A 14 anni si prostituivano per una ricarica!

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A 14 anni si prostituivano per una ricarica telefonica.

«All’Aquila c’è un fenomeno allarmante di cui sono venuto a conoscenza da poco: quello della prostituzione minorile, ragazzine anche al di sotto dei 14 anni che si vendono per qualche euro e a volte anche solo per una ricarica». la dichiarazione choc rilasciata questa mattina dal vescovo ausiliare dell’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto sulle povertà in Abruzzo e Molise che si è tenuta nella sede della Caritas Diocesana a Coppito.

«Al di là dei numeri allarmanti relativi all’aumento di richieste di aiuto economico alla nostra diocesi da parte delle famiglie aquilane – ha proseguito D’Ercole – è questo ovviamente il dato che preoccupa maggiormente. A parlarmene è stato un medico dell’ospedale aquilano, che conosce casi di famiglie in difficoltà in cui bambine, anche di 12 anni, sono arrivate a prostituirsi».

Secondo le parole di D’Ercole il medico ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine che stanno «già indagando e agendo con discrezione sui casi di prostituzione minorile all’Aquila». Quindi l’appello del vescovo ausiliare affinché «si incoraggino i ragazzi a parlare con gli adulti, gli insegnanti, i sacerdoti, gli educatori in modo tale che si possano prevenire certi fenomeni». «Il disagio deve essere – prosegue il prelato – una delle più grandi preoccupazioni per noi adulti».

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La protesta di Ruby: “Voglio essere ascoltata al processo”

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Karima El Mahroug, meglio nota come Ruby, dichiarandosi “dispiaciuta di aver fatto una cavolata spacciandomi per parente di Mubarak”, ha manifestato oggi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano per chiedere di essere ascoltata al processo che porta il suo nome e che vede come imputato Berlusconi con l’accusa di sfruttamento di prostituzione minorile. Ruby è la figura chiave, oltre che in questo processo, anche di quello in cui sono imputati Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. Aspettando il 22 aprile, data in cui riprenderà il procedimento per il Cavaliere dopo la sospensione delle udienze decisa dai giudici in attesa della decisione della Cassazione sull’istanza di legittimo sospetto presentata dalla difesa del Cavaliere, Ruby ha preparato un lungo comunicato che ha letto alla stampa evitando però di rispondere alle domande. La ragazza ha esordito affermando di essersi sentita “strumentalizzata da parte della stampa e dalla magistratura” e di aver deciso “dopo due anni di rompere il silenzio”, lo ha fatto con questa protesta “per mia figlia Sofia e per la mia famiglia”. Tra le tante affermazioni contenute nel suo comunicato, Ruby ha dichiarato: “Non ho nulla di cui vergognarmi e nulla da nascondere. Chiedo di essere sentita dai giudici di Milano, spero che mi chiamino. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, e che questo avvenga nelle sedi istituzionali.” E ancora: “Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me”. Dopo essersi scusata per le sue bugie, anche per quelle raccontate a Berlusconi, che afferma le servissero per “costruire una vita parallela, un’origine diversa dalla povertà”, non ha risparmiato un attacco alla magistratura: “La violenza che più mi ha segnato è stata quella del sistema investigativo. Dei ripetuti interrogatori che ho subito solo alcuni sono stati messi a verbale. Ho subito una tortura psicologica, un atteggiamento apparentemente amichevole ma improvvisamente mutato quando non ho accusato Silvio Berlusconi”, ha letto ancora Ruby. “A 17 anni non sapevo nemmeno chi fossero i pubblici ministeri, non leggevo i giornali, a malapena sapevo chi fosse Berlusconi. Oggi ho capito che è in corso una guerra nei suoi confronti che non mi appartiene, ma che mi coinvolge, mi ferisce. Non voglio essere vittima di questa situazione. Non è giusto. Chiedo che qualcuno ascolti quello che ho da dire, voglio raccontare l’unica verità possibile e lo voglio fare in sede istituzionale” E ancora: “Oggi ho capito che è in corso una guerra contro di lui e io ne sono rimasta coinvolta, ma non voglio che la mia vita venga distrutta”. Quindi Ruby si è congedata con un: “Quello che dovevo dire l’ho detto. Adesso spero che mi chiamino.”

Il bacio di Francesco durante la lavanda!

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Dopo la visita al carcere minorile romani di Casteli di Marmo Papa Francesco, al termine della breve Omelia per la Messa In Coena Domini tenuta nella cappella del carcere  ha proceduto alla tradizionale cerimonia della ‘lavanda dei piedì, richiamando lo stesso gesto che fece Gesù con i suoi 12 discepoli. Il Pontefice lo fa con 12 giovani ospitati nella struttura penitenziaria, ma con una significativa innovazione: i 12 ragazzi, infatti, sono 10 maschi e 2 femmine. Nel corso dell’Omelia, spiegando questo gesto compiuto da Cristo ai discepoli, il Papa lo ha definito «una carezza di Gesù, venuto a servire e ad aiutarci».

Abusi su minore… condannato parroco a 9 anni!

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I giudici della Corte d’appello di Genova hanno confermato la condanna a 9 anni, sei mesi e 20 giorni di reclusione di carcere per Don Riccardo Seppia, l’ex parroco di Sestri Ponente accusato di violenza sessuale su minori, tentata induzione alla prostituzione minorile, offerte plurime di droga e cessione di cocaina. E stata invece ridotta (da 5 anni a 4 anni e 8 mesi) la pena per l’ex seminarista Emanuele Alfano, che era accusato di induzione alla prostituzione minorile.

Berlusconi in ospedale nel giorno del processo di Ruby!

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I problemi di salute di Silvio Berlusconi “non sono un legittimo impedimento assoluto”: per questo il pm di Milano, Ilda Boccassini, ha chiesto ai giudici del processo Ruby di respingere l’istanza di rinvio dell’udienza, parlando di “un’escalation di certificati medici” per far slittare la requisitoria. I magistrati sono ora in camera di Consiglio, mentre il leader del Pdl è all’ospedale San Raffaele per l’uveite di cui soffre.

Berlusconi, che è imputato per concussione e prostituzione minorile, “ha un grave disturbo della vista”. Lo hanno riferito i suoi legali. Nel frattempo, i giudici del tribunale di Milano hanno sospeso l’udienza in attesa del fax che attesti il ricovero per l’aggravarsi dell’uveite.La malattia del leader del Pdl – che da tempo ha una forte congiuntivite e il distacco del vitreo, con la raccomandazione di non esporsi alla luce intensa – per il procuratore però non rappresenta un impedimento assoluto. Secondo il pm, i tre certificati medici con data 5, 6 e 7 marzo rilasciati dal San Raffaele rappresentano “un’escalation per far sì che l’udienza non venga svolta”.L’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha parlato di logica del sospetto da parte del pubblico ministero mentre l’altro difensore, Piero Longo, ha ricordato che i sintomi della malattia di Berlusconi evolvono quotidianamente. Nell’udienza di oggi è previsto il proseguimento della requisitoria del pm, mentre da calendario per il 18 marzo è prevista la sentenza. Già ieri Berlusconi aveva annunciato l’impossibilità di partecipare a un incontro previsto per oggi col premier uscente Mario Monti e alla riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl.

Ecco nei dettagli il BUNGA BUNGA!

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Erano tre le fasi che scandivano le serate ad Arcore secondo la ricostruzione del pm Sangermano: “La cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze; il bunga bunga, che non è un’invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica; la terza fase in cui alcune ospiti s’intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro”.

Ruby, per la procura, “era parte integrante del sistema prostitutivo”. Il magistrato ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come “protagonista attiva delle serate di Arcore” e “che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell’ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi” e “svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l’attività di intermediatrice e agevolatrice dell’altrui prostituzione”.

MARONI MENTI’ IN AULA? Giallo al processo Ruby.

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La pm Fiorello è convinta che MARONI MENTI’ IN AULA. Quando l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni «andò in Parlamento a dire che la polizia aveva affidato» a Nicole Minetti la minorenne Ruby «secondo le mie disposizioni» riferì «cose non vere». Lo ha detto oggi in aula il pm minorile Annamaria Fiorillo sentita come testimone al processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, parlando del procedimento aperto nei suoi confronti davanti al Csm. «È stato un attacco alla mia onorabilità – ha spiegato il pm – perchè in una situazione simile nessun magistrato avrebbe preso una decisione diversa dalla mia», cioè la comunità.
Per il pm minorile Annamaria Fiorillo, sentita come testimone al processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi, il commissario di polizia Giorgia Iafrate, alla quale aveva dato indicazioni di affidare la minore a una comunità, fu «una telefonata indimenticabile perchè non è mai successo che dall’altra parte ci fosse una persona che non voleva ascoltarmi». Lo ha detto in Aula lo stesso pm nella sua ricostruzione di quanto accadde nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando Ruby venne portata in Questura.
Il pm ha spiegato in aula che dopo la mezzanotte di quella sera ricevette la terza telefonata e questa volta parlò con il commissario Iafrate, la quale le disse che «non c’erano posti in comunità e che si era presentata una consigliera ministeriale, tale Minetti, e che si era offerta di prendere in affido la minore». Il magistrato ha riferito ai giudici di aver risposto al commissario di Polizia che quella di consigliera ministeriale era «una carica che non conosco e avevo anche chiesto a che titolo quella persona si era offerta di prendere in affido la ragazza».
Il pm Fiorillo ha quindi proseguito spiegando al collegio che la poliziotta al telefono le aveva poi spiegato che Nicole Minetti aveva fatto sapere «che era stata incaricata perchè si trattava della nipote di Mubarak. Rimasi incredula – ha proseguito il pm minorile – feci alcuni commenti e osservai ‘se mi avete detto che è marocchina, tutt’al più è figlia del re del Marocco».
Durante la sua deposizione il pubblico ministero dei minori ha spiegato che Giorgia Iafrate «faceva fatica ad ascoltarmi, parlava come se fosse un monologo e io avevo difficoltà ad inserirmi nel suo discorso. Sembrava che il suo fine fosse, come poi si è rivelato, affidare la ragazza» alla persona che si era presentata in Questura. «Ebbi con lei – ha continuato ancora Annamaria Fiorillo riferendosi al commissario di polizia – un tono deciso perchè la minorenne si trovava in una situazione di difficoltà. E le dissi che se non intendeva comprendere se ne sarebbe assunta ogni responsabilità. Fu una telefonata indimenticabile. Non mi è mai successo che dall’altra parte ci fosse una persona che non voleva ascoltarmi».

I giudici del tribunale di Milano, dopo aver respinto la richiesta di prove aggiuntive avanzate dalla difesa di Silvio Berlusconi, hanno chiuso l’istruttoria dibattimentale del processo Ruby. Per le 14, salvo imprevisti, dovrebbe cominciare la requisitoria.

Bomba sulla famiglia Middleton… sfruttano il lavoro minorile!

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Una potenziale bomba per la reputazione della famiglia di Kate Middleton, duchessa di Cambridge e futura madre di erede al trono britannico. Il Daily Mail rivela oggi che la florida azienda gestita dai genitori di Kate, la “Party Pieces”, per una fortuna calcolata intorno ai 30 milioni di sterline grazie alla produzione e la vendita online di gadget da party per bambini, sfrutterebbe il lavoro di piccoli “schiavi” delle zone più svantaggiate del mondo: pagati nei Paesi d’origine non più di 10 centesimi all’ora per realizzare gli oggetti destinati alle feste di coetanei benestanti in Inghilterra e oltre.

Il quotidiano britannico ha condotto un’inchiesta che lo ha portato in una favela alle porte di Tijuana, in Messico, la città di frontiera dilaniata dal narcotraffico. Qui ha incontrato Monica Villegas, 38 anni, e la sua bimba Stephanie, di 5, che realizzano a mano uno degli articoli più popolari venduti dai Middleton. Monica lavora nella sua piccola cucina, scrive il Daily Mail: 10 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. Insieme al figlio 18enne e alla piccola Stephanie. Realizzano tutta una serie di prodotti destinati a varie aziende britanniche. Tra queste anche la “Party Pieces”, fondata nel 1981 da Carole Middleton, che rivende a 12,99 sterline (circa 15 euro) un oggettino pagato centesimi di sterlina, poco più di un euro.

Se la storia venisse confermata i Middleton si troverebbero quantomeno in grave imbarazzo. L’azienda, valutata più di 30 milioni di sterline, i cui affari vanno a gonfie vele, ha fatto sapere in un comunicato che «le accuse mosse dal quotidiano verranno prese in seria considerazione» e che «si consulterà con i propri fornitori per chiarire le responsabilità della vicenda». Le vendite degli articoli per bambini dei Middleton, sono – secondo i tabloid inglesi – aumentate ancora di più, dopo la notizia che la figlia Kate, moglie del principe William, è in attesa del futuro erede al trono d’Inghilterra.

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