Privatizzazioni, si riparte dalle Poste, almeno 40%

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Lo Stato a pezzi o vende i pezzi? Per il momento, nelle mire del ministro dell’Economia,  Fabrizio Saccomanni, ci sono le privatizzazioni delle Poste Italiane. E’ stato lo stesso ministro a confermarlo  a margine del World Economic Forum di Davos, affermando che al Cdm di domani «ci sarà il decreto privatizzazioni: si comincia con il 40% di Poste. Poi vediamo», ha detto Saccomanni. «L’Italia non rischia la deflazione ed è in una situazione completamente diversa da quella del Giappone», ha aggiunto il ministro, che alla domanda se l’Italia rischi uno scenario deflazionistico e debba ispirarsi al modello Abenomics risponde con un laconico: «direi di no».

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Anche la madre potrà dare il suo cognome ai figli: arriva il ddl

cognome-madre-tuttacronacaAppena qualche giorno fa la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. Ora si corre ai ripari ed è arrivata la bozza di un ddl all’esame del Consiglio dei ministri che prevede che il figlio potrà assumere “il cognome della madre o quello di entrambi i genitori” in caso “di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita”. Il provvedimento vale anche per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. Il disegno di legge, composto di 4 articoli, modifica l’articolo 143-bis del codice civile. Le disposizioni si applicano alle dichiarazioni di nascita successive all’entrata in vigore della legge.

I figli… “so’ pezzi ‘e core” e da adesso sono tutti uguali

figli-uguali-tuttacronacaSi attende la firma del Capo dello Stato, a cui farà seguito la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Dopo di che, i figli nati fuori e all’interno del matrimonio avranno gli stessi diritti. E’ quanto stabilito dal decreto, approvato in via definitiva dal Cdm, che abolisce ogni distinzione e discriminazione tra figli naturali e legittimi. Il decreto è stato emanato sulla base dei principi contenuti nella legge delega 219 del 2012, nella quale la parentela viene definita come il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia avvenuta all’interno del matrimonio, che quando sia avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio sia adottivo. Il testo stabilisce l’introduzione del principio dell’unicità dello “stato di figlio”, e di conseguenza l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli “legittimi” e “naturali” o “adottivi”. Non solo, nel testo viene stabilito anche il principio per cui la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti, e non solo con i genitori; la sostituzione della notizia di “potestà genitoriale” con quella di “responsabilità genitoriale”, una diversa visione che “privilegia il superiore interesse dei figli minori”, nonché la modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato, con previsione di norme di applicazione necessaria in attuazione del principio dell’unificazione dello stato di figlio.  Viene prevista la “legittimazione degli ascendenti”, ossia i nonni a far valere il “diritto di mantenere rapporti significativi con i minori”, ferma restando la “valutazione delle istanze alla luce del superiore interesse del minore”. E ancora, viene messo lo stop alle discriminazioni per i figli adottivi: nei casi di adozione piena, ossia che riguardi persona minorenne, si acquisisce lo stato di figlio “nato nel matrimonio”. Esclusa, invece, l’equiparazione per gli adottati maggiorenni, per i quali non sorge alcun vincolo di parentela con i parenti degli adottanti. Per quel che riguarda i casi di abbadono e indigenza, viene specificata la nozione di abbandono, con la previsione della segnalazione ai Comuni da parte dei tribunali per i minorenni delle situazioni di indigenza dei nuclei familiari. Inoltre, nel recepire la giurisprudenza della corte costituzionale e della corte di Cassazione, si è deciso di limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l’azione di disconoscimento della paternità. Viene introdotto anche l’ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all’interno dei procedimenti che li riguardano. Il decreto, inoltre, porta a dieci anni il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità per i figli nati fuori dal matrimonio e modifica la materia della successione prevedendo la soppressione del “diritto di commutazione” in capo ai figli legittimi fino ad oggi previsto per l’eredità dei figli naturali.

L’Imu si finanzia con le pensioni! Anziani pronti a emigrare?

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Levare la seconda rata dell’Imu si abbatterà sui pensionati e non solo quelli d’oro. Oggi doveva arrivare in Consiglio dei Ministri il decreto per eliminare la seconda rata dell’Imu, ma invece il provvedimento è slittato perché deve andare di pari passo con quello sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia che a sua volta deve attendere un via libera da parte della Bce. A bloccare il provvedimento sarebbe lo stop alla cancellazione per beni e terreni agricoli, contestato dal ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo. I soldi non ci sono per le coperture ma l'”ariete” scagliata dall’ex Pdl sul governo continua a far sentire i propri esiti negativi e  all’orizzonte si profila un’altra mazzata per gli italiani. Non era meglio magare l’Imu? Come ricorda oggi La Stampa, la copertura finanziaria per lo stop a giugno della prima rata non ha funzionato, con il flop della sanatoria sulle slot machine. All’appello mancano 1,2 miliardi (2 miliardi sono stati racimolati dall’aumento al 120% degli acconti Irap e Ires di banche e assicurazioni).

Per questo c’è il rischio concreto che scatti la “clausola di salvaguardia”, come stabiliva il decreto sulla rata dell’Imu, ossia un aumento automatico delle accise sui carburanti.

Se già mancano i soldi per finanziarie l’abolizione della prima rata, figuriamoci quelli per la seconda. Per coprire il solo stop all’Imu sulla prima casa servirebbero ben 2,4 miliardi. Ma a questi potrebbero aggiungersi i 400 milioni necessari per esentare i fabbricati agricoli (una battaglia a cui gli agricoltori non vogliono rinunciare), più altri 500 milioni voluti dai comuni.

Il tutto mentre il commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, promette tagli a destra e a manca. I tagli – spiega Cottarelli in un colloquio con il Corriere della Sera – non riguarderanno solo le pensioni d’oro, ma a che quelle d’argento. L’Italia – riconosce il commissario – “ha fatto un’ottima riforma (la riforma Fornero, ndr) che assicura la riduzione dei flussi di spesa per i prossimi vent’anni. Pochi paesi sono riusciti a farla”.

Detto questo, secondo Cottarelli nel presente il Paese “ha un grosso problema: una spesa in rapporto al Pil che è troppo alta, tra le più alte del mondo”. Per questo – aggiunge – “sarà necessario toccare le pensioni d’oro e d’argento. L’approccio della legge di Stabilità è di congelare la perequazione. So che esistono difficoltà a livello costituzionale. Ma c’è una scelta da fare”.

Che rimane agli anziani? Emigrare?

Berlusconi non ha osservato il principio di “leale collaborazione”

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Sono state pubblicate oggi, dalla Corte Costituzionale, le motivazioni della sentenza sul legittimo impedimento, emessa lo scorso 19 giugno, con cui era stato respinto il ricorso presentato dai legali di Berlusconi contro il mancato riconoscimento del legittimo impedimento del’ex premier a comparire nell’udienza del processo Mediaset del primo marzo 2010 in quanto impegnato a presiedere un Consiglio dei ministri. La Consulta ha spiegato che, da parte dell’allora Premier, non è stato osservato il principio di “leale collaborazione” con il tribunale di Milano mentre l’autorità giudiziaria ha esercitato il proprio potere “senza ledere prerogative costituzionali dell’organo di governo, che restano tutelate in ordine sia all’attività sia all’organizzazione”. Tale principio è “bidirezionale”: in quanto tale, il giudice deve tener conto degli impegni del premier ma quest’ultimo deve dare adeguato spazio nella sua agenda al processo che lo riguarda. La Corte osserva quindi che, da un lato, il giudice “deve definire il calendario delle udienze ‘tenendo conto degli impegni del Presidente del Consiglio dei ministri riconducibili ad attribuzioni coessenziali alla funzione di governo e in concreto assolutamente indifferibili’; dall’altro lato, il presidente del Consiglio dei ministri deve programmare i propri impegni ‘tenendo conto, nel rispetto della funzione giurisdizionale, dell’interesse alla speditezza del processo che lo riguarda e riservando a tale scopo spazio adeguato nella propria agenda’”. In astratto, il dover presiedere una riunione del Cdm può sì rappresentare un legittimo impedimento, ma lo stesso è convocato dal premier in persona e questo “segna una netta differenza rispetto ai casi in cui la possibilità di rinviare l’impegno sfugga interamente alla programmazione dell’imputato (come avviene, per i componenti delle assemblee elettive)”. La Corte Costituzionale sottolinea inoltre che il Regolamento del Consiglio dei ministri “prevede espressamente l’ipotesi di assenza o impedimento temporaneo del presidente del Consiglio dei ministri”, attribuendo le relative funzioni al vicepresidente del Consiglio o, in mancanza, ministro più anziano. Un’ipotesi, osserva la Consulta, “che, nella XVI legislatura, si è verificata in oltre il dieci per cento delle riunioni”.

La Camusso felice dopo l’approvazione del Dl lavoro

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“Dalle prime agenzie che abbiamo visto, non possiamo che confermare il fatto che è positivo che il provvedimento degli incentivi si rivolga ad assunzioni a tempo indeterminato, a trasformazioni di contratti precari in contratti a tempo indeterminato, quindi questo è sicuramente un segnale positivo”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, a margine di un’iniziativa sindacale a Firenze, commentando l’approvazione da parte del Cdm del decreto lavoro.

Le turbolenze sul governo Letta

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Stasera è previsto l’incontro Berlusconi-Letta, ma la tensione è alta. E’ lo stesso senatore Maurizio Gasparri “Sarà un momento per chiarire alcuni aspetti della situazione attuale. Siamo tutti angosciati, ma determinati, vedremo che succede”.

Ma la reazione del capogruppo alla Camera Renato Brunetta è più tagliente:  “Se non si fa la riforma dell’imposizione sugli immobili, che era nel programma del governo Letta, evidentemente il governo non va, non funziona. Se il ministro Giovannini, sul lavoro, continua con i suoi annunci, continua a dire che la prossima settimana, o al prossimo Consiglio dei ministri ci saranno le misure per l’occupazione giovanile, cosa di cui nessuno sa nulla, almeno io non sono a conoscenza di nessuna misura preparata dal ministro Giovannini, così non va”.

Le turbolenze ci sono e si fanno sentire anche se arriva l’annuncio da Graziano Delrio, ministro per gli affari regionali, che “Domani in consiglio dei ministri ci sarà il rinvio dell’aumento dell’iva”- e poi aggiunge – “C’è bisogno – dice – di trovare la copertura, per adesso la cosa al 99% più probabile è il rinvio di tre mesi”

 

Secondo Monti dobbiamo ringraziare Passera e Grilli…

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«La quota di debiti della Pa non ceduta alle banche era già 61 miliardi di euro, salito a 74 a fine 2010 e a 80 miliardi a fine 2011». Lo ha detto il premier Mario Monti, durante la conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Cdm. Ho visto un’«improvvisa voglia di tutti di pagare molto di più alle imprese, compresi coloro che le hanno soffocate in passato», conclude Mario Monti.
«Siccome può essere l’ultima volta che ho a fianco» i ministri Grilli e Passera lasciatemi dire che entrambi fatto un enorme lavoro e quando «la polvere si sarà posata» e il lavoro del governo sarà valutato oggettivamente «è sopratutto a loro due che dovrete dire grazie». Così Mario Monti, in conferenza stampa.

Allora grazie di aver pagato una parte esigua dei debiti che hanno già fatto chiudere aziende, seguiti a volte da suicidi degli imprenditori e che arrivano dopo rinvii e promesse sempre disattese e dopo aver appena appreso che il debito dello stato non è a 91 miliardi ma bensì a 130. Grazie!

Adesso per giorni avremo i titoli sulla grande svolta dell’Italia e dell’ossigeno alle imprese, ma non si penserà a chi, pur avendone diritto, non potrà usufruire di quell’ossigeno. Però grazie di aver iniziato a pagare quello che gli imprenditori attendono da anni… ciò che è dovuto, lavoro che è stato fatto e non è stato retribuito dallo Stato… Debito accumulato verso privati che poi sono stati strangolati dalle tasse a cui è stata negata anche la compensazione… per questo ringraziamo… Grazie a nome di tutti coloro che non ce l’hanno fatto e non ci sono più. GRAZIE!

La risposta del governo all’impresa: CDM rinviato!

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Se pochi giorni fa Giorgio Squinzi aveva parlato della necessità da parte delle imprese di ricevere un segnale forte dal governo, sicuramente è stato ascoltato! Il Cdm che doveva dare il via libera ai pagamenti della P.A. alle imprese è stato rinviato. “Serve un approfondimento”  così si legge nella nota del governo.

Questa mattina Matteo Renzi aveva parlato di “perdita di tempo” e il governo non lo smentisce, anzi rafforza la sua tesi. Il Presidente della Repubblica è impegnato a trovare soluzioni con i saggi, il governo rinvia i pagamenti.

L’industria è al collasso ( e anche oltre), gli imprenditori si suicidano, il governo è inesistente. Tutti filosofeggiano, parlano sui luoghi comuni e nessuno riesce ad avere un’idea per uscire fuori dall’empasse che si è creato.

La P.A. paga le imprese, ma nessun aumento Irpef

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Nel provvedimento per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione non è prevista la possibilità di aumentare l’addizionale Irpef regionale, anticipando a quest’anno la maggiorazione che scatterà nel 2014. L’ipotesi non è infatti contenuta nel testo in arrivo al Consiglio dei ministri previsto per le 19.

La nave della tragedia trasformata in vergogna!

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Su proposta del Ministro Clini il Consiglio dei Ministri ha autorizzato il Dipartimento della Protezione civile, in stretto raccordo con il Ministero dell’ambiente e il Ministero dei trasporti, ad adottare i provvedimenti necessari a consentire il trasporto della nave Concordia presso il porto di Piombino per lo smantellamento, utilizzando le risorse gia’ stanziate ed effettivamente disponibili, in raccordo con il Ministero dell’economia. E’ quanto si legge nella nota al termine del Cdm.

Dopo ritardi, perdite di carburante e costi aumentati per la rimozione forse la Concordia verrà finalmente rimossa. CHE VERGOGNA!

Scende Innerhofer come scheggia… ed è oro!

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Vittoria per l’azzurro Christof Innerhofer che col tempo di 1.37.83 è arrivato primo nella discesa di cdm di Garmisch-Partenkirchen. È il suo terzo successo stagionale in cdm, il sesto in carriera. Secondo e terzo posto per gli austriaci George Streiberger in 1.37.95 e Klaus Kroell in 1.37.99. Per l’Italia – a conferma di una stagione eccellente – ci sono poi il sesto posto di Werner Heel in 1.38.32 e poi l’ottavo di Dominik Paris in 1.38.49 mentre il norvegese Aksel Svindal è arrivato quinto. Svindal, quando mancano due discese alla fine della stagione, si e ‘ così portato in testa nella classifica per la coppa di disciplina. Si è gareggiato sulla pista difficile pista Kandahar 2 di 2.580 metri, con tracciato accorciato rispetto a quello classico. Stamani prima della gara c’è stata anche una prova sulla parte alta della pista dopo che nei giorni scorsi, per la troppa neve, vi erano state prove su un tracciato ancora più breve. Le condizioni di gara, soprattutto per la visibilità, sono migliorate con il passare del tempo consentendo l’inserimento tra i migliori anche di atleti con il pettorale alto. Domani è in programma uno slalom gigante.

Christof esulta e dichiara: «È stata una grande giornata, mi sono presentato a Garmisch con molta carica perchè sapevo che avrei potuto fare bene. Qui ho fantastici ricordi, la gente mi ferma per strada, è quasi come se fosse rimasta casa mia anche questa occasione. Ho pensato soltanto a rimanere tranquillo, senza farmi prendere dall’agitazione. Nella prima parte di scorrimento l’obiettivo era quello di non perdere troppo terreno e ci sono riuscito, da metà in giù mi sono scatenato, sentivo che lo sci andava via bene. Adesso -dice- siamo in quattro a giocarci la coppa di discesa, ma non mi scompongo. La prossima gara di Kvitfjell non si addice tanto alle mie caratteristiche, molto meglio invece saranno le finali di Lenzerheide. Penso soltanto a divertirmi e se guardo al mio bilancio di stagione, non posso che essere orgoglioso, sono ai massimi livelli da novembre. La vittoria di Beaver Creek arrivò dopo un periodo in cui avevo sofferto molto per i guai alla schiena, il trionfo di Wengen è il sogno di qualsiasi sciatore sulla pista più lunga e veloce al mondo, e adesso qui a Garmisch dopo un paio di settimane vissute male per via dei risultati non proprio eccezionali di Schladming».

Rinviato a prossimo Consiglio dei Ministri approvazione del riccometro.

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Il Monti incerto! Parla di auguri, di ripresa nel 2013 e Cdm per raccolta firme

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