Gli Usa sostengono l’Ucraina promettendo a Kiev un pacchetto di aiuti destinato a sostenere il governo. Tra questi, un miliardo di dollari in garanzie sui prestiti. Nel frattempo, però, Barack Obama denuncia che sono state “Violate norme internazionali”. Il segretario di Stato, John Kerry, in visita nella capitale ucraina, rincara la dose: “Cercano pretesti per l’invasione”. Ma Putin non indietreggia: “Uso delle forze armate se richiesto dal legittimo presidente, Ianukovich”. Il presidente russo ha sospeso ma non cancellato la minaccia di un intervento armato in Ucraina, ha negato sfrontatamente la presenza di truppe russe (“sono milizie di autodifesa”) in una Crimea che ha giurato di non voler annettere e ha respinto i moniti di un Obama che gli ha dato del bugiardo: “Con le sue dichiarazioni non prende in giro nessuno”, ha tuonato il presidente Usa, tornando a condannare “l’aggressione russa”. Ai giornalisti presenti nella sua residenza di Novo Ogariovo, fuori Mosca, Putin ha ribadito che per lui Ianukovich è ancora il “presidente legittimo, anche se senza futuro politico”, ma Putin non riconosce i nuovi poteri di Kiev scaturiti da un “colpo di Stato armato”. Per quel che riguarda le sanzioni minacciate dagli Usa, e sollecitate anche da una rediviva Timoshenko, “sono un’arma a doppio taglio, i danni sono reciproci”, ha ammonito il presidente russo, rinfacciando inoltre agli Usa l’illegittimità dei loro interventi in Afghanistan, Iraq e Libia. E sul G8 di Sochi: “Se i nostri partner non vogliono venire, non vengano”. Del resto proprio sul piano economico lo scontro è più duro. I consigliere economico del Cremlino, Serghiei Glaziev, è stato mandato a profetizzare l’apocalisse economica per Washington in caso di sanzioni: la Russia annullerebbe la sua dipendenza finanziaria dagli Usa, abbandonerebbe il dollaro, anche nelle sue ingenti riserve di valuta straniera, venderebbe gli oltre 200 miliardi di dollari di obbligazioni Usa e non restituirebbe i crediti concessi dalle banche a stelle e strisce. Nella guerra economica il Cremlino ha già calato l’asso energetico che spaventa anche l’Europa: da aprile fine dello sconto sul gas all’Ucraina, dove transita l’80% del metano russo per il Vecchio continente. Mentre la diplomazia internazionale tenta di mantenere aperta una finestra di dialogo “che tra qualche ora o qualche giorno potrebbe essere chiusa”, come ha avvisato il ministro degli Esteri Federica Mogherini, sale anche la tensione militare.
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Libera! Francesca Commissari, la fotografa fermata in Venezuela, rilasciata
Venerdì, mentre a Caracas infuriava la protesta antichavista, la Guardia Nacional bolivariana fermava la fotografa italiana Francesca Commissari, che si trovava a Caracas per seguire una manifestazione in Piazza Altamira. Con lei sono stati fermati altri 39 giovani. Ora tutti loro sono stati rilasciati. La Commissari ha avuto “la piena libertà” al termine di un’udienza presso il palazzo di giustizia.
Pubblicato da tdy22 in marzo 2, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/03/02/libera-francesca-commissari-la-fotografa-fermata-in-venezuela-rilasciata/
La polveriera in Crimea: a rischio pace e sicurezza. Una seconda Sarajevo?
Gli occhi restano puntati sulla situazione in Crimea con il segretario di Stato americano, John Kerry, che ha avvertito Mosca che il dispiegamento di truppe russe in Ucraina minaccia “la pace e la sicurezza” nella regione e rischia di avere un impatto “profondo” sulle relazioni tra Stati Uniti e Russia. “A meno che la Russia non prenda misure immediate e concrete per far calare la tensione, l’effetto sulle relazioni tra Usa e Russia e sulla posizione internazionale di Mosca sarà profondo”. E mentre il Canada ha richiamato il suo ambasciatore a Mosca minacciando di non prendere parte al prossimo G8, miliziani armati hanno impedito l’accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la “linea di frontiera” i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini. Nel frattempo, a Mosca si stanno organizzando due manifestazioni opposte, pro e contro “l’invasione” della Crimea. Ma anche in Italia se ne parla e Beppe Grillo, nel suo blog, ieri ha scritto un post che lancia un confronto forte: “Millenovecentoquattordici Sarajevo – 2014 Sebastopoli Ucraina”.
A furia di incidenti, di guerre provocate ad arte, di primavere improbabili, come quella fasulla in Libia, o come in Egitto dove ora comandano i militari dopo un colpo di Stato nel silenzio più assoluto delle cosiddette democrazie, a furia di nazioni usate come terreno di scontro di interessi internazionali a colpi di bombe e di disinformazione, come in Siria, la situazione potrebbe sfuggire a tutti di mano. Potrebbe scoppiare un incendio che brucia la casa come può succedere a un bambino che gioca con i fiammiferi. Andò così nel 1914, Sarajevo fu solo una scintilla.
In Ucraina sta succedendo qualcosa di grave, le cui conseguenze potrebbero essere imprevedibili. Un governo odiato da una parte della popolazione e amato viceversa dagli ucraini russofoni, circa 14 milioni contro 32 milioni di ucraini, è stato deposto con la forza, dalla piazza. Il presidente Viktor Yanukovich, eletto in regolari elezioni, non un dittatore in termini politici, è fuggito in Russia ed è sotto la protezione di Putin. L’Ucraina è vitale per la Russia per ragioni geopolitiche. La sua flotta militare è ospitata a Sebastopoli in Crimea che appartiene all’Ucraina. La Crimea, per i russi è russa, ancorché ceduta da Krusciov all’Ucraina nel 1954 quando era ancora in vita l’Unione Sovietica. A Sebastopoli sono presenti, grazie a un accordo tra i due governi, circa 15.000 militari della Marina russa. Dopo gli scontri di Kiev, i russi sono entrati nello spazio aereo dell’Ucraina con 13 aerei da guerra e 2.000. paracadutisti. Il parlamento della Crimea è stato occupato da forze fedeli a Yanukovich che ha dichiarato di considerarsi comunque il presidente dell’Ucraina. Putin ha ordinato la più importante esercitazione militare sul fronte occidentale dalla caduta del Muro, ai confini ucraini, che coinvolgerà 150.0000 militari. Obama ha dichiarato che ci saranno “conseguenze” per queste azioni “siamo profondamente preoccupati e in contatto con la Russia. Ogni intervento in Crimea sarebbe una grave violazione del diritto internazionale e della sovranità ucraina”. La Gran Bretagna ha consigliato a tutti i suoi cittadini presenti in Crimea di lasciarla al più presto. L’Europa rischia di fare la fine del vaso di coccio tra due vasi di ferro, Russia e Stati Uniti, prigioniera delle sue divisioni. In Ucraina, di chiunque siano le ragioni, si è affermato il principio che un governo eletto in libere elezioni può essere rovesciato non da nuove elezioni, come sarebbe normale in democrazia, ma dalla piazza armata.Oggi l’Ucraina e domani? Quali altre piazze? Quali altre “primavere”?
Pubblicato da tdy22 in marzo 2, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/03/02/la-polveriera-in-crimea-a-rischio-pace-e-sicurezza-una-seconda-sarajevo/
Putin chiede il via libera al Parlamento per inviare truppe in Ucraina
La situazione in Crimea precipita e il presidente russo Vladimir Putin ha presentato al Consiglio della federazione russa, la camera alta del Parlamento, “una richiesta di utilizzo delle forze armate in territorio ucraino per normalizzare la situazione socio-politica nel Paese, in relazione alla situazione che si è creata in Ucraina e ad una minaccia alla vita dei cittadini russi”. Il premier si è richiamato alla costituzione russa, “punto G, parte prima, art 102”, giustificando la richiesta con la “situazione straordinaria che si è creata” in quel Paese e con le “minacce alla vita dei cittadini russi, dei nostri connazionali, dell’organico del contingente militare delle forze armate della Russia dislocato in conformità ad un accordo internazionale in territorio ucraino (repubblica autonoma della Crimea)”. Nel frattempo è stato preso d’assedio da 300 uomini armati il quartier generale della guardia costiera ucraina a Sebastopoli, in Crimea. Gli assalitori affermano essere stati inviati dal ministro della Difesa russo con l’ordine di occupare il sito. Già si contano decine di ferite e il ministro della Difesa ucraino ha riferito che Mosca ha inviato in Crimea 30 blindati e 6mila soldati. Non solo, il palazzo dell’amministrazione regionale di Kharkiv, nell’Ucraina orientale a prevalenza russofona è stato occupato da un gruppo di insorti filorussi. Intanto il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha definito “illegale” l’elezione a premier della Crimea del leader del partito ‘Unità russa’ Serghiei Aksionov.
Pubblicato da tdy22 in marzo 1, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/03/01/putin-chiede-il-via-libera-al-parlamento-per-inviare-truppe-in-ucraina/
Onu e Usa preoccupati per la situazione in Crimea: invasione russa

Pubblicato da tdy22 in marzo 1, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/03/01/onu-e-usa-preoccupati-per-la-situazione-in-crimea-invasione-russa/
Fotografa italiana fermata in Venezuela: scattava foto degli scontri
Si contano già 50 morti e 150 feriti in Venezuela, dove proseguono, intensificandosi, gli scontri che hanno portato anche a decine e decine di arresti. Ieri, nel quartiere chic di Chacao, a est di Caracas, 41 persone, tra cui otto stranieri, sono state arrestate. Tra loro anche la fotografa italiana, residente in Venezuela, Francesca Commissari, impegnata a scattare immagini degli scontri per il quotidiano El Nacional. Lo rende noto il Sindacato nazionale dei lavoratori della stampa (Sntp) anche se le autorità non hanno ancora confermato questa notizia. Anche un giornalista americano del Miami Herald, Andrew Rosati, è stato arrestato e rilasciato mezz’ora più tardi, “Prima, però, è stato colpito alla testa e all’addome dalla Guardia nazionale”. Tutti i fermati sono accusati di terrorismo internazionale. L’Sntp ha annunciato l’arresto di Francesca Commissari con un tweet: la donna vive in Venezuela e si trova in un commissariato di polizia, dove è stata raggiunta da un avvocato mentre il consolato italiano a Caracas è già stato informato e si è attivato per avere maggiori informazioni sulle condizioni della connazionale e sui motivi che hanno spinto le autorità a metterla in stato di fermo. Spiega l’Indipendenza:
I giovani del movimento antigovernativo che sono scesi di nuovo in piazza, dopo aver boicottato la “conferenza per la pace e per la vita” promossa dal presidente Nicolas Maduro, non festeggeranno alcun carnevale (Maduro ha decretato due giorni di festa ad hoc). Dice una ragazza: “Il popolo venezuelano è qui per dimostrare che nessuno festeggerà il Carnevale, sarebbe irrispettoso per tutti coloro che sono caduti nella lotta per il loro paese. Siamo qui per dimostrare che noi non abbiamo nessuna intenzione di andare in vacanza”. Anche i filochavisti hanno fatto sentire la propria voce ovviamente, in sostegno del governo, che insiste nel denunciare un “golpe strisciante” sostenuto dalla “destra fascista”, che per Maduro corrisponderebbe a quella americana (alcuni senatori Usa han chiesto sanzioni contro il Venezuela) e colombiana. Argentina e Bolivia, da par loro, sostengono l’attuale presidente invece.
Sia Capriles che Lopez (ancora in galera) – entrambi membri dell’opposizione – tengono a ribadire che la protesta è lontano dal terminare e, ancor di più, che dialogare col governo sarebbe solo un passo indietro. Gli studenti hanno confermato che in questa fine di settimana non lasceranno le strade. La rivolta coincide con il primo anniversario della morte di Hugo Chavez, deceduto il 5 marzo dell’anno scorso (data in cui ufficialmente è stato dichiarato morto, mentre tentava di essere curato a Cuba).
Il Venezuela attraversa una forte crisi con inflazione altissima, mancanza dei beni di prima necessità, crescita del tasso di criminalità.
Pubblicato da tdy22 in marzo 1, 2014
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Mosca e Kiev ai ferri corti: la Russia prende il controllo di due aeroporti
E’ il ministro dell’Interno ucraino ad accusare la Russia di “invasione armata”, con lo stesso politico che, su Facebook, scrive: “considero l’azione come un’occupazione”. Questo dopo che militari russi hanno preso, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax, il controllo dell’aeroporto di Belbek, vicino a Sebastopoli, in Ucraina. Secondo fonti militari, l’azione serve per “prevenire l’arrivo di militanti”. Lo scalo, di proprietà dell’aeronautica ucraina, è presidiato lungo tutto il perimetro e si nota anche un blindato. In precedenza uomini non identificati avevano preso possesso, per poche ore, dell’aeroporto di Sinferopoli in Crimea, repubblica autonoma dell’Ucraina; a quanto pare, però, si è trattato di un errore di località. Successivamente, un altro gruppo armato ha occupato l’aeroporto di Belbek. E’ ancora da dimostrare, tuttavia, che si tratti davvero di militari russi e anzi una non meglio precisata fonte di Sebastopoli ha infatti precisato a Interfax che i militari russi non hanno nulla a che fare con l’occupazione degli aeroporti. Gli autori del blitz sarebbero invece attivisti dei reparti di autodifesa, e il loro obiettivo quello di impedire lo sbarco di forze legate alla protesta del Maidan. Poche ore dopo l'”invasione”, un portavoce dell’aeroporto di Sinferopoli, Ihor Stratilati, ha riferito a Radio Eco di Mosca che gli uomini armati autori del blitz nello scalo se ne erano andati. “Pensavano che le forze della protesta atterrassero qui, ma quando hanno visto essi stessi che non c’era nessuno, si sono scusati e se ne sono andati”, ha raccontato. La Crimea, penisola sul Mar Nero, nel sud dell’Ucraina, è popolata in maggioranza da russi. Si tratta in effetti di una regione russa annessa all’Ucraina nel ’54 da Krusciov. Mosca ancora oggi mantiene nella penisola la base della sua flotta del Mar Nero. Dopo la cacciata del presidente filo-russo Viktor Ianukovich e la presa del potere a Kiev da parte dell’opposizione nazionalista, in Crimea si sono accese tensioni separatiste da parte della popolazione russofona.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 28, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/28/mosca-e-kiev-ai-ferri-corti-la-russia-prende-il-controllo-di-due-aeroporti/
Caccia al premier ucraino destituito: “Spariti nel nulla 7 mld di dollari”
Viktor Yanukovich, presidente ucraino deposto, è in fuga da sabato e l’ultimo avvistamento è avvenuto in Crimea. Contro di lui, come ha spiegato iministro dell’Interno ad interim, è stato spiccato un mandato di cattura. L’ex premier è accusato di strage di massa. Ma non solo: i leader dell’opposizione, che hanno assunto il potere politico nei giorni scorsi, “avrebbero scoperto che dalle casse dello Stato, in un periodo molto breve, sono scomparsi sei o sette miliardi di dollari di riserve valutarie, che ora sarebbero a un minimo storico”. A renderlo noto l’eurodeputato croato, Tonino Picula, che lunedì mattina ha incontrato a Kiev il presidente ad interim, Oleksandr Turcinov. Nel frattempo la Russia ha richiamato in patria il proprio ambasciatore a Kiev. “La situazione in Ucraina rappresenta una minaccia per i nostri interessi e per la vita dei nostri cittadini”, ha detto il premier russo, Dmitri Medvedev. Il primo ministro di Putin non ha nascosto poi la sua preoccupazione per quel che concerne la situazione politica: “La legittimità di alcuni organi istituzionali dell’Ucraina suscita forti dubbi”. Il ministro russo all’Economia ha poi affermato: “Noi diciamo all’Ucraina: avete il diritto, ovviamente, di scegliere la vostra strada ma in questo caso saremo costretti ad aumentare le tariffe sulle importazioni”. Intanto Iuri Kolobov, ministro delle finanze ad interim in Ucraina ha spiegato che il Paese ha bisogno di 35 miliardi di dollari in due anni. Ha quindi proposto una conferenza internazionale dei finanziatori per risolvere la situazione. “L’ammontare degli aiuti macroeconomici di cui ha bisogno l’Ucraina potrebbe raggiungere i 35 miliardi di dollari nel 2014-2015. Abbiamo proposto ai nostri partner occidentali di organizzare una grande conferenza internazionale dei finanziatori”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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Il video della fuga in elicottero del premier ucraino destituito
E’ stato trasmesso dalla tv ucraina Canale 5 il video esclusivo che mostra il presidente Viktor Yanukovich che fugge in elicottero mentre l’ex premier Julia Timoshenko esce di prigione dopo 4 anni. Il premier destituito sarebbe fuggito nella notte tra venerdì e sabato accompagnato, così sembra, dagli uomini della scorta. Nel filmato si nota l’uomo salire su un furgone per poi allontanarsi definitivamente a bordo di un elicottero:
Pubblicato da tdy22 in febbraio 24, 2014
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Il lunch match tra le acerrime rivali: Livorno – Verona 2-3!
Il lunch match della 25esima giornata di campionato si gioca in terra Toscana e vede in campo due squadre i cui tifosi sono da sempre acerrimi rivali sia dentro che fuori dallo stadio. I padroni di casa del Livorno si sono rigenerati dopo l’arrivo in panchina di Di Carlo e, grazie la vittoria di Cagliari, sono provvisoriamente usciti dalla zona retrocessione. I labronici sono obbligati a dare continuità di prestazioni e risultati per poter coltivare ancora il sogno europeo. Di Carlo schiera il classico 3-5-2 con Mesbah e Mbaye sugli esterni e il tandem Emeghara-Paulinho in avanti. Dall’altra parte, invece, Mandorlini sceglie Albertazzi in difesa a sinistra e Jankovic al posto di Juanito; Marquinho sostituirà lo squalificato Hallfredsson. Proprio i veneti passano in vantaggio al 33′ del primo tempo grazie a Jankovic che da sinistra mette dentro un pallone sul quale non interviene nessuno e che beffa Bardi. 0-1! Al 43′ arriva il raddoppio: Iturbe approfitta di un lancio dalle retrovie, allarga sulla destra per Toni, il quale la mette in mezzo all’area per Romulio che, tutto solo, controlla e supera Bardi. 0-2! L’Hellas non si accontenta e anche Toni vuole mettere la sua firma sull’incontro. Al 1′ di recupero il numero 9 viene servito in area da Iturbe e da due passi non sbaglia: 0-3! Meritato il netto vantaggio dell’Hellas al termine del primo tempo dopo aver dilagato all’Armando Picchi contro un Livorno mai pericoloso e che si è macchiato di diversi errori. Al 27′ della ripresa accade l’insperato per i tifosi livornesi: la partita viene riaperta da un incredibile uno-due dei padroni di casa nel giro di un minuto. Inizia Paulinho con un destro da fuori che batte Rafael. Subito dopo, Donadel perde palla a centrocampo, l’azione continua e Greco con un sinistro a giro da appena dentro l’area la mette nel sette. 2-3! Ha davvero del clamoroso la rimonta degli uomini di Di Carlo ma non basta: il Verona si aggiudica i tre punti raggiungendo temporaneamente l’Inter.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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Continua la protesta in Brasile: si manifesta contro i Mondiali e finisce in scontro
In Brasile si continua a manifestare contro i Mondiali di calcio del 2014 e a San Paolo è andata in scena, sabato sera, una nuova protesta, alla quale hanno perso un migliaio di persone. Quello che si contesta sono le ingenti spese per i lavori relativi agli impianti sportivi e la scarsa qualità dei servizi pubblici di base. Gli scontri con le forze dell’ordine sono proseguiti per tutta la serata, con la polizia che ha cercato di disperdere la folla con lacrimogeni e bombe assordanti mentre le vetrine venivano infrante e i cassonetti dati alle fiamme. Un portavoce dei manifestanti ha accusato la polizia di essere intervenuta con durezza prima che la manifestazione degenerasse, mentre la stampa brasiliana ha protestato perchè tra i fermati figurano diversi giornalisti, anche se chiaramente identificabili. Alla testa del corteo, numerosi militanti anarchici radicali dei Black Bloc vestiti di nero e con il volto coperto. Il bilancio finale è stato di cinque agenti feriti, due arresti e 230 fermi.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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Esplosioni e spari in un mercato in Thailandia: muore una bimba, 34 feriti
Attacco con esplosivi e colpi di arma da fuoco, in Thailandia, dov’è stato sferrato un attacco nella serata di sabato contro una folla di manifestanti anti-governativi nella provincia di Trat, nell’est del Paese, riunitisi in un mercato serale. Al momento dell’attacco erano presenti circa 2mila persone, intervenute per ascoltare il comizio di un leader locale, schierato con la protesta anti-governativa di Bangkok. Il bilancio è di una bimba di otto anni morta e di altre 34 persone ferite. Alcuni testimoni hanno raccontato che gli uomini armati sono arrivati a bordo di due pick-up e hanno subito iniziato a sparare sulla folla, lanciando anche alcuni ordigni esplosivi. Cinque dei feriti sono in gravi condizioni. L’attentato porta a 17 morti e oltre 700 feriti il bilancio delle violenze da quando è iniziata la crisi politica che vede il governo di Yingluck Shinawatra assediato da più parti, con una protesta di piazza guidata dall’ex vicepremier Suthep Thaugsuban.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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Scontri al Dall’Ara tra romanisti e polizia: i tifosi volevano entrare senza biglietto
Scontri allo stadio Dall’Ara di Bologna dove ieri sera giocavano i giallorossi in occasione dell’anticipo della 25esima giornata di campionato di Serie A. Alcuni tifosi romanisti avevano infatti raggiunto lo stadio senza biglietto e hanno provato ad entrare nell’impianto sportivo con la forza. La polizia è immediatamente intervenuta nel tentativo di placare la tensione e individuare i colpevoli. Nessun problema di ordine pubblico invece nel post partita quando il deflusso dei tifosi è avvenuto regolarmente.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 23, 2014
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Yulia Tymoshenko è libera. E intanto l’Ucraina ha un nuovo premier ad interim
E’ tornata in libertà la pasionaria della Rivoluzione arancione Iulia Timoshenko, dopo che il Parlamento ucraino aveva votato la sua “liberazione immediata in base a una decisione della Corte europea per i diritti dell’Uomo”, senza quindi dover aspettare la firma del presidente Ianukovich. Nel frattempo l’ex capo dei servizi segreti Oleksandt Tucino, braccio destro della Timoshenko già eletto presidente del Parlamento, è stato anche eletto premier ad interim. Nuovo ministro dell’Interno ad interim è invece Arsen Avakov, altro politico vicino alla Rivoluzione arancione. E’ stata inoltre confermata la presenza del presidente ucraino Viktor Ianukovicha Kharkiv. A dirlo Anna Gherman, una deputata e consigliera del capo di Stato ucraino citata dall’agenzia di stampa Ukrinform. Secondo la parlamentare, oggi Ianukovich “incontrerà gli elettori” e parlerà a una tv locale, ma non parteciperà al congresso dei politici dell’Ucraina orientale e meridionale previsto a Kharkiv, al confine con la Russia. Il parlamento ucraino si pronuncerà su una richiesta di incriminazione nei confronti del presidente Viktor Ianukovich e sulla sua conseguente decadenza dalle funzioni di capo dello Stato. Lo ha detto il leader del partito nazionalista Oleg Tiaghnibok.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/22/yulia-tymoshenko-e-libera-e-intanto-lucraina-ha-un-nuovo-premier-ad-interim/
Si placano le violenze a Kiev: trovato l’accordo. E il presidente lascia la città
Stando a quanto sostiene una testata ucraina vicina all’opposizione, Zn.ua, che cita un non meglio specificato alto funzionario dell’amministrazione presidenziale, il presidente Viktor Ianukovich avrebbe lasciato ieri la capitale Kiev per raggiungere in aereo Kharkiv, città dell’Ucraina orientale russofona dove le proteste antigovernative hanno poco seguito. La fonte, che al momento non ha trovato conferme, avrebbe anche riportato che in compagnia di Ianukovich ci sarebbero il presidente del parlamento Volodimir Ribak, il capo dell’amministrazione presidenziale Andriei Kliuiev e il deputato Vadim Novinskii. La notizia è in attesa di conferme ma è giunta al termine di una giornata convulsa, con il governo e gli oppositori che hanno trovato un accordo che ha ricevuto la benedizione di Onu e Ue. Ci si augura che tale accordo possa porre un freno alle violenze di questi ultimi giorni, che hanno portato il Paese a un passo dalla guerra civile. Dopo la carneficina di questi giorni a Kiev, dove, secondo le stime ufficiali, hanno perso la vita almeno 80 persone, il presidente ucraino Viktor Ianukovich ha infatti trovato un compromesso con gli oppositori, che prevede elezioni presidenziali anticipate entro fine anno, una riforma costituzionale che riduca i poteri del capo dello Stato, e la formazione di un governo d’unità nazionale. Tali concessioni puntano a evitare ulteriori scontri. Sembra inoltre che il parlamento abbia rovato il modo per far tornare in libertà Iulia Timoshenko, approvando degli emendamenti al codice penale che depenalizzano l’abuso d’ufficio, reato per il quale l’ex premier è stata condannata a sette anni di reclusione in un processo che molti ritengono di matrice politica. Ancora, è stata approvata dall’organo legislativo un’amnistia “incondizionata” per tutti i manifestanti e ha sollevato dall’incarico di ministro dell’Interno Vitali Zakharcenko, accusato dall’opposizione di essere tra gli artefici delle violenze della polizia contro i manifestanti antigovernativi. Sul fronte interno, il partito delle Regioni di Ianukovich intanto sembra iniziare a sgretolarsi, e sono almeno 28 i deputati che hanno abbandonato il gruppo parlamentare del partito di maggioranza. Già giovedì notte, del resto, il parlamento aveva condannato l’uso della forza da parte del governo anche con il voto di alcuni deputati “regionalisti”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2014
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Livorno-Verona: la partita destinata a essere ricordata per gli scontri?
Si prospetta una domenica violenta quella livornese, dove arriverà la squadra del Verona, da sempre grande rivale del club locale. E i tifosi del Livorno hanno già diffuso un volantino che vuole essere una chiamata alle armi proprio in vista del match. I nemici veneti lo sono sia in campo che sugli spalti, con due tifoserie che si scontrano soprattutto dal punto di vista politico, d’estrema destra quelli gialloblù, estrema sinistra gli amaranto.
Il volantino firmato Curva Nord Livorno inizia con il dare l’appuntamento: “Inutile prenderci in giro domenica non sarà una partita come le altre: il risultato, la classifica, gli schemi, saranno di contorno a una giornata che va ben oltre lo sport. L’appuntamento è per le 9 sotto la curva nord dello stadio Picchi”. E prosegue: ”Non possiamo restare indifferenti di fronte agli insulti sulle centinaia di migranti morti a Lampedusa, sull’apologia del fascismo e migliaia di altri episodi di razzismo”. Infine, avvertono: ”Non possiamo in nessun modo permettere loro di girare indisturbati per Livorno, né tanto meno sfilare in maschera”. I sostenitori gialloblù attesi in Toscana sono almeno 800 e arriveranno scortati da un imponente servizio d’ordine per evitare che le due tifoserie entrino in contatto tra loro sia allo stadio, nei dintorni e durante il tragitto dei pullman veneti in entrata e uscita dalla città.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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La trasferta in terra danese… che termina in manette per i tifosi viola
Dopo il tifoso arrestato e liberato ieri mattina dopo un processo e il pagamento di una sanzione pecuniaria, ecco un’altra notizia che parla di supporter viola finiti in manette. La polizia danese ha infatti arrestato tre tifosi italiani rimasti coinvolti in una rissa con gli steward al termine della partita, valida per i 16esimi di finale dell’Europa League, Esbjerg-Fiorentina. Due di loro, che dovranno pagare una multa, sono stati processati per direttissima e poi rilasciati. Il terzo, anche lui rilasciato, sarà processato a marzo. Il personale della Digos di Firenze, presente ad Esbjerg per il match, ha seguito la vicenda dei tre. Stando alle ricostruizioni, al termine dell’incontro, quando i giocatori della Fiorentina hanno gettato le maglie verso gli spalti, i supporter viola si sono sporti per raccoglierle facendo cadere un tabellone pubblicitario, invadendo il campo e innescando la reazione degli steward. Da qui la rissa.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/21/la-trasferta-in-terra-danese-che-termina-in-manette-per-i-tifosi-viola/
Non c’è tregua per Kiev: slitta la firma dell’accordo
Nonostante al termine di una lunga notte di negoziati, questa mattina fosse stato annunciato che il governo ucraino, l’opposizione, la Russia e l’Ue avevano trovato un accordo, da formalizzarsi oggi alle 11 ora italiana, al momento non è stata posta ancora nessuna firma.
Nel frattempo, inoltre, non si è fermata la violenza nella capitale ucraina, con la polizia che riferisce che, ancora questa mattina, i manifestanti hanno sparato contro i poliziotti vicino al Parlamento a Kiev. Nel frattempo l’agenzia Interfax ha resono noto che il tenente generale Iuri Dumanski, uno dei vice comandanti generali delle forze armate ucraine, si è dimesso perchè contrario all’intervento dell’esercito contro i manifestanti antigovernativi ventilato dal governo. Ancora, Euromaidan, che rappresenta gli attivisti in piazza a Kiev, ha respinto un possibile accordo con il presidente Viktor Yanukovich secondo quanto negoziato da Ue e Russia, rifiutando il compromesso di un voto presidenziale anticipata a settembre 2014. Lo ha indicato su Twitter la stessa Euromaidan, che pretende le dimissioni immediate di Yanukovich. Bruxelles è ancora in attesa di un annuncio formale sull’accordo di Kiev fra governo e opposizione su un processo politico democratico che consenta di interrompere l’escalation della violenza. Nonostante le dichiarazioni del presidente Yanucovich, infatti, dai due ministri degli esteri europei ancora impegnati nella mediazione, il polacco Radoslaw Sikorski e il tedesco Franz-Walter Steinmeier, non sono ancura giunte conferme ufficiali dell’accordo. “L’alto rappresentante Catherine Ashton è in costante contatto con loro – ha riferito la portavoce Maja Kocijancic – e segue le discussioni in corso. Stiamo trattando con tutte le parti, il presidente e l’opposizione, il processo è in pieno svolgimento e non vogliamo speculare sul suo esito”, ha aggiunto, rinviando ogni reazione al momento in cui ci sarà effettivamente un accordo. Anche Papa Francesco è voluto intervenire sulla questione ucraina, Padre Lombardi ha letto infatti ai giornalisti una dichiarazione che, come lui stesso ha precisato: “E’ il pensiero del Papa e dei cardinali riuniti nel Concistoro”. Il portavoce del Papa ha detto: “In queste ore desta una speciale apprensione il drammatico evolversi della situazione in Ucraina, per la quale si auspica che cessi prontamente ogni azione violenta e si ristabiliscano la concordia e la pace”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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Trovato l’accordo a Kiev: ora si contano e si omaggiano le vittime
Dopo oltre 100 persone morte, stando alla stima dei manifestanti, negli scontri a Kiev tra forze dell’ordine e antigovernativi, il governo ucraino, l’opposizione, la Russia e l’Ue hanno trovato un accordo. Per raggiungere il risultato, è stata necessaria una maratona notturna di negoziati. L’annuncio è arrivato dalla presidenza ucraina, tramite comunicato. Stando a quanto anticipato dalla tv ucraina, l’intesa, che deve essere formalizzata alle 11 ora italiana nel palazzo presidenziale a Kiev, prevede elezioni presidenziali anticipate, un governo di coalizione e una riforma costituzionale. Nel frattempo il ministero dell’Interno ha reso noto che sono 16 i poliziotti morti nei violenti scontri degli ultimi giorni mentre sono rimasti feriti 565 agenti, di cui 410 sono stati ricoverati in ospedale. Inoltre, sarebbero ben 130 i poliziotti feriti da colpi d’arma da fuoco. Giovedì è stato un altro bagno di sangue, con 75 vittime ufficiali, oltre 100 secondo la piazza. Il Parlamento ucraino ha condannato ancora una volta l’uso della forza contro i manifestanti.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 21, 2014
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La Fiorentina impegnata in Europa: scontri e arresti per i tifosi
Inizia con gli scontri tra i supporters viola e quelli danesi la trasferta per l’Europa League della Fiorentina. Una rissa scoppiata presso un pub di Esbjerg ha portato, la scorsa notte, all’arresto di un tifoso della Fiorentina e di alcuni supporter del club danese. A renderlo noto fonti di polizia a Firenze, che segue le tifoserie delle squadre impegnate nelle partite valide per le coppe internazionali. Il tifoso viola è stato processato questa mattina davanti a un giudice danese che lo ha condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria, quindi è tornato in libertà.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
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Scontri a Kiev: alcuni atleti ucraini abbandonano i Giochi Olimpici
Si fa sempre più incandescente la situazione a Kiev, martoriata dai feroci scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti antigovernativi. E anche a Sochi, dove si stanno disputando le Olimpiadi Invernali, se ne risentono gli effetti. Alcuni dei 43 atleti che formano la delegazione ucraina, infatti, hanno deciso di lasciare i Giochi dopo le violenze e i morti negli scontri in patria. Mark Adams, portavoce del Comitato olimpico internazionale, ha spiegato: “Alcuni di loro hanno deciso di ritornare a casa. Sergei Bubka (presidente comitato olimpico ucraino, ndr) rispetta la loro decisione”. Nel frattempo la sciatrice Bogdana Matsotska ha annunciato su Facebook la propria decisione come forma di protesta contro il presidente Ianukovich e per solidarietà con i manifestanti di Kiev. “Mi rifiuto di gareggiare ancora”, ha scritto l’atleta, accusando il presidente di “irresponsabilità”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
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Finisce la tregua a Kiev: si aggrava il bilancio dei morti
Nonostante mercoledì il presidente Viktor Ianukovich avesse annunciato una tregua, i combattimenti tra la polizia e i manifestanti antigovernativi nel centro di Kiev sono già ripresi con i nuovi scontri che hanno incrementato il bilancio dei morti. Il ministero della Salute ucraino ritiene che le vittime siano 28 mentre in ospedale si trovano ancora 287 feriti, tra i quali anche quattro minorenni e due cittadini stranieri.
Tra i manifestanti ha fatto la sua apparizione anche un cecchino che spara sulla polizia dall’edificio del conservatorio di Kiev. In una nota, il ministero dell’Interno sostiene che abbia già ferito oltre 20 agenti. Il conservatorio si affaccia su Maidan, la piazza centrale della città.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 20, 2014
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Il video dell’uomo che attraversa la violenza di Kiev suonando
Gli scontri impazzano in piazza a Kiev, in Ucraina, ma c’è chi sembra non accorgersene e incede tra il fuoco e la violenza. E’ un uomo che, nel mezzo della guerriglia, incede suonando la sua cornamusa, con le note che si confondono in mezzo ai rumori della lotta, tra pietre e veicoli in fiamme. Il video, ovviamente, corre rapido sul web:
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2014
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Paura per il Valencia: trasferta per l’Europa League nella Kiev della violenza
Nel centro di Kiev la città è messa a ferro e fuoco: impazzano gli scontri tra i manifestanti oppositori del presidente Yanukovych e le forze dell’ordine e la situazione è precipitata in una guerriglia urbana, con già 25 persone morte e innumerevoli feriti. Proprio in questo contesto si giocherà, giovedì, il match dei sedicesimi di finale di Europa League tra la Dinamo Kiev e il Valencia. Gli spagnoli sono chiaramente preoccupati per il clima che troveranno al loro arrivo, previsto per oggi alle 18, nella città ucraina e già ieri mattina i responsabili del club iberico hanno avviato una serie di contatti con i colleghi ucraini della Dinamo, con la Uefa e con l’ambasciata spagnola a Kiev per capire se fosse il caso di annullare la trasferta. Spiega Calcioblog:
In primo momento il Valencia aveva avanzato la proposta di giocare la prima partita al Mestalla per poi temporeggiare in vista del ritorno (magari da disputare in un’altra città ucraina), ma i vertici del calcio europeo hanno insistito nel voler rispettare il calendario tranquillizzando i valenciani; anche l’ambasciata ha dato parere positivo affinché la gara venisse giocata senza problemi, al che dalla Spagna non hanno potuto che confermare il viaggio e domani saranno regolarmente in campo. Nonostante questo hanno preso delle precauzioni, una su tutte non effettueranno nessuna rifinitura della vigilia allo Stadio Olimpico, ma rimarranno asserragliati nell’hotel Opera Kiev, a due chilometri dal centro caldo della rivolta, dove il tecnico Pizzi terrà anche la consueta conferenza stampa; dopo la partita prenotato un volo immediato per Valencia, con rientro a casa nella notte.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2014
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Continuano gli scontri a Kiev: verso la guerra civile?
Non si placa la situazione in Ucraina dove la polizia è impegnata in accesi scontri contro i manifestanti antigovernativi. Granate lacrimogene e un nuovo assalto sulla Maidan, la piazza centrale di Kiev, da parte delle truppe antisommossa ucraine, che si sono posizionate intorno al monumento al centro della piazza, cuore delle proteste antigovernative. Continuano gli scontri a Kiev dopo l’ultimatum rimasto inascoltato lanciato dalle autorità: nelle ultime ore il numero di morti è salito a 25 ma potrebbe essere destinato ad aumentare ulteriormente. Gli agenti delle forze speciali ‘Berkut’ sono tanti e ben equipaggiati ma trovano a fronteggiarli migliaia e migliaia di dimostranti, alcuni dei quali armati di spranghe, qualcuno anche di pistole. Alle granate lacrimogene della polizia i manifestanti rispondono con pietre, molotov e fuochi d’artificio, mentre centinaia di pneumatici vengono bruciati per creare una cortina di fuoco e fumo che freni l’attacco degli agenti. Questi ultimi hanno raggiunto Maidan aprendosi un varco nelle barricate costruite dai manifestanti a forza di manganellate e fucilate, per lo più con proiettili di gomma. Gli agenti sono però accusati di aver usato anche fucili caricati con proiettili convenzionali. Secondo il direttore sanitario del centro medico degli insorti, uno dei manifestanti morti è stato colpito alla testa da un colpo d’arma da fuoco. Nelle violenze si registrano circa 180 agenti feriti, 157 dei quali ricoverati in ospedale. I feriti tra i manifestanti, invece, secondo l’opposizione sono più di 150. Il timore, ora, è che la situazione si trasformi in una guerra civile mentre si sono segnalate violenze anche in alcune città dell’Ucraina occidentale, tra cui Leopoli, roccaforte dell’opposizione più nazionalista, dove circa 5.000 insorti si sono impossessati di un deposito di armi.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2014
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Kiev: la città ridotta a un teatro di guerra
Violenza a Kiev dove si sono acutizzati gli scontri tra la polizia e i manifestanti dopo che un cordone di agenti ha impedito a un corteo di avvicinarsi al Parlamento mentre era in corso la discussione di una riforma costituzionale per ridurre i poteri del presidente. A nulla è servito l’ultimatum del governo che ordinava ai manifestanti di ritirarsi. Si contano tredici i morti, sette civili e sei poliziotti, oltre 150 i feriti. Mentre i manifestanti antigovernativi occupano la piazza, gli agenti premono su due lati della piazza e nella zona si vedono fiammate di bombe molotov e si sentono scoppi di lacrimogeni. In un comunicato del ministero dell’Interno e dei servizi speciali si era letto: “Avvertiamo le teste calde dell’opposizione: il potere ha i mezzi per ristabilire l’ordine. Saremo costretti a ricorrere a misure più forti se le violenze non cesseranno entro le 18”.
Mentre la violenza invade la città, il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier mette in guardia Kiev su “possibili ripensamenti sulle sanzioni” da parte dell’Ue, secondo quanto si legge in una nota diramata dal ministero. A questo punto, dice il testo, punto non si possono escludere “sanzioni personali” contro i “responsabili” delle violenze in Ucraina. Anche la Casa Bianca ha esortato il presidente ucraino Viktor Ianukovich a fare di tutto per porre fine alle violenze. Anche la Nato è intervenuta, attraverso il suo segretario generale. “Sono gravemente preoccupato per il ritorno della violenza in Ucraina e per le notizie sui morti a Kiev”, ha detto Rasmussen, facendo “appello a tutte le parti” perché fermino la violenza e “riprendano urgentemente il dialogo” nonché “il processo parlamentare”.
Durante gli scontri sono stati utilizzati, da parte delle forze dell’ordine, manganelli, lacrimogeni, granate assordanti e proiettili di gomma, mentre i manifestanti hanno a loro volta utilizzato mazze e lanciato pietre. Almeno 150 manifestanti sono rimasti feriti, 30 in modo grave, mentre sono 37 gli agenti contusi. Secondo il Kyiv Post, alcuni dimostranti hanno spostato un mezzo della polizia che bloccava il passaggio al Parlamento e hanno iniziato gli scontri. Per quel che riguarda i danni, almeno tre camionette della polizia sono andate a fuoco. Gli incendi sono dovuti al lancio di molotov da parte dei dissidenti. Circa 5.000 manifestanti sono arrivati davanti alla sede dell’organo legislativo, il cui ingresso principale è a circa 200 metri dal luogo degli scontri. Alcune delle tende dei manifestanti in piazza Maidan sono in fiamme. I dimostranti rimasti continuano da parte loro a bruciare pneumatici all’imbocco della piazza,su via Institutska, per creare una sorta di cortina di fuoco e fumo. Il ministero degli Esteri russo ha affermato che il ritorno della violenza nelle strade del centro di Kiev è il “risultato diretto” della politica occidentale. In una nota vengono inoltre accusati “i politici occidentali e le organizzazioni europee di incoraggiare le provocazioni contro il potere legale” in Ucraina.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 18, 2014
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San Valentino di sangue a Parigi: uccide la fidanzata vicino all’Arco di Trionfo
E’ morta una donna, oggi, raggiunta da tre pallottole, due delle quali al torace. L’omicidio, avvenuto a Parigi sull’avenue de la Grande Armèe, a due passi dall’Arco di Trionfo, sarebbe avvenuto per mano del compagno della vittima, che alvorava in un bar. Il presunto assassino è stato fermato dalla polizia nei pressi del bar e ora si trova in stato di fermo. L’ipotesi è che l’uomo abbia agito per gelosia.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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Trasferta? Meglio chiamarla Odissea: i tifosi giallorossi bloccati al San Paolo
Non solo la sconfitta della Roma per 3 reti a zero e la conseguente eliminazione dalla Coppa Italia, non solo gli scontri con i tifosi partenopei, ma anche tenuti “in ostaggio” allo stadio San Paolo. E’ Repubblica a spiegare che circa 500 tifosi giallorossi provenineti dalla capitale ieri sera si sono visti costretti a restare all’interno dell’impianto terminato il match. Questo perchè non era stata accolta da Trenitalia la richiesta inviata dalla Questura di Napoli di organizzare un treno speciale. I supporters hanno dovuto in tal modo attendere il primo treno della mattina per tornare a Roma, e fino alle 4 di notte non si sono potuti muovere dallo stadio in quanto non c’erano le condizioni di sicurezza per attendere la partenza in stazione.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
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Esponenti del movimento per la casa arrestati per episodi di violenza
Sono finiti in manette 17 esponenti dei movimenti di lotta per la casa, tra cui due leader, a opera della digos e dei carabinieri di Roma. Gli arrestati sono considerati responsabili degli episodi di violenza commessi contro le forze dell’ordine il 31 ottobre durante una manifestazione. In quella data si svolgeva la conferenza Stato-Regioni e in via del Tritone erano stati schierati agenti e militari per consentirne il regolare svolgimento ma si verificarono tensioni e l’assalto a un blindato dei carabinieri.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
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Forconi vicino a Montecitorio a Roma: cori contro il Governo e il Parlamento
I Forconi sono arrivati nei pressi di Montecitorio, sventolando bandiere tricolori e si sono elevati cori contro il governo e il Parlamento. Il leader del coordinamento 9 dicembre, Danilo Calvani, si è dissociato dal blitz, spiegando che quegli attivisti non fanno parte del suo coordinamento. “Ci dissociamo assolutamente da quel sit-in – dice al telefono – non ci rappresentano”. Probabilmente, secondo quanto sin apprende, si tratta di un’altra ala dei Forconi, più vicina ai movimenti di estrema destra. A questo punto una manifestante si è messa da sola a fronteggiare la polizia. La donna ha cominciato ad urlare agli agenti “voi da che parte state?”
Pubblicato da tdy22 in febbraio 10, 2014
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Shock in Brasile: il reporter muore in diretta video colpito da un petardo
Shock in Brasile dove il reporter della tv Bandierantes, per la quale lavorava da dieci anni, è stato colpito da un peterdo alla testa mentre stava filmando gli scontri avvenuti durante una manifestazione di protesta per l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici nella capitale carioca. Il reporter 49enne, Santiago Andrade, è stato dichiarato cerebralmente morto dai medici dell’ospedale “Souza Aguiar” di Rio de Janeiro. Il grosso petardo è stato molto probabilmente lanciato da un gruppo di black-bloc che si stavano scontrando con la polizia. Il cameraman aveva riportato lo sfondamento del cranio ed era in coma farmacologico dopo aver subito un intervento chirurgico. Il giovane che ha lanciato l’ordigno esplosivo è stato fotografato da un collega della vittima, che ha consegnato le immagini alla polizia che ha già identificato il 17enne. Il giovane ha ammesso di aver passato il petardo ad un altro manifestante, che lo ha lanciato contro il cameraman. Mancano ormai pochi mesi ai Mondiali di Calcio e il Paese è diviso a causa della polemica sulla sicurezza.
+++IMMAGINI SCONSIGLIATE A UN PUBBLICO SENSIBILE+++
Pubblicato da tdy22 in febbraio 10, 2014
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Follia ultrà Napoli: l’attacco alla polizia era stato pianificato
Scontri ieri a Napoli, presso lo stadio San Paolo, prima del fischio d’inizio di Napoli Milan. E ora si scopre che l’agguato contro le forze dell’ordine faceva parte di un piano studiato a tavolino e programmato nei minimi dettagli. Gli scontri, quindi, non sono stati casuali. La strategia era stata messa a punto e ha portato a un bilancio pesante: cinque agenti finiti in ospedale e tre mezzi della Polizia danneggiati. A occuparsi delle indagini sono gli uomini della Digos della Questura di Napoli. Nelle prossime ore gli investigatori completeranno l’informativa che verrà spedita al procuratore aggiunto Gianni Melillo, che coordina il pool di pm che indagano sui cosiddetti reati da stadio. Per quel che riguarda i poliziotti feriti: uno di loro è rimasto ustionato dal lancio di un petardo che gli ha incendiato la divisa, un secondo è stato ricoverato per lesioni al timpano dell’orecchio. Una Fiat Punto della polizia è andata completamente distrutta dall’incendio causato dopo il lancio di alcune bombe carta, mentre altri due furgoni risultano seriamente danneggiati.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 9, 2014
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Incidenti prima di Napoli-Milan: in fiamme auto della polizia

L’ incendio della «Punto» della polizia è stato spento dai vigili del fuoco, ma l’auto è andata distrutta. Le condizioni dei poliziotti rimasti feriti dai lanci di pietre e petardi non sono gravi. Il lancio di pietre e petardi contro la polizia è scattato quando la barriera di agenti del reparto mobile si è frapposta tra i milanisti ed i supporters del Napoli.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 8, 2014
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Il video del cane-soldato prigioniero di guerra
Sono stati dei combattenti talebani che, via Twitter, hanno diffuso il filmato che mostra un cane catturato lo scorso dicembre durante un conflitto nella provincia afghana di Laghman. L’animale, spiegano, sarebbe appartenuto ai soldati occidentali. Si tratta di Colonel, un cane di razza malinois, un pastore belga, coperto con un giubbotto dotato di alcuni dispositivi militari, in particolare di una torcia, una telecamera e un congegno Gps. Nel video, dove ringraziano il loro dio per il successo ottenuto con le armi in pugno, il cane è mostrato come un bottino di guerra mentre l’animale sembra più confuso che spaventato dai ruoi rapitori, tanto da arrivare a scodinzolare senza mostrare agitazione particolare. Zabiullah Mujahid, uno dei portavoce dei talebani, ha spiegato che le immagini, diffuse questa settimana, sono state registrate nel distretto Alin Nigar a fine dicembre e che il cane catturato era dotato di sofisticati congegni elettronici. “I mujahidin hanno valorosamente fatto dura resistenza contro le truppe per ore”, ha poi affermato. E “il cane era di grande importanza per gli americani”, ha aggiunto. Stando a quanto riporta il Washington Post, tuttavia, Colonel non sarebbe un cane Usa: apparteneva ad un’unità dell’esercito britannico.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 7, 2014
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“Il video di Casaleggio sarebbe piaciuto a Goebbels”: e i grillini insorgono
Nuovo “nemico” per Grillo e il Movimento 5 Stelle, che hanno messo alla gogna mediatica Philippe Daverio dopo che il critico d’arte, ospite alla traasmissione Otto e mezzo, ha commentato così le esternazioni del leader 5 Stelle: “Continua il percorso inarrestabile verso la trashologia. Grillo già un po’ mi spaventa, per un certo verso”. Ancora più duro nei confronti di Casaleggio: “Quello che veramente mi inquieta è il socio, quello travestito da cieco di Sorrento, quello con gli occhialini scuri. Casaleggio, io lo pronuncio con un certo riserbo quel nome lì”. E prosegue commentando il video “Gaia – The future of politics”, il corto sperimentale del 2008 che ipotizza possibili scenari del futuro caricato su Youtube dalla CasaleggioAssociati: “Ho visto quel suo video, Gaia, e mi ricorda una certa propaganda degli anni ’30 che preferisco dimenticare e questo mi mette un po’… Quel video lì è una roba che sarebbe piaciuta molto a Goebbels, anzi se avesse potuto farlo lo avrebbe fatto lui. Siccome io vengo da quel mondo lì e conosco un po’ più di altri quanto è stato drammatico, in questo momento non lo auguro ai miei concittadini italiani.”
La risposta arriva durissima dal blog di Grillo, dove Daverio è “il giornalista del giorno”. Le parore sono pesanti nei commenti che vi si leggono: “Squallido analista politico, uno dei più indegni giudizi sul movimento di Grillo che abbia mai ascoltato o letto, fiancheggiato dall’inguardabile (anche dal punto di vista fisico, oramai) conduttrice Gruber” scrive Giorgio. “Sempre la solita storia, ma perché quando abbiamo paura di qualcuno tendiamo sempre a crocifiggerlo?” gli fa eco Massimo. E ancora “I media e la strategia del terrore”. “Un altro buffone da circo pseudo critico d’arte parassita dei cittadini e stipendiato rai che ha dato il meglio di se in un programma a senso unico. Basta è ora di finirla. Sparite e abbiate il buon gusto di stare zitti”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
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Scontri all’Università al Cairo: muore uno studente
Sono iniziati questa mattina gli scontri tra gli studenti che sostengono il presidente egiziano deposto Mohamed Morsi e le forze di sicurezza presso l’Università di al-Azhar al Cairo. Uno studente è morto negli scontri, come riferisce all’agenzia d’informazione “Anadolu” Mahmoud al-Azhari, portavoce del gruppo “Studenti contro il Golpe”, schierato con il movimento dei Fratelli Musulmani, al quale Morsi appartiene. La vittima è Khalid al-Haddad, ucciso da alcuni proiettili sparati dalla polizia davanti alla Facoltà di Economia e Commercio. Sempre stnado a quanto riferito dal portavoce ha quindi sottolineato che le forze di sicurezza hanno anche sparato lacrimogeni contro gli studenti pro Morsi che chiedevano ai loro colleghi di boicottare la sessione di esami. Con la morte dello studente sale a 6 il numero delle vittime in poco più di 24 ore, all’indomani dell’arresto di oltre 250 manifestanti islamisti. Il quotidiano governativo “al-Ahram” riporta che i disordini hanno preso l’avvio quando gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti, che stavano impedendo agli altri studenti di entrare nell’ateneo. I dimostranti hanno allora reagito scagliando sassi e incendiando cataste di pneumatici. Hanno quindi appiccato il fuoco alle facoltà di Commercio e Agricoltura, come mostrato in diretta dalla televisione statale. A quel punto la polizia ha cominciato a effettuare cariche per disperderli, ma senza grandi risultati. L’incendio, che si è esteso a due piani, è stato in seguito estinto dai pompieri.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/28/scontri-alluniversita-al-cairo-muore-uno-studente/
La polizia picchia furiosamente le donne che protestano contro una legge
Venerdì, il governo conservatore di Mariano Rajoy ha approvato un progetto di legge sull’aborto più restrittivo delle norme in vigore dal 1985, modificate nel 2010 dalla maggioranza progressista di José Luis Rodriguez Zapatero, che pose la legislazione spagnola all’avanguardia in Europa. Se il progetto verrà approvato, com’è più che probabile sia, l’aborto sarà un reato, anche se solo per i medici e non per la donna, e potrà essere consentito solo in pochi casi e ben specificati. Il Pp aveva fatto di questa riforma uno dei punti salienti del programma elettorale con cui vinse le elezioni nel 2011. L’approvazione del progetto di legge viene però contestato dalle femministe e dal Partito socialista (Psoe) che lo definisce “cinico e ingiusto”. L’opposizione annuncia battaglia per cancellare una legge che colpisce “l’autonomia delle donne per esercitare liberamente la loro maternità”. Chiede il voto segreto e si appella alle 76 deputate del Pp per modificare il testo. Ma le possibilità che ciò avvenga sono molto scarse. La decisione non poteva non suscitare polemiche e proteste e la scorsa notte sono state tre le persone fermate, stando a quanto le fonti della polizia a EFE, con l’accusa di resistenza, disobbedienza e aggressione a tutori dell’ordine. Periodismo Humano ha pubblicato un video che mostra come la polizia abbia identificato e picchiato delle manifestanti. In seguito, il gruppo Nosotras decidimos ha convocato una nuova protesta per chiedere le dimissioni del ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardón.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/21/la-polizia-picchia-furiosamente-le-donne-che-protestano-contro-una-legge/
Corteo contro il lusso a Firenze: scontri tra antagonisti e polizia
Scontri a Firenze nel pomeriggio dove 200 antagonisti erano intenzionati a svolgere un corteo nelle strade del centro. Il bilancio, stando a quanto viene riportato, parla di cinque poliziotti rimasti feriti o contusi. Secondo quanto appreso uno è rimasto colpito al volto da un corpo contundente durante uno dei tafferugli mentre un agente è stato ustionato ad una mano da un candelotto fumogeno acceso dai manifestanti. Un altro si è fatto curare al pronto soccorso per un colpo al collo. Nessuno, comunque, risulta aver avuto bisogno di un ricovero in ospedale. La protesta contro il lusso ha portato ai contatti più intensi in via Cavour, all’altezza di piazza San Marco.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 21, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/21/corteo-contro-il-lusso-a-firenze-scontri-tra-antagonisti-e-polizia/
“Ridete di noi?” e scatta la rissa. Massacrati di botte quattro ragazzi
Una serata in discoteca, dopo di che un salto a Sacile, in provincia di Treviso, per mangiare un panino alla Salamella, un chiosco che resta aperto fino alle sette di mattina e “sfama” i giovani reduci dalle nottate in discoteca. Ma qui è accaduto il peggio, alle prime luci di domenica mattina. Quattro ragazzi tra i 17 e 18 anni, alcuni ancora studenti, che abitano a Godega Sant’Urbano e a Cordignano, sempre in provincia di Treviso, sono arrivati al chiosco, parlando e ridendo tra loro. A quel punto due giovani albanesi, che vivono in Provincia di Pordenone, si sono avvicinati e uno di loro ha chiesto: “Ridete di noi?”. La risposta “No, no, stiamo parlando tra di noi”. Ma non è bastato: gli albanesi hanno dato il via a una rissa, picchiandoli senza motivo, spaccando nasi e perfino continuando a prendere a calci in testa un 17enne quando ormai era già a terra: i colpi sono stati così violenti che ha avuto un’amnesia.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 16, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/16/ridete-di-no-e-scatta-la-rissa-massacrati-di-botte-quattro-ragazzi/
Fumogeni e bombe carta vs cariche e lacrimogeni: scontri a Venezia
Giornata calda oggi a Venezia, in Piazzale Roma, dove erano in programma due manifestazioni contrapposte, una delle realtà antagoniste, l’altra di Forza Nuova. La polizia ha reagito al lancio di fumogeni e bombe carta con alcune cariche ed il lancio di lacrimogeni. Il ponte di Calatrava è stato chiuso al transito. E’ il Gazzettino a raccontare quanto accaduto nel capoluogo veneto dove, durante la fase più cruenta degli scontri, i giovani dei centri sociali hanno lanciato verso le forze dell’ordine alcune transenne e bidoni dei rifiuti. La polizia ha risposto con cariche di alleggerimento e il lancio di lacrimogeni. Dal gruppo antagonista è partita quindi una sassaiola. Due giovani dell’area antagonista sono stati fermati dalla Questura dopo gli scontri con polizia e carabinieri in Piazzale Roma a Venezia. Secondo le prime informazioni, nei tafferugli avrebbero riportato leggere ferite e contusioni una decina di uomini delle forze dell’ordine. Stando a quanto riportato da fonti No Global, ci sarebbero 2-3 feriti alla testa, altri militanti con il naso rotto e due persone raggiunte da lacrimogeni all’addome. In seguito, la tensione è scesa con polizia e carabinieri che hanno ripreso il totale controllo dell’area ma la preocupazione è rimasta alta, perchè verso le ore 15 in Piazzale Roma era confluito anche il corteo di Forza Nuova, composto da 150 persone. A Venezia gli spiriti erano infervorati da giorni, come spiega ancora il Gazzettino. Doveva svolgersi un corteo di Forza Nuova, appuntamento alle 14.30 in piazzale Roma. In seguito la questura, proprio per evitare scontri, ha stabilito che quel corteo si sarebbe svolto al Tronchetto. I centri sociali hanno fatto la loro contromossa: stesso giorno, stesso luogo, appuntamento mezz’ora prima, obiettivo: impedire all’estrema destra di sfilare. Il gruppo dei centri sociali era formato da circa 250 persone, alcune con caschi in testa e con grossi scudi di protezione, per cercare di forzare il blocco di polizia e carabinieri alla base del ponte. I dimostranti intendevano avanzare verso l’area della stazione ferroviaria, interdetta dalla questura. Nel mezzo, però, si sono trovate le forze dell’ordine che hanno impedito ai centri sociali di raggiungere la stazione: si è scatenato il caos. In tutto questo c’è stato un fuggi fuggi generale, con molte persone in attesa degli autobus sul piazzale che sono fuggite per mettersi al riparo. L’Actv ha quindi deciso per motivi di sicurezza di deviare gli autobus di linea verso l’isola del Tronchetto. Tommaso Cacciari, portavoce dei “Disobbendienti veneziani”, ha accusato: “Ci hanno sparato addosso una pioggia di lacrimogeni ad altezza d’uomo: alcuni di noi, per questo, hanno ustioni allo stomaco e alla pancia”. Tra i dimostranti – ha riferito Cacciari – vi sarebbero diversi feriti, nessuno in gravi condizioni. “Ci hanno prima bloccato davanti al ponte della ‘Costituzione’ – racconta – con un numero di agenti pari solo a quelli utilizzati quando c’è stata la Lega, poi siamo stati caricati duramente. Il corteo si è difeso e ci sono state altre cariche”. In seguito agli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti il nodo di Piazzale Roma, unico punto d’accesso a Venezia per auto e pullman, è stato chiuso precauzionalmente al traffico. Tutti i mezzi su gomma in arrivo verso la città lagunare sono stati fatti deviare verso l’isola in cui si trova il grande parcheggio del Tronchetto. Sul Ponte della Libertà che collega Mestre a Venezia si è formata di conseguenza una lunga coda, che ha reso difficile anche il passaggio dei rinforzi delle forze dell’ordine. Verso le 17 piazzale Roma è stato riaperto e la situazione è cominciata a tornare alla normalità.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 14, 2013
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Contestazioni a Milano 44 anni dopo piazza Fontana. Maroni: “i fascisti sono loro”
Era il 12 dicembre 1969 una bomba posta dentro la Banca dell’Agricoltura fece 17 morti e 84 feriti e ieri, a Milano, si sono avute le celebrazioni per il 44esimo anniversario di quella strage. E non sono mancate le contestazioni al presidente della Regione Roberto Maroni e al sindaco Giuliano Pisapia, entrambi nel mirino degli antagonisti nel corso della deposizione delle corone alle 16.37 (ora dell’ esplosione) davanti l’ingresso della Banca. Per quel che riguarda il leghista, è stato ricoperto da cori di “Fascista, vergognati. Fuori dalla piazza”. Ribatte il governatore: “Li compatiscono. Sono loro i veri fascisti”. Al primo cittadino del capoluogo lombardo non è andata meglio, visto che è stato accolto al grido di “Fascista. Smettila di stare con loro”. Una breve tregua c’è stata in occasione del minuto di silenzio, mentre per il resto del tempo la polizia è stata impegnata nel respingere i centri sociali che volevano superare le transenne che li dividevano dalle autorità. Pisapia ha espresso il suo pensiero in Facebook: “Passano gli anni, ma non la determinazione nel trovare giustizia e verità, perché la ferita è ancora aperta”. Senza proteste, invece, il corteo che da piazza Scala alle 17.30 ha raggiunto piazza Fontana dov’è stata letta una lettera del presidente della Camera, Laura Boldrini: “Comprendo il senso di disaffezione e di delusione dei familiari delle vittime, perchè lo Stato non può non dare risposta dopo 44 anni”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
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