Sei cuccioli di Scottish Terrier affamati e una ciotola di latte di capra? Quello che si ottiene è una coreografia come quella che mostra un video pubblicato in Youtube e che ha superato i due milioni di visualizzazioni: i cagnolini ruotano tutti assieme attorno al loro spuntino terminando tutto il latte in meno di un minuto… e forse sperando ne arrivi dell’altro!
La rete di Pogba regala la vittoria alla Juventus ma le polemiche non si placano per la posizione irregolare di Tevez al momento del tocco di Bonucci. Del resto se si vuole parlare di errori arbitrali si potrebbe parlare anche del fallo su Tevez di Immobile. Nel frattempo il Torino ha rilasciato un comunicato stampa:
“Al termine del derby, il tecnico bianconero Antonio Conte ha dichiarato, rispondendo a chi gli chiedeva del gol irregolare per netto fuorigioco di Tevez, che ‘la Juve ha tenuto la palla ed attaccato per 70′’. E che, quindi, ‘diventa normale che ci siano più azioni sulle quali discutere’.
Viene da chiedersi con quale pallottoliere conti il possesso palla Conte, considerando che i dati statistici, pubblicati sul sito della Lega Calcio al termine del match, raccontano di un possesso palla della Juventus pari al 52%, contro il 48% del Toro. Tanto schiacciante, dunque, la superiorità della Juventus non è stata.
Altra dichiarazione di Conte: ‘Il fallo di Immobile era da espulsione, cosa sarebbe successo con il Toro in 10?’.
Davvero il fallo di Immobile era da espulsione? La stessa curiosità resta inevasa anche in ottica granata: cosa sarebbe successo se l’identico fallo di Pogba su El Kaddouri fosse stato sanzionato con il rosso, al pari della somma di ammonizioni che avrebbe meritato Marchisio?
La verità è che la Juventus ha vinto il derby per 1-0, e che quell’1-0 è stato viziato da un evidentissimo fuorigioco. Il resto sono solo inutili parole. Sicuramente Conte, a scuola, era più bravo in italiano che in matematica”.
Polemiche a non finire sulla partita della Juve e così anche Tevez prova a distrarre l’attenzione da quella discussa vittoria che ha riempito i social network di analisi e di commenti. In particolare, Tevez, nel suo post, si è lamentato del fallo di Ciro Immobile che ha lasciato i segni dei suoi tacchetti sulla caviglia destra dell’attaccante bianconero. L’argentino proprio per placare le polemiche (o forse buttare altra brace sul fuoco?) ha scritto anche:
“Noi sempre vinciamo con un aiuto è per quello che adesso sto così.. e solo giallo per quello che quasi mi rompe la caviglia”.
Allo Stadio Olimpico cerca la sesta vittora consecutiva e a chiedersi se ce la farà è il tecnico del Bologna Poli, che dice: “Vincere cinque partite non capita tutti i giorni, le statistiche dicono che è difficilissimo vincerne sei. Può darsi che nei giocatori della Roma ci sia paura di sbagliare e timore. A me è successo da giocatore quando stavo a Parma: in settimana si diceva “riusciremo ancora a vincere?”
Rudi Garcia schiera un 4-3-3 composto da De Sanctis; Torosidis, Benatia, Castan, Balzaretti; Pjanic, De Rossi, Strootman; Florenzi, Totti, Gervinho. I rossoblù rispondono con un 4-2-3-1 e fanno scendere in campo Curci; Garics, Antonsson, Mantovani, Morleo; Pazienza, Perez; Kone, Diamanti, Laxalt; Cristaldo.
Non si fa spaventare dall’immediato pressing della Roma il Bologna che al 6′ riesce a liberare l’area dall’incursione di Gervinho. Ma già il minuto successivo Pjanic batte una punizione bomba che Curci respinge centralmente: Florenzi arriva di testa e non sbaglia a porta vuota: 1-0!
Dopo tre minuti i giallorossi sfiorano il raddoppio: Balzaretti tenta un diagonale approfittando di un’indecisione della difesa bolognese: la sfera sfiora il palo! Il Bologna accusa lo svantaggio ma al 16′ si fa pericoloso Laxalt in area di rigore: la difesa devia in angolo. Il minuto successivo capitan Totti serve a Gervinho un pallone in contropiede, l’ex Arsenal supera due difensori e fa partire un fulmineo tiro rasoterra: Curci non può nulla. 2-0!
Al 26′ l’incontenibile Roma mette a segno la terza rete: corner e palla che arriva al centro dell’area: interno sinistro al volo di Benatia che non sbaglia: 3-0!
Primo cartellino giallo a colpire Perez al 29′: il rossoblù ha fatto fallo su su Gervinho. Bisogna attendere oltre la mezz’ora perchè il Bologna trovi la forza di reagire. Al 37′ Diamanti si libera al limite dell’area di rigore: sfera fuori per un soffio! Al 40′ secondo cartellino giallo dell’incontro: Morleo falloso a sua volta su Gervinho che quattro minuti dopo si ritrova davanti al portiere e sfiora la sua personale doppietta. Solo un minuto di recupero in questi primi 45′: si attende che il Bologna scenda realmente in campo.
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All’inizio della ripresa cambio tra le fila del Bologna: esce Perez ed entra Lazaros Christodoulopoulos. Due minuti e De Rossi tenta l’azione: palla al piede percorre molti metri prima di tirare un pallonetto: facile presa per Curci. Al 4′ ancora una cartellino giallo: Diamanti per un fallo su Strootman. Al 6′ la difesa bolognese riesce a salvarsi da un’incursione in area di Florenzi mentre al 13′ è il neo entrato Christodoulopoulos a cercare lo specchio: De Sanctis para. Eì solo il 16′ quando arriva la quarta rete per i giallorossi: Gervinho via in velocità, finta e tiro di destro: la sfera s’insacca all’incrocio dei pali: 4-0!
Serie di cambi in rapida successione: Poli sostituisce Pazienza con Krhin, poi Garcia fa uscire Gervinho e Strootman e manda in campo Ljajic e Taddei. I giallorossi calano notevomente il ritmo mentre al 30′ ci prova Kone da fuori area: De Sanctis devia in corner. TRe minuti dopo Borriello entra in sostituzione di Florenzi mentre tra le fila rossoblù il fischiatissimo Diamanti esce per cedere il posto a Rolando Bianchi. Al 36′ sfiora il gol Borriello: la palla termina sull’esterno della rete. E’ il 40′ quando arriva il quinto gol della Roma: passaggio di Pjanic, serve Ljajic che batte Curci: 5-0!
Al 45′ è il capitano Totti a sfiorare il gol. Un minuto dopo, ammonito De Rossi per fallo di mano. Ancora un minuto e arriva il triplo fischio: trionfo Roma!
Un Airbus A320 dell’Alitalia proveniente da Madrid ha avuto un problema in fase di atterraggio ed è uscito fuori pista all’aeroporto di Fiumicino, alle 20:40. Il problema sembrerebbe essere stato un’avaria al carrello che ha portato l’aereo a piegarsi su un fianco. Fortunatamente non ci sono feriti tra i 151 passeggeri che viaggiavano a bordo dell’aereo.
Tutti i passeggeri si sono congratulati con il comandante che ha fatto un atterraggio d’emergenza perfetto riuscendo a inclinare il velivolo senza conseguenze per i passeggeri, che poi sono stati fatti scendere attraverso gli scivoli e sono stati trasferiti nella sala d’emergenza cosiddetta «illesi» ed assistiti dal personale di Aeroporti di Roma e di Alitalia. Alitalia ha deciso quindi che i passeggeri romani saranno accompagnati, una volta fuori dall’aeroporto, con dei taxi messi a disposizione mentre gli altri verranno trasferiti in albergo con dei pulmini.
E’ il secondo incidente che si verifica oggi nello scalo romano. Infatti, intorno alle 16, un aereo della Lufthansa partito da Roma e diretto a Francoforte era rientrato a Fiumicino per un sospetto problema al carrello. Come da procedura sono state allertate le Autorità di scalo e sul luogo sono arrivati in via precauzionale i Vigili del Fuoco. L’aereo è atterrato senza problemi e l’emergenza si è conclusa alle 16:12. I passeggeri sono stati imbarcati su altri voli.
Enrico Letta intervenendo a “Che Tempo che fa” ha dichiarato:
“Mercoledì probabilmente andremo in Parlamento, è la cosa migliore. Chiederemo la fiducia in entrambi i rami. E ognuno si prenderà le sue responsabilità. Non ho intenzione di governare a tutti i costi, serve una fiducia che consenta di applicare il programma, non per tre giorni. Se non c’è tirerò le conclusioni. Ma – avverte il presidente del Consiglio – non si può votare con il Porcellum che non garantisce la maggioranza al Senato”.
Il Premier ha poi aggiunto:
“I ministri hanno posto delle valutazioni e sento che in Parlamento c’è incertezza. Per questo vado in Parlamento a chiarire. Non voglio essere un re travicello”. Anche “dai sondaggi, gli elettori Pdl vogliono che continui l’esperienza di questo governo. Spero che ci sia una parte del Pdl che dica che non sono d’accordo con questo cupio dissolvi”.
Su Angelino Alfano e i “dissidenti” del Pdl, Letta si è espresso così: “Le sue parole di oggi lasciano intendere che c’è una discussione in corso, io sono rispettoso del travaglio che c’è, questo è un momento drammatico e forse di svolta attorno al centrodestra”.
Il Premier poi spazza via ogni dubbio su un possibile scambio di “favori” per la “pacificazione” con Berlusconi: “Mi fa sempre sorridere – afferma Letta -, è come se la giustizia voglia dire parlare di Berlusconi. Questo governo tra le cose fatte ha fatto quella della giustizia civile. Ci siamo già occupati di giustizia che è quella che riguarda i cittadini italiani”. Letta ha anche sottolineato “La sentenza del leader del Pdl ha un percorso proprio e non può essere scambiata con l’appoggio al governo: c’è una ferma separazione” tra queste cose e “continuerò a portarla avanti anche se questo dovesse portarmi ad andare a casa” e poi ha voluto richiamare l’attenzione su una sua autocritica: “Forse ho aspettato un po’ troppo a lungo e forse, nella connessione tra la vicenda della sentenza e del governo, potevo questo chiarimento farlo qualche giorno prima”.
Letta ha anche citato un film: “Questo ennesimo ritorno mi ha fatto venire in mente un film che ho visto qualche tempo fa, ‘Il giorno della Marmotta’, con Bill Murray”. Nella pellicola il protagonista rivive sempre la stessa giornata. Una situazione simile a quella dell’Italia, secondo Letta. “Ho l’impressione che da vent’anni stiamo rivivendo il giorno della marmotta. Bisogna dire agli italiani la verità – sottolinea – non mi interessa fare giochi politici, l’unica cosa che ho in mente è dare risposte ai cittadini”. Al Cavaliere, Letta si è rivolto direttamente per gli auguri di compleanno: “Gli auguro anni di serenità. Perché è quello che manca in questo tempo e che sarebbe utile a tutti”.
La più classica delle rapine quella che hanno tentato nella notte in via Tuscolana, a Roma. Un residente questa mattina, ha allertato la polizia con una segnalazione intorno alle 7.00 di questa mattina dopo esser sceso in cantina e aver trovato un buco al civico 909. Secondo gli investigatori attraverso questo passaggio i ladri hanno cercato di arrivare all’interno di un bar ma invece hanno sbagliato “mira” e si sono ritrovati in un Golden Point. A quel punto i ladri hanno creato un altro buco e sono entrati in una rivendita di videogiochi “Gamestop”. la banda del buco ha fatto un buco nell’acqua!
Quante frecce ha Alfano al suo arco? Dalle parole dei “suoi” non dovrebbero essere poche: “Dobbiamo andare alla conta nella riunione con i gruppi”. Si prospettano infatti almeno una cinquantina del Pdl pronti a dare il supporto al Premier e, probabilmente, sarebbero disponibili anche a formare un “Letta bis”.
Insomma si può davvero parlare di scissione perché ora le “frecce” ci sono. certo il processo è lungo e non indolore, ma qualcosa oggi si è spezzato nel centro-destra che ammesso, ma non è certo semplice, che si ricompatti non sarà più quello che poteva essere fino a qualche giorno fa. Insomma l’egemonia Berlusconi è finita! Alfano si auspica una destra moderata che possa ambire al Ppe in Europa e che possa anche far convogliare al suo interno la Lista Monti, Casini e Montezemolo.
Berlusconi ora si sente assediato, tanti sono quindi gli archi tesi contro di lui e forse i falchi che lo hanno consigliato non avevano preventivato un possibile boomerang. Ora certo il Cavaliere non può far altro che attaccare Letta e il suo esecutivo come ha fatto per tutta oggi. Nel giorno del suo 77esimo compleanno Berlusconi ha tuonato, ma Alfano ha diretto con mira eccellente il suo attacco.
La crisi c’è ed è inutile negarlo ma Letta, d’intesa con il Presidente della Repubblica ha deciso di presentarsi alle Camere e vedere se riesce a ottenere la fiducia, anche perché oggi i segni da parte dei dissidenti del Pdl ci sono stati, quindi tentar non nuoce! Nella nota del colle si legge:
“Il succedersi nella giornata odierna di dichiarazioni pubbliche politicamente significative dei ministri dimissionari, di vari esponenti del Pdl e dello stesso presidente Berlusconi ha determinato un clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica”. Nella stessa nota viene specificato che il premier concorderà la data dei dibattiti con i presidenti delle Camere. Nella nota si sottolinea anche che:
“E’ stata attentamente esaminata la situazione che si è venuta a creare a seguito delle dichiarazioni del presidente Berlusconi e delle dimissioni rassegnate dai ministri del Pdl in adesione a quell’invito. Il succedersi nella giornata odierna di dichiarazioni pubbliche politicamente significative dei ministri dimissionari, di vari esponenti del PdL e dello stesso presidente Berlusconi ha determinato un clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica. Da ciò il presidente del Consiglio ha tratto, d’intesa con il Presidente della Repubblica, la decisione di illustrare in Parlamento, che è la sede propria di ogni risolutivo chiarimento, le proprie valutazioni sull’accaduto e sul da farsi. Il Presidente del Consiglio concorderà la data dei dibattiti con i Presidenti delle Camere”.
“Mi chiamo Benjamin Serra, ho due lauree e un master e pulisco WC”. Inizia così un post apparso in Facebook e che è rapidamente diventato virale in Twitter. La Spagna non vive una situazione più rosea dell’Italia e anche da quella terra molti giovani migrano, in cerca di opportunità. E si fa presto a parlare di cervelli in fuga, ma non sempre si riesce a metter radici in un Paese straniero. Anche questo significa partire: andare verso l’ignoto. E il 25enne di Valencia ha deciso così di condividere la sua esperienza. Una laurea in Giornalismo, un’altra in Pubblicità e Pubbliche Relazioni, entrambe con Premio Extraordinario Fin de Carrera en ambas, un master in Community Management e ora… “barista” a Londra. Prosegue il post: “No, non è uno scherzo. Lo faccio per poter pagare l’affitto dell’appartamento a Londra. Lavoro in una famosa catena di caffè nel Regno Unito da maggio. E dopo 5 mesi lavorandoci oggi, per la prima volta, mi sono visto da fuori. Mi sono visto mentre pulivo i bagni. Il mio pensiero è stato: “Sono Premio Extraordinario de Fin de carrera e pulisco la M***A degli altri in un Paese che non è il mio”. Ok, faccio anche caffè, sparecchio le tavole e lavo le tazze. E non mi vergogno di farlo. Pulire è un lavoro molto dignitoso. Quello che mi fa vergognare è che devo farlo perchè nessuno mi ha dato un’opportunità in Spagna. Ci sono molti altri spagnoli nella mia sitauzione, soprattutto a Londra. “Siete una piaga”, mi hanno detto qui una volta. E non inganniamoci. Non siamo giovani di ventura arrivati qui per imparare la lingua e vivere nuove esperienza. Siamo IMMIGRATI.” Benjamin racconta di essere molto orgoglioso e che ad alcuni inglesi che lo guardano dall’alto al basso perchè fa il “barista” verrebbe voglia di mostrare i suoi attestati di laurea e il suo master ma sa anche che “davvero non servirebbe a nulla”. Sembra infatti che questi titoli ora servano solo per pulire i bagni. “Un vero peccato”. E Conclude: “Io credevo di meritarmi qualcosa di meglio dopo tanto impegno nello studio. Sembra proprio che mi sia sbagliato”. Il ragazzo, all’Huffington Post, ha spiegato che non si aspettava che il suo post avesse una così grande ripercussione. L’ha scritto venerdì, rientrato a casa “stanco e arrabbiato con la vita”. E così, dopo una chiacchierata via Skype con la famiglia, è arrivato lo sfogo in Facebook.Benjamin è arrivato a Londra nell’ottobre del 2012, con un contratto a tempo determinato al termine del quale ha trovato quel lavoro per mantenersi. Non si meraviglia neanche che a Londra gli spagnoli siano visti come una “piaga”: “Perchè ci considerino tali, significa che qui siamo davvero in tanti”. Dà anche un consiglio ai politici: che si rendano conto della sitauzione perchè lui è solo un esempio ma son fin troppi i giovani in una simile situazione. E che dire dei giovani italiani che nel nostro Paese non vedono un futuro e si vedono costretti a fare quello hanno fatto tanti italiani nei secoli scorsi? Emigrare in cerca di un’opportunità? Tutti partono con un sogno, qualcuno ce la fa. Però i sogni di quanti altri s’infrangono contro la realtà estera dove, pur essendo europeii in uno Stato europeo, vengono visti come “piaga”? Perchè è anche vero che i giovani italiani che non si possono permettere di studiare all’estero (già sono molti che attualmente non lo possono fare neanche in Italia) arrivano con in mano diplomi e lauree italiane, magari con una conoscenza scarsa della lingua, senza quella preparazione che altri Stati riescono ad assicurare. E allora la fortuna è trovare almeno un posto dove ti facciano pulire i bagni…
Kevin Walker canta in tv. Ma Kevin Walker gioca anche a calcio in seconda divisione. E la doppia vita di questo 24enne, che partecipa al talent show Idols e viene schierato nel campionato della Serie B svedese con la maglia del GIF Sundsvall sta appassionando la Svezia. Sia la trasmissione che le partite vengono trasmesse da TV4 che ora sta cercando di organizzare il calendario in modo che gli impegni del calciatore/cantante non coincidano. E così, perchè possa prender parte alla puntata del talent del 20 ottobre, l’emittente avrebbe spostato una partita della sua squadra, il match contro l’Assyriska. Note o pallone? Chissà se il derby finirà in pareggio…
La trasgressione erotica per una coppia di ucraini si è trasformata in tragedia. I due sono stati sorpresi dal treno mentre facevano sesso sui binari nella notte tra venerdì e sabato: lei è morta sul colpo e lui ha perso le gambe, tranciate dal convoglio. L’incidente è avvenuto nella regione ucraina di Zaporizhia. La ricostruzione l’ha fatta l’uomo, un 41enne, che ha affermato: “Eravamo stati a casa di amici e stavamo rientrando. Io e la mia fidanzata non abbiamo potuto resistere alla nostra passione e abbiamo voluto provare qualche brivido nei pressi di una ferrovia”. Secondo il portavoce della polizia locale i due innamorati erano ubriachi.
Sesta vittoria stagionale oggi per Marc Marquez sul circuito d’Aragon, in Spagna sulla quale pesa però l’ombra della brutta caduta di Dani Perosa al settimo giro. Ed è stato proprio il pilota spagnolo di Repsol Honda che ha parlato dell’incidente che l’ha fatto volare via dalla sua moto. E ha dato la colpa al compagno di squadra Marquez. Secondo Dani, “l’ha toccato” e “per colpa di questo” è finito a terra. Come dire: “non tutto vale” in pista. A Telecinco ha raccontato: “Quello che è successo può essere riassunto in poche parole. Marc sta sempre attaccato quando ha piloti che lo precedono. In questo caso, come del resto ha fatto per tutta la stagione, mi stava dietro e quando mi ha colpito mi ha rotto il sensore di controllo della trazione così quando ho dato gas sono volato via. E così è finita la mia corsa”. E ha continuato: “Non importa che io li dica ora: è successo, è passato, sono caduto per questo motivo e il fatto è che in questi giorni si ascolta sempre solo quello che vince”. Le polemiche del pilota della Repson si sono poi allargate alla direzione di gara, che ha accusato di continuare a chiudere gli occhi su quanto accade in pista, “ci sono stati negli ultimi anni dei fatti che hanno sempre preso tutti alla leggera”. Ha anche spiegato che lui e altri piloti, tra quelli con maggior esperienza, hanno cercato di “calmare” l’entusiasmo di chi ne ha meno, e che può risolversi in incidenti come quello di oggi. Il pilota catalano, al momento in terza posizione in classifica generale a 59 punti da Marquez, ha proseguito con il suo ragionamento spiegando che “non tutto è concesso”. Riguardo agli effetti della sua caduta, ha spiegato che gli duole molto il bacino a causa del forte colpo preso, “Vediamo come va domani”.
Erano le 17.48 quando la Rete Sismica Nazionale dell’INGV ha registrato una scossa di terremoto di magnitudo 2.8 nel distretto sismico del Promontorio del Gargano. L’epicentro è stato fissato a pochi chilometri di fronte alla costa, e in particolare l’evento sismico è stato percepito nel comune di Vieste.
Rio de Janeiro e la favela Rochina che diventa teatro di un agghiacciante abuso e omicidio ai danni di una bimba di soli 9 anni. Ieri pomeriggio, la bambina era uscita dicendo di andare a una festa, ma non aveva più fatto ritorno a casa. Il cadavere è stato rinvenuto in un terreno ai margini della favela, questa mattina. Attualmente, 700 agenti dell’Unità di polizia pacificatrice (Upp) garantiscono l’ordine nella favela, dove sono state installate anche 80 videocamere di sicurezza, che non sono bastate a salvare la vita alla bambina.
Non è stata sufficiente la chiusura di una parte della Curva Sud per cori di stampo razzista in occasione della partita del Milan contro la Sampdoria. Ieri i tifosi rossoneri sono tornati a farsi sentire con slogan ancori più pesanti all’esterno dello stadio. Cè infatti stata una contestazione contro la decisione di chiudere il secondo anello verde del Meazza e durante la quale sono stati anche appesi striscioni contro il Napoli e i suoi tifosi. Anche il Vesuvio è stato tirato in ballo: stando ai cori degli ultrà rossoneri dovrebbe bruciare tutti gli abitanti della città campana. E ancora: “La chiusura del settore non cancella l’odore. Napoli m…”. All’interno dello stadio, anche lo speaker si è appellato ai tifosi chiedendo fossero evitati cori discriminatori, ma per tutta risposta è stato fischiato. Ora però chi rischia di andarci di mezzo è la società: San Siro potrebbe chiudere per una giornata: tutto è in mano al giudice sportivo e la possibilità non appare certo remota.
Provocazione dopo provocazione Miley Cyrus tenta di reinventarsi l’immagine e se in passato non ha mai fatto mistero di coltivare una passione per la marijuana ora, l’ex viso pulito di Disney Channel, ha rilasciato un’intervista al Rolling stone dove ha ammesso di non disdegnare anche alcune droghe pesanti, ad esempio l’Mdma, cioè il principio attivo contenuto nell’ecstasy.
«Una volta mi sono fumata una canna con del Peyote dentro e ho visto un lupo che ululava alla luna… E anche l’Mdma non è male: sono droghe felici, droghe “social”. Ti portano a fare amicizia», ha raccontato l’ex star di Hannah Montana, che ha anche aggiunto: «La cocaina, invece, non mi piace proprio. È così anni Novanta».
Forse è l’ennesima provocazione ma tutti ricorderanno chiaramente il verso incriminato nel testo della canzone “We can’t stop” nel quale diceva “dancing with molly” dove “molly” nello slang americano significa Mdma.
Tutti aspettavano la dichiarazione di Alfano e quando arriva è dirompente: “Nel partito “non possono prevalere posizioni estremistiche” e “se sono questi i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”.
Un attacco a viso aperto dopo che Maurizio Lupi lo aveva spinto a uscire allo scoperto:
“Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per il bene del Paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia”.
E sulla stessa linea si era schierato Maurizio Sacconi: “Moltissimi elettori e militanti del Pdl non condividono la deriva estremista del partito” Poi il senatore Pdl aveva attaccato i “cattivi consiglieri del Presidente Berlusconi” e aveva chiesto ad Alfano di rappresentare le esigenze di “molti” nel partito.
Un 49enne brianzolo ha trovato 105mila euro chiusi in una valigetta in via San Gerardo, a Monza e li ha riconsegnati al proprietario, un tedesco di 72 anni che avrebbe dovuto utilizzare quella somma per un evento in programma all’Autodromo. I soldi facevano parte di un furto avvenuto nei giorni scorsi che poi erano stati abbandonati. Il brianzolo infatti l’aveva trovati passeggiando: la valigetta giaceva tra due auto parcheggiate. Una delle due vetture aveva il finestrino rotto, probabilmente la valigetta è scappata di mano al ladro mentre sfuggiva. La riconsegna è avvenuta all’interno del commissariato.
Sono cinque le partite che vanno in scena questo pomeriggio mentre si attendono le 20:45 per Roma-Bologna, la partita che potrebbe cambiare la situazione ai vertici: la Roma al momento è seconda alle spalle di Napoli e Juve che hanno vinto i rispettivi match.
Atalanta-Udinese: all’Atleti Azzurri d’Italia l’Atalanta ha l’obbligo di ritrovare se stessa dopo il pessimo avvio in campionato che la vede stabile nella parte bassa della classifica. Si trova però a ospitare l’Udinese di Guidolin reduce dal recente successo contro il Genoa martedì scorso. Bisogna attendere il primo minuto di recupero perchè l’Atalanta sblocchi il risultato: corner dalla destra sui cui sviluppi c’è una deviazione di un difensore dell’Udinese, la sfera arriva all’altezza del secondo palo dove Denis da solo insacca di testa: 1-0! Il primo tempo non ha regalato emozioni, ma i padroni di casa hanno dimostrato di crederci di più. Solo una conclusione per l’Udinese che ha sfiorato il palo di Maicosue. I padroni di casa raddoppiano al 18′ della ripresa grazie a una doppietta di Denis servito da Cigarini: l’argentino infila Kelava in uscita. 2-0! Non accade più nulla: la partita termina con la netta vittoria dell’Atalanta che è riuscita a sbloccarsi.
Cagliari-Inter: al Nereo Rocco di Trieste scendono in campo due squadre che potrebbero dare spettacolo: un anno fa, nella stessa sfida, i sardi inflissero un sonoro 2-0 a quelli che allora erano gli uomini di Stramaccioni. Attualmente però l’Inter ha un volto molto diverso: difesa ben impostata e ripartenze veloci che riescono a creare scompiglio negli avversari. Sono i nerazzurri a fare la partita nel corso dei primi 45′: tre le occasioni pericolose, su cui si è messo in mostra un Agazzi in gran giornata. Da parte loro i sardi hanno avuto un avvio contratto salvo poi mostrare qualcosa anche nella metà campo avversaria. Nessuna delle due squadre ha però trovato il gol. Il primo tempo termina sullo 0-0! Bisogna attendere il 30′ della ripresa perchè la situazione si sblocchi: ci pensano i nerazzurri: Palacio appoggia dentro per Nagatomo. Tocco per Icardi che deve solo spingerla in porta di testa. 0-1! Il Cagliari non ci sta e al 38′ agguanta il pareggio con un gran destro da fuori area di Nainggolan che trova la deviazione di Rolando che spiazza Handanovic. 1-1! Sono stati i ragazzi di Mazzarri ad aver avuto le occasioni migliori e hanno regalato una partita ricca di spunti anche se non sono riusciti a chiuderla dopo il vantaggio. Bravo il Cagliari che non ha mai mollato.
Catania-Chievo: fondamentale per gli etnei la vittoria visto l’ultimo piazzamento in classifica. Ma si trova ad affrotnare un Chievo reduce della sconfitta contro la Juventus a causa del gol annullato a Paoloschi: vuole riscatto ed è in buona forma. I siciliani danno del filo da torcere nel primo tempo, riuscendo a portarsi in vantaggio al 22′ grazie a un ottimo inserimento di Plasil che piazza di sinistro da fuori area con l’aiuto del palo. 1-0! I primi 45′ sono equilibrati al Massimino di Catania con entrambe le squadre che creano poche occasioni. Meglio i padroni di casa che hanno trovato il gol mentre i veneti non sono riusciti a impegnare Andjuar: serve cambiare qualcosa in attacco. Raddoppio del Catania al 10′ del secondo tempo, con Castro che rientra bene e crossa con il destro: Bergessio non tocca e il pallone finisce nell’angolino beffando Puggioni. 2-0! E’ la prima vittoria per il Catania. Fin troppo arrendevole il Chievo.
Verona-Livorno: pioggia battente al Marc’Antonio Bentegodi dove la sfida tra le due neopromosse è sempre sentita dalle tifoserie per motivi politici. Entrambe le squadre hanno dato bella prova di sè in queste prime giornate di campionato grazie alle mani esperte di Mandorlini e Nicola che hanno saputo plasmare nel migliore dei modi i loro uomini superando indenni il cambio di categoria. Al 40′ del primo tempo l’Hellas passa in vantaggio: Iturbe si guadagna una punizione che lui stesso batte scavalcando la barriera: Bardi non può fare nulla. 1-0! Al primo di recupero il Livorno agguanta il pareggio: Paulinho guadagna un corner, Greco batte nel mezzo dove Rinaudo arriva di testa: 1-1! Un meritatissimo pareggio quello sul quale le squadre tornano agli spogliatoi dopo 45′ belli ma molto accesi. Nella ripresa, al 30′, Jorginho trasforma un rigore inesistente: 2-1! Termina con la vittoria della squadra di casa al Bentegodi un incontro sempre in bilico.
Sassuolo-Lazio: allo Stadio Città del Tricolore il Sassuolo può mostrarsi a testa alta ai suoi tifosi: dopo l’eclatante batosta presa dall’Inter, è stata l’unica squadra in grado di rallentare la folle corsa del Napoli terminando l’incontro sull’1-1. La speranza di Di Francesco è che ora i suoi uomini abbiano ritrovato la giusta grinta. Contro i padroni di casa una Lazio che gira fasi alterne e che oggi ha bisogno di dare segnali forti ai tifosi. Il primo tempo si rivela come il festival degli errori da entrambe le parti: la Lazio non riesce a entrare in partita e spreca mentre gli emiliani sono aggressivi e in cerca di costruire qualcosa, ma senza esito. Il rientro negli spogliatoi è con un nulla di fatto. Sblocca la situazione la Lazio al 4′ con una rete di Dias che insacca agevolmente dopo essersi trovato tutto solo in area: 0-1! L’augurio è che ora il match possa vivacizzarsi. Quattro minuti di gioco e raddoppia la Lazio con Candreva che calcia da fuori di sinistro, trova il palo interno e la palla s’infila alle spalle di Pegolo. 0-2! Al 10′ reagisce il Sassuolo: angolo di Kurtic e Schelotto di testa trafigge Marchetti: 1-2! Al minuto successivo ci prova anche Acerbi ma la palla va fuori di poco: è un’altra partita quella a cui si assiste ora. Al 31′ Floro Flores regala il pareggio al Sassuolo: su punizione da quasi 30 metri batte una bomba che piega le mani a Marchetti: 2-2! Gioca tutto in avanti negli ultimi minuti la squadra di casa. Al triplo fischio, è un pareggio.
Tragedia a Pinerolo, nel Torinese dove Maria Pia Garnero, 64 anni è stata uccisa a coltellate per mano di Lorenzo Osella, 65 anni. E’ stato lo stesso Osella che, nella mattinata di oggi si è poi consegnato ai carabinieri dicendo di aver ucciso la donna perché gravemente malata.
Inizia un percorso giudiziario che sarà complesso e lungo almeno da quanto emerge dalle carte depositate dopo che Alessia Polita ha denunciato il circuito di Misano, la pista resa famosa per la drammatica caduta che ha costretto poi l’atleta in sedia a rotelle. Ma se lei denuncia la pista, c’è chi, come il direttore del circuito e il presidente della Federazione motociclisti ipotizza reati a carico del padre di Alessia Polita. L’accusa al padre, sarebbe emersa dopo che gli inquirenti avevano accertato che quel giorno fu proprio Giancarlo Polita a mettere a punto la moto della figlia. Lui si difende e in un’intervista a un quotidiano afferma «Mia figlia sarebbe uscita illesa dall’incidente – spiega al quotidiano – se ci fossero state le adeguate misure di sicurezza». La figlia però non ha dubbi e parla di misure di sicurezza non appropriate, in particolare le ‘barriere gonfiabili’ che secondo loro avrebbero evitato ad Alessia di rimanere su una sedia a rotelle.
Lo tsunami si è già abbattuto sul Goveno e ha aperto una crisi che può davvero danneggiare il Paese se in tempi brevi non si troverà una soluzione e un’alternativa. Ma il maltempo non è solo in politica, ma sta anche attraversando lo Stivale dividendolo in due.
Il centro nord è sotto la forte perturbazione atlantica mentre il sud può ancora beneficiare di uno squarcio d’estate.
Sin dalla mattinata piccole trombe d’aria si sono abbattute sulla Toscana e in particolare hanno interessato Marina di Massa e Viareggio, tra le province di Massa Carrara e Lucca. Molto lavoro quindi per i Vigili del Fuoco che hanno dovuto rimuovere i rami caduti e i cartelli stradali divelti. Registrati anche danni alle attrezzature di alcuni stabilimenti balneari ancora aperti. Qualche guasto anche all’illuminazione elettrica, per alberi caduti sulle linee, spiega Enel che ha registrato nel giro di un’ora e mezzo sui suoi impianti quasi mille fulminazioni.
A Prato la pioggia di stamani ha provocato allagamenti in tutti i sottopassi e i pompieri – una cinquantina gli interventi complessivamente – sono intervenuti anche per il recupero di auto. Violenti diluvi poi nel Pistoiese, dalla Valdinievole a Pistoia, proprio durante il passaggio del Mondiale di ciclismo. Le zone più colpite sono state quelle di Pescia, Uzzano e la parte collinare di Pistoia. Le richieste di aiuto ricevute dai vigili del fuoco di Pistoia, per allagamenti di scantinati e garage sono state oltre una cinquantina. Tutto è cominciato intorno alle 10.30.
Anche Siena è tata investita da una tromba d’aria, in piazza del Campo. Il forte vento ha fatto volare tavolini, seggiole e ombrelloni, mentre i turisti si riparavano all’interno dei locali. Nessun ferito.
Frane in Friuli. Forti piogge improvvise hanno colpito questa mattina una vasta area del medio Friuli provocando allagamenti di strade e abitazioni. Frane hanno causato l’isolamento di alcune frazioni nel Comune di Grimacco (Udine). Sull’area colpita sono intervenute complessivamente 30 squadre comunali di protezione civile e circa 200 volontari, molti dei quali sono ancora impegnati nello svuotamento di scantinati, sottopassi e abitazioni. Diverse frane hanno interessato la viabilità comunale a Grimacco, Drenchia e Nimis. In particolare nel Comune di Grimacco la Protezione civile della regione sta intervenendo a supporto del Comune a seguito delle frane che hanno interessato il territorio isolando le frazioni di Grimacco superiore, Grimacco inferiore, Brida superiore, Brida inferiore e Plataz.
Venti forti in Sardegna e sul mar Tirreno, mentre da lunedì inizierà a soffiare anche la bora. Passato l’inizio di settimana tempestoso si avrà qualche giorno di tregua ma per il prossimo weekend è prevista una nuova perturbazione.
L’incontro di preghiera, “In Cammino con Maria”, previsto con i fedeli della Madonna di Medjugorje che doveva tenersi domenica 27 ottobre al Pala Arrex si sposterà a Jesolo Paese, nel piazzale Kennedy, sotto una tensostruttura in grado di accogliere 3 mila persone con un costo di 5mila euro. Il trasferimento dell’incontro religioso che raccoglie anche fondi da usare in beneficienza per famiglie in difficoltà, è stato dettato dall’esigenza di ospitare la finale di Miss Italia al Pala Arrex proprio il 27 ottobre. Il “trasloco” dell’evento In Cammino con Maria” sarà interamente a carico della Miren, la società proprietaria di Miss Italia.
Così entrambe le macchine organizzative possono convivere entrambe a Jesolo, solo con qualche piccola modifica!
Sembra proprio che il Cavaliere sia deciso a fare un regalo all’Italia nel giorno del suo compleanno: votare la legge di stabilità e il congelamento Iva sino a gennaio. Ma la gioia dura poco e Silvio Berlusconi precisa: ”Se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all’Italia, noi la voteremo. Se bloccheranno l’aumento dell’Iva senza aumentare altre tasse noi lo voteremo. Se, come si sono impegnati a fare, taglieranno anche la seconda rata Imu, noi voteremo favorevolmente”.
Ma ci potrà essere una legge di stabilità che a giudizio del Cavaliere sia davvero utile all’Italia? Può essere concepito un congelamento Iva senza altre tasse? Siamo già oltre la soglia del 3% e senza le dovute correzioni sicuramente si sfonderà il tetto massimo previsto dall’Eurozona e l’Italia rientrerà ancora una volta in una procedura di infrazione. Ma Berlusconi incolpa il Pd: “Nelle ultime settimane abbiamo avuto un governo capace solo di rinviare di proporre il blocco dell’Iva aumentando altre tasse, di tagliare l’Imu solo a metà per ricattare il Pdl e costringerlo a stare al governo, un governo prono rispetto ai diktat dei burocrati dell’Unione europea”. Da ciò l’ultimo atto: “Abbiamo pazientemente offerto soluzioni a ogni livello istituzionale per evitare di fare precipitare la situazione. Non ci hanno voluto ascoltare”.
“Noi siamo quelli che hanno voluto il governo Monti e il governo Letta, sperando potesse essere un governo di riforme e di pacificazione. So e sappiamo distinguereil reale interesse dei cittadini”, scrive Berlusconi in un messaggio pubblicato on-line… il Cavaliere non si dimentica dell’Italia neppure nel giorno del suo compleanno e prosegue “Noi ci siamo e ci saremo” su stop a Imu e aumento Iva e “su tutte le altre misure utili, come il rifinanziamento della cassa integrazione, delle missioni internazionali, il taglio del cuneo fiscale”, afferma il leader di Fi, spiegando che il suo partito è pronto a votare le leggi economiche che il governo proporrà, se “utili” al Paese.
Ma l’esperienza di governo per Silvio Berlusconi si conclude inesorabilmente qui, nessun dietrofront: “A chi mi chiede di farmi da parte e accettare con cristiana rassegnazione la mia sorte giudiziaria, presente e futura, dico che lo farei senza esitazione, se ciò fosse utile al Paese”. “Invece – aggiunge – darei il mio avallo a una democrazia dimezzata dove i magistrati politicizzati decidono chi deve governare”.
Berlusconi è conscio di aver preso una decisione “dura e impopolare” chiedendo ai ministri Pdl di dare le proprie dimissioni. “Ho previsto tutte le accuse che mi stanno rovesciando addosso in queste ore e anche lo sconcerto di parte del nostro elettorato, preoccupato giustamente della situazione economica e sociale”. “A loro dico di non credere a coloro che da vent’anni hanno bloccato le nostre riforme per cercare di eliminarmi dalla scena politica”. E rivendica di “aver salvato i governi della sinistra negli anni Novanta quando non avevano maggioranza sulla politica estera”.
“Non sono sceso in campo – conclude – non ho messo a repentaglio una vita di lavoro, di successi e di sacrifici per lasciare in queste condizioni il mio Paese”. “Per questo ritengo mio dovere continuare a restare in campo, per offrire una alternativa ai poteri non democratici – perché non eletti dal popolo – che loro sì, irresponsabilmente, vogliono mettere in ginocchio il nostro Paese”.
La crisi vista con gli occhi del Pd. Epifani dall’Annunziata parla di “clima incandescente” e avverte che “Il Pd risponderà alla potenza di fuoco mediatica del Pdl dei prossimi giorni”. Nessun governicchio, nessun trasformismo o si governa o si torna alle urne.
Niente “governicchi” né “trasformismi” per Guglielmo Epifani. Il segretario del Pd, durante la trasmissione In Mezz’ora di domenica 29 settembre, condotta da Lucia Annunziata, prende posizione sulla crisi di governo: se non c’è una maggioranza seria, per Epifani il governo non si fa.
Il Parlamento deve fare i conti con gli ultimi avvenimenti, sottolinea Epifani: “Letta deve andare in aula come fece Prodi nel 2008”. Precedente storico di una crisi che, oggi da Napoli, ha evocato anche il Presidente Napolitano. “Il Pdl non ha voluto parlamentarizzare la crisi, è uno sgarbo istituzionale”. E secondo il segretario del Pd “in questa scelta c’è distanza dalle istituzioni”. Un voto parlamentare serve “perché può provocare dibattito nel centrodestra e penso che entro martedì sera ci sarà”.
“Quando il governo andrà in crisi, il Pd dovrà affrontare due problemi, due priorità per il Paese: la legge di stabilità e la riforma delle legge elettorale”, ricorda il segretario e per attuare questi due punti ci vuole una “maggioranza seria”. E conclude: “Vedremo se ci sarà la possibilità di fare un governo che persegua questi due punti”.
Il 15 settembre avevamo parlato del dr. Simone Speggiorin, italiano che ha deciso di emigrare ed ora è un nome noto nell’ambiente medico internazionale. Ma non è l’unica storia di “cervello in fuga” che lascia l’Italia e, una volta all’estero, riesce a distinguersi per le sue capacità. Pierangelo Gobbo è di Cittadella, nel Padovano, e dopo aver ottenuto una laurea in Chimica all’università di Padova con una votazione di 110 e lode ha deciso a sua volta di partire. Al momento è al terzo anno di dottorato alla Western University a London, vicino a Toronto, in Ontario. La durata è variabile: dipende dal lavoro e dalle pubblicazioni. E’ impegnato in studi e ricerca scientifica che sono stati riconosciuti di elevato interesse dal Governo che li ha finanziati con 150mila dollari canadesi, poco più di 100 mila euro. In tutto sono stati 165 i ricercatori che possono usufruire di tale sostegno, tutti presenti nella nazione. Spiega Gobbo: “Alla Western avevo studiato quattro mesi per preparare la tesi con il professor Flavio Maran, che crede nelle esperienze internazionali. Ho deciso di ritornare per fare ricerca considerato l’ottimo ambiente, dai docenti alle aziende presenti ed alla possibilità di collaborazione tra i vari gruppi di ricerca. Il mio è guidato dal professor Mark Workentin”. Lui è stato scelto assieme a un altro collega dallo stesso dipartimento di Chimica dove ora sta seguendo il suo dottorato: “Una soddisfazione personale, ma anche per la mia università – continua – Un finanziamento utile per la ricerca sui nanomateriali importanti poichè grazie alle loro proprietà chimico-fisiche si prestano all’utilizzo in molti settori: dalla medicina ai fotovoltaico, alle batterie, ai sensori, un potenziale altissimo”. Alla domanda se tornerà sul suolo patrio risponde: “Si fa ricerca anche da noi, ma non so se rientrerò”.
Strage all’Università, torna la paura in Nigeria con l’ennesima mattanza che sconvolge l’intero Paese. Il sangue oggi è stato fatto scorrere nelle camere degli studenti di un college della facoltà di Agricoltura di Gujba, nello stato di Yobe. Un commando di uomini armati ha fatto irruzione e ha colpito i ragazzi che stavano dormendo. Ancora una volta gli uomini artefici di questo atto di terrorismo sono affiliati alla fazione fondamentalista di Boko Haram.
L’Arena da Amazonia di Manaus ha una capienza di 44mila posti ed è costata quasi 240 milioni di dollari, creata nel cuore dell’Amazzonia, a oltre 2.400 km da Rio de Janeiro, dopo essere stata utilizzata per le gare dei Mondiali 2014 in Brasile potrebbe trovare una nuova collocazione come centro di detenzione temporaneo, così da alleviare il problema del sovraffollamento delle carceri. La proposta ha già aperto un’ampia polemica. Soprattutto sono contrari proprio gli avvocati dell’Amazzonia aderenti all’Ordine che auspicano una risoluzione del sovraffollamento delle prigioni con un piano carcerario nazionale e non con una cattedrale nel deserto che è stata costruita in una zona in cui la tradizione calcistica non è molto sentita e che rischia quindi dopo l’evento di restare inutilizzata per molto tempo.
Allo stadio Comunale di Torino va in scena il Derby della Mole valido per la sesta giornata di campionato. I granata arrivano forti di tre vittorie consecutive e con otto punti in classifica mentre i bianconeri devono ancora dare molte risposte. Non tanto per la posizione in classifica ma per la modalità delle vittorie, a cui arrivano sempre in recupero dopo esser passati in svantaggio.
Le squadre entrano in campo sotto la pioggia. Ventura schiera un 3-5-2 con Padelli; Rodriguez, Glik, Moretti; Darmian, D’Ambrosio, Brighi, Vives, El Kaddouri, Cerci, Immobile. Conte risponde con un 3-5-2 che vede Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pogba, Marchisio, Asamoah; Giovinco, Tevez.
Sono due squadre in equilibrio quelle che si vedono nei primi minuti, che la Juve che iniziano subito a pressare e il Torino che poco dopo gestisce il possesso di palla. Al 6′ Chiellini prova la verticalizzazione per Giovinco in area ma il pallone è troppo lungo. Un minuto dopo, Barzagli cerca in profondità Giovinco ma il tiro è impreciso. Altri due minuti ed è corner per i bianconeri: Chiellini colpisce di testa ma commette fallo su Moretti. Al 12′ punizione ancora per gli uomini di Conte: dai 30 metri Tevez sbaglia il passaggio per Vidal. Bisogna attendere il minuto successivo per la prima conclusione di Carlitos: Padelli para.
Al 14′ ci prova D’Ambrosio di testa: troppo alto. Al 19′ primo cartellino giallo dell’incontro: ammonizione per Marchisio per fallo tattico su Immobile a centrocampo. Il cartellino torna a fare la sua apparizione sei minuti dopo: Pogba per fallo su El Kaddouri. I ritmi in campo sono alti ma al momento le emozioni scarseggiano con i granata che chiudono e non permettono azioni gol ai bianconeri. Tra le fila del Torino Cerci batte una punizione ma calcia fuori. Alla mezz’ora, la squadra “di casa” sta facendo la partita senza sprecar palla, ma non basta per andare in vantaggio. Arriva pronta la ripartenza bianconera con Vidal in profondità per Tevez che crossa dalla destra ma Vives anticipa di testa Giovinco. Al 37′ ammonizione per Immobile falloso su Tevez con un’entrata intenzionale. L’argentino esce dal campo per un minuto. Poco dopo è Giovinco a restare a terra dopo un intervento di Rodriguez non fischiato dall’arbitro. Al primo minuto di recupero Marchisio tenta il destro dal limite dell’area: palla sul fondo. Dopo altri 60 secondi, l’arbitro manda le squadre agli spogliatoi.
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Effettua il primo cambio Ventura all’inizio della ripresa: fuori Rodriguez, dentro Masiello. A bordo campo, intanto, si scaldano Padoin, Vucinic, Quagliarella e Meggiorini. Tevez cerca la conclusione già al 2′ dal limite dell’area: al volo di destro, la palla vola alta. Al 6′ è invece il turno di Giovinco: su tocco dell’argentino calcia di sinistro e centra Padelli. E’ la Juve a premere e il Toro non può che subire tanto che al 9′ arriva il vantaggio bianconero: su calcio di punizione arriva Bonucci di testa, interviene Tevez che di testa colpisce la traversa, Pogba ancora di testa sulla respinta mette in rete: 0-1! I granata per un presunto fuorigioco di Tevez al momento del tocco di Bonucci.
Glu uomini di conte abbassano il ritmo e al 16′ arriva un altro cartellino giallo: ammonizione per Asamoah per fallo su Cerci. Quattro minuti e Marchisio s’inserisce su lancio di Tevez, ma la sfera resta troppo dietro. Al 23′ Ventura, alla ricerca del gol, manda in campo Meggiorini al posto di El Kaddouri. Al 26′ Mazzoleni ferma il gioco: Marchisio e Pogba sono a terra e arrivano le proteste granata: l’arbitro espelle il vice di Ventura, Sullo. Un minuto dopo cerca il gol Tevez su passaggio di Asamoah: palla deviata in angolo. Cambi nel giro di pochi minuti anche per Conte: esce Asamoah ed entra Padoin prima, poi Vucinic prende il posto di Giovinco. Il Toro cerca di avanzare ma la Juve controlla bene. A 7′ dal termine, splendido Padelli che devia il volo col destre di Vucinic. Quagliarella entra in campo al secondo di recupero in sostituzione di Tevez: il Toro intanto continua a provarci ma è innocuo nella metà campo avversaria. Al triplo fischio, gli uomini di Conte portano a casa tra punti fondamentali! 0-1!
Lo riporta un dettagliato report del Guardian che denuncia le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti gli operai nepalesi impegnati nella costruzione e nell’ampliamento delle infrastrutture per i lavori di preparazione al Mondiale del 2022 in Qatar. Gli immigrati nepalesi sarebbero stati ridotti in schiavitù e in regime di clandestinità. Lavorerebbero con il passaporto confiscato e senza stipendio per paura che possano scappare. Spesso, sempre secondo il report sarebbero lasciati senz’acqua in pieno deserto a 50 gradi all’ombra.
Sono già 44 operai poco più che ventenni a essere morti tra il 4 giugno e l’8 agosto per problemi cardiaci e infortuni sul lavoro. I dati sarebbero stati forniti dall’ambasciata nepalese di Doha dove si sono rifugiati almeno una trentina di immigrati che non vogliono finire come i loro connazionali. Un nepalese, che naturalmente ha chiesto l’anonimato, avrebbe anche affermato:
“Vorremmo andarcene, ma la società per la quale lavoriamo – cioè la Lusail Real Estate Company – non ce lo permette e se scappassimo, diventeremmo dei clandestini e la polizia potrebbe beccarci e rispedirci a casa in qualunque momento”. Un altro operaio, il 27enne Ram Kumar Mahara ha invece raccontato di essere costetto a lavorare a stomaco vuoto per 24 ore e a dormire in 12 in una stanza “quando mi sono lamentato, – ha detto sempre Mahara – il mio capo mi ha aggredito e mi ha buttato fuori dal campo, rifiutandosi di pagarmi, e ho dovuto supplicare gli altri operai di darmi un po’ di cibo”.
Il Comitato organizzativo del Mondiale dice di essere “profondamente preoccupato per le accuse che sono state mosse” e annuncia che le autorità governative “stanno già conducendo un’indagine al riguardo”, la compagnia nel mirino dell’inchiesta scarica la responsabilità su appaltatori e subappaltatori, sostenendo che prenderà “le accuse molto seriamente” e che adotterà “tutte le misure necessarie per punire coloro che verranno riconosciuti colpevoli di aver infranto la legge o i contratti di lavoro”.
Un imprenditore di Oderzo, che è anche delegato di un’azienda elettronici di Marcon, nel Veneziano, è stato assolto dall’accusa di frode fiscale con una sentenza che potrà avere effetti dirompenti. La motivazione, in sintesi, spiega che “Non voleva frodare il Fisco, ma non poteva pagare perché non aveva il denaro. Il motivo? I Comuni, Magistrato delle acque e due colossi della telefonia mobile per i quali lavorava non gli saldavano le fatture”. L’imprenditore non avrebbe infatti pagato 135mila euro di Iva, che ora sta versando a rate, non perchè fosse un evasore, ma a causa della crisi di liquidità dovuta al fatto che i principali clienti, tra cui anche enti e amministrazioni pubbliche, avevano spostato il saldo delle fatture di oltre un anno. A causa della mancanza di liquidità l’imprenditore non aveva potuto versare l’Iva, ritrovandosi così iscritto sul registro degli indagati per frode fiscale e finendo a processo. L’avvocato difensore Franco Miotto ha presentato però delle argomentazioni per il quale il giudice di Venezia gli ha riconosciuto la buona fede e l’ha assolto. La ditta di Marcon fattura oltre 3 milioni di euro e dà lavoro a 25 dipendenti ma per l’amministrare delegato l’incubo era iniziato due anni fa con l’accusa di non aver versato all’Erario oltre 135mila euro di Iva. Al processo, però, è riuscito a dimostrare la propria correttezza: il mancato pagamento dipendeva, come dimostrano le perizie contabili e i testimoni, dal fatto che gli Enti pubblici per i quali lavorava non lo liquidavano. Spiega l’avvocato Miotto: “La crisi di liquidità era fisiologica per l’azienda di Marcon sia per tipologia dei clienti (Comuni), termini dei pagamenti e sistema fiscale. A causa della crisi, la mancanza di liquidità si era aggravata e, pur aumentando il fatturato, il cliente non riusciva a incassare quanto gli spettava”. Una volta che i Comuni sono tornati a pagare, il manager ha onorato i suoi debiti con l’Erario. “Quando le fatture sono state pagate – precisa il legale – il cliente ha chiesto e ottenuto la rateizzazione dell’Iva”. Per il giudice è insussistente l’elemento soggettivo del reato: da qui l’assoluzione. “Al contrario – conclude l’avvocato – il cliente andrebbe premiato perché, nonostante crisi e mancanza di liquidità, ha mantenuto in vita l’azienda e salvato 25 posti di lavoro. Spero che questa sentenza faccia scuola. Per la prima volta un giudice recepisce la grave situazione finanziaria delle nostre aziende alle prese, tra l’altro, con un sistema fiscale ormai inadeguato”.
Forza Italia ma forse a metà! Inizia a serpeggiare e non solo dentro Palazzo Grazioli ma anche davanti alle telecamere, una probabile scissione. Stavolta Berlusconi potrebbe anche essere abbandonato da chi in questo momento di grave difficoltà del paese decida di appellarsi alla responsabilità.
“Non so se c’è una scissione: so che il centrodestra non è quello che si è espresso ieri”. Così il ministro Gaetano Quagliariello ha replicato a chi gli chiedeva se fosse possibile una frammentazione del Pdl. Riferendosi alle decisioni prese ieri ad Arcore, ossia alla richiesta di dimissioni dei ministri del centrodestra, Quagliariello ha poi aggiunto che “non è quella la storia del centrodestra maggioritaria, non è quella la storia dei moderati in Italia”.
Ormai famosa anche la frase della Lorenzin che affermava: Silvio Berlusconi “è un perseguitato” ma “non giustifico né condivido la linea di chi lo consiglia in queste ore. Tentano di distruggere tutto quello che Berlusconi ha costruito e rappresentato”.
Insomma il sogno della destra non collima più con il leader pregiudicato. Chi ha deluso Berlusconi?
Mara Carfagna intanto bacchetta ed espelle Quaglieriello e la Lorenzin… ma ha il potere di dichiarare davanti ai microfoni “Sì, credo proprio di sì” confermando la decisione di un allontanamento dal partito dei dissidenti Pdl?
Grande confusione regna nel Pdl che sembra vittima del suo stesso boomerang.
L’Ordine degli avvocati di Roma e di Palermo sono risoluti a fare guerra a Ingroia e così hanno aperto un procedimento disciplinare per esercizio abusivo della professione, a carico dell’ex pm Antonio Ingroia passato ora tra le fila degli avvocati. Cosa viene contestato all’ex pm? Il Giornale di Sicilia spiegherebbe che giovedì scorso Ingroia, senza prima prestare giuramento, avrebbe assunto la difesa dell’associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili, nel processo sulla trattativa Stato-mafia.
Ingroia si era iscritto all’Ordine della Capitale mercoledì e giovedì la sua istanza era stata accolta, ma l’atto non darebbe diritto all’esercizio immediato. «Nell’udienza di giovedì – ha replicato l’ex pm che ha annunciato che giurerà la prossima settimana- non ho preso la parola. È stato solo preannunciato che il 10 ottobre sarei stato sostituto processuale per l’associazione».
E continua il calvario dell’ex pm… Dalla politica, alla magistratura, all’Ordine degli avvocati!
Quei 10 piccoli indiani, potrebbero diventare i 15 grillini dissidenti. Allontanati dal Movimento, potrebbero trovar posto nelle file di una nuova maggioranza e sostenere il nuovo governo che si dovrà delineare nei prossimi giorni. Le elezioni auspicate da Grillo sembrano infatti una Chimera e c’è chi sente stretta intorno a sé la morsa fatta di regole e linee dettate al di fuori del Palazzo. Così al Senato 15 grillini, 13 dei quali non hanno votato l’elezione dell’ultimo capogruppo, sarebbero disponibili a dialogare con il Pd, ma forse sono molti meno quelli che appoggerebbero un Letta bis.
Ne parla Andrea Malaguti su La Stampa:
Al telefono da Firenze la senatrice Alessandra Bencini – considerata trattativista – dice di «sentire sulle sue spalle un peso enorme». La sua voce è disarmata, eppure nervosa, inquieta come il tremito di una tazza di tea appoggiata male sul piattino di ceramica. Si rompe. Piange. «Penso al futuro di questo Paese, ai miei figli, e non posso non interrogarmi su ciò che è giusto». E’raro vivere esperienze eccitanti senza pagarne il prezzo. Non pensava che fosse così alto. Da Palermo il senatore Francesco Campanella – trattativista anche lui – dice che «confrontarsi è necessario sempre, su ogni ipotesi».
Anche su quella di un Letta-bis? «L’ideale sarebbe un governo guidato da personalità terze. Letta potrebbe promettere di seguire parte dei nostri punti programmatici? Mi pare difficile. Ma se diventa Che Guevara ci rifletto. Ma soprattutto è importante che ci rifletta la rete». La rete. Non Casaleggio. Non Grillo. Al Senato il Movimento è spaccato in due. Quelli che seguono ciecamente i leader di Genova e Milano e quelli che chiedono a gran voce la consultazione del sacro web. Conta di più l’alto o il basso?
Governi stranieri, rappresentanze diplomatiche, colossi industriali e presunti terroristi. Erano loro gli obiettivi delle intercettazioni degli agenti della Nsa, National Security Agency, al centro dello scandalo Datagate. Ma non solo. Nel mirino dell’ispettore generale dell’agenzia di intelligence, George Ellard, sono finite anche una decina di spie che ascoltavano anche le comunicazioni di consorti e fidanzate in odore d’infedeltà. Lo stesso Ellard ha rivelato di un caso in cui un agente della Nsa aveva ascoltato le telefonate di nove donne straniere “senza che ci fosse una valida ragione di intelligence”. Nel 2011, invece, un altro aveva confessato che “era sua abitudine” ascoltare numeri telefonici stranieri “ottenuti in situazioni sociali” per assicurare che non stava parlando con “personaggi dalla dubbia vita”. I due, prima che fossero prese misure disciplinari, si sono dimessi. Un terzo agente aveva invece ascoltato “per pura curiosità” le chiamate della fidanzata: quando l’agenzia gliel’ha impedito, ha recuperato tutto le indicazioni di quando le telefonate erano state fatte, a quale numero e quanto erano durate. Ma c’è stato anche chi, nel 2005, temendo che la fidanzata lo tradisse, ha ascoltato per un mese le telefonate della donna al fine di scoprire se si era messa “con funzionari stranieri o avesse fatto qualcosa che avrebbe potuto metterlo nei guai”. Anthony Romero, dell’associazione libertaria American Civil Liberties Union, ha detto: “E’ la punta dell’iceberg. La cosa chiara è che questi abusi non avevano nulla a che fare con il terrorismo”. E ancora: “Sono individui che ficcano il naso nella vita di gente che sta loro vicina”. Non si placano qundi le polemiche dopo le rivelazioni di Edward Snowden mentre negli ultimi giorni è emerso anche il fatto che per la Nsa spiare i contatti all’estero di personaggi insospettabili e anche famosi non è una novità. Come emerge da dei documenti portati alla luce dalla George Washington University, negli anni della Guerra Fredda tra i bersagli ci furono anche i leader dei diritti civili Martin Luther King e Whitney Young, il pugile Muhammad Ali, l’umorista del Washington Post Art Buchwald nonchè senatori democratici e repubblicani.
Stavolta non è uno scontrino folle, ma la multa a un gestore reo di aver servito un drink alcolico dopo le 3 di notte. Il titolare di un bar di Ancona, nel quartiere Archi, se pagherà i 6.667 euro di multa entro 60 giorni non vedrà raddoppiare l’importo, altrimenti la somma potrebbe diventare davvero stratosferica. Il controllo è arrivato nella notte tra venerdì e sabato e gli agenti sono entrati nel locale, alle 3.30, dal quale provenivano rumori molesti e musica che disturbavano i residenti. Un drink da oltre 6000 euro che sicuramente ha rovinato il weekend al gestore e alla sua clientela, ma ha anche restituito il sonno a quanti abitano nella zona.
Risale a due giorni fa la storica telefonata tra i presidenti Barack Obama e Hassan Rouhani. Un evento, visto che i rapporti tra Usa e Iran erano bloccati dal 1979. Nel corso del colloquio i due hanno auspicato di trovare insieme soluzioni sul nucleare. Ora che il presidente iraniano, che si trovava a New York dove ha preso parte all’assemblea generale dell’Onu, è rientrato in patria si è trovato a dover fronteggiare un’opinione pubblica spaccata a metà: i moderati hanno salutato il loro presidente al grido “No alla guerra, sì alla pace”, ma c’è ancora un ampio fronte contrario ad aperture con quello che viene tuttora considerato il nemico numero uno.
La politica è invasa dai clienti. Viene da chiedersi ma quanti ne hanno i politici? Secondo Il Corriere della Sera, dopo i parenti di Alemanno la tradizione sarebbe passata nelle mani di Ignazio Marino che sembra aver ereditato volentieri dal predecessore il sistema che avrebbe trovato già oliato. Così Il Corriere della Sera grazie allo scoop di Paolo Foschi e Ernesto Menicucci, che “il Comune di Roma assume l’occupante”. Chi è l’occupante? Benedetta Cappon!
Questa la sua storia riportata dal Corriere della Sera:
“Da portavoce del teatro Valle occupato a impiegata nelle istituzionali e austere stanze del Dipartimento alla cultura del Campidoglio. È il salto professionale di Benedetta Cappon, 33 anni, figlia dell’ex direttore generale della Rai Claudio, assunta con contratto a tempo determinato dall’amministrazione di Roma Capitale su proposta dell’assessore Flavia Barca (e quindi a chiamata diretta, cioè senza bando pubblico). Benedetta Cappon, che prima di diventare la voce degli ‘occupanti’ del teatro Valle era stata capo ufficio stampa dell’Eliseo, è una delle tredici persone assunte con delibere della giunta guidata da Ignazio Marino nell’ultimo mese, paradossalmente proprio mentre all’interno dello staff dello stesso sindaco c’era chi provava a studiare, come misura salva-bilancio, il prepensionamento di circa 5000 dipendenti comunali in esubero. L’ipotesi per adesso è accantonata. (…) Appena insediata l’assessore Barca aveva annunciato agli uffici la volontà di ‘inserire delle nuove professionalità’. Dopo pochi giorni, la prima novità: Rosi Nicolai, dipendente del Comune che lavorava al Dipartimento cultura dai tempi di Gianni Borgna assessore (e che era rimasta con tutte le giunte, compresa quella di Alemanno), tornata da un periodo di ferie non ha ritrovato il proprio posto. Flavia Barca aveva deciso infatti di privarsi della sua collaborazione (dopo aver ricevuto tantissime attestazioni di stima e solidarietà, Rosi Nicolai è stata poi ripescata nella Commissione cultura dell’Assemblea capitolina).
A breve giro di posta, dopo la rimozione della collaboratrice storica dell’ufficio, è stato quindi approvata la delibera che prevede l’assunzione a tempo determinato della Cappon e di altre due persone, Valerio Mingarelli e Mariangela Modafferi, selezionate perché – fra i vari motivi – ‘in considerazione delle numerose e rilevanti funzioni politico-istituzionali assegnate all’assessore, si rende necessario individuare dei collaboratori che, per esperienza, capacità personali e professionali, siano in grado di coadiuvare il medesimo nell’espletamento del proprio mandato’. Tutti selezionati ‘intuitu personae’, cioè a chiamata diretta a causa del «carattere fiduciario» dell’incarico. Le retribuzioni per tutti e tre i neo-assunti ammontano a circa 22 mila euro lordi all’anno, più un misterioso ‘emolumento unico’ stabilito con ‘note protocollari’ firmate dall’assessore che però, pur essendo citate, non sono allegate alla delibera (come del resto i curriculum delle persone selezionate, non ancora disponibili sul sito Internet di Roma Capitale)”.
A Santa Venerina, in provincia di Catania, un incidente ha visto coinvolto un sacerdote di 40 anni che, abbagliato dal sole, non avrebbe visto tre persone che stavano attraversando la strada mentre si recavano al cimitero del paese. La vettura ha così travolto una madre e il figlio mentre la terza persona, a sua volta figlia della donna, è rimasta illesa. L’anziana, una 84enne, è morta mentre l’uomo ha riportato delle ferite. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno offerto una prima ricostruzione dell’accaduto.
Era il 1963 e nell’ufficio di Longarone (Belluno) dell’allora notaio Isidoro Chiarelli si trovavano, per firmare un atto relativo all’acquisto di un terreno, i dirigenti della SADE, Società Adriatica Di Elettricità, proprietaria della diga del Vajont e l’Enel. Tra quelle quattro mura, le parole che il notaio udì furono più o meno queste: “Facciamolo il 9 ottobre, verso le 9-10 di sera, saranno tutti davanti alla tivù e non ci disturberanno, non se ne accorgeranno nemmeno. Avvisare la popolazione? Per carità. Non creiamo allarmismi. Abbiamo fatto le prove a Nove, le onde saranno alte al massimo 30 metri, non accadrà niente e comunque per quei quattro montanari in giro per i boschi non è il caso di preoccuparsi troppo”. Dopo di che, un avvertimento: “Lei ha un segreto professionale da rispettare, altrimenti se ne pentirà”. Sono passati 50 anni, l’onda raggiunse 300 metri d’altezza e travolse 1910 vite umane, distruggendo quello che incontrava lungo il suo percorso e devastando il paese di Longarone. Una strage che si pensava causata da una frana staccatasi dal monte Toc, di fronte ad Erto e Casso, e precipitata nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, provocando un’onda che scavalcò la diga e travolse il paese sottostante.
Ora, come spiega il Gazzettino, la figlia del notaio scomparso nel 2004, Francesca, racconta una verità che, all’epoca, aggiunge la sorella Silvia, docente universitaria a Padova, “costò alla famiglia l’isolamento dalla Belluno che conta. Ma nostro padre, anche se per quasi due anni non lavorò più, schivato da tutti, non smise mai di farsi testimone di quelle parole. Per questo ebbe molti problemi, pressioni e minacce. Il suo grande cruccio fu quello di non essere mai creduto, nemmeno nella sua veste ‘certificante’ di notaio”. L’onda, in quella tragica notte del 9 ottobre, arrivò alle 22.39, appena 39 minuti più tardi rispetto l’orario indicato dai dirigenti SADE. “La sera del disastro programmato mio padre ci fece stare pronti. Eravamo vestiti di tutto punto, pronti a scappare”. In paese, la maggior parte della popolozione era a casa, guardava la partita in televisione. Secondo la SADE, questa sarebbe stata la loro garanzia di tranquillità per eseguire la manovra di far scendere quella frana che pesava come un macigno sul valore dell’opera, destinata ad essere venduta all’Enel. Stando agli studi effettuati a Nove, l’onda doveva avere un’altezza di una trentina di metri: non avrebbe mai potuto provocare simili danni. Francesce di tutto questo ne parla ora, quasi 50 anni dopo, perchè “Mio padre ci provò in tutti i modi, ma non ebbe ascolto. Parlarne oggi, in cui l’attenzione mediatica è forte, per l’imminente cinquantesimo, non può che rendere onore al coraggio di nostro padre. E poi basta parlare di disgrazia: nostro padre lo chiamava eccidio”.
Attacca duro Marco Travaglio e l’editoriale post crisi parla del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Secondo Travaglio. Da qualche tempo Napolitano avrebbe intrapreso la strada del “monitus cum lacrimis”:
Da qualche tempo a questa parte, appena prende la parola, il che gli accade ormai di continuo, in una logorrea esternatoria senza soste, anche due volte al giorno, prima e dopo i pasti, il presidente della Repubblica piange. È una piccola variante sul solito copione: il monito con lacrima. A questo punto mancano soltanto le scuse al popolo italiano, unico abilitato a disperarsi per lo schifo al quale è stato condannato da istituzioni e politici irresponsabili. Cioè responsabili dello schifo. L’altro giorno, mentre Letta Nipote garantiva agli americani che il suo governo era stabile e coeso come non mai e B. raccoglieva le firme dei suoi 188 servi in Parlamento per minacciare di rovesciarlo, Napolitano definiva “inquietante” la pretesa del Caimano di condizionarlo per fargli sciogliere le Camere e interferire nei processi giudiziari. E lo dice a noi? Sono anni e anni che lui, non noi, corre in soccorso dell’Inquietante non appena è in difficoltà. Lo fece nel novembre 2010, quando Fini presentò la mozione di sfiducia al governo B. e lui ne fece rinviare il voto di un mese, dando il tempo all’Inquietante di comprarsi una trentina di deputati. Lo rifece nel novembre 2011, quando B. andò a dimettersi per mancanza di voti alla Camera, e lui gli risparmiò le elezioni anticipate, dando il tempo all’Inquietante di far dimenticare i suoi disastri quando i sondaggi lo davano al 10 per cento.
Lo rifece quest’anno, dopo la batosta elettorale di febbraio (6,5 milioni di voti persi in cinque anni): prima mandò all’aria ogni ipotesi di governo diverso dall’inciucio, tappando la bocca ai 5Stelle che chiedevano un premier fuori dai partiti; poi accettò la rielezione al Quirinale, sostenuta fin dal primo giorno proprio da B., quando ancora Bersani s’illudeva di liberarsi della sua tutela; infine impose le larghe intese, in barba alle promesse elettorali di Pd e Pdl, e nominò premier Letta Nipote che, come rivela Renzi nel suo libro, era stato scelto da B. prim’ancora che dal Pd. L’idea di consultare gli elettori gabbati per sapere che ne pensavano (come si appresta a fare l’Spd con un referendum fra i suoi elettori prima di andare a parlare con la Merkel), non sfiorò nessuno. Tanto i giornaloni di destra, centro e sinistra suonavano i violini e le trombette sulla “pacificazione” dopo “vent’anni di guerra civile”. E B., semplicemente, ci credette: convinto che Napolitano e Pd l’avrebbero salvato un’altra volta. Il Fatto titolò: “Napolitano nomina il nipote di Gianni Letta”. Apriti cielo. A Linea notte Pigi Battista tuonò contro quel titolo “totalmente insensato, eccentrico, bizzarro, non certo coraggioso” perché “non riconoscere che Enrico Letta sia una figura di spicco del Pd e scrivere che la sua unica caratteristica è essere nipote di Gianni Letta è una scemenza. Non vorrei che passasse l’idea che ci siano giornali, come il Corriere su cui scrivo, accomodanti e trombettieri, e altri che dicono la verità, sono coraggiosi, stanno all’opposizione”.
Ieri il coraggioso Corriere su cui scrive Battista pubblicava le foto di Enrico e Gianni Letta imbalsamati che sfrecciano sulle rispettive auto blu dopo l’incontro al vertice di venerdì, quando “a Palazzo Chigi arriva anche lo zio di Enrico, Gianni Letta. Incontri non risolutori, che preparano il colloquio delle 18 al Quirinale”. C’era da attendersi un puntuto commento del coraggioso Battista per sottolineare quanto fosse insensata, eccentrica, bizzarra questa simpatica riunione di famiglia fra il premier e lo zio, sprovvisto di qualunque carica pubblica, o elettiva, o partitico, che ne giustificasse la presenza a Palazzo Chigi. L’indomani Napolitano lacrimava alla Bocconi perché B. ha “smarrito il rispetto istituzionale”. Perché, quando mai in vent’anni l’ha avuto? Per smarrire qualcosa, bisognerebbe prima possederla.
Intanto il ministro Franceschini, in Consiglio dei ministri, si accapigliava con Alfano: “Voi volete solo salvare Berlusconi!”. Ma va? E quando l’ha scoperto? Infine ieri, mentre tutti parlavano di fine del governo e di “punto di non ritorno”, Napolitano dimostrava che il punto di non ritorno non esiste, la trattativa Stato-Mediaset è più che mai aperta: infatti chiedeva, eccezionalmente a ciglio asciutto, “l’indulto e l’amnistia”. Ma sì, abbondiamo. Così sparirebbero per incanto i processi Ruby-1 e Ruby-2, De Gregorio, Tarantini, Lavitola, la sentenza Mediaset e tutti i reati commessi da B. ma non ancora scoperti. I detenuti perbene dovrebbero dissociarsi e rifiutare di diventare gli scudi umani per B.&N., a protezione del sistema più marcio della storia. Essi sì avrebbero diritto a versare qualche lacrimuccia. Invece in Italia lacrimano solo i coccodrilli: chi è causa del nostro mal, piange al posto nostro.
Ancora tre anni e poi avrebbe potuto mettersi in pensione e accudire a tempo pieno la figlia, Sara, di 30 anni che da 12 in gravi condizioni di salute a causa di un tumore al cervello. Ma Silvana Righetto non potrà andare in pensione come aveva preventivato perché con la riforma previdenziale la sua pensione è slittata. Ora ci potrebbe andare fra 9 anni. Sicuramente Righetto che gestisce un’edicola insieme al marito a via Cirdi a Quinto di Treviso non è l’unica non è l’unica persona a cui la legge Fornero ha stravolto la vita, ma il suo caso è diventato emblematico proprio per l’esigenza della donna di occuparsi della figlia. La Usl di Treviso infatti garantisce solo 8 ore di assistenza a settimana, poi ono gli amici a dare una mano, ma la figlia continua a peggiorare e ha sempre più bisogno di assistenza. Così il marito lancia un appello: «A mia moglie basterebbe poter andare in pensione nel giro di qualche anno, ovviamente con un importo calcolato sui contributi versati – è l’appello lanciato da Flavio – sarà più basso di quello che potrebbe avere dopo, ma l’importante è riuscire a stare con Sara».
Ma per ora con la riforma pensionistica in corso non lo prevede. E nel frattempo il governo è caduto così le ipotesi che erano al vaglio, se tutto va bene, saranno rimodulate e ripresentate l’anno prossimo. Intanto la vita delle persone passa nell’immobilismo più totale.
I giovani non trovano lavoro, gli over 40 che lo possiedono (e sono già fortunati rispetto ai loro coetanei) sono discriminati. Lo rivela uno studio della Sda Bocconi. Ma la discriminazione da cosa nasce? Non ha nessuna base scientifica, ma è solo frutto di pregiudizio. Mentre i mass media si occupano di disoccupazione giovanile, di precari, di lavori sottopagati e di esodati, lontano dai riflettori gli over 40 ogni giorno vengono emarginati e discriminati. Secondo lo studio dell’Osservatorio Diversity Management Lab dell’Università Bocconi citato da Il Giornale. Le aziende:
“tendono a valorizzare molto poco i loro dipendenti che hanno superato quella soglia. Anzi, spesso li discriminano. Al netto degli scatti di carriera automatici, per esempio, i balzi in avanti, a parità di inquadramento, sono molto più frequenti tra chi non supera i 38 anni. I dipendenti fino a quell’età ricevono anche, in media, valutazioni di 14 punti percentuali superiori rispetto a quelle degli over 45. Superati i 40, invece, la parabola è discendente. L’ufficio del personale li considera quasi come un peso, restare così a lungo nella stessa realtà imprenditoriale, invecchiare dentro lo stesso ufficio è una nota di demerito. È finita l’epoca in cui si raccontava orgogliosi di aver vissuto«una vita al servizio dell’azienda »: oggi, complice un mondo del lavoro sempre più flessibile e dinamico, si tende a pensare che chi resta vita natural durante nello stesso posto lo fa perché non ha ricevuto offerte migliori.
La discriminazione, fa notare lo studio della Sda Bocconi, non si fonda su dati scientifici: non che ci fosse bisogno di un test per capirlo, ma su un campione di mille lavoratori non sono state rilevate significative differenze di efficienza tra 30enni e 45enni. Non c’è nessun declino cognitivo prima dei 60 anni, e in ogni caso questo non si manifesta con forme significative prima dei 74. Tradotto: chi ha qualche capello grigio possiede energia da vendere, e un bagaglio prezioso di esperienza da impiegare – magari trasmettendola ai nuovi arrivati”.
Insomma lo studio impietoso della Bocconi dimostra che un dipendente fedele all’azienda a poco a poco non diventa un simbolo, ma solo un peso. Non più una discriminazione sulla razza o sul sesso (che in alcune parti del nostro territorio continuano a esserci) ma soprattutto sull’età in nome di quel “giovanilismo” di cui ci si è fin troppo riempiti la bocca:
“lo conferma anche Giuseppe Zaffarano, presidente dell’associazione lavoro over 40: «C’è molta sfiducia nei confronti dei datori di lavoro,e delusione per prospettive di carriera non realizzate. La sensazione dominante è la paura per il futuro: in un momento in cui sono tante le aziende che vengono comprate da gruppi esteri, anche chi è assunto teme delocalizzazioni. E già dai 45 anni in poi gli uffici del personale, specie in questi tempi di magra, guardano al dipendente over 45 come a un futuro prepensionato, uno da far “scivolare“ fuori»”.
Tempi duri per la Repubblica basata sul lavoro tra disoccupazione e discriminazione, sembra proprio che il caposaldo della Costituzione italiana stia pian piano cedendo il passo.
Scricchiolava già prima della sfida contro il Napoli la panchina del tecnico rossoblù Fabio Liverani ed è bastata la doppietta di Pandev per farla saltare definitivamente. Il presidente Preziosi opta così per un ritorno al passato richiamando Giampiero Gasperini: l’ufficialità è attesa per le prossime ore. Ma il passo indietro riguarda anche lo staff dirigenziale: Capozucca, altro uomo della “vecchia guardia”, prenderà il posto di Delli Carri. E’ stato Carlo Landoni per TgCom a riferire che il presidente del Grifone ha lasciato lo stadio attorno alle 21.40 dopo un colloquio con Liverani il cui destino è praticamente segnato. Ma se Gasperini sembra il tecnico su cui puntare tutto, tanto che si parla addirittura di un accordo per un contratto di un anno con opzione sul secondo, non possono comunque essere ancora completamente escluse le piste Delneri e Juric.
La coppia 2.0 non è poi molto diversa dal pubblico ludibrio di una volta, solo che ora non avviene nel proprio paese, ma piuttosto a livello globale. Così Sonya Gore separata da due anni da suo marito, Ivan Lewis, ha deciso di perdonare il tradimento del marito solo se lui si fosse esposto pubblicamente su Facebook reggendo un cartello in mano con scritto: “Ho tradito mia moglie. E l’altra era anche brutta!!”. Ma le richieste di Sonya non si sono fermate qui, infatti per tornare con il consorte la donna ha chiesto anche che la pagina avesse almeno 10mila “I like” e alla fine è stata la stessa Sonya a dirsi stupita che in poco tempo il tetto dei “I like” è salito vertiginosamente, ora si è ben oltre gli 11mila. Chi lo ha cliccato? Soprattutto le donne che hanno trovato spiritoso il gesto umiliante di Ivan Lewis.
Non è sufficiente ricordare che chiunque, “per crudeltà o senza necessità, provoca la morte di un animale è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi”, nè basta mostrare le immagini dei cani che hanno trovato la morte a causa dei bocconi avvelenati. A Torre Boldone, in provincia di Bergamo, un cartello con il testo e le foto è stato esposto, ma questo non ha fermato il killer dei cani che è tornato a colpire. Accade da quattro anni, dal 2009, e già nove amici a quattro zampe hanno perso la vita a causa di queste trappole mortali. Il serial killer colpisce a settembre, disseminando nei parchi i bocconi assassini e il Comune ha preso le contromisure invitando i concittadini a riportare qualsiasi elemento possa aiutare a identificare “chi colpisce i nostri amati animali”. Già nel 2012, a seguito dell’ennesimo avvelenamento, in molti si erano rivolti al Comune, temendo per sè e per i propri cani e chiedendo di essere tutelata. Claudio Sessa, primo cittadino del paese, non aveva però accolto la richiesta che venissero piazzate delle telecamere di sicurezza in quanto la misura sarebbe inefficace in una zona tanto estesa e nel caso in cui il killer agisse di notte. Al Corriere della Sera ha dichiarato, riguardo l’ultimo caso, “Questo caso potrebbe non essere legato a quelli occorsi negli anni passati” ed ha rivolto un appello ai concittadini, invitandoli a collaborare con le autorità e optare per le nuove aree verdi, dove “passano di continuo gli operai del Comune: se l’erba è tagliata, è più semplice notare se ci sono bocconi a terra”.
L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv, ha registrato una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2.3 alle 5:34 nel distretto sismico dei Monti Reatini. Secondo i rilevamenti, il sisma ha avuto ipocentro a 9,7 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni di Accumoli, Amatrice e Cittareale, tutti in provincia di Rieti.
Tornado in Rcs e la casa editrice del Corriere della Sera rischi di finire inghiottita da uno scandalo di cui i confini ancora non si conoscono: Proprio sul Corriere della Sera si legge:
“Audit straordinario in arrivo per Rcs Sport. Lo ha comunicato ieri con una nota la capogruppo — Rcs Mediagroup, editore del Corriere della Sera — dopo alcune verifiche sulla controllata”
La controllata è Rcs Sport, infatti e nel comunicato, si sottolinea il Corriere,
“non entra nei dettagli, ma sarebbero state riscontrate irregolarità nei rapporti tra Rcs Sport e alcune associazioni sportive collegate (con cui Rcs Sport lavora per l’organizzazione di eventi), non consolidate però nel gruppo. Il consiglio di amministrazione di Rcs Sport ha incaricato una società di revisione di «svolgere gli opportuni ulteriori approfondimenti» sulla «natura di alcune transazioni bancarie» tra Rcs Sport e le associazioni in questione”.
Le ipotesi sono che:
“potrebbero essersi verificati ammanchi di cassa o potrebbero essere stati registrati crediti in realtà inesigibili. L’obiettivo del gruppo, dopo l’individuazione di queste presunte irregolarità, è valutare gli eventuali danni subiti”.
E che, secondo tali sospetti:
“Qualcuno all’interno della controllata di Rcs avrebbe utilizzato alcune transazioni finanziarie tra la società e le associazioni sportive per creare fondi da cui sarebbero poi stati sottratti i soldi”.
Il comunicato riferisce che
“nei giorni scorsi Laura Bertinotti, responsabile amministrativo di Rcs Sport, ha rassegnato le dimissioni. Gli eventi sportivi che girano intorno a Rcs Sport sono diversi: solo alcuni, a quanto sembra, potrebbero essere toccati dalla vicenda. E tra questi non ci sarebbe il Giro d’Italia. Sempre ieri, Rcs Mediagroup ha comunicato la nomina di Riccardo Taranto — direttore finanziario del gruppo dallo scorso febbraio — ad amministratore delegato di Rcs Sport”.
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