Era il 20 luglio 2013 quando The Guardian, in accordo con il governo, distruggeva alcuni file ricevuti dalla talpa Edward Snowden, l’ex tecnico della Central Intelligence Agency che ha fatto scoppiare lo scandalo Datagate. Solo ora, tuttavia, la testata ha diffuso il video sul web. Il governo britannico non voleva sequestrarli d’autorità. I servizi segreti non potevano allo stesso tempo permettere che i dati consegnati da Snowden a The Guardian, rimanessero in custodia dei giornalisti. La distruzione fisica degli hard disk che contenevano i file è stata decisa per andare incontro sia alle necessità del governo, sia dello spionaggio britannico. Lo smantellamento ha avuto luogo davanti ad un gruppo di persone formato da autorità varie e giornalisti. Un dubbio, però, rimane: c’è la certezza che i giornalisti non abbiano prima fatto una copia dei file?

Non si placano le accuse della presunta pedofilia di Michael Jackson. A 4 anni dalla morte si aggrava la posizione del cantante defunto per abuso di farmaci. Secondo il Sunday People ci sarebbero dei file segreti dell’Fbi che confermerebbero l’accusa di pedofilia con l’aggravante della corruzione. Il cantante, secondo il Sunday, avrebbe pagato almeno 35 milioni di dollari a due dozzine di teenager, vittime dei suoi abusi sessuali. Secondo l’articolo redatto dal giornale americano i documenti affermerebbero che che gli abusi sessuali sarebbero iniziati nel 1989 a Neverland, nella fantasmagorica villa di Jackson e si sarebbero protratti per tutti gli anni ’90.
Jackson, non è un mistero per nessuno amava stare insieme ai bambini, ma secondo le ultime rivelazioni, non di rado passava delle ore a guardare film porno insieme alle piccole vittime che venivano spesso toccati nelle parti intime dal cantante. Di questo era al corrente, secondo il Sunday anche l’Fbi che avrebbe saputo la verità su Jackson già nel 2002, quando cominciò a indagare su Anthony Pellicano, il detective delle star, coinvolto in decine di casi di spionaggio privato e assunto da Jackson per annacquare le accuse di pedofilia contro di lui. Tra i documenti sequestrati a Pellicano, c’erano numerosi fascicoli sullo stesso Jackson, che provavano chiaramente le accuse di pedofilia. Anche un collaboratore di Pellicano avrebbe confermato all’Fbi che Jackson era un pedofilo. Peccato che questi documenti non siano stati trasmessi ai pubblici ministeri che nel 2005 tentarono invano di inchiodare Jackson nel controverso processo per molestie sessuali.
E’ proprio il collega di Pellicano che intervistato dal Sunday People, in cambio dell’anonimato, avrebbe confermato le accuse contro la pop-star.
L’uomo ha dichiarato di aver deciso di dire pubblicamente la verità sul cantante dopo che il coreografo Wade Robson, che negli anni novanta era uno dei tanti bambini che frequentavano Neverland, ha recentemente accusato Jackson di abusi sessuali e ha lanciato una causa milionaria contro il patrimonio della star scomparsa.
L’investigatore ha dichiarato che conserva una copia dei documenti dell’Fbi dove sono presenti i nomi di almeno 17 vittime di abusi, tra cui cinque bambini attori e due ballerini.
Jackson li avrebbe pagati lautamente in cambio del silenzio: «Elizabeth Taylor, amica di Jackson, avrebbe consigliato al cantante di assumere Pellicano – dichiara l’anonimo investigatore – L’attrice si era servita di Pellicano per fermare le notizie sui suoi problemi con la droga. Pellicano aveva legami molto forti con personaggi chiave dei media americani e riusciva a influenzarli. Grazie al lavoro di Pellicano il mondo e i fan di Jackson non hanno mai saputo cosa realmente è avvenuto a Neverland per 15 anni». D
Gli avvocati della famiglia del cantante però smentiscono le rivelazioni del giornale britannico e affermano che Jackson avrebbe pagato solo l’allora tredicenne Jordan Chandler che nel 1993 sarebbe stato abusato sessualmente dalla star.