Rihanna e la foto con il cappellino contro la discriminazione degli omosessuali

rihanna-p6-tuttacronacaIl sesto principio della carta olimpica condanna ogni forma di discriminazione e proprio a esso fa riferimento il logo P6 che appare su un cappellino indossato da Rihanna. La cantante, che ha postato una foto mentre indossa proprio quel cappellino su Instagram, si unisce così alla campagna per la difesa dei diritti gay in Russia. In seguito, su Twitter, è tornata sul problema della discriminazione in Russia, ricevendo ringraziamenti e approvazione dei molti gruppi che si occupano di promuovere i diritti degli omosessuali. Come riporta l’Huffington Post, con l’hastagh #P6 Rihanna ha voluto partecipare al dibattito sulle leggi omofobe promulgate dal presidente Vladimir Putin: nel mese di giugno il parlamento ha approvato una legge che rende illegale raccontare ai bambini l’uguaglianza gay. La comunità internazionale ha ampiamente criticato la legge come arcaica e discriminatoria. Appena la settimana scorsa, il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha firmato un decreto che vieta alle coppie omosessuali straniere di adottare bambini russi. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia, a differenza di alcuni altri paesi, non criminalizza le relazioni omosessuali.

Putin abbraccia la pattinatrice lesbica Ireen Wust: il video spopola in rete

putin-abbraccia-atleta-gay-tuttacronacaDopo le accese polemiche, la scena che nessuno si aspettava di vedere e che è stata notata da pochi. Almeno fino a quando vari siti russi non hanno iniziato a diffonderlo. Nel filmato viene immortalato l’abbraccio tra il presidente russo Vladimir Putin e la pattinatrice olandese Ireen Wust, oro nei 3000 metri di pattinaggio velocità femminile a Sochi dopo quello di Torino. L’incontro è avvenuto tre giorni fa in casa Olanda, dove il premier russo ha bevuto una birra con il re Guglielmo Alessandro e la regina Maxima. Le immagini, tuttavia, sono circolate solo successivamente. Dopo aver chiesto all’atleta “Avete qualche domanda, c’è qualche problema?” e ricevuto in risposta: “No, è molto bello qui, mi piace”, il leader russo l’ha abbracciata calorosamente.

“Papa Francesco ha un problema con il sesso”: ne parla lo Spiegel

pope francis-tuttacronacaE’ lo Spiegel, il settimanale più letto in Germania, che facendo riferimento ai risultati appena diffusi del sondaggio vaticano sulla famiglia, distribuito alcuni mesi fa presso tutte le diocesi del mondo in vista del sinodo di ottobre, intitola un servizio: “Il problema del Papa con il sesso”. Il Papa ha rivolto ai fedeli domande che riguardano i temi caldi della contraccezione, del rapporto tra Chiesa e divorziati, delle unioni omosessuali. Le risposte, che come spiega l’Huffington Post sono state finora rese pubbliche solo dalle conferenze episcopali tedesca, svizzera e belga, ancora nessun riscontro dalla Cei, sembrano indicare un’esigenza molto chiara da parte dei credenti cattolici: che la Chiesa sia finalmente più accogliente e flessibile sulle questioni di etica familiare. I vescovi tedeschi, che hanno sintetizzato le risposte dei fedeli in un report dettagliato, scrivono: “Le posizione della Chiesa sul sesso prematrimoniale, l’omosessualità e i metodi contraccettivi nella grande maggioranza dei casi non sono messe in pratica dai credenti, oppure sono espressamente rifiutate”. Per quanto riguarda i legami gay, in particolare, i prelati rilevano la “marcata tendenza ad accettare come atto di giustizia” il riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso. Il documento, inoltre, evidenzia come il divieto dei sacramenti ai divorziati rappresenti per la maggioranza dei praticanti una “ingiustificata e crudele discriminazione”, mentre quasi tutti i fedeli “respingono come incomprensibile il divieto sui metodi artificiali di controllo delle nascite”. Per questo, il documento dei vescovi auspica che la Chiesa modifichi il suo approccio, passando dall’ “etica dei divieti” all’ “etica dei consigli”. I credenti svizzeri si trovano sulla stessa linea linea, come spiegato dai vertici della conferenza episcopale elvetica: nel 60 per cento dei casi, infatti, appoggiano la richiesta di riconoscimento e benedizione delle coppie omosessuali e nel 90 per cento vorrebbero una Chiesa più aperta nei confronti dei divorziati/risposati. Una sensibilità diffusa anche in Belgio, l’ultimo Paese da cui, finora, sono arrivati i primi risultati del sondaggio vaticano sulla famiglia: in una nota, la conferenza episcopale belga ha fatto sapere che i fedeli preferirebbero una Chiesa più “accogliente” verso chi non rispetta i suoi precetti, come i divorziati e gli omosessuali. Per quel che riguarda l’Italia,  il termine di consegna dei questionari dalle varie diocesi agli uffici della Cei è scaduto il 7 gennaio e finora la Conferenza episcopale ha preferito non rendere pubblici i risultati di del sondaggio. Scrive l’HuffPost:

In alcuni casi, tuttavia, diverse associazioni cattoliche hanno riscontrato reticenze e ritardi nella distribuzione dei questionari verso le parrocchie, come se alcuni vescovi volessero evitare che i fedeli potessero misurarsi con temi ritenuti “sensibili”: “In diverse diocesi si respirava un’aria di imbarazzo, per alcuni vescovi è meglio che i fedeli non dicano la loro sulle scelte della Chiesa, soprattutto su questioni così delicate – spiega all’Huffington Post don Nandino Capovilla, parroco a Marghera e consigliere nazionale di Pax Christi – Così, in alcuni casi, i questionari sono rimasti chiusi nei cassetti e i moduli sono stati compilati facendo partecipare i fedeli il meno possibile”.

La ballerina in tutù e manette contro le leggi anti-gay

ballerina-russa-tuttacronacaLa ballerina Aleksandra Portiannikova ha danzato nei giardini della piazza di porta Lauski, non lontano dagli uffici dell’amministrazione presidenziale, interpretando un brano del Lago dei Cigni. La particolarità della performance? Indossava solo un tutù bianco e delle manette circondata dalla neve con una temperatura di -20 gradi. Le sue evoluzioni sulle punte hanno avuto luogo alla vigilia della consegna al Cremlino da parte di Amnesty International di una petizione contro le leggi “liberticide” russe. “E’ l’immagine di una Russia commovente, ma priva di libertà”, scrive il giornale di opposizione Novaia Gazeta, dove lavorava anche Anna Politkovskaia. Mentre la giovane si esibiva, alcuni militanti hanno esposto un cartello con una citazione attribuita a Putin: “Una delle priorità dello stato e della società deve essere il sostegno del movimento per la difesa dei diritti umani”. La giovane, ricordando in particolare i provvedimenti che limitano il diritto di espressione, vietano la propaganda omosessuale tra minori e costringono le ong con fondi esteri a registrarsi come “agenti stranieri”, ha spiegato che si tratta di “un’azione contro le leggi che si approvano nel nostro Paese e ledono i diritti dell’uomo”. “Purtroppo nel nostro Paese si può chiedere l’autorizzazione per una manifestazione solo in un posto dove nessuno, tranne i giornalisti, può vederla”, ha aggiunto. Amnesty International ha raccolto oltre 300 firme in tutto il mondo, di cui 100 mila solo in Olanda, per abolire le “leggi liberticide”.

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La gaffe della Coca Cola in vista di Sochi 2014

coca-cola-tuttacronacaManca pochissimo ormai all’apertura delle Olimpiadi di Sochi 2014 e quello che appare evidente è che diverse multinazionali non sanno bene come muoversi nei confronti delle politiche anti-gay messe in atto dal presidente della Federazione russa. La grande domanda sembra essere: con o contro Putin. L’ultimo passo falso è quello della Coca Cola che, forse per seguire la linea della censura imposta da Putin, ha messo in atto una strategia che ha portato il noto marchio ad inimicarsi la lobby gay. Da un po’ di tempo, la Coca Cola ha reso possibile personalizzare le lattine con un nome, una parola o un aggettivo. Il procedimento è semplice: si va sul sito, si gita il termine e si attende che arrivi l’etichetta. Ma quando alcuni utenti hanno provato a digitare la parola “gay”, sul monitor è apparsa la scritta “Oops, facciamo finta che non ha digitato questa parola”. Un vera e propria censura. Lo stesso non avviene con altre parole, fra cui “straight”, eterosessuale in inglese. In questo caso, parola accettata. Ovviamente la comunità omosessuale si è indignata e l’applicazione al momento è stata rimossa dal sito. Ma la Coca Cola parla di “errore tecnico”, di una “svista”, non legando l’episodio alla sua partecipazione come sponsor a Sochi 2014 e alla “paura” di urtare la “sensibilità” di Putin. L’azienda ha comunque scelto di scusarsi con i propri consumatori: “Siamo consapevoli che la promozione Share A Coke che è in atto in Sud Africa, ha generato un risultato non intenzionale. Ci scusiamo per qualsiasi offesa causata” ha scritto in un comunicato ufficiale, precisando: “In Sud Africa, la versione digitale del “Condividere una Coca-Cola” ha posto una limitazione alla personalizzazione dei nomi. Stiamo lavorando per rimuovere il problema nel sistema digitale”. “Come uno dei marchi del mondo più inclusivi, stimiamo e celebriamo la diversità” si legge ancora sul sito. “Siamo da tempo grandi sostenitori della comunità LGBT e sosteniamo l’uguaglianza e la diversità attraverso le nostre politiche e azioni. Ancora una volta ci scusiamo per qualsiasi offesa che questa cosa può aver provocato”.

tweet

“Sono lesbica, non cercarmi marito”. La toccante lettera di una figlia

gigi-chao-tuttacronacaCecil Chao, magnate di Hong Kong, non riesce ad accettare l’omosessualità della figlia Gigi e ha offerto 100 milioni di euro all’uomo che riuscirà a “convertire la figlia lesbica. Non è la prima volta che il tycoon cerca di “comprare” un compagno alla figlia, ma questa volta la 33enne ha scritto una lunga lettera, pubblicata su South China Morning Post, cercando d’interrompere questa pratica. “Caro papà, credo che questo sia il momento giusto per parlarti con sincerità. Io ti amo molto, sono orgogliosa di aver un padre come te. So che è difficile per te comprendere come io possa sentirmi attratta da una donna e credo di non essere neanche in grado di spiegarlo. Semplicemente accade, gentilmente e pacificamente”. Gigi usa parole d’amore nei confronti del genitore che definisce “una delle persone più istruite, energiche e intelligenti che questa umile terra abbia conosciuto”. “Il tuo carisma illumina ogni stanza” scrive. E forse, proprio in virtù di questa “fiducia e del rispetto” che lei prova per lui, non riesce a spiegarsi come possa non capire dove è la sua felicità. E ancora prosegue: “Sono fiera della mia vita e non sceglierei di vivere in nessun altro modo. Mi dispiace se ti ho indotto a pensare che avevo una relazione omosessuale perché c’era carenza di uomini adatti a Honk Kong. Ci sono molti uomini buoni, solo che non fanno per me”. Del resto la 33enne ha sposato due anni fa la donna che ama, Sean, “la persona che mi ha cambiato la vita, dalla quale mi sento protetta, accudita, che mi ha reso una persona migliore”. “Non ti chiedo di essere il suo migliore amico, ma significherebbe molto per me se tu non ne fossi così terrorizzato e la considerassi come un essere umano normale e dignitoso”. E sottolinea: “Il mio rammarico è che non hai idea di quanto io sia felice nella mia vita e che ci sono aspetti della mia felicità che non posso condividere con te”. E conclude: “ho impiegato un sacco di tempo per capire chi sono, che cosa è importante nella mia vita, cosa amo e quale è il modo migliore per vivere”. Ma ora che è “orgogliosa” e non “vorrebbe vivere in altro modo” chiede solo di essere accettata dall’uomo che più ama e stima sulla Terra: il padre. “Pazientemente tua, Gigi”.

“Sono gay ma il coming out dovrebbero farlo i ladri”. Parla Amelio

gianni-amelio-tuttacronacaGianni Amelio è alla Berlinale con il film “Felice chi è diverso” e a Repubblica parla dell’omosessualità sua e di tanti “uomini che sono stati giovani quando gli omosessuali non esistevano, se non in una vita clandestina temuta, perseguitata, irrisa”. Il regista denuncia: “Alla mia età sarebbe un po’ tardivo, forse ridicolo. Altri dovrebbero essere i coming out davvero importanti, di chi froda il fisco per esempio, di chi usa la politica per arricchirsi”. E aggiunge: “Credo che chi ha una vita visibile abbia il dovere della sincerità: e allora sì, lo dico per tutti gli omosessuali, felici o no, io sono omosessuale”. Ma la società non è poi cambiata tanto e oggi come ieri fatica ad accettare l’omosessualità. “L’omofobia è ancora imperante, capita ancora che ragazzi si uccidano perché froci o ritenuti tali”, racconta ancora Amelio nell’intervista, “Scherniti, isolati, picchiati. Insomma la battaglia non è vinta”. Ma la sua ultima pellicola vuole lanciare un messaggio positivo, come spiega Natalia Aspesi: “E’ un film molto bello, che comunica felicità carnale e la bellezza di una giovinezza difficile e nascosta, e la serenità raggiunta negli anni nell’accettazione di sé e del proprio posto nel mondo”. Il regista aveva 15 anni quando un suo professore gli disse, “un omosessuale o guarisce o si suicida”. Oppure diventa vecchio e felice come i tanti protagonisti del film.

Dr House vs Putin: “boycott vodka”

house-vodka-tuttacronacaIl Dottor House forse non potrà fare a meno delle sue pillole… ma l’attore che lo interpreta, Hugh Laurie, può rinunciare alla vodka. Soprattutto se è in segno di protesta. Solo che la sua idea ha scatenato un putiferio in Russia. L’attore britannico, infatti, ha scritto dabato su Twitter:  “Boicotterei le merci russe se potessi pensare a una sola cosa che hanno fatto oltre che deprimere il resto del mondo”. Aggiungendo poi “la vodka russa va bene se devi pulire il forno. Se vuoi berla, perciò, deve essere polacca”. L’attore ha spiegato che stava reagendo alle parole di Putin, che venerdì ha invitato i gay a “lasciar stare i bambini”. Come spiega l’Huffington Post:

La Russia, con una legge contestatissima, ha vietato la propaganda gay davanti ai minori. Laurie, noto per la figura di medico brillante, ma antisociale interpretata nella seria tv, è popolarissimo in Russia. L’attore ha immediatamente ritirato le sue parole, invitando “i russi buoni, gentili, ad affrontare i babbei che trafficano in questo veleno”. Ma la sua proposta è diventata uno dei temi più discussi su Twitter. “Voglio ufficialmente mandare Hugh Laurie all’inferno insieme e alla sua opinione sulle nostre merci e ai suoi progetti per boicottarle” ha scritto il famoso blogger Ilya Varlamov.

“Hugh ha lanciato un appello a boicottare tutte le merci prodotte in Russia, insultando contemporaneamente uno dei simboli del nostro paese, la vodka” ha scritto il giornalista sportivo Stepan Chaushyan sul settimanale popolare Argumenty i fakty. “Hugh si è dimenticato di una cosa: il denaro russo può facilmente boicottare lui” ha aggiunto, ricordando che Laurie ha dato vari concerti di blues in Russia. “Va bene, va avanti e boicottaci, ma devi cominciare dal gas, non dalla vodka” ha scritto il commentatore Savva Mirosh sul sito web della tv pubblica Ntv.

A New York, l’estate scorsa, i dimostranti hanno versato vodka nei tombini per protestare contro la legge russa che proibisce la propaganda gay. Ma la trovata di Laurie ha trovato il favore dei militanti per i diritti gay. “Con quanta ironia e quanto correttamente ha notato tutto. Grazie, Hugh” ha scritto Matvei Alexandrov sul sito web Gay.Ru. L’ex partner di laurie nella serie televisiva “jeeves and wooster”, Stephen Fry, che è apertamente gay, ha criticato la legge anti gay russa e appoggiato il boicottaggio delle olimpiadi invernali di Sochi che partiranno il prossimo 7 febbraio.

Atleti gay: gli Usa non sono molto più tolleranti della Russia

avery-stone-tuttacronacaLa giocatrice di hockey Avery Stone, che gioca nella squadra dell’università di Amherst, un un commento pubblicato sul Washington Post denuncia il fatto che non solo in Russia ma anche negli Stati Uniti gli atleti gay vengono discriminati. “Gli atleti gay, e coloro che sono sospettati di esserlo, devono ancora affrontare discriminazioni ed esclusione in tutti gli Stati Uniti. Giuridicamente, abbiamo più libertà, ma il mondo dello sport negli Stati Uniti non è molto più illuminato di quello dei nostri opponenti a Sochi”, ha scritto l’atleta ricordando che “le violazioni dei diritti civili dei cittadini russi gay ha reso Sochi un test di forza morale oltre che fisica” e che la composizione della delegazione americana include tre atleti apertamente gay, Billie Jean King, Brian Boitano e Caitlin Cahow. “Questo gesto dell’Amministrazione si propone di inviare un messaggio forte: gli olimpionici americani dimostreranno alla Russia quanto lontano è andato questo paese in termini di libertà di scelta. Ma mentre la Russia è dietro agli Stati Uniti per quanto riguarda i diritti dei gay, gli Stati Uniti non possono rivendicare maggior requisiti morali per quanto riguarda i loro atleti”, aggiunge citando fra l’altrolo studio del 2012 secondo cui atleti gay, bisessuali e transgender negli Stati Uniti hanno subito il doppio degli abusi rispetto ai loro pari eterosessuali e che un atleta gay su quattro denuncia di aver subito pressioni per nascondere la sua identità sessuale.

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La “conversione” arcobaleno di Guido Barilla

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Guido Barilla avrà davvero avuto la conversione sulla vita della pasta? Oggi si presenterà dalla Boldrini, con le ceneri in fronte e a capo basso per ricevere l’assoluzione e il perdono? Guido Barilla oggi si troverà a quattr’occhi con la donna che definì patetica e apostrofò “parla di pubblicità senza averne le competenze”. Dopo un mese di polemiche, di ironie, di scuse e di perdita di immagine e di mercato torna alla ribalta il tema della donna nella pubblicità, della comunità gay e dell’impegno delle aziende di includere anche le diverse tipologie di famiglie all’interno del marketing. E così da questa settimana è nato il percorso di redenzione di Barilla: lunedì tramite comunicato stampa l’annuncio della creazione di un board per “diversità e inclusione” con all’interno esponenti Lgbt e Alex Zanardi, oggi alle 17 l’incontro con la Boldrini. Basterà?

 

Braccio di ferro tra chiesa e cultura sul matrimonio… lo stato tace!

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Esce oggi l’enciclica ‘Lumen Fidei’ firmata da Papa Francesco e all’interno c’è un ampia sezione dedicata alla famiglia in cui si legge:

“Essa (la famiglia, ndr) nasce dal riconoscimenti dell’accettazione della bontà della differenza sessuale e, fondata sull’amore di Cristo, promette un amore che sia per sempre e riconosce l’amore creatore che porta a generare figli. Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia: penso anzitutto all’unione stabile tra uomo e donna nel matrimonio”.

 Quindi, come era logico pensare, si ribadisce nella chiesa il concetto che il matrimonio ci possa essere solo tra uomo e donna. Secondo Francesco il matrimonio può essere  una “sinfonia” della fede.

E come mai questa “sinfonia” può suonare solo e unicamente tra uomo e donna? Come si può affermare che questo “suonare insieme” possa nascere solo tra uomo e donna? Come è possibile che la fede, proprio perché non la si può imporre, come la stessa enciclica recita in un’altra parte, possa essere innalzata a livello di sinfonia solo se il matrimonio viene contratto tra un uomo e una donna? Come si spiegano i drammi famigliari? Come si spiegano i femminicidi? Sono solo deviazioni dalla retta via o possiamo iniziare ad ammettere che quella sinfonia auspicata nel matrimonio tra uomo e donna si trasformi invece in inferno se nascono contrasti? Dove è la formula scientifica che ci impone che il rito debba essere impartito solo tra uomo e donna?

Se la chiesa detta legge, la cultura propone un cambiamento. In particolare Walter Siti, vincitore del premio Strega 2013, fa sentire la sua voce sull’argomento in una intervista:

Credo che sia giusto che venga introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso e anche che venga data loro la possibilità di adottare dei bambini, ovviamente questo sposta i confini tradizionali della famiglia. La famiglia tradizionale è in ogni caso destinata ad un tramonto piuttosto rapido e il fatto che nascano nuovi tipi di famiglia lo trovo decisamente positivo. Penso che le divisioni di barricate politiche davanti a questioni del genere siano destinate a cadere: ognuno, al di là del partito d’appartenenza, ha delle sue storie private nelle quali magari si incontra con questi problemi e ragiona con la sua testa.

Alla base della religione non c’è forse il concetto di uguaglianza? Non siamo tutti uguali di fronte a Dio?  Perché quindi alle soglie del 2013 ribadire in un’enciclica il matrimonio fra uomo e donna? Non sarebbe stato meglio tacere? Forse brucia ancora la dura lotta intrapresa e  persa in Argentina, dall’attuale Papa contro il matrimonio gay? Sono molti i dubbi, ma forse c’è un unica certezza: è davvero cambiata la chiesa con Papa Francesco o ha puntato solo a riavvicinare le folle che si stavano allontanando per gli scandali dei preti pedofili e dello Ior?  

In tutto questo il governo di larghe intese al servizio dei cittadini cosa fa? Tace?

Al Roland Garros vince ancora Nadal, anche contro la protesta.

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E’ Rafael Nadal che si conferma padrone incontrastato della terra rossa di Parigi. Il maiorchino ha vinto per l’ottava volta il Roland Garros, battendo in finale, nel derby iberico, David Ferrer: 6-3, 6-2, 6-3 il punteggio in 2h15′ di gioco. La gara scivola via senza sussulti, a parte un’invasione di campo che costa un’interruzione nel secondo set. A invadere il terreno di gioco è stato un attivista contro il matrimonio gay che armato di un bengala ha seminato il panico in campo. Già sugli spalti erano stati espulsi alcuni manifestanti che erano in possesso di un cartello su cui si leggeva: ‘Aiuto, la Francia calpesta i diritti dei bambini’.

Nadal con questa vittoria stabilisce il nuovo record di titoli vinti nello stesso torneo dello Slam: 8.

Per Rafa è anche il dodicesimo Slam in assoluto, che gli permette di agganciare Roy Emerson e risalire la china in una classifica guidata da Roger Federer con 17. Il maiorchino è anche stato lontano dai campi di gioco per quasi otto mesi a causa di un infortunio.

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La politica italiana è omofoba?

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Pare proprio che il male dell’omofobia in Italia parta dai vertici, cioè dalla politica. Quella politica troppo spesso sorda e muta che discrimina i cittadini quando la Costituzione li accomuna:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Domani il Presidente del Senato Piero Grasso incontrerà il Presidente dell’Arcigay Flavio Romani e verrà chiesta l’estensione della legge Mancino ai reati di omo-tranfobia. Proprio Romani si auspica “che questo 17 maggio sia l’ultimo senza una legge”. La stessa Carta si auspica che gli ostacoli vengano rimossi, mentre la politica pone dei paletti evidenti al matrimonio gay e alle adozioni per i single e per gli omosessuali. E’ quindi la politica la prima fonte di omofobia in Italia?

Intanto Ivan Scalfarotto ha ricevuto un “testimone importante” da Paola Concia. Scalfarotto insieme ad  Alessandro Zan (Sel) e Irene Tinagli (Scelta civica),  questa mattina, ha presentato la nuova proposta di legge che punisca i reati contro chi discrimina sulla “base dell’identità sessuale”. Sono già 221 i firmatari  e tutto fa sperare che si possa procedere al voto in Aula, anche se l’ottimismo non è mai troppo quando sul tavolo ci sono argomenti così delicati da discutere.

Anche il senatore Sergio Lo Giudice ha elaborato una legge insieme alla Rete Lenford, per punire le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere della vittima. La proposta prevede inoltre che il condannato possa espiare la pena anche attraverso attività non retribuita presso associazioni Glbt.

Qualcosa quindi si sta muovendo, ma lentamente e tardivamente come spesso succede in Italia. Dobbiamo pensare che questi emendamenti non ci sarebbe neppure bisogno di emanarli perchè non è concepibile in uno stato civile che vengano discriminate le persone in base alle loro preferenze sessuali. E’ quasi dover dire che non si picchia chi al supermercato sceglie un determinato tipo di frutta piuttosto che un altra… Siamo arrivati al punto di dover proteggere chi vuole affermare liberamente la propria identità di omosessuale o di trans… è come se si dovesse proteggere chi vuole liberamente affermare se stesso. Eppure nell’Italia di oggi, in cui l’odio è dilagante, questa legge va fatta e in tempi rapidi. Fra un po’ dovremo legiferare sul diritto di una donna di indossare le scarpe con il tacco o di portare i capelli sciolti sulle spalle… Questi atteggiamenti ci devono far riflettere su dove stiamo andando… di quante leggi ormai abbiamo bisogno, ma quanto spesso poi, pur avendole non le facciamo applicare. Su come per un gay oggi la vita sia molto più complessa… ma da dove nasce la discriminazione? Dalla paura di doversi confrontare con qualcosa che è diverso da noi? Da qualcosa che ci mette paura perché destabilizza quello che fino a oggi pedissequamente, forse anche a causa anche di una scarsa cultura sull’omosessualità, abbiamo sempre pensato che fosse il giusto e unico progetto di vita, ignorando quello degli altri? Ricominciamo da una politica che ci insegni a tutti a non essere omofobi e che punisca davvero chi compie questi crimini “contro l’umanità”!

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Indovina chi viene a cena da nero si tinge di arcobaleno!

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Si torna all’antico per cercare di far accettare ai genitori l’omosessualità del figlio. Già il concetto sembra nascere come qualcosa di già visto e già sentito… soprattutto quando a essere copiato è uno dei film più irritanti della storia del cinema che vuol far accettare le persone di colore (ops la Kyenge dice nere) nell’America post ’64: Guess Who’s Coming to Dinner (Indovina chi viene a cena). Un film che già per l’epoca strideva con i moti rivoluzionari che avevano attraversato il coast to coast e che si stavano per imporre al mondo intero con la Summer Love qualche anno dopo.  Il nero naturalmente era più borghese dei bianchi, appartenente alla high class americana, medico con alle spalle una delle migliori università americane solo in questo modo si poteva “accettare” il suo colore. Un film aberrante che oggi viene preso come spunto per un video contro l’omofobia.

Il video si apre con la mamma che prepara la polenta e il padre che impaziente seduto a tavola guarda l’orologio. Arrivano gli invitati, segue lo scambio di saluti, qualche battuta, il solito rimprovero paterno al figlio che non si fa vedere molto spesso. Poi, mentre tutti mangiano, uno dei piatti resta troppo pieno: è quello dell'”amico” del figlio, colmo di polenta. In Italia i genitori premurosi rimpinzano di leccornie figli e accompagnatrici o accompagnatori, mostrare di non gradire può essere davvero un brutto affare. La cinepresa indugia su quel piatto, ma qualche secondo dopo segue la mano dell’amico che abbandona la forchetta, scivola sotto il tavolo e va a congiungersi con la mano del figlio. Qui l’ira del padre si scatena: il fotogramma che immortala l’espressione del figlio quando la voce del genitore si fa imperiosa “Lorenzo perché non me lo hai detto! “

Quello che vorrebbe essere uno schiaffo al senso comune è invece un’esaltazione, in cui l’ironia scade nella banalità. Dal rito del pranzo all’intreccio di mani… vogliamo raccontarlo così l’amore? Che sia omosessuale o eterosessuale non riusciamo a raccontare in modo più emozionato questo sentimento? O non lo facciamo sulla tematica omofoba?

Ecco perché il video realizzato in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia (17 maggio) dall’associazione lecchese Renzo e Lucio (in collaborazione con Tele Unica e con il Teatro Invito sotto il patrocinio dei comuni di Lecco e di Mandello del Lario) appare un bel tentativo mancato. Troppi limiti e troppa voglia di farsi accettare per essere sinceramente se stessi.

 

L’ira violenta dei francesi conservatori sul matrimonio gay

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I diritti civili costano molto alla Francia. Nonostante Parigi fosse stata blindata da quasi 1000 ciò non ha impedito, ieri, la manifestazione violenta dei conservatori. La protesta contro il matrimonio gay e l’accesso all’adozione alle coppie dello stesso sesso, alimentata dalla destra e dalla Chiesa cattolica, è sfociata nella violenza tra le strade delle principali città francesi. 12 persone arrestate a Parigi e 44 fermate a Lione questi sono i dati riportati da Le Figarò. Aggrediti anche diversi giornalisti, come riporta Le Parisien: “I reporter sono stati trattati a loro volta come “collaboratori del governo”, insultati come “bastardi e marci e attaccati da manifestanti aggressivi, verbalmente e fisicamente”, si legge ancora su Le Figarò. Il dato allarmante è che le proteste non sembrano calmarsi e si prospettano settimane di fuoco. L’Ump, il partito di centro destra francese, è la principale forza di opposizione al provvedimento e ha già dichiarato che farà ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge approvata ieri dall’Assemblea nazionale in via definitiva.

L’Europa quando imparerà a  non discriminare? Quando veramente si potrà parlare di uguaglianza senza giudicare i comportamenti privati delle persone? Chi ha il diritto di imporre il proprio stile di vita agli altri?

P.S: abbiamo scelto una foto in cui non si vedono le facce dei manifestanti per annullare le facce dell’intolleranza. Per chi poi le vuole vedere c’è il video della brutalità che in nome di un “falso e strumentalizzato” concetto di famiglia vogliono assurgersi a giudici e inquisitori di chi non condivide lo stesso stile di vita.

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