Loris Mazzorato il sindaco che cerca lavoro come magazziniere

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Dopo una settimana di incertezza il comune di Resana in provincia di Treviso è stato commissariato. Il sindaco Loris Mazzorato con la sua partecipazione al requiem per Erich Priebke a Paese, aveva creato una crisi nella maggioranza con l’indignazione dei suoi sostenitori e con le dimissioni di dodici consiglieri su diciassette che  si erano dimessi. In quell’occasione il sindaco poi aveva equiparato  i sindaci ai nazisti in quanto costretti a commettere crimini contro i cittadini. Affermazioni forti che hanno portato poi alle dimissioni del sindaco stesso.

«Se avessi fatto un passo indietro con la mia maggioranza – afferma Mazzorato – quasi certamente avrei avuto ancora il mio lavoro da sindaco fino al prossimo anno e poi probabilmente ancora. Invece non ho messo l’interesse economico davanti ai miei ideali. E sono contento così». Ma che genere di lavoro andrà a fare? Anche durante l’incontro di un paio di settimane fa in cui aveva incontrato la popolazione aveva detto pubblicamente che se qualcuno sapeva indicargli qualcosa gliene sarebbe stato grato. «Ho 49 anni e cerco lavoro come chiunque altro. Al momento mi va bene qualsiasi cosa, anche lavori manuali: magazziniere, addetto alle pulizie, credo che tutti i lavori abbiano pari dignità». Ma la politica? «Con la politica ho chiuso. Sono già 15 anni che faccio parte di questo mondo e ora è giunto veramente il momento di dire basta. Quello che ho fatto è servito ai cittadini per capire che si può cambiare. Purtroppo uno da solo non può cambiare il mondo, spero che ora siano proprio i cittadini a darsi da fare».

I nostri 7 giorni: a volte ci vorrebbe un po’ di zucchero…

7giorni-tuttacronacaLa verità è che ogni tanto ci vorrebbe un po’ di zucchero. Come cantava Mary Poppins. Per mandare giù la pillola. Perchè di amare ce ne sono state molte questa settimana. Tra quelle che hanno più colpito, la deriva razzista in Facebook, con gli insulti alla Kyenge. Perchè se è vero (e giusto) che ognuno abbia una propria opinione e se gli italiani che si vedono ogni giorno più messi alle strette e strozzati da crisi, tasse e aumento dell’Iva hanno il giusto diritto di chiedere che i politici pensino a loro, è anche vero che a volte, semplicemente, rabbia e frustrazione fanno sbagliare la scelta dei vocaboli. E’ così sottile il confine tra ragione e torto… Del resto non tutti hanno la possibilità di fare come Crozza e mandare le risposte agli attacchi via Rai. Il fatto è che a volte le cose si possono dire anche pacatamente, come ha dimostrato Michelle Bonev ospite di Santoro: in fin dei conti quando cade una bomba non fa molto rumore, la detonazione arriva dopo. E infatti la reazione è stata quella di generare panico e attacchi. Sicuramente, ha fatto molto discutere. Anche se il più discusso della settimana, non c’è dubbio, è stato SuperMario. Non il suo periodo migliore, prima l’infortunio, poi l’influenza, quindi quel prendersela con i giornalisti e rispondere per le rime a chi lo chiama “simbolo anticamorra”. Non c’è uscito bene con la sua irruenza e forse non è neanche più possibile cercare una giustificazione nell’età: perchè a 23 anni non sei un bambino e la vita ti dovrebbe già aver insegnato tante cose. E quello che non si prova sulla propria pelle lo si conosce tramite i media. Ma la palla gira. E Balo resta sempre nel cuore dei tifosi. Che gli perdonano tutto. In cambio di un gol. Chi non trova perdono è Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine: ora sembra si sia trovato un posto per la sua salma, ma quante discussioni si sono succedute in questa settimana, con tanto di assalto al feretro. Perchè 335 vite sono molte, sono troppe. E tuttavia sono solo il culmine: perchè in fin dei conti se l’ex generale si era macchiato di un crimine che definire orribile è poco, in lui si vedeva anche il sistema in cui era immesso. E soprattutto questa settimana, con il 70° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma, la memoria fa ancora urlare di dolore. Quelle ferite, quei numeri sulle braccia, non andranno via. C’è da sperare che non tornino. Che il domani sia un po’ più dolce, appunto. E che ci sia sempre un fiore per non dimenticare.

7giorniFiori in vista però sembra non ce ne siano per il popolo italiano: arriva la nuova Legge di Stabilità e sono le spine quelle che saltano all’occhio, con troppe domande inevase. E ovviamente, nuovi scontri, recriminazioni, critiche. Potranno aver da poco votato la fiducia, ma quello che è sempre più palese è che ormai è il popolo a non averne più. Monti si è dimesso da presidente di Scelta Civica (e ha dato il via libera agli attacchi e ai giudizi negativi), Fassina ha minacciato a sua volta di lasciare la sua poltrona. Chi davvero si è alzato è stato sono stati gli italiani, scesi a Roma per manifestare contro quello che non va. Si è riusciti ad evitare il peggio, ma il livello di pericolo era alto. Del resto, quando basta connettersi in un social network per rendersi conto di quanta furia respiriamo ogni giorno, non ci si può attendere molto di diverso. Quello che è difficilmente comprensibile è perchè si voglia distruggere anche quello che resta di positivo: come lo skatepark di Ostia. Sembra quasi che non si voglia più nulla di bello. Meglio poter prendersela con qualcosa o qualcuno. Fosse anche una squadra di calcio che fallisce l’ennesimo obbiettivo: giocatori della Lazio a piedi e la testa di Petkovic che cade. Siamo davvero diventati così cinici? In fin dei conti no. Tant’è che ancora ci appassioniamo, ci preoccupiamo, abbiamo abbastanza buonumore per pensare anche ad Halloween e a far fotomontaggi che strappano sorrisi. Questa settimana ci siamo preoccupati per la salute di Battistuta (forse per nulla, ma significa che la memoria l’abbiamo anche per i nostri campioni) e abbiamo dato il bentornato a Maradona. Ma ci siamo concessi anche un po’ di svago con il gossip: perchè ogni tanto la nostra mente dev’essere come una casa in grado di prendere il volo. E portarci ovunque vogliamo. Magari in un luogo dove, tra le altre cose, ci sia anche un po’ di dolcezza…

GOOD NIGH, AND GOOD LUCK!

Priebke ha rischiato di far la fine di Bin Laden?

priebke-avvocato-tuttacronacaSpara le ultime cartucce di quella che sembra una storia che ormai tutti vorrebbero vedere conclusa ma che l’avvocato dell’ex generale nazista Priebke tenta di mantenere alla ribalta ogni giorno. Appena ieri aveva detto che il luogo scelto per la sepoltura del boia delle Fosse Ardeatine sarebbe rimasto segreto, ma già ha fatto intendere che prima o poi il silenzio cadrà. “La Comunità ebraica voleva fargli fare la fine di Bin Laden, con le ceneri disperse in mare, per non creare un luogo di pellegrinaggio. Invece chi vorrà potrà rendere omaggio a una figura diventata simbolo di dignità, libertà e sopportazione umana”. Ha quindi aggiunto: “Non ci siamo fatti mettere i piedi in testa né dalle autorità, né dalla comunità ebraica. La famiglia di Priebke ha avuto quel che le spettava, il rispetto della salma che anche nei Paesi incivili è garantito, e il diritto alla pratica religiosa. Abbiamo ottenuto quel che volevamo. dopo una settimana di tentativi di prevaricazione”. E ancora: “Non dirò quando la salma lascerà Pratica di Mare né dove andrà perché sono vincolato dal segreto professionale. La famiglia e la prefettura mi hanno chiesto il massimo riserbo”. Da parte sua Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana, ad Aushwitz in occasione di un Viaggio della Memoria, commenta: “Non ci siamo mai opposti alla sepoltura di Erich Priebke, purché non avvenisse sul suolo italiano e non diventasse un luogo di pellegrinaggio. E non permetteremo che lo diventi”. E sottolineaz: “Giachini contraddice le sue dichiarazioni precedenti sul fatto di conservare il segreto a proposito del luogo della tomba”. Ma “Noi non staremo al suo gioco, lo sappia”. Per quel che riguarda il paragone con Bin Laden:  “non esiste. Le ceneri le abbiamo viste oggi qui ad Auschwitz e sono quelle di milioni di ebrei, tra cui un milione e mezzo di bambini, mandati a morire dall’ideologia del signor Priebke”. Ma di questi continui scambi di battute sembrano ormai essersi stancati i figli di Priebke, che in una lettera al Prefetto di Roma, Pecoraro, scrivono: “C’è stato un accanimento anche da parte della gente contro nostro padre: ora cali il silenzio”.

Il sindaco che si sente come Priebke: “sono un boia anch’io”

funerali-priebke-resana-tuttacronacaIeri sera a Resana, in provincia di Treviso, don Floriano Abrahamowicz, ha tenuto una messa “per il riposo dell’anima” dell’ex ufficiale delle SS. Era stato lo stesso sacerdote lefebvriano ad annunciare la celebrazione, che si è tenuta nella cappelletta che il religioso ha ricavato nella taverna della sua abitazione di via Nenni, ribattezzandola domus Marcel Lefebvre. Presente, assieme a una trentina di fedeli, anche Loris Mazzorato, sindaco del paese veneto. E proprio il primo cittadino ha affermato: “Priebke è stato il boia delle Fosse Ardeatine. Io sono il boia dei miei cittadini”. Sfoggiando una t-shirt con la scritta “Crimini di stato” e le immagini di Letta e Monti, Mazzorato ha spiegato: “Sono qui perché anch’io, come Priebke, sono costretto a obbedire a degli ordini, alle leggi sbagliate che lo Stato mi impone, pena denunce penali. In cassa ho 4 milioni congelati dal Patto di stabilità. Ma sono obbligato ad aumentare le tasse. Obbedendo a questi ordini anch’io mi macchierò di crimini, alla stregua di altri”. E riguardo il fatto che alle Fosse Ardeatine si sono contati 335 morti: “E io forse non finisco per favorire i suicidi? Aumentando le tasse lascio famiglie nella disperazione e giovani senza speranza”. La storia di Priebke, in tutto questo serve unicamente come pietra di paragone: “Io sono qui a rappresentare il mio Comune per difendere i miei cittadini, non per rendere onore a Priebke”, ha concluso il sindaco.

Fine della telenovela? Trovata una collocazione per la tomba di Priebke

tomba-priebke-tuttacronacaPaolo Giachini, legale dell’ex SS Erich Priebke ha spiegato che “La storia si è risolta”. Come per dire che si è “trovato un accordo con le autorità” sul destino della salma dell’ex capitano nazista, anche se non ha intenzione di rendere noto il luogo prescelto. L’avvocato ha poi ricordato che due erano le ipotesi, in Italia o in Germania, e tra queste “si è trovata una soluzione”, che lui definisce “soddisfacente”. Voci diverse giungono però dalla Germania, dove l’ambiasciata ha fatto sapere: “Per quanto ci riguarda finora, nella giornata di oggi, non abbiamo avuto nessuna telefonata da parte del legale della famiglia di Priebke e non è arrivata nessuna richiesta”. Giachini ha spiegato: “Noi volevamo una soluzione che riuscisse a risolvere le problematiche spirituali-religiose e che non fosse degradante per il ricordo di amici e parenti di Priebke”. E ancora: “Avevamo escluso la cremazione senza un rito religioso e dunque volevamo una sepoltura dignitosa”. Il boia delle Fosse Ardeatine “verrà sepolto in un posto che non rivelo perchè questo è un paese dove circolano non solo personaggi che vilipendono le salme con il pensiero e le parole, ma addirittura delinquenti che aggrediscono le salme”. Infine conclude: “La buona novella è che siamo soddisfatti perché abbiamo ottenuto il rispetto della salma e dei sentimenti dei parenti e degli amici”.

Berlino su Priebke: “speriamo che i suoi resti trovino pace”

priebke-ss-tuttacronacaSi continua a parlare della salma di Erich Priebke e mentre ci si interroga su dove verrà portata il portavoce del ministero degli Esteri, Martin Schaefer, dichiara che Berlino “non è a conoscenza” di presunte richieste di un trasferimento. Il portavoce del cancelliere Angela Merkel, Steffen Seibert, da parte sua ha fatto notare che “il suo nome è legato a orrendi crimini, ma ora è morto e speriamo che i suoi resti trovino pace”.

Diffuso il videotestamento di Erich Priebke

videotestamento-priebke-tuttacronacaNonostante Giachini, legale di Priebke, dichiari che “Non è vero che Erich Priebke non si è pentito”, e aggiunga: “Priebke ha incontrato, in forma privata, i familiari di alcuni caduti delle Fosse Ardeatine”, nell’intervista-testamento dell’ex gerarca nazista, condannato all’ergastolo per l’eccidio del 1944, non lo si sente rinnegare il passato. Nel filmato, ora reso pubblico, l’SS giustifica la strage delle Fosse Ardeatine, quando vennero uccise 335 persone, spiegando che “Il Gap, i comunisti italiani, fecero l’attentato contro una compagnia della polizia tedesca, erano uomini dell’Alto Adige, dunque italiani. Sapevano che dopo l’attentato viene la rappresaglia”. Il fatto a cui si riferisce è l’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944, quando a Roma i partigiani attaccarono un reparto delle truppe tedesche, provocando la morte di 33 soldati nazisti. Secondo quanto dice Priebke, gli artefici dell’aggressione sapevano perfettamente quali sarebbero state le conseguenze della loro azione. Precisa l’ex ufficiale: “Kesserling (un generale tedesco) aveva messo l’avviso che la rappresaglia seguiva gli attentati. Loro fecero ciò a proposito perché pensavano che la rappresaglia poteva provocare una rivoluzione della popolazione”. E ancora continua: “L’esecuzione fu terribile ma impossibile dire no”. E prosegue: “Schutz, l’organizzatore della rappresaglia, disse: ‘E’ un ordine di Hitler, chi non lo vuole fare è meglio si metta dalla parte delle vittime e verrà fucilato'”.

E’ giallo sulla salma di Priebke: ancora a Pratica di Mare?

bara-funerali-priebke-abano-laziale-tuttacronacaSe prima era giunta la notizia che la bara dell’ex ufficiale nazista Priebke era stata trasferita in un luogo segreto dall’aeroporto di Pratica di Mare, dove era stata trasportata dopo i tumulti in occasione dei funerali annullati ad Albano Laziale, ora arriva la smentita e il feretro si troverebbe ancora in un hangar. Paolo Giacchini, legale del boia delle Fosse Ardeatine, non ha mancato di lanciare un nuovo attacco, affermando che la salma “è stata sequestrata: i familiari intendono denunciare questo fatto, ma soprattutto vogliono sapere dove è e che venga loro restituita”. L’avvocato ha anche spiegato che il figlio di Priebke gli ha rinnovato il mandato chiedendogli di rivolgersi alle autorità per avere certezze sul feretro.

Destinazione ignota per la salma di Priebke: e i figli negano la cremazione

erich-priebke-tuttacronacaEra stata trasportata dalla polizia all’aeroporto militare di Pratica di Mare, la salma dell’ex generale nazista Erich Priebke dopo che i funerali ad Albano Laziale erano stati sospesi. Il furgone, all’uscita dall’istituto religioso dei lefbreviani, è stato fatto oggetto di una fitta sassaiola e preso a calci riportando danni al parabrezza. Al passaggio, secondo quanto si apprende, sarebbe anche stata lanciata una bomba carta. Ieri sera, però, il feretro è stato portato via per una destinazione ignota. Sulla vicenda della sepoltura dell’ex SS, fonti di governo riferiscono che “si sta lavorando a 360 gradi per dare soluzione al problema, in un contesto tecnico-giuridico estremamente complesso”. Nel frattempo la situazione sembra destinata a complicarsi, dopo che anche la Germania ha detto no alla sepoltura: ci sarebbero infatti anche i figli del boia delle Fosse Ardeatine a rallentare la soluzione. Dall’Argentina e da New York dove vivono, Jorge e Ingo sembra siano categorici su alcune condizioni dettate per il funerale e la sepoltura del loro genitore. La conferma arriva da Palazzo Chigi, da dove fanno sapere: “Sono scarsamente collaborativi”. Attraverso i canali diplomatici, fanno infatti sapere che escludono la cremazione. A spiegare meglio il loro punto di vista è Giachini, l’avvocato che continua ad assisterli nonostante la remissione del mandato avvenuta due giorni fa, “Quello che non accettano è di fare cremare il corpo del loro parente senza che venga celebrato prima il funerale. Perché il funerale non è mai stato fatto, l’ho bloccato io, in quanto quello che si voleva fare non era conforme con le disposizioni che mi erano state date”. Del resto lo stesso legale aveva rigettato la soluzione offertagli dal prefetto Pecoraro: cerimonia protetta e riservata, magari una benedizione della bara nella cappella del policlinico Gemelli dove il corpo era stato portato per la constatazione della morte. Ma “La famiglia mi ha chiesto che si faccia un regolare funerale”, aveva chiosato il legale. Insomma, continuano ad arrivare paletti con i figli che, pur avendo lasciato intendere di non voler farsi carico delle spese, non facilitano una soluzione.

Non lo vuole nessuno: la Germania dice no a Priebke

priebke-tuttacronacaSi trova a Pratica di Mare la salma di Priebke e ci s’inizia seriamente a interrogare su quanto a lungo continuerà tutta questa vicenda. Se questa mattina il sindaco di Roma Ignazio Marino, ad Agorà, aveva detto che  “Il Governo che ha seguito con molta attenzione questa vicenda ha in corso colloqui con il prefetto e non escludo contatti con l’ambasciatore di Germania in Italia”, ora questa pista sembra chiusa. Il primo cittadino aveva aggiunto: “Avevo detto sin dal primo momento no alle esequie solenni. Sono solidale con il sindaco di Albano che si è opposto. Esequie pubbliche o solenni in una Chiesa erano da evitare e mi sembra che la Chiesa stessa abbia sostenuto questa opinione”.  Poi ha spiegato: “Oggi è la giornata delle memoria di quanto avvenne 70 anni fa, una ferita nella storia della nostra città, il ricordo di quando la comunità ebraica fu colpita con una violenza inaudita. Più di mille persone avviate ai campi di sterminio. Qusta città deve ricordare quanto la violenza e l’odio dividono e quanto devono essere vietati questi temi in questi tempi”. E ancora: “da sindaco, posso dire che Roma non poteva accettare il funerale e la sepoltura di un uomo che partecipò all’eccidio delle Ardeatine sparando alla nuca alle persone. Roma non poteva accogliere un boia così”. L’ambasciata tedesca, però, ha smentito Marino e il ministero degli Esteri a Berlino conferma che non ci sono stati contatti ufficiali con Roma. In compenso, il portavoce del ministero degli Esteri Martin Schaefer ha dichiarato: “La cura dei morti tocca allo Stato dove una persona è morta”, “non c’è una responsabilità o un ruolo del governo federale tedesco in questa vicenda, contatti informali sì ma non dipende da noi trovare una soluzione”. Quindi la stessa patria che aveva dato non solo i natali ma anche una divisa al boia delle Fosse Ardeatine chiude le porte al suo cittadino. Nel frattempo il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, assegna tutta la responsabilità di quanto accaduto ieri ad Albano al legale dell’ex generale SS, Paolo Giachini. “Quando sapremo tutto capiremo che qualcuno è stato ingannato da un millantatore che non ha garantito la tranquillità che aveva promesso”. Ha quindi sottolineato: “Ha gestito la salma come fosse cosa sua, era solo un tutore legale di Priebke il cui mandato è scaduto automaticamente con la morte”. Quanto al luogo di sepoltura del nazista Pacifici specifica: ”Dobbiamo smettere di nominare quel nome. Lui è il boia delle fosse Ardeatine e basta. Non ci interessa dove porteranno la salma, l’importante è che non ci sia alcun mausoleo o luogo di pellegrinaggio”.

La salma di Priebke trasportata in aeroporto: si riflette sul da farsi

funerali-priebke-tuttacronacaLa salma di Erich Priebke, dopo che i funerali erano stati annullati, ha lasciato la chiesa di San Pio X ad Albano Laziale (Roma), dove si sarebbero dovute svolgere le esequie, a bordo di un furgone blu giunto sul posto poco dopo la mezzanotte ed entrato da un accesso secondario. Ora, mentre la salma si trova all’aeroporto militare di Pratica di Mare, spiega Marino: “So che si sta riflettendo sulle decisioni da prendere e non escludo che ci siano contatti tra il nostro governo e quello tedesco”. Il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha confermato di essere “in contatto con Berlino” e di contare di “risolvere la situazione in giornata”. Il primo cittadino della Capitale, riferendosi alla possibilità di concedere la sepoltura a Roma, ha spiegato:”Non potevamo accettare. Priebke partecipò attivamente all’eccidio di 335 persone sparandogli alla nuca. La Capitale non poteva accettare di accogliere con delle esequie un boia così violento”. “Io non ho la patente per attribuire la responsabilità di quanto accaduto ieri ad Albano Laziale – ha poi aggiunto -, ma penso che il governo abbia fatto bene a decidere di trasportare la salma in un’area militare”. Nel frattempo, sono in corso accertamenti per verificare gli autori degli incidenti scoppiati davanti alla chiesa e dei momenti di tensione seguiti all’uscita del feretro.

Rissa ai funerali di Priebke: calci e sputi contro il feretro

funerali-priebke-tuttacronacaIl sindaco di Albano Laziale, Marini, aveva tentato di vietare i funerali dell’ex ufficiale SS Priebke, impedendo l’accesso al feretro nella cittadina con con un’ordinanza immediatamente esecutiva che ha schierato i vigili al confine comunale. E’ stato il prefetto di Roma a imporre che venissero fatti. E l’ira dei cittadini si è scatenata. I manifestanti hanno preso d’assalto il feretro e la polizia ha tentato di mantenere la situazione sotto controllo, non riuscendo ad evitare però che la vettura venisse colpita da calci e sputi.

Ma ad Albano sono arrivati anche i neonazi, che hanno accusato i primi di aver preso a calci il carro funebre con la bara. Ancora una volta le forze dell’ordine sono dovute intervenire tra i due gruppi che si sono fronteggiati davanti alla chiesa. Gli agenti in tenuta anti-sommossa, li hanno divisi. Sono volati insulti. I gruppi di destra facendo il saluto fascista hanno gridato “boia chi molla”. Polemiche sul prefetto: c’è chi chiede le sue dimissioni. Ancora alle 19.30 circa secondo alcune agenzie la cerimonia non sarebbe iniziata.

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Funerali ad Albano per Priebke: ma nessuno vuole la salma

funerali-priebke-tuttacronacaSono stati annunciati per le ore 17.30 di oggi i funerali dell’ex generale nazista Erich Priebke, che si terranno in forma privata all’istituto Pio X di Albano, dalla Confraternita dei padri Lefebvriani. Davanti all’edificio sono in corso delle proteste, con uno striscione che recita “Priebke boia”. E se in molti dicono “Lo portino alla discarica che è qui vicino”, tra la folla ci sono anche degli estremisti di destra: alcune persone sono venute alle mani. Albano laziale è città riconosciuta medaglia d’argento al valore della Resistenza e il suo sindaco, Nicola Marino, ha provato a fermare il transito del feretro con un’ordinanza ma il Prefetto ha rigettato l’ordinanza: può passare. “Albano è una città molto sensibile per tradizione storica in virtù della medaglia d’argento al valore della Resistenza. – Aveva detto il primo cittadino – Non potremmo permetterlo per rispetto dei caduti, di chi ha combattuto, e delle famiglie che hanno perso parenti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine”. Resta però da risolvere il problema della sepoltura. Da Pomezia è arrivato un secco no dal sindaco Fabio Fucci “all’ipotesi paventata nelle scorse ore della tumulazione dell’ex generale nazista nel cimitero militare tedesco pometino”, si legge in una nota. “Sono meravigliato – dichiara il Primo Cittadino – dall’eco giornalistica che ha avuto la proposta del sig. Shindler che, a mio parere, non è meritevole di alcuna attenzione. Sono fermamente contrario all’ipotesi paventata che, ad oggi, non ha alcun fondamento di ufficialità. Ho già contattato il referente del cimitero militare tedesco per avere informazioni in merito e, da quello che mi risulta, una tumulazione a Pomezia non sarebbe tecnicamente realizzabile, dal momento che il cimitero tedesco ospita solo militari caduti in guerra. I crimini del regime nazista – conclude Fucci – sono un segno indelebile della nostra Storia, e chi li ha commessi deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accoglierà mai uno di loro”. Ma per il corpo del nazista non c’è posto neanche nel suo paese natale, Hennigsdord, cittadina pochi chilometri a nord di Berlino. L’amministrazione comunale ha fatto sapere all’agenzia Dpa che il regolamento cimiteriale prevede la sepoltura solo per i residenti, oppure in presenza di una tomba di famiglia.

In Italia però, alla vigilia del 70° anniversario del rastrellamento degli ebrei di Roma, il ministro per le Riforme Costituzionali Quagliarello, a Mix24 su Radio 24 ha detto: “Credo che il diritto cristiano a una sepoltura dignitosa vada preservata per tutti”. Quanto al divieto del Vaticano a celebrare funerali all’ex ufficiale SS, Quagliariello dice: “Ma questa è un problema di convenienza. La cosa importante è tenere la vita e la morte, fino a che possibile, fuori dalla vita polemiche pubbliche”.  Sveva Belviso, capogruppo capitolino Pdl, interpellata durante la trasmissione Agorà su Rai Tre, ha affermato: “Priebke ha diritto di essere sepolto a Roma, perché è morto a Roma ed era residente a Roma”, aggiungendo: “È una questione delicata e questo ha portato il sindaco Marino a prendere una posizione, anche condivisibile, e a dire ‘Roma non vuole che sia sepolto quì. Ma questa sarà un’altra delle cose su cui dovrà tornare indietro, perché un sindaco deve fare i conti con le norme”. In merito alla sepoltura dell’ex SS è intervenuto anche Massimo Cacciari, in un’intervista al Messaggero: È assurdo che il sindaco gli rifiuti una sepoltura”. E ancora: “È un dibattito macabro e perfino grottesco che si arrivi a discutere se seppellire o meno una persona”, afferma. “Siamo di fronte alla morte di un vecchio. Lo si seppellisca”, rimarca, spiegando che “qui non è in discussione il pentimento e tantomeno il perdono. Priebke è morto, che Dio ne abbia misericordia”.

Shock! Il figlio di Priebke: “seppellitelo in Israele”. Il Vicariato: esequie in casa

priebke-funerali-figlio-tuttacronacaOggi, 14 ottobre, il Vicariato di Roma ha diffuso una nota “in merito alla celebrazione dei funerali del signor Erich Priebke”. Si legge: “La richiesta è stata presentata al parroco non dai familiari del defunto, ma da una signora a nome dell’avvocato del signor Priebke, nella mattina di sabato 12 ottobre. L’autorità ecclesiastica, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio – finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose – dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta. La proposta è stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke. Pertanto, nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite”.

Nel frattempo, l’ANSA ha raggiunto telefonicamente il figlio di Priebke, Jorge, che da Bariloche provocatoriamente ha dichiarato: “Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…”. L’uomo ha detto: “Quasi tutto è un’ingiustizia. Perché quella gente non guarda quanto succede in Medio Oriente, Siria, Iran oppure quei poveracci a Lampedusa che muoiono nel Mediterraneo? Perché continuano invece a prendersela con uno dei tempi della guerra finita più di 60 anni fa? Che la smettano di ‘joder’ (rompere, ndr), sono dei risentiti, quelli rompono nel mondo fin da prima di Cristo”. Alla domanda su chi siano ‘quelli’, risponde: “Gli stessi di cui stiamo parlando. Ma ora basta – conclude – mi sono arrabbiato troppo. Meglio non parlare più”. Ma ha anche esposto la sua idea: che suo padre, ex generale SS, fosse una vittima. “Il processo contro mio padre è stata una falsificazione fatta dagli ebrei. L’ho visto quando sono stato a Roma. C’era molto rancore”. “Credo che quanto sia successo a mio padre sia dovuto al fatto che era l’unico ancora vivo tra quelli delle Fosse Ardeatine, l’unico che aveva raggiunto i cento anni”. E precisa: “ormai non ci sono più neanche i suoi vecchi amici”. Alle Ardeatine “non ebbe una responsabilità diretta. Agì per obbedienza dovuta nei confronti dei superiori. Può essere che abbia sparato due volte”. Nel sottolineare di “aver sempre saputo poco della guerra”, e di essersi “aggiornato solo di recente”, spiega che neanche il padre “parlava più di quei tempi”.  Alle Ardeatine “il capo era Kappler, poi c’erano Wolff, Hass e gli altri. Lui era nel gruppo, non so in quale ruolo. Non era certo il ‘numero tre’, forse il ‘numero dieci’ o giù di lì. Molti dicono che era il capo del carcere di Roma: neanche questo è vero, e non lo è neppure la storia che lui teneva in mano la lista” con i nomi dei prigionieri prima che entrassero nelle grotte. “In questi giorni – precisa – su internet stanno uscendo delle cose tremende, quasi mio padre fosse colpevole di tutto. Sul web scrivono tanti giovani, che non sanno niente sulla guerra, gli ebrei o il nazismo”. “Quello che leggo è falso. Non è per esempio vero che abbiamo vissuto nascosti con un altro nome. Qui a Bariloche mio padre ha avuto incarichi pubblici”, aggiunge, precisando che nel 1994, prima di essere ‘scoperto’ da una rete tv americana, Priebke aveva fatto “diversi viaggi, in Italia, Germania, Francia, Inghilterra e gli Stati Uniti”. “Mio fratello Ingo vive d’altra parte a New York, anche se va spesso in Germania. Ma noi – conclude – non ci vediamo da anni”. Jorge ha quindi precisato che non parteciperà ai funerali del padre. “L’ultima volta che ho sentito mio padre è stato una quindicina di giorni fa. Non era malato, stava bene”. E ancora: “Siamo molto tristi, anche se ora sto un po’ meglio. A chiamare eravamo sempre noi, lui non poteva fare telefonate internazionali. L’ultima volta che l’ho sentito abbiamo parlato un minuto, non di più, come facevamo sempre. Mi raccontava poco, che aveva qualche visita, che stava bene… Mi aveva detto ‘alla prossima’. Poi non ha più risposto, né ha voluto sapere niente di nessuno. Credo si sia lasciato andare”. Alla domanda se intenda partecipare ai funerali del padre, Jorge Priebke afferma: “A parte il fatto che ho dei problemi fisici, non abbiamo i soldi per il biglietto. In Argentina – precisa – prendo la pensione minima e ho una macchina vecchia di 35 anni”. “Quando c’è stata l’estradizione in Italia di mio padre, qui tutti si sono lavati le mani, come Ponzio Pilato”, afferma ancora, riferendosi alla reazione della comunità tedesca locale e della Germania nei confronti dei familiari di Priebke a Bariloche.

Il legale di Priebke se la prende con la Chiesa: negate le esequie

Erich-Priebke-tuttacronacaInizialmente Paolo Giachini, l’avvocato di Erich Prieblke, responsabile della strage delle Fosse Ardeatine e morto venerdì scorso all’età di 100 anni, aveva annunciato il funerale dell’ex SS per martedì, alla vigilia del 70° anniversario della deportazione degli ebrei di Roma. Ma le polemiche non si placano e nessuno vuole accogliere le esequie del boia che mai si è pentito: anche il Vicariato di Roma le ha rifiutate in forma privata. Ora il legale torna all’attacco e commenta: “Lo sdegno del popolo italiano, della gente vera, sincera, è profondo, anche nei confronti della Chiesa che sta dimostrando la sua viltà”. Giacchini ha sostenuto che “Una grossa fetta del popolo italiano è sconcertata che i diritti religiosi, sanciti nella nostra Costituzione e che una mente umana non diabolica riconosce, vogliano essere negati a una persona defunta”. E proseguito: “Nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite dall’Ordinario”. L’avvocato ha quindi aggiunto: “Il diritto canonico parla di peccatori manifesti, Priebke veniva regolarmente confessato, è stato assolto dal clero, lo accettavano in Chiesa fino a pochi mesi fa, adesso non possono tirarsi indietro. Dico solo che lo hanno voluto a Roma per giudicarlo e condannarlo e ora se ne vogliono liberare”. Resta il fatto che l’Italia non può e non deve dimenticare le terribili pagine della sua storia. Dal 19 al 21 ottobre tornerà infatti nella Capitale l’iniziativa ‘Roma ricorda: occupazione e deportazione, resistenza e liberazione’, il viaggio della memoria nei luoghi della Shoah che coinvolge studenti e insegnanti di 24 scuole superiori romane.

“Il Che peggio di Priebke”: la dichiarazione shock in Facebook

iannone-che-priebke-tuttacronacaSi fanno sempre più accesi i toni quando si parla del funerale dell’aguzzino nazista delle Fosse Ardeatine, Erich Priebke, morto due giorni fa all’età di 100 anni. Il Vicariato spiega che “Non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa di Roma”. Ribatte  Giachini, legale dell’ex SS, “I Patti Lateranensi prevedono che ciascuno possa fare pratiche religiose laddove la sede lo consente. Per cui anche Priebke ne ha diritto. La chiesa è dei fedeli e Priebke era un fedele”. E aggiunge che “da 2mila anni non è mai stato cacciato nessuno da una chiesa e non mi risulta che si possa fare neppure legalmente”. Giachini spiega comunque che “sarà una cerimonia funebre privata, parteciperanno parenti e amici stretti. Non deve avere un tono che possa avere riscontri politici e di solennità. Per fissare con precisione il luogo dei funerali aspettiamo il certificato di morte affinché si possa traslare la salma”. In questo clima arriva un post su Facebook destinato a incendiare gli animi. A pubblicarlo il presidente di centrodestra della Provincia di Salerno, Antonio Iannone, che comunica la sua revisione della storia mettendo sullo stesso piano Che Guevara e l’aguzzino nazista delle Fosse Aredeatine Erich Priebke, morto qualche giorno fa all’età di 100 anni. Si legge nel post: “Ernesto Che Guevara è un macellaio peggiore di Priebke nei primi anni del regime di Fidel Castro a Cuba”. Come ricorda il Mattino: “Parametrati nazismo e rivoluzione comunista. Un ritorno a prima dello scorso aprile quando in occasione della celebrazione del 25 aprile, lo stesso Iannone aveva «revisionato» il suo predecessore Edmondo Cirielli, oggi parlamentare di Fdi, che aveva cancellato il ruolo dei partigiani e l’importanza della Resistenza nella nascita dell’Italia repubblicana. Al 25 aprile Iannone aveva invitato a guardare come «testimonianza di libertà per la pacificazione nazionale». Una svolta, sembrò, rispetto a Cirielli che aveva menato fendenti contro le «rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza» e evocato il ricordo del «sacrificio dei giovani soldati degli eserciti alleati, in particolare del conteningente Usa, immolati sull’altare di un altra Patria per l’affermazione degli ideali di libertà e democrazia». Dei partigiani e della Resistenza nulla. E fu polemica. La stessa che certamente animerà oggi Iannone.”

Le Fosse Ardeatine non si dimenticano: no a celebrazioni per Priebke

fosse-ardeatine-tuttacronacaL’Italia non dimentica i suoi morti. Dopo che dall’Argentina è arrivato il rifiuto ad accogliere la salma di Erich Priebke, l’avvocato dell’ex generale nazista che si macchiò le mani nella strage delle Fosse Ardeatine, ha annunciato che i funerali si sarebbero svolti a Roma. Ma il questore della Capitale, Fulvio Della Rocca, d’intesa con il prefetto Giuseppe Pecoraro, ha precisato che sarà vietata qualsiasi forma di celebrazione in forma solenne. La Questura di Roma prenderà comunque tutte le misure di sicurezza adeguate nel caso di una celebrazione privata dei funerali in chiesa, che non sarebbe comunque vietata. Il presidente dell’Anpi di Roma, Francesco Polcaro, ha a sua volta preso la parola: “Ribadiamo che questi funerali non possono trasformarsi in una manifestazione di apologia del nazi-fascismo. Chiediamo alle autorità competenti di vigilare su questo punto e procedere, secondo le legge italiana qualora si manifestasse con simboli, gesti, slogan contrari alla nostra Costituzione”. I funerali si svolgeranno probabilmente martedì, giorno della vigilia del 70° anniversario della deportazione degli ebrei dal Ghetto di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943. In occasione del suo centesimo compleanno, l’ex ufficiale aveva rilasciato una lunga intervista testamento, nella quale non ha rinnegato il suo passato: “Ho scelto di essere me stesso”. Alla domanda se si sentisse ancora nazista, rispondeva: “La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare”. E ancora: “Nei campi le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau”. Anche Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha preso la parola: “Esistono delle certezze nella religione. Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli e si occuperanno di lui per l’eternità. Priebke farà i conti con loro nell’altro mondo”. E ha aggiunto: “E’ difficile provare emozione di fronte alla morte di un criminale -un soggetto che nell’arco della sua vita, e qui rimane l’amarezza, non ha mai mostrato nessun momento di cedimento e non ha mai confessato i suoi peccati di gioventù. Non si è mai pentito delle azioni criminali, non ha mai avuto pietà per le sue vittime e neanche per i loro familiari”. E conclude: “Io personalmente oggi non riesco né a ridere né a piangere”. MA anche il Vicariato ha presentato un no all’ipotesi di celebrare martedì nella Capitale i funerali dell’ex SS, Erich Priebke. “Non è prevista nessuna celebrazione esequiale in una chiesa di Roma”, si legge in una nota. Anche il sindaco della Città Eterna Marino è entrato nella questione spiegando che “Qualunque forma di funerali solenni” di Erich Priebke nella Capitale “sarà negata”. Il primo cittadino ha sottolineato che Roma “è una città antinazifascista che ha sofferto drammaticamente”. “Proprio nei giorni in cui si ricorda il 70esimo anniversario del rastrellamento del ghetto, Roma non può diventare luogo di manifestazioni a favore di chi ha inflitto tanta sofferenza alle persone che vivono in questa città”, ha aggiunto.

L’Argentina rifiuta le spoglie di Priebke: “offesa alla dignità dell’uomo”

erich-priebke-tuttacronacaE’ morto ieri, all’età di 100 anni, l’ex SS Erich Priebke. Il suo avvocato, Paolo Giachini, aveva riferito che l’ex capitano sarebbe stato sepolto accanto alla moglie, a Bariloche, ma ora Hector Timerman, ministro degli esteri dell’Argentina, “ha dato dato ordine di respingere ogni procedura che possa permettere l’ingresso nel paese del corpo del criminale Erich Priebke”. A renderlo noto il ministero, precisando che “gli argentini non accettano questo tipo di offese alla dignità dell’uomo”. Dello stesso pensiero dal Daia, organismo che riunisce le differenti associazioni della comunità ebrea argentina, secondo la quale che Erich Priebke “abbia scontato la sua condanna nella comodità del suo appartamento, invece di stare nella cella di una prigione” costituisce “una offesa ai familiari delle sue vittime e ai milioni sterminati dal sinistro regime nazista”. L’organizzazione ha quindi sottolineato, in un comunicato diffuso dopo l’arrivo della notizia della morte del nazista, che colui che si macchiò del sangue delle Fosse Ardeatine era “un criminale razzista che non ha mai espresso nessun pentimento per i cuoi crimini”. Nel testo si legge ancora: “Il fatto che Priebke sia vissuto impunemente durante decenni nel nostro paese, nella città di Bariloche, godendo della vita che aveva tolto a tanti civili innocenti, costituisce una offesa ai principi della Repubblica per i quali combattiamo gli argentini”. La nota termina quindi con un appello “alle forze vive del nostro Paese, perché riflettano e si esprimano al riguardo”.

E’ morto il boia, Erich Priebke

priebke-morto-tuttacronacaÈ morto a Roma Erich Priebke. L’ex capitano delle SS aveva compiuto 100 anni lo scorso 29 luglio e da tempo viveva nella capitale italiana, tra mille polemiche.

Priebke aderì al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi nel 1993. Fu Heinrich Himmler a farlo entrare nelle SS, dove raggiunse il grado di capitano (SS-Hauptsturmführer). Dopo l’armistizio e fino al maggio 1944 operò a Roma, sotto il comdando di Herbert Kappler, che il 23 maggio 1944 ordinò le esecuzioni di 335 ostaggi, da fucilare per rappresaglia alle Fosse Ardeatine. Il 14 giugno Priebke 1944 divenne ufficiale di collegamento con lo stato maggiore della GNR, con sede a Brescia e diede un forte impulso alle perquisizioni ed alle azioni di rastrellamento, allo scopo di individuare le cellule cittadine di supporto ai partigiani che presidiavano le montagne bresciane. In seguito alla sconfitta della Germania, l’SS fuggì da un campo di prigionia presso Rimini e, munito di documenti falsi, si rifugiò in Argentina, a San Carlos de Bariloche, sfuggendo alla cattura per i processi per crimini di guerra e non fu mai scoperto. Nel 1991 la sua partecipazione al massacro delle Fosse Ardeatine fu denunciato nel libro di Esteban Buch El pintor de la Suiza Argentina (Il pittore della Svizzera Argentina). A seguito dell’uscita del libro, tre anni più tardi, il giornalista Sam Donaldson lo intervistò, nella sua abitazione argentina, per conto dell’emittente ABC. Fu allora che le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine.

L’anno successivo Priebke venne rinchiuso nel carcere militare Forte Boccea di Roma. La Procura militare chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra. Venne imputato di “concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani” per quanto avvenuto a Roma ma il primo agosto del 1996 il Tribunale militare dichiarò di “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione” e ordinò l’immediata scarcerazione dell’imputato. I membri della comunità ebraica organizzarono un tumulto nell’aula giudiziaria che non permise alla sentenza di essere eseguita. La situazione si placò quando arrivarono da parte del governo italiano precise rassicurazioni sul fatto che l’ex SS non sarebbe stato liberato nonostante la sentenza del Tribunale Militare. La sentenza venne in seguito annullata dalla Corte di Cassazione e Priebke fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute; poi, nel marzo 1998, la Corte d’appello militare lo condannò all’ergastolo. La sentenza è stata confermata nel novembre dello stesso anno dalla Corte di Cassazione. A Priebke fu concessa la detenzione domiciliare a causa della sua età avanzata. Il 12 giugno 2007 il giudice militare concede a Priebke, 93enne, il permesso per uscire di casa “per recarsi al lavoro” presso lo studio del suo avvocato, permesso poi revocato perchè Priebke aveva omesso di comunicare alle autorità gli orari e le modalità dei suoi spostamenti per recarsi a lavorare nello studio del suo avvocato. Due anni dopo, mentre ancora godeva di ottima salute, ottenne però il permesso di uscire di casa “per fare la spesa, andare a messa, in farmacia” ed affrontare “indispensabili esigenze di vita”. Nel luglio di quest’anno, varie scritte comparirono in occasione del suo centesimo compleanno, tra le proteste della comunità ebraica.

100° compleanno dell’ex capitano Ss: sit-in di protesta a Roma

erich_priebke-proteste-tuttacronacaL’associazione Dreyfus e membri della comunità ebraica romana hanno organizzato un sit in sotto casa di Erich Priebke, ex Ss condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, in occasione del suo 100° compleanno. Un giovane, indicato come un parente dell’uomo, si è presentato con una bottiglia di champagne sotto l’abitazione. Dopo uno “scontro” con una manifestante, ha tentato di colpirla. A quel punto altri manifestanti l’hanno aggredito, urlando “assassino”. E’ stata la polizia, costretta ad intervenire, a caricare il giovane su una volante sottraendolo alla rabbia dei manifestanti. Nel frattempo è stato esposto anche uno stricione che reca i nomi delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine e la scritta “Italiani dove siete?”. Fabio Perugia, portavoce della Comunità ebraica romana ha spiegato: “Un quarto delle vittime erano di origine ebraica, ma gli altri 3 quarti no. Qui oggi dovrebbero esserci anche i romani non ebrei a manifestare”. Stando allo stesso Perugia, al presidio stanno partecipando circa 300 persone, ridimensionate ad alcune decine secondo la questura. Nella notte, in Via Boccea, nel quartiere Aurelio, a pochi metri dall’abitazione dell’ex Ss, è invece apparso un altro striscione: “Dio stamaledica i tuoi accusatori… Buon compleanno capitano Priebke”, firmato con la croce uncinata e la sigla C.m.t., Comunità Militante Tiburtina. In piazza Augusto Imperatore, in pieno centro della Capitale, in un altro striscione si legge: “Pacifici… arrivaci tu a 100 anni!”. Sullla serranda della sede del Pd in piazza Verbano e alla sede dell’Anpi hanno invece fatto apparizione “Priebke eroe” e una svastica con spray nero. Paolo Giachini, avvocato difensore dell’ex Ss, a chi gli ricordava delle proteste e del sit-in contro i festeggiamenti per il compleanno del suo assistito, ha risposto: “Le proteste? Non me ne frega un ca***”.

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