Il centrocampista del Cagliari Daniele Dessena, per aderire all’iniziativa contro l’omofobia “Diamo un calcio all’omofobia”, ha scelto d’indossare i laccetti arcobaleno. Per questa sua scelta, tuttavia, il calciatore ha rimediato diversi insulti sul web, con la sua lotta contro odio e intolleranza salutata anche da parolacce sui social network. Ancora, via internet Dessena è stato invitato a farsi gli affari propri e a non allargarsi ad argomenti che non riguardano strettamente pallone e rettangolo verde. A questi pochi casi che gli si sono scagliati contro, il centrocampista ha replicato: “Siete degli stupidi ignoranti. Pensate al vostro lavoro e non al mio! Abbiate rispetto delle scelte delle persone e ribadisco, siete degli ignoranti”. In compenso, in molti hanno anche lodato l’iniziativa incoraggiandolo a non desistere. All’ex Parma e Sampdoria sono giunti attestati di stima anche da associazioni e organizzazioni. L’associazione culturale Arc di Cagliari ha spiegato in una nota: “Un grazie anche a tutti i tifosi del Cagliari, quelli sfegatati, che hanno difeso il proprio giocatore. Ci auguriamo infine che l’intera squadra del Cagliari aderisca a questa iniziativa”.
Tutti gli articoli con tag diritti umani
I Giochi Olimpici sono sempre stati un po’ gay
Vladimir Putin ha spiegato che gay e lesbiche sono i benvenuti ai Giochi olimpici, purchè si tengano distanti dai bambini. Ma quelle che stanno per iniziare sono anche le Olimpiadi dove il tema dell’omofobia è forte tanto da far sì che diversi capi di stato non intervengano. Ma all’omofobia russa risponde un bellissimo video, “I giochi olimpici sono semrpe stati un po’ gay”, creato dal Canadian Institute of Diversity and Inclusion (CIDI). Lo spot gioca con i movimenti dei partecipanti alle gare di bob ed è accompagnato dalla canzone del gruppo The Human League, Don’t you want me.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 6, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/06/i-giochi-olimpici-sono-sempre-stati-un-po-gay/
Sventola la bandiera arcobaleno al passaggio della fiaccola di Sochi: arrestato
L’attivista gay Pavel Lebedev è finito in manette per aver sventolato, al passaggio della fiaccola olimpica di Sochi 2014, la bandiera arcobaleno simbolo dei movimenti per i diritti dei gay. L’episodio è avvenuto a Voronezh, in Russia, a oltre 900 chilometri dal luogo in cui i Giochi inizieranno il 7 febbraio. L’uomo è stato immobilizzato dal personale di sicurezza che, gettatolo nella neve, ha atteso l’arrivo della polizia che l’ha in seguito interrogato. “Ospitare qui i Giochi contraddice i principi basici delle Olimpiadi, ovvero favorire la tolleranza”, ha dichiarato al telefono all’agenzia di stampa Associated Press. Come ricorda Repubblica,
In Russia attualmente è in vigore una legge che vieta la propaganda di “relazioni sessuali non tradizionali”. E’ stata firmata a giugno dal presidente, Vladimir Putin, e ha scatenato un’ondata di proteste in Russia e all’estero, anche in vista delle stesse Olimpiadi. Per tentare di arginare le proteste, le autorità di Mosca hanno quindi imposto limiti al diritto di protestare durante i Giochi, che si concluderanno il 23 febbraio. Un decreto presidenziale inizialmente vietava tutte le manifestazioni a Sochi dal 7 gennaio al 21 marzo, ma in seguito il Cremlino ha rivisto la misura e ha permesso le dimostrazioni in luoghi scelti dal ministero dell’Interno.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 18, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/18/sventola-la-bandiera-arcobaleno-al-passaggio-della-fiaccola-di-sochi-arrestato/
“Basta che lasciate in pace i bambini”: Putin e i gay a Sochi
Si avvicinano i giochi di Sochi e si continua a parlare della presenza dei gay alle prossime Olimpiadi invernali. Intervenendo al riguardo, il presidente russo Vladimir Putin ha detto:
Non abbiamo vietato i rapporti sessuali non tradizionali. Abbiamo vietato la propaganda dell’omosessualità e della pedofilia. Voglio sottolinearlo. La propaganda verso i bambini. Potete stare tranquilli, basta che lasciate in pace i bambini.
E’ in vigore dalla scorsa estate la legge promossa da Putin che prevede multe consistenti a chiunque diffonda informazioni sull’omosessualità a persone che abbiano meno di 18 anni. Non solo, la multa viene elevata anche a chi organizza manifestazioni a sostegno delle persone omosessuali. Secondo molte associazioni per i diritti umani, di fatto la nuova legge impedisce di parlare di omosessualità.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 17, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/17/basta-che-lasciate-in-pace-i-bambini-putin-e-i-gay-a-sochi/
Anche la madre potrà dare il suo cognome ai figli: arriva il ddl
Appena qualche giorno fa la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. Ora si corre ai ripari ed è arrivata la bozza di un ddl all’esame del Consiglio dei ministri che prevede che il figlio potrà assumere “il cognome della madre o quello di entrambi i genitori” in caso “di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita”. Il provvedimento vale anche per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. Il disegno di legge, composto di 4 articoli, modifica l’articolo 143-bis del codice civile. Le disposizioni si applicano alle dichiarazioni di nascita successive all’entrata in vigore della legge.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 10, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/10/anche-la-madre-potra-dare-il-suo-cognome-ai-figli-arriva-il-ddl/
Strasburgo condanna l’Italia: “il cognome della madre è un diritto”
Sarà definitiva tra tre mesi la sentenza con la quale i giudici della Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. I genitori, infatti, devono avere il diritto di dare ai figli il solo cognome materno. Il Belpaese, quindi, “deve adottare riforme” legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata. Sono stati i coniugi milanesi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo a far ricorso alla Corte di Strasburgo dopo che lo Stato italiano ha impedito di registrare all’anagrafe la figlia Maddalena, nata il 26 aprile 1999, con il cognome materno anziché quello paterno. Battutasi da allora, la coppia ha oggi vinto a Strasburgo. L’Italia è stata condannata per aver violato il diritto di non discriminazione tra i coniugi in congiunzione con quello al rispetto della vita familiare e privata. I giudici sostengono che “se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne”. Ancora, nella sentenza viene sottolineato che la possibilità introdotta nel 2000 di aggiungere al nome paterno quello materno non è sufficiente a garantire l’eguaglianza tra i coniugi e che quindi le autorità italiane dovranno cambiare la legge o le pratiche interne per mettere fine alla violazione riscontrata.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 7, 2014
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Olimpiadi di Sochi 2014: verso il boicottaggio?
Il presidente tedesco, Joachim Gauck, non parteciperà alla cerimonia di apertura delle olimpiadi invernali di Sochi, in Russia, a febbraio. E ora arriva un annuncio simile anche dalla Francia: neanche Francois Hollande, infatti, sarà presente. Lo ha annunciato Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese: “Non è previsto che le autorità francesi al più alto livello ci vadano”. Viene così rafforzandosi l’ombra del boicottaggio dei leader occidentali verso le olimpiadi di Putin, sotto accusa per le violazioni dei diritti umani in Russia. In precedenza, dopo l’annuncio riguardante Gauck, con Berlino che assicurava che non si trattava di boicottaggio, la stampa tedesca aveva evocato proprio una protesta di Gauck contro le violazioni dei diritti umani e la pressioni persecutorie di Putin contro gli oppositori politici in Russia. Da sottolineare che il presidente tedesco, ex pastore luterano e militante per i diritti umani nella Germania est, non ha effettuato nessuna visita ufficiale in Russia dal suo arrivo al potere nel 2012. Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e commissaria per i Diritti umani, la lussemburghese Viviane Reding, ha invece spiegato di non voler andare a Sochi proprio per protestare contro la condizione delle minoranze in Russia. Sempre riguardo alla prossima edizione dei Giochi invernali, la Russia ha ricevuto molte critiche da parte di Ong e attivisti dei diritti umani per le condizioni disumane a cui sarebbero sottoposti i lavoratori immigrati reclutati in massa per costruire gli impianti che ospiteranno le gare. A questo si aggiungono le preoccupazioni internazionali per le leggi anti-gay, fronte sul quale sono già scesi in campo gli Stati Uniti attraverso le star del mondo dello sport e dello spettacolo, ma anche con tanti cittadini. Dalla stessa Casa Bianca era giunto un monito a Mosca con il quale si chiede vengano rispettati i diritti di tutti i partecipanti alla manifestazione. I campioni dello sporto che nel tempo hanno fatto coming out, infine, si sono riuniti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite per chiedere di eliminare l’omofobia dallo sport e per protestare contro la scelta di Sochi come sede delle prossime Olimpiadi invernali.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 16, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/16/olimpiadi-di-sochi-2014-verso-il-boicottaggio/
La Russia che chiude le porte: agente FIFA non può entrare
Il dirigente FIFA Michael Garcia si è visto negare l’entrata in Russia: il presidente della commissione etica fa infatti parte della lista nera di persone bandite dal suolo federale. A riportare la notizia l’agenzia di stampa australiana AAP. A Garcia viene vietato l’ingresso per via del suo coinvolgimento nell’arresto del trafficante d’armi russo Viktor Bout, che secondo la Russia sarebbe stato condannato “ingiustamente” e sulla base di “prove dubbie”. Il russo, nel 2012, è stato condannato a 25 anni di carcere a Manhattan. Il diregente FIFA ha un passato da Procuratore federale nel Distretto Sud di New York, carica che ha ricoperto fino al 2008, ma ha comunque preso parte al caso. Al momento, in qualità di uomo dell’etica della FIFA, dovrebbe girare i Paesi dove si svolgeranno le prossime Coppe del Mondo, tra i quali, appunto, la Russia, che ospiterà la competizione nel 2018 e che solo quest’anno ha già bandito diciotto cittadini statunitensi con l’accusa di violazione dei diritti umani.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/05/la-russia-che-chiude-le-porte-agente-fifa-non-puo-entrare/
Letta all’Onu: “Senza diritti umani la pace è a rischio”
E’ intervenuto all’Onu oggi il premier Letta, dove ha parlato di crescita e sviluppo ma anche dei rischi che corrono sia la pace globale che la sicurezza in loro assenza. “In vista della fine della crisi globale, la nostra priorità devono essere la crescita e lo sviluppo. Ma se i diritti umani sono a rischio anche la pace globale e la sicurezza sono a rischio”. Ha quindi proseguito: “La sovrappopolazione pone l’attenzione su uno dei problemi più gravi di oggi: la disoccupazione globale, in particolare quella giovanile. Un fenomeno che colpisce tutto il mondo, inclusa l’Europa e il mio Paese. Dobbiamo combinare misure assunte al livello nazionale e europeo per lanciare la nostra guerra contro la disoccupazione”. Nel suo intervento ha toccato anche il tema della fame nel mondo: “L’Italia darà il suo contributo specifico al problema della sicurezza alimentare grazie all’Expo di Milano del 2015”. Aggiungendo: “Il nostro Paese sente che è arrivato il tempo di lanciare un nuovo accordo globale sul cibo. La partecipazione Onu all’Expo è di conseguenza di grande importanza”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/25/letta-allonu-senza-diritti-umani-la-pace-e-a-rischio/
Dopo la condanna Manning vuole diventare donna!
Si farà chiamare Chelsea e diventerà donna questo è il desiderio di Bradley Manning, condannato a 35 anni di carcere per aver passato documenti segreti a Wikileaks. Lo ha scritto in una dichiarazione inviata al programma Today della Nbc. “Sono Chelsea Manning. Sono una donna. Considerando come mi sento, e come mi sono sentita sin dall’infanzia, voglio iniziare al più presto la terapia ormonale. Spero che mi appoggerete in questo passaggio. Chiedo che a partire da oggi mi chiamiate con il mio nome femminile, Chelsea”.
Il suo avvocato, David Coombs, ha detto anche che il suo assistito si aspetta la grazia dal presidente Barak Obama.
Durante il processo la difesa di Manning ha messo in evidenza le forti pressioni psicologiche sul ragazzo durante l’era del “don’t ask don’t tell”, la politica in base alla quale nelle forze armate Usa non si chiedeva e non si diceva nulla riguardo agli orientamenti sessuali dei militari.
Pubblicato da tdy22 in agosto 22, 2013
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Manning condannato a 35 anni. Uscirà a 60 anni.
Bradley Manning, il soldato americano di 25 anni reo confesso di essere la ‘talpa’ di Wikileaks, è stato condannato a 35 anni di carcere. La sentenza è stata emessa dalla Corte Marziale di Fort Meade, che ha ridotto la richiesta del Procuratore di 60 anni. Questo significa che Manning uscirà dal carcere quando avrà ormai 60 anni.
Pubblicato da tdy22 in agosto 21, 2013
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Manning e Snowden i destini incrociati di due eroi o di due delatori?
Come da sempre ci insegna la storia occorrono anni prima che si possa poi, quando ormai il tempo fa prendere la giusta distanza dagli eventi e gli interessi economici e politici vanno via via scemando, fare un’analisi oggettiva. Ci sono argomenti, invece, sui quali nonostante passano decenni un oggettività non si raggiunge mai e gli schieramenti tra sostenitori e contrari restano a dividere l’opinione pubblica. Sarà forse il caso di Snowden e Manning? Probabilmente lo sarà… Nessun europeo riuscirà, nel profondo a capire perchè un crimine di guerra denunciato possa diventare invece un atto di spionaggio. Per assurdo, nel caso del militare americano, le vittime che hanno subito soprusi sembra quasi che siano diventati i carnefici che hanno costretto Manning al carcere. Eppure c’è chi è pronto a sostenere che Manning non avrebbe mai dovuto rivelare alcune informazioni, neppure se si trattava di 12 civili disarmati uccisi da due Apache americani. Perché? Perché è un problema di fedeltà alla patria, di rispetto per il proprio paese, di lealtà… ma quale paese civile, democratico e leale ucciderebbe su un territorio straniero martoriato da una guerra 12 civili indifesi? Improvvisamente però, scoppia il caso Snowden, un nuovo delatore che stanco dei soprusi questa volta perpetrati dagli americani, anche contro i propri stessi cittadini, si ribella e fa scoppiare il datagate… dopo mesi di incertezza passati all’aeroporto Sheremetevo di Mosca ottiene finalmente un asilo temporaneo in Russia. Ora Snowden sarebbe diretto «in un luogo sicuro», ma «segreto», che non sarà rivelato.
E’ notizia delle ultime ore che la talpa del Datagate si pronuncerà oggi sul caso del soldato Bradley Manning, giudicato «traditore» da un tribunale Usa per il caso Wikileaks. Lo riferisce il sito web di Julian Assange che pubblica cablogrammi diplomatici segreti.
Pubblicato da tdy22 in agosto 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/08/01/manning-e-snowden-i-destini-incrociati-di-due-eroi-o-di-due-delatori/
La storia si ripete, la Russia non si compromette! Snowden è scomodo.
Pubblicato da tdy22 in luglio 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/17/la-storia-si-ripete-la-russia-non-si-compromette-snowden-e-scomodo/
Edward Snowden e l’incontro con i difensori dei diritti umani
snowden ha incontrato i difensori dei diritti umani all’aeroporto di Mosca ed ha chiesto di essere aiutato ad ottenere un asilo temporaneo in Russia. A riferirlo Tatiana Lokshina, dell’Ong Hrw, che ha spiegato che l’ex informatico dell’Nsa “per ora non può andare in America Latina”. La condizione posta dal Cremlino, però, è che cessi “le sue attività contro gli Stati Uniti”. Al riguardo, il deputato putiniano Viaceslav Nikonov ha assicurato che Snowden non intende più danneggiare gli Usa. “Ha detto di essere a conoscenza di questa condizione e ha dichiarato che può accettarla facilmente, dato che è un patriota del suo Paese”. Inoltre, secondo Nikonov, “ha detto di aver già raccontato tutto quello che sapeva. Nel frattempo la tv di Stato Russia 24 ha diffuso le foto della Talpa all’incontro con tredici attivisti, mostrando così la prima immagine di Snowden dopo settimane di fuga. L’avvocato Anatoli Kucerena, che ha spiegato che per completare l’iter della concessione dell’asilo occorreranno tra le e due e le tre settimane, ha annunciato l’intenzione dell’informatico di scrivere una lettera a Obama per raccontare delle violazioni dei diritti umani fondamentali. Il capo dell’ufficio moscovita di Amnesty International, Serghiei Nikitin, ha resi invece noti i progetti futuri della talpa: “Vuole ottenere asilo politico, almeno come protezione temporanea, in Russia. Ma le sue azioni successive non sono chiare. Snowden ha detto che potrebbe andare in un Paese dell’America Latina”.
Pubblicato da tdy22 in luglio 12, 2013
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Polemiche su Jennifer Lopez e l’ “Happy Birthday” al presidente turkmeno
J.Lo ha innescato una serie di polemiche cantando nel corso di un evento organizzato dalla China National Petroleum Corp, in Turkmenistan. Durante l’evento la cantante ha anche intonato il classico ‘Happy Birthday’ a Gurbanguly Berdimuhamedow, leader dell’ex repubblica sovietica e ora presidente turkmeno accusato di non rispettare i diritti umani. Immediata la risposta dell’agente della Lopez che ha affermato che l’evento non era di natura politica e inoltre la cantante non era a conoscenza delle accuse sollevate da alcune organizzazioni per i diritti umani nei confronti di Berdimuhamedow.
Ecco il video dell’evento che ha suscitato la bufera su J. Lo:
Pubblicato da tdy22 in luglio 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/01/polemiche-su-jennifer-lopez-e-l-happy-birthday-al-presidente-turkmeno/
Alla Camera oggi si parlava di violenza sulle donne: aula deserta!
Le violenze sulle donne si susseguono in tutta Italia, ma sembra ai politici (con le dovute eccezioni) la cosa non importi poi tanto. Forse perchè non possono usarle per fini politici cose fanno quando un extracomunitario compie atti di violenza, forse perchè in fin dei conti chi doveva votare in questi giorni già aveva preso la sua decisione, fatto sta che uno scatto mostra un’aula desolatamente vuota. E’ inizata con un minuto di silenzio per Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa e bruciata dal suo fidanzato a Corigliano Calabro, la seduta dell’Aula della Camera presieduta da Laura Boldrini. Il tema era il recepimento della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, a quanto pare non degna di particolare attenzione, come ha osservato, rammaricandosene, il presidente di Montecitorio Laura Boldrini. “Auspico che si arrivi subito alla ratifica della Convenzione e alle leggi necessarie per la sua rapida attuazione”, ha affermato, prima di spiegare: “Per la prima volta la violenza contro le donne viene incardinata nell’ambito della violazione dei diritti umani. Ovvero dei diritti fondamentali della persona”. Ma, nonostante la scarsissima partecipazione, c’è comunque spazio per un battibecco tra la deputata del M5S Carla Ruocco e Mara Carfagna, diatriba che in breve si sposta in facebook. “La Carfagna – commenta la parlamentare sul social network – ha appena letto, dinanzi ad un’aula vuota, eccetto noi del 5 Stelle, una relazione sulla violenza sulle donne in cui incitava, tra l’altro, la tv a non strumentalizzare il corpo femminile nelle trasmissioni…..ma è quella stessa Carfagna? Sarà per questo che le sue colleghe pidielline sono tutte assenti??? Per non assistere a questa pagliacciata???”. La replica della pidiellina arriva nell’intervento conclusivo: ”Spesso la violenza contro le donne nasce dall’atteggiamento di alcune donne che usano le modalità più ignobili e infamanti contro altre donne. Le stesse modalità che spesso utilizzano i maschi. Modalità che siamo ora qui a condannare e che magari provengono da giovani donne che non si rendono conto di dove si trovino e del rispetto che si dovrebbe avere delle istituzioni in cui sono ora”. E prosegue: parlando dell’ ”imbecillità dei preconcetti e delle battute che alla fine qualificano solo chi le fa” e se la prende con i ”comportamenti superficiali di chi giudica solo sulla base di pregiudizi”.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 27, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/27/alla-camera-oggi-si-parlava-di-violenza-sulle-donne-aula-deserta/
Amnesty denuncia: in Italia si stanno erodendo i diritti umani!
Il rapporto 2013 di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani nel mondo fa emergere un quadro sconfortante sulla situazione Italiana: “Una progressiva erosione dei diritti umani, ritardi e vuoti legislativi non colmati, violazioni costanti e forse in aumento”. Quello che non viene risparmiato da critiche è la politica italiana da critiche, che registra nel 2012 “una situazione con molte ombre”: dalla violenza contro le donne al mancato inserimento del reato di tortura nel codice penale fino al nuovo accordo per il controllo dell’immigrazione sottoscritto con la Libia che, secondo il presidente della sezione italia, Antonio Marchesi, “rischia di mettere a repentaglio la vita e l’incolumità di migranti e richiedenti asilo”. Ecco allora che Amnesty chiede la “sospensione” di un accordo che, secondo l’Ong, è stata oltretutto siglato “senza trasparenza”. Oltre a questo, nello stesso anno le condizioni dei Cie “sono state ben al di sotto degli standard internazionali” e “le tutele legali per il rimpatrio dei migranti irregolari sono state violate in molte occasioni”. Altri due punti messi in evidenza sono poi la presenza del reato di clandestinità e le “continue violazioni” dei diritti dei rom, che hanno reso contraddittorio il governo Monti, che ha sì approvato la `Strategia nazionale d’inclusione dei rom´ ma, contemporaneamente, ha presentato il ricorso contro il Consiglio di Stato che dichiarava illegittima la cosiddetta “emergenza nomadi” in vigore dal 2008: la Cassazione ha confermato il verdetto del Consiglio di Stato ma, nel frattempo, si è continuato ad applicare il “Piano nomadi”, con sgomberi forzati e trasportando i rom “in campi segregati”. Ma si parla anche di omofobia, dell’aumento di casi di violenza contro le donne e degli “ostacoli incontrati da chi chiede giustizia per coloro che sono morti mentre si trovavano nelle mani di agenti dello Stato o sono stati torturati o maltrattati in custodia”. Ecco allora che viene rilanciato il “pacchetto riforme” in 10 punti per i diritti umani in Italia, con l’obbiettivo di eliminare le criticità emerse e che era già stato proposto da Amnesty a tutti i candidati alle ultime elezioni. All’epoca tutti avevano apposto la propria firma ma ora “è arrivato il momento di mantenere le promesse. Non regge l’alibi della crisi, né quello della presunta limitazione dell’agenda del governo”.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 23, 2013
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Poesie e racconti: i colori della fantasia
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