La barzelletta di Arcore… alla fine Berlusconi sale sul palchetto!

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Sale o non sale questo è il dilemma…

E la realtà supera l’immaginazione. Un palco allestito. I militanti davanti alla sua villa arrivati su sollecitazione dei dirigenti del Pdl… Tutto è pronto ma Berlusconi non può scendere, glielo impediscono i legali. Interdetto? Lui chiuso in casa, i militanti che lo invocano… almeno un’apparizione? No, il Cavaliere è risoluto e ritirato nel suo privato. Poi sono   Daniela Santanchè e Michela Vittoria Brambilla a convicere l’ex Premier e lui, in barba ai suoi avvocati, accetta l’invito e arriva sul palco.

Stringe le mani, ostenta sorrisi, ma non parla. Il segnale pesa sul Popolo della Libertà tornato ad essere Forza Italia. Il leader è confuso e forse il suo popolo per la prima volta, questo pomeriggio, ha visto la debolezza di Berlusconi.

Per cosa verrà ricordata la manifestazione di oggi davanti alla villa di Berlusconi? Per la  Zanicchi che intona “prendi questa mano zingara”? Forse ci si aspettava una adesione maggiore, forse era davvero meglio non apparire piuttosto che mostrarsi muto… forse solo il tempo potrà far chiarezza su un uomo che nell’ultima settimana ha sentito tremare la terra sotto i piedi e che oggi è stato imbavagliato dai suoi avvocati per paura che potesse dire la famosa “frase di troppo”!

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Davanti alla casa del Bunga Bunga si schiera l’esercito… ma Silvio non c’è!

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Sembra prprio non mancare nessuno tra i militanti di Silvio Berlusconi che oggi si sono dati appuntamento davanti alla villa di Arcore per una manifestazione contro la magistratura. Amministratori locali, dirigenti di partito e parecchi parlamentari. Sotto al palchetto sfilano i big del Pdl: Lucio Malan, Daniele Capezzone, Stefania Prestigiacomo, Daniela Santanchè, Laura Ravetto. Naturalmente in prima linea c’è anche  Volpe Pasini, l’ideologo dell’esercito di Silvio.

La prima confusione però è nelle bandiere c’è chi ancora sventola quella del Pdl e chi invece ha riesumato dall’armadio quella di Forza Italia.

Tra gli altri striscioni anche quello dell’Esercito di Silvio e poi cartelli dedicati alla pm di Milano, Ilda Boccassini, sui quali c’è scritto: “Boccassini: ai lavori socialmente utili dopo una vita per lavori inutili a carico del contribuente”.

Arriva anche Iva Zanicchi che spiega “di essere qui per solidarietà più che per Forza Italia, anche se sono d’accordissimo, ritroveremo entusiasmo”. Zanicchi, poi si è soffermata sulla recente condanna a Berlusconi per il caso Ruby dicendo che la “sentenza non mi è proprio piaciuta. Io ho grande rispetto per la magistratura, perchè posso dire che la giustizia in Italia c’è, in questo caso non tanto, mi ha abbastanza sconvolto, sulla condanna e sull’entità, è vergognosa”.

E’ stato montato anche un palchetto sul quale parlerà Silvio Berlusconi alla sua prima uscita pubblica dopo la settimana nera delle condanne inflitte al Cavaliere dalla magistratura. E per tutta la giornata le colombe del Pdl, a partire da Gianni Letta, hanno invitato Berlusconi a usare toni morbidi, nel suo intervento di fronte ai fedelissimi arrivati ad Arcore. Sia sulla magistratura sia sul governo. Chissà. Chi lo conosce bene, spiega che in questi casi non è prevedibile ciò che dirà e come misurerà le parole. E’ un dato ci fatto che, dopo aver rassicurato i ministri sul governo Letta, il Cavaliere ha dato il via libera a una manifestazione contro i giudici di fronte a casa sua.

E’ un fulmine a ciel sereno quello che investe i militanti riuniti davanti all’abitazione di Silvio Berlusconi:

“Berlusconi non parla, i legali hanno sconsigliato”. A sorpresa Mantovani sale sul paco e annuncia che il Cavaliere ha “il cuore gonfio di rabbia” ma i legali, in questa situazione delicata, gli hanno consigliato prudenza. E la folla reclama “Silvio, Silvio”. E qualcuno: “Cambia avvocato e vieni a parlare”.

I militanti si lamentano. Vogliono sentire Berlusconi. Sale sul palco la Zanicchi: “Vogliamo solo un saluto veloce, chiediamo a Berlusconi di venire a farci un saluto, anche senza parlare”

SILVIO NON C’E’!

“Dismisura, abuso di potere e degrado”, le cene di Arcore secondo Mora

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Non usa eufemismi Lele Mora rendendo dichiarazioni spontanee al processo “Ruby bis”. Fa il “mea culpa” e affonda il coltello su quanto secondo lui accadeva nelle serate ad Arcore nella Villa di Silvio Berlusconi. L’udienza si apre con parole dure «dismisura, abuso di potere, degrado, tre parole che ho letto sui giornali e che condivido», così definisce le “serate eleganti” dell’ex Premier. Mora ha poi letto la sua dichiarazione spontanea assistito dai suoi difensori, gli avvocati  Gianluca Maris e Nicola Avanzi, «poche parole per non violare il silenzio che mi sono imposto e che per me è l’unica condotta dignitosa» e poi ha aggiunto che durante il suo periodo di carcere, per l’accusa di bancarotta ha avuto modo di riflettere «…perché il carcere ti impone una pausa».

Si è anche scusato con i giornalisti per aver attaccato con polemiche aggressiva la stampa, per poi sottolineare il suo ruolo “passivo” nella vicenda e chiarire che «oggi non voglio più mangiare cibo avariato e lascio il compito di chiarire ai miei difensori». In particolare le sue scuse si sono rivolte al conduttore di ‘Piazza Pulita’ Corrado Formigli. «Mi vergogno – ha spiegato – di tante polemiche che ho fatto in passato contro i giornalisti e i comunisti e voglio chiedere scusa senza se e senza ma». L’ex manager dei vip ha detto di voler «uscire da questa bufera infernale che mi ha tolto la luce».
Mora ha ammesso di aver portato alcune delle ragazze ad Arcore, ma di non averle mai costrette e ha aggiunto di aver ricevuto «un prestito da Berlusconi tramite Fede con cui potevo salvare la mia società». Per i fatti di bancarotta, ha concluso, «mi sono assunto le mie responsabilità, per quelli di questo giudizio valuterete voi giudici».

Intervista shock a Lele Mora: Berlusconi buono come Wojtyla

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“Il presidente proprio non meritava una condanna così grave. E sa perché? non c’è al mondo un uomo buono come lui. Io ho frequentato Papa Wojtyla, Madre Teresa e Lady Diana e Berlusconi resta il più gentile e umano di tutti”.

Queste le sconvolgenti parole con cui inizia Lele Mora nell’intervista de “Il Fatto Quotidiano”.

Poi prosegue:

“Sono amareggiato, conosco Berlusconi dall’85, eravamo e siamo grandi amici anche se non ci sentiamo più perché i giudici lo sconsigliano. Io, come il presidente, ho sempre e solo cercato di aiutare ragazze in difficoltà”.

E sottolinea:

“È questo che l’ha fregato, la sua inequiparabile generosità”.

Nelle parole di Lele Mora sembra quasi che sia stato Silvio berlusconi ad essere molestato:

“Alcune si presentavano con la pelliccia e nulla sotto: completamente nude. Ma al presidente non piacevano queste qua. Troppo sfacciate. Lo colpisce la spontaneità”.

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Poi su Ruby non ci sono dubbi:

“Le ha dato soldi per aprire il centro estetico, l’ha fatto per pena. Sono certo che non abbiano mai fatto sesso: anche perché, dopo il suo intervento alla prostata, non tutto funziona al meglio. e poi non la poteva soffrire: puzzava di sudore, era malconcia”.

E poi non ha dubbi:

“Consiglio al presidente di continuare a lottare perché non ha fatto nulla. Venerdì, ho deciso, andrò in tribunale per le dichiarazioni spontanee”.

Ma non sarà forse controproducente che un personaggio “equivoco” come Lele Mora possa andare in Tribunale per una dichiarazione spontanea nel processo che vede imputato l’ex Premier italiano?

Brunetta non ci sta alla successione dinastica

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Renato Brunetta va contro la successione dinastica che ormai sembra quasi inevitabile. Marina Berlusconi, primogenita del Cavaliere è oggetto di un duro attacco che il capogruppo del Pdl alla camera lancia dai microfoni di 24 Mattino su Radio24. Il parlamentare si esprime senza mezzi termini contro la successione di Marina Berlusconi: “Non mi piacciono le dinastie, né quelle monarchiche né quelle democratiche. Se la dottoressa Marina Berlusconi vuole fare politica, e ne ha tutte le capacità, faccia pure. Ma non penso che sia plausibile un’investitura a carattere ereditario”. E poi aggiunge: “Dimostri le capacità in politica, come ha fatto in ambito manageriale e, se vale, acquisirà ruoli, funzioni, leadership. Io amo il merito, in democrazia è tutto. Essere leader perché si è ‘nati da’ penso sia un modo di selezionare la classe dirigente un pò obsoleto”.

Ma il dissenso del Pdl sulla figlia di Berlusconi arriva da più partiti del partito. Anche Manuela Repetti, parlamentare del popolo delle libertà e compagna di Sandro Bondi, mette le mani avanti su una possibile discesa in campo di Marina: “Non credo – dice durante la trasmissione televisiva Agorà su Raitre – che ci sia bisogno di scoraggiare l’idea di una Marina Berlusconi in politica. Al di là delle considerazioni sincere e oggettive relative alle tante qualità umane, professionali e di onestà che le riconosco, credo che lei stessa non abbia alcuna intenzione di farlo”. E conclude: “Credo che lo stesso Berlusconi, per l’affetto che ogni genitore nutre per i propri figli, non abbia tutto questo desiderio di mandare sua figlia non dico al macello, ma in politica”.

La Gelmini contro la sociologa… il risultato è devastante!

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Si è consumato l’ennesimo scontro televisivo sui comportamenti di Silvio Berlusconi, condannato dal tribunale di Milano a 7 anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici.  Questa volta a uscire danneggiata sembrerebbe proprio essere la Gelmini che durante la trasmissione di Ballarò avrebbe risposto “confusamente” alla sociologa Amanda Signorelli.

La sociologa infatti ha ribadito come Berlusconi avrebbe “sdoganato il vecchio machismo all’italiana e la prostituzione perchè attraverso tutta la sua lunga storia di uomo pubblico vi è stato un atteggiamento verso le donne di un certo tipo. Ha recuperato il vecchio machismo italiano e ha recuperato un fenomeno molto antico che è la prostituzione, dando a entrambi un tocco postomoderno. Il vecchio machismo implicava il fatto che un uomo avesse delle prestazioni sessuali di un certo livello. Quando Berlusconi negli incontri pubblici non faceva altro che osservare o valutare ad alta voce l’aspetto delle donne presenti, chiedere numeri di telefono, vantarsi delle proprie capacità in termini poco eleganti. In tutta questa situazione quale carisma propone? Non è quello del macho latino, ma dimostra che quello che conta in un uomo è la quantità bulimica di prestazioni sessuali che può pagare. Se la Gelmini andasse in giro a sentire quello che la gente dice sugli autobus o nelle università si renderebbe conto che questa è l’immagine che è stata sfornata, lui ha tanti soldi fa quello che gli pare, perchè glielo dovremmo proibire? Se qualcuno ha trasformato i suoi atteggiamenti o ambizioni sessuali in una questione pubblica, quello è stato Berlusconi stesso con tutti i suoi atteggiamenti, sollecitazioni, pretese fatte in sedi pubbliche nazionali e internazionali. Berlusconi, dal mio punto di vista prettamente culturale e che anche dal punto di vista della prostituzione ha fatto un’innovazione molto grossa: l’ha sdoganata in pieno: Berlusconi è un imprenditore e per lui tutto può essere merce, tutto si misura in valore di mercato. Per Berlusconi non c’è nulla di sbagliato nel fatto che uan donna intelligente brava e bella si metta sul mercato.”

La risposta della Gelmini non ha tardato ad arrivare: “A fronte del compiacimento che colgo in studio di fronte alle condanne di Berlusconi, figurariamoci se mi soprendo per il giudizio o per il pregiudizio nei confronti di Belusconi. Quello che mi fa più orrore nelle parole della professoressa è che quando dice che Berlusconi avrebbe sdoganato la prostituzione, automaticamente condanna al rango di prostitute donne che non conosce. Il suo giudizio morale è pesantissimo solo perché ha letto qualche intercettazione. Se si sente libera di privare della dignità e del decoro altre donne faccia pure, ma questa affermazione mi sembra abbastanza grave”

La sociologa ha quindi ribadito: “Ho precisato che non so quali erano le intenzioni Berlusconi, non so se le ragazze sono state pagate o meno. Lo sdoganamento della prostituzione lo si riconosce andando per le strade e se senti uomini e donne che parlano delle ragazze che si prostituiscono come brave ragazze. Ritengo che il modo di agire di Berlusconi abbia modellato la società”.

Anche dopo l’ulteriore spiegazione della professoressa Signorelli, la Gelmini ha continuato a confondere i termini e in breve tempo la rete a iniziato a twittare quella che per molti è stata una “figuraccia” dell’ex ministro dell’istruzione.

La cena Berlusconi-Letta… un piatto amaro per gli italiani

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La cena a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e Enrico Letta si è consumata in un clima “cordiale e positivo” alla presenza anche di Gianni Letta e di Angelino Alfano. Un incontro durato tre ore che ha riservato un piatto amaro per gli italiani. Lo stop dell’Iva ci sarà ma lo pagheremo caro. Le coperture infatti dovrebbero arrivare da un aumento selettivo delle accise sugli olii combustibili, dall’introduzione del balzello sulle sigarette elettroniche, dal taglio dei fondi per la costruzione dell’autostrada libica decisa con il trattato di amicizia e da tagli ad altri investimenti. Saccomanni tuttavia, avrebbe un asso nella manica: un possibile aumento dell’acconto Irpef di novembre. Farlo salire del 5% farebbe salire gli incassi del 2013 di un miliardo di euro circa, permettendo di rimandare l’Iva fino a dicembre. Poi verrebbe scalato nel 2014, ma sicuramente sarebbe un duro colpo per gli italiani che si troverebbero a dover anticipare le tasse dell’anno futuro… fin quando sarà possibile strangolare i cittadini?

“Berlusconi è perseguitato… dai reati”, così Crozza

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L’inizio è per la Gelmini “Come mai è venuta lei? La Carfagna aveva Pilates. Le ho dato un dispiacere?”. Ma dura poco perchè il tema caldo della serata è ben altro: “Mi sa che è finita la stagione di Silvio…l’estate 2013 se la ricorderà per un po’. Detto così sembra un film dei Vanzina… Sapore d’estate? No, sapore di sbarre”. Poi aggiunge: “Berlusconi è davvero perseguitato. Dai reati! In un anno ha preso 12 anni. La magistratura gli sta allungando la vita! Ma a Berlusconi non è venuto il dubbio che Ghedini si sia laureato al Cepu? E’ l’unico difensore che riesce a far prendere al suo assistito più anni di quelli chiesti dall’accusa!” E la Boccassini? “Non c’era alla lettura della sentenza. Vuoi mettere vederla a casa con gli amici? Con il dolby surround?”

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Poi si concentra su Brunetta, quindi passa alla Biancofiore e all’ineleggibilità di Berlusconi. Si passa al Pd: “Non commentano la sentenza, anzi, dicono che va divisa dalla politica. Eh sì, perché la concussione la faceva da chansonnier”. E sulla Idem: “Ah, si è dovuta dimettere: se sei tedesco e fai il furbetto in Italia, il Pd ti fa un culo così. Se sei brianzolo….ti fa un inciucio così”. Poi: che differenza c’è fra un f35 e il Pd? Uno si spacca non appena prende quota, l’altro è un aereo”. Ce n’è anche per Beppe Grillo: “Sono le 21.34 e Grillo non ha ancora cacciato nessuno? Ci saranno problemi con il wi.fi”

Ferrara in piazza… tra provocazione e cattivo gusto

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Il Popolo delle Libertà scende in piazza capitanato da Giuliano Ferrara che tramite i social network ha lanciato il raduno a piazza Farnese a Roma contro “il tribunale speciale del comune sentimento del pudore”. Dopo la condanna a 7 anni e l’interdizione dai pubblici uffici, il Direttore del Foglio, raduna gli elettori e manifesta al grido di “Siamo tutte p*****e”. Tra provocazione e cattivo gusto, continua l’escalation dei berlusconiani che si oppongono alla magistratura e non riconoscono il rispetto delle sentenze.

Ferrara debutta passandosi il rossetto sulle labbra e inviando un bacio dedicato a Ilda Bocassini. La folla non è molta, ma una signora lo abbraccia e bacia affermando “Giuliano sei il mejo, grazie”. I presenti lo osannano e lo ringraziano e il direttore del Foglio afferma: “Si sa a Berlusconi piacciono le donne e lui piace a loro. Ma da qua a considerare tutto questo un reato…” Parla per circa mezz’ora, ricostruendo i fatti e indignandosi, chiamando la partecipazione e mettendo le mani avanti:”Domani diranno che è stato un flop ma chissene frega”. Con lui c’è la moglie, Anselma dell’Olio, al loro un cartonato di Mubarak e del Cavaliere.

E’ arrivata anche Francesca Pascale in piazza, che dice: “Mi sento offesa dalla giustizia, Silvio è l’uomo che amo”. Poi aggiunge: “Non sono una put***a e nemmeno Ruby.”

La Santanchè dichiara: “ieri mi sono vergognata di essere italiana” e ribadisce: “non possiamo più subire queste ingiustizie, Berlusconi è stato condannato a morte.” Certo, c’è da dire che noi italiani ci vergogniamo di essere definiti all’estero come il popolo del Bunga Bunga! Sempre nel corso della manifestazione in difesa di Berlusconi ha detto: “Dobbiamo tornare in piazza, è una guerra. Stanno togliendo la libertà a Berlusconi”.

Dal canto suo, la Pascale ha dichiarato: “Questa è una sentenza vergognosa. Sono venuta in piazza perchè mi sentivo di venire. Non ho avvisato Silvio perchè mi avrebbe impedito di essere qui, sarebbe stato preoccupato per me. Penso comunque che se me l’avesse impedito sarebbe stata la prima volta che gli avrei disobbedito”.

“Ridicolo un miliardo per il lavoro, è solo un’aspirina”, ha detto Daniela Santanché in piazza. “Il governo rischia?” Le chiedono i cronisti. “Rischiano tutti i governi che non fanno” risponde lei.

Marina Berlusconi: l’erede al trono?

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Non è una novità per i salotti della finanza milanese in cui da tempo se ne parlava apertamente. La figlia prediletta e la probabile “erede al trono” potrebbe essere proprio lei: Marina Berlusconi. Non a caso quelle parole dette dopo la sentenza sembravano più da manager e da erede che da figlia:

“Quello cui abbiamo dovuto assistere è uno spettacolo assurdo che con la giustizia nulla ha a che vedere, uno spettacolo che la giustizia non si merita”

Secondo alcune indiscrezioni poi ieri ci sarebbe stata una cena a casa Arcore e il Cavaliere si sarebbe detto “non contrario” a passare di mano lo scettro proprio alla sua primogenita. Continuerà la Dinasty del Cavaliere?

Dopo la condanna in tribunale, Berlusconi assolto a Porta a Porta?

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Se il tribunale condanna, la tv assolve e così Silvio Berlusconi riceva la sua “purificazione” a Porta a Porta. Bruno Vespa accusa la magistratura e nell’attesa che oggi il Pdl ritorni a protestare in piazza, nello studio dove propio l’ex Premier firmò il “contratto con gli italiani”, va in onda la difesa a spada tratta del Cavaliere.

E proprio il conduttore ad aprire la puntata con: “Quasi nessuno immaginava una condanna così severa, compresa la richiesta della Corte di aprire un processo per falsa testimonianza contro parte dei testimoni del processo, comprese molte delle ragazze che facevano parte delle ‘serate eleganti’, deputati e collaboratori dell’ex presidente del Consiglio”, spiega. Per Vespa la “sentenza non dovrebbe avere conseguenze dirette sulla stabilità dell’esecutivo, ma segna un punto di svolta nei rapporti tra politica e magistratura”.

La puntata va avanti tra un’intervista a Daniela Santanché al garantismo di Francesco Nitto Palma, l’ex ministro nel governo Berlusconi (ora presidente della Commissione giustizia del Senato), fino ad arrivare alle teorie di Maurizio Belpietro.

La magistratura sotto processo mediatico?

Nitto Palma afferma sicuro che: “Avendo letto le carte, pensavo di dover commentare questa sera una sentenza di assoluzione, dato che non ho ritrovato alcun serio elemento probatorio per sostenere l’accusa, con riferimento al reato di concussione e prostituzione minorile”, attacca. Poi spiega come “tutti i testimoni che hanno rilasciato dichiarazioni diverse rispetto alla posizione dell’accusa” sono coinvolti ora nella trasmissione delle carte alla Procura per falsa testimonianza.

Ma se il Pdl fa quadrato come è logico ci si sarebbe aspettati ben altra reazione da Dario Nardella, giovane deputato del Pd, che invece stupisce tutti dichiarando: “Evidentemente i giudici hanno valutato le carte con questo esito”, spiega, parlando della necessitò di “rispettare le sentenze”, ma senza esprimersi in merito e ricordando come si tratti soltanto del primo grado. Non prima di spiegare come sia necessario dividere le questioni politiche dai problemi giudiziari del Cavaliere. Parole che hanno un gusto amaro, proprio perché pronunciate da un giovane democratico che ancora una volta sembra ribadire il ruolo della magistratura senza voler prendere nessun tipo di posizione e di giudizio politico ed etico. 

“Picchia duro” Maurizio Belpietro, direttore di Libero che afferma: “Una sentenza incredibile, non esiste una prova certa, i presunti concussi dicono di non essere tali, la vittima che dice di non essersi mai prostituita”, attacca. Le stesse posizioni ribadite da tempo e andate in onda nelle televisioni di famiglia nell’ “inchiesta” di Rete 4 “La guerra dei vent’anni”. Tutti si alternano a dipingere Berlusconi come il classico “perseguitato politico”.  

L’interdizione di Berlusconi si ripercuote su Mediaset, cala il titolo

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La pena accessoria della sentenza Ruby potrebbe pesare più della principale. L’interdizione legale per la durata della pena ha già avuto i suoi effetti in borsa, dove il titolo Mediaset ha chiuso in calo del 5,3& a soli 2,39 euro.

Ma cosa significa l’interdizione? Se la pena accessoria fosse confermata fino al terzo grado di giudizio le conseguenze sarebbero dirompenti per i patrimoni di Silvio Berlusconi. L’interdetto legale è una persona che ha commesso un reato la cui pena è superiore ai 5 anni di reclusione per cui il giudice decide di limitare la sua capacità di agire e soprattutto di prendere decisioni nell’ambito del proprio patrimonio. Berlusconi in sostanza sarebbe sostituito da un tutore.  Non potrebbe quindi disporre in alcun modo delle aziende di cui è socio come Mediaset e Mondadori.

La Santanché contestata dopo i 7 anni a Berlusconi

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Era andata in Aula per assistere alla sentenza del processo Ruby, ma dopo la condanna a 7 anni di Silvio Berlusconi, Daniela Santanché è stata accolta da fischi e insulti da parte dei manifestanti che hanno atteso fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano, la paralmentare del Pdl. Alcuni hanno anche cantato “Bella Ciao”, dopo la pesante condanna ricaduta sull’ex Premier.

 

Rubygate: il Cavaliere disarcionato dalla magistratura

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Concussione per costrizione: pena 7 di reclusione. Interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. 

Dopo una camera di consiglio infinita è arrivata la sentenza di condanna. Ora la partita si giocherà fuori dalle Aule del tribunale tra il Parlamento e i Media dove Berlusconi dovrà ancora una volta usare le sue armi da abile stratega per convincere i suoi elettori dell’errore giudiziario e della sua innocenza che è stata trasformata in colpevolezza da chi ha voluto minarlo a livello politico e internazionale. Il colpo al governo c’è anche se si cercherà in qualche modo di attutire i danni, ma sicuramente l’Italia dopo questa condanna deve temere le mosse del Cavaliere che, non avendo più nulla da perdere, può muoversi liberamente senza più nessuno scrupolo. Quale sarà il prezzo dell’Italia per la condanna a Berlusconi? Quanto peserà sul governo? Quale sarà la prossima mossa dell’ex premier? 7 anni in Tibet per Berlusconi?

Le tv pronte a cambiare palinsesto dopo sentenza Ruby?

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Fonti vicino al Cav. lo descrivono di pessimo umore e pronto al peggio «tanto già so come finisce, finisce male… Io non ho fatto nulla, niente di male, questo processo non sta nè in cielo nè in terra, ma siccome vogliono farmi fuori dalla scena politica, approfitteranno anche di questa occasione». Berlusconi, nel processo che ha frantumato la sua immagine internazionale, sembra ormai rassegnato a dover fare i conti mediaticamente e politicamente con questa condanna. Avrebbe già annunciato un suo ritorno in tv, dopo il lungo silenzio, per spiegare «come stanno le cose», la posizione sua personale e del Pdl rispetto al momento, allo stato del Paese, all’economia, al governo e magari anche alla giustizia. Difficilmente questo accadrà oggi, magari si preferirà far decantare per qualche giorno la sentenza e poi tornare a ribadire la sua versione dei fatti.

Tuttavia sembra che i palinsesti televisivi siano pronti a cambiamenti se l’ex-premier volesse fare dichiarazioni o interviste.  Le tv internazionali sono già schierate davanti al palazzo di giustizia e sperano di poter trovare l’esclusiva all’ultimo momento.

 

Berlusconi tuona contro i pm

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Bisognerà attendere il 12 luglio per avere la sentenza nei confronti di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, imputati a Milano per il processo “Ruby 2” e per i quali sono stati chiesti oggi 7 anni di carcare. A quella data infatti è fissata l’ultima udienza, riservata alle eventuali repliche ed alla camera di consiglio. Nel frattempo, Berlusconi ha manifestato i suoi pensieri circa la riquisitoria odierna. “Le argomentazioni utilizzate dai Pubblici Ministeri Milanesi nel processo Minetti, Mora, Fede, in relazione a quanto sarebbe accaduto nella mia casa, sono quanto di più lontano dalla realtà sia possibile immaginare”, ha affermato il Cavaliere. “Decine e decine di testimonianze hanno asseverato la assoluta normalità delle cene presso la mia residenza e la totale assenza di qualsiasi connotazione men che corretta. La fantasia dell’accusa – sottolinea l’ex premier – appare davvero senza confini e si spinge ad una patologia giuridica che non può che destare indignazione e preoccupazione. Sono certo che la forza della verità dimostrerà la totale infondatezza di tali incredibili ed inaccettabili ricostruzioni”.

Processo Ruby, la requisitoria. La Minetti compì “atti sessuali retribuiti”

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Nicole Minetti non ebbe solo un ruolo di “intermediazione”, ma partecipò alle feste di Arcore “compiendo anche atti sessuali retribuiti”. A dirlo è stato il pm Antonio Sangermano in uno dei passaggi della sua requisitoriaal processo sul caso Ruby a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. Riguardo gli altri due imputati, il magistrato ha affermato che, come “due sodali”, “saggiavano la gradevolezza delle ragazze, facevano l’esamino per vedere se avevano anche una capacità socio-relazionale e poi le immettevano nel circuito delle serate ad Arcore, un circuito a cui non è sfuggita nemmeno Ruby”. Riguardo alle ragazze, entrate nel “complesso sistema prostitutivo”, sarebbero state “assatanate di soldi”. Il pm ha anche letto alcune intercettazioni di dialoghi tra giovani che hanno partecipato ai presunti festini a luci rosse e che, secondo il magistrato, “volevano ottenere vantaggi economici e di carriera ed erano disponibili a fare sesso a pagamento”. Sono questi alcuni dei passaggi chiave di una requisitoria durante la quale il pm ha anche ricostruito l’inizio delle indagini sul caso Ruby: “Abbiamo ricevuto una macroscopica notizia di reato, riguardante una ragazza minorenne che girava per le strade di Milano con pacchi di denaro, che frequentava alberghi di lusso, che viveva con una prostituta e andava a casa di un uomo ricco e potente da cui diceva di ricevere denaro dopo essere fuggita da una comunità”. “C’e’ qualcuno che, indossando come noi la toga, a fronte delle dichiarazioni di una minorenne, delle oggettive anomalie della notte del 27 maggio 2010, che sentendo Lele Mora dire nelle telefonate di inghindarsi con biancheria intima e la Minetti retribuire le ragazze, c’e’ qualcuno, ripeto, che avrebbe riattaccato la cornetta e si sarebbe tappato le orecchie senza indagare?”. E’ così che il pm di Milano Antonio Sangermano ha sottolineato che “la legge impone di indagare ed esercitare l’azione penale”. Sangermano, riguardo a Ruby, ha parlato di “immaturita’ e vulnerabilita”, ricordando che, durante la sua testimonianza “si e’ contraddetta” e aggiungendo: “l’unico dato certo e’ che Ruby ha sempre negato di essersi prostituita e di avere avuto rapporti a pagamento con Silvio Berlusconi”. Ha quindi proseguito: “Come in un videogame Ruby ha calato persone vere e immaginarie tentando una impresa ragguardevole: discreditare se stessa miscelando verita’ e bugie” e dire di avere inventato “cavolate”. Sempre nel corso della requisitoria del cosiddetto Ruby 2, il pm ha spiegato che Emilio Fede fu colui che “portò ad Arcore” Ruby e “da quel momento in poi, Mora ebbe il compito di prendersene cura” aggiungendo che, nel selezionare le ragazze da “immettere nel circuito prostitutivo delle serate di Arcore”, erano come “assaggiatori di vini pregiati”. Ma “gli eventi organizzati ad Arcore avevano certamente una natura prostitutiva” e quindi “Il bunga bunga non e’ il parto della torbida mente degli inquirenti, ma un contesto dell’ attivita’ di prostituzione”. Parlando di Nicole Minetti, inoltre, Sangermano ha spiegato che non ebbe solo un ruolo di “intermediazione”, ma partecipo’ alle feste di Arcore “compiendo anche atti sessuali retribuiti”. In seguito, il procuratore aggiunto di Milano Piero Forno ha ha parlato di “ambiente orgiastico” e nel descrivere le feste nella villa di Silvio Berlusconi le ha paragonate a una “orgia bacchica”. Lo stesso ha poi formulato la richiseta di pena: sette anni per Fede, Minetti e Mora. Il pm ha inoltre chiesto che i tre imputati siano condannati a una multa di 35 mila euro ciascuno. Le accuse sono di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile in quanto alle feste nella residenza milanese di Silvio Berlusconi partecipava, questa è l’ipotesi, anche Ruby quando era minorenne. Nella sua requisitoria ha citato anche Veronica Lario, la ex moglie di Silvio Berlusconi. Il pm ha ricordato quando nel 2009, prima di chiedere la separazione dall’ex premier, dichiarò che ”per la sua dignita’ non poteva tollerare un sistema in cui le vergini venivano date in pasto per la loro ambizione e i lori interessi”.

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