Berlusconi rilascia un’intervista in cui dichiara che “Siamo riusciti a mettere insieme il centrodestra e il centrosinistra ponendo fine a una lunga guerra fredda, ad una guerra civile. Abbiamo un governo forte che può fare quelle riforme e che una sola parte non poteva fare”. E aggiunge: “Ora che due forze sostengono il governo, vanno fatte le riforme, a partire dall’elezione diretta del Capo dello Stato”. Presenta anche la nuova proposta: “Ho avuto una riunione con il nuovo ministro degli Interni, Angelino Alfano, e Gianni Alemanno in cui si è deciso di comune accordo tra i due, di dare il via al poliziotto e al carabiniere di quartiere e anche all’utilizzo dei militari nelle periferie”. Quello che poi desidera per il nuovo governo, è che non ci siano più imposizioni da parte di Bruxelles: “Serve che questo governo vada a Bruxelles e dica: io faccio così. Non possiamo più accettare certi diktat, siamo noi che dobbiamo decidere ciò che è necessario fare per rimettere in piedi la nostra economia”. Ovviamente non poteva mancare il tema della giustizia: “E’ importante per il centrodestra che la Capitale sia amministrata dal centrodestra. E’ importante per i romani dare un contributo alle nostre battaglie nazionali: contro l’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria”, ha detto ancora Berlusconi. Poi, ricordando quanto “il voto su Roma sia importante” ha spiegato nell’intervista al tg di T9 che grazie “a questa svolta epocale” di aver messo insieme centrodestra e centrosinistra ora l’Italia si trova con “un governo forte anche nei confronti con l’Europa”.
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Berlusconi, la fine della “guerra fredda”… e i militari in strada!
Pubblicato da tdy22 in giugno 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/05/berlusconi-e-la-fine-della-guerra-fredda/
Renzi segretario? Intanto ci pensa…
“Non è una priorità ma ci sto riflettendo”. Afferma questo Matteo Renzi rispetto alla possibilità di candidarsi alla segreteria del Partito Democratico. A Repubblica, il primo cittadino di Firenze ha spiegato che non vuole correre il rischio, stando fuori dai giochi, di finire “nella palude democristiana fatta di immobilismo e sospetti, di accuse e ritrattazioni. Ma io non sono questo. Non ho mai fatto una battaglia alle spalle di qualcuno”. I suo ragionamento lo rende manifesto lui stesso: “mi chiamano in ballo su tutto, anche quando mi defilo, anche quando garantisco lealtà, tanto vale…”. “Io – ha fatto notare al quotidiano – non faccio niente eppure mi tirano sempre in mezzo. Penso alla mozione Giachetti sul Mattarellum. Era un complotto mio e dei renziani, hanno detto. Un modo per far saltare il governo e la maggioranza con il Pdl. Quell’episodio mi ha dato particolarmente fastidio, anzi mi ha fatto arrabbiare di brutto. Ma quale complotto, che c’entro io con una battaglia parlamentare che Roberto porta avanti da mesi?”. E a la Stampa torna a ribadire che “io non tramo, ma non tremo. E visto che di qualunque cosa parlo mi sparano addosso, allora chiedo: se vogliono farmi la guerra loro, me lo dicano. Così mi regolo…”. Per Renzi ormai “siamo alle barzellette” se solo “dire una banalità tipo ‘se il governo fa, dura; altrimenti va a casa’ significa attaccare Letta“. e aggiunge: “Qui la questione è semplice: qualunque governo ha un senso se realizza cose, non se vivacchia”. Ed “Enrico pensa che un cacciavite sia sufficiente, io credo che occorra fare di più”. Ma non ha “alcuna intenzione di fare la guerra a Enrico, ci mancherebbe. Così come non è che, da ragazzino, la notte sognassi di fare il segretario del Pd. Quindi stiano tutti più sereni, e vedremo nelle prossime settimane le cose da fare. Ma la pre-condizione è che finisca questa specie di tiro al bersaglio che parte appena io apro bocca. Sto cominciando a rompermi e non credo che a loro convenga”.
Pubblicato da tdy22 in giugno 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/05/renzi-segretario-intanto-ci-pensa/
E ora Grillo se la prende con le fondazioni!
Beppe Grillo tiene un comizio a Riesi, nel Nisseno, e per l’occasione individua un nuovo bersaglio. La sua accusa è per le fondazioni, colpevoli di ostacolare la democrazia e d’impedire la libertà di stampa in Italia. Questo deriverebbe dal fatto che sono controllate da multinazionali come l’Enel, l’Eni, l’Edison e la Nestlè. Il leader del M5S elenca inoltre elenca i ministri che occuperebbero i posti nei consigli di amministrazione, partendo dal premier Enrico Letta, per proseguire con Alfano, Orlando, Lupi, Lorenzin, Carfagna e alcuni giornalisti.
Pubblicato da tdy22 in giugno 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/04/e-ora-grillo-se-la-prende-con-le-fondazioni/
La Santanchè prevede: dopo la sentenza Unipol, l’esercito di Silvio insorgerà!
Oggi è stato il giorno della sentenza Unipol, un anno per Silvio Berlusconi e questa sera Saniela Santnchè, ospite a Otto e Mezzo con Marco Travaglio, ha tenuto a ribadire la posizione sua e del partito di cui fa parte. L’accusa è per la magistratura politicizzata, perchè “il problema non e’ la tenuta del governo, il problema sono gli otto milioni di persone che hanno votato Silvio Berlusconi e che reagiranno”. Ha poi aggiunto: “Sappiamo che il popolo italiano è sostanzialmente moderato, quindi non andrà di certo a spaccare le vetrine per questo, ma probabilmente, se una cosa del genere dovesse realmente accadere, credo potrebbe rifiutarsi di rispondere allo stato, ad esempio non pagando le tasse”. C’è da chiedersi se davvero l’esercito di Silvio sia davvero così moderato, considerato che ieri il suo ispiratore, Diego Volpe Pasini, è arrivato ad affermare che “Esiste il diritto alla sberla o a tirare un calcio nel c**o”.
Pubblicato da tdy22 in giugno 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/04/la-santanche-prevede-dopo-la-sentenza-unipol-lesercito-di-silvio-insorgera/
Unipol. Berlusconi decisivo: voleva danneggiare Fassino
Nella vicenda dell’intercettazione Fassino-Consorte, quella della fatidica domanda “abbiamo una banca?”, il ruolo di Berlusconi fu decisivo: “Senza l’apporto in termini di concorso morale di Berlusconi, non si sarebbe realizzata la pubblicazione”. E ancora: “La qualità di capo della parte politica avversa a quella di Fassino, rende necessario il suo benestare alla pubblicazione della famosa telefonata”. E’ quanto si legge nelle motivazioni della condanna dell’ex premier a un anno di reclusione. Stando alle motivazioni, infatti, Berlusconi, la sera della vigilia di Natale del 2005, ad Arcore, ascoltò “attraverso il computer, senza alcun addormentamento”, la registrazione audio della telefonata, poi pubblicata sulle pagine del “Giornale”. Non viene quindi accettata la versione secondo la quale il leader del Pdl aveva gli occhi chiusi nel momento in cui si ascoltava la telefonata stessa. “Deve ritenersi – scrivono i giudici – che Berlusconi abbia ricevuto quella sera a casa sua, ad Arcore, la visita di Favata e Petessi (coloro i quali gli portarono materialmente il nastro registrato), insieme col fratello, essendo ben consapevole del motivo per cui si svolgeva quella visita, in parte destinata a fargli sentire la famosa telefonata, nella chiara prospettiva della sua pubblicazione, di peculiare interesse in quel periodo pre-elettorale, tenuto conto della già sottolineata portata politica di quella conversazione”. In quanto “pubblico ufficiale” e considerata la “lesività della condotta nei confronti della Pubblica amministrazione”, i giudici non hanno ritenuto di concedere le attenuanti generiche. Oltre a questo, “va considerato il periodo in cui venne effettuata la pubblicazione, a 4 mesi dalle elezioni e nel pieno delle vacanze natalizie, periodo di scarsa affluenza di notizie politiche più importanti: l’interesse politico delle intercettazioni era pertanto evidente così come la volontà di darvi risalto”. “Il ruolo precipuo del premier – proseguono i giudici – era collegato certamente alla strenua richiesta di Raffaelli di incontrarlo per potergli presentare personalmente il suo progetto e ottenere l’appoggio, atteso che, secondo quanto lui stesso ha affermato, non avrebbe ceduto la chiavetta se non in quella occasione. Inoltre la sua qualità di capo della parte politica avversa a quella di Fassino, rende logicamente necessario il suo benestare alla pubblicazione della famosa telefonata, non potendosi ritenere che, senza il suo assenso, quella telefonata, che era stata per altro a casa sua, fosse poi pubblicata, a prescindere dalle espressioni di soddisfazione riferite da Favata a Petessi all’epoca dei fatti”.
La replica dei legali di Berlusconi, Ghedini e Longo, è stata secca: “Le motivazioni della sentenza dimostrano ancora una volta la impossibilità di celebrare dei processi a Silvio Berlusconi a Milano. Tale decisione appare ancor più straordinaria visto che a un incensurato si negano non solo le attenuanti generiche ma anche la sospensione condizionale, confermando vieppiù il pregiudizio”. Secondo gli avvocati “il Presidente Berlusconi viene condannato per concorso morale e quindi non già per aver posto in essere qualche condotta specifica ma per aver rafforzato il proposito del fratello Paolo proprietario ed editore del Giornale. Mai nessuno ha potuto prospettare alcunché in proposito e anzi colui che ha consegnato l’intercettazione ha affermato che il Presidente Berlusconi non l’ha mai ascoltata. Parimenti Paolo Berlusconi ha ripetutamente ribadito che Silvio Berlusconi mai se n’era interessato. E’ una sentenza dunque basata sull’incredibile principio del ‘cui prodest’, che non potrà che essere riformata nei gradi successivi”.
Pubblicato da tdy22 in giugno 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/04/unipol-berlusconi-decisivo-voleva-danneggiare-fassino/
Tra Letta e la Costituzione, Rosy Bindi sceglie la seconda
“Io non scambio il governo Letta e la sua tenuta con la Costituzione, che deve durare ben oltre le larghe intese”. Con queste parole Rosy Bindi ha messo una pietra sopra ad ogni trattativa a tutti i costi. Presidenzialismo e governissimo? Non per lei che non vuole compromessi. L’ha dichiarato anche a Repubblica: “Con il bicameralismo perfetto e mille parlamentari, con una riforma federalista incompleta, con il cambiamento delle leggi elettorali in senso maggioritario, senza pesi e contrappesi, il nostro assetto democratico non funziona”, ha spiegato, aggiungendo che il suo partito ha sempre combattuto per difendere la Costituzione: “Cambiamenti quindi sì, ma per rendere efficiente la forma di governo e di Stato nella cornice costituzionale. Il Pd è stato in prima linea in questi anni contro i tentativi di stravolgere la Costituzione e ha vinto un referendum contro la destra. L’Assemblea del partito nel 2011 ha detto ‘no’ a ogni forma di presidenzialismo”. Ecco allora che “la scelta del semipresidenzialismo è quella più innaturale per la nostra Costituzione e per il nostro Paese perché indeboliremmo la figura di garanzia del capo dello Stato”. La sua proposta, al contrario, è “di fare come prima riforma il conflitto d’interessi in Costituzione. Vediamo se il centrodestra ci sta, e mettiamo poi mano al resto”. Per quel che riguarda i recenti accadimenti, infine, guarda in casa dem: “la settimana di calvario per l’ultima elezione del capo dello Stato non è dipesa dalla mancata riforma della Costituzione, ma da inadeguatezza delle forze politiche ed errori del Pd”.
Pubblicato da tdy22 in giugno 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/04/tra-letta-e-la-costituzione-rosy-bindi-sceglie-la-seconda/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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