Carlitos Tevez fa mobilitare l’Argentina: i tifosi lo reclamano!

Carlos Tevez-argentina-tuttacronacaLa nazionale Argentina si prepara all’amichevole contro la Romania e il Ct Alejandro Sabella non ha convocato Carlos Tevez. L’attaccante bianconero non indossa la maglia della seleccion dal 2011, a causa di non precisati contrasti con il mister, nonostante sia l’attaccante più amato del Paese sudamericano. Per questo motivo i sostenitori dell’Apache hanno deciso di non limitarsi alle lamentele ma di passare all’azione. Sabato, alle 18.30, si terrà una manifestazione pacifica a Buenos Aires, in Piazza della Repubblica, proprio per acclamare il loro beniamino. Lo slogan, del resto, è chiaro: ‘Todos al Obelisco. Tevez a la Seleccion’ è lo slogan deciso dagli organizzatori. La richiesta? Semplice: El Apache deve indossare la maglia biancoceleste ai Mondiali in Brasile.

Amore, salsicce e asado!

tevez-asado-tuttacronacaCarlitos Tevez ancora una volta ha portato un po’ di Argentina in Italia. Siamo abituati alle sue esultanze dopo un gol segnato con le dediche ai quartieri di Buenos Aires, ma questa volta si parla di cucina. L’occasione era il compleanno della moglie Vanesa, compagna di una vita da quando erano ragazzi, e l’attaccante l’ha festeggiato alla maniera porteña: con salsicce e asado, rigorosamente alla brace. Non poteva, ovviamente vista l’era 2.0, mancare un cinguettio: “Felice compleanno amore della mia vita! Grazie per stare sempre al mio fianco. Ti amo, bella”, ha scritto l’attaccante bianconero.

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Tevez va shopping natalizio a Milano… in maglietta!

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L’attaccante della Juventus Carlos Tevez, si concede un po’ di shopping in centro a Milano in compagnia di alcuni amici. Tevez, come mostrano le immagini, è vestito piuttosto leggero, con solo una maglia, anzi una maglietta a maniche lunghe, mentre gli amici indossano giubbotti pesanti. Chi sa che comprerà? Magari deciderà che è ora di passare a un giubbotto?

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Tevez dal Papa e poi l’attaccante twitta “speciale e umile”

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L’attaccante della Juventus, Carlos Tevez è stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco a Roma. L’Apache ha postato sul suo profilo Twitter una foto che lo ritrae al fianco di Papa Bergoglio, in compagnia della sua famiglia. “Grazie santo padre per aver ricevuto la mia famiglia. E’ un orgoglio che sia argentino, e che sia così speciale e umile”, ha scritto Tevez su Twitter.

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Carlitos Tevez: il grande gol, l’esultanza dei tifosi e la nuova dedica ai barrios

tevez-lamaciel-tuttacronacaCarlitos Tevez ha siglato ieri a Genova la seconda rete dell’incontro, dopo il rigore realizzato da Vidal, traghettando i bianconeri verso la vittoria.

E mentre la curva esultava, El Apache esultava nel modo che abbiamo imparato a conoscere: mostrando la maglia con una scritta. Le dediche dell’argentino della Juve, infatti, guardano sempre alla sua terra natale e, più precisamente, ai quartieri poveri e degradati della capitale. La Maciel, o Isla Maciel, è un barrio che si trova nel partido de Avellaneda, ma non si tratta di un’isola: è separato da Buenos Aires da un torrente e dal distretto di Avellaneda da una larga strada, creando così l’effetto di isolamento e, soprattutto, emarginazione dei suoi abitanti. Il vicino fiume Maciel prende a sua volta il nome da un politico che nella prima metà del diciannovesimo secolo venne isolato dal barrio di Santa Fé e diventò il proprietario della “Isla”.

E’ CanaleJuve a spiegarci che “la Maciel ospita sin dalla fine dell’800 un gran numero di immigrati – anche italiani. Ferrovie, treni merci, baraccopoli molto antiche, qualche casa di legno e metallo e tanta povertà. La principale fonte di guadagno del luogo (oltre alle industrie) sono stati per molti anni i bordelli che hanno accolto i marinai europei. Una zona completamente ai margini di tutto, in cui non trova spazio nemmeno la morale cristiana; gli unici stranieri ad essere risparmiati dai delinquenti del luogo erano proprio i clienti delle prostitute. Diecimila abitanti spesso coinvolti in regolamenti di conti tra bande rivali; niente luce, acqua né gas. Qualche mensa, alcune scuole e soprattutto il Club Atlétíco San Telmo: una squadra che è l’orgoglio della gente. Nato nel 1904 in un altro barrio, il San Telmo dovette spostarsi a la Maciel nel 1926; qui vennero costruiti tutto il suo quartier generale e (soprattutto) “La Fortaleza”, quello che oggi è considerato lo stadio più pericoloso di tutta l’Argentina. Nel 2006 diventò teatro di uno dei più grandi massacri che il calcio ricordi, quando gli ospiti del Talleres vennero uccisi negli scontri con i tifosi di casa. Un episodio, nemmeno tanto isolato, che portò a cinque anni di chiusura forzata dell’impianto, con il San Telmo costretto a disputare le sue gare lontano dalla sua gente. Storie di periferia e di calcio, di follia e di violenza dove il pallone e la squadra del quartiere sono le vere divinità di tutti. I bar, i chioschi e i negozi vengono mandati avanti da persone del luogo, perché nessuno si sognerebbe di cercare fortuna proprio lì, dove sparatorie e rapine sono all’ordine del giorno. La gente del posto sostiene che la paura c’è tanto a la Maciel quanto in un qualsiasi altro barrio, dall’esterno parlano di nuove bande che cercano rifugio in questa realtà dimenticata da Dio per iniziare nuove guerre interne, coinvolgendo anche i più giovani. Una cornice di droga e delinquenza in cui c’è anche chi non perde la speranza e crede che la situazione possa cambiare: attendendo la costruzione del nuovo ponte “Nicolás Avellaneda” e della nuova strada di fianco al torrente Riachuelo si attendono e si sognano nuove aperture ai turisti provenienti dai vicini quartieri più famosi, per abbattere il muro di isolamento che da sempre accompagna questo e molti barrios argentini.”

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Il gol capolavoro di Tevez dedicato a Ciudad Oculta, il quartiere amato dal Papa

ciudad-oculta-tuttacronacaHa segnato il gol del pareggio Carlos Tevez, durante il match contro il Verona allo Juventus Stadium. Un gol capolavoro che lui ha dedicato a “Ciudad Oculta”. “Città nascosta” è uno dei quartieri più poveri di Buenos Aires, chiamato così a causa del muro che il governo argentino costrì nel 1978, in occasione del Mondiale, al fine di occultare agli occhi dei turisti la miseria di quel luogo. Anche Papa Francesco, quando era ancora cardinale, si era occupato di quella zona. Ha infatti denunciato le pressioni dei narcotrafficanti nei confronti dei sacerdoti che operavano in quella e in altre Villas, i quartieri popolari dei Buenos Aires. Proprio di questo il futuro pontefice parlava nel 2009, durante un’intervista rilasciata al mensile 30 giorni:

Perché ha scelto di far sapere a tutti che un suo sacerdote era stato minacciato dai trafficanti di droga?

La decisione è stata presa in preghiera. Ho sentito che questo era un problema di tutta la Chiesa locale. E tutti i fedeli dovevano saperlo. Ne ho accennato durante un’omelia nella messa celebrata per gli operatori delle scuole e delle attività educative, dove avevo parlato anche dei pericoli dei giovani d’oggi, come la droga. Alla fine, ho solo aggiunto che un prete era stato minacciato, senza dire neanche il nome.

Chi ha avuto la fortuna di incontrare padre Pepe e i preti [il sacerdote minacciato, n.d.r.] che lavorano con lui sa che sono anche prudenti e realisti. Non recitano la parte dei “preti di frontiera”, o dei “professionisti dell’“antidroga”. Cosa è cambiato? Perché li hanno minacciati?

Loro lavorano. Non attaccano nessuno. Chi ha detto che la droga è un pericolo, non solo nelle favelas, ma in tutta la città, sono stato io, durante quella messa. Ho detto ai genitori: guardate cosa fanno i vostri figli, curatevi di loro, perché la droga arriva dappertutto, arriva alla porta delle scuole. Loro, i sacerdoti delle villas, lavorano anche nella prevenzione delle tossicodipendenze e nel reinserimento sociale dei ragazzi drogati. Un mese fa avevano steso un documento propositivo e costruttivo sulla impressionante crescita del traffico di droga. Quelli di Villa 21 hanno aperto di recente tre case di ricovero per i ragazzi drogati. Si vede che tutto questo non è piaciuto ai trafficanti. Qualcuno deve essersi innervosito.

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Spettacolo Honda… e i rossoneri sognano a distanza!

honda_milan-tuttacronacaHonda quand’è in campo non pensa al mercato, si concentra solo sul momento presente. E l’ha dimostrato ieri con un gol su punizione in casa della Lokomotiv. Una rete fantastica che manda in visibilio i tifosi rossoneri che si augurano il giocatore possa arrivare a Milano, soprattutto ora che, stando all’esperto di mercato Raimondi, il Cska ha trovato il sostituto del giapponese: è Joazinho, 24enne centrocampista brasiliano del Krasnodar. Ma le parole del presidente della squadra russa raffreddano gli animi: “Abbiamo avuto offerte migliori rispetto a quelle dei rossoneri. Più interessanti e redditizie. In Italia devono capire che non siamo sprovveduti. Honda oggi è un giocatore del CSKA e ha un contratto con noi”.

Milan: si entra nel vivo della trattativa per Honda mentre continua il ritiro

milan-honda-tuttacronacaProsegue la trattativa Milan-Cska per Honda e si sta entrando in una fase tattica. Dalla Russia mettono in chiaro di non aver intenzione di svendere il fantasista giapponese, nonostante il contratto in scadenza a dicembre. “Se il Milan ha davvero bisogno del calciatore, dovrà fare certe cose – dice il dg del club moscovita, Roman Babaev – la permanenza di Honda dipende da come si comporterà il Milan. Rispettiamo il desiderio di Keisuke di giocare in una grande squadra, ma ci sono alcune regole del gioco. E’ nei suoi diritti aver scelto il Milan. Se riceveremo un’offerta che ci soddisferà, non porremo ostacoli. Altrimenti Honda rimarrà con noi fino al 31 dicembre e poi se ne andrà via gratis. Ma nel frattempo giocherà per il bene della nostra squadra”. E se il Cska non richiede più i 7 mln del mese scorso, non è comunque intenzionato a scendere sotto i 4, come desidererebbero i rossoneri. Con Honda l’accordo di massima, del resto, è già stato raggiunto: un quadriennale da 2,5 milioni a stagione a salire. I russi dichiarano: “Abbiamo riscontrato interesse per Honda da parte di club inglesi e anche di altre società italiane”. Ma il Milan sarebbe l’unica squadra in grado di realizzare il suo sogno di disputare la Champions League mentre altre squadre italiane al vertice non sembrano intenzionate ad acquistarlo.

Nel frattempo, a Milanello, continua il ritiro della squadra in attesa dei rinforzi e del ritorno dei Nazionali. Allegri sta facendo svolgere la sua nuova preparazione atletica basata sulla brillantezza e su carichi meno pesanti per avere la squadra subito reattiva per il playoff di Champions League.

L’erede di Del Piero? A Tevez la maglia numero 10

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Hanno proposto la maglia numero 10, quella che fu del capitano Alex Del Piero, a Carlitos Tevez, arrivato oggi in casa juventina e che ha esordito con un “Sono contento di essere qui. La Juventus mi ha voluto più del Milan”. L’affetto dei tifosi l’ha travolto fin da subito, appena atterrato a Malpensa, poi è stato il momento delle alte sfere, con il presidente Agnelli e l’intero staff dirigenziale ad attenderlo a Torino, mentre i supporter, grazie al tam tam mediatico, si sono radunati davanti alla sede di corso Galileo Ferraris che hanno potuto assistere al classico saluto dal bancone.


L’incontro con Antonio Conte, con tutta probabilità, avverrà domani, quando il giocatore sarà impegnato, in gran parte alla clinica Fornaca, negli esami medici di rito. I tifosi hanno due motivi per festeggiare: aver battuto il rivale Milan, che godeva di una corsia preferenziale nell’acquisizione, e la certezza che la squadra ora si sia notevolmente rinforzata, una prospettiva che infonde fiducia anche in vista della prossima Champions. La maglia che ora indosserà l’argentino sicuramente dimostra il carico di aspettative che vengono riposte in lui: eredita infatti il numero di Pinturicchio, diverso da lui calcisticamente ma dotato della stessa classe.

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La Juve a un passo da Tevez: manca solo l’ufficialità!

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Ultime battute e poi Carlitos Tevez dovrebbe entrare definitivamente nelle fila bianconere: manca solo l’ufficialità. Raggiunto oggi l’accordo con il Manchester City, che incasserà 9 milioni di euro più 3 di bonus facilmente raggiungibili. Alla fine il club bianconero ce l’ha fatta: ha battuto il Milan e portato a casa il suo top player. Già in mattinata erano arrivati dei segnali positivi, con Tevez che ha risolto alcune pendenze con i Blues permettendo a Marotta e Paratici di precipitarsi a Londra in anticipo rispetto alla data preventivata. Ad attenderli Ferran Soriano, CEO del Manchester City, con il quale la trattativa si è prolungata per tutto il giorno.  Alle 18.30 le prime notizie, arrivate dal sito del quotidiano argentino Olè, a cui ha fatto seguito la fumata bianca. Galliani non ce l’ha fatta, perchè non riesce a vendere Boateng Robinho e quindi ad avere la cifra sufficiente, e così Tevez firmerà un contratto triennale a 5/5,5 milioni a stagione. Ma la Juve potrebbe non accontentarsi e mirare a un altro attaccante, prferibilmente Jovetic che al momento è preferito a Higuain. Durante il summit di Londra sarebbero state buttate inoltre altre basi per arrivare a Kolarov. Ma al momento la priorità sarà quella di far ancora cassa.

Il piano B del Milan: Galliani punterà a Keisuke Honda?

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Studia un piano B il Milan, anche se Carlitos Tevez continua a rimanere l’obiettivo numero uno di Galliani. Spunta quindi il nome di Keisuke Honda, attaccante giapponese in forza al Cska Mosca come alternativa all’Apache del Manchester che anche la Juventus vuole portare a casa. Ma uno escluderebbe l’altro, visto che entrambi sono extracomunitari e i rossoneri possono tesserarne solo uno. Di positivo, il nipponico ha dalla sua che rappresenta un affare low cost: è in scadenza il 31 dicembre con il club russo e potrebbe portare molti sponsor dal Sol Levante. Rappresenterebbe quindi un colpo importante, anche per le casse societarie. Il giapponese, in passato, è stato accostato più volte ai rossoneri e ora il passaggio potrebbe diventare realtà. Anche Zaccheroni, ct della nazionale giapponese che questa settimana abbiamo visto schierata contro gli Azzurri, ha dato il benestare all’affare con referenze positive a Galliani. Ma si attende ancora l’evolversi della situazione Tevez: la sua perdita è condizione base per arrivare al trequartista nipponico. La trattativa con il Cska Mosca non dovrebbe, comunque, rappresentare un problema: data la scadenza del contratto i russi si potrebbero accontentare di un somma minima per non vederlo poi partire a parametro zero a fine anno.

La Juve e il blitz per Tevez: bianconeri all’assalto!

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L’ad bianconero, Beppe Marotta, è pronto per un blitz a Manchester. Obiettivo: aggiudicarsi Carlitos Tevez con un’offerta da 10 milioni prima che il Milan, ancora impantanato nella cessione di Robinho, riesca a muoversi. Galliani ha frenato: “Senza cessioni è difficile…” e per questo la Juventus vuole chiudere in fretta l’affare. A questo punto, la decisione spetta al club inglese mentre Marotta ha dichiarato di non aver intenzione di partecipare ad aste per l’Apache: meglio tentare la strada dell’offerta definita: mettere fretta a Soriano e Beguiristain prima che il Milan possa tornare in campo. Ma la società inglese avrebbe, al contrario, tutto l’interesse a tenere in gioco i rossoneri, per strappare un’offerta più sostanziosa e gran fetta nell’accettare l’offerta juventina non ci sarebbe. Senza contare che il City avrebbe concesso da tempo una sorta di prelazione sulla parola a Galliani che, vendendo Robinho, alzerebbe l’offerta per il cartellino fino a 12 milioni, forte di un accordo già trovato con Tevez.
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