Bufera di polemiche su Claudia Galanti: il bagno della discordia

claudia-galanti-bagno-tuttacronacaNon tutte le foto postate su Instagram ricevono ovazioni. Lo sa bene, ora, anche Claudia Galanti che, sempre osannata dai followers, ora ha fatto un clamoroso passo falso. La showgirl ha infatti pubblicato uno scatto in cui appare in una vasca da bagno traboccante di latte, immagine che lei stessa ha commentato: “Avete mai provato a fare il bagno al latte??? Lascia la pelle morbidissima …. !!! Infatti si dice che Cleopatra lo faceva tutti giorni… Ma io aggiungo mandorle tritate e miele come scrub per lenire la mia pelle. Poi, per finire, la camomilla come tonico“. In molti hanno considerato una simile uscita come un’ostentazione della sua ricchezza e in quanto tale poco rispettosa anche dei fans. Se la modella voleva solo condividere un momento personale, in rete l’immagine non è stata accolta calorosamente quanto lei sperava e vari sono gli sfoghi che si leggono nei commenti. Tra gli altri: “Se fossero sudati i tuoi soldini, ti posso assicurare che altro che il bagno nel latte”. E ancora: “Questa ostentazione allo spreco potevi evitarla. I bambini che muoiono di fame sai cosa avrebbero dato per bere quei litri e litri di latte che hai versato nella vasca da bagno??? Di pessimo gusto“.

Inciviltà virtuale: possibile istigazione a delinquere e l’attacco al sindaco

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Twitter è davvero un luogo di comunicazione o è un campo di battaglia mediatico dove violenza e odio trovano terreno fertile insieme all’istigazione a delinquere? Forse non è l’El Dorado del dialogo, come non è l’inferno criminale. Tanti gli utenti e molte le idee, inevitabili gli scontri verbali… ma forse stavolta si è superato il limite quando un utente del social con l’uccellino,  Michele Catalano, ha postato ‘”ma Rumeni che vanno a fa ‘na rapina a casa di Al Bano e lo menano non ce ne stanno?!???”. Secca la risposta del sindaco di Bari, Michele Emiliano,  che è intervenuto a difendere il cantante di Cellino San Marco: ”Ma ha bevuto troppo – chiede il primo cittadino – o parla sul serio?”.

Allo scambio di battute sul social network si unisce anche una terza persona che invita Emiliano a non essere ”sempre arrogante”.

“Mettetela su un barcone… Deve tornare in Africa” Frase shock sulla Kyenge

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“Mettetela su un barcone. Assicuratevi che non affondi. Deve tornare in Africa da dove è venuta. Poi saranno gli oranghi e le scimmie a stabilire se la riprendono o meno a casa loro. Ma a quel punto non sarà più un problema di noi italiani”. Così l’assessore leghista del comune di Cadorago (Como), Paolo Pagani, ha espresso il suo dissenso verso il ministro  per l’integrazione Cecile Kyenge. Il messaggio shock è stato postato su Facebook.  Le minoranze in consiglio comunale hanno chiesto di censurare il messaggio e altri simili postati dall’assessore allo sport sul social network. Secca la risposta di Maroni: “La Kyenge ha detto che non sa chi sono io, quindi non ho nulla da dire in proposito”.

 

Mengoni e il suo disinteresse per le tecnologie!

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24 anni e il disinteresse per le tecnologie. Dallo smartphone a Facebook Mengoni, star del nuovo pop, rifiuta le comunicazioni digitali.  “Ma non sono un anti-tecnologico”, tiene a sottolineare, “il mio non è certo un atteggiamento snob. Anzi, capisco che le nuove tecnologie siano una cosa positiva per la comunicazione, e che servano a molte persone per vincere la paura di un faccia a faccia. Mi sto avvicinando sempre più, quindi, anche a queste cose, ai social network in particolare. Ma di certo non arriverò a stare collegato ore e ore, non mi diverte far sapere agli altri cosa ho mangiato oggi o far vedere la foto del solito gattino. Leggo, osservo, se ho qualcosa davvero da condividere scrivo, o segnalo una musica, una poesia, un libro. Con queste tecnologie sono un bradipo, mi adatterò, ma con lentezza…”.

Lui d’altra parte controtendenza lo è stato sempre. Dal look stravagante e anti-conformista, che cerca di scrivere la storia in modo originale “Ma non sono un passatista”, tiene a dire, “anzi sono a favore della tecnologia, soprattutto se mi aiuta nel mio mestiere. Però per quello che riguarda la comunicazione, soprattutto sui social network, non riesco ad essere come molti miei colleghi. Leggo osservo, ma di scrivere banalità non me ne frega niente. Lo faccio se ho qualcosa davvero da dire, da condividere. Cose che abbiano un senso, un motivo” e poi aggiunge “È il rapporto con il pubblico che mi spinge a fare musica, suonare dal vivo è la cosa che ti fa andare avanti, ti rende felice di fare questo mestiere. Per me è la cosa più fica che c’è. Essere in studio per registrare va bene, è ovvio, ma dopo un po’ mi sento un po’ stretto. Invece quando suono dal vivo ogni sera è diversa, ogni concerto è come se fosse l’ultimo, non sai cosa succederà domani e quindi dai tutto quello che hai. Ogni sera quando salgo sul palco per me è l’ultima volta, e quindi cerco di dare tutto, di sgolarmi, di triturarmi le mani sulla chitarra…” e conclude: “Ho iniziato come tutti, bussando a tante porte che, ovviamente, non si sono aperte. Poi X Factor e questa rapidissima corsa che mi ha portato dove sono oggi. È un mondo curioso quello che mi sono trovato ad affrontare, me l’aspettavo diverso, magari un po’ più buono, ci sono tanti meccanismi che non capisco, tanti disequilibri, e devi sempre stare attento a come ti muovi, a quello che fai. Non è come dieci o quindici anni fa, oggi la musica è vento, passa rapidamente, è un vento forte e veloce, devi fare in modo che non ti scompigli i capelli e basta”. Dubbi, incertezze? “Tante, è ovvio, ma raggiungo anche picchi di felicità che non vanno sottovalutati. È una cosa sana dubitare di se stessi, e del lavoro che hai fatto. Se non avessi dubbi sarei già finito, non avrei limiti da superare, obbiettivi da raggiungere… “.

Forse un atteggiamento da hipster? “Amo il vinile assolutamente”, conferma lui, “sono un fan dell’analogico. La differenza di suono è abissale, il calore è diverso. E io cerco questo calore in quello che registro, quel calore che da piccolo sentivo nei dischi di Billie Holiday. Il che non vuol dire che non scarico le canzoni di Billie Holiday su iTunes, ma che, se posso, ascolto i dischi in vinile. E poi penso che sia giusto che la musica nata per essere registrata in maniera analogica sia ascoltata dai dischi in vinile. La musica di oggi invece è pensata per il digitale, ed è giusto che venga ascoltata in un altro modo”.

E al giornalista di Repubblica che gli chiede se un compromesso in favore della tecnologia odierna si può fare, risponde “Si deve fare, io mica posso costringere la gente a comprare un mio album in vinile. Ma anche se il risultato finale è digitale, io registro ancora su supporto analogico, su bobine, come si faceva un tempo”.

Ma chi è Marco Mengoni?

“Non mi ritengo un artista, non lo sono. Sono sicuramente un impiegato della musica, non mi posso attribuire una definizione così importante. Sono un impiegato che dignitosamente fa il suo lavoro, al meglio delle sue possibilità. Certo che l’arte mi piace, mi attira, io vengo da un istituto d’arte, mi piace essere onnivoro, prendere esempio dagli artisti con la “A” maiuscola. Ma io per adesso sono solo un servo della musica, non posso fare altro, lei decide per me”.

Zuckerberg pretende la privacy, ma non la concede

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Comportamento davvero “contraddittorio” da parte del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg che dopo aver acquistato per 30 milioni le case dei suoi vicini per paura che un costruttore potesse edificare ville nella zona adiacente alla sua casa e poi puntare sul suo nome per alzare il prezzo di acquisto, sembra invece voler privare i suoi utenti di qualsiasi tutela. Facebook infatti eliminerà una sezione delle impostazioni di riservatezza rendendo ogni profilo utente visibile a chiunque nelle ricerche sul social network. Quindi uno stalker sarà facilitato, così come sarà facile l’accesso ai dati personali per un datore di lavoro o ancora qualche malintenzionato potrebbe vedere una foto scattata in vacanza e svaligiare la casa di un ignaro utente che aveva postato, forse con un po’ di ingenuità, le proprie foto. Privacy zero!!! Anche da parte di  Google+ e YouTube che hanno comunicato che verranno venduti i commenti e le foto dei loro utenti su suoi servizi o siti collegati. Chi fermerà questa speculazione? Chi punirà questo furto legalizzato? Chi porrà freni alla vendita di dati personali?

Forse quelle case appena acquistate da Zuckerberg saranno pagate da ora in poi con le foto di ignari utenti che si troveranno a fare da testimonial a prodotti anche disdicevoli. Siamo tutti merce di scambio, peccato che sulle nostre facce siano i “cannibali del web” a fare i soldi, mentre gli utenti s’impoveriscono e restano disoccupati.

 

Posta una foto su Facebook e viene indagata dal fisco

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Posta una foto su Facebook e viene indagata dal fisco. Lei certo non passa inosservata essendo Jeane Lim Napoles, la figlia di una donna d’affari filippina,  al centro di uno scandalo per corruzione in cui sono coinvolti molti parlamentari del suo paese. La ragazza si è fotografata all’interno di una vasca piena di banconote, che ricorda tanto il tuffo nei dollari di Zio Paperone. Jeane però per il fisco è una 23enne studentessa di moda a Los Angeles che risulta nullatenente dal 2008, nonostante viva in un attico dal valore di 1,3 milioni di dollari… Quindi dovrà spiegare al fisco statunitense da dove provenivano tutte le banconote. Resta anche un altro mistero… perché euro e non dollari?

 

Il tradimento si risolve a suon di “I like”! Benvenuti nella coppia 2.0

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La coppia 2.0 non è poi molto diversa dal pubblico ludibrio di una volta, solo che ora non avviene nel proprio paese, ma piuttosto a livello globale. Così Sonya Gore separata da due anni da suo marito, Ivan Lewis, ha deciso di perdonare il tradimento del marito solo se lui si fosse esposto pubblicamente su Facebook reggendo un cartello in mano con scritto: “Ho tradito mia moglie. E l’altra era anche brutta!!”. Ma le richieste di Sonya non si sono fermate qui, infatti per tornare con il consorte la donna ha chiesto anche che la pagina avesse almeno 10mila “I like” e alla fine è stata la stessa Sonya a dirsi stupita che in poco tempo il tetto dei “I like” è salito vertiginosamente, ora si è ben oltre gli 11mila. Chi lo ha cliccato? Soprattutto le donne che hanno trovato spiritoso il gesto umiliante di Ivan Lewis.

Cyber-attacco ad Alpitour, violati conti bancari

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La grande azienda di viaggi e prodotti turistici Alpitour ha subito un cyber attacco criminale che è riuscito a violare conti bancari e carte di credito. Per portare a termine l’operazione è stato usato il profilo Facebook dell’azienda. Attraverso il social network sono state diffusi falsi annunci di offerte che nascondevano programmi pericolosi capaci di penetrare nel pc degli utenti per impadronirsi di dati importanti, come codici di carte di credito e credenziali di accesso (comprese quelle bancarie), dati personali.

In particolare attraverso questa foto venivano reidirizzati gli utenti verso link fraudolenti:

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L’attacco è stato denunciato dalla stessa azienda nell’avviso ai 120.000 ‘amici’ che su Facebook seguono le pagine Viaggidea, Francorosso, Villaggi Bravo e Alpitour.

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La situazione adesso è stata risolta, ma per gli esperti di sicurezza informatica quanto è accaduto è un campanello di allarme perchè finora in Italia nessun gruppo criminale aveva mai preso di mira i social network. È il primo caso italiano del genere, rilevano gli esperti, dopo che negli ultimi mesi si è assistito all’escalation di attacchi sui social media nei confronti di marchi internazionali importanti e con centinaia di migliaia di «amici» e «followers», come Associated Press, Burger King, Dodge, New York Times. L’attacco è iniziato la sera dell’11 settembre e, secondo gli esperti, il gruppo di cyber-criminali responsabile della violazione è sicuramente straniero. Si torna quindi a parlare di sicurezza informatica e a consigliare solo carte prepagate. Si riapre il lungo dibattito sugli acquisti on-line che in Italia sembrava protetto e assicurato da controlli che garantivano i consumatori, ma purtroppo, come nel caso di Alpitour, si riesce a eludere la sicurezza informatica attraverso i social, una nuova frontiera che gli esperti informatici dovranno assicurare.

Arriva hotel Instagram-friendly, buon click a tutti!

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Instagram fa tendenza e ora arriva un hotel dedicato proprio al grande social network di immagini che in poco tempo ha rivoluzionato la fotografia mondiale grazie anche ai filtri e agli effetti che possono essere utilizzati con un semplice click. 90 stanze in cui gli ospiti saranno circondati dai cosiddetti “selfies” cioè gli autoscatti che si fanno i clienti utilizzando uno smartphone o una webcam e poi sono postate in Instagram. Nella lobby è già stata posizionata un’enorme cornice digitale su cui vengono fatte scorrere le immagini scattate dai clienti. Nelle stanze ovviamente la wifi è gratis e c’è a disposizione anche un iPad. La mappa che può dare indicazioni turistiche è fatta attraverso una serie di foto che illustrano i diversi angoli della città assolutamente da vedere.

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Si chiama 1888 Hotel in onore alla data del lancio della prima macchina fotografica a cassetta della Kodak e ha aperto da un mese a Sydney in Australia. L’offerte non mancano, si può anche vincere una notte gratis se si è in grado di poter presentare un curriculum sul Social che vanta almeno 1000 followers (naturalmente l’impresa non è facile). Ora 1888 Hotel farà concorrenza all’hotel a tema Twitter nato a Majorca.  L’hotel di Sydney può vantare anche un design da fare invidia a molti altri alberghi: mattoni rossi lasciati a vista e travi in eucalipto originali e mobili in legno riciclato rendono l’atmosfera retrò, ma anche moderna, in perfetto stile con l’App a cui si ispira

 

Twitter in latino del Papa. Secondo molti è il primo, ma c’è già quello del 17/1

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Vedi articolo correlato.

2 milioni e mezzo di followers per il Papa che lancia primo Twitter in latino

Brad Pitt manda in tilt il twitter cinese: “Arrivo!” e triplica i followers

Non è chiaro il messaggio che il divo americano ha postato su Sina Weibo (twitter è vietato in Cina), non si capisce se l’attore intendesse dire che sta arrivando in cina o è sbarcato con il suo profilo sul social network asiatico. Pitt è stato bandito dalla Cina dopo il film “7 anni in Tibet”.

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