Vogliono difendere la figlia dalla bulla: finisce in rissa tra genitori

lite_donne-tuttacronacaPresunto bullismo in una scuola di Roma e i genitori accompagnano la figlia a scuola per denunciare la vicenda al preside. Ma una volta davanti all’edificio la famiglia incrocia proprio la sospetta bulla, anche lei accompagnata da madre e padre. A questo punto i genitori della presunta vittima scelgono di affrontare la ragazzina a parole, con le buone, ma l’adolescente aggredisce quella che per lei è un’aguzzina e le procura lesioni giudicate poi guaribili in pochi giorni. A quel punto scoppia la rissa: il papà della presunta bulla recupera nella sua auto un’ascia e interviene a sua volta provocando la fuga di genitori, figli e insegnanti che cercano riparo nella scuola. Tutti denunciati i protagonisti, con accuse diverse, dai danneggiamenti alle minacce.

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18enne ucciso ad Ercolano: morto per difendere il nipote del boss

omicidio-ercolano-tuttacronacaGaetano Lavini è morto a causa di una coltellata inflittagli ieri pomeriggio in traversa Mercato ad Ercolano. Da quanto emerge dalle indagini che i carabinieri stanno conducendo, il 18enne ha perso la vita per difendere il nipote del boss Giovanni Birra dalla spedizione punitiva partita dalla zona di influenza del clan Ascione. Nel frattempo è stato identificato anche il suo assassino, allo stato irreperibile, un maggiorenne ma giovanissimo come la sua vittima.  Stando a quanto ricostruito dai militari, Lavini ha tentato di difendere il diciassettenne rimasto lievemente ferito dalla spedizione punitiva e in quel frangente ha rimediato il fendente mortale. A quanto pare il nipote del boss Birra nelle settimane scorse aveva avuto un diverbio con coetanei legati al clan avversario a quello della sua famiglia e ieri pomeriggio la gang lo ha affrontato sotto casa allo scopo di fargliela pagare: Lavini ha cercato di difenderlo ed ha avuto la peggio.

Rissa ad Ercolano: perde la vita un 18enne

omicidio-ercolano-tuttacronacaE’ costata la vita a un 18enne una rissa scoppiata nella serata di sabato 1 marzo a Ercolano. Il giovane, Gaetano Lavini, ha riportato gravi ferite di arma da taglio ed è morto poco dopo essere stato portato all’ospedale Maresca di Torre del Greco. Nella rissa anche un 17enne è rimasto ferito e proprio su di lui si concentrano le attenzioni degli investigatori che stanno al momento indagando per cercare d’identificare i responsabili. Al momento non è stata ancora trovata l’arma. Non viene escluso che la rissa sia stata una sorta di regolamento di conti, una vendetta maturata per una lite scoppiata una settimana fa al confine con Torre del Greco. Don Marco Ricci, il parroco della chiesa di Santa Maria della Consolazione particolarmente impegnato nel sociale, ha riferito che “il giovane sarebbe diventato presto papà. Il diffondersi di armi da taglio, facili da procurarsi e da occultare, ricorda il sacerdote, “ha spinto qualche anno fa il cardinale Crescenzio Sepe a formulare l’appello ai giovani ‘deponete i coltelli'”.

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Quattro metri di neve sopra i tetti: Vigili del Fuoco al lavoro in Lombardia

neve-madesimo-tuttacronacaE’ allarme in provincia di Sondrio dove la fitta neve caduta nei giorni scorsi rischia di provocare danni ingenti. I tetti degli edifici pubblici di Madesimo sono infatti ricoperti da quattro metri di bianco manto e al momento sono al lavoro i vigili del fuoco per ripulirli. Sul luogo si trovano un’autoscala e cinque operatori in servizio straordinario, oltre ai volontari dei distaccamenti di Mese, Campodolcino e Madesimo e al personale impegnato nei normali turni. “Ci stiamo concentrando in particolare scuole, asili e uffici comunali, ma anche sulle costruzioni affacciate sulle piazze – spiegano – Puntiamo a scongiurare i rischi di crollo dei tetti e anche quello delle minivalanghe provocate dalla neve che cade a terra”. Se le condizioni meteorologiche non peggioreranno, i vigili del fuoco saranno impegnati in queste operazioni per almeno altri dieci giorni.

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Si sfiora la rissa in ospedale a Cagliari: il bebè con tre papà

baby-tre-padri-tuttacronacaScena insolita all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove nel reparto di ostetricia e ginecologia è stata sfiorata la rissa per un bebè. La paternità del neonato, figlio di una donna nigeriana, è stata infatti rivendicata da ben tre uomini che, giunti in reparto, hanno iniziato a discutere animatamente passando presto agli insulti e alle minacce. Ora non resta che attendere le risposte dalla madre del piccolo, alla quale spetta decidere se sottoporre il figlio al test del dna e chiarire ogni dubbio.

La realtà diventa videogioco: la rissa a Genova in stile GTA

rissa-genova-tuttacronacaLa realtà viene filmata e si trasforma in un videogioco. Anzi, “nel” videogioco. Perchè una mega rissa in strada a Genova Sampierdarena tra immigrati di colore (Nigga) e latinos, una volta catturata con un telefonino ha fatto la sua apparizione su Youtube con il titolo ‘GTA Sampierdarena‘, che si ispira alla popolare serie di videogiochi Grand Theft Auto. GTA è un videogioco molto diffuso tra i giovani in cui il giocatore interpreta un criminale che, libero di girovagare per la città, deve compiere rapine, omicidi e altri crimini.

La bulla di bollate diventa un videogioco!

bulla-bollate-video-tekken-tuttacronacaDa adolescente rissosa a protagonista, in salsa cartoon, di un video. E’ questo il percorso fatto dalla bulla di Bollate che si è vista strasformata in uno dei personaggi del videogioco Tekken, famoso in tutto il mondo, prendendo come base il personaggio di Nina. La protagonista, chiamata La Giovii, combatte e sconfigge tutti i principali avversari del videogioco senza venirne mai colpita. Le immagini sono accompagnate da una canzone hip hop con una voce elettrica che parla della bulla di Bollate.

“Non siamo bulli”: gli studenti di Bollate in sit-in

sitin-bollate-tuttacronacaIl collettivo studentesco degli Itcs Primo Levi ed Erasmo da Rotterdam di Bollate, dopo il pestaggio della 15enne di Bollate, ha organizzato un sit-in per spiegare che “Ci piacerebbe che in questo Paese esistesse un’informazione pulita, dove gli eventi non vengano necessariamente strumentalizzati”. “Le opinioni di uno non possono e non devono rappresentare quelle di tutti – conclude Simone -, non dovremmo spiegarvelo noi”. Il collettivo ha preso posizione con un comunicato che inizia con una provocazione: “I due galli si guardano. Si beccano: è un segno di sfida. Attorno a loro, altri animali urlano, aizzano e filmano l’evento: sai che spettacolo vantarsi di aver assistito a un combattimento fra galli?”  Alla base dell’aggressione a Bollate, un tradimento amoroso che si è trasformato in un vero e proprio show, ripreso dai telefoni di altri ragazzi. Gli studenti hanno voluto sì condannare il gesto, ma anche difendere la scuola, che in una giornata è passata dall’essere riconosciuta tra le eccellenze lombarde all’essere identificata come “covo di bulli”. “Ci piacerebbe che in questo Paese esistesse un’informazione pulita, dove gli eventi non vengano necessariamente strumentalizzati”, ha spiegato a Leggo Simone Basilico, maturando e organizzatore di questa sorta di flash mob dal titolo “Stand Up, alzarsi per distinguersi”. Tra i tanti striscioni apparsi, anche uno che recita: “Il mondo non è minacciato dalle persone che fanno del male, ma da quelle che lo tollerano!” Alla base della protesta degli istituti, ci sarebbero state anche alcune dichiarazioni rilasciate da singoli studenti nei giorni successivi all’aggressione, che in parte hanno giustificato il gesto. “Le opinioni di uno non possono e non devono rappresentare quelle di tutti – conclude Simone -, non dovremmo spiegarvelo noi”.

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La vittima della bulla di Bollate: “stanno preparando la bara per me”

SARAH-bollate-tuttacronacaSarah porta un collare ora, dopo aver subito l’aggressione di una bulla all’esterno dellItc Primo Levi di Bollate. E ora spiega che quelle botte non erano neanche per lei: stava cercando di difendere verbalmente un’amica. Lo racconta proprio la vittima dell’aggressione, con un’intervista telefonica che è stata raccolta in esclusiva da Social Channel di Mirko Scarcella.”Sto ancora ricevendo minacce, un’amica della ragazza che mi ha picchiato ha detto che se per colpa mia finirà in comunità lei mi ammazza, che sta preparando la bara per me”. La ragazzina, alla famiglia in un primo momento non ha detto nulla per paura di ritorsioni. Ora, ha spiegato la zia, probabilmente non tornerà in quella scuola. La bulla non non frequenterebbe quell’istituto, secondo quanto ha raccontato Sarah, ma sarebbe arrivata al Primo Levi accompagnata in auto dalla mamma, che l’avrebbe aspettata per tutto il tempo del pestaggio.  Non solo minacce per Sarah: dal giorno della diffusione del video, infatti, sono nati su Facebook tantissimi gruppi di supporto che esprimono condanna alla violenza subita e solidarietà alla ragazzina.

Pavia come Bollate: i video che testimoniano il bullismo finiscono in rete

rissa_pavia-tuttacronacaSi è parlato tanto della “bulla di Bollate“, ma anche Pavia è stato teatro di una rissa tra ragazzine. E anche in questo caso il video è finito in rete. Le immagini che arrivano dalla città lombarda mostrano una ragazza che viene picchiata da una coetanea davanti a decine di compagne e compagni. Anche in questo caso, si tratta di un filmato ripreso, lo scorso 17 gennaio, da uno dei ragazzi presenti alla stazione delle corriere di Pavia e che poi è stato pubblicato su Facebook. Così come nel caso di Bollate, la rissa è scattata per motivi di gelosia per un ragazzo “rubato”. Ma, a differenza di Bollate, in questo caso la vittima riesce ad allontanarsi grazie a compagni e compagne che tengono ferma, tentando di calmarla, la giovane che continuava a rincorrerla. Marianna Bruschi, ne La provincia Pavese, scriveva:

Rissa tra ragazze 15enni. A postare il video su Youtube è un utente anonimo (Persone Orribili). Immagini di violenza che durano un minuto e 51 secondi. Una ragazza ne prende per i capelli un’altra, gli amici a cerchio. Timidamente qualche ragazzo interviene, prova a frenare la rabbia ma le botte continuano. Le tira i capelli, la strattona a terra, cerca di colpirla con un calcio. Poi l’altra riesce a liberarsi, prova ad allontanarsi. Viene raggiunta e ancora gettata sull’asfalto. Succede a Pavia, alla stazione dei pullman. Nel video si vede anche un adulto che non muove un dito. Sullo sfondo si nota un bus. La rissa è a un metro dalla biglietteria. Non un posto isolato insomma. Eppure nessuno interviene. Il video gira sui profili Facebook del gruppo di ragazzi, poi è stato rimosso da Youtube ”perché i relativi contenuti hanno violato i termini di servizio”. I minorenni coinvolti si vedono in viso perfettamente. Sono riconoscibili. Alcuni hanno il telefonino in mano, e l’autore/autrice del filmato registra tutto, si sposta quando le coprono la visuale, non smette nemmeno per un secondo. Perché le botte? Questioni di fidanzati, pare. Le reazioni? Tra chi condivide il video sui social ci sono tanti “è assurdo”, “pazzesco”, “allucinante”. Quelle immagini però sono molto di più. Si può arrivare a tanta violenza? E si può filmare con così tanta indifferenza? E poi pubblicare il video su internet, sui social network, e condividerlo, farlo girare, cliccare, guardarlo e riguardarlo? Si parla tanto dei nativi digitali. Forse sarebbe davvero l’ora di iniziare a portare nelle classi, nelle scuole, l’uso consapevole della tecnologia, cosa si rischia, cosa si può fare e cosa no. Non per imporre, massima libertà. Ma per rendere i ragazzi almeno più consapevoli.

La “bulla di Bollate”: i compagni di scuola si schierano con lei

rissa-bollate-tuttacronacaHa fatto scalpore il video che mostra una ragazzina picchiare una compagna di scuola a Bollate, nel Milanese, mentre la vittima chiede aiuto e attorno a lei, oltre a chi filma, i ragazzi ridono. I compagni di scuola, in tutto questo, si schierano con la “bulla”, come spiega Davide Milosa sul Fatto quotidiano:

Lorenzo chiacchiera con due amici. Dice: “Io so tutto e le cose non sono andate proprio come è stato scritto. A iniziare con gli insulti anche pesanti è stata Sara”. Si riferisce alla 14enne del Levi picchiata da una coetanea davanti ad almeno venti ragazzi che al posto di intervenire hanno riso, incitato, filmato e messo l’intera sequenza su Facebook. Giovanna, bionda, tuta grigia. E Sara, jeans, giacca marrone”.

Lorenzo ritiene che alla base dell’accaduto ci sia una lite nata tempo prima, come spiega ancora il quotidiano:

“Alla base di tutto c’è un ragazzo: l’ex di Giovanna è l’attuale fidanzato di un’amica di Sara. “Lei non c’entrava niente, eppure si è messa di mezzo”. Insomma, dopo che il caso è finito sul tavolo dei carabinieri di Rho con una denuncia querela nei confronti della ragazzina bionda, le versioni degli studenti, pur condannando la violenza, ribaltano i fatti. E come spesso avviene, il giorno dopo la colpa ricade sulla vittima che ha provocato”.

Sempre stando a quanto riporta ancora il giornalista, il presideinterrompe l’intervista a Lorenzo mentre gli insegnanti tacciono:

“Fuori dal portone, sotto la tettoia che conduce al parcheggio, gli insegnanti scappano. Non parlano. Chi lo fa non dice il nome e nemmeno la materia che insegna. Solo si limita a dire: “I nostri studenti sono rimasti molto colpiti, è un fatto grave, ma certamente isolato”. Parla un po’ di più la preside Rosaria Pulia. “Ci siamo accorti giovedì del video e subito abbiamo chiamato i carabinieri”. E i genitori di Sara che fino a quel momento nulla sapevano. Si punta il dito contro “l’indifferenza” di chi non è intervenuto e contro “la non consapevolezza dell’uso dei social network”.

Ma non è tutto. Altri ragazzi sostengono che la ragazzina picchiata se la sia “cercata”:

“Gli schiaffi – dice un alunno di prima – quella se li è cercati”. Dalle aule ci si sposta davanti al cancellone giallo che separa il parcheggio da via Varalli. Qui i ragazzi parlano a ruota libera e tutti ripetono la stessa cosa. Sandy, origini calabresi, faccia tonda, occhi brillanti, ombrellino rosa sotto la pioggia è stata l’unica a intervenire dopo il primo calcione. “A quel punto stava esagerando”. Va avanti: “Non dico che Sara se l’è cercata, però nei confronti di Giovanna ha usato parole grosse”. Le dà della “troia e puttana”. Le dice: “Domani ti aspetto fuori dalla scuola”.

E non importa la denuncia per il pestaggio: la “bulla” rivendica sul web le sue ragioni:

“Giovanna non cambia idea e dal suo profilo su Ask rilancia: “Se lei non faceva la buffona, non mi insultava, non si intrometteva, tutto ciò non succedeva! Spero abbia capito la lezione!”. Il discusso social network, per molti il vero paradiso dei cyber-bulli, torna così al centro della cronaca”.

Ora si cerca chi ha girato il video e lo ha messo in rete, come si spiega ancora nell’articolo:

“Ora sta cercando chi ha girato il video e lo ha messo in rete”. Perché il vero squallore di questa vicenda sta nell’assistere alla violenza senza intervenire filmando tutto come fosse un gioco”.

Bullismo nel Milanese: il video della ragazzina picchiata davanti a scuola

rissa-bollate-bullismo-tuttacronacaIl bullismo spopola in rete, come testimonia il video che mostra una ragazzina picchiare ferocemente una coetanea senza che nessuno intervenga. Meglio filmare il tutto e postarlo in rete. E ora un episodio di bullismo avvenuto nei giorni scorsi a Bollate, in provincia di Milano, è diventato un caso mediatico. Il video, cruento nei contenuti, è circolato su Facebook e ora lo hanno preso in visione i carabinieri. Il filmato che riprende il pestaggio è stato in parte censurato per proteggere la privacy dei minori, vi si sentono bestemmie e incitamenti da parte degli altri presenti mentre altri semplicemente guardano senza intervenire. In tutto questo, la giovane aggredita continua a chiedere aiuto, inascoltata.

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La rissa Facchinetti-Balotelli… nuovi aggiornamenti!

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Rissa sì o no? Oggi arriva il nuovo capitolo sulla “presunta” lite tra Facchinetti e Balotelli che sarebbe avvenuta al Byblos di Milano, lunedì scorso alla quale avrebbe preso parte anche il fratello di Supermario, Enoch. Questo scrive oggi la Gazzetta dello Sport:

Qualcuno ha anche parlato di accanimento verso Balotelli: proprio la Gazzetta, che ha sempre esaltato le sue qualità di calciatore… Con la complicità di molti media compiacenti che non ci hanno interpellato per niente accreditando soltanto la versione della smentita, è partito un linciaggio mediatico su Tiki-Taka (Italia 1) lunedì sera, proseguito su Rtl 102,5 e Radio Kiss Kiss martedì, concluso con un magistrale crescendo da Paola Perego ieri pomeriggio a “La vita in diretta su Rai 1”. Facchinetti ha definito “dopato” il nostro giornalista autore del pezzo, tutti i conduttori hanno esercitato alla perfezione il ruolo di trombettieri del personaggio famoso. “Una bufala” ha concluso ieri pomeriggio con un radioso sorriso la bella Paola.

Ecco perché qui vi ribadiamo che Mario ed Enoch Balotelli erano a un tavolo a fianco di quello di Francesco Facchinetti e alcuni suoi amici e a un certo punto sono volate spinte, calci e pugni, tanto che sono intervenuti 4 (quattro) bodyguard del locale. Una ragazzata, come abbiamo scritto, finita in 5 minuti senza danni. Ma questo non giustifica il patetico tentativo di negare quello che è realmente accaduto. O, peggio, le falsità e gli insulti, a cui la Gazzetta è pronta rispondere in ogni sede. Eravamo in tre domenica sera al Byblos e tutti perfettamente lucidi. Guarda caso lunedì, poco prima che la notizia fosse lanciata sul nostro sito, abbiamo ricevuto più di una telefonata di pressione. “Ma è vero che scrivete un pezzo sulla rissa? Ma dai, non è successo niente…”. Proprio così, una ragazzata. Ma gli insulti sono un’altra cosa (…)

Balotelli festeggia la vittoria… con una rissa in discoteca con Facchinetti?

balotelli-rissa-facchinetti-tuttacronacaStando a quanto riporta Gazzetta.it, la vita notturna di Milano è stata animata da una rissa alla discoteca Byblos a cui avrebbero preso parte Mario Balotelli e Francesco Facchinetti. Stando a quanto riporta, dopo la trasferta a Cagliari, e la vittoria, SuperMario, atterrato alle 20.30 nel capoluogo lombardo con il charter del Milan, si è prima recato a cena con il fratello Enoch e alcuni amici per poi raggiungere la discoteca. Qui, dov’è arrivato a bordo della sua Ferrari F12, avrebbe parcheggiato accanto alla Rolls Royce di Facchinetti. All’interno del locale, poi, le presunte scintille, per motivi sconosciuti, tra il gruppo di amici di Balotelli e quelli di Facchinetti. A smentire la notizia c’ha pensato lo stesso Facchinetti, con dei post in rete:

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Lo sgarbo del mancato scambio con la Juve che all’Inter potrebbe costare…

osvaldo-tuttacronacaDaniel Osvaldo, attualmente in forza al Southampton, ha rimediato due turni di squalifica a causa di una rissa con Fonte e ora il club inglese non vede l’ora di liberarsene. Stando a quanto riporta il Daily Mirror, la squadra sarebbe intenzionata a mandarlo via già dal mercato di gennaio, lasciandolo partire in prestito per il resto della stagione salvo poi venderlo definitivamente nel mercato estivo, quando basterà un’offerta da 12 milioni per acquistarlo. E mentre per sostituirlo pensa ad Eder della Sampdoria, riceve numerose proposte. All’ex giallorosso già si erano interessati Siviglia e Inter ma ora è entrata in lizza anche la Juventus che sembra aver già scavalcato le sfidanti. Un “dispetto” rivolto a Thohir dopo lo sgarbo del mancato scambio Vucinic-Guarin? Riguardo questa questione, tuttavia, la porta non è ancora del tutto chiusa: si attende infatti un incontro tra vertici previsto per lunedì.

Osvaldo sospeso per rissa!

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Sospeso per due settimane Daniel Pablo Osvaldo. L’ex giocatore della Roma ha avuto una sanzione pesante per “violazione delle norme di comportamento cui sono chiamati i giocatori”. Secondo quanto riferito dai media locali, la sospensione di Osvaldo sarebbe la conseguenza di una lite con un compagno di squadra, il portoghese José Fonte, avvenuta ieri nel centro di allenamento del Southampton. I due si sono picchiati a sangue dando vita ad una rissa. Osvaldo già in passato è stato al centro di episodi simili. All’inizio di gennaio era stato squalificato tre giornate per una lite al di fuori del campo di gioco nella partita contro il Newcastle. Anche ai tempi della Roma fu sospeso dal club giallorosso per un alterco con Erik Lamela.

 

Rissa al pub per il “transformer” Shia LaBeouf

shia-labeouf-tuttacronacaLa star del film Transformer, l’attore Shia LaBeouf, presto al cinema con la discussa pellicola Nymphomaniac di Lars Von Trier, è stato coinvolto in una rissa in un pub di Londra, come testimoniano due filmati inediti pubblicati da Tmz. Nel primo appare l’attore con un berretto in testa, mentre ingaggia un ‘corpo a corpo’ con un altro cliente del pub, che avrebbe offeso la ragazza che accompagnava LaBeouf.

In un video che mostra il proseguimento della vicenda, si notano invece i due che confabulano mentre la situazione sembra tornata sotto controllo.

Irvine e Moratti: condanna a sei mesi dopo la rissa all’Hollywood

irvine-moratti-tuttacronacaNel dicembre 2008 l’ex pilota di Formula Uno Eddie Irvine  era stato protagonista, con Gabriele Moratti, il figlio dell’ex sindaco di Milano, di una rissa nel privè di una nota discoteca milanese, l’Hollywood. I due si erano denunciati a vicenda con l’accusa di lesioni. Il loro scontro, ora, è finito in parità: entrambi sono stati condannati a sei mesi al termine di un processo durato quasi tre anni. Il giudice ha trasmesso gli atti alla Procura per una serie di false testimonianze.

Quando il video di una rissa diventa virale…

rissa-centro-commerciale-tuttacronacaEvento che accade… qualcuno pronto a filmare! Sembra ormai un regola e una rissa feroce, che ha avuto luogo in uno dei centri commerciali più frequentati della Gran Bretagna, il Trafford Centre di Manchester, non è sfuggita. Il video che mostra due ragazzi britannici impegnati in una lotta a mani nude davanti a tutti i clienti del centro, ripreso con un cellulare, è finito in Youtube… e non c’ha impiegato molto a diventare virale superando rapidamente le 50mila visite.

“Ridete di noi?” e scatta la rissa. Massacrati di botte quattro ragazzi

rissa-discoteca-tuttacronacaUna serata in discoteca, dopo di che un salto a Sacile, in provincia di Treviso, per mangiare un panino alla Salamella, un chiosco che resta aperto fino alle sette di mattina e “sfama” i giovani reduci dalle nottate in discoteca. Ma qui è accaduto il peggio, alle prime luci di domenica mattina. Quattro ragazzi tra i 17 e 18 anni, alcuni ancora studenti, che abitano a Godega Sant’Urbano e a Cordignano, sempre in provincia di Treviso, sono arrivati al chiosco, parlando e ridendo tra loro. A quel punto due giovani albanesi, che vivono in Provincia di Pordenone, si sono avvicinati e uno di loro ha chiesto: “Ridete di noi?”. La risposta “No, no, stiamo parlando tra di noi”. Ma non è bastato: gli albanesi hanno dato il via a una rissa, picchiandoli senza motivo, spaccando nasi e perfino continuando a prendere a calci in testa un 17enne quando ormai era già a terra: i colpi sono stati così violenti che ha avuto un’amnesia.

Gli operai senza stipendio che aggrediscono i politici in Consiglio comunale

consiglio-comunale-centola-tuttacronacaSi stava svolgendo il Consiglio Comunale a Centola, in provincia di Salerno, lo scorso venerdì pomeriggio, quando è stato necessario far passare in secondo piano la discussione dei punti all’ordine del giorno a causa della protesta di un gruppo di cittadini che ha rischiesto l’intervento della polizia municipale per placare gli animi dei presenti. Come spiega Il Mattino, “prima è esplosa la rabbia di una decina di famiglie di Centola Palinuro in attesa da oltre un anno dei finanziamenti regionali per i fitti, poi la disperazione di un operaio addetto alla raccolta rifiuti senza stipendio da mesi. L’operaio al culmine della esasperazione si è scagliato prima contro il sindaco Carmelo Stanziola, poi ha avuto una furibonda discussione con il presidente del consiglio comunale, Gianfranco Ciccariello. Solo l’intervento degli altri presenti in aula ha evitato che la situazione degenerasse sfociando in una colluttazione.”

L’incredibile video del Black Friday, è rissa!

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Lo shopping natalizio, nel giorno del Black Friday americano, quando tutti i grandi magazzini fanno gli sconti, in un Wal Mart, in North Carolina, i clienti sono arrivati a prendersi a spintoni. L’oggetto del contendere era un televisore a meno di un dollaro. L’annuncio ha attirato migliaia di persone nel centro commerciale e alla fine è dovute intervenire la polizia. Ogni anno, in questa giornata si registrano file e parapiglia nei centri commerciali di tutta l’America.

Il Piemonte dei superpoteri… I consiglieri hanno il dono dell’ubiquità!

roberto-cota-tuttacronacaSono 43 i consiglieri regionali del Piemonte, tra i quali anche il presidente leghista Roberto Cota, coinvolti nell’inchiesta per peculato e truffa. E mentre la Procura di Torino indaga, si scopre che godono del dono dell’ubiquità: sono in grado di essere in due luoghi diversi contemporaneamente. Come Massimo Giordano, che mentre si trova in missione istituzionale a San Francisco riesce anche a far acquisti in un autogrill sulla Torino-Milano e a ottenere il rimborso. Lo dicono le carte dell’inchiesta riportate da Repubblica.

La Procura di Torino contesta 115 contraddizioni al Presidente leghista Cota. I tabulati telefonici smascherano i suoi reali spostamenti, mentre scontrini e ricevute messi a rimborso lo vorrebbero in posti diversi… Come quando è a Pavia, ma gusta gelati per 22 euro in una nota pasticceria torinese.

Un vizio, tra i suoi colleghi. Il suo ex delfino Massimo Giordano, ad esempio… Sorprendenti sono il panino, le gomme da masticare e i due caffè pagati con 25 euro in un autogrill sulla Torino-Milano, mentre Giordano è in missione istituzionale a San Francisco, a 20 ore di volo da lì…

Tra le fila del Carroccio, c’è anche chi come Antonello Angeleri dice di risiedere in un luogo e invece vive in un altro. Non è solo un fatto di onestà, perché così facendo il consigliere regionale, secondo l’accusa, ci ha guadagnato oltre 20 mila euro di rimborsi chilometrici non dovuti…

A spese della Regione, il consigliere Idv Andrea Buquicchio è volato in Norvegia in compagnia della compagna, per festeggiare il compleanno di lei… E il 9 giugno lui risulta contemporaneamente a Oslo e a Torino…

L’assessore che porta la pistola in Regione Veneto: “non si sa mai”

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Dopo gli scontri non solo verbali, ma anche fisici avvenuti in Aula Giulio Cesare a Roma e nel Consiglio Regionale a Torino, ora emerge che c’è chi arriva in Consiglio con tanto di pistola. l’assessore Servizi sociali in Veneto passato al gruppo della rinata Forza Italia, Remo Sernagiotto, ha affermato:

“Porto la pistola in Regione Veneto e non ho mai sparato. E’ solo per difesa, qui non si sa mai”.

L’assessore ha poi precisato che lui non ha la scorta o l’auto blu: “Mi muovo con la mia mini per evitare di incidere sulle spese della Regione e l’arma la porto con me per difendermi dai malintenzionati”.

Sernagiotto ha un regolare porto d’armi da 30 anni e comprò la pistola per difendersi da alcune minacce. Oggi la porta perché si muove spesso, da solo e fino a notte fonda, per partecipare ad incontri e riunioni: “Che ho la pistola lo sanno tutti, così come tutti sanno che non l’ho mai usata. Non vado al poligono e mica sono un pistolero. Sono un uomo pacifico, ogni tanto sparo qualche colpo nel bosco per evitare che si arrugginisca”.

L’assessore spiega: “Quando mi muovo vado sempre da solo con la mia Mini rossa per evitare di incidere sulle spese della Regione e l’arma la porto con me per difendermi dai malintenzionati. Non sarei mai in grado di sparare ad una persona, ma se fosse necessario magari con due colpi in aria eviterei il peggio. La pistola l’ho comprata non quando facevo politica ma da imprenditore su consiglio degli stessi carabinieri dopo che avevo subito una serie di furti”.

Lucio Tiozzo, capogruppo Pd nel consiglio regionale del Veneto, ha dichiarato: “Non è ammissibile entrare in Consiglio regionale con armi. Ci appelliamo al Presidente Clodovaldo Ruffato perchè faccia rispettare questo. Se dovesse servire, anche con l’installazione di metal detector”.

Tiozzo ha poi aggiunto: “Siamo contro i cittadini ‘fai da te’, devono essere le forze dell’ordine a difenderli. Nel caso, poi, siamo davanti ad un assessore ai Servizi sociali, che dovrebbe essere un segnale per una società più serena e più coesa”.

E proprio Ruffato si è detto “esterrefatto” per la vicenda: “Sono rimasto stupito, esterefatto. Non deve più succedere. Darò disposizioni perché nessuno possa più entrare con qualsiasi tipo di armi in Consiglio Regionale. Confido nel buon senso e nella maturità dei consiglieri – ed ha aggiunto scherzando -. In giunta non so se ha bisogno di protezione, qui in Consiglio sicuramente no”.

Seduta del Consiglio Regionale a Torino? No, è rissa!

rissa-consiglio-regionale-piemonte-tuttacronacaSe nei giorni scorsi, in occasione del Consiglio comunale di Roma per l’approvazione del bilancio, il sindaco Marino aveva rimediato una gomitata a causa della bagarre scoppiata in Aula, oggi il clima non è stato dei più sereni neanche per il Consiglio Regionale del Piemonte. Il presidente della Regione, Roberto Cota, si è infatti presentato a sorpresa, il giorno prima della partenza per il Giappone, sottolineando che desidera “onorare il Consiglio regionale che in questi giorni è sotto attacco, prima della partenza per il viaggio istituzionale in Giappone”.  Il clima teso è presto degenerato nello scontro fisico quando, come spiega La Stampa, il capogruppo di Fratelli d’Italia ha affrontato l’ex presidente Mercedes Bresso uscendo dall’aula. A difendere Bresso sono quindi intervenuti Reschigna e Placido. I consiglieri si sono avvinghiati prima di rotolarsi per terra. La scintilla che ha portato poi all’improvvisato incontro di wrestling era stata l’intervento di Cota che aveva parlato di “attacco diffamatorio contro la regione, ricordo che ci sono tre gradi di giudizio e la presunzione di innocenza. Ma non esiste alcuna delegittimazione verso chi guida il Piemonte. Giusto che la magistratura indaghi ma noi abbiamo il dovere di continuare a lavorare”. Il Pd, al contrario, chiede  elezioni anticipate a maggio.

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La rissa durante il concerto di Marco Carta a Roma

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Brutta serata all’Alpheus di Roma, durante l’evento Gay Glam. Il concerto di Marco Carta previsto nella nota discoteca della Capitale è infatti terminato in rissa, quando uno degli amici del cantante è andato su tutte le furie dopo che un cliente del locale lo aveva urtato. Così racconta l’accaduto Il Messaggero:

Tutto è iniziato poco dopo le 2 di notte, nella sala pop del locale all’Ostiense. Un ragazzo di Latina urta l’amico di Carta e questo reagisce male: volano parole grosse e insulti e alla fine parte un cazzotto che colpisce al volto il giovane. Inizia a perdere sangue. La vigilanza interviene immediatamente e se- para i due, mentre Carta assiste alla scena. Stupore tra i presenti, alcuni dei quali hanno condiviso ieri la notizia sui social network e dal portale Gay.it. «Tutto è iniziato per la reazione dell’accompagnatore di Carta – ha detto un ragazzo – A tutti capita di essere urtati da qualcun altro quando la discoteca è piena. Se avesse fatto finta di nulla non sarebbe successo nulla»

L’organizzatore della serata, Mauro Basso, sostiene che si tratta di una “scazzottata da locale etero”:

«Abbiamo evitato che la situazione degenerasse perché siamo intervenuti prontamente», racconta Mauro Basso, che da anni organizza la serata Giam. «Diciamo che si è trattato di una scazzottata da locale etero. Può capitare, non da noi, che prestiamo molta attenzione alla vigilanza». Selezione all’ingresso, in maniera soft: «Esistiamo da 20 anni e il nostro pubblico ormai conosce le nostre serate, la nostra musica, l’ambiente». Quel che è certo è che il ragazzo che ha fatto partire il cazzotto – forse, complice l’ora, aveva alzato un po’ il gomito – ha reagito in maniera eccessiva. Sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno raccolto le generalità del ferito e sentito i testimoni presenti. A oggi, però, non ci sarebbero stati denunciati, anche se la vittima della presunta aggressione può riservarsi di presentare un esposto.

Al circolo culturale scoppia la rissa: ferita una ragazza

rissa-tuttacronacaRissa in un circolo culturale di Massa dove solitamente si ritrovano dei giovani militanti di sinistra. La violenza sarebbe stata scatenata dalla presenza di alcuni esponenti di estrema destra che, sembra, apparterrebbero alla militanza di Casa Pound. Nel tafferuglio una ragazza è rimasta ferita ed è stato necessario trasportarla al pronto soccorso della città, dov’è stata medicata. A sedare gli animi sono intervenute le forze dell’ordine.

Rissa tra tifosi al termine di Italia-Germania: un ferito

rissa-tifosi-tuttacronacaSono stati circa trenta i tifosi, tra italiani e tedeschi, coinvolti in una rissa scoppiata a poche centinaia di metri dallo stadio Meazza dopo l’amichevole tra la nazionale italiana e quella tedesca. I due gruppi sono entrati in contatto quando il pubblico era già defluito. Oltre ai pugni, sono volate anche alcune bottiglie. La rissa è stata sedata dalla polizia, intervenuta con alcune auto. Sul posto anche un paio di ambulanze. Il bilancio è di un ferito: si tratta di un tifoso tedesco che è stato colpito alla testa. I protagonisti del tafferuglio sono stati identificati.

Scoppia una rissa al San Raffaele: muore un uomo

san_raffaele_milano-tuttacronacaDue famiglie di etnia rom, che vivono nel campo nomadi di via Idro tra le quali serpeggiano da anni forti rancori, si sono incontrate, per casualità, al San Raffaele di Milano. Qui hanno dato vita a una violenta rissa culminata nel ferimento di un 49enne, Luca Braidic, le cui condizioni sono subito apparse gravi. L’uomo è stato immediatamente ricoverato ed è entrato in coma irreversibile. Successivamente, è stato dichiarato morto dai medici. Mentre la lite degenerava in rissa, il personale sanitario era occupato a proteggere pazienti ed altri visitatori e si è reso necessario l’intervento della polizia per fermare i rom. A terra, oltre a Braidic, un altro ferito, il rivale Marco Deragna, di 46 anni, che è stato medicato e affidato alla polizia. Tutti e sette i partecipanti alla lite sono stati arrestati. Nel passato delle due famiglie ci sono faide, litigi, pestaggi, dispetti tra le donne. L’episodio più eclatante, prima di oggi, risale all’inizio dell’anno. Il 28 gennaio nel campo nomadi c’era stata una sparatoria ed era intervenuta la polizia, che era stata presa a sassate.

Rissa al mercato, un accoltellato nel Napoletano

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Nel mercato rionale di Bacoli è scoppiata, in tarda mattinata, una rissa tra due ambulanti,  e un ambulante è rimasto ferito a una mano per un arma da taglio. Da una  prima ricostruzione sembra che la lite sia scoppiata per motivi di viabilità. Dalle urla alle mani, infine il colpo. Immediato il trasporto del ferito all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. L’aggressore invece, identificato da chi ha assistito allo scontro, è scappato.

 

18enne accoltellato davanti a una discoteca nel Napoletano

accoltellamento-napoli-tuttacronacaSi chiama Ferdinando Lomasto il 18enne di Casalnuovo, nel Napoletano, che è stato ricoverato all’alba all’ospedale San Paolo di Napoli. Il giovane, incensurato, si trova ora in prognosi riservata dopo esser stato gravemente ferito con un’arma da taglio davanti a una discoteca di Pozzuoli. E’ stato lui stesso a raccontare agli agenti della Polizia di essere stato avvicinato, durante una rissa, da due sconosciuti a bordo di una Panda. I due gli avrebbero strappato l’iPhone e lo avrebbero accoltellato.

Ognuno pensi ai propri defunti: rissa in cimitero nel Napoletano

rissa-cimitero-tuttacronacaCome spiega il Mattino, a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, oggi il cimitero si è trasformato in un ring dove due famiglie rom, incuranti delle migliaia di persone presenti al camposanto per ricordare i loro cari e della sacralità del cuore, hanno dato il via a una rissa, che solo gli agenti del locale commissariato di polizia sono riusciti a sedare. La mattinata era scorsa in maniera tranquilla, poi però una coppia entra nella zona del suffragio per raggiungere la tomba del proprio caro e qui trova un altro familiare che sta ponendo un fiore sulla stessa tomba. La cosa non è ben accetta. “Tu non devi venire a trovare mio padre, vattene”. E subito la lite, prima a parole e poi a calci e pugni. Attorno, gente terrorizzata che fa scattare l’allarme. “Si sono azzuffati proprio davanti a me – dice una donna – all’inizio non credevo che arrivassero a tanto, visto anche il giorno, ma poi la situazione è degenerata”. Con l’aiuto della polizia e dei carabinieri, le famiglie sono state ”gentilmente” invitate a lasciare il cimitero.

Vidal… i tifosi e l’ironia sulla “zappata” contro il Real Madrid

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C’era un rigore per la Juve, ma non è stato concesso, in compenso però il web spagnolo si prende gioco di Vidal e della sua “zappata” nel corso di Real Madrid-Juventus, partita terminata sul punteggio di 2-1. Chissà se gli juventini risponderanno agli spagnoli con altrettanta ironia?

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Maxi rissa tra ragazze termina con una 16enne in ospedale

rissa-ragazze-tuttacronacaDue gruppi di ragazzine, dodici in tutto, con un’età compresa tra i 12 e i 14 anni, hanno dato il via a una maxi rissa a Cinisello Balsamo, nel Milanese, davanti al centro culturale Pertini, in piazza Confalonieri. Parolacce e spintoni sono arrivati dopo che una delle adolescenti aveva rivolto un appezzamento poco carino nei confronti di una componente della banda opposta. Le giovani sono venute alle mani e una 16enne di passaggio, vedendo la scena, ha provato a intervenire per portarle a più miti consigli. Per risposta, una delle contendenti le ha detto: “Stai zitta, cicciona…” La frase ha subito messo d’accordo le adolescenti che da quel momento se la son presa con la nuova vittima, colpendola con sberle e calci. E’ dovuto intervenire un agente della polizia locale per aiutare la 16enne, mentre le altre si sono disperse. La malcapitata che voleva solo dare una mano è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo dove ha ricevuto una prognosi di cinque i giorni. La ragazza si è poi presentata al commissariato con i genitori e ha riportato quanto accaduto. Grazie alle testimonianze di alcuni studenti, che si trovavano all’interno della biblioteca Pertini, e poi ricorrendo a Facebook, gli agenti sono riusciti a identificare tutte le ragazze coinvolte nel pestaggio, che si sono presentate in commissariato accompagnate dai genitori. Tutte sono state denunciate per lesioni e percosse.

Priebke ha rischiato di far la fine di Bin Laden?

priebke-avvocato-tuttacronacaSpara le ultime cartucce di quella che sembra una storia che ormai tutti vorrebbero vedere conclusa ma che l’avvocato dell’ex generale nazista Priebke tenta di mantenere alla ribalta ogni giorno. Appena ieri aveva detto che il luogo scelto per la sepoltura del boia delle Fosse Ardeatine sarebbe rimasto segreto, ma già ha fatto intendere che prima o poi il silenzio cadrà. “La Comunità ebraica voleva fargli fare la fine di Bin Laden, con le ceneri disperse in mare, per non creare un luogo di pellegrinaggio. Invece chi vorrà potrà rendere omaggio a una figura diventata simbolo di dignità, libertà e sopportazione umana”. Ha quindi aggiunto: “Non ci siamo fatti mettere i piedi in testa né dalle autorità, né dalla comunità ebraica. La famiglia di Priebke ha avuto quel che le spettava, il rispetto della salma che anche nei Paesi incivili è garantito, e il diritto alla pratica religiosa. Abbiamo ottenuto quel che volevamo. dopo una settimana di tentativi di prevaricazione”. E ancora: “Non dirò quando la salma lascerà Pratica di Mare né dove andrà perché sono vincolato dal segreto professionale. La famiglia e la prefettura mi hanno chiesto il massimo riserbo”. Da parte sua Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana, ad Aushwitz in occasione di un Viaggio della Memoria, commenta: “Non ci siamo mai opposti alla sepoltura di Erich Priebke, purché non avvenisse sul suolo italiano e non diventasse un luogo di pellegrinaggio. E non permetteremo che lo diventi”. E sottolineaz: “Giachini contraddice le sue dichiarazioni precedenti sul fatto di conservare il segreto a proposito del luogo della tomba”. Ma “Noi non staremo al suo gioco, lo sappia”. Per quel che riguarda il paragone con Bin Laden:  “non esiste. Le ceneri le abbiamo viste oggi qui ad Auschwitz e sono quelle di milioni di ebrei, tra cui un milione e mezzo di bambini, mandati a morire dall’ideologia del signor Priebke”. Ma di questi continui scambi di battute sembrano ormai essersi stancati i figli di Priebke, che in una lettera al Prefetto di Roma, Pecoraro, scrivono: “C’è stato un accanimento anche da parte della gente contro nostro padre: ora cali il silenzio”.

Il sindaco che si sente come Priebke: “sono un boia anch’io”

funerali-priebke-resana-tuttacronacaIeri sera a Resana, in provincia di Treviso, don Floriano Abrahamowicz, ha tenuto una messa “per il riposo dell’anima” dell’ex ufficiale delle SS. Era stato lo stesso sacerdote lefebvriano ad annunciare la celebrazione, che si è tenuta nella cappelletta che il religioso ha ricavato nella taverna della sua abitazione di via Nenni, ribattezzandola domus Marcel Lefebvre. Presente, assieme a una trentina di fedeli, anche Loris Mazzorato, sindaco del paese veneto. E proprio il primo cittadino ha affermato: “Priebke è stato il boia delle Fosse Ardeatine. Io sono il boia dei miei cittadini”. Sfoggiando una t-shirt con la scritta “Crimini di stato” e le immagini di Letta e Monti, Mazzorato ha spiegato: “Sono qui perché anch’io, come Priebke, sono costretto a obbedire a degli ordini, alle leggi sbagliate che lo Stato mi impone, pena denunce penali. In cassa ho 4 milioni congelati dal Patto di stabilità. Ma sono obbligato ad aumentare le tasse. Obbedendo a questi ordini anch’io mi macchierò di crimini, alla stregua di altri”. E riguardo il fatto che alle Fosse Ardeatine si sono contati 335 morti: “E io forse non finisco per favorire i suicidi? Aumentando le tasse lascio famiglie nella disperazione e giovani senza speranza”. La storia di Priebke, in tutto questo serve unicamente come pietra di paragone: “Io sono qui a rappresentare il mio Comune per difendere i miei cittadini, non per rendere onore a Priebke”, ha concluso il sindaco.

“Si beva una camomilla”: così i vigili al padre di un disabile

camomilla-disabile-tuttacronacaNon solo ha parcheggiato sul posto riservato ai disabili ma quando il padre di un bimbo portatore di handicap gli ha chiesto di spostare l’auto, un uomo ha insultato e strattonato chi chiedeva, semplicemente, rispetto per la segnaletica stradale. E’ accaduto giovedì mattina all’ingresso della scuola elementare Madonna Assunta di Bagnoli, in provincia di Napoli. L’accesa discussione ha poi visto il coinvolgimento di altri genitori presenti ed è degenerata in rissa davanti agli occhi dei piccoli alunni dell’istituto di via Pozzuoli. Il tutto si è concluso con una donna caduta malamente a terra e l’intervento della polizia municipale. A scatenare la rissa, il fatto che Roberto Marcone, padre di un disabile, aveva chiesto a chi aveva parcheggiato impropriamente di cedergli il posto che gli spettava. Racconta l’uomo: “Il plesso accoglie quasi 600 bambini di cui una ventina disabili, abbiamo ottenuto i due stalli dopo una lunga lotta cinque anni fa, ma la cattiva abitudine di occuparli senza diritto non è mai cessata, nonostante le numerose segnalazioni alla X Municipalità e alle forze dell’ordine. L’anno scorso per lo stesso motivo mi sono preso un pugno in faccia, adesso si è arrivati alla rissa”. Roberto è solo il portavoce dei molti genitori degli alunni disabili della scuola, impegnati in una battaglia quotidiana e le cui denunce sono supportate da una ricca documentazione fotografica delle violazioni al codice stradale. Continua l’uomo: “Ma siamo soli in questa lotta per la civiltà: ciò che mi ha rattristato di più, oltre all’ennesimo gesto di arroganza di chi si ostina a fermarsi sui posti per disabili anche solo per i famosi 5 minuti, è il fatto che alla fine i vigili non hanno elevato nessuna multa e mi hanno consigliato di andare a prendere una camomilla”. Ora si stanno mobilitando anche i genitori degli altri bimbi. “Stiamo pensando ad iniziative di protesta per sensibilizzare sulla vicenda – dicono – prima che si arrivi ad altri e più gravi atti di violenza”.

Fine della telenovela? Trovata una collocazione per la tomba di Priebke

tomba-priebke-tuttacronacaPaolo Giachini, legale dell’ex SS Erich Priebke ha spiegato che “La storia si è risolta”. Come per dire che si è “trovato un accordo con le autorità” sul destino della salma dell’ex capitano nazista, anche se non ha intenzione di rendere noto il luogo prescelto. L’avvocato ha poi ricordato che due erano le ipotesi, in Italia o in Germania, e tra queste “si è trovata una soluzione”, che lui definisce “soddisfacente”. Voci diverse giungono però dalla Germania, dove l’ambiasciata ha fatto sapere: “Per quanto ci riguarda finora, nella giornata di oggi, non abbiamo avuto nessuna telefonata da parte del legale della famiglia di Priebke e non è arrivata nessuna richiesta”. Giachini ha spiegato: “Noi volevamo una soluzione che riuscisse a risolvere le problematiche spirituali-religiose e che non fosse degradante per il ricordo di amici e parenti di Priebke”. E ancora: “Avevamo escluso la cremazione senza un rito religioso e dunque volevamo una sepoltura dignitosa”. Il boia delle Fosse Ardeatine “verrà sepolto in un posto che non rivelo perchè questo è un paese dove circolano non solo personaggi che vilipendono le salme con il pensiero e le parole, ma addirittura delinquenti che aggrediscono le salme”. Infine conclude: “La buona novella è che siamo soddisfatti perché abbiamo ottenuto il rispetto della salma e dei sentimenti dei parenti e degli amici”.

Diffuso il videotestamento di Erich Priebke

videotestamento-priebke-tuttacronacaNonostante Giachini, legale di Priebke, dichiari che “Non è vero che Erich Priebke non si è pentito”, e aggiunga: “Priebke ha incontrato, in forma privata, i familiari di alcuni caduti delle Fosse Ardeatine”, nell’intervista-testamento dell’ex gerarca nazista, condannato all’ergastolo per l’eccidio del 1944, non lo si sente rinnegare il passato. Nel filmato, ora reso pubblico, l’SS giustifica la strage delle Fosse Ardeatine, quando vennero uccise 335 persone, spiegando che “Il Gap, i comunisti italiani, fecero l’attentato contro una compagnia della polizia tedesca, erano uomini dell’Alto Adige, dunque italiani. Sapevano che dopo l’attentato viene la rappresaglia”. Il fatto a cui si riferisce è l’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944, quando a Roma i partigiani attaccarono un reparto delle truppe tedesche, provocando la morte di 33 soldati nazisti. Secondo quanto dice Priebke, gli artefici dell’aggressione sapevano perfettamente quali sarebbero state le conseguenze della loro azione. Precisa l’ex ufficiale: “Kesserling (un generale tedesco) aveva messo l’avviso che la rappresaglia seguiva gli attentati. Loro fecero ciò a proposito perché pensavano che la rappresaglia poteva provocare una rivoluzione della popolazione”. E ancora continua: “L’esecuzione fu terribile ma impossibile dire no”. E prosegue: “Schutz, l’organizzatore della rappresaglia, disse: ‘E’ un ordine di Hitler, chi non lo vuole fare è meglio si metta dalla parte delle vittime e verrà fucilato'”.

E’ giallo sulla salma di Priebke: ancora a Pratica di Mare?

bara-funerali-priebke-abano-laziale-tuttacronacaSe prima era giunta la notizia che la bara dell’ex ufficiale nazista Priebke era stata trasferita in un luogo segreto dall’aeroporto di Pratica di Mare, dove era stata trasportata dopo i tumulti in occasione dei funerali annullati ad Albano Laziale, ora arriva la smentita e il feretro si troverebbe ancora in un hangar. Paolo Giacchini, legale del boia delle Fosse Ardeatine, non ha mancato di lanciare un nuovo attacco, affermando che la salma “è stata sequestrata: i familiari intendono denunciare questo fatto, ma soprattutto vogliono sapere dove è e che venga loro restituita”. L’avvocato ha anche spiegato che il figlio di Priebke gli ha rinnovato il mandato chiedendogli di rivolgersi alle autorità per avere certezze sul feretro.

Destinazione ignota per la salma di Priebke: e i figli negano la cremazione

erich-priebke-tuttacronacaEra stata trasportata dalla polizia all’aeroporto militare di Pratica di Mare, la salma dell’ex generale nazista Erich Priebke dopo che i funerali ad Albano Laziale erano stati sospesi. Il furgone, all’uscita dall’istituto religioso dei lefbreviani, è stato fatto oggetto di una fitta sassaiola e preso a calci riportando danni al parabrezza. Al passaggio, secondo quanto si apprende, sarebbe anche stata lanciata una bomba carta. Ieri sera, però, il feretro è stato portato via per una destinazione ignota. Sulla vicenda della sepoltura dell’ex SS, fonti di governo riferiscono che “si sta lavorando a 360 gradi per dare soluzione al problema, in un contesto tecnico-giuridico estremamente complesso”. Nel frattempo la situazione sembra destinata a complicarsi, dopo che anche la Germania ha detto no alla sepoltura: ci sarebbero infatti anche i figli del boia delle Fosse Ardeatine a rallentare la soluzione. Dall’Argentina e da New York dove vivono, Jorge e Ingo sembra siano categorici su alcune condizioni dettate per il funerale e la sepoltura del loro genitore. La conferma arriva da Palazzo Chigi, da dove fanno sapere: “Sono scarsamente collaborativi”. Attraverso i canali diplomatici, fanno infatti sapere che escludono la cremazione. A spiegare meglio il loro punto di vista è Giachini, l’avvocato che continua ad assisterli nonostante la remissione del mandato avvenuta due giorni fa, “Quello che non accettano è di fare cremare il corpo del loro parente senza che venga celebrato prima il funerale. Perché il funerale non è mai stato fatto, l’ho bloccato io, in quanto quello che si voleva fare non era conforme con le disposizioni che mi erano state date”. Del resto lo stesso legale aveva rigettato la soluzione offertagli dal prefetto Pecoraro: cerimonia protetta e riservata, magari una benedizione della bara nella cappella del policlinico Gemelli dove il corpo era stato portato per la constatazione della morte. Ma “La famiglia mi ha chiesto che si faccia un regolare funerale”, aveva chiosato il legale. Insomma, continuano ad arrivare paletti con i figli che, pur avendo lasciato intendere di non voler farsi carico delle spese, non facilitano una soluzione.

Non lo vuole nessuno: la Germania dice no a Priebke

priebke-tuttacronacaSi trova a Pratica di Mare la salma di Priebke e ci s’inizia seriamente a interrogare su quanto a lungo continuerà tutta questa vicenda. Se questa mattina il sindaco di Roma Ignazio Marino, ad Agorà, aveva detto che  “Il Governo che ha seguito con molta attenzione questa vicenda ha in corso colloqui con il prefetto e non escludo contatti con l’ambasciatore di Germania in Italia”, ora questa pista sembra chiusa. Il primo cittadino aveva aggiunto: “Avevo detto sin dal primo momento no alle esequie solenni. Sono solidale con il sindaco di Albano che si è opposto. Esequie pubbliche o solenni in una Chiesa erano da evitare e mi sembra che la Chiesa stessa abbia sostenuto questa opinione”.  Poi ha spiegato: “Oggi è la giornata delle memoria di quanto avvenne 70 anni fa, una ferita nella storia della nostra città, il ricordo di quando la comunità ebraica fu colpita con una violenza inaudita. Più di mille persone avviate ai campi di sterminio. Qusta città deve ricordare quanto la violenza e l’odio dividono e quanto devono essere vietati questi temi in questi tempi”. E ancora: “da sindaco, posso dire che Roma non poteva accettare il funerale e la sepoltura di un uomo che partecipò all’eccidio delle Ardeatine sparando alla nuca alle persone. Roma non poteva accogliere un boia così”. L’ambasciata tedesca, però, ha smentito Marino e il ministero degli Esteri a Berlino conferma che non ci sono stati contatti ufficiali con Roma. In compenso, il portavoce del ministero degli Esteri Martin Schaefer ha dichiarato: “La cura dei morti tocca allo Stato dove una persona è morta”, “non c’è una responsabilità o un ruolo del governo federale tedesco in questa vicenda, contatti informali sì ma non dipende da noi trovare una soluzione”. Quindi la stessa patria che aveva dato non solo i natali ma anche una divisa al boia delle Fosse Ardeatine chiude le porte al suo cittadino. Nel frattempo il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, assegna tutta la responsabilità di quanto accaduto ieri ad Albano al legale dell’ex generale SS, Paolo Giachini. “Quando sapremo tutto capiremo che qualcuno è stato ingannato da un millantatore che non ha garantito la tranquillità che aveva promesso”. Ha quindi sottolineato: “Ha gestito la salma come fosse cosa sua, era solo un tutore legale di Priebke il cui mandato è scaduto automaticamente con la morte”. Quanto al luogo di sepoltura del nazista Pacifici specifica: ”Dobbiamo smettere di nominare quel nome. Lui è il boia delle fosse Ardeatine e basta. Non ci interessa dove porteranno la salma, l’importante è che non ci sia alcun mausoleo o luogo di pellegrinaggio”.

La salma di Priebke trasportata in aeroporto: si riflette sul da farsi

funerali-priebke-tuttacronacaLa salma di Erich Priebke, dopo che i funerali erano stati annullati, ha lasciato la chiesa di San Pio X ad Albano Laziale (Roma), dove si sarebbero dovute svolgere le esequie, a bordo di un furgone blu giunto sul posto poco dopo la mezzanotte ed entrato da un accesso secondario. Ora, mentre la salma si trova all’aeroporto militare di Pratica di Mare, spiega Marino: “So che si sta riflettendo sulle decisioni da prendere e non escludo che ci siano contatti tra il nostro governo e quello tedesco”. Il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha confermato di essere “in contatto con Berlino” e di contare di “risolvere la situazione in giornata”. Il primo cittadino della Capitale, riferendosi alla possibilità di concedere la sepoltura a Roma, ha spiegato:”Non potevamo accettare. Priebke partecipò attivamente all’eccidio di 335 persone sparandogli alla nuca. La Capitale non poteva accettare di accogliere con delle esequie un boia così violento”. “Io non ho la patente per attribuire la responsabilità di quanto accaduto ieri ad Albano Laziale – ha poi aggiunto -, ma penso che il governo abbia fatto bene a decidere di trasportare la salma in un’area militare”. Nel frattempo, sono in corso accertamenti per verificare gli autori degli incidenti scoppiati davanti alla chiesa e dei momenti di tensione seguiti all’uscita del feretro.

Rissa ai funerali di Priebke: calci e sputi contro il feretro

funerali-priebke-tuttacronacaIl sindaco di Albano Laziale, Marini, aveva tentato di vietare i funerali dell’ex ufficiale SS Priebke, impedendo l’accesso al feretro nella cittadina con con un’ordinanza immediatamente esecutiva che ha schierato i vigili al confine comunale. E’ stato il prefetto di Roma a imporre che venissero fatti. E l’ira dei cittadini si è scatenata. I manifestanti hanno preso d’assalto il feretro e la polizia ha tentato di mantenere la situazione sotto controllo, non riuscendo ad evitare però che la vettura venisse colpita da calci e sputi.

Ma ad Albano sono arrivati anche i neonazi, che hanno accusato i primi di aver preso a calci il carro funebre con la bara. Ancora una volta le forze dell’ordine sono dovute intervenire tra i due gruppi che si sono fronteggiati davanti alla chiesa. Gli agenti in tenuta anti-sommossa, li hanno divisi. Sono volati insulti. I gruppi di destra facendo il saluto fascista hanno gridato “boia chi molla”. Polemiche sul prefetto: c’è chi chiede le sue dimissioni. Ancora alle 19.30 circa secondo alcune agenzie la cerimonia non sarebbe iniziata.

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Due spose che si accapigliano all’altare: c’è un solo marito!

spose-marito-tuttacronacaUno sposo… per due donne! E’ successo a Valparaiso, in Cile, dove due donne in abito bianco si sono dirette all’altare dove, però, ad attendere c’era solo un uomo. Morale: pugni che son volati tra le due donne con una rissa in strada tra urla, schiamazzi e pianti. Ma non solo: se la sono presa anche con il promesso sposo, restato in mutande. Che chi ha assistito alla scena sia rimasto stupito è dir poco… Ma nulla di reale: era una scenetta del laboratorio di Teatro di strada dell’Unità, che spesso organizza queste “invasion street” per mettere alla prova i propri artisti.

Il talk show che diventa turpiloquio: Radio Belva

Giuseppe Cruciani e David Parenzo-radio belva-vittorio sgarbi-tuttacronaca

Giuseppe Cruciani e David Parenzo dalla trasmissione radiofonica sbarcano in tv, ma lo stile non cambia. Quello che era nato come l’anti-talk show, un programma che aveva come obiettivo l’attualità e non solo la politica e che si proponeva uno stile schietto e beffardo, naufraga miseramente in una serie di parolacce e toni violenti di cui ormai gli spettatori sono davvero saturi.

Vittorio Sgarbi, nel programma di Retequattro, diventa furibondo, contro tutti. Cruciani lo incalza, lo aizza,  lo fomenta e alla fine Sgarbi esplode:

“Tu dici cose diffamatorie. Faccia di m***a. Non devi dirlo. Documentalo, ti denuncio. Ti pi**io in testa, faccia di m***a. Guarda se devo sentire un cretino. (…) È un’offesa, da voi non verrò più. Mi avete rotto il ca**o. Non sono qua a farmi offendere da due spiantati. Cruciani, tu volevi farti candidare da An, Fini mi ha detto che tu gli leccavi il c**o. E tu, Parenzo, con la Lega da Bossi. Leccac**i, vi ho visti io”.

Poi Sgarbi, abbandonato e rientrato in studio, aggiunge: “Non sono venuto a farmi prendere per il c**o da due facce di m***a che non valgono un ca**o”

Rissa sfiorata in Parlamento per un finocchio!

Gianluca-Buonanno-tuttacronaca

Il caso Barilla infiamma l’Aula, quando il leghista Gianluca Buonanno estrae dalla borsa un finocchio e lo mette in bella mostra sul suo banco, mentre Alessandro Zan, deputato di Sel gay dichiarato, sta finendo il suo discorso, a questo punto si sfiora la rissa in Parlamento.

 A quel punto Toni Matarrelli, altro deputato di Sel, va al banco della presidenza per chiedere di rimuovere l’ortaggio. Ma Buonanno gli si avvicina e tra i due si sfiora la rissa.

Intervengono gli assistenti parlamentari, a evitare ogni contatto. Ma Buonanno, per sottrarsi alla morsa, corre fuori dall’Aula (urtando, denuncia il grillino Alessandro Di Battista, una deputata di Scelta civica). Dal Transatlantico si vede il leghista sfrecciare inseguito da un commesso e poi rientrare in Aula, alla ricerca di Matarrelli.

Ma il contatto fisico tra i due viene evitato. Buonanno è stato più volte protagonista nella stessa giornata di interventi accesi contro la presidente Boldrini e contro i deputati di Sel. Andando via, ci tiene a far sapere: “Barilla ha ragione. D’ora in poi mangerò solo la sua pasta”.

Derby con rissa in Turchia, Felipe Melo scatena i tifosi

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Derby che si trasforma in battaglia con Felipe Melo che scatena i tifosi e questi invadono il campo durante il derby Besiktas-Galatasaray. Il giocatore brasiliano infatti era stato espulso al 93′,  per un fallo di reazione sul connazionale Motta,  e in segno di sfida si è tolto la maglie mostrandola ai tifosi avversari. La reazione è stata immediata, in pochi minuti il campo è stato invaso da tifosi armati di sedie e bastoni. L’arbitro ha sospeso la partita, che era già nei minuti di recupero, sul 2-1 per il Galatasaray. Dalle tribune sono anche volati oggetti contro il centrocampista del Gala. I giocatori si sono dati alla fuga verso gli spogliatoi mentre i tifosi hanno dato vita a una mega rissa. Ora si attendono pesanti sanzioni disciplinari della Federclcio turca per tutti i protagonisti. Felipe Melo in primis.

Rissa sfiorata allo Zoomarine durante un blitz di animalisti

zoomarine-protesta-tuttacronacaSi è sfiorata la rissa oggi al parco acquatico Zoomarine a Torvajanica, vicino a Roma, dove alcuni attivisti dell’associazione “Animalisti Italiani” ha organizzato un blitz. Sono state una quarantina le persone che si sono incatenate ai tornelli d’ingresso per protestare contro l’utilizzo dei delfini.  Ma la manifestazione, supportata da striscioni e cori, non è stata gradita dai visitatori che avevano già pagato il biglietto. I carabinieri sono così stati costretti a intervenire per evitare che la situazione di tensione tra le due fazioni degenerasse. Solo dopo un’ora di polemiche e battibecchi la situazione è tornata alla normalità e gli animalisti hanno lasciato liberi i varchi d’ingresso. I gestori del Parco Acquatico in una nota parlano di “un comportamento violento” da parte dei manifestanti che hanno anche “spaventato le famiglie e i bambini presenti”. “Gli addetti alla sicurezza nonchè alcuni dei visitatori, bambini compresi – si legge nel comunicato -, hanno subito aggressioni da parte dei manifestanti, che si sono dispersi all’arrivo delle forze dell’ordine, le quali comunque sono riusciti a identificarne alcuni”.  E proprio per rispondere alle polemiche innescate dagli animalisti, Zoomarine precisa che “tutti gli animali ospiti presso il Parco sono tenuti in piena osservanza delle leggi disciplinanti la materia”.

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Inviato de le Iene malmenato a Salerno

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L’inviato Filippo Roma, nel corso della processione in onore del santo patrono a Salerno ha cercato di avvicinare il sindaco Vincenzo de Luca per un’intervista, ma è stato allontanato prontamente dalle forze dell’ordine. Nella ressa, un cameraman al seguito dell’inviato ha riportato la rottura degli occhiali che teneva sulla camicia. Vincenzo de Luca, dell’area di centro sinistra è stato più volte al centro di indagini e processi (alcuni dei quali prescritti) che lo hanno visto coinvolto. Le condanne in primo grado sono state per ”Stipendi d’oro”, per la quale  è stato ritenuto colpevole in primo grado dalla Corte dei Conti di Napoli nel 2010 a pagare 23.000 euro e per diffamazione aggravata ai danni di Marco Travaglio, condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli nel maggio 2013 a un risarcimento di 1.000 euro.

 

 

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