lotte territoriali”: No Tav, No Expo, No Muos. Tra loro anche molti migranti.

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Bus controllati. “Ci sono diversi pullman fermati dalla polizia all’ingresso di Roma, per questo non partiamo: vogliamo attendere tutti”. Così i manifestanti a San Giovani spiegano il motivo del ritardo della partenza del corteo che vede alla testa molti appartenenti al Movimento per la casa. Tra i manifestanti anche molti migranti, richiedenti asilo e profughi.

Secondo quanto si apprende, in uno dei bus fermati dalle forze dell’ordine al casello di Roma Nord e provenienti da Bologna e Milano, sono stati sequestrati caschi, bandiere e striscioni.

Negozi chiusi. Molte le serrande abbassate nei negozi che si affacciano sulle strade percorse dal corteo degli antagonisti oggi a Roma. I commercianti di Via Merulana, Via Labicana e nelle vie che circondano piazza San Giovanni, memori degli scontri dell’ottobre di due anni fa, avevano annunciato una sorta di serrata.

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Clima rovente a Roma: forze dell’ordine impegnate nei controlli

19ottobre-tuttacronacaE’ già rovente il clima nella Capitale dove la polizia prosegue con i controlli, che sono continuati anche per tutta la notte. Ieri sera, 4 persone sono state identificate in via Santa Croce in Gerusalemme dai Carabinieri che poi le hanno denunciate per porto di armi ed oggetti atti ad offendere. Durante il controllo sono stati sequestrati un coltello, due fionde, una pietra, un moschettone, un passamontagna ed una bomboletta di vernice spray. Sempre nella serata di ieri, in prossimità del casello Roma nord, cinque sono state le persone fermate e denunciate, per possesso di oggetti atti ad offendere, dagli uomini del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia. La manifestazione, che riunisce diverse sigle, partirà questo pomeriggio dopo le 14 da Piazza di Porta San Giovanni e l’allarme è alto. I Carabinieri della Stazione Roma Tomba di Nerone hanno trovato un furgone blindato per trasporto valori che, all’apparenza, era abbandonato in strada. I militari l’hanno sequestrato, affidandolo al deposito giudiziario. I Carabinieri della Stazione Roma Villa Bonelli hanno invece individuato e rimosso uno striscione raffigurante un uomo che si travisa indossando una maschera, con chiari riferimenti alla manifestazione di oggi, apposto sul ponte pedonale di via Portuense.

Chi dorme in tenda e chi viaggia: aspettando la manifestazione a Roma

manifestazione-notav-tuttacronacaNella serata di ieri, sono stati circa 400 gli antagonisti che si sono radunati a Torino, davanti al cimitero monumentale di corso Novara, da dove sono partiti per prendere parte alla manifestazione di oggi nella Capitale. Sei sono stati gli autobus partiti alla presenza della polizia mentre, in precedenza, un altro pullman era partito da Bussoleno, in Valsusa. Le forze dell’ordine hanno seguito e sorvegliato a distanza per tutta la notte i mezzi, con vetture della stradale che sono state notate in più occasioni durante il tragitto lungo l’autostrada. I partecipanti No Tav, provvisti di bandiere, pettorine e foulard con i simboli del movimento, hanno raggiunto Roma nella mattinata. Nel frattempo, altri manifestanti, alcuni tra i partecipanti al corteo dell’Usb di venerdì, hanno trascorso la notte nelle tende allestite per l’occasione in piazza San Giovanni. In allerta le forze dell’ordine nella capitale: gli analisti dell’Intelligence hanno parlato di un livello di pericolo 8 su 10 per quel che riguarda la giornata odierna.

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A Roma si sfila per le vie del centro… ma la tensione cresce

manifestazione-roma-tuttacronaca“Via i governi dell’austerità dall’Italia e dall’Europa. Sciopero generale 18 ottobre”. E’ quello che recita il cartello d’apertura del corteo partito questa mattina alle 11:20 da piazza della Repubblica e organizzato dai sindacati di base. Mentre sfilano, i manifestanti intonano slogan che parlano a favore del lavoro, dell’accoglienza dei rifugiati, delle nuove leggi destinate agli immigrati clandestini, che “sono qui in Italia per lavorare e non venire a morire a Lampedusa”. Una decina di anarchici, tra cui alcuni con i volti coperti, sono nel frattempo stati fermati nei pressi della testa del corteo ma sono riusciti a dileguarsi. Roma è già sotto scatto ma al momento non ci sono state particolari tensioni: a preoccupare maggiormente, infatti, è la manifestazione dei movimenti di lotta per la casa, il reddito e la tutela ambientale. prevista per domani e che vedrà anche la presenza dei No Tav. le forze dell’ordine sono già al lavoro (non va dimenticato che questa sera si giocherà anche Roma-Napoli) e, oltre ai cinque black bloc francesi espulsi in mattinata, è stato scoperto un furgone con all’iinterno mazze, biglie e altre armi contundenti. Non si esclude quindi che, nelle prossime ore, possano arrivare altri elementi violenti. Nel frattempo sono state potenziate le sorveglianze alle sedi istituzionali e agli obbiettivi considerati sensibili.

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I francesi fermati a Roma ed espulsi!

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La macchina per arginare i possibili disordini nella Capitale, annunciati e propagandati anche dai media, è in moto. Sono stati fermati e identificati, nel centro storico di Roma, 5 cittadini francesi, tra i 20 e i 40 anni, tutti con precedenti per turbativa dell’ordine pubblico, sia in Italia sia all’estero. Ora saranno allontanati dall’Italia in modo che non possano creare presunti problemi nel week-end bollente romano.

 

Il week-end bollente di una Roma blindata

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Un concentrazione di eventi uno più esplosivo dell’altro. Ora dopo ora Roma diventerà il teatro degli scioperi, dei tifosi e dei No Tav che si succederanno nelle strade. Il week-end è bollente per il timore delle “infiltrazioni” di violenti che potrebbero mettere a ferro e fuoco alcuni quartieri della città. Così la Capitale si blinda per 48 ore e scendono nelle piazze 4mila uomini delle forze dell’ordine. Questa mattina i sindacati di base e lo sciopero dei mezzi pubblici, nel pomeriggio i tifosi di Roma e Napoli per il big match in vetta alla classifica, ma se già questi eventi sono a forte rischio per scontri e disordini, il vero “codice rosso” scatterà domani mattina con la manifestazione dei movimenti antagonisti che scenderanno domani in piazza per la lotta alla casa e la No Tav. Come se la città non avesse già abbastanza problemi la situazione verrà aggravata dall’agitazione dei vigili urbani. Gli obiettivi sensibili sono stati transennati e sono previste nelle prossime ore “bonifiche random” sui percorsi dei cortei e degli eventi.

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L’accampamento romano autorizzato da Marino

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Il sindaco del pedale, sarà ricordato anche per essere il primo sindaco ad aver autorizzato un campeggio nel cuore della Città Eterna consegnando il giardino antistante la Basilica di San Giovanni in Laterano ai Cobas che il 18 ottobre prossimo potranno piantare le loro tende e dormire in piazza. Un vero accampamento in un luogo pubblico che ancor prima di essere installato già è stato definito ad alto rischio di incidenti. E pure se ci sono rassicurazioni da parte delle forze dell’ordine che saranno poste a presidio dell’accampamento, i timori restano. Non sarebbe la prima volta che manifestanti violenti o estranei alla manifestazione si annidino proprio tra quanti invece vorrebbero protestare pacificamente. Quale migliore opportunità di accamparsi a Piazza San Giovanni in Laterano? Forse il sindaco di Roma, amante della cultura, avrà pensato di poter ricreare un “accampamento romano” e dopo la liberazione dei Fori Romani ha pensato bene di poter istituire un vero e proprio campeggio all’interno di una Piazza la cui basilica è solo uno dei monumenti artistici. Lì accanto vi sono le mura romane e la Scala Santa, aree che dovrebbero essere tutelate e valorizzate e non diventare luogo di bivacco e campeggio ad altissimo rischio.

E per questo tra Prefettura e Campidoglio pare ci siano stati non pochi attriti nell’ultima riunione del comitato per la sicurezza. Il prefetto Pecoraro ha chiaramente detto: “Rischiamo di trasformare piazza San Giovanni in un fortino, un posto ingestibile soprattutto perché il sabato arriveranno moltissimi antagonisti, No Tav e No Global, e anche anarchici”.

I commercianti della zona già annunciano che probabilmente chiuderanno. Troppo alto il timore ed il rischio di vedere le proprie vetrine ed i propri negozi devastati. 

 

Recapitato un hard disk esplosivo alla sede de La Stampa di Torino

lastampa-torino-tuttacronacaSi è insospettito leggendo il biglietto che accopagnava un pacco che gli era stato recapitato presso la redazione torinese del quotidiano La Stampa, il giornalista Massimo Numa. Stando alla scritta, l’hard disk che aveva ricevuto conteneva filmati e documenti “delle forze dell’ordine”. Numa ha chiamato la Digos che ha sequestrato il pacco e ha proceduto con le verifiche: l’hard disk sarebbe esploso se fosse stato inserito nel computer.  Ora la procura del capoluogo piemontese ha aperto un’inchiesta, coordinata dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo. Non è la prima volta che Numa riceve minacce a causa dei suoi articoli relativi alla Tav e ai movimenti antagonisti torinesi, che lo considerano troppo “vicino” alle forze dell’ordine. Solo alcuni mesi fa una busta contenente esplosivo era stata recapitata a La Stampa. In quell’occasione la missiva, aperta da un impiegato, non era esplosa per puro caso. Alcuni giorni dopo gli anarchici avevano rivendicato l’azione. Gli inquirenti seguono anche questa volta la pista legata ai gruppi torinesi vicini a quest’area. La consegna della busta è avvenuta ieri, il giorno in cui è stato appiccato un incendio doloso a un macchinario della Geomont di Bussoleno, impresa che lavora per la Tav.

I No Tav alzano il tiro: buste con proiettili

notav-proiettili-tuttacronaca“No Tav No Terzo Valico – alzare il tiro pagherete caro pagherete tutto”. E’ quanto recita il messaggio recapitato assieme a dei proiettili calibro 7.65 in tre buste spedite alle sedi torinesi di Cgil, Cisl e Uil. I desitnatari sono dei funzionari dei sindacati che si sono detti favorevoli alla Tav. I carabinieri, i cui investigatori assieme alla Digos hanno aperto un’indagine coordinata dal pool anti-terrorismo della procura di Torino, hanno provveduto a sequestrare le tre buste.

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