Prima il suicidio del titolare, ora il maxi furto: le difficoltà della Zanardi Editore

giorgio-zanardi-suicida-tuttacronacaIl 13 febbraio Giorgio Zanardi, uno dei titolari dell’azienda padovana “Zanardi Editore”, strangolata dai debiti, si toglieva la vita. E mentre i dipendenti ancora soffrono per il lutto, ci pensano i ladri ad assestare un pesantissimo colpo: hanno strappato la “dorsale di fabbrica” della legatoria, ovvero l’impianto elettrico di 45-50 quintali di cavi di rame che alimentava tutto il reparto produzione. Mario Grillo, amministratore unico dell’azienda, ha commentato: “È come fossimo stati accoltellati alla schiena. Il morale è molto basso ma ci rimboccheremo le maniche per le 100 persone che lavorano qui e le loro famiglie”. L’azienda si sta ora riorganizzando con qualche generatore esterno per non perdere le commesse ma in molti temono che questo possa essere il colpo di grazia per un’azienda già da tempo in difficoltà.

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Problemi economici e di salute: un imprenditore si toglie la vita

suicidio-imprenditore-tuttacronacaDrammatica scoperta per gli operai di un’azienda tipografica-editoriale che questa mattina hanno trovato il cadavere di Giorgio Zanardi, uno dei titolati della Zanardi editoriale di via Venezuela a Padova, azienda prestigiosa nel mondo dell’editoria, che stampava per diversi editori. L’imprenditore 73enne si è tolto la vita per impiccagione: ha scelto il suo ufficio nella zona industriale di Padova per compiere il gesto estremo. Sembra che l’uomo abbia lasciato alcuni scritti nei quali fa ricondurre la sua decisione di suicidarsi a motivi finanziari e di salute. Si legge sul Mattino di Padova:

«Una montagna di debiti»: così Mario Grillo, amministratore unico, inquadra la situazione finanziaria dell’azienda tipografica-editoriale di Padova, il cui titolare e fondatore, assieme ai fratelli, si è ucciso stamani. L’uomo, Giorgio Zanardi, è stato trovato con una corda legata al collo, dentro la sua azienda, poco lontano dal suo ufficio. Sul tavolo un biglietto che parlava di ragioni economico-finanziarie all’ordine del suo gesto.

L’azienda in pochi anni era passata da 300 a 110 dipendenti (la stragrande maggioranza dei quali oggi in cassa integrazione) e proprio pochi giorni fa, il 9 gennaio, aveva presentato richiesta di concordato. L’imprenditore lascia una moglie e due figlie, entrambe dipendenti dell’azienda di famiglia ed entrambe in cassa integrazione. Lascia anche i due fratelli co-titolari dell’azienda: Antonio e Rodolfo. A trovare l’uomo privo di vita è stato questa mattina il capo reparto.

L’intervista-sfogo di Oscar Farinetti: 8 euro all’ora non son pochi

oscar-farinetti-tuttacronacaE’ stato il Fatto Quotidiano a sottoporre il patron di Eataly, Oscar Farinetti, a una lunga intervista nel quale difende il salario da 8 l’euro l’ora dei suoi dipendenti, per poi passare ad attaccare l’Articolo 18 e a spiegare perchè chi lavora per lui viene perquisito a fine turno. Il problema alla base sono spese e tasse “pazzesche” e uno Stato che non aiuta. Questa l’intervista:

Eataly e Italia, secondo Natale detto Oscar Farinetti: “Io guardo il bello, voi il brutto. Io fatico e costruisco, voi denunciate e distruggete. Questa è la differenza”. Otto euro lordi per un’ora di lavoro, ci colpiva. Se mi vuole giudicare, la finiamo qua. Se mi vuole far passare per un idiota, la querelo. Mi lasci parlare. Ci ha dipinto come banditi e sfruttatori. Otto euro sono giusti o no? Giusti! Non mi sembrano pochi, il costo aziendale è pazzesco! Quanto vi pagano per un articolo? Ma sono infuriato perché a Eataly non si guadagna meno di 1.000 euro per 40 ore settimanali e le domeniche.

I ragazzi dicevano: “I festivi non ti fanno svoltare il mese”. Noi non chiudiamo mai, siamo accoglienti per la clientela e i dipendenti. I nostri ragazzi possono mangiare gratis. Ci costa un milione di euro e diamo pure la quindicesima. Siamo rivoluzionari: esportiamo il marchio italiano nel mondo, dove ci rispettano e dove non ci trattano così.

La stampa italiana vi è ostile? Ci hanno celebrato, correttamente. Ma voi sbagliate i calcoli. Qualcuno può avere uno stipendio di 800 euro o 500 se fa poche ore, tre o quattro al giorno, però a pieno regime nessuno va sotto i mille netti, circa.

E i contratti mensili? Entro due anni assumiamo tutti. Abbiamo dato un’occupazione a 3000 persone. Io non voglio creare un’azienda, fallire e mettere la gente in cassa integrazione. Non ci prendiamo dividendi, investiamo i nostri soldi e lo Stato non ci dà nulla. E voi, che buttate fango, ci fate passare per banditi. Un giorno, disse: “Grazie a Eataly, i ragazzi possono mettere su famiglia”. Possono, con mille euro? No, certo che no. Devono fare dei sacrifici. Se una coppia incassa duemila, però, ce la può fare.

Se lo Stato ci toglie un po’ di tasse e rende sexy assumere, allora possiamo anche aumentare gli stipendi. Quando staccano l’ul – timo turno di mezzanotte, le commesse vengono perquisite. Perché? Ha centrato un punto, devo ammettere. Cioè? Mi ha fatto riflettere per un’intera giornata. Lo facciamo a Roma perché gli spogliatoi sono vicini ai magazzini. Anche a Bari accade. Sì. Il problema è il senso civico: manca. E pure l’esempio, la politica che esempio mostra?

Controllare le borsette è da barbari, ma rubare non è più barbaro? Non mi dica il contrario. Perché lo fate? Non possiamo correre questi rischi, sappiamo che sono Il “ministro” di Eataly. Li abbiamo beccati, ma non voglio rendere pubbliche queste cose. Perché succede? Hanno un reddito basso. E chi ha un reddito basso e non ha coscienza civica è spinto a rubare. I giapponesi e gli americani non rubano. Ma io ci rifletto, davvero. Vuole rimediare? Sì, potremmo fare dei controlli a campione e poi arrivare a zero.

Non siamo criminali, non siamo come dite voi. La carne, conosce il settore? No. Mi spieghi. La carne la prendiamo direttamente dal contadino, e lo paghiamo bene, tanto. Le mozzarelle, come si chiama? Cosa? Un produttore di Caserta fa ottime mozzarelle. Ha pure fatto i nomi dei camorristi che lo minacciavano. La sua mozzarella è più buona, due volte. Facciamo i corsi per i ragazzi e gli anziani: gratis! Questo è servizio pubblico. Le sapete queste cose? Gli imprenditori italiani scappano, noi il denaro lo facciamo girare. E lo Stato non fa nulla.

Matteo Renzi vuole rivedere l’articolo 18, d’accordo? Certo, ci mancherebbe. Ma toccare un argomento così delicato, per come funziona l’Italia, ti costringe a parlare e parlare per sei mesi. Una roba che stanca: inutile. La questione è il lavoro garantito. Si chiamano tutele. Non mi comprende. Voglio dire che il lavoro garantito per chi non ha voglia di lavorare è un delitto perché i ragazzi che vogliono, e non possono, restano a casa. Il sindacato Cgil e l’articolo 18 sono un ostacolo? Sono un impedimento, di sicuro. E non voglio criticare la Cgil, o la Cisl o la Uil. Ma voglio dire chiaro, e mi ascolti, che le corporazioni hanno protetto i loro interessi e basta. Compresi Confindustria, artigiani, commercianti, associazioni varie. Gli italiani non si fidano più.

E tocca ai forconi? Io non ci andrei in piazza, non mi faccia questa domanda cretina. Però li capisco. La gente si organizza da sola. Ha notato che non ci sono più bandiere di partito o di sindacati? Farinetti è di sinistra? Un compagno, da sempre. Figlio di un partigiano. Renzi vuole rinunciare al finanziamento pubblico ai partiti, Eataly è pronta a sostenere il Pd? Sì, per quel che possiamo perché noi dobbiamo investire. Ma il vecchio modello va rivisto. Il Pd deve essere un club. Sarebbe? Non servono i militanti che danno 10 o 20 euro ogni anno. Ci vogliono poche centinaia di migliaia di iscritti che pagano 100 o 200 o anche 300 euro e in cambio ricevono dei servizi. Tipo? Ci vuole un organo di partito.

L’Unità ormai vende meno della Gazzetta di Alba. La puoi trasformare in settimanale o mensile e inviarla agli abbonati, che poi sono gli iscritti. Come valuta Enrico Letta? Bene, fa quel che può. Letta, Renzi, l’intellettuale Cuperlo e lo smart Civati possono guidare il paese. Renzi a Palazzo Chigi? Accadrà. Ha le qualità e l’onestà. Ma deve agire con questo gruppo. Una precisazione: io non sono l’eminenza grigia di Matteo. A volte non ci sentiamo per un mese. La prima riforma di Farinetti? L’Italia non ha tempo. Deve ridurre la spesa, eliminare studi e ricerche inutili, anche l’esercito, e incentivare il lavoro. Io dico che lo Stato, l’informazione, la magistratura, la tassazione e pure Equitalia non agevolano gli imprenditori. Grazie, arrivederci. Aspetti. Lo scriva, mi raccomando. Cosa? Non fate un titolo del ca**o a questa intervista.

Cyber-attacco ad Alpitour, violati conti bancari

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La grande azienda di viaggi e prodotti turistici Alpitour ha subito un cyber attacco criminale che è riuscito a violare conti bancari e carte di credito. Per portare a termine l’operazione è stato usato il profilo Facebook dell’azienda. Attraverso il social network sono state diffusi falsi annunci di offerte che nascondevano programmi pericolosi capaci di penetrare nel pc degli utenti per impadronirsi di dati importanti, come codici di carte di credito e credenziali di accesso (comprese quelle bancarie), dati personali.

In particolare attraverso questa foto venivano reidirizzati gli utenti verso link fraudolenti:

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L’attacco è stato denunciato dalla stessa azienda nell’avviso ai 120.000 ‘amici’ che su Facebook seguono le pagine Viaggidea, Francorosso, Villaggi Bravo e Alpitour.

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La situazione adesso è stata risolta, ma per gli esperti di sicurezza informatica quanto è accaduto è un campanello di allarme perchè finora in Italia nessun gruppo criminale aveva mai preso di mira i social network. È il primo caso italiano del genere, rilevano gli esperti, dopo che negli ultimi mesi si è assistito all’escalation di attacchi sui social media nei confronti di marchi internazionali importanti e con centinaia di migliaia di «amici» e «followers», come Associated Press, Burger King, Dodge, New York Times. L’attacco è iniziato la sera dell’11 settembre e, secondo gli esperti, il gruppo di cyber-criminali responsabile della violazione è sicuramente straniero. Si torna quindi a parlare di sicurezza informatica e a consigliare solo carte prepagate. Si riapre il lungo dibattito sugli acquisti on-line che in Italia sembrava protetto e assicurato da controlli che garantivano i consumatori, ma purtroppo, come nel caso di Alpitour, si riesce a eludere la sicurezza informatica attraverso i social, una nuova frontiera che gli esperti informatici dovranno assicurare.

Arrestato il re dei salumi, nella sua azienda morì un operaio

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I macchinari con i dispositivi di sicurezza li aveva comprati tutti, poi però pensando che ostacolassero la produzione li fece rimuovere. Così a dieci giorni dalla morte di Mario Orlando, operaio 53enne che lavorava nel salumificino di Taurisano, è stato arrestato uno dei fratelli proprietari dell’azienda Scarlino, Attilio. L’uomo ora si troca agli arresti domiciliari con l’accusa di morte causata dalla rimozione degli apparati di sicurezza. Indagato anche il fratello Antonio in quanto responsabile della sicurezza e il capo reparto Luigi De Paola a cui vengono contestati i reati di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e morte come conseguenza di altro reato. Accusato di omicidio colposo anche Mario De Icco l’operaio che inavvertitamente azionò l’impastatrice che uccise Orlando. Inoltre mentre l’azienda era sotto sequestro, inoltre, sono stati violati i sigilli – secondo la Procura su disposizione di Attilio Scarlino per rimontare un cancello di sicurezza su un’insaccatrice. L’obiettivo secondo i magistrati era dimostrare la presenza di misure di sicurezza che secondo quando accertato dagli uomini del commissariato di Taurisano erano invece assenti su molti macchinari.

Incidente shock sul lavoro, cade nell’impastatrice e muore.

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Shock in un azienda alimentare leccese. Nel noto salumificio  “Scarlino” di Taurisano, un operaio di 53 anni, Mario Orlando, è rimasto ucciso dalle lame affilate dell’impastatrice. Il tragico incidente è avvenuto alle 14, mentre l’uomo stava compiendo le abituali operazioni di routine. I colleghi hanno allertato immediatamente i soccorsi, ma all’arrivo del 118 il personale medico ha solo potuto constatare il decesso dell’uomo. Il dramma avviene a neppure 24 h da quello di Francavilla Fontana (in provincia di Brindisi),in cui ha perso la vita il 38enne di Aradeo, Angelo Reschi – impiegato in una ditta che stava eseguendo lavori sulla condotta idrica per conto dell’Acquedotto pugliese – deceduto per asfissia in seguito ad annegamento, a causa di un  violento getto d’acqua improvviso che lo ha colpito mentre stava lavorando.

 

Riso Scotti il 25% ora è spagnolo!

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Riso Scotti da sempre è sinonimo di Pavia e di quella pubblicità abbinata al presentatore Gerry Scotti che forte della omonimia con il produttore del riso per anni ha fatto da testimonial a questo prodotto. Un simbolo italiano, di quei prodotti alimentari capaci anche di trovare forte grandimento anche all’estero, tanto da venire oggi acquistato da una multinazionale spagnola Ebro Foods. Un marchio che da 153 anni vanta un tradizione famigliare da oggi, per la prima volta nella sua storia, avrà un socio esterno. L’azionista rimane sempre Dario scotti,   presidente e amministratore delegato della società italiana, che precisa: “il cuore e la mente dell’azienda. La sesta generazione Scotti è già attiva all’interno del gruppo; abbiamo una progettualità importante, di respiro internazionale, che siamo certi di poter sviluppare al meglio anche grazie a questa nuova partnership”.

L’accordo con Ebro Foods, che conta 60 marchi in 25 Paesi, per la Riso Scotti “ha la valenza di un’alleanza industriale e commerciale finalizzata a dare ulteriore impulso all’internazionalizzazione già da qualche anno in atto, penetrando nuovi mercati internazionali con l’obiettivo di sviluppare la produzione del quartier generale pavese di Bivio Vela e di allargare le frontiere al risotto ‘made in Italy’ e ai prodotti che produce e già commercializza in oltre 60 Paesi nel mondo”.

“Per noi – continua Dario Scotti – è un momento storico. La scelta è stata attenta e meditata, nel desiderio di esprimere una rinnovata e maggiore forza industriale come primo gruppo risiero europeo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Hernandez Callejas, presidente e amministratore delegato di Ebro Foods: “Unendo le forze consolideremo entrambi le nostre posizioni nel settore, ampliando le nostre forze di vendita, aprendo nuovi canali di crescita e avviando un processo di esperienza condivisa che permetterà lo sviluppo internazionale di prodotti e specialità italiane come il risotto”.

Forse sull’intera vicenda potrebbe aver pesato anche le vicende giudiziarie che hanno coinvolto Angelo Dario Scotti nel 2011, anche se riuscì in pochi giorni ad avere la revoca del fermo domiciliare impostogli nell’ambito di un’ inchiesta per presunte tangenti legate allo smaltimento dei rifiuti dell’inceneritore situato a Pavia e di proprietà della Riso Scotti Energia. La vicenda si chiarì, ma come spesso purtroppo accade, le smentite e le rettifiche restano meno impresse degli arresti.

Fino a 50mila euro a chi lascia “di sua volontà”: raggiunto l’accordo a Geox

geox-incentivi-tuttacronacaTrovato l’accordo tra i vertici della Geox e i sindacati: ” Ai lavoratori cassintegrati e in contratto di solidarietà che, al termine dei due anni di ammortizzatore sociale, accetteranno di accedere volontariamente alla mobilità andranno dai 30 ai 50mila euro, a seconda dell’inquadramento attuale.” E’ questo il risultato finale dopo che, la settimana scorsa, era stato raggiunto l’accordo che definiva il numero del personale in esubero: 71 su 560 addetti. Per 44 di loro sarà chiesto un periodo di 12 + 12 mesi di cassa integrazione straordinaria, mentre per gli altri 27 sarà adottato il criterio dei contratti di solidarietà. L’intesa raggiunta prevede che, per i primi, il trattamento di Cigs venga integrato dall’azienda di Montebelluna fino al raggiungimento del 75% della retribuzione lorda (circa l’83% della busta paga netta, data la diversa tassazione alla quale sono soggette le somme dedicate ad incentivo). Trascorsi i due anni tutti loro, se accetteranno la mobilità e quindi non impugneranno il licenziamento, avranno diritto a riscuotere una somma compresa fra i 30mila euro (fino al quarto livello) ed i 50mila euro (settimo livello e quadri). Il colosso veneto si è anche reso disponibile al finanziamento di corsi di formazione a vantaggio dei dipendenti in Cigs e finalizzati ad un’eventuale ricollocazione interna o, attraverso agenzie specializzate, in mansioni richieste dal mercato del lavoro esterno. “Si tratta – hanno commentato le organizzazioni sindacali – delle condizioni incentivanti più alte mai conseguite per questa categoria”.

Tromba d’aria nel milanese, 3 feriti.

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Il milanese nella bufera. Una tromba d’aria si è abbattuta nel pomeriggio, nella zona nord e ha provocato diversi danni nei dintorni di Trezzo sull’Adda. Una ditta della vicina Grezzago e un’azienda cittadina hanno richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco e del 118 dopo che tre persone sono rimaste ferite all’interno dei locali.

Nube rosa fa evacuare 100 persone nel milanese

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Un profumificio di Rozzano, nel milanese è stato interessato da una nuvola rosa che si è formata sopra la ditta. E’ stato richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco. Il fenomeno è dovuto a un errata miscelazione di alcuni acidi utilizzati per la produzione. . Ancora non è chiaro se i gas della nube siano tossici, ma per precauzione circa cento persone residenti nella zona sono state evacuate.

Fermato ad Ancona l’attentatore della fabbrica Clementoni

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E’ stato notato da un agente delle volanti in servizio di perlustrazione, vicino all’asse attrezzato di Ancona, Ioan Dafinu Nini, l’operaio romeno di 43 anni, artefice del fallito attentato contro la fabbrica Clementoni a Recanati, dove lo stesso Nini aveva lavorato per alcuni mesi. L’uomo aveva ancora con sè il coltello a serramanico con il quale ieri mattina, aveva minacciato la maestra  Alessandra Amichetti per portarle via la Punto celeste con la quale si è poi allontanato. La vettura è stata ritrovata ad Ancona.

Ex dipendente della Clementoni tenta di incendiare la fabbrica

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Sarebbe un ex dipendente romeno di 44 anni della fabbrica di giochi Clementoni,  in contrada Fontenoce, a Recanati, l’uomo che, questa mattina, è riuscito a introdursi nello stabilimento con la propria vettura, carica di bombole di gas, e ha tentato di dare fuoco all’azienda. Ha parcheggiato l’auto vicino a un deposito, ha incendiato il mezzo e si è dato alla fuga. I dipendenti si sono immediatamente accorti di quello che stava accadendo e hanno cercato di arginare l’incendio con gli estintori mentre attendevano l’arrivo delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. Sul posto sono arrivati anche gli artificieri dopo che nell’auto è stato, notato un telefonino, da cui uscivano alcuni fili e si è temuto che potesse essere l’innesco per far esplodere la fabbrica.  Tutto il personale è stato evacuato.

La fuga dell’uomo poi è proseguita dopo aver scavalcato una recinzione e aver fatto irruzione nella scuola d’infanzia vicina alla Clementoni, dove si è fatto consegnare le chiavi dell’auto di una maestra, Alessandra Amichetti, minacciandola con un coltello. Ora è caccia all’uomo con un gigantesco dispiegamento delle forze dell’ordine tra Macerata e Ancona mentre la donna è stata portata all’ospedale e ricoverata al pronto soccorso.

Dell’operaio ritenuto responsabile è stata diffusa la foto dai carabinieri di Civitanova Marche. L’uomo vive a Montefano, non è sposato e potrebbe essersi rifugiato in una località dell’entroterra maceratese. Con sè avrebbe un coltello a serramanico, quello usato per minacciare la maestra.

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80enne muore mentre cerca d’inseguire i suoi rapinatori

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Aveva appena ritirato all’ufficio postale i mille euro della sua pensione Sebastiano Caniglia, di 80 anni, quando due o tre rapinatori gli hanno sottratto il portafoglio dopo averlo  aggredito e preso a pugni e calci. Mentre i malviventi si allontanavano con il bottino, portando con sè anche le buste della spesa dell’uomo, il pensionato si è messo al loro inseguimento accasciandosi al suolo dopo un centinaio di metri, battendo la testa a terra. L’uomo è stato soccorso da una ambulanza del 118 ma è morto durante il trasporto in ospedale. Il fatto è accaduto a Lentini, in provincia di Siracusa.

Nube nera sul vicentino: azienda in fiamme

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Una nube nera visibile a grande distanza ha vegliato sulla notte vicentina dopo che un incendio è divampato in un’azienda di materie plastiche e prodotti chimici per concerie a Monticello Conte Otto, alla periferia della città veneta. Varie squadre dei vigili del fuoco e i tecnici dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente sono intervenute sul posto per placare le fiamme che hanno distrutto due capannoni. Il traffico è stato deviato e gli abitanti sono stati invitati a tenere le finestre chiuse.

Bastard and Poor’$: ora il rating lo decidono i lavoratori!

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Chi non ha mai desiderato “dare i voti” alla propria azienda? Ora è possibile: è arrivato il sito che “valuta l’affidabilità di un’azienda o del servizio pubblico attraverso l’esperienza del lavoratore tramite una scala da A+ a F”. Ovvero da A, “in osservazione” passando per B, “preoccupante”, C “pessimo”, D “declassato” e F, ovvero “sciopero”. Ma la principale attrattiva dell'”ultimo arrivato” in rete, è la possibilità di raccontare la propria storia lavorativa tramite un semplice forum. E’ online Bastard and Poor’$, ovvero la piattaforma in cui puoi dare un rating all’azienda in cui lavori in forma anonima. Come recita la home page, infatti, se “Il tuo lavoro ti fa schifo? Racconta la tua storia e contribuisci a cambiare la realtà”. Se fino ad ora i lavoratori sono stati giudicati, criticati e monitorari, ora è giunto il momento del riscatto. Il sito, che vuole essere una sorta di Wikileaks per dipendenti, si definisce il “Trip Advisor dei posti di lavoro”, nonchè la “prima agenzia di rating dei lavoratori sul lavoro”. Ovviamente Bastard and Poor’$ si avvale anche di Facebook e Twitter, per permettere a tutte le persone stanche che si parli “che si parli di tutto, tranne che del lavoro che fanno, che sono costretti a fare o che non riescono a trovare. Che si facciano i conti su tutto, tranne che sul salario che gli finisce in tasca e sui profitti che i padroni continuano a fare sulla nostra pelle” di far sentire la propria voce… senza incorrere nelle ire dei “piani alti”. I fondatori spiegano che l’idea è di offrire un luogo dove denunciare la condizione di precarietà e di casta, per “individuare e screditare i responsabili della nostra condizione di precarietà. Centinaia e migliaia di storie di precarietà si trasformano in un giudizio che le aziende pubbliche, private, le cooperative e le multinazionali saranno costrette ad ascoltare”. Non un semplice sfogo personale però, ma un modo per raccontare la propria esperienza e metterla a disposizione degli altri, per far arrivare il giudizio dei lavoratori “anche alle orecchie di chi nel prossimo futuro o anche domani dovrà piegarsi allo sfruttamento”.

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Fulminati da 20mila volts: macabro ritrovamento a Pomezia

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Potrebbero essere rimasti folgorati mentre cercavano di rubare i fili di rame da un’ex azienda per l’allestimento di camper, la «Mirage», ora chiusa, due uomini trovati in una cabina elettrica al km 32 della via Pontina Vecchia, vicino Pomezia. L’allarme è stato dato da un anonimo attraverso una chiamata al 112: sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e due ambulanze, ma per gli uomini non c’era più nulla da fare. I carabinieri non sono ancora entrati nel magazzino, visto che persiste il rischio di alta tensione, mentre un ingegnere dell’Enel ha misurato la corrente elettrica: 20mila volts. Le indagini sono in corso e non si esclude che i due ladri siano morti dopo aver fatto irruzione nel magazzino nella notte di lunedì scorso in compagnia di altre persone poi fuggite.

Una serata diversa? Passiamola a farci rapire!

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Il business del rapimento ha trovato un largo consenso a Detroit, Usa. Ma quale serata in pizzeria o al cinema, abbandoniamo anche l’idea di andare in discoteca o a casa degli amici a vedere la partita perché ora è possibile trascorrere il sabato sera con una simulazione di un rapimento. Con una spesa che va da 500 a 1200 dollari è possibile farsi prendere a schiaffi, calci, insulti e “divertirsi” con l’  “Extreme Kidnapping”. Naturalmente chi vi viene a rapire sono persone con precedenti penali che renderanno la vostra esperienza davvero realistica.

De gustibus…

Gli slip che cancellano gli odori!

 

mutande- cancella-odori-tutatcronacaUn paio di slip che soffocano gli odori sgradevoli. L’invenzione appartiene a un’azienda giapponese. La compagnia, fondata dal professor Hiroki Ohge, ha sviluppato uno speciale sistema di filtraggio degli odori che permette di creare tessuti con la particolare capacità di neutralizzare gli odori derivanti dalle flatulenze o da altri cattivi odori di natura umana, come ad esempio il sudore o l’odore di anziano. Il prototipo finale è composto con microparticelle di ceramica in grado di eliminare fino al 99% degli odori. Gli acquirenti si dicono soddisfatti.

Fiamme all’Olivetti… a 3 ore dall’innesco, il rogo ancora non si doma!

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Incendio all’ex stabilimento Olivetti a Scarmagno, in provincia di Torino. Le fiamme si sono sviluppate questo pomeriggio nell’edificio che si affaccia su strada Romano Montalenghe, in un magazzino della Celltel, azienda che si occupa di riparare apparecchi per telecomunicazioni ed elettronici. Sono subito stati evacuati i 130 dipendenti presenti in quel momento negli altri reparti dello stabilimento. Timori per una vicina azienda chimica adiacente al magazzino in fiamme. Nel magazzini sono custoditi telefoni, materiale elettrico e per l’imballaggio per un valore di 3 milioni di euro. Ancora da accertare le cause del rogo. Il denso fumo rende difficili le operazioni di spegnimento e non è ancora chiaro cosa stia bruciando all’interno dei capannoni ora in disuso. L’incendio è di vaste dimensioni ed è scoppiato attorno alle 16.30: i vigili del fuoco sono impegnati con decine di squadre ma le fiamme non paiono diminuire neppure a tre ore di distanza.  Per ragioni di sicurezza la zona è stata isolata e sono arrivate due ambulanze del 118. Le fiamme sono talmente alte che è possibile notare la colonna di fumo anche da alcune zone di Torino.

L’incendio ha reso inagibile non soltanto il capannone della Celltel, ma anche diverse aziende presenti nello stesso lotto. Si parla della Comdata (150 dipendenti), della Innovis (186) e della Wirelab (42). L’incendio partito dalla Celltel metterà probabilmente in ginocchio l’intera area. Secondo i sindacati, in ballo ci sono 600-800 posti di lavoro che rischiano di saltare per inagibilità delle strutture. Spiega il segretario della Fiom-Torino, Federico Bellono, che “si tratta di aziende che fino a un anno fa avevano come socio di minoranza la Olivetti e che patiscono qualche difficoltà. Questo incendio rischia di essere il colpo di grazia”.

Il polo Olivetti di Scarmagno era stato creato negli anni 60 per costruire le macchine per scrivere. Vent’anni dopo è stata traformata in una avanzatissima fabbrica di computer, che ha reso l’azienda di Ivrea il secondo produttore di pc al mondo dopo la Ibm. Con il declino del principale business della Olivetti, l’area è stata poi riconvertita e vi si sono insediate aziende partecipate dall’ex gigante eporediese. Oggi soltanto metà dell’area industriale di Scarmagno è utilizzata. L’incendio interessa circa il 50% di questa zona ancora attiva, che però è anche quella in cui c’è più lavoro.

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Bomba sulla famiglia Middleton… sfruttano il lavoro minorile!

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Una potenziale bomba per la reputazione della famiglia di Kate Middleton, duchessa di Cambridge e futura madre di erede al trono britannico. Il Daily Mail rivela oggi che la florida azienda gestita dai genitori di Kate, la “Party Pieces”, per una fortuna calcolata intorno ai 30 milioni di sterline grazie alla produzione e la vendita online di gadget da party per bambini, sfrutterebbe il lavoro di piccoli “schiavi” delle zone più svantaggiate del mondo: pagati nei Paesi d’origine non più di 10 centesimi all’ora per realizzare gli oggetti destinati alle feste di coetanei benestanti in Inghilterra e oltre.

Il quotidiano britannico ha condotto un’inchiesta che lo ha portato in una favela alle porte di Tijuana, in Messico, la città di frontiera dilaniata dal narcotraffico. Qui ha incontrato Monica Villegas, 38 anni, e la sua bimba Stephanie, di 5, che realizzano a mano uno degli articoli più popolari venduti dai Middleton. Monica lavora nella sua piccola cucina, scrive il Daily Mail: 10 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. Insieme al figlio 18enne e alla piccola Stephanie. Realizzano tutta una serie di prodotti destinati a varie aziende britanniche. Tra queste anche la “Party Pieces”, fondata nel 1981 da Carole Middleton, che rivende a 12,99 sterline (circa 15 euro) un oggettino pagato centesimi di sterlina, poco più di un euro.

Se la storia venisse confermata i Middleton si troverebbero quantomeno in grave imbarazzo. L’azienda, valutata più di 30 milioni di sterline, i cui affari vanno a gonfie vele, ha fatto sapere in un comunicato che «le accuse mosse dal quotidiano verranno prese in seria considerazione» e che «si consulterà con i propri fornitori per chiarire le responsabilità della vicenda». Le vendite degli articoli per bambini dei Middleton, sono – secondo i tabloid inglesi – aumentate ancora di più, dopo la notizia che la figlia Kate, moglie del principe William, è in attesa del futuro erede al trono d’Inghilterra.

Quando il palazzo diventa un marchio!

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La sede aziendale della Longaberger, una compagnia che è specializzata nella realizzazione di cesti fatti a mano in legno di acero, sorge sulla Strada Statale 16. Nessuno può sbagliare indirizzo… Dave Longaberger, fondatore della società, volle che la sede venisse edificata come uno dei suoi prodotti il “cesto per la spesa di medie dimensioni”. L’edificio è quindi un enorme cesto da 180.000 mq con maniglie che pesano circa 150 tonnellate. Le maniglie per resistere al freddo dell’inverno vengono riscaldate con un apposito sistema termico che evita al cemento di ghiacciarsi. L’edificio è stato inaugurato nel 1997. Dave Longaberger  morì nel 1999 e questo fu l’unico edificio della società che vide completato.

 

Un fidanzato in affitto!

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A ridosso di San Valentino ecco arrivare una proposta davvero indecente, ma forse “comoda” per tante ragazze che sono stanche di sentirsi dire dalla propria famiglia o dalle proprie amiche “MA QUANDO TI SPOSI?”

Dalla Cina arriva la soluzione… Nel Celeste Impero infatti vige la superstizione che le ragazze nubili portino male, e sia particolarmente di cattivo auspicio essere single in certi periodi dell’anno, come il capodanno.

Un noto marketplace online cinese ha lanciato un servizio per le ragazze che vogliono evitare domande dai familiari sulla loro vita di coppia. L’azienda infatti permette di “affittare un fidanzato”, con cui andare a cena da genitori o amici, o anche a fare shopping.

OCCHIO AI COSTI PERO’!  Sembra infatti che l’affitto abbia costi elevati, in più sono previsti extra per i viaggi o per un abbigliamento ad hoc!

Per chi non può permetterselo… c’è il fidanzato di cioccolata!

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