Sull’ultimo numero dell’Espresso viene pubblicata un’inchiesta il cui oggetto sono i “trascorsi scandalosi” del nuovo prelato dello Ior, monsignor Battista Ricca. Prima della nomina, Papa Francesco aveva analizzato il fascicolo riguardante il prelato, ma solo dopo una settimana “è venuto a conoscenza, da più fonti, dei trascorsi di Ricca a lui fin lì ignoti”. Il riferimento è a presunte relazioni omosessuali del sacerdote risalenti al periodo trascorso alla nunziatura di Montevideo, in Uruguay, dove arrivò nel 1999 dopo aver prestato servizio a Berna.” Al centro dello scandalo vi sarebbe la relazione con un capitano dell’esercito svizzero, Patrick Haari, giunto con lui in Uruguay dove “Ricca chiese che anche al suo amico fossero dati un ruolo e un alloggio nella nunziatura”, cosa che alla fine avvenne, dopo che il nunzio andò in pensione. Da quanto riporta il settimanale, “l’intimità di rapporti tra Ricca e Haari era così evidente da scandalizzare numerosi vescovi, preti e laici di quel piccolo Paese sudamericano, non ultime le suore che accudivano alla nunziatura. Anche il nuovo nunzio, il polacco Janusz Bolonek, arrivato a Montevideo all’inizio del 2000, trovò subito intollerabile quel ‘menage’ e ne informò le autorità vaticane, insistendo più volte con Haari perché se ne andasse”. L’espresso racconta anche che, nei primi mesi del 2001, Ricca “incappò in più di un incidente per la sua condotta sconsiderata. Un giorno, in un locale di incontri tra omosessuali, fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto”. Durante lo stesso anno, in agosto, “in piena notte l’ascensore della nunziatura si bloccò e dovettero accorrere i pompieri, che lo trovarono imprigionato insieme a un giovane”. Il nunzio Bolonek chiese l’immediato allontanamento di Ricca dalla nunziatura e il licenziamento di Haari. E ottenne il via libera dal segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano. Ora che il Pontefice, amareggiato, ne è a conoscenza, ne “trarrà le decisioni conseguenti”.

Sarebbero circa un centinaio gli italiani che sono bloccati da questa mattina all’aeroporto di Sharm el Sheikh in attesa di imbarcarsi per tornare in Italia. Tra questi anche una trentina di bambini, tra cui uno diversamente abile. Il gruppo, proveniente dal Nord Italia sarebbe dovuto partire questa mattina alle 9.30 per Bologna, ma l’aereo per motivi amministrativi non è mai arrivato. Della vicenda è stata informata la Farnesina dal Console Onorario che da vicino la vicenda fornendo assistenza e che ha fatto sapere che i turisti stanotte saranno sistemati in un albergo e domani dovrebbero poter ripartire.
«Ci tengono bloccati e non ci lasciano uscire dall’ aeroporto – ha detto al telefono Stefano Mecchia, del Friuli Venezia Giulia – da questa mattina ci hanno dato da mangiare soltanto un pezzo di pizza e da bere una bottiglia d’acqua. I bagni sono in condizioni impossibili. Anche gli egiziani sono imbarazzati, ma sembra che il problema sia dovuto al tour operator». I turisti hanno riferito di essere molto spaventati anche per la situazione politica e sociale in evoluzione in Egitto.