“Ruby. Sesso e potere ad Arcore”: il Rubygate diventa un libro a fumetti

ruby-fumetti-bungabunga-tuttacronacaS’intitola “Ruby. Sesso e potere ad Arcore” la nuova graphic novel scritta dai giornalisti Gianni Barbacetto e Manuela D’Alessandro e con i disegni di Luca Ferrara. Il volumen, edito da Round Robinm sarà in libreria dal 28 febbraio e permetterà di ripercorrere la vicenda del Rubygate. Non manca nulla, dalle papi girl a Ruby e le olgettine, dalle famose notti del bunga bunga a casa di Berlusconi a Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. E ancora gli autori ripropongono il processo e la condanna dell’ex premier a sette anni per prostituzione minorile. Gli autori spiegano che il libro narra il Rubygate come ”la fine di un’epoca” e come ”il cuore del berlusconismo e del desiderio di molti: sesso, potere e delirio di onnipotenza”. La vicenda si basa sugli atti giudiziari e, tramite le strisce dei fumetti, mostra che nel presunto scandalo delle serate a Villa San Martinospiegano gli autori,

”ci sono vittime e carnefici, ragazze che si concedono ai desideri del Re e personaggi inquietanti che entrano a corte come amici, pur nuotando in un mondo torbido”.

Ma non mancano neanche ”giornalisti e politici, capi di governo stranieri e manager, impresari discutibili e soubrette arriviste”, tutti protagonisti di quell’arco di tempo che va dalla notte in Questura, conclusasi con il rilascio di Karima El Mahroug, fino alla sentenza di primo grado.

Il ministro marocchino smentisce: “Mai detto che Ruby era maggiorenne”

Ruby-Rubacuori-tuttacronacaAppena due giorni fa era circolata la notizia che il ministro marocchino Mohammed Mubdii aveva affermato che, nel febbraio 2010, Ruby era maggiorenne. Ora, in occasione di un’untervista al programma radiofonico Un giorno da pecora, smentisce se stesso e le sue parole: “all’epoca degli incontri con Silvio Berlusconi era maggiorenne”. La tesi era già stata smentita categoricamente dai documenti in possesso della Procura Milanese e che arrivano direttamente dall’ufficio anagrafe del comune Fkih Ben Salah, in provincia di Beni Mellal, in Marocco e che parlano chiaro: Karima è nata il 1/11/1992, quindi al momento dei fatti (febbraio 2010) non aveva 18 anni. E proprio davanti all’evidenza Mubdii ha ritrattato: “No, non conosco la data di nascita di Ruby”. E spiega: “non conosco Karima e non so quando ha incontrato Berlusconi, quindi non so se lei fosse maggiorenne o minorenne”.

“Nel febbraio 2010 Ruby era maggiorenne”: parla un ministro marocchino

ruby-rubacuori-tuttacronacaMohamed Mobdii, ministro della Funzione pubblica del Marocco, in un’intervista a un quotidiano locale, stando a quanto riporta Il Giorno, ha riferito che Ruby sarebbe stata maggiorenne nel febbraio 2010, all’epoca delle frequentazioni con Silvio Berlusconi. Il ministro ha sostenuto di essere stato lui a firmare l’atto di nascita della ragazza. Mobdii è stato deputato nella zona in cui risiedeva la famiglia di Karima El Mahroug, nota come Ruby, nata quindi nel 1992. Il ministro ha spiegato di aver conservato “il file della nascita”, oltre ad aver avuto una richiesta del consolato marocchino a Milano di spedire tutti “i documenti in una valigia diplomatica”, in modo da evitare falsificazioni. i giudici di Milano, per questa vicenda, hanno condannato a sette anni Berlusconi, colpevole dei reati di concussione per costrizione e prostituzione minorile.

Il Cav finisce in un panino: a Londra puoi mangiare il Berlusconi Burger!

BERLUSCONI-BURGER-tuttacronacaSi chiama Berlusconi Burger e costa sei sterline. Il panino che prende il nome dal senatore decaduto lo si trova in un camioncino-bar di Londra che lo propone come specialità. A raccontarlo è il sito drivingline.com. The Cheeky Italian “ha catturato la mia attenzione – scrive John Brooks sul sito web – in particolare il Berlusconi Burger”. Che ” fortunatamente non ha nulla a che fare con il Bunga Bunga, ha assicurato l’affascinante chef JT”. Tuttavia, la ricetta del panino intitolato all’ex primo ministro italiano e leader di Forza Italia resta un segreto, “più di quanto si possa dire delle orge del Cavaliere”, scherza Brooks.

Ruby Rubacuori “voleva costituirsi parte civile ma ci furono interventi esterni”

ruby-parte-civile-tuttacronacaE’ Il Fatto Quotidiano a rivelare che Karima El Mahroug, alias Ruby Rubacuori, voleva “costituirsi parte civile” contro Berlsuconi per il reato di prostituzione minorile. Il quotidiano riporta le parole dell’avvocato Egidio Verzini, che era stato il legale della ragazza nelle prime fasi del processo e che ha parlato con l’Ansa, dichiarando che la ragazza avrebbe voluto fare parte del processo. La costituzione di parte civile avrebbe permesso alla giovane – individuata come unica parte offesa nel processo a Silvio Berlusconi – di chiedere un risarcimento danno.

Ruby aveva nominato il legale nel giugno del 2011 dopo essere stata tutelata da Luca Giuliante, Massimo Dinoia e infine da Paola Boccardi, che poi era stata nuovamente nominata e ha partecipato al processo. Il 14 giugno 2011 Verzini rispondendo a una domanda sulla costituzione di parte civile aveva risposto: ”E’ un momento delicato, faremo una conferenza stampa a fine mese per parlare con i giornalisti”. Conferenza stampa che poi era stata rinviata e poi annullata. Alle domande dei cronisti che gli chiedevano se per caso la giovane marocchina avesse deciso di costituirsi parte civile nel processo e ci fosse stato un cambio di strategia rispetto al legale precedente Verzini si era limitato a rispondere: ”Non posso dire nulla”. Poco prima che iniziasse l’udienza, sempre parlando con i cronisti, il legale del foro di Verona aveva anche risposto con un ”Vediamo”.

”Tale rinvio – scriveva il legale veronese in una nota il 5 luglio 2011 – era stato concordato” con la ragazza ”su suggerimento” dello stesso difensore, ”anche a fronte di necessità organizzative stante la massiccia adesione dei media nazionali ed esteri che intendiamo accogliere adeguatamente”. L’avvocato aveva quindi fatto sapere che sarebbe stata ”tempestivamente la nuova location che, in ogni caso, sarà in Illasi’, in provincia di Verona. Il 16 luglio successivo Karima El Mahroug, aveva lasciato Verzini per farsi assistere nuovamente da Paola Boccardi. In quell’occasione il legale aveva spiegato che ”non essendo state condivise dalla cliente le impostazioni e le modalità difensive proposte è venuto meno il rapporto di fiducia con conseguente interruzione del mandato”.

 Ora l’avvocato Verzini, solo dopo il deposito delle motivazioni della condanna a 7 anni per Berlusconi, ossia a processo di primo grado concluso, ha deciso di chiarire che “Ruby mi aveva già dato incarico per la sua costituzione come parte civile, in qualità di persona offesa dal reato di prostituzione minorile”. Successivamente però, ha aggiunto il legale, “ci sono stati degli interventi esterni, ovviamente intuibili da chiunque, e pressioni sul mio operato difensivo”. Il legale ha spiegato, inoltre, di voler chiarire questo aspetto ora, perché “non capisco come un ex presidente del Consiglio possa parlare in questi giorni di moralità e dignità, quando durante la sua carica ha assunto comportamenti censurabili dal punto di vista sociale e soprattutto in violazione delle norme del nostro Ordinamento”.

Quelle prime parole di Ruby, poi ritrattate e ora in sentenza

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Blitz Quotidiano scrive:

Ruby era là, durante il Bunga Bunga, in quelle che per Silvio Berlusconi e la sua difesa erano solo “cene eleganti”. E Ruby quel Bunga Bunga lo ha raccontato ai magistrati così:

“Ricordo di averlo visto (Berlusconi) intento a leccare i genitali di Sara Tommasi“. 

E ancora:

“Aprii la porta e potetti vedere la Minetti che praticava un rapporto orale a Berlusconi mentre lo stesso leccava i genitali della (Belen, ndr) Rodriguez, mentre la Faggioli era intenta a ballare nuda”. 

Ruby, questo bunga bunga, racconta di averlo di fatto spiato. Di aver aperto una porta chiusa ma non a chiave. Perché le serate del bunga bunga, secondo la marocchina, avevano uno svolgimento a fasi. E’ l’estate del 2010 quando Ruby viene interrogata. Ai magistrati racconta una serie di cose che poi, in parte ritratta. Ma questo interrogatorio resta e finisce in allegato alla sentenza di primo grado in cui Berlusconi viene condannato a 7 anni per concussione e prostituzione minorile.

 

Condannato Emilio Fede per diffamazione

imane_fadil_emilio-fede-tuttacronacaEmilio Fede, quand’era ancora direttore del Tg4, in un editoriale aveva accusato la modella marocchina Imane Fadil, torinese d’adozione, di estorsione nei suoi confronti. Secondo Fede, la giovane gli avrebbe chiesto 50mila euro per il suo silenzio sulle cene di Arcore. La circostanza si è poi rivelata infondata e ora l’ex direttore è stato condannato a pagare una multa di 10mila euro per diffamazione. Il giudice monocratico Ivana Pane ha riconosciuto alla ragazza anche una provvisionale di 40 mila euro, in attesa che il giudizio civile stabilisca il risarcimento.

Dopo il bunga bunga, arriva il Tanka Village?

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Da bunga bunga a Tanka Village? Storie diverse ma se i fatti dovessero essere accertati in un caso e/o nell’altro a uscirne con le ossa rotte sarebbe tutta la politica italiana, esclusi rari casi. Trasferiamoci in Sardegna, per l’esattezza a Villasimius dove il Tanka Village sembrerebbe il luogo ideale per una qualche giornata di relax tra le sabbie bianchissime e il mare verde-azzurro come solo quello sardo sa essere. Qui, in questo paradiso a portata di mano sembrerebbe che a spese di Salvatore Ligresti, ci siano approdate “diverse personalità del mondo politico e istituzionale”.  Tutti questi vip avrebbero mangiato tonnellate di aragoste e trascorso vacanze da nababbi. A rivelare lo scoop è Il Fatto Quotidiano:

C’è chi giura di aver visto al Tanka, l’anno scorso e due anni fa, anche Anna Maria Cancellieri, ma il ministro della Giustizia fa sapere al Fatto Quotidiano che le vacanze degli ultimi anni “le ha passate nella sua casa siciliana”. Tra gli ospiti c’era anche un “prefetto permaloso” che, quando gli è stato “chiesto di pagare il conto”, non è più venuto.

A svelare quante “cene venivano fatte lì al Tanka” è l’intercettazione del 15 aprile 2013 tra l’ex amministratore delegato di Fonsai Fausto Marchionni e Alberto Alderisio, uomo vicinissimo al clan Ligresti. Gli investigatori stanno facendo “le pulci all’ingegnere (Salvatore Ligresti, ndr)… stanno a guardare anche i conti dell’Atahotel”, ride al telefono Alderisio. Cioè la società a cui appartiene anche il Tanka. E Marchionni chiede: “Quando lui non pagava?”. E l’altro: “Pare che ci sia un quintale, no, una tonnellata di aragoste in conto. Una tonnellata! Fai presto sai? Inviti un po’ di gente… un’aragosta pesa un chilo, fai presto! Tu sai quante cene venivan fatte, lì al Tanka… Poi c’è quello che non si sa, però sai… vengono fuori anche le cose più incredibili”.

Marchionni invece giura di aver pagato i suoi conti e Alderisio spiega che in fondo per loro non erano vacanze: “Lì era un prosecuzione dell’ufficio, perché erano tutte relazioni pubbliche, te incontravi questo, quello incontrava quell’altro, il ministro incontra questo, sottosegretario… direttore… tutti gli amici dell’Enpam (fonetico), voglio dire le cose le sappiamo! Niente di male, nulla che non sia… solo che era un periodo di grande splendore e, con una eccessiva leggerezza, si fecero certe cose! Andavano fatte in maniera diversa”. Molto diversa: perché la società Atahotelsè controllata al 51 per cento da Fonsai e al 49 da Milano Assicurazioni. Quindi quei conti non pagati e quelle aragoste divorate pesano sugli azionisti delle società assicurative. Fonsai ha un buco di 800 milioni di euro. Non solo: quando i magistrati di Torino presentarono al gip la richiesta di arresto per i Ligresti, scrissero che la società è “una scatola piena di debiti prospettici, la gran parte dei quali verso lo stesso gruppo Fonsai”.

Marchionni nei suoi discorsi al telefono svela anche un altro particolare, quello che i pagamenti dovevano in un modo o nell’altro risultare: “Ospiti illustri o meno eccetera. Ah, mi avevano assicurato quel pelatone… quell’amministratore delegato che era venuto, che aveva sistemato le cose in modo che il pagamento risultasse, ci mancherebbe altro… perché gli avevo detto: Guardi che non si può più continuare così, eh? Chiunque venga deve risultare che ha pagato, c’è poco da fare”. Anche perché “i nodi vengono al pettine”, prima o poi.

I due continuano a ragionare sui pagamenti e citano l’esempio di “Sierra Mike”, un prefetto per ora ignoto con cui lo stesso Marchionni si era arrabbiato: “Quando gli han detto che doveva pagare, non è più venuto!”. L’interlocutore conferma: “Certo, certo! ‘Sierra Mike’ era permaloso, perché non ha mai pagato in vita sua, ma sai, non è che non le sapessi queste cose; le ho sempre sapute e ho anche detto all’ingegnere: vacci piano perché qua…”. Ma don Salvatore si era alterato: “Si è incazzato tantissimo perché io gli avevo detto: no, deve pagare anche, no? Porca puttana! Ah! Ah! Non l’avessi mai detto”.

Che l’ingegnere fosse uomo generoso, del resto, lo conferma anche Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti da 25 anni e amica del Guardasigilli. In una telefonata in cui si lamenta con la figlia di tutti quelli che sono stati aiutati e si dicono solo dispiaciuti (come aveva fatto l’amica ministra) dice, indignata: “Questa la gente è… in generale. Poi indietro. Eh sì… bisognerebbe… Sai cos’erano capaci di chiedere tutti… che potrei fare i nomi, chiedere tutti, hanno mangiato tutti…”. Anche quintali di aragoste. Ci dicano ora chi le ha mangiate.

 

La barzelletta di Arcore… alla fine Berlusconi sale sul palchetto!

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Sale o non sale questo è il dilemma…

E la realtà supera l’immaginazione. Un palco allestito. I militanti davanti alla sua villa arrivati su sollecitazione dei dirigenti del Pdl… Tutto è pronto ma Berlusconi non può scendere, glielo impediscono i legali. Interdetto? Lui chiuso in casa, i militanti che lo invocano… almeno un’apparizione? No, il Cavaliere è risoluto e ritirato nel suo privato. Poi sono   Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla a convicere l’ex Premier e lui, in barba ai suoi avvocati, accetta l’invito e arriva sul palco.

Stringe le mani, ostenta sorrisi, ma non parla. Il segnale pesa sul Popolo della Libertà tornato ad essere Forza Italia. Il leader è confuso e forse il suo popolo per la prima volta, questo pomeriggio, ha visto la debolezza di Berlusconi.

Per cosa verrà ricordata la manifestazione di oggi davanti alla villa di Berlusconi? Per la  Zanicchi che intona “prendi questa mano zingara”? Forse ci si aspettava una adesione maggiore, forse era davvero meglio non apparire piuttosto che mostrarsi muto… forse solo il tempo potrà far chiarezza su un uomo che nell’ultima settimana ha sentito tremare la terra sotto i piedi e che oggi è stato imbavagliato dai suoi avvocati per paura che potesse dire la famosa “frase di troppo”!

Davanti alla casa del Bunga Bunga si schiera l’esercito… ma Silvio non c’è!

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Sembra prprio non mancare nessuno tra i militanti di Silvio Berlusconi che oggi si sono dati appuntamento davanti alla villa di Arcore per una manifestazione contro la magistratura. Amministratori locali, dirigenti di partito e parecchi parlamentari. Sotto al palchetto sfilano i big del Pdl: Lucio Malan, Daniele Capezzone, Stefania Prestigiacomo, Daniela Santanchè, Laura Ravetto. Naturalmente in prima linea c’è anche  Volpe Pasini, l’ideologo dell’esercito di Silvio.

La prima confusione però è nelle bandiere c’è chi ancora sventola quella del Pdl e chi invece ha riesumato dall’armadio quella di Forza Italia.

Tra gli altri striscioni anche quello dell’Esercito di Silvio e poi cartelli dedicati alla pm di Milano, Ilda Boccassini, sui quali c’è scritto: “Boccassini: ai lavori socialmente utili dopo una vita per lavori inutili a carico del contribuente”.

Arriva anche Iva Zanicchi che spiega “di essere qui per solidarietà più che per Forza Italia, anche se sono d’accordissimo, ritroveremo entusiasmo”. Zanicchi, poi si è soffermata sulla recente condanna a Berlusconi per il caso Ruby dicendo che la “sentenza non mi è proprio piaciuta. Io ho grande rispetto per la magistratura, perchè posso dire che la giustizia in Italia c’è, in questo caso non tanto, mi ha abbastanza sconvolto, sulla condanna e sull’entità, è vergognosa”.

E’ stato montato anche un palchetto sul quale parlerà Silvio Berlusconi alla sua prima uscita pubblica dopo la settimana nera delle condanne inflitte al Cavaliere dalla magistratura. E per tutta la giornata le colombe del Pdl, a partire da Gianni Letta, hanno invitato Berlusconi a usare toni morbidi, nel suo intervento di fronte ai fedelissimi arrivati ad Arcore. Sia sulla magistratura sia sul governo. Chissà. Chi lo conosce bene, spiega che in questi casi non è prevedibile ciò che dirà e come misurerà le parole. E’ un dato ci fatto che, dopo aver rassicurato i ministri sul governo Letta, il Cavaliere ha dato il via libera a una manifestazione contro i giudici di fronte a casa sua.

E’ un fulmine a ciel sereno quello che investe i militanti riuniti davanti all’abitazione di Silvio Berlusconi:

“Berlusconi non parla, i legali hanno sconsigliato”. A sorpresa Mantovani sale sul paco e annuncia che il Cavaliere ha “il cuore gonfio di rabbia” ma i legali, in questa situazione delicata, gli hanno consigliato prudenza. E la folla reclama “Silvio, Silvio”. E qualcuno: “Cambia avvocato e vieni a parlare”.

I militanti si lamentano. Vogliono sentire Berlusconi. Sale sul palco la Zanicchi: “Vogliamo solo un saluto veloce, chiediamo a Berlusconi di venire a farci un saluto, anche senza parlare”

SILVIO NON C’E’!

Ruby in aula: molti i “non ricordo” e “non so”

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E’ tornata nell’aula del Tribunale di Milano Ruby e le sue risposte al processo al processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti sono piene di “Non ricordo” e di “Non so”. Non sa per quale motivo abbia dato un numero inesistente all’agenzia di Lele Mora e non ricorda se, la notte del 9 marzo 2010, ha dormito da sola ad Arcore o meno. Dispiaciuta per le “cavolate” raccontate in precedenza, che sono state riportate nei cinque verbali resi tra luglio e agosto 2010, dichiara di essere presente “per dire la verità”, negando di essersi esibita ad Arcore in balli erotici. Perchè abbia in precedenza mescolato cose vere ad altre inventate, lei stessa non lo sa spiegare e lo stesso pm ha parlato di una sorta di “preveggenza” della marocchina, perché alcune ragazze hanno poi raccontato di scene erotiche ad Arcore. Nell’udienza precedente, Ruby aveva negato di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi e di aver preso da lui 4 milioni e mezzo di euro ma oggi ha tenuto a rimarcare che “La mia memoria può fallire, perché a differenza delle intercettazioni io non sono uno strumento”. E infatti il “non ricordo” è la base delle rispote date al pm di Milano Antonio Sangermano riguardo i tabulati telefonici. In particolare, in quel momento il pm le stava chiedendo per quale motivo, il 26 maggio 2010, il giorno prima dell’ormai famosa notte in questura, avesse chiamato il ragioniere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Il pm ha anche chiesto alla ragazza se avesse mai avuto “trattative con Berlusconi per ricevere soldi a prescindere dai rapporti sessuali che lei ha negato”. La risposta è stata un secco “no”: Ruby ha inoltre ribadito di aver avuto i 30mila euro per il progetto del centro estetico e nient’altro, a parte le buste nelle serate di Arcore. Quanto ai 4 milioni e mezzo da B e ai 170mila euro conservati da Spinelli, la giovane ha spiegato che era solo “una forma di vanto” per farle vedere “alle ragazze che venivano a casa mia”. Negazione anche quando si è parlato di Caterina Pasquino, non si sarebbe mai “vantata” di aver avuto rapporti sessuali con Berlusconi, smentendo le stesse dichiarazioni che la Pasquino ha messo a verbale. “Insomma, lei esclude anche si essersi inventata di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi?”, le ha chiesto il pm. “Escludo”, è stata la risposta di Ruby. A Ruby sono poi state rivolte domande sui 7mila euro di cui aveva denunciato il furto il primo maggio 2010. Lei ha replicato dicendo che “venivano dalle buste che ci dava il presidente, a volte con 2mila o 3mila euro, quando andavamo alle serate”. La giovane ha poi testimoniato in aula chiarendo che “i soldi li portavo in borsa, perché vivevo con delle ragazze e non mi fidavo”. Quel giorno, dopo la denuncia di Ruby, un carabiniere riuscì ad arrestare il ladro recuperando 5.500 euro e restituendoli alla ragazza.

Crozza e il processo Ruby!

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Crozza non poteva certo mancare l’appuntamento con il processo Ruby e sulla requisitoria sulla Boccasini? Certamente no, ma per chi ama il comico stavolta la delusione è cocente, si lancia infatti in un’uscita poco riuscita:  «Me la sono seguita tutta, rutto libero e frittatona di cipolle. Lei ha chiesto sei anni di carcere dopo sei ore di requisitoria, un’ora per anno». Una volgarità che non ci si aspetta da un professionista del calibro di Crozza. Poi passa a Berlusconi e la presunta relazione tra i due: «Quattro milioni e non gliel’ha data?».

Il gruppo a sostegno della Boccassini che manifesta fuori dal tribunale

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Un gruppo di cittadini si trova fuori dal tribunale di Milano per dare sostegno alla Boccassini che è in aula per la requisitoria del Processo Ruby. Tra i carrelli esposti: “se sei come Tortora fai come lui: dimettiti e fatti processare”.

Questa mattina in aula il Pm aveva affermato nella sua requisitoria «Non abbiamo dubbi che Ruby si prostituisse…aveva da Berlusconi direttamente quello che le serviva per vivere in cambio delle serate ad Arcore» Secondo l’accusa quindi ad Arcore vigeva un vero e proprio sistema prostitutivo. Inoltre la Boccassini ha anche detto «Possiamo credere che una persona che ha dedicato la sua vita e il suo credo a Berlusconi come Emilio Fede, non gli abbia detto che Ruby era minorenne?» e ha poi aggiunto  «L’imputato, abusando della sua qualifica di presidente del consiglio, ha fatto sì che la minore ricevesse un indebito vantaggio, uscendo dalla sfera di controllo» delle forze dell’ordine. Il Pm inoltre ha anche detto che Ruby «avvicinò Berlusconi per ottenere denaro facile e possibilità di lavoro nel mondo dello spettacolo, così come le altre giovani».

Il grande show di Berlusconi prima della requisitoria dell’accusa.

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Silvio Berlusconi non è uomo politico della prima repubblica, lui è il padre della seconda. E se Craxi aveva avuto il buon gusto di scappare in esilio e se i democristiani si sarebbero difesi con un “non ricordo”, Berlusconi manda in onda il suo show su Canale 5. Nella seconda repubblica i protagonisti attaccano quando sono attaccati, si mostrano in tv e vogliono il loro “reality”. Ma perchè utilizzare il tv per difendersi? Perchè il messaggio che può avere un’immagine è dirompente. Perché Silvio Berlusconi poi è un ottimo affabulatore capace di convincere, come lui stesso afferma nella sua intervista. Ma dove sono finite le intercettazioni? Quelle conversazioni imbarazzanti non vengono trasmesse… La chiarezza è fatta esclusivamente con uno “one show man” contrapposto a un “one show girl”, ma l’operazione mediatica funziona a partire dalla magliettina verde rassicurante indossata da Ruby al maglioncino scuro di Silvio. Ma quali sono le verità? Sicuramente è vero quando Silvio dice che la vita di molte ragazze intervenute nelle sue cene è stata rovinata… ma questo può spingere un ex Presindente del Consiglio a occuparsi di loro? Certo, Berlusconi è uomo di cuore… non scordiamocelo mai. In conclusione vi è un servizio che ha mostrato davvero qualcosa di inedito, perché ha mostrato l’altra verità…  La guerra dei 20 anni!

Ecco la sala del Bunga Bunga… dalla guerra dei 20 anni!

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Per la prima volta viene mostrata la sala del bunga bunga. Ma il bunga bunga è il luogo più depravato d’Italia o il piano sotto della villa dove l’allora  Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si rilassava a suon di musica e di amici che intratteneva cantando in francese?  La Sala del Cinema, la sala della Musica e quella da pranzo di Villa San Martino, i luoghi entrati nel “Processo Ruby”. Quei luoghi che per l’accusa sono i luoghi dei presunti festini a luci rosse a cui avrebbe partecipato anche la giovane marocchina e che per la difesa dello stesso Cavaliere sono i luoghi di ‘Cene eleganti, normali’, si sono viste le stanze nelle quali si svolgeva ‘il dopo-cena’.

 

Berlusconi e la suocera… una vita dura!

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Si doveva parlare del futuro capo dello Stato e si è finito a parlare della suocera. Nel retroscena dell’incontro del 9 aprile tra Bersani e Berlusconi pare che il Cavaliere abbia fatto una confessione che ha lasciato attoniti i suoi interlocutori. “Non ne posso più”, avrebbe detto a Pierluigi Bersani ed Enrico Letta. Entrambi avranno pensato a correnti di partito e a divisioni interne al Polo della Libertà, invece…

Silvio Berlusconi ha chiarito il concetto e si è sfogato a parlare della sua fidanzata ufficiale: Francesca Pascale. La ragazza, gelosa, anzi gelosissima che lo tiene a casa e lo controlla a vista. “Si è portata dietro pure la mamma”, avrebbe detto Silvio a Pier Luigi ed Enrico. “Vi rendete conto?” ha continuato. “Ho la suocera sempre tra i piedi, mi hanno cambiato la vita, non ne posso più… “.

Bersani e Letta stupiti è probabile anche che gli hanno una pacca sulla spalla o forse, per solidarietà maschile, l’avranno abbracciato comprendendo il disagio di un uomo abituato al bunga bunga, alle cene di burlesque e ora costretto a mangiare manicaretti cucinati da una signora partenopea che ciabatta da mattina a sera per casa e a compiacere una fidanzata ingombrante.

Che vita dura povero Berlusconi! Naturalmente ora si attende la smentita.

 

Cifre da capogiro… Berlusconi ricattato elargisce soldi!

Silvia TrevainiCifre da capogiro sul conto di Silvia Trevaini, giornalista di Mediaset. In due anni ha intascato bonifici da 810.000 euro, una macchina Audi e attualmente 2.500 euro al mese da oltre un anno. Una somma che ha ricevuto e riceve tutt’ora da Silvio Berlusconi. Lo ha spiegato la stessa giovane cronista, che dall’azienda riceve uno stipendio «di 2.500-3.000 al mese», testimoniando al processo sul caso Ruby a carico di Fede, Mora e Minetti. Al pm che le ha chiesto a che titolo riceva «l’extra stipendio», lei ha spiegato che la sua carriera è stata penalizzata.
Il primo e ormai ‘classico’ bonifico da 2.500 al mese da parte di Silvio Berlusconi per le ragazze delle serate di Arcore, Silvia Trevaini se lo è trovato sul conto nel febbraio 2012, senza «che me lo aspettassi». Lo ha raccontato la giovane giornalista di Mediaset testimoniando al processo sul caso Ruby a carico di Fede, Mora e Minetti. Quell’assegno mensile, secondo la ragazza, è una sorta di risarcimento. La giovane ha chiarito che anche suo padre ha avuto dopo l’inchiesta «molti controlli fiscali».
«Silvio mi ha detto ‘siamo intercettati, non dire soldi dì benzina». È il particolare raccontato, testimoniando nel processo cosiddetto ‘Ruby 2’ dalla modella russa Raissa Skorkina, una delle ragazze che avrebbero preso parte alle serate di Arcore. Il pm, infatti, le aveva contestato una telefonata tra lei e il ragioniere Spinelli in cui la giovane parlava di «benzina». Al pm Sangermano la testimone a un certo punto dell’esame ha detto: «ma lei vede sempre il maligno?».
Quando la modella russa Raissa Skorkina ha conosciuto Silvio Berlusconi lei lavorava con Briatore, «ma Silvio mi ha detto ‘smetti di lavorare, non ti devi mettere in mostra, io sarò il tuo angioletto». «Certo che mi arriva un bonifico da Berlusconi – ha aggiunto la ragazza – è di 3.000 euro al mese, da quando è cominciato il processo». E poi ha precisato: «lo ricevo dal settembre 2012».
Ha testimoniato anche la show-girl Aida Yespica oggi al processo sul caso Ruby a carico di Fede, Mora e Minetti. L’ex ‘stella del Bagaglino’, tra le altre cose, ha raccontato che in una serata ad Arcore dell’aprile 2010 «ho fatto una foto con Ruby nella sala che voi chiamate del Bunga bunga». E ha aggiunto: «me l’ha chiesto lei di fare una foto insieme». L’attrice davanti ai giudici ha descritto come normali e «senza spogliarelli» le cene di Arcore da Berlusconi.

Ecco nei dettagli il BUNGA BUNGA!

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Erano tre le fasi che scandivano le serate ad Arcore secondo la ricostruzione del pm Sangermano: “La cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze; il bunga bunga, che non è un’invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica; la terza fase in cui alcune ospiti s’intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro”.

Ruby, per la procura, “era parte integrante del sistema prostitutivo”. Il magistrato ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come “protagonista attiva delle serate di Arcore” e “che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell’ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi” e “svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l’attività di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione”.

MARONI MENTI’ IN AULA? Giallo al processo Ruby.

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La pm Fiorello è convinta che MARONI MENTI’ IN AULA. Quando l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni «andò in Parlamento a dire che la polizia aveva affidato» a Nicole Minetti la minorenne Ruby «secondo le mie disposizioni» riferì «cose non vere». Lo ha detto oggi in aula il pm minorile Annamaria Fiorillo sentita come testimone al processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, parlando del procedimento aperto nei suoi confronti davanti al Csm. «È stato un attacco alla mia onorabilità – ha spiegato il pm – perchè in una situazione simile nessun magistrato avrebbe preso una decisione diversa dalla mia», cioè la comunità.
Per il pm minorile Annamaria Fiorillo, sentita come testimone al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi, il commissario di polizia Giorgia Iafrate, alla quale aveva dato indicazioni di affidare la minore a una comunità, fu «una telefonata indimenticabile perchè non è mai successo che dall’altra parte ci fosse una persona che non voleva ascoltarmi». Lo ha detto in Aula lo stesso pm nella sua ricostruzione di quanto accadde nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando Ruby venne portata in Questura.
Il pm ha spiegato in aula che dopo la mezzanotte di quella sera ricevette la terza telefonata e questa volta parlò con il commissario Iafrate, la quale le disse che «non c’erano posti in comunità e che si era presentata una consigliera ministeriale, tale Minetti, e che si era offerta di prendere in affido la minore». Il magistrato ha riferito ai giudici di aver risposto al commissario di Polizia che quella di consigliera ministeriale era «una carica che non conosco e avevo anche chiesto a che titolo quella persona si era offerta di prendere in affido la ragazza».
Il pm Fiorillo ha quindi proseguito spiegando al collegio che la poliziotta al telefono le aveva poi spiegato che Nicole Minetti aveva fatto sapere «che era stata incaricata perchè si trattava della nipote di Mubarak. Rimasi incredula – ha proseguito il pm minorile – feci alcuni commenti e osservai ‘se mi avete detto che è marocchina, tutt’al più è figlia del re del Marocco».
Durante la sua deposizione il pubblico ministero dei minori ha spiegato che Giorgia Iafrate «faceva fatica ad ascoltarmi, parlava come se fosse un monologo e io avevo difficoltà ad inserirmi nel suo discorso. Sembrava che il suo fine fosse, come poi si è rivelato, affidare la ragazza» alla persona che si era presentata in Questura. «Ebbi con lei – ha continuato ancora Annamaria Fiorillo riferendosi al commissario di polizia – un tono deciso perchè la minorenne si trovava in una situazione di difficoltà. E le dissi che se non intendeva comprendere se ne sarebbe assunta ogni responsabilità. Fu una telefonata indimenticabile. Non mi è mai successo che dall’altra parte ci fosse una persona che non voleva ascoltarmi».

I giudici del tribunale di Milano, dopo aver respinto la richiesta di prove aggiuntive avanzate dalla difesa di Silvio Berlusconi, hanno chiuso l’istruttoria dibattimentale del processo Ruby. Per le 14, salvo imprevisti, dovrebbe cominciare la requisitoria.

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