L’austerity non basta più ora si mira alla patrimoniale

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Di austerity si muore, ma soprattutto non basta più all’Unione Europea e il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ipotizza un’altra stagione lacrime e sangue con una raffica di patrimoniali di Stato. “Lo slancio riformatore non dovrebbe diminuire” dichiara Weidmann “Prima di chiedere aiuti agli altri e alla banca centrale – è il ragionamento – in un paese minacciato dall’insolvenza si potrebbero tassare i patrimoni una tantum, anche perché in più di un caso gli stati sovraindebitati sono quelli che detengono un alto patrimonio privato”. Il riferimento all’Italia è insito nel discorso di numero uno della Bundesbank. “Bisogna andare a prendere i soldi dove sono – ha detto il segretario della Fiom, Maurizio Landini, alla Telefonata di Belpietro – e se si vuole davvero dare un elemento di cambiamento bisogna anche dire che chi in questi anni ha pagato meno, e al limite ha avuto dei vantaggi per il tipo di situazione che si è determinata, adesso è il momento di chiederli se davvero vogliono fare qualcosa per il paese che se ne facciano carico”. Per il momento l’ipotesi della patrimoniale è stata scartata da Filippo Taddei. “Il nostro obiettivo è offrire una riduzione del carico fiscale che sia duratura e certa – ha spiegato il responsabile Economia del Partito democratico – la dobbiamo finire con le operazioni straordinarie e i fantomatici gettiti da rientro dei capitali”.

Si può andare avanti così in Europa?

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Faida in Cgil, scoppia la rissa con i rappresentanti Fiom

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Faida in Cgil a Milano dove si teneva l’attivo regionale del sindacato, al quale partecipava anche Susanna Camusso. Qui una decina di rappresentanti della Fiom, che non è stata invitata all’incontro, guidata da Giorgio Cremaschi, ha fatto irruzione nella sala. Tra scontri verbali sono volati schiaffi e spintoni.

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Fiat compra tutta Chrysler, ma a Termini Imerese si licenzia

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Un successo manageriale per la Fiat, quello dell’acquisizione  definitiva della Chrysler, ma in Italia i dubbi che questa operazione possa portare benefici restano alti. Nonostante la piccola ripresa del settore dell’auto che ha fatto segnare a dicembre un dato positivo che mancava ormai da troppo tempo, ciò che preoccupa è che da questa ripresa la grande esclusa è proprio la Fiat. A Termini Imerese si continua infatti a licenziare, stavolta a perdere posti di lavoro è proprio l’indotto con 174 operai che hanno perso il lavoro: 155 erano addetti della Lear, che per la Fiat produceva sedili e 19 erano quelli della Clerprem, che curava la fornitura di gomma piuma e materiali sempre inerenti ai sedili.

Queste le parole rilasciate da Roberto Mastrosimone, segretario provinciale Fiom di Palermo, intervistato da Giornalettismo: 

È una vicenda che si trascina di anni, da quando la Fiat ha annunciato la chiusura di Termini Imerese, c’era un progetto di reindustrializzazione che però non è mai stato avviato. Così Lear e Clerprem nonostante avessero la possibilità di utilizzare la cig di licenziare i propri dipendenti. C’era la possibilità di utilizzare altri tre mesi di deroga, come hanno fatto altre aziende.  

In Indesit salta tutto e si va in mobilità

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Sembrava raggiunto l’accordo tra  Indesit Company e le parti sociali e invece nonostante  il sacrificio chiesto ai lavoratori  che avrebbero dovuto rinunciare a parte dello stipendio per attivare le misure straordinarie previste, e continuare a lavorare tutti, alla fine invece è saltata anche quest’ultima speranza.

Il braccio di ferro che va avanti dalla scorsa primavera ieri sembrava sulla buona strada: solo la Fiom non aveva sciolto le sue riserve, ma poi nella nottata le posizioni si sono irrigidite, e non è più stato possibile trovare un accordo. Anzi la Indesit ha risposto aprendo la procedura della mobilità, che è l’anticamera dei licenziamenti individuali. “Non ci sono altre soluzioni per chi ha cuore il bene della Indesit – spiega l’amministratore delegato del gruppo di elettrodomestici Marco Milani – ma abbiamo a cuore anche tutte le persone che per l’azienda lavorano, e siccome una soluzione alternativa ai licenziamenti esiste, mi auguro che presto si possa trovare un  accordo con tutte le parti sociali”.

Dalla richiesta della mobilità, passeranno 75 giorni prima che si passi alla fase successiva e ieri anche le parti sociali, tornavano a essere possibiliste. “ Bisogna recuperare il buonsenso e lavorare affinché venga riaperto il confronto su Indesit” ha detto il segretario nazionale della Fim Cisl, Anna Trovò. “Nella trattativa – ha aggiunto – importanti novità sulle quali l’azienda si era resa disponibile a trattare” a partire da missioni produttive esclusive e specializzate sulle produzioni di gamma alta per gli stabilimenti italiani e contratti di solidarietà. Un accordo condiviso che confermi le fabbriche italiane e gli organici mantenendo i livelli occupazionali rimane per la Fim “un obiettivo alla portata delle parti” nonostante l’interruzione del negoziato e l’apertura della procedura di mobilità per 1400 lavoratori da parte della Indesit sia “un atto di rottura unilaterale pesante per il suo significato ed esplosivo per i suoi effetti se dovesse essere portato a termine”.

Il gruppo Marcegaglia chiude a Taranto e licenzia 140 persone.

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Si chiude! E 140 persone restano senza lavoro a Taranto da 31 dicembre. Questo è stato l’annuncio fatto oggi, 29 ottobre, da parte del gruppo Marcegaglia. Il gruppo ha comunicato la sua decisione ai sindacati di categoria e alle Rsu di Fim, Fiom e Uilm. 

”Un’ennesima mazzata per questo territorio”, sottolineano i sindacati. Un territorio – sottolineano nella nota congiunta le organizzazioni sindacali – ”già martoriato da una crisi senza precedenti, che continua a mietere perdite di posti di lavoro”. La fabbrica aveva dismesso un paio di anni fa la produzione di caldaie industriali per riconvertirsi al Fotovoltaico con la produzione in proprio le lamine flessibili a film sottile, in silicio amorfo.

 

“Costituzione di piazza”, a Roma si sfila per difenderla

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Il Paese che soffre e le regole che si vogliono cambiare dopo che mai neppure per un giorno siano state davvero attuate. In Italia non abbiamo mai potuto tastare con mano, e soprattutto negli ultimi decenni, se la nostra Carta fosse davvero da rinnovare.

Si sfila a Roma per difendere quella Costituzione che oggi è stata affissa su un camion, tra le bandiere rosse della Fiom  Cgil di Maurizio Landini e lo striscione  «la via maestra» di Antonio Di Pietro. Cori e applausi per Stefano Rodotà, acclamato al suo arrivo.

«Usciamo da questi continui battibecchi per avere una visione politica complessiva, la Costituzione è stata messa da parte, noi vogliamo riprendere il filo della politica costituzionale. Non è una manifestazione contro Napolitano, io ho opinione negativa larghe intese. Spero che il Pd in qualche modo di ravveda, di fronte al movimento di popolo, i partitini si guardino in casa», ha detto Rodotà.

Fra i partiti politici presenti Sel, guidata dal segretario Nichi Vendola, Rivoluzione Civile, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista.

 

Nube acida alla Esso di Augusta, 2 operai feriti

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Una nube acida avrebbe investito due operai nello stabilimento Esso di Augusta, mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione. Gli operai, dipendenti dell’azienda Fraco srl, sono stati soccorsi e portati in ospedale. Le loro condizioni non sarebbero gravi ma la Fiom di Siracusa ha indetto per domani una giornata di sciopero “Per esprimere – si legge in una nota – la solidarietà ai lavoratori coinvolti e per sollecitare azioni concrete a tutela della sicurezza”.

Saldi d’Italia: da Telecom a Finmeccanica

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La vendita di Telecom agli spagnoli di  Telefonica ha alzato un polverone e la richiesta al Governo di vigilare, anche se, come ha sottolineato Letta, l’azienda è privata e la “svendita” non si può vietare.  Ma mentre si consuma la tragedia del grande colosso italiano di telefonia che viene ceduto a una compagnia spagnola, a Genova si trema. L’allarme è scattato per una possibile cessione a investitori stranieri delle aziende civili del gruppo Finmeccanica. La trattativa, come hanno confermato ieri i vertici del Gruppo, sarebbe ben avviata. In particolare Ansaldo Energia verrebbe venduta ai coreani e, secondo  i sindacati, nel mirino delle cessioni ci sarebbe anche Ansaldo Sts, altro fiore all’occhiello dell’industria italiana.

«Pansa – spiega a Tmnews Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom Cgil di Genova – ha detto chiaramente che ha in tasca l’accordo con la coreana Doosan per la vendita della maggioranza del pacchetto azionario di Ansaldo Energia e che quindi o si fa avanti il governo con un’altra proposta oppure si procederà alla cessione». «Sarebbe un danno per Ansaldo ma credo – sottolinea Manganaro – anche per Finmeccanica, che a quel punto si concentrerebbe solo sul militare, settore che non mi sembra abbia grandi prospettive industriali».

Per salvaguardare il patrimonio industriale, economico e occupazionale di Ansaldo Energia e delle altre aziende del ramo civile del Gruppo, Fiom, Fim e Uilm chiedono un coinvolgimento attivo da parte del Governo, che è il principale azionista del Gruppo Finmeccanica.

«Noi -afferma il segretario genovese della Fiom- fino ad oggi abbiamo lottato perché tutte le aziende restino in Finmeccanica ma si parla anche di un’ulteriore mediazione, del fatto che la Cassa Depositi e Prestiti possa acquisire la maggioranza del pacchetto azionario di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts». «Di questo siamo disposti a discutere ma questa mediazione -dichiara Manganaro- va formalizzata e va praticata, dopodiché vedremo quali possono essere le ricadute su rapporti con aziende come Doosan o altre».

Al Governo i sindacati chiedono un incontro urgente. In caso contrario si dicono pronti a scendere in piazza e lanciano un forte appello anche alle istituzioni locali. «Letta ma anche il ministro Zanonato -spiega il segretario genovese della Fiom- si erano impegnati a convocarci a Roma».

«Noi aspettiamo ma se lunedì non dovesse esserci questa convocazione -conclude Manganaro- ci presenteremo davanti alla prefettura di Genova, invitando anche il presidente Burlando e il sindaco Doria, per dire che vogliamo questo incontro per tentare di far cambiare idea a Finmeccanica sulla vendita di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts». I posti di lavoro in ballo, soltanto nel capoluogo ligure, sono più di 6 mila, considerando anche l’indotto.

Fiat investe 1 mld, ma proroga di Cig: gli italiani pagano un suv di lusso?

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La Fiat ha garantito gli investimenti necessari per il rilancio di Mirafiori, un miliardo che dovrebbe servire per la ripresa e la produzione di un nuovo modello di lusso: un suv targato da Maserati.   L’annuncio è arrivato nel corso dell’incontro tra l’azienda e i sindacati firmatari dell’accordo sullo stabilimento. Un mossa che serve prima di tutto a giustificare la richiesta di rinnovo della cassa integrazione straordinaria, in scadenza a fine mese per gli oltre 5000 dipendenti dello stabilimento torinese.

Con una nota il Lingotto ha ribadito l’impegno per il rilancio dello stabilimento spiegando che «l’azienda darà il via immediatamente al piano di investimenti necessario ad assicurare il futuro produttivo e occupazionale». Per farlo, e quindi riorganizzare le linee, sarà «richiesta la proroga dell’attuale cassa integrazione». La Fiat in cambio chiede e ottiene dai sindacati di difendere gli accordi firmati, quelli che l’hanno spinta a uscire da Confindustria, «strumenti determinanti per il rilancio qualitativo e produttivo degli stabilimenti» e «condizione imprescindibile per l’impegno industriale della Fiat in Italia». Alla Fiom, i cui delegati saranno riammessi in fabbrica dopo la sentenza della Consulta, lancia un appello ad «accettare le regole basilari della democrazia industriale, aderendo a un contratto firmato dalle organizzazioni sindacali largamente maggioritarie».

«Abbiamo fatto un accordo che ribadisce che il contratto firmato con la Fiat garantisce gli investimenti. Investimenti sono stati sbloccati e cominceranno a Mirafiori già nelle prossime settimane. È un ottimo risultato». Queste le parole di Luigi Angeletti, segretario della Uil. Soddisfatto Raffaele Bonanni, leader della Cisl: « Oggi è una giornata importante per i lavoratori di Mirafiori e di tutta la Fiat, frutto degli accordi e di positive relazioni sindacali». Sul piatto l’azienda avrebbe messo poco meno di un miliardo per produrre il futuro Suv della Maserati «entro il 2014» e -un altro modello di fascia alta.

Un grande risultato in tempi di crisi continuare a pagare la Cig? Un gran giorno quello in cui viene ribadita l’uscita da Confindustria? Il lavoro a quale prezzo? La sicurezza? i contributi degli italiani in una fabbriaca che ormai ha spostato il baricentro in altri continenti?

Sul web ecco le reazioni:

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La Fiat minaccia di investire all’estero, l’Italia strangolata?

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A ritorno dalle ferie, la tensione in una delle fabbriche simbolo nel nostro Paese sale. E’ stata la sentenza della Corte Costituzionale del 23 luglio scorso che aveva dichiarato illegittima quella parte dell’articolo 19 delle legge 300 – lo Statuto dei lavoratori – che consente la rappresentanza solo ai sindacati firmatari dei con tratti, a infiammare i vertici Fiat. Ora devono accettare la nomina dei delegati Fiom.

Ma la Fiat ribadisce anche che senza legge sulla rappresentanza si mette a rischio il suo impegno industriale. Scrive: «In ogni caso, come peraltro suggerito anche dalla Corte Costituzionale, un intervento legislativo è ineludibile: la certezza del diritto in una materia così delicata come quella della rappresentanza sindacale e dell’esigibilità dei contratti è una condicio sine qua non per la continuità stessa dell’impegno industriale di Fiat in Italia».

Allo scenario delineato dal Lingotto reagisce Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic: «La situazione è molto grave. Il governo Letta sta dimostrando una assoluta inettitudine per affrontare i problemi reali del Paese e in particolare dell’industria manifatturiera». E aggiunge: «Rischiamo la completa delocalizzazione non solo della Fiat ma di tutti i gruppi industriali rimasti nel Paese senza quadro di riferimento certo per il sistema di relazioni industriali». Polemico con la Fiat, invece, il segretario Uilm, Rocco Palombella: «Per noi gli investimenti vanno rispettati, non possono essere subordinati a un intervento legislativo pur importante e necessario. Per gli investimenti c’è stata con la Fiat una fase di confronto molto sofferta. Chiediamo il rispetto degli impegni assunti dall’azienda in Italia».

Vicentino sotto assedio… delle cavallette!

cavallette-vicenza-tuttacronacaEra stato lanciato qualche giorno fa dalla Provincia l’allarme dell’invasione di cavallette che ha colpito il Vicentino e ieri la popolazione ha potuto constatarlo con i propri occhi quando cercando un po’ di refrigerio a Fiom hanno dovuto far i conti con gli animali, che nelle ultime settimane hanno letteralmente invaso campi ed orti, in particolare nel Basso Vicentino, divorando tutto ciò che è verde. La zona più colpita è la Val Liona, ma i problemi si registrano anche nella zona pede-collinare della Riviera Berica fino ad Albettone e persino ad Altavilla Vicentina. Il presidente di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, ha spiegato: “A questo punto dell’anno, considerando che la schiusa delle uova avviene ad aprile ed il periodo in cui fanno più danni alle colture è tra agosto e settembre, non si può fare granché, specie se consideriamo che non esistono sostanze difensive registrate”. L’appello dunque è rivolto ai sindaci:  “Con la collaborazione delle amministrazioni del territorio si può studiare un’adeguata azione preventiva, da compiere tra inverno ed autunno, per prevenire questo fenomeno che interessa il territorio già da qualche anno. Un’azione analoga a quella da molti anni condotta per le zanzare”.  Anche l’Istituto di genetica e sperimentazione Agraria Strampelli di Lonigo era impreparato all’evento: “Questa invasione è del tutto inaspettata, soprattutto considerando la primavera, che avrebbe dovuto ridurre la proliferazione degli insetti”. Si adottano quindi misure tampone, ma si cerca anche aiuto esterno. Per questo si è fatto ricorso all’Università di Padova. Spiega il Capo di Gabinetto Dino Secco: “Al di la dell’uso di prodotti con la deltametrina non vi sono soluzioni. La prevenzione è l’unica strada percorribile, perciò abbiamo contattato l’Università di Padova, per approfondire le soluzioni già adottate nei Colli Euganei”.

Proteste allo stabilimento Fiat di Pomigliano: tensioni al varco 1

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Da ieri lo stabilimento Fiat di Pomigliano è presidiato da manifestanti intenti nella protesta contro i sabato di recupero produttivo, concordati fra azienda e sindacati. Questa mattina ci sono stati momenti di tensione e incidenti quando alcuni manifestanti del comitato di lotta cassaintegrati è entrato in contatto con le forze dell’ordine nei pressi del varco 1 dove si tentava di impedire l’accesso agli operai: una persona è stata bloccata a terra e poi, colta da malore, è stata portata via in ambulanza. Ma un precedente scontro si era avuto anche con un altro gruppo di cassaintegrati, tra cui Michele De Palma, responsabile per il settore auto della Fiom. I manifestanti cercavano di convincere i colleghi a non entrare scegliendo invece di unirsi alla protesta ed hanno sostenuto che le forze dell’ordine starebbero “accompagnando i lavoratori in fabbrica”, senza dare loro la possibilità di parlare con i manifestanti per spiegare le ragioni della protesta. Il Lingotto ha precisato che  questa mattina l’attività produttiva all’interno Dello stabilimento fiat di Pomigliano d’Arco è “iniziata regolarmente” nonostante “gli atteggiamenti incomprensibili dei giorni scorsi da parte di alcune organizzazioni sindacali, politiche e sociali”. Evidenziato anche “il grande senso di responsabilità dei suoi dipendenti che si sono presentati regolarmente al lavoro riconoscendo l’importanza del primo dei due sabati lavorativi con recupero”. Un appunto anche per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine: “Altrettanto importante è stata l’attività delle autorità competenti che, nelle ultime ore, si sono prodigate per assicurare la libertà di lavoro. In particolare  le forze dell’ordine hanno gestito la situazione in modo molto responsabile evitando che le dichiarazioni minacciose della vigilia trovassero concretezza in atti che non avrebbero portato a nessun risultato positivo”.

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I nostri sette giorni: con quello che è accaduto… che futuro ci attende?

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Settimana imperniata sulla politica con una domanda che continua a frullare nella mente di tutti: che ne sarà di noi? Perchè il popolo italiano ormai sembra una lunga fila di equilibristi. Ci vuole equilibrio e organizzazione per arrivare a fine mese, salti mortali per dribblare le difficoltà quotidiane, risate amare davanti ai comici che prendono di mira i politici, gli stessi che tengono in mano i due capi di quella corda su cui stiamo abbarbicati. Quando ci va bene: ogni tanto qualcuno cade, e questa crisi di vittime ne ha mietute fin troppe, tanto che ormai viene quasi spontaneo chiedersi “chi sarà il prossimo”? Perchè la verità è che quello che manca è la visione di un futuro, almeno che non sia catastrofico. Ed è ancora più vero che quei pochi appigli che avevamo ce li stanno scardinando sistematicamente. Non abbiamo idea di cosa ci sia di pratico sul “risolvere la questione del lavoro”, perchè continuiamo a vivere in un clima da campagna elettorale: tante parole e qualche fatto… che lascia molto a desiderare. Ora quello che ci hanno toccato è il futuro, e non solo per i giovani che vogliono costruirselo, anche per chi si è spezzato la schiena tutta la vita per assicurarselo. Infatti il tema caldo della settimana è stata la riforma pensionistica: volevamo un segnale forte? L’avevamo chiesto? Arriva una decisione in cui tutti perdono, idee per le quali viene da chiedere cosa deve fare una persona perchè gli venga riconosciuta la sua dignità. Stanchezza, rabbia, delusione… non meraviglia che ci siano state contestazioni all’ultima manifestazione organizzata dal PdL contro i magistrati prima che riprendesse, dopo i numerosi impedimenti, il processo Ruby. Come l’ha presa il Cavaliere l’ingerenza nello spot che aveva così accuratamente organizzato? Il nervosismo si è trasformato in malore. Del resto il PD non se la passa meglio: perde consensi, delude l’elettorato rimangiandosi la parola e formando un governo di larghe intese, non si presenta alla manifestazione della Fiom… e Landini l’attacca dal palco montato per l’occasione. Forse sono proprio i palchi ad essere sfavorevoli al Pd, soprattutto vista la rovinosa caduta di Epifani oggi ad Avellino.

Se la passano così male allora i nostri politici? Dalla Germania è arrivato un sondaggio che dichiara il Movimento 5 Stelle saldamente in testa nelle preferenze italiane, peccato che non ci siano riscontri che ne sanciscano la validità! Ma se sul fronte lavorativo, abbiamo detto, siamo di fronte ad una disfatta totale, con persone licenziate a causa di una malattia, la batosta ancora non è arrivata: aspettiamo l’aumento dell’Iva per renderci conto che il nostro Paese è tragicamente franato sotto il peso della mala politica. E la Terra fa da eco a tutto questo: una frana ha distrutto il tunnel Salisburgo-Tirolo e un po’ in tutta Italia il suolo trema. Al riguardo, è arrivata anche la nuova mappa dei terremoti: dove troveremo un po’ di solidità? Del resto cosa possiamo aspettarci se anche chi dovrebbe addestrare dei cani li maltratta e, colto sul fatto, si scaglia contro la troupe di Striscia mandando Stoppa in ospedale? Ma davvero non c’è più un briciolo di stabilità? Beh, a quanto pare è proprio difficile trovarla se addirittura  ad Amici di Maria De Filippi c’è un avvicendamento di coach! Dobbiamo iniziare a disperaci? In realtà chi ha trovato un “porto” c’è: Tania Cagnotto è approdata su Playboy!

Vien voglia di ibernarsi e risvegliarsi tra un centinaio d’anni? Facciamo 150 per sicurezza? L’idea non è delle peggiori però, ci conoscete ormai… utopia, incoscienza, speranza… chiamatela come preferite, ma una cosa l’abbiamo imparata nella vita: per quanto sia alto l’ostacolo, un modo per superarlo, se lo si vuole, si trova. Dritti alla meta!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Dal compromesso al tradimento storico, così Strada alla Fiom

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Gino Strada picchia duro contro Enrico Letta e definisce il suo governo come un “tradimento storico”. Lo fa da un palco autorevole quello di piazza San Giovanni in Roma, dove oggi è arrivata la manifestazione Fiom che ha invaso le strede del centro di Roma. Il fondatore di Emergency spera anche che questo esecutivo abbia vita breve e torna a ripetere come ormai esista “una distanza siderale tra la vita degli italiani e quella della Casta politica” e aggiunge come  “La Fiom è, in questo momento, una delle poche realtà in grado di dare voce a quel Paese che voce non ha più”, ha continuato spiegando che, ” se si guarda alle condizioni di lavoro e di vita, è difficile immaginare un Paese più incivile”. E ancora: “Il lavoro, la qualità della vita delle persone non interessano la Casta politica, lo abbiamo visto per decenni e di recente è stato riconfermato con forza.”

C’è sinistra e sinistra… c’è quella di Letta che si professa al servizio del Paese e trova vie di compromesso con il Pdl che sembrano invece tradimenti storici e c’è quella delle piazze… quella che grida il malessere e spesso resta inascoltata. Quell’Italia che chiede lavoro e non propaganda politica con la sospensione dell’Imu che sarà rimodellata per falcidiare ancora una volta chi dopo una vita di sacrifici è riuscito a mettere insieme una seconda casa… la classe media viene sotterrata e la classe povera non riesce a respirare… chi resta? La Casta!    

 

L’intervento di Landini che può far affondare il Pd?

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Landini dal palco di Piazza San Giovanni in Laterano picchia duro e non ci sta. Accusa tutti, anche se stesso. Contro le politiche del governo Monti, in particolare sulle pensioni, “il sindacato, mi ci metto pure io, non ha fatto tutto quello che doveva”.

Si surriscalda l’animo del sindacalista quando poi si parla di Fiat: “In Italia il vero problema non è il costo del lavoro ma il fatto che se non investi, se non fai nuovi prodotti, continuerai a perdere sempre quote di mercato. E questo vale per la Fiat, ma anche per la siderurga e per tutti i settori. Non vi ricordate quello che il Lingotto diceva 3 anni fa? che gli operai non avevano voglia di lavorare, che bisognava aumentare l’orario e altre cose. Tutte sbagliate come dimostrano i dati di questi giorni. C’è bisogno, dunque, che si rilanci una politica industriale, e cioè di un piano con cui tornare ad investire anche nel settore pubblico come fa la Germania, la Francia e gli Usa… che non mi paiono paesi del socialismo reale”.

Ma l’attacco che fa tremare il Pd, oggi il grande assente della manifestazione (solo Barca, Orfini e Civati si sono presentati all’appuntamento), è nel passaggio che resterà nella storia di un leader della Fiom costretto a richiamare le responsabilità del partito per antonomasia simbolo di questo movimento sindacale: “Se questo governo non sarà in grado di cambiare le politiche di Monti e Berlusoni, lo dico ora per non essere cattivo profeta, penso che non avrà lunga vita perchè questa manifestazione dimostra che non ci siamo rassegnati e che le cose le vogliamo cambiare. Non capisco come si può essere al governo con Berlusconi e avere paura di essere qui“.

Orfini, il giovane turco contestato dalla Fiom, ecco il video!

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Arriva Orfini alla manifestazione Fiom e viene pesantemente insultato dai lavoratori dei metalmeccanici che stano prendendo parte alla protesta organizzata dal loro sindacato. “Ci state prendendo per il c**o con le larghe intese” questo il grido che si alza nel corteo.

Quel Pd assente alla manifestazione Fiom

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A Roma oggi sfila il sindacato della Fiom, di quei metalmeccanici duramente colpiti dalla crisi, esodati o licenziati, spesso giovani con contratti a tempo determinato. Il Sel c’è con Gennaro Migliore, capogruppo alla Camera di Sinistra e Libertà, e con Titti di Salvo. C’è una delegazione del M5S con Vito Crimi. Ma il Pd dove è? Non c’è Epifani? No, non c’è nessuno. Forse per quel patto voluto da Letta, che ha vietato a chiunque fosse nella strana maggioranza Pd e Pdl di partecipare a manifestazioni, forse per paura delle critiche, forse per dimenticanza… il Pd in ogni caso non c’è. Ci si chiede quale allora sia diventato l’elettorato Pd, se i metalmeccanici non sono più il motore trainante di questo partito. Ci si chiede chi prende il posto lasciato dal Partito Democratico? E la risposta è lì sotto gli occhi di tutti… Sel e M5S che potrebbero anche presentarsi insieme alle prossime elezioni e scontrarsi con il partito del Cav? Maurizio Landini, segretario dei metalmeccanici della Cgil, che si sta preparando al discorso in Piazza San Giovanni, dove è previsto che il corteo arriverà dopo aver percorso il centro della città, senza polemiche ha ribadito: “Le assenze si commentano da sole”.

Oggi insieme a Landini, parleranno tra gli altri anche Stefano Rodotà, Gino Strada e Fiorella Mannoia. Anche questo è un dato che si commenta da solo.

Che bello il governo di larghe intese che impedisce al Pd di parlare allo zoccolo duro del suo elettorato… chissà per chi voteranno i metalmeccanici la prossima volta!

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Il pugno duro dell’estorsione! Sindacalista Fiom estorce a imprenditore… Arrestato.

 

Angelo Spena era anche componente del direttivo regionale del sindacato.

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Respinto! Il ricorso della Fiom per lo stabilimento di Pomigliano

 

E’ stato respinto il ricorso presentato alla Fiom contro le 19 procedure di mobilità!

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