Che Paese sta diventando l’Italia? Disoccupazione alle stelle, Pil in caduta libera e l’unico mercato che non conosce la crisi sembra essere quello della criminalità e della prostituzione. Tutti coloro che erano rimasti sorpresi dalle due baby squillo di Roma per l’atteggiamento e le frasi che erano uscite dai verbali, ora dovranno di nuovo stupirsi per la dimensione del fenomeno. Sembrerebbe che quello delle due baby squillo dei Parioli non sia un caso isolato, ma un giro più largo che si sta ricostruendo ora dopo ora grazie ai tabulati telefonici e dai pc degli indagati. Altre minorenni si troverebbero nel Sud d’Italia e quasi tutte avevano a che fare con Riccardo Sbarra, l’uomo finito in carcere il 28 ottobre insieme con gli altri indagati. Ad arrestare il commercialista nella sua abitazione sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci, e lui, non appena ha visto i militari, ha lanciato dalla finestra i computer per tentare di distruggere eventuali prove a suo carico. In realtà l’hard disk qualche elemento utile alle indagini lo avrebbe conservato e ora gli esperti dell’Arma stanno scaricando le informazioni che sembrano aggravare la posizione dell’indagato. Davanti al gip che lo ha interrogato subito dopo l’arresto, i suoi avvocati Augusto Mazzeo e Piergiorgio Micalizzi hanno preferito non farlo rispondere. La posizione processuale è sembrata subito parecchio compromessa: tanti gli sms tra Sbarra e le due ragazzine, tante le proposte oscene, seguite da incontri e da denaro sborsato per la prestazione.
Come racconta Il Messaggero:
L’uomo chiedeva sempre di più, cercava incontri a tre. Agnese e Angela erano state a casa sua, spesso insieme. Lo racconta la più grande nel verbale di interrogatorio davanti al pm. «Sono stata da lui un paio di volte – dice – Sapevo che si chiamava Riccardo Sbarra perché l’ho incontrato anche in discoteca durante l’estate. Riccardo ha incontrato una volta anche Agnese. C’ero pure io con lei, è venuta con me a casa sua. Sapeva che io dovevo andare per avere un rapporto sessuale con lui, e siccome lei aveva bisogno di soldi, io le ho detto che poteva averlo pure lei. Eravamo presenti entrambe. In quell’occasione ci ha dato 150 euro complessive». La stessa circostanza viene confermata dall’altra ragazzina.
È sempre Angela, poi, a parlare di Sbarra in toni sprezzanti. Pm: «Lo hai visto in discoteca, ma perché lui lavora lì?. E lei: «E che ne so, è un cretino. Sta ancora lì a ballare, a fare il pischello in discoteca…». Pm: «Perché invece è grande?». Angela replica: «C’avrà trentacinque anni, trenta anni…ce li avrà».
Il gip respinge la richiesta di domiciliari avanzata dai legali e, nel farlo, sottolinea che la reiterazione del reato esiste perché esistono nei confronti di Sbarra «condotte dello stesso tipo di quelle descritte nell’imputazione». Condotte riferibili ad altre minori che l’uomo definiva nei suoi messaggi «lolitine». Rischia quindi di allargarsi ulteriormente il fronte delle indagini. Gli accertamenti puntano ora all’individuazione di queste nuove baby squillo, ma anche di tutti quei clienti che avrebbero avuto rapporti con Angela e Agnese. La loro posizione diventa sempre più delicata dopo che il Tribunale del riesame ha confermato per il commercialista solo il reato previsto dai rapporti sessuali con una minorenne, facendogli decadere l’induzione alla prostituzione e la pedopornografia. E questo potrebbe voler dire che anche gli altri clienti rischiano il carcere.