
L’idea di mettere a ferro e fuoco il Palazzo di Giustizia di Milano era stata bocciata, o almeno così pareva, dallo stesso Silvio Berlusconi, consigliato dal vicino Gianni Letta. I pidiellini della prima ora, spinti dalle ex ministre Gelmini e Bernini, però non hanno obbedito. “A tutto c’è un limite”, hanno spiegato. La guerra alla magistratura non doveva essere la strada da intraprendere di fronte all’attuale quadro politico e non avrebbe giovato all’incontro programmato con Giorgio Napolitano.
Lo stato maggiore del Pdl, il segretario Alfano e i capigruppo uscenti Cicchitto e Gasparri, infatti, oggi vedranno il capo dello Stato per denunciare «la persecuzione giudiziaria» nei confronti di Berlusconi. I piani moderati dei fedelissimi del Cavaliere, tuttavia, sono saltati a causa del no al legittimo impedimento, della seconda visita fiscale a Berlusconi e dell’annuncio di processo immediato a Napoli per compravendita di parlamentari.
In realtà Berlusconi non avrebbe bocciato affatto l’iniziativa dei suoi parlamentari, tutt’altro. Secondo il quotidiano di via Solferino, infatti, l’ex premier si sarebbe lasciato andare a uno sfogo che di pacato non aveva più nulla, dopo la doppia visita fiscale in ospedale: «Ma basta con questi moderatismi, non ne posso più di queste cautele! Vogliono arrestarmi, farmi fuori, dovete reagire! Vi voglio tutti a palazzo di Giustizia, vogliono crocifiggermi!». Il Cavaliere ha paura di morire? Ma non era uno degli immortali?
Nel Pdl si attende di capire quale sarà oggi l’atteggiamento di Giorgio Napolitano. Ci si attende «un interessamento del presidente», dice scegliendo bene le parole la Gelmini. Qualcosa di concreto anche se di riservato, un’attenzione, un intervento da «presidente del Csm» come aggiunge Cicchitto, perché spiega Quagliariello «pretendiamo che quello che chiediamo merita una risposta: Berlusconi deve essere trattato come un imputato normale. Basta con l’accanimento, con decisioni assurde e minacciose come quella dei pm di Napoli». Il Pdl ripone fiducia nell’attuale capo dello Stato ed è per questo che auspica una sua rielezione al Quirinale.
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