Alex Kaftan è uno studente italoamericano da poco trasferitosi a Lincoln, una piccola cittadina del Nebraska, per frequentare l’università locale. Il giovane è partito assieme al suo cane Mars, un lupo cecoslovacco, ma giunto sul luogo ha scoperto che nella cittadina quella razza è considerata pericolosa e inaccettabile e in quanto tale va soppresso perchè “derivante da un incrocio con il lupo”. Un amico di Alex, Alessandro Neroni, ha spiegato all’Adnkronos: “Un giudice locale gli ha concesso pochi giorni per liberarsi del suo cane. In caso contrario, ci avrebbe pensato il comune stesso, uccidendolo. L’ultimatum è scaduto il 17 febbraio scorso e solo l’intervento di una famiglia che abita fuori Lincoln ed ha preso a cuore la sorte di Mars ha evitato il peggio”. Ora in rete circola una petizione per far sì che i due non siano divisi per sempre: “Alex a Lincoln vive solo con Mars e non ha nemmeno un’auto che gli permetta di allontanarsi dalle vicinanze della sua università, andando a vivere oltre i confini di Lincoln – spiega – Mars, che ho frequentato personalmente quest’estate qui in Italia dove Alex trascorre abitualmente le sue vacanze, è, come tutti i lupi cecoslovacchi che conosco, un cane mite e dolcissimo, con un amore profondo per il suo giovane padrone. Solo una massiccia ondata di firme alla petizione di Alex potrà riunire il ragazzo e il suo amatissimo cane. Vi prego con tutto il cuore di aiutare Alex mandando più firme possibili.”

La 31enne roma Debora De Angelis ha deciso di “metterci la faccia” e rompere il tabù sul ruolo dell’assistente sessuale parlando ad Adnkronos Salute e raccontando la sua storia di “terapista del sesso” che si è presa cura di tre ragazzi disabili. La sesso-terapia è un tema delicato, ma sembra inizi ad esserci dell’interesse al riguardo da parte degli italiani, come confermerebbe il successo della petizione online per l’istituzione dell’assistente sessuale che, dopo esser stata lanciata dal web designer con una grave disabilità Max Ulivieri, ha raggiunto in pochi mesi ben 5 mila adesioni. Il rischi che questa terapia comporta, però, è che il paziente possa venir coinvolto emotivamente. Spiega Debora: “Il mio percorso da autodidatta mi ha portato a definire delle ‘regole’ da rispettare: il disabile dev’essere preparato a livello psicologico, fisico, emotivo e sentimentale su cosa si potrà aspettare e cosa non deve aspettarsi dal terapista. Una persona che non si è mai espressa a livello emotivo può infatti sviluppare un interesse morboso verso chi gli dà attenzione. È necessario quindi conoscere prima la persona, capire se è emotivamente stabile e valutare caso per caso se può sostenere la terapia”. Debora ha interrotto la sua esperienza in questo campo “per motivi personali” ma resta convinta che l’istituzione della figura dell’assistente sessuale sia una sfida da vincere. “Oggi i disabili – spiega – sono assistiti solo da prostitute che però fanno sesso per lavoro”, quindi senza avere una formazione adeguata a relazionarsi con il disabile. E sottolinea: “La prostituta agisce solo a livello sessuale, la terapista invece offre gli strumenti giusti per garantire al ragazzo una vita sessuale autonoma. La prostituta inoltre – conclude Debora – gestisce il suo corpo a seconda delle richieste del cliente, la terapista invece non può fare tutto, dalla terapia è infatti esclusa la penetrazione o il sesso orale”.