Rientrano in Italia le 24 coppie che si trovano in Congo per adottare dei bimbi mentre i figli adottivi dovranno restare nelle strutture locali aspettando di riabbracciare i genitori e arrivare finalmente nel nostro Paese. Si attende che a Kinshasa, e in tutto il Congo, venga ripristinata la normalità dopo l’esplosione di violenza che ha fatto un centinaio di morti, e soprattutto che possano concludersi i passaggi diplomatici innescati dalla decisione del presidente Kabila di bloccare la partenza dei bimbi per verificare che le procedure siano state corrette. Maurizio Sanmartin, presidente de “I 5 piani”, una delle tre Onlus che si occupano di adozioni in congo ha detto: “Tutta la pressione che c’è stata in questi giorni, i toni troppo alti, l’idea stessa che quelle famiglie siano prigioniere in Congo, ha contrariato le autorità e complicato tutto. Per questo ci uniamo alla richiesta di silenzio stampa avanzata da Francesco Mennillo, commissario della Cai, la Commissione adozioni internazionali. E in considerazione della delicatezza e complessità della vicenda, invitiamo al silenzio giornalisti e famiglie”. Anche perché le violenze all’aeroporto di Kinshasa, in una base militare e in un paio di altre città, non sarebbero state ‘vissute’ né quasi percepite dalle famiglie, mentre l’immagine che ne è scaturita è stata un’altra, poco gradita al governo congolese. Aggiunge Sanmartin: “A quanto sembra, né l’ultima spedizione del governo, né l’impegno della diplomazia, ha portato qualche risultato. Per cui forse è meglio davvero organizzare il rientro”. Ma senza i piccoli. Alcuni genitori restanno in loco, mentre gli altri s’impegneranno in Italia per finalizzare le adozioni. In attesa del ministro della famiglia congolese in Italia e che il governo di Kinshasa mantenga la promessa di affrontare i casi italiani per primi. Intanto, vige il blocco fino al prossimo settembre, difficile da superare “perché è stato imposto a livello di presidenza” dal presidente Kabila in persona. Nel comunicato s’invitano le famiglie a “mantenere la calma, a non intraprendere iniziative personali e a interrompere ogni tipo di contatto con la stamp”», addirittura “per evitare di mettere a repentaglio le relazioni diplomatiche tra i due paesi”. Italia e Congo. Ma il lavoro della diplomazia continua, presto partirà per Kinshasa un emissario della Farnesina con la speranza di facilitare il ricongiungimento di bambini e genitori.
Adozioni in Congo: i genitori tornano, ma senza i bimbi
Pubblicato da tdy22 in gennaio 2, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/02/adozioni-in-congo-i-genitori-tornano-ma-senza-i-bimbi/
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