Che tempo che fa per Maradona?

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Ospite di Fabio Fazio, Diego Armando Maradona si racconta, sia come uomo che come professionista. Un’intervista a tutto tondo che ha toccato molti aspetti nella vita del campione. Arrivato alle 20.44 in anticipo rispetto agli accordi presi Diego Armando Maradona è sceso dal pickup mano nella mano con la sua compagna Rocio Oliva, vestito in nero e con crocefisso disegnato  sulla parte posteriore della giacca. Era stato lo stesso Fazio a correre nel pomeriggio all’hotel dove alloggiava Maradona, per paura che il campione potesse ripetere la buca che diede a Maurizio Costanzo. Il conduttore di che tempo che fa però era stato rassicurato da quel lungo colloquio con l’ex Pibe de Oro. Nessuna buca da parte del campione che è stato accolto, oltre che da fazio anche da Gianni Minà che ha curato tempo fa anche la collana di dvd per la Gazzetta dello Sport.

Dopo l’intervento della Littizzetto entra in studio e ci tiene a puntualizzare che lui un uomo normale non lo sarà mai. “Tu sai che ho disputato l’80% della mia carriera in Italia, per tutto quello che ho fatto, grazie a Dio, non sarò mai un uomo comune. Vado in vacanza – dice ancora Maradona – in paesi in cui il calcio non è seguito, altrimenti non riuscirei a rilassarmi. Spesso mi capita di incontrare persone che mi dicono di avergli salvato la vita, magari erano inviati in Iraq, c’era la guerra e mostrando una mia foto li hanno lasciati passare. Ma io non ho mai voluto l’esempio di nessuno. Gli unici esempi sono il padre e la madre. Io posso essere da esempio, in parte, sul campo da calcio. Ma finisce lì”.

Diego Armando Maradona è molto diretto anche con il conduttore della trasmissione:  “Tu hai dei nemici, io lo so – dice Maradona a Fabio Fazio -: non sei apprezzato perché dici la verità e in questo paese, come in Argentina, non va bene. Non si può andare controcorrente e questo, invece, mi piace di te”.

Poi parla del suo periodo buio, quello legato alla droga: “Io non ho avuto, grazie a dio, dottori, psicologici perché per questo ci sono dei valori, come l’amore di una figlia che non ti può dare nessuno. La droga è tanto cattiva, difficile da sconfiggere. L’amore e l’affetto delle mie figlie mi hanno salvato. Non mi drogo più da dieci anni”.

e sul numero 10 afferma “Una volta il numero 10 era un simbolo. Ora lo portano anche giocatori qualsiasi… Il gol del secolo? Sapevo che sarei andato in porta. Shilton non ci ha capito niente…” e anche il Boca è uno dei ricordi più cari all’ex giocatore “Io ho sempre voluto giocare nel Boca. Loro non avevano soldi, e mi hanno comprato a cambio di un appartamento, non so bene dove… E uno dei gol più belli resta quello al River nel 1981”. Poi attaca anche i giocatori di oggi, quelli che sembra che giochino per pubblicità o che cambiano maglia facilmente:  “Il giocatore più forte dopo di me?  Ce ne sono stati tanti: Careca, Rijkaard, Gullit, Van Basten, Matthaeus… Io non so se oggi i giocatori sono più forti o meno. A volte sembra giochino per le pubblicità. Cambiano maglia con troppa facilità, un tempo non era così”.

Parla anche dei suoi guai fiscali: “Non sono un evasore e lo dico senza problemi a Equitalia. Si occupino di chi ha firmato i contratti, di Coppola o Ferlaino, che oggi possono girare indisturbati. A me invece tolgono gli orecchini, gli orologi. Oggi però non ce l’ho. Mi hanno cercato degli sponsor offrendosi di pagare il mio debito per farsi pubblicità, io ho rifiutato perché non sono un evasore. Voglio la verità. Chi si fa pubblicità sono quelli di Equitalia che vengono da me. Ma hanno un altro lavoro, il loro lavoro non è Maradona. Io non mi nascondo”.

Ma l’amarezza non è solo per Equitalia ma anche per i suo Napoli dal quale De Laurentiis lo tiene lontano: “Io sulla panchina del Napoli? De Laurentiis non mi vuole” epoi quei mondiali che saranno una magra consolazione per il Brasile:  “I Mondiali saranno un sacrificio grande per la gente: ci sono cose più importanti che il Brasile vinca la Coppa del mondo, non credo che ne abbia bisogno. In Brasile avranno un Mondiale e l’Olimpiade ma per la gente tutto questo avrà un costo molto alto. In Brasile la gente avrebbe bisogno di altre e più cose e non del campionato mondiale. Prima si deve lasciare mangiare le persone, e poi fare questo”. Un’altra battuta, stavolta su quegli Usa che non ha mai amato: “gli americani credono di comandare il mondo, ma noi non siamo americani”.

 

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