Il 40enne morto durante l’arresto a Firenze

riccardo-magherini-tuttacronacaLa scorsa notte è morto il 40enne Riccardo Magherini, stroncato da una crisi cardiaca che l’ha colpito mentre i carabinieri lo arrestavano a Firenze, dopo averlo trovato in forte stato confusionale e di agitazione. L’uomo aveva rubato un cellulare e distrutto alcune vetrine. A negozianti e auto di passaggio gridava: “Mi vogliono uccidere, aiutatemi”, gridava ai negozianti e alle auto di passaggio. All’arrivo dei carabinieri di Borgo San Frediano l’uomo li ha aggrediti: è stato immobilizzato a terra e ammanettato, poi ha accusato il malore. Alcuni testimoni hanno riportato che i militari l’avrebbero picchiato mentre era già a terra. Ora è stata disposta l’autopsia. Una prima ricostruzione spiega che attorno all’1 di notte del 4 marzo Mogherini vagava in borgo San Ferdinando a torso nudo, gridando in evidente stato di agitazione, dicendo che volevano ucciderlo e chiedendo aiuto. Prima dell’arrivo dei militari, in base alle testimonianze raccolte dagli investigatori, avrebbe sfondato la porta di una pizzeria facendo saltare la serratura con una spallata e ha chiesto aiuto al pizzaiolo, il solo rimasto all’interno, dicendo che era inseguito e che qualcuno voleva ucciderlo, quindi è uscito portandogli via il cellulare. A quel punto si è introdotto in una vettura in transito mentre la conducente, una ragazza, ne usciva impaurita. Magherini si è quindi introdotto in una seconda pizzeria, continuando a gridare aiuto e uscendone immediatamente dopo urtando violentemente contro una porta a vetri e danneggiandola. All’arrivo della pattuglia dei carabinieri si è scagliato contro di loro, costringendoli a chiedere l’intervento di un secondo equipaggio. I quattro militari intervenuti sono riusciti a immobilizzarlo a terra e poi ad ammanettarlo. Proprio loro hanno poi allertato il 118 ma, quando sono arrivati i sanitari, Magherini era in arresto cardiaco e dopo 40 minuti di tentativi di rianimazione l’uomo è stato dichiarato morto.  Non escluso, sempre secondo quanto spiegato dai carabinieri, che l’uomo avesse fatto uso di sostanze stupefacenti. L’uomo, che ha una figlia di due anni, da alcuni giorni era tornato a vivere dalla madre dopo essersi separato dalla moglie. In base a quanto accertato dai carabinieri, fino a poco tempo fa era titolare di un negozio nel centro di Firenze. Una studentessa 26enne, Bianca Ruta, ha dichiarato a Repubblica di aver visto i militari picchiare l’uomo già a terra:

“«La prima pattuglia non è riuscita a fermarlo, così sono arrivati altri due carabinieri e alla fine ci sono riusciti. Era su un fianco, ho visto chiaramente tre di loro che lo colpivano con alcuni calci in pancia. Non credo sia morto per questo, ma sono cose che non devono succedere. Andrò alla polizia a denunciare i fatti. Hanno fatto quello che dovevano, l’uomo era completamente fuori controllo e loro si sono limitati a tenerlo a terra. Nessuno ha alzato le mani»”.

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La morte di Philip Seymour Hoffman: l’autopsia conferma l’overdose

philip-seymour-hoffman-autopsia-tuttacronacaLo scorso 2 febbraio moriva l’attore premio Oscar Philip Seymour Hoffman, il cui cadavere fu trovato nel suo appartamento newyorkese, a Manhattan. Ora l’autopsia ha confermato la morte per overdose: Hoffman aveva assunto eroina, cocaina, benzodiazepine e anfetamine. Gli esami hanno evidenziato la presenza di droghe e sonniferi e secondo i medici si sarebbe trattato di una overdose accidentale.

Violentata e uccisa dalla madre e dal compagno: la tragica fine di una bimba

bimba-violentata-uccisa-tuttacronacaRischiano la pena di morte la 33enne Sara Krueger e il suo fidanzato, Ryan Scott Warner. I due hanno prima violentato e poi picchiato a morte la piccola Kayleigh Slusher, la bimba di appena tre anni della donna. Dopo l’omicidio, i due si sono dati alla fuga ma sono stati intercettati ed arrestati nei pressi della stazione ferroviaria Bay Area Rapid Transit a El Cerrito del Norte a circa 30 miglia a sud della loro casa Napa, California.  Ora si attende l’esito dell’autopsia, fissata per oggi, per determinare con certezza le cause della morte della bimba, il padre biologico della quale, detenuto nella prigione di San Quintino, è venuto a sapere dell’accaduto guardando il telegiornale.  La madre sul suo account Facebook si descrive come: “Una mamma a tempo pieno”, e commenta la sua foto con la piccola, scrivendo: “Sono orgogliosa di mia figlia, lei è speciale mi ha reso una persona migliore”.

Ovuli di cocaina nel cadavere di un uomo: a Napoli s’indaga

ovuli-cocaina-tuttacronacaEra stato trovato morto pochi giorni prima di Natale un 38enne arrivato a Napoli dalla Colombia nel cui intestito, si è scoperto durante l’autopsia, custodiva un carico di cocaina: 1.2 kg suddiviso in 84 ovuli. Ora i carabinieri della II sezione del Nucleo Investigativo di Napoli sono al lavoro per scoprire a chi fosse destinata la droga. L’uomo, riesumato e sottoposto ad autopsia su disposizione della Procura di Napoli, era partito per la Colombia circa otto anni fa e a Medellin aveva aperto un ristorante, si era legato a una donna ed era diventato padre. C.B. non aveva più fatto ritorno in Italia prima di quest’inverno. Il padre, è emerso da alcuni accertamenti, in passato è stato legato al clan camorristico dei Mazzarella. Stando a quanto si è appreso, a seguito del suo arrivo in Italia l’uomo aveva avvertito diversi malori ma non avrebbe svelato a nessuno di aver ingerito la droga. Il 21 dicembre si è anche recato in una farmacia di via Santa Teresa degli Scalzi, nella zona della Sanità, per acquistare dei farmaci. E’ morto il giorno dopo, sulle scale del palazzo dove abita la madre, apparentemente per cause naturali.

Come sarebbe terminata la serie Glee se Cory non ci avesse lasciati

cory-lea-glee-tuttacronacaLo scorso luglio moriva, per un’overdose, Cory Monteith, il Finn Hudson di Glee. Lo stesso attore che, nella testa di Ryan Murphy, creatore della serie, sarebbe stato presente fino all’ultimo episodio. Se Glee si è rivelato un incredibile successo nelle prime due stagioni e mezzo, salvo poi crollare negli ascolti, con anche la quinta che mostra numeri disastrosi e la chiusura prevista alla sesta, dei punti fermi ci sono sempre stati: le canzoni e i protagonisti. Tra cui, appunto, Finn. Ecco allora che Murphy ha confessato di aver sempre saputo come sarebbe calato il sipario. Lea Michele, alias Rachel Berry, ormai sarebbe stata una stella di Broadway e affermata a New York. Da parte sua, Finn sarebbe rimasto in Ohio e sarebbe stato a un passo dal diventare insegnante, finalmente in pace con se stesso per aver individuato la sua strada. Nell’ultima scena, Rachel avrebbe passeggiato nel Glee Club di Finn. “Che ci fai qui”, avrebbe domandato Cory. “Sono a casa”, la risposta. Stacco. Cala il sipario. Ma non andrà più così…

L’estetista uccisa nel Barese: una lettera con l’identikit del killer

bruna-bovino-tuttacronacaPotrebbe avere un volto l’assassino dell’estetista italo-brasiliana uccisa il 12 dicembre scorso all’interno dell’Arwen, in suo centro estetico a Mola di Bari. Alla redazione di un settimanale locale, infatti, è stata recapitata una lettera anonima contenente l’identikit dell’assassino, che è stato in seguito acquisito dai carabinieri. Da un nuovo sopralluogo nel centro estetico, i militari dell’arma hanno inoltre sequestrato altre due schede sim, oltre a quella già trovate nei sopralluoghi immediatamente successivi al delitto.  L’ipotesi degli investigatori è che l’assassino abbia rimosso le schede dai telefoni lasciandole nel locale prima di portarsi via i telefoni che, probabilmente, contenevano messaggi utili alla sua identificazione. Questo avvalorerebbe l’ipotesi che la vittima, la 29enne Bruna Bovino, conosceva l’omicida.

Bruna Bovino: l’autopsia conferma l’omicidio

brasiliana-morta_bari-tuttacronacaSi è svolta oggi l’autopsia sul corpo di Bruna Bovino, l’estetita trovata morta all’interno del suo centro estetico, Arwen di Mola di Bari, il 12 dicembre scorso. Al termine dell’esame, durato sei ore e compiuto dal professor Francesco Introna dell’istituto di medicina legale dell’università di Bari, è stata confermata la tesi dell’omicidio. Oltre alle lesioni lasciate dalle fiamme, sul corpo della vittima sono stati trovati numerosi segni di percosse e lesioni sul collo. Sulla natura e sul numero delle lesioni , tuttavia, gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo. Il corpo della giovane mamma era stato trovato una volta spente le fiamme che erano divampate all’interno dell’istituto di belle e che non si esclude siano state appiccate anche per cancellare le tracce dell’autore del delitto e per rendere più complicato il lavoro degli inquirenti. Quello che resta ancora da stabilire è se la Bovino fosse viva quando l’assassino ha dato fuoco alla stanza dove si è consumato l’omicidio. All’esame hanno assistito l’avvocato della famiglia della donna, Massimiliano Carbonara, e il consulente di parte, Vito Borraccia.

Autopsia shock per Paul Walker!

paul-walker-tuttacronacaE’ la Cnn che rende nota una notizia shock: il giorno dell’incidente che gli è costato la vita, Paul Wlaker non sarebbe morto sul colpo, ma il suo corpo sarebbe rimasto incastrato nel rottame in fiamme della Porsche. Questo stando ai risultati dell’autopsia che spiegano come la star di Fast and Furious sarebbe sopravvissuta all’impatto e morta poco dopo per una combinazione di lesioni d’urto e termiche. La relazione preliminare di una pagina, rilasciata dall’ufficio del medico legale di Los Angeles County, elenca le multiple lesioni traumatiche del conducente della Porsche, ma precisa che “non è chiaro se Walker fosse ancora vivo al momento dello scontro”. Tali particolari, emergeranno chiaramento solo quando verrà rilasciato l’intero rapporto, per il quale ci vorranno ancora un paio di settimane. Quello che appare certo, invece, è che non si sia trattato di un incidente dovuto a gare di velocità con altre automobili. La vettura viaggiava almeno a 90 miglia orarie (l’equivalente di 144 Kmh) ed era uscita dalla curva prima di trovare l’impatto a 45 miglia (corrispondenti a 72 chilometri orari, il triplo di quanto consentito in quel tratto). Bisegnerà invece attendere ancora sei-otto settimane per avere risultati attendibili per quel che riguarda i test tossicologici delle due vittime dell’incidente fatale. La Porsche Carrera Gt del 2005 è considerata dagli esperti di guida un’auto dalle prestazioni velocistiche impressionanti ma difficile da controllare alle più alte velocità. Per ricordare Paul Walker, la Universal Picture ha creato un video della durata di due minuti con il quale, sulle note di “I’m coming home”, ripercorrono la carriera dell’attore:

Mistero sulla morte di Giulio, ora si attende l’autopsia

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L’ipotesi dell’attacco d’asma sembra non aver del tutto convinto gli inquirenti e, sembrerebbe, ma è tutto ancora da confermare, che alcuni amici del ragazzo abbiano a più riprese confermato che Giulio quella sera avrebbe fumato uno spinello e assunto droga. Solo l’autopsia prevista per domani potrà però, tramite l’esame tossicologico chiarire i misteri di una morte che ha sconvolto un’intera comunità. Ancora sotto shock anche il proprietario dell’agriturismo dove Giulio aveva scelto di festeggiare i suoi 18 anni e la festa di Halloween. Fra l’altro il giovane, nonostante l’asma, giocava a calcio ed era una promessa della squadra del suo paese, il Bagnoli. I carabinieri ispezionando l’agriturismo non hanno trovato tracce di stupefacenti.

Secondo quanto ricostruito Giulio Piva, dopo mezzanotte, si sarebbe sentito male e sarebbe stato soccorso immediatamente da una sua amica che conosceva bene la patologia, sarebbe stato poi adagiato all’interno di un auto nel parcheggio dell’agriturismo. Qui l’amica di Giulio avrebbe chiamato i genitori, anche perché sembrerebbe che il ragazzo si fosse dimenticato a casa il farmaco per ridurre il broncospasmo.

Un’altra ipotesi, che nelle ultime ore si sta vagliando, è che Giulio abbia mangiato o bevuto qualcosa che possa avergli procurato una reazione allergica. Uno choc anafilattico talmente immediato e potente da ucciderlo. Infine l’ultima ipotesi: il diciottenne forse soffriva di una rara patologia cardiaca congenita. Probabilmente simile a quella che ha stroncato in campo il giocatore del Livorno Piermario Morosini. Ma al momento queste, come l’assunzione di sostanze stupefacenti, restano solo supposizioni.

La procura di Palermo apre un fascicolo per la morte di Mario Biondo

mario-biondo-tuttacronacaSvolta sul caso della morte del cameraman palermitano Mario Biondo, morto lo scorso luglio a Madrid in circostanze misteriose. La salma dell’uomo verrà riesumata a seguito di un fascicolo aperto dalla procura di Palermo contro ignoti per indagare sul reato di omicidio con l’aggravante della premeditazione. Per questo motivo ha richiesto l’autopsia, che verrà eseguita presso l’Istituto di medicina legale di Palermo. In Spagna, nel frattempo, i media hanno fatto cerchio attorno alla polizia iberica, della quale difendono l’operato, mentre accusano la famiglia Biondo di voler speculare sulla morte del figlio, dipinto come un uomo dalla doppia vita di principe azzurro sposato con la famosa conduttrice Raquel Sanchez Silva, e di dissoluto consumatore di cocaina e prostituzione. “Sappiamo il modo di lavorare delle nostre forze dell’ordine”, ha dichiarato una giornalista iberica, “e se hanno dichiarato il caso chiuso, noi ci crediamo”.

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Nessun deficit di assistenza: i primi risultati dell’autopsia di Bevilacqua

alberto-bevilacqua-autopsia-tuttacronacaSono giunti i primi risultati dell’autopsia, accertamento richiesto dal legale di Michela Macaluso, compagna dello scrittore, su Alberto Bevilacqua. L’autopsia, che si è svolta presso l’istituto di medicina legale della Sapienza, ha fatto emergere uno scompenso cardiaco dovuto a un’insufficienza multiorgano. Il legale della sorella dell’autore ha affermato che dall’esame “non sembrerebbero emersi deficit al livello di assistenza e di terapia”. Per gli accertamenti era stato nominato il professor Enrico Marinelli. Franco Caroleo Grimaldi, il penalista, ha detto: “purtroppo quando c’è un lungo decorso, si va a generare un deficit del sistema immunitario che produce complicazioni (come piaghe da decubito o infezioni) che alla lunga non possono che condurre a un esito letale”.

I medici indagati per la morte di Bevilacqua. Che è accaduto?

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Sono stati iscritti nel registro degli indagati, per la morte dello scrittore Alberto Bevilacqua, quattro medici della clinica Villa Mafalda. Nei loro confronti si ipotizza il reato di omicidio colposo. La Procura ha chiarito che si tratta di un “atto dovuto”, necessario per procedere con l’autopsia, accertamento richiesto dal legale della compagna dello scrittore, Michela Macaluso.

nel registro ci sono i nomi del direttore sanitario della clinica, Mario Maggio e i professori che hanno avuto in cura lo scrittore negli 11 mesi di ricovero: Antonio Ciccaglioni, Claudio Di Giovanni e Giuseppe Gentile.

Nei mesi scorsi i legali della compagna dello scrittore, Michela Macaluso, avevano presentato a piazzale Clodio una denuncia contro ignoti per lesioni colpose sostenendo che la struttura non fosse adeguata per le condizioni di Bevilacqua.

Muore un bimbo di 6 anni: si sospetta si possa trattare di un caso di malaria

malaria-bambino-tuttacronacaLo scorso venerdì è morto all’ospedale Maggiore di Novara un bambino di soli 6 anni, originario del Vercellese. Il piccolo era rientrato in Italia da alcuni giorni dopo una vacanza di due mesi trascorsa in Africa, in Guinea Equatoriale, nella casa del nonno. Il bambino è poi stato colto da febbre alta, problemi respiratori e difficoltà a deglutire. Ora si sospetta un caso di malaria e il medico legale ha disposto l’autopsia per accertarlo. Era prevista per oggi, ma è stata rimandata perchè la famiglia ha richiesto la nomina di un perito tecnico di parte. La data del funerale verrà stabilita solo in seguito all’autopsia.

Morto Alberto Bevilacqua, letteratura in lutto

bevilacqua-alberto-tuttacronacaAlberto Bevilacqua è morto a Roma il 9 settembre 2013. Scrittore, regista e sceneggiatore italiano, Bevilacqua si è spento a 79 anni. Bevilacqua ricoverato a gennaio in terapia intensiva per uno scompenso cardiaco che lo aveva colpito l’11 ottobre 2012. Le fonti della clinica privata di Roma Villa Mafalda hanno spiegato che ha avuto una degenza a fasi alterne: a segni di miglioramento nelle sue condizioni di salute, in questi mesi seguivano fasi di netto peggioramento. A confermare la notizia della scomparsa le fonti della Mondadori, la casa editrice che aveva pubblicato le sue ultime opere. Nel frattempo, è già iniziata la polemica. L’avvocato Rosa Zaccaria, che assiste Michela Macaluso, da oltre 10 anni compagna dello scomparso scrittore ha detto: “Proprio stamani che avevamo avuto il via libera per una perizia di parte che accertasse le sue condizioni, abbiamo appreso la notizia del decesso. Dalla direzione di Villa Mafalda nessuno ci aveva avvisato. Lo abbiamo appreso dal nostro consulente che si era recato a trovarlo”. I familiari hanno “immediatamente chiesto al pm Elena Neri di procedere con l’autopsia in modo da accertare le cause del decesso”. La Procura di Roma aveva aperto un fascicolo per lesioni colpose nei confronti dei vertici di Villa Mafalda, procedimento che tuttora non risulta archiviato.

Alberto Bevilacqua era nato a Parma il 27 giugno 1934. Erano i primi anni 50 quando, su invito del responsabile del supplemento letterario della Gazzetta di Parma Mario Colombi Guidotti, iniziò a pubblicare i suoi scritti. La polvere sull’erba, del ’55, sua prima raccolta, ricevette l’apprezzamento di Leonardo Sciascia. Sei anni dopo, con L’amicizia perduta, pubblica la sua prima raccolta di poesie ma il suo primo successo editoriale fu il romanzo La califfa, del 1964. Due anni dopo vince il Premio Campiello con Questa specie d’amore. Di entrambi ha curato la trasposizione cinematografica, vincendo con Questa specie d’amore il David di Donatello per il miglior film.

Nel 1968 lo scrittore si aggiudica il Premio Strega grazie a L’occhio del gatto mentre quattro anni dopo è Un viaggio misterioso a fargli arridere la vittoria al Premio Bancarella, che vincerà anche nel 1991 per I sensi incantati. Nel 2000, con La polvere sull’erba, vince il Premio Stresa narrativa mentre per La camera segreta riceve, nel 2011, il Premio Nazionale Letterario Pisa Sezione Poesia. Il suo ultimo lavoro in prosa, Roma califfa, è uscito per Mondadori nel 2012. L’ultima esperienza cinematografica risale invece al 1999, con Gialloparma, tratto dal suo libro omonimo pubblicato due anni prima.

Un fermo per l’omicidio della brasiliana

Marilia Rodrigues Martins-tuttacronaca

Il mistero intorno all’omicidio di  Marilia Rodrigues Martins, la 29enne brasiliana uccisa a Gambara nel Bresciano potrebbe fra qualche ora essere risolto. Al momento risulta in stato di fermo Claudio Grigoletto, uno dei due datori di lavoro della vittima. L’uomo è stato ascoltato dai carabinieri per tutta la notte. Grigoletto, in un primo tempo, aveva raccontato di aver visto la giovane per l’ultima volta giovedì scorso. Secondo il suo racconto, quel pomeriggio, alle 18, Grigoletto avrebbe mandato un messaggio alla ragazza per chiedere come andava il lavoro. Lei avrebbe risposto: “Tutto tranquillo”. Al momento Grigoletto sarebbe stato fermato per omicidio aggravato dopo che dall’autopsia è emerso che la giovane donna è stata prima strangolata e successivamente colpita con un oggetto pesante. L’assassino poi avrebbe provocato una fuga di gas per simulare un suicidio o per sperare in un’esplosione che cancellasse le prove. Marilia era incinta di alcuni mesi. 

L’autopsia conferma: Marilia Rodrigues Silva è stata uccisa

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Marilia Rodrigues Silva, la 29enne brasiliana trovata morta giovedì scorso nell’ufficio dell’azienda in cui lavorava, “Alpi aviation do Brasil”, a Gambara, nel Bresciano, è stata uccisa. Lo ha stabilito l’autopsia e la notizia è stata confermata in ambienti giudiziari. Gli inquirenti hanno già sentito il fidanzato, i conoscenti e il datore di lavoro della donna, che secondo alcune testimonianze aveva scoperto da poco di essere incinta.

Omicidio? S’indaga sulla morte della 29enne brasiliana

brescia_brasiliana-morta-tuttacronacaRestano un mistero le circostanze della morte della 29enne Marilia Rodrigues Silva Martins, il cui corpo senza vita era stato rinvenuto a Gambara, nel bresciano, sul pavimento dell’ufficio dove lavorava. La Procura intanto ha aperto un fascicolo contro ignoti: la ragazza potrebbe essere stata uccisa oppure comunque morta nel corso di una lite, della quale non si conosce però il motivo. Dai primi rilievi, pare che il decesso sia da far risalire alla notte tra il 29 ed il 30 agosto scorsi. L’ultima parola sulla causa della morte della giovane donna la diranno comunque l’autopsia disposta dal magistrato, in programma lunedì, e i rilievi e le analisi dei carabinieri della scientifica di Brescia. Stando agli accertamenti del medico legale, il cadavere della giovane brasiliana presenta delle vistose ferite al volto e alla nuca che sarebbero incompatibili con una banale caduta. Nel frattempo proseguono le indagini e gli interrogatori tra conoscenti e colleghi di lavoro della ragazza che lavorava per la ditta “Alpi aviation do Brasil”, che opera nel settore della vendita di aerei ed elicotteri ultraleggeri. Al momento non ci sarebbero indagati.

Cory Monteith: overdose di alcool e droghe

cory-autopsia-overdose-tuttacronacaE’ stata eseguita l’autopsia sul corpo di Cory Monteith, il 31enne attore canadese che interpretava Finn Hudson nella serie tv Glee. L’attore era stata ritrovato senza vita sabato scorso in un hotel di Vancouver. Il decesso sarebbe avvenuto per overdose di alcol e droghe. Il Ministero della giustizia del Canada ha riportato che nel corpo del giovane sono state ritrovate, tra le altre, tracce di eroina. “Per il momento non ci sono indizi che la morte di Cory Monteith sia stata altro che un tragico incidente”, ha sottolineato la fonte. Nel frattempo continuano le indagini e i risultati finali si conosceranno non appena saranno chiuse.

Giallo in mare: hostess trovata morta nella sua cabina

titti-hostess-morta-tuttacronacaLavorava a bordo della Msc Preziosa la 27enne di Positano  (Salerno) Maria La Camera, trovata ieri sera nella sua cabina senza vita da alcuni colleghi che la stavano cercando perchè in ritardo a prendere servizio per il suo turno di lavoro. La nave su cui si trovava Titti, come la chiamano gli amici, ha attraccato questa mattina alle 11.30 al porto di Napoli, come da programma, in una delle tappe della crociera del Mediterraneo che tocca Marsiglia, Barcellona e Tunisi. La ragazza sarebbe morta mentre l’imbarcazione si trovava nei pressi di Genova e, stando al primo esame medico a bordo, si sarebbe trattato di aneurisma. E’ prevista per domani, al Policlinico di Napoli, l’autopsia.

Pietro D’Amico scelse il suicidio assistito per un errore medico

d'amico-suicidio-assisstito-tuttacronacaAveva richiesto il suicidio assistito, l’ex magistrato calabrese di 62 anni Pietro D’Amico, di Vibo Valentia, morto in una clinica di Basilea, in Svizzera. L’uomo aveva scelto la dolce morte perchè convinto di essere affetto da una malattia incurabile. Stando a quanto emerso dall’autopsia voluta dalla figlia e dalla vedova e disposta dalla magistratura elvetica, però, questa patologia non esisteva, così come dimostrato anche dai “sofisticati e approfonditi esami di laboratorio dei reperti prelevati dal corpo”, che “hanno escluso perentoriamente l’esistenza di quella grave e incurabile patologia dichiarata da alcuni medici italiani e asseverata da alcuni medici svizzeri”, come rende noto l’avvocato Michele Roccisano, amico del magistrato morto e legale della vedova. In una nota si legge quindi del fatale errore medico: “D’Amico non era affetto da quella grave patologia che lo aveva convinto a chiedere il suicidio assistito. Un errore scientifico che ha portato a conseguenze fatali, poiché D’Amico, già depresso e convinto di essere gravemente malato, ebbe purtroppo quella terribile conferma che lo spinse a richiedere il suicidio assistito a Basilea. Furono proprio quelle errate diagnosi a convincere alcuni medici svizzeri, soprattutto Erika Preisig, dell’Associazione Eternal Spirit lifecircle, ad assisterlo in quel suicidio”. La nota prosegue quindi spiegando che sarà ora la magistratura italiana a stabilire se i medici italiani siano responsabili dell’errata diagnosi e se lo sbaglio sia dipeso da negligenza, imperizia, imprudenza, “tenuto anche conto del fatto che per poter accertare l’esistenza di quella patologia, avrebbero dovuto sottoporre il paziente ad esami strumentali specifici” che a D’Amico non furono mai prescritti. “La stessa magistratura – si legge poi – dovrà accertare il nesso di causalità fra l’errata diagnosi e il triste evento. Tanto più che in precedenti tentativi, non ancora provvisto di quelle errate certificazioni, D’Amico non aveva ottenuto dai medici svizzeri il suicidio assistito.” Ma un’indagine è stata aperta anche in Svizzera, dove ai medici è imposto “di accertarsi che sia affetto da una patologia terminale, non potendo gli stessi accogliere acriticamente i referti presentati dal paziente e/o i sintomi descritti dal paziente che spesso, specie se depresso, tende a somatizzare disturbi a volte dovuti a malanni molto più benigni. La legge svizzera prescrive anche che la diagnosi sia fatta da almeno due medici svizzeri diversi da quello che poi assiste il paziente al suicidio, mentre, nel caso, ciò sembra non essere avvenuto poiché uno dei medici che ha confermato la malattia era la stessa Erika Presig, ovvero la ‘dottoressa Morte'”.

Caso Sacher: 15enni accusate di omicidio volontario!

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Si tratterebbe di omicidio volontario l’accusa mossa dalla Procura dei minori di Trieste nei confronti delle due 15enni che avrebbero ucciso Mirco Sacher, il pensionato di 66 anni delle ferrovie trovato morto in un campo della periferia di Udine. Su questa base la Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip una nuova misura cautelare di quattro mesi in comunità nei confronti delle ragazzine. Le due quindicenni dovranno rimanere quindi un altro mese – fino all’ otto agosto – nelle strutture in Veneto e Lombardia dove sono ospitate dall’otto aprile. Secondo quanto si è appreso, una volta che dalla Polizia scientifica di Roma giungeranno i risultati degli esami tecnici biologici e sul Dna, le indagini potrebbero essere chiuse.

Nicola Bellinato: morire a 29 anni per un malore

 

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Non hanno potuto far altro che constatare il decesso del giovane che si era accasciato a terra davanti il corpo degli amici, i medici del 118 che erano arrivati per soccorrere il 29enne Nicola Bellinato, di Salzano. Il ragazzo, nel pomeriggio di venerdì, si trovava in compagnia di alcuni coetanei a casa di un amico in via XXV Aprile a Robegano, dove si è consumata la tragedia. Per conoscere le cause della morte, bisognerà attendere i risultati dell’autopsia, che il magistrato di turno, Stefano Ancilotto, disporrà dopo aver valutato le “carte”, ovvero la relazione del medico del Suem intervenuto e quella dei carabinieri. I militari, infatti, avrebbero trovato nell’abitazione oltre un chilo di marijuana, ora posta sotto sequestro e ora si sta indagando sulla circostanza alla quale non può essere comunque ricondotta la morte di Bellinato che, al primo esame eseguito dal medico legale, sarebbe morto per cause naturali. Nicola aveva avvisato un malore attorno alle 19.30 ed i suoi amici hanno subito lanciato l’allarme, che ha raggiunto anche la compagna di Bellinato, che in quel momento si trovava nel loro appartamento, al primo piano di un condominio di via Roma, nel pieno centro di Salzano, di fronte alla chiesa.

Svolta nell’omicidio Sacher… sesso, denaro e ricatti.

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Da vittime a carnefici questo l’iter che sembrerebbe essere alla base delle indagini sull’omicidio di Mirco Sacher, il pensionato, ex ferroviere 66enne, amico di famiglia di una delle 15enni che lo ha ucciso. La perizia effettuata sui cellulari delle ragazze ha portato alla luce una scomoda verità. Appena quattro giorni prima di morire Sacher scriveva a una delle 15enni “Grazie, Ci penso ancora. E’ stato bellissimo”. Poi c’è stata la testimonianza di un ragazzino che ha ammesso di aver “comprato” anche lui una prestazione sessuale da una delle due. Ma altri reati stanno pendendo sul capo delle 15enni. Sembrerebbe infatti che qualche giorno prima dell’uccisione di Sacher le ragazze avessero rapinato un anziano. Lo schema, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era semplice: sembrare disponibili, poi derubare i malcapitati e minacciare denunce per violenze sessuali.

Quel 7 aprile, secondo gli inquirenti, i 3 si sarebbero appartati in una strada laterale e le due ragazzine poi sarebbero saltate addosso all’uomo e lo avrebbero soffocato. Omicidio volontario questo è il verdetto della perizia che verrà depositata la prossima settimana.

Il video riporta anche la testimonianza del direttore della scuola frequentata dalle 15enni. La scuola aveva, come più volte è stato ribadito, allertato le famiglie, che le ragazze si sarebbero trovate a rischio bocciatura, a causa dei loro comportamenti e dei profitti.

Grasse, il carcere francese in cui muoiono gli italiani!

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Tre anni fa a Grasse, morì, Daniele Franceschi, 36enne, detenuto nel carcere della Costa Azzurra. Molti dubbi ancora aleggiano intorno a questa morte, mentre ne avviene una seconda. Il carcere è sempre lo stesso e il condannato è sempre italiano.

 “Attacco di cuore? Era giovane e sano. E mi domando se, in caso di malore, sia stato assistito a dovere”, dice Giancarlo, padre di Claudio Faraldi, il ventinovenne di Ventimiglia morto mercoledì scorso a Grasse solleva dubbi sul malore improvviso che ha causato, secondo le fonti ufficiali, la morte del giovane italiano. 

Le autorità diplomatiche italiane hanno chiesto di essere tempestivamente informate sull’esito dell’esame autoptico e sull’evoluzione delle indagini che le autorità francesi hanno disposto con l’apertura di un’inchiesta. Claudio Faraldi stava scontando cinque anni per una rapina compiuta nel 2011 in in Costa Azzurra e si trovava nel carcere francese da sei mesi. Claudio aveva un passato di tossicodipendenza ed era anche stato ospite della comunità di San Patrignano da dove però fuggì dopo pochi mesi. “Voglio assolutamente vedere mio figlio prima dell’autopsia che verrà compiuta il 16 maggio”, dice il padre di Claudio, che alcuni anni fa aveva perso la figlia Stephanie.

Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi sostiene però i dubbi della famiglia Faraldi. Lei è convinta che il suo Daniele sia stato picchiato e che non sia stato un semplice malore a causare la morte. Secondo la donna i Faraldo “devono battagliare come ho fatto io fino ad oggi e si devono imporre per vedere il figlio prima che facciano l’autopsia non come è avvenuto per Daniele – dice Cira Antignano -: quando avevano fatto tutto me lo hanno mostrato avvolto in un telo senza che potesse essere fatta chiarezza fino ad oggi della sua morte. Anche per Claudio, come per Daniele, attribuiscono la morte a problemi cardiaci, mi sembrano versioni che non stanno in piedi. Sono vicina a questa famiglia, perché comprendo il loro dolore e mi unisco anche a loro e agli altri che vogliono giustizia, perché dobbiamo far sentire forte la nostra voce”

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Il senegalese fermato per la morte di Ilaria aveva dei complici?

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Ilaria Leone non è morta per strangolamento, ma è stata soffocata dal suo stesso sangue fuoriuscito dalle profonde ferite al setto nasale. L’autopsia ha quindi dato una verità diversa sulle cause della morte della 19enne.  Ora si ritiene che la giovane sarebbe stata barbaramente picchiata e successivamente portata nell’oliveto dove sarebbe morta. Inoltre l’autopsia ha confermato che la giovane sarebbe stata oggetto di una tentata violenza prima di essere uccisa. Questi dati fanno ora prevedere uno scenario diverso in cui   Ablaye Ndoye il senegalese fermato ieri, avrebbe avuto anche alcuni complici, fatto, quest’ultimo, che non esclude neppure Francesco De Leo, il procuratore che sta indagando sull’omicidio della ragazza.  Emergono anche altre verità sulla vicenda. Sembra infatti secondo il Corriere Fiorentino che il senegalese sia stato “incastrato” da un suo connazionale, il quale si sarebbe rivolto ai carabinieri dopo che Ablaye Ndoye gli avrebbe chiesto di cancellare la memoria del telefonino della vittima.

”Sembra che il fermato – ha aggiunto De Leo – non fosse gradito alla comunità che lo ospitava, ma che venisse tollerato per il loro senso del dovere”. Intanto Ablaye Ndoye, ha riferito ancora il magistrato, ”è stato ancora interrogato, ma ha continuato a non ammettere la colpa”. Nei suoi confronti, ha aggiunto, ”il fermo verrà convalidato dal pm Fiorenza Marrara nelle prossime ore, per il reato di omicidio”.

Ilaria Leone: questa sera, la veglia per lei a Castagneto Carducci

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Questa sera, a Castagneto Carducci, si è tenuta una veglia per Ilaria Leone, uccisa ieri forse dopo un tentativo di stupro. Il senegalese accusato del delitto ha ricevuto una telefonata da Ilaria poco prima che la ragazza fosse strangolata. La giovane, se di solito si faceva dare un passaggio per rientrare a casa da lavoro, la sera del primo maggio ha rifiutato tutti gli inviti, pur dovendo percorrere circa 6 km. Non erano ancora le 22.30 quando ha chiesto, per strada, ad un amico incontrato per caso, di accendere una sigaretta, ed è stata l’ultima volta che qualcuno l’ha vista. La mattina dopo è stato un operaio dell’uliveto a trovare il suo corpo parzialmente coperto da alcuni rami. Sembra certo però che non sia stata uccisa nel luogo del ritrovamento, come testimoniano anche tracce di sangue che conducono al luogo. Gli inquirenti indagano sul senegalese che aveva già ricevuto un avviso di espulsione e che sembra abbia fatto tutto da solo. Sul corpo della ragazza sono state trovate sia tracce biologiche, che verranno confrontate con il dna del sospettato, che di sangue. Se inizialmente si era parlato di un delitto passionale, ora però si profila anche la pista della droga, visto che Ilaria faceva uso di sostanze stupefacenti ed il senegalese è uno spacciatore.

Chi è il senegalese accusato dell’omicidio di Ilaria?

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Ablaye Ndoye, il senegalese di 34 anni, fermato con l’accusa di aver ucciso Ilaria Leoni era noto per essere uno spacciatore e la ragazza faceva uso di sostanze stupefacenti. Nello zaino del senegalese è stato rinvenuto anche il cellulare di Ilaria.

Il giovane senegalese non aveva  il permesso di soggiorno ed era già destinatario di un provvedimento di espulsione le cui pratiche erano in corso. Lo ha detto il procuratore di Livorno, Francesco De Leo, che insieme al comandante provinciale dei carabinieri Massimiliano Della Gala ha confermato che l’uomo non ha ancora confessato, ma che «su di lui ci sono pesanti indizi».

E’ probabile che Ablaye abbia anche abusato della ragazza e poi l’abbia uccisa poco distante dall’oliveto dove l’hanno ritrovata, ma su queste indiscrezioni dovrà fare chiarezza l’autopsia.  

Giallo profondo in un mistero buio… Mirco Sacher è stato soffocato?

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L’autopsia effettuata oggi sul corpo di Mirco Sacher non conferma la morte per soffocamento anche se le lesioni riscontrate sono plausibili. Il problema però è più complesso perché il quadro clinico riscontrato nel corso delle analisi porta ad evidenziare un quadro complesso e poco chiaro, frutto di una dinamica non semplice da interpretare. Insomma siamo in un giallo che è un “mistero buio” che forse ci vorrà del tempo per arrivare a una soluzione che rimetta insieme le tante tessere del puzzle. Ora si attendono le perizie tossicologiche e poi, in 30 giorni, dovrebbero essere pronte le analisi istologiche. Quel che è sempre meno probabile è l’ipotesi che l’uomo volesse violentare una delle due ragazze.

 

Quel suicidio misterioso di David Rossi… con volo all’indietro!

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Si blocca il tentativo di “chiudere” rapidamente la vicenda del suicidio di David Rossi, capo della comunicazione in Mps. Ora l’autopsia si è fatta.
L’avevamo scritto subito: strano che i magistrati abbiano immediatamente escluso di disporre un’autopsia. E’ praticamente una proceduta obbligata in ogni morte violenta.
Ma c’è voluta la ripresa di una telecamera, posta sul vicolo dietro Rocca Salimbeni per far loro cambiare idea. Nelle riprese si vede David Rossi cadere all’indietro. Che è certo uno dei tanti modo possibili di gettarsi da una finestra, ma non proprio il più frequente. Era così sconvolto da togliersi la vita, ma così lucido da farlo dando le spalle alla finestra e lanciarsi di sotto?
L’orario della caduta è impresso sulle immagini: 19,59. E Rossi non sarebbe neppure morto sul colpo, dopo un volo di quasi venti metri, con la testa verso il basso e di spalle.

Ultima seria incongruenza, dunque: alle 19 ha chiamato la moglie per dire che stava per rientrare e un’ora dopo si uccide. C’è materia per farsi domande. E le risposte vanno per forza cercate tra i fogli di carta, i file sul computer, le telefonate recenti, i rapporti con il resto del gruppo dirigente di Mps.

Perchè si voleva subito archiviare il caso David Rossi?

Il video del dramma di David Rossi!

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Una telecamera ha filmato il suicidio di David Rossi, il dirigente Mps, che si è lanciato dalla finestra del suo ufficio dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata ora al vaglio degli inquirenti. Poi fogli di appunti, forse un inizio di lettera che David Rossi voleva lasciare alla moglie, ma che non è riuscito neppure a iniziare.  Mentre continuano le indagini per cercare un motivo che possa far comprendere il gesto del dirigente, si formulano ipotesi e si fanno congetture su ciò che possa aver sconvolto David Rossi. Si ritiene che il dramma sia iniziato con la nuova inchiesta sulle responsabilità di MPS avviate nei confronti degli ex manager e delle banche straniere.

Mercoledì notte era stato sentito Bernardo Migrone, direttore finanziario di Mps per cercare di capire cosa avesse spinto Rossi a lanciarsi dalla finestra. Ieri, invece, sono stati ascoltati il fratello e la cognata che hanno conferamto come il David fosse da tempo scosso per tutte le vicende che avevano sconvolto l’Istituto di credito. Dal lungo interrogatori di Alessandro Profumo e da quello di Fabrizio Viola è arrivata invece la smentita sull’ipotesi di un licenziamento che avrebbe rimosso Rossi dal suo posto. Anzi, da quanto si è appreso, era stata appena rinnovata la fiducia al dirigente che era visto come un punto chiave che potesse arginare il discredito sulla banca in un momento così delicato nella vita di Monte Paschi.  
Il sospetto di alcuni pm è che Rossi, da uomo onesto quale era,  temesse di rimanere coinvolto nell’inchiesta giudiziaria sulla fuga di notizie della scorsa settimana. Pietra dello scandalo probabilmente la decisione del cda di Mps di chiedere i danni a Mussari a Vigni e alle banche d’affari Nomura e Deutsche Bank, (partner nelle spericolate operazioni Alexandria e Santorini), era stata pubblicata da un quotidiano prima che il consiglio la comunicasse ufficialmente. E, soprattutto, prima che la causa civile fosse iscritta al Tribunale di Firenze.

David Rossi: una telefonata gli ha abbreviato la vita?

david rossi - contrada della lupa - telefonata - tuttacronaca

Gli inquirenti, durante il sopralluogo nella stanza del capo della comunicazione di Mps, hanno sequestrato il cellulare dell’uomo, alcuni files dal computer e del materiale cartaceo. Il cellulare rinvenuto a Rocca Salimbeni ha permesso di ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo ed ha portato alla luce che, prima di compiere il gesto estremo, Rossi ha ricevuto una lunga telefonata, anche se non è stata resa nota l’identità dell’interlocutore. Già ascoltato dagli inquirenti Profumo, presidente dell’MPS. Intanto l’amministratore delegato della banca, Viola, ha commentato così, al palco di un incontro promosso da Progetto Citta’ del presidente Ceccherini, la morte di David Rossi: “Siamo qui per ricordare che questo evento e’ stato voluto con forza da Davide. Questo e’ uno dei motivi per cui, con una certa fatica, lo abbiamo voluto confermare, nel rispetto della sua persona e della sua professionalità”, ribadendo la completa fiducia in lui riposta, e ha proseguito: “Una fiducia basata su solide fondamenta, costituite da una grande professionalità, grande attaccamento alla banca e grande sensibilità e dedizione. […] qualsiasi tipo d’illazione sotto questo profilo e’ priva di ogni fondamento”.

Intanto è stato reso noto che Mps ha chiesto un totale di 1,2 miliardi di euro di indennizzo agli ex dirigenti Mussari e Vigni e le banche Nomura e Deutsche Bank, in quanto parte lesa.

A seguito del suicidio di Rossi, che era stato perquisito ma non era iscritto nella lista degli indagati, la sua contrada, della Lupa, ha posto la bandiera a mezz’asta all’ingresso della sua sede, ad un centinaio di metri in linea d’aria dal vicolo in cui ha trovato la morte l’uomo. Nella bacheca della chiesa della contrada, l’Oratorio di San Rocco, è affisso invece un messaggio che lo ricorda: la tradizione senese vuole che prevede che i funerali di ogni contradaiolo si svolgano nella chiesa della contrada di appartenenza.

Nuovo sopralluogo nell’ufficio di David Rossi ed Mps chiede il silenzio

david rossi - mps - tuttacronaca

Non solo il biglietto indirizzato alla moglie Antonella, Rossi avrebbe tentato di scriverle una lettera prima di suicidarsi ma i fogli sono finiti accartocciati. I pm Nastasi, Natalini e Grosso sono oggi tornati nell’ufficio che era stato sequestrato secondo le direttive del pm Nicola Marini per effettuare un nuovo sopralluogo mentre il professore Gabbrielli sottoponeva il corpo di Rossi ad un’autopsia, inizialmente non prevista, durata circa due ore. Nella “fase più difficile della storia” della più antica banca d’Italia, Mps ha chiesto, in una nota, “il silenzio come forma di rispetto nei confronti di David Rossi”.

E’ giusto rispettare il silenzio e stringersi attorno alla famiglia ed agli amici del Responsabile della comunicazione, la morte di un giovane professionista è sempre una tragedia, ciò non toglie che questa storia lascia attoniti e gli italiani vogliano sapere cosa si nasconde davvero nei recessi di questa roccaforte. Quante persone stanno tremando?

L’AUTOPSIA IN MPS, DAVID ROSSI!

mps_monte paschi di siena- tuttacronaca- david rossi

Sarà fatta l’autopsia nel pomeriggio di oggi sul corpo di David Rossi, il capo area di comunicazione di Monte dei Paschi, suicidatosi ieri sera. Lo ha confermato il pm Nicola Marini che, poche ora fa aveva invece detto che ci sarebbe stata solo “un’ispezione esterna”. Marini ha affidato l’incarico per l’autopsia al professore Mario Gabbrielli.

La finestra era aperta e Giancarlo, il segretario di David Rossi, il capo dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi, ha subito capito cosa era successo. Rossi si era gettato poco prima da quella finestra e il suo corpo, ormai senza vita, giaceva nel vicolo senza sfondo che è dietro Rocca Salimbeni. Subito è scattato l’allarme ma per Rossi, 51 anni, sposato senza figli, non c’era più niente da fare. Nel suo ufficio gli inquirenti hanno trovato un biglietto, indirizzato alla moglie: “ho fatto una cavolata”, ha lasciato scritto.

La tragica morte di Rossi arriva nel mezzo dell’inchiesta che scuote il Monte dal 9 maggio dello scorso anno, quando una sessantina di finanzieri entrarono nell’istituto mentre altri perquisivano la sede della Fondazione Mps, il Comune e la Provincia, e altri uffici a Siena ma anche a Milano e a Roma. Lo stesso Rossi era stato perquisito il 19 febbraio scorso, quando gli uomini del nucleo valutario della gdf tornarono anche nelle abitazioni dell’ex presidente Giuseppe Mussari e dell’ex dg Antonio Vigni al centro dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta e dei diversi filoni che negli ultimi 10 mesi sono stati aperti dai pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. Ma al contrario di Mussari e di Vigni, Rossi non era indagato. Gli accertamenti sulla morte del capo della Comunicazione sono affidati al sostituto procuratore Nicola Marini, l’unico dei quattro pm della procura di Siena che non si occupa dell’inchiesta sulla banca. Era lui, mercoledì sera, di turno per le urgenze. Con Marini sul posto, tuttavia, sono arrivati anche Nastasi e Natalini. Rossi, da sempre, era considerato uomo vicino all’ex presidente Mussari, anche se era rimasto al suo posto pure dopo l’arrivo del nuovo presidente Alessandro Profumo e dell’ad Fabrizio Viola. Il sodalizio con Mussari era cominciato nel 2001, quando questi era arrivato alla presidenza della Fondazione. David diventò il responsabile della comunicazione dell’Ente e nel 2006 lo seguì a Rocca Salimbeni, quando Mussari assunse la presidenza della banca. Non andò con lui, invece, quando l’ex presidente del Monte passò all’Abi. Era rimasto molto colpito dalla perquisizione, anche se a qualche amico aveva confidato che pensava che presto i magistrati potessero chiamarlo. Niente lasciava immaginare il drammatico epilogo: ai colleghi che lo avevano contattato nei giorni scorsi per le ultime notizie sull’istituto di credito aveva risposto con la stessa professionalità di sempre. Al suo impegno di dirigente della banca, univa anche quello di vicepresidente del Centro internazionale di arte e cultura di Palazzo Te e di membro del consiglio di amministrazione di Vernice per i progetti culturali, mettendo a frutto anche i suoi studi classici. E’ possibile che quando i magistrati hanno ordinato la perquisizione nella sua abitazione e nel suo ufficio cercassero di verificare se ci fossero ancora rapporti con Mussari. L’inchiesta sulla banca partì dall’acquisizione di Antonveneta. Il Monte la comprò da Banco Santander per 9,3 miliardi: l’istituto spagnolo tre mesi prima l’aveva acquistata per 6,6 mld. Un’inchiesta che poi ha puntato gli occhi sui derivati presenti nelle casse dell’istituto, in particolare quelli dell’operazione Alexandria sottoscritta da Mussari con la banca giapponese Nomura, e su una presunta “banda del 5 per cento”: tale sarebbe stata la quota di spettanza ad alcuni dirigenti della banca in alcune operazioni. Al centro di questa parte dell’inchiesta ci sarebbe Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell’area Finanza, l’unico indagato finito in carcere: secondo i pm stava cercando di fuggire all’estero quando venne arrestato lo scorso 14 febbraio. Le perdite accertate fino ad ora sono state stimate in 730 milioni per i soli derivati. Truffa, turbativa, ostacolo agli organi di vigilanza, false comunicazioni e manipolazione del mercato i reati ipotizzati, a vario titolo, agli indagati, che in tutto dovrebbero essere una quindicina.

Muore 13enne all’ospedale di Massa… disposta autopsia!

muore 13enne all'ospedale di massa

Bracciano: il fidanzato di Federica positivo al narcotest

 

Nel sangue del fidanzato di Federica Mangiapelo, la 16enne trovata morta in riva al lago di Bracciano, è stato riscontrato un elevato tasso alcolico, presenti inoltre tracce di droga. L’autopsia sul corpo della giovane non ha riscontrato segni di violenza, avvalorando la tesi della morte per cause naturali. I periti potranno indicare le cause del decesso dopo aver effettuato gli accertamenti tossicologici. Esclusi annegamento e caduta dall’alto dai medici legali.

Si presume la morte sia avvenuta verso le 4 del mattino, orario in cui il fidanzato le avrebbe lasciato un messaggio in facebook in cui si legge: “Abbiamo litigato ma ti voglio sempre bene”

Come testimoniano alcuni amici, la coppia avrebbe litigato attorno all’1.30 separandosi. Il messaggio potrebbe essere tanto un alibi creato dal ragazzo quanto una prova che testimonia la sua estraneità ai fatti. I carabinieri ancora indagano al riguardo, così come non si fermano le ricerche del cellulare di Federica, tuttora non rinvenuto, anche se già si stanno esaminando i tabulati.

A nome della famiglia, ha parlato con i giornalisti lo zio della ragazza che ha riferito che “Federica era una brava ragazza che non beveva e non si drogava”. Ha poi aggiunto: “Ci auguriamo che le forze dell’ordine, che finora si sono concentrate su di lei, si concentrino anche su altre figure che hanno tralasciato”. Non ha voluto però specificare a chi si riferisse.

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