Adozioni in Congo: imminente il rientro degli italiani, ma senza bimbi

adozioni-congo-tuttacronacaEntro un settimana saranno tutti in Italia i genitori adottivi, 24 coppie, italiani bloccati da oltre due mesi in Congo per prendere i loro bambini: ma torneranno da soli. A questo punto la decisione è inevitabile: lo Stato centroafricano non ha rinnovato i visti e manca ogni certezza sui tempi di un eventuale sblocco dell’uscita dal Paese dei bambini regolarmente adottati. Negli scorsi giorni un componente per coppia era già rientrato, sperando in una soluzione più rapida. Ma ormai speranze non ce ne sono e i voli di ritorno sono stati prenotati. I bambini, che resteranno a Kinshasa, saranno ospitati – provvisoriamente, anche se questa provvisorietà potrebbe durare altri otto mesi – in varie strutture: dagli orfanotrofi dove già vivevano alla casa famiglia di una onlus. Come riporta Repubblica:

Sono due delle associazioni coinvolte in questa vicenda – Enzo B. e I cinque pani – ad assicurare che i bambini “saranno affidati a strutture protette scelte in accordo tra famiglie ed enti” e a spiegare i motivi del rientro, che “non è una resa, ma la volontà di lasciare lavorare in tranquillità le autorità congolesi affinché si arrivi ad una conclusione positiva dell’intera vicenda”. Al premier Enrico Letta – che a Natale ha mandato una delegazione a Kinshasa – le autorità locali avrebbero assicurato che “in tempi ragionevoli e per primi saranno esaminati i dossier italiani, già regolarmente depositati”, spiegano le associazioni, riferendosi al fatto che in Congo sono bloccate per dubbi sulle procedure di adozione coppie di diverse nazionalità. Un impegno che però non dà tempi certi, nonostante si stia organizzando un viaggio a breve di una delegazione congolese in Italia, nonostante ancora il delegato per le relazioni estere dell’Unione europea abbia fatto sapere di seguire “con attenzione” la questione e – questa volta la rassicurazione è del ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge – l’ambasciata italiana a Kinshasa stia lavorando a pieno ritmo per chiudere positivamente la vicenda.

Il rischio resta quello che la Repubblica democratica del Congo tenga fede alla sua prima decisione, cioè quella di chiudere le sue frontiere alle adozioni fino a fine settembre 2014, per verificare eventuali irregolarità nel post adozione, come sembra sia accaduto per alcuni Paesi (non per l’Italia). Per i genitori ancora in Africa, per le pesanti spese che dovranno sostenere ancora per il viaggio e per assicurare il mantenimento dei bambini anche dopo la loro partenza, le associazioni stanno raccogliendo fondi con una sottoscrizione

Povia e Mannoia fanno scintille su internet

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Il tema sulle adozioni ha fatto innescare la miccia tra Povia e Mannoia. Lo scontro avvenuto su Facebook ha messo al centro della discussione l’opportunità di affidare i minori a una casa-famiglia, a una coppia gay e a una coppia etero. Povia ha chiesto sul social network a chi le madri affiderebbero il proprio figlio in caso di una loro morte prematura.

La domanda, rivolta fra l’altro solo alle donne, è stata commentata da molti utenti e Povia a risposto a tutti con questo messaggio:

Se dovessi scegliere non sceglierei una coppia gay, mai. O etero, o casa famiglia. Le coppie “strane” non vengono neanche prese in considerazione per l’adozione. Bisogna poi vedere cosa intendi per “strano” perchè qui di strani ce ne sono tanti ;D

Fiorella Mannoia, non gradendo il commento di Povia, ha risposto immediatamente con la testimonianza di una donna adottata quando aveva sei anni:

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Povia risponde con una lettera che invece gli ha inviato un ragazzo di 21 anni commentando così la risposta della Mannoia:

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Poi segue la lettera del ragazzo:

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Chissà se arriverà la risposta della Mannoia?

Adozioni in Congo: i genitori tornano, ma senza i bimbi

adozioni-congo-tuttacronacaRientrano in Italia le 24 coppie che si trovano in Congo per adottare dei bimbi mentre i figli adottivi dovranno restare nelle strutture locali aspettando di riabbracciare i genitori e arrivare finalmente nel nostro Paese. Si attende che a Kinshasa, e in tutto il Congo, venga ripristinata la normalità dopo l’esplosione di violenza che ha fatto un centinaio di morti, e soprattutto che possano concludersi i passaggi diplomatici innescati dalla decisione del presidente Kabila di bloccare la partenza dei bimbi per verificare che le procedure siano state corrette. Maurizio Sanmartin, presidente de “I 5 piani”, una delle tre Onlus che si occupano di adozioni in congo ha detto: “Tutta la pressione che c’è stata in questi giorni, i toni troppo alti, l’idea stessa che quelle famiglie siano prigioniere in Congo, ha contrariato le autorità e complicato tutto. Per questo ci uniamo alla richiesta di silenzio stampa avanzata da Francesco Mennillo, commissario della Cai, la Commissione adozioni internazionali. E in considerazione della delicatezza e complessità della vicenda, invitiamo al silenzio giornalisti e famiglie”. Anche perché le violenze all’aeroporto di Kinshasa, in una base militare e in un paio di altre città, non sarebbero state ‘vissute’ né quasi percepite dalle famiglie, mentre l’immagine che ne è scaturita è stata un’altra, poco gradita al governo congolese. Aggiunge Sanmartin: “A quanto sembra, né l’ultima spedizione del governo, né l’impegno della diplomazia, ha portato qualche risultato. Per cui forse è meglio davvero organizzare il rientro”. Ma senza i piccoli. Alcuni genitori restanno in loco, mentre gli altri s’impegneranno in Italia per finalizzare le adozioni. In attesa del ministro della famiglia congolese in Italia e che il governo di Kinshasa mantenga la promessa di affrontare i casi italiani per primi. Intanto, vige il blocco fino al prossimo settembre, difficile da superare “perché è stato imposto a livello di presidenza” dal presidente Kabila in persona. Nel comunicato s’invitano le famiglie a “mantenere la calma, a non intraprendere iniziative personali e a interrompere ogni tipo di contatto con la stamp”», addirittura “per evitare di mettere a repentaglio le relazioni diplomatiche tra i due paesi”. Italia e Congo. Ma il lavoro della diplomazia continua, presto partirà per Kinshasa un emissario della Farnesina con la speranza di facilitare il ricongiungimento di bambini e genitori.

Spari all’aeroporto di Kinshasa, in Congo. Gli italiani: “Siamo in pericolo”

Kinshasa_International_Airport-tuttacronacaSono ancora in Congo le famiglie italiane desiderose di adottare un bimbo e nel frattempo ci sono stati degli spari all’aeroporto di Kinshasa. All’Ansa, uno dei papà bloccati nello stato, ha scritto una mail dove si legge “Siamo in pericolo”. Le famiglie si trovano ormai da un mese e mezzo in Congo, per riportare in Italia i loro bambini. Si legge ancora: “I ribelli hanno occupato la tv di Stato di Kinshasa prendendo ostaggi. Ci sono stati spari all’aeroporto che è chiuso. Noi temiamo – è detto ancora nella mail – per l’incolumità nostra e dei nostri figli”. In seguito, le forze governative congolesi hanno ripreso il controllo della tv di Stato a Kinshasa, assaltata stamane dai ribelli, che avevano preso in ostaggio alcuni giornalisti. Lo rende noto il portavoce del governo, specificando che la situazione nella capitale è “sotto controllo”. Sono quaranta i ribelli che hanno trovato la morte negli scontri. Nel frattempo, l’Unità di crisi della Farnesina ha invitato gli italiani residenti a Kinshasa, tra cui le famiglie adottive in attesa di rientrare in Italia con i loro bimbi, a rimanere nei loro alloggi. Lo riferiscono fonti del ministero degli Esteri.

“Massima considerazione” e “tempi rapidi”: si sbloccano le adozioni in Congo?

adozioni-congo-tuttacronacaDopo lo stop a tutte le adozioni arrivato dalla direzione nazionale congolese delle migrazioni, sembrano arrivare notizie incoraggianti per quel che riguarda le coppie italiane bloccate in Congo con i loro figli adottivi: Enrico Letta ha contattato telefonicamente il premier congolese Augustin Matata Ponyo Mapon, dal quale ha avuto rassicurazioni circa la volontà di “procedere, con la massima considerazione” ed “in tempi rapidi” a risolvere la situazione dei genitori italiani e dei loro figli adottivi. Lo comunica una nota con la quale il premier italiano informa dell’invio di una delegazioni di alti funzionai del Ministero degli Esteri e dell’Ufficio del Ministro dell’Integrazione italiani a Kinshasa che avranno il compito di confrontarsi con Matata e con i funzionari competenti per “consentire un rapido ritorno in Italia delle famiglie con i propri figli”. Matata ha inoltre sottolineato che la situazione dei notri concittadini è comune a tutti gli altri genitori adottivi che in seguito al blocco internazionale alle adozioni da parte della Repubblica Democratica africana, si sono ritrovati in un’empasse. In Congo, il governo ha infatti affermato di voler riesaminare le procedure e correggere le irregolarità presentatesi in alcune adozioni. Tuttavia, Kinshasa si è detta pronta a “procedere, con la massima considerazione e nello spirito di amicizia esistente tra i due Paesi, al riesame dei casi, in tempi rapidi e conformemente alle procedure vigenti”. Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini (Aibi), ente che supporta sei delle 24 famiglie coinvolte che al momento la ritiene “un’ottima notizia” e spiega che le coppie “sono serene e fiduciose. L’impegno delle istituzioni italiane li ha rassicurate”. “Ora, conclude, spero che, una volta superata questa vicenda, si possa pensare a una riforma dell’adozione internazionale. Dobbiamo far tesoro di questa esperienza per fare in modo che casi del genere non si ripetano più”.

I figli… “so’ pezzi ‘e core” e da adesso sono tutti uguali

figli-uguali-tuttacronacaSi attende la firma del Capo dello Stato, a cui farà seguito la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Dopo di che, i figli nati fuori e all’interno del matrimonio avranno gli stessi diritti. E’ quanto stabilito dal decreto, approvato in via definitiva dal Cdm, che abolisce ogni distinzione e discriminazione tra figli naturali e legittimi. Il decreto è stato emanato sulla base dei principi contenuti nella legge delega 219 del 2012, nella quale la parentela viene definita come il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia avvenuta all’interno del matrimonio, che quando sia avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio sia adottivo. Il testo stabilisce l’introduzione del principio dell’unicità dello “stato di figlio”, e di conseguenza l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli “legittimi” e “naturali” o “adottivi”. Non solo, nel testo viene stabilito anche il principio per cui la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti, e non solo con i genitori; la sostituzione della notizia di “potestà genitoriale” con quella di “responsabilità genitoriale”, una diversa visione che “privilegia il superiore interesse dei figli minori”, nonché la modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato, con previsione di norme di applicazione necessaria in attuazione del principio dell’unificazione dello stato di figlio.  Viene prevista la “legittimazione degli ascendenti”, ossia i nonni a far valere il “diritto di mantenere rapporti significativi con i minori”, ferma restando la “valutazione delle istanze alla luce del superiore interesse del minore”. E ancora, viene messo lo stop alle discriminazioni per i figli adottivi: nei casi di adozione piena, ossia che riguardi persona minorenne, si acquisisce lo stato di figlio “nato nel matrimonio”. Esclusa, invece, l’equiparazione per gli adottati maggiorenni, per i quali non sorge alcun vincolo di parentela con i parenti degli adottanti. Per quel che riguarda i casi di abbadono e indigenza, viene specificata la nozione di abbandono, con la previsione della segnalazione ai Comuni da parte dei tribunali per i minorenni delle situazioni di indigenza dei nuclei familiari. Inoltre, nel recepire la giurisprudenza della corte costituzionale e della corte di Cassazione, si è deciso di limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l’azione di disconoscimento della paternità. Viene introdotto anche l’ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all’interno dei procedimenti che li riguardano. Il decreto, inoltre, porta a dieci anni il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità per i figli nati fuori dal matrimonio e modifica la materia della successione prevedendo la soppressione del “diritto di commutazione” in capo ai figli legittimi fino ad oggi previsto per l’eredità dei figli naturali.

L’intervista doppia Celentano-Borioni: attratta dalle donne sin da bambina

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Rosalinda Celentano e Simona Borioni hanno deciso raccontare la loro storia d’amore, che dura da tre anni, con un’intervista doppia rilasciata a Le Iene. Ora vivono insieme, con il figlio dodicenne di Simona, si definiscono innamorate, fedeli e molto gelose, dicono di affrontare una convivenza dura, ma bella e di pensare con piacere ad un loro matrimonio, da celebrare in Germania, un giorno. Rosalinda ha anche confessato di essere attratta dalle donne dall’età di 5 anni, ma che in famiglia aveva timore di rivelarlo. All’inizio del suo coming out la famiglia non ha ben accettato il suo orientale sessuale, ma di aver superato oggi le difficoltà di dialogo con i genitori.

La Celentano a Le Iene ripercorre il suo passato rivelando di aver avuto anche due relazioni con uomini, di essersi rifugiata nell’alcol all’età di 27 anni, per la solitudine e la timidezza, e di aver tentato il suicidio.

Ecco il video dell’intervista.  

In Italia possibile adottare bimbi russi… perchè non son concessi i matrimoni gay

adozioni-russa-italia-tuttacronacaPavel Astakhov, rappresentante del Cremlino per i diritti dell’Infanzia, stando a quanto riferisce l’agenzia Interfax, ha annunciato che le adozioni internazionali di bambini russi saranno consentite soltanto all’Italia, visto che il nostro Paese non riconosce i matrimoni gay. “Ci risulta che attualmente l’Italia è l’unico Paese i cui cittadini hanno la possibilità di adottare bambini russi, perché questo Paese non riconosce il matrimonio omosessuale, e, di conseguenza, non dobbiamo cambiare nulla nell’accordo vigente e, inoltre, loro rispettano i termini di questo accordo”. Il rappresentante ha quindi spiegato che i bimbi russi verranno affidati unicamente ai Paesi con i quali ci siano accordi bilaterali di adozione. Al momento esiste solo con l’Italia, mentre la Francia non ha completato le procedure di ratifica del documento: “Non è colpa nostra. Voi (i partner occidentali, ndr) dovreste lavorare più attivamente se volete che l’adozione internazionale prosegua, perchè la Russia ha altre priorità. La nostra priorità è dare in adozione i bambini all’interno del Paese”.  Per quello che riguarda l’Italiam il presidente della Repubblica, preso noto che il numero degli affidi e delle adozioni è in calo, ha chiesto al Parlamento di affrontare i problemi che scoraggiano tanti genitori a intraprendere il lungo cammino necessario per poter accogliere un minore in famiglia. Lo scorso 20 novembre, si è svolta la Giornata per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e nel corso di un convegno organizzato dalla Commissione parlamentare infanzia, Pietro Grasso ha denunciato le criticità del sistema-adozioni in Italia: “Pur essendoci in Italia un numero di adozioni più elevato rispetto agli altri Paesi Ue, le domande di adozione negli ultimi anni hanno subito una flessione marcata. Uno dei deterrenti alla scelta di adottare è la complessità delle procedure e l’incertezza dei tempi per concludere il percorso”. La presidente della Commissione Michela Vittoria Brambilla ha quindi presentato i dati: calo delle domande di adozione nazionale (-33%) e internazionale (-22%) così come degli affidi (-14%) nel periodo 2007-2011. Cifre, ha sottolineato, che “devono far scattare un campanello d’allarme”. Oltre all’incidenza della crisi economica, ha spiegato, “uno dei deterrenti principali alla scelta di adottare è costituito dalla complessità delle procedure e dall’incertezza dei tempi (spesso superiori ai 3-4 anni), ma anche dai costi elevati che possono arrivare a 30 mila euro”.  Da non dimenticare, poi, “un atteggiamento a volte troppo sospettoso verso gli aspiranti genitori”. Risultato: viene meno il principio del diritto del minore a crescere in una famiglia.

Gay e nozze: dove stiamo andando, dove siamo e dove sono gli altri

 

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Il pidiellino Galan ha annunciato per i prossimi giorni una proposta di legge per tutelare finalmente i diritti delle coppie gay. Come lui, all’interno del partito, sarebbero favorevoli anche Laura Ravetto, Mara Carfagna, Daniele Capezzone e Sandro Bondi in primis,  ma anche altri “che non vogliono esporsi e aspettano, ma io ho fiducia”. Le prime indiscrezioni sono arrivate dai collaboratori di Galan, che hanno fatto sapere che si tratterà di dare tutela alle coppie omosessuali “attraverso il diritto di privato” e dunque “non si può parlare di nozze gay” come in Francia, ma si possono trovare assonanze con i  Pacs, discussi a loro tempo dal centrosinistra. Le questioni che vanno risolte sarebbero l’eredità, la pensione di reversibilità e la possibilità di andare a far visita al compagno in ospedale. Sembra ci sia dunque un ammorbidimento sul tema da parte del Popolo della Libertà, come dimostrano anche le parole della Santanchè: “Sono pronta al confronto e pronta a cambiare idea”, ha riferito all’HuffPost. “Soltanto i paracarri rimangono della stessa opinione. Se i gay si sono imborghesiti e vogliono sposarsi non sta a me giudicarli”. E distingue: “Un conto è il sacramento del matrimonio, un altro sono i diritti civili delle singole persone”. Concludendo: “Il Pdl rappresenta molti interessi differenti e molte anime con idee opposte, è giusto che provi a rappresentare anche questa parte della società”. Certo, voci di dissense restano, come Eugenia Roccella, che è andata in piazza a Parigi per manifestare contro la legge sulle nozze omosessuali, ma nache Gasparri, che ha parlato di “discriminazione” al contrario: “francamente – ha detto – non capisco la tendenza a discriminare chi non si associa all’ondata qualunquista a sostegno delle unioni gay”.

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Ma in Italia comunque si continua a lottare per l’uguaglianza anche su questo piano e, se ancora non c’è una legge che tuteli le coppie omosessuali, ciò non significa che non si possano formare. Come quella di Massimiliano Benedetto e Giuseppe Ilaria le cui nozze, che non hanno valore legale in Italia, si sono svolte nei giorni scorsi in un albergo romano, celebrate dall’attivista per i diritti dei gay Imma Battaglia. Ad organizzare l’evento è stata l’agenzia Same Love, wedding planner per matrimoni fra persone dello stesso sesso. Evento passato in sordina da noi, ma che ha conquistato la prima pagina del New York Times: “Non voglio sembrare retorica, ma noi amiamo i nostri ragazzi e come italiana provo un po’ di vergogna – ha detto al New York Times Marinella Benedetto, mamma di Massimiliano ,- ma i tempi sono maturi per un cambiamento. Dobbiamo solo fare pressione”. Nel riportare la notizia, il quotidiano americano ricorda che “l’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa occidentale che non riconosce unioni di alcun tipo fra persone dello stesso sesso”. “Sul matrimonio gay – titola infatti il quotidiano . l’Italia è sempre più sola”

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In Francia, dove a Cannes ha trionfato il film che tratta il tema dell’amore lesbico La via d’Adéle, si celebrerà domani, a Montpellier, il primo matrimonio gay. I promessi sposi sono Bruno Boileau, 30 anni, e Vincent Autin, dieci anni più grande. Mentre il paese continua ad essere spaccato sulla legge entrata in vigore da pochissimo, loro, che si sono conosciuti 7 anni fa in internet, avranno gli occhi di tutta la nazione puntati addosso. A celebrare le nozze sarà il sindaco della cittadina nel sud della Francia, Hélène Mandrou, impegnata da tempo sul fronte delle nozze gay, la stessa che il 5 febbraio 2011 ne aveva celebrato una simbolica, unendo Tito Livio Santos Mota et Florent Robin. Ci saranno anche ospiti illustri a festeggiare l’evento in rappresentanza del governo: il ministro dei diritti delle donne, Najat Belkacem-Vallaud, e il ministro per la Famiglia, Dominique Bertinotti. Insieme a loro 300 invitati tra esponenti politici e delle associazioni, 200 tra familiari e amici della coppia, e 130 giornalisti accreditati. “Il nostro matrimonio ha una grande eco mediatica e questo può essere imbarazzante”, ha dichiarato Bruno a l’avenir.net. “Ma noi cerchiamo sempre di non dimenticare lo scopo della nostra battaglia: che sia Monsieur o Madame, ciascuno deve potersi sposare nella propria città”. Ridotta all’osso la formula scelta per il rito:  “Vincent Autin, vuoi prendere per sposo Bruno Boilea?”, “E tu, Bruno Boileau, vuoi prendere per sposo Vincent Autin?”. “Vi dichiaro uniti in matrimonio”.

Visto il clima del Paese, però, l’invito è alla discrezione, per evitare d’incappare in spiacevoli incidenti, il banchetto si terrà in forma privata e in una località segreta, ma anche per non spettacolarizzare un evento così importante. Una scelta apprezzata anche da Bruno e Vincent, che speravano in un po’ d’intimità: “Il nostro è un matrimonio d’amore. Vogliamo mettere su famiglia e dunque chiederemo anche l’adozione”. E il loro è stato amore a prima vista, prima si sono conosciuti all’interno di un forum, poi l’incontro a Parigi. Il timido Bruno si è ritrovato innamorato dell’estroverso Vincent, già attivista lgbt. Vincent è impegnato all’interno dell’Interpride World, di cui è responsabile francese. I mesi passano, la storia è seria, e Bruno decide di fare coming out in famiglia, dove la coppia è acoclta a braccia aperte. S’insinua in tutti la speranza, accompagnata dall’impegno, che la Franciariconosca a gay e lesbiche la completa parità rispetto agli etero. Ora finalmente ce l’hanno fatta e mercoledì 29 maggio si diranno di sì: “Dobbiamo tutto questo anche ai tanti che insieme a noi e prima di noi si sono battuti per l’uguaglianza”.

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Canili a rischio… I Comuni non pagano le rette e i cani muoiono di fame.

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Sono almeno 400 i canili a rischio fallimento in Italia. I comuni non riescono a pagare le rette per le associazioni che si prendono cura dei cani.

Mentre da una stima effettuata su 1000 comuni quelli virtuosi che pagano nei tempi prestabiliti sono solamente 35 e tutti nel nord Italia, circa 300 comuni pagano le rette entro i 18 mesi mentre ci sono oltre 650 comuni che sono in ritardo con i pagamenti di oltre due anni fino a sei-sette anni.

I canili sono quindi al collasso, con un debito che ammonta a 400 milioni di euro. Questo fa sì che le strutture non riescono più a mantenere determinati standard e poco a poco assumono l’aspetto di lager. Tempo di crisi e soprattutto mantenere un cane oggi costa, così si intensificano gli abbandoni e calano notevolmente le adozioni, tanto che alcuni canili hanno spostato il mercato delle “adozioni” all’estero verso la Germania e il Nord Europa.  

Attualmente i cani che sono a rischio vero di morire di fame sono circa 40.000 di questi 28.000 si trovano nei canili del sud sui 150.000 ospitati nei rifugi italiani occorre che si proceda al pagamento delle rette in tempi rapidissimi.

Corte di Strasburgo… il partner è partner anche se gay!

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Via libera all’adozione da parte del partner anche nelle coppie gay!

Nelle coppie omosessuali i partner devono avere il diritto ad adottare i figli dei compagni, cosi come avviene per le coppie eterosessuali non sposate. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani in una sentenza emessa su un ricorso presentato da una coppia di donne austriache e dal figlio di una di loro.

La sentenza, definitiva perché emessa dalla Grande Camera della Corte di Strasburgo, riguarda l’Austria, ma i principi valgono per tutti gli altri 46 Stati membri del Consiglio d’Europa. Nella sentenza la Corte afferma che l’Austria ha violato i diritti dei ricorrenti perché li ha discriminati sulla base dell’orientamento sessuale dei partner, visto che in Austria l’adozione dei figli dei compagni è possibile per le coppie eterosessuali non sposate. Il caso in questione è nato da un paradosso: la concessione dell’adozione alla partner avrebbe fatto perdere i diritti alla madre naturale, sua compagna. I giudici di Strasburgo hanno affermato che il governo austriaco non è riuscito a dimostrare che la differenza di trattamento tra coppie gay ed eterosessuali è necessaria per proteggere la famiglia o gli interessi dei minori. Tuttavia la Corte ha nel contempo sottolineato che gli Stati non sono tenuti a riconoscere il diritto all’adozione dei figli dei partner alle coppie non sposate. Il caso su cui la Corte ha stabilito la violazione dell’articolo 14 e 8 della convenzione europea dei diritti umani, che sanciscono la non discriminazione e il diritto al rispetto della vita familiare, riguarda due donne che vivono da anni in una relazione stabile e il figlio che una di esse ha avuto da un uomo con cui non era sposata. Nel 2005 le donne hanno concluso un accordo di adozione per creare un legame legale tra il minore e la compagna della madre. Ma quando si sono rivolte al tribunale per far riconoscere l’accordo, questo ha opposto un rifiuto. In base l’articolo 182.2 del codice civile austriaco la persona che adotta “rimpiazza” il genitore naturale dello stesso sesso, interrompendo quindi il legame con quel genitore. Nel caso in questione quindi l’adozione non avrebbe creato un nuovo legame o rimpiazzato quello con il padre, ma avrebbe reciso quello con la madre naturale del bambino.

Gli americani non potranno adottare bimbi russi: Putin firmerà la legge

Deputati Duma che non vogliono far adottare bimbi russi da americani: sanzionateli!

E’ quello che chiede una petizione su “We the peolpe”, sezione del sito della Casa Bianca. 37mila le firme raccolte.

Italia leader in Europa per le adozioni, seconda solo agli Usa… ora in calo!

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