Scena insolita all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove nel reparto di ostetricia e ginecologia è stata sfiorata la rissa per un bebè. La paternità del neonato, figlio di una donna nigeriana, è stata infatti rivendicata da ben tre uomini che, giunti in reparto, hanno iniziato a discutere animatamente passando presto agli insulti e alle minacce. Ora non resta che attendere le risposte dalla madre del piccolo, alla quale spetta decidere se sottoporre il figlio al test del dna e chiarire ogni dubbio.
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Si sfiora la rissa in ospedale a Cagliari: il bebè con tre papà
Pubblicato da tdy22 in marzo 1, 2014
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Vittorio Feltri e le domande a Sollecito: “Volevi far sesso con Meredith?”
Accusa e difesa. Durante la trasmissione Linea Gialla, in onda su La7, Raffaele Sollecito, recentemente condannato a 25 anni per l’omicidio dell’inglese Meredith Kercher, ha risposto a chi si schiera contro e chi con lui. A prendere le sue parti Vittorio Feltri, che nel corso della trasmissione ha detto: “Per quale motivo Raffaele ha ucciso? La volevi scopare? Non era neanche una ragazza eccezionale”. Il linguaggio del giornalista è stato considerato offensivo verso la memoria della ragazza assassinata ma Feltri è andato oltre, rincarando la dose: “Potevi restare a Santo Domingo invece che tornare in Italia che è una schifezza. Io non ho apprezzato il fatto che è tornato perché in Italia se vogliono fott***i, ti fot***o. Nel dubbio mi tolgo dalle pa**e”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 26, 2014
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“Perchè Amanda quel giorno si fece la doccia?”: i dubbi di Sollecito
Raffaele Sollecito, dopo quasi sette anni dall’omicidio di Meredith Kercher, ha ancora delle risposte che lui stesso non riesce a trovare riguardo quanto accaduto in quel 1 novembre 2007, quando il corpo della studentessa inglese venne trovato nell’abitazione in cui viveva a Perugia. Il giovane ingegnere, incalzato dal giornalista della tv americana Nbc, racconta i suoi dubbi circa il comportamento di Amanda e si chiede perchè l’americana si sia fatta la doccia quel giorno. E ancora, perchè abbia trascorso così tanto tempo nella casa di via della Pergola, pur avendo notato che qualcosa non andava. Sollecito ricostruisce che, quel giorno, rimase con Amanda fino alla mattina. Dopo di che la studentessa di Seattle tornò a casa e ci rimase fino al pomeriggio. Quando si ritrovarono a casa di Raffaele, lui la ricorda agitata e le chiese il motivo. Amanda raccontò di aver trovato la porta a finestra rotta e del sangue in casa. La Knox disse di non essere entrata in camera di Meredith, motivo per il quale non avrebbe trovato il corpo della giovane. In compenso, fece comunque una doccia e tornò da Sollecito solo dopo ore. Vedendola agitata lui le fece delle domande ma, racconta oggi: “Non ricevetti alcuna risposta da lei”. Il corpo venne ritrovato dalla coppia ore dopo.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 25, 2014
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Rihanna e la foto con il cappellino contro la discriminazione degli omosessuali
Il sesto principio della carta olimpica condanna ogni forma di discriminazione e proprio a esso fa riferimento il logo P6 che appare su un cappellino indossato da Rihanna. La cantante, che ha postato una foto mentre indossa proprio quel cappellino su Instagram, si unisce così alla campagna per la difesa dei diritti gay in Russia. In seguito, su Twitter, è tornata sul problema della discriminazione in Russia, ricevendo ringraziamenti e approvazione dei molti gruppi che si occupano di promuovere i diritti degli omosessuali. Come riporta l’Huffington Post, con l’hastagh #P6 Rihanna ha voluto partecipare al dibattito sulle leggi omofobe promulgate dal presidente Vladimir Putin: nel mese di giugno il parlamento ha approvato una legge che rende illegale raccontare ai bambini l’uguaglianza gay. La comunità internazionale ha ampiamente criticato la legge come arcaica e discriminatoria. Appena la settimana scorsa, il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha firmato un decreto che vieta alle coppie omosessuali straniere di adottare bambini russi. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia, a differenza di alcuni altri paesi, non criminalizza le relazioni omosessuali.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
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L’omosessualità? La decidono i geni! La tesi made in Usa
Michael Bailey, psicologo della Northwestern University, ha presentato la sua tesi secondo la quale l’omosessualità è decisa da un gene, l’Xq28. Era il 1993 quando Dean Hamer notava che alcuni uomini gay presentano in comune una parte del cromosoma X, in particolare marker genetici simili nella regione Xq28 del cromosoma X. Ora, come si legge su La Stampa, Bailey è tornato su questo punto, conducendo una ricerca su 400 omosessuali nati dagli stessi genitori. E ha concluso che almeno due geni influenzano l’orientamento sessuale: uno nella regione Xq28, l’altro nel cromosoma 8. Bailey ritiene che tali geni vengano trasmessi dalle madri ai figli, e sarebbero sopravvissuti all’evoluzione perché rendono le donne più fertili. Ancora, lo psicologo ammette che la scoperta non spiega completamente il fenomeno ma ritiene comunque che i geni decidano l’orientamento sessuale solo in 3 o 4 casi su 10.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 17, 2014
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“Sono certa che Mario sarà un buon padre”: parla Raffaella Fico
Raffaella Fico parla a Diva e Donna e racconta: “Non capisco quali possano essere queste bugie. Ho sempre detto la verità e il mio unico interesse è dare un padre a Pia”. Poi ricorda la loro storia: “L’ultima volta che l’ho visto, al settimo mese di gravidanza: quando è venuto a trovarmi a Napoli e ha fatto quel famoso comunicato stampa in cui diceva di volerei riprovare con me. Poi è sparito; mai più sentito. Ho sofferto molto, perché sono stata accusata di essere bugiarda e approfittatrice, ma ora è il momento di pensare solo a Pia”. Per Raffaella, nulla è ancora perso, perchè Pia “È ancora molto piccola, quindi c’è tutto il tempo per recuperare: ora dipende solo da Mario. Sono certa che metterà in pratica quello che ha scritto. Pia, comunque, è una bambina solare e ride sempre”. La certezza è una: che Mario sarà un buon papà. “Ho sempre detto che fondamentalmente è una persona buona: ora deve dimostrare anche di essere un buon padre e sono certa che lo sarà. Deve imparare a conoscere piano piano Pia: lo dico principalmente per interesse del papà. Lui potrà passare tutto il tempo che vorrà con la sua bambina; ma l’importante è che ogni cosa si svolga in modo graduale, perché Pia non può subire traumi. Tutto deve avvenire con un percorso che dovremo decidere insieme: mi piacerebbe condividere tutto con Mario, dalla scelta della scuola a un banale raffreddore”. La Fico già immagina come sarà il primo incontro tra l’attaccante rossonero e la figlia: “Per il bene della bimba mi piacerebbe nel suo habitat. E, perché no, nella sua cameretta, fra i suoi giochi e le sue cose. Lì ci sono anche le foto di Mario; le faccio vedere sempre a Pia, gli parlo di lui: ‘Guarda, è il tuo papà’, Non ho mai voluto far sparire la figura paterna”. La showgirl ha chiaro ciò che vuole per la sua piccola: “Che Pia possa vivere come la figlia di un calciatore: crescendo si renderà conto di chi è Mario Balotelli e non deve subire complessi di inferiorità nei confronti di altri figli di calciatori”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 12, 2014
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I mammut estinti a causa dei fiorellini
La forza dei fiori! Alcuni giganti estinti nell’era glaciale, tra cui i potenti mammut e rinoceronti lanososi sarebbero estinti secondo gli scienziati a causa dei fiori di campo.
Gli scienziati che hanno studiato il DNA che è conservato nei sedimenti dell’Artico e nei resti di questi antichi animali hanno concluso che queste bestie nell’era glaciale hanno fatto affidamento sui fiori ricchi di proteine che un tempo ricoprivano la regione . Ma il drammatico cambiamento climatico ha causato un forte calo dei fiori, lasciando l’Artico coperto invece di erbe e arbusti che tuttavia non avevano lo stesso valore nutritivo e non potevano sostenere i grandi mammiferi erbivori.
Il cambiamento di vegetazione sarebbe iniziato circa 25.000 anni fa e terminato circa 10.000 anni fa proprio nel periodo di estinzione di alcuni grandi animali. Gli scienziati per anni hanno cercato di capire cosa ha causato questa estinzione di massa, quando i due terzi di tutti i più grandi mammiferi nell’emisfero settentrionale si estinsero .
“Ora abbiamo, dal mio punto di vista, almeno, una spiegazione molto credibile , ” ha affermato Eske Willerslev dell’Università di Copenhagen, esperto di DNA antico che ha guidato un team internazionale di ricercatori. I risultati contraddicono quindi l’idea che gli esseri umani che arrivarono in queste regioni durante l’era glaciale avessero l’estinto alcune specie di mammiferi a causa dell’eccesiva caccia. Cade quindi la cosiddetta di ipotesi di Blitzkrieg .
“Pensiamo che la causa principale (dell’estinzione di massa) non sono gli esseri umani”, ha detto Willerslev, anche se non ha escluso che i cacciatori umani potrebbero aver dato il colpo di grazia ad alcune specie già in diminuzione a causa delle forniture alimentari. La regione artica, una volta pullulava di mandrie di grossi animali, in qualche modo simili a una savana africana. Gli scienziati hanno effettuato una storia di 50.000 anni della vegetazione attraverso l’Artico, la Siberia e Nord America e hanno ottenuto 242 campioni di sedimenti da vari siti artici. Proprio nello studio delle feci e analizzando il contenuto dello stomaco dei resti mummificati degli animali dell’Era Glaciale si è determinato che molti animali potessero vivere grazie a una pianta conosciuta con il nome di forbs – essenzialmente si tratta di fiori di campo .
Pubblicato da tdy22 in febbraio 8, 2014
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Amanda: “La sentenza di condanna è come la diagnosi di un cancro”
Amanda Knox continua a commentare la condanna a 28 anni e 6 mesi a seguito del verdetto della Corte di Appello e in un’intervista al Guardian spiega: “La sentenza di condanna per l’omicidio di Meredith Kercher mi fa sentire come se mi avessero diagnosticato un cancro”. In questi giorni Amanda ha fatto ritorno all’università ma si sente “bloccata” e “intrappolata” dopo la sentenza del 30 gennaio scorso per l’omicidio di Meredith Kercher. La 26enne, che all’Università di Washington studia ‘scrittura creativa’, confida ancora: “Non c’è posto dove io possa andare in cui non è noto che io sono la ragazza che è stata condannata di nuovo. E’ una cosa molto invasiva nella mia vita, ad un livello fondamentale”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 8, 2014
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“Pia… dolce bimba mia!!!”: arriva il test del Dna, Balo è papà!
A fine gennaio era trapelata l’indiscrezione che Mario Balotelli si era sottoposto, in gran segreto, al test del Dna per scoprire, una volta per tutte, se la piccola Pia, la figlia di Raffaella Fico, fosse o meno sua figlia. Ora è arrivata la risposta ed è certo: la bimba è geneticamente figlia dell’attaccante rossonero. Lo conferma lui stesso con un tweet, con il quale si prende le sue responsabilità: “Finally the TRUTH :-)…PIA … Sweet child of mine !!! your Dad”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 5, 2014
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“La mia colpa è di essere stato il fidanzato di Amanda”: così Sollecito
Dopo l’intervista al Tg1, Raffaele Sollecito ha parlato anche ai microfoni delle Cnn ai quali ha detto che la sua unica colpa è “di essere stato il fidanzato di Amanda”. Condannato a 25 anni dalla Corte d’Assise di Appello di Firenze per l’omicidio di Meredith Kercher, il 29enne ha detto: “Nelle loro menti devo essere colpevole perché ero il suo ragazzo. Non ha alcun senso per me”. E ha ribadito: “Non so cosa pensare perché oggettivamente non c’è nulla contro di me e contro Amanda”. Per quel che riguarda quella che in molti hanno ritenuto una “fuga” dopo la condanna dei giudici, quando è stato fermato a 40 chilometri dal confine austriaco. “Ero andato in Austria per festeggiare con la mia ragazza”, ha spiegato ribadendo che era pronto a tornare in Italia non appena emesso il verdetto.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2014
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“Contro di me un deserto probatorio”: parla Sollecito
Raffaele Sollecito, dopo la condanna, porta avanti la sua difesa parlando ai microfoni del Tg1 e spiega: “Contro di me c’è un deserto probatorio, io non so cos’è accaduto quella sera ero a casa mia e non è compito mio cercare di trovare la verità su questo”. Accusato, con Amanda Knox, dell’omicidio di Meredith Kercher, definisce “amareggiante e drammatico essere condannato per un movente che è che noi quella sera non sapevamo cosa fare e abbiamo ucciso”. Il giovane era stato fermato dopo la sentenza di condanna vicino ad Udine, ma lui nega di aver pensato alla fuga in Austria “quando ho sentito la sentenza la prima cosa che ho fatto è tornare in Italia”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 3, 2014
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Amanda Knox e la mobilitazione per Chico Forti
Mentre a Firenze si attendeva la sentenza della Corte di Appello sulla sorte di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, negli Usa un piccolo gruppo di persone ha cercato di attirare l’attenzione sul caso di Enrico “Chico” Forti. Il trentino, ex campione di windsurf, è stato condannato all’ergastolo in Florida nel 2000 per l’omicidio di Dale Pike, un australiano di 42 anni. L’italiano continua a proclamarsi innocente mentre la criminologa italiana Roberta Bruzzone, che ha studiato il caso a fondo, assicura che il processo fu una “vicenda di palese ingiustizia”. Forti ha diversi sostenitori, tra i quali anche Amanda Knox, che si è dedicata a difendere e sostenere cause che assomigliano alle sue. Spiega il Messaggero:
Anzi, era deciso che sarebbe diventata la testimonial di un’associazione che lotta per difendere persone che sembrano essere state imprigionate ingiustamente. L’associazione si chiama “Judges for Justice”. E’ stata fondata dal giudice Michael Heavey, amico della famiglia Knox, e riunisce ex giudici che cercano di riparare casi di apparente ingiustizia. Amanda si è già mossa in difesa di una ragazza canadese, Nicole “Nyki” Kosh, condannata per omicidio a Toronto nel 2007 in un caso che vari analisti indipendenti hanno definito polemicamente «la morte del ragionevole dubbio».
Per noi italiani comunque il caso più appassionante è quello di Forti. E se Amanda sente un parallelo fra il suo destino e quello del trentino è comprensibile: anche Forti ha commesso il grave errore di mentire nelle prime fasi dell’inchiesta. Peggio: il suo avvocato non lo ha neanche fatto testimoniare, nella convinzione che quella prima bugia -aveva negato di aver incontrato la vittima la sera dell’omicidio – avrebbe screditato le sue parole. Il trentino sostiene che tutta la costruzione del processo contro di lui è scattata perché la polizia della contea Dade, di Miami, voleva punirlo per aver insinuato sospetti circa un’altra inchiesta, quella sulla morte di Andrew Cunanan, il serial killer colpevole di aver ucciso Gianni Versace. Cunanan fu trovato morto su una casa galleggiante di Miami, e il verdetto fu che si era suicidato. Forti ha invece sostenuto che ci sono prove che era stato ucciso e poi trascinato sulla barca. E che l’omicidio era stato commesso allo scopo di insabbiare l’indagine sull’omicidio di Versace stesso. Che nel comportamento della polizia della Florida contro Forti ci siano stati o no questi oscuri motivi è difficile provarlo.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 3, 2014
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“Mio padre è morto per il processo contro di me”: così Alberto Stasi
Era stato assolto sia in primo grado che in appello Alberto Stasi, che si trova ora nuovamente sul banco degli imputati con l’accusa di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi dopo che la Cassazione ha deciso di riaprire il caso. Intervistato dal Corriere della Sera, il ragazzo si professa innocente e a sua volta accusa: “Mio padre è morto per il processo contro di me”.
”Sarò presente in aula come sempre. Solo che stavolta non avrò mio padre accanto. Se n’è andato il giorno di Natale a 57 anni, ma ha cominciato a morire il giorno in cui la Cassazione ha deciso di riaprire il processo. Sono convinto che la malattia che l’ha portato via è dovuta alla sofferenza e allo stress”.
Stasi si dice ”pronto” ad affrontare il processo e spiega: “Gli argomenti contro di me sono sempre gli stessi. Non li ho mai temuti e non c’è ragione di temerli adesso. Sono stato scarcerato da un giudice e sono stato assolto in primo e in secondo grado. Adesso, come le altre volte, torno davanti alla Corte con la coscienza pulita di chi non ha fatto niente”. E ancora: “Temo solo un errore giudiziario. Ho vissuto per anni l’infamia dell’accusa di pedofilia, ora si è visto che il fatto non sussiste”. Su Chiara, ”ci penso sempre e ogni volta cerco di ricordarla nei nostri momenti felici, non come l’ho vista quella mattina sulle scale. Quell’immagine resta un marchio perenne nella mia memoria, un trauma che mi segnerà per sempre”. Aggiunge quindi: “Vado ogni settimana a trovarla al cimitero. La cappella di famiglia è aperta, qualche volta entro, le parlo, vado a trovarla come si fa con una persona alla quale si vuole molto bene ma che non è più qui”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
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Il gossip attorno al caso Mez: chi è la fidanzata di Sollecito?
Sembra non ci siano dubbi: la ragazza di Raffaele Sollecito, con la quale il giovane si trovava dopo la sentenza di condanna quando gli è stato notificato il ritiro del passaporto, si chiama Greta Menegaldo. A parlare di lei sono state le riviste di gossip pochi giorni prima della sentenza d’Appello sul caso Meredith è in seguito è stato certificato dal Corriere della Sera, con Alessandro Capponi che ha provato a tracciarne un profilo, raccogliendo prevalentemente le voci del paese in cui vive, cioè Oderzo, nella Marca trevigiana:
in paese è conosciuta da tutti: viene descritta come riservata, elegante, determinata. Con la passione per i viaggi.
Infatti proprio su un aereo ha conosciuto Raffaele: lei lavora come hostess presso una compagnia low cost. Ancora il giornalista spiega che
di Greta, a Oderzo, tutti conoscono la storia: si è diplomata all’istituto linguistico Dorotee di Oderzo e subito dopo, ha cominciato a lavorare.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
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Processo Mez: “inopportuna l’intervista rilasciata da Nencini”
L’intervista rilasciata dal presidente della Corte d’assise di Firenze, Alessandro Nencini, a seguito della condanna di Sollecito e Knox per l’omicidio di Perugia, è destinata a far discutere. In particolare, ha innescato le polemiche l’affermazione che Raffaele Sollecito “ha deciso di non farsi mai interrogare nel processo”. I legali del pugliese, Giulia Bongiorno e Luca Maori, hanno già preso posizione: “E’ gravissimo, anzi inaccettabile – sottolineano -, che il presidente Nencini abbia commentato pubblicamente quanto accaduto nel segreto della camera di consiglio e si sia spinto a criticare la strategia difensiva”. “Ci chiediamo innanzitutto – affermano – se parla a nome di tutti i giurati e se la frase sul mancato interrogatorio di Raffaele Sollecito significa che, se avesse accusato Amanda Knox, sarebbe stato assolto. In ogni caso, ricordiamo a tutti che ai magistrati compete il potere di giudicare, non quello di intromettersi nelle scelte della difesa e di commentarle pubblicamente. Nei prossimi giorni valuteremo le iniziative da intraprendere”. Ora gli avvocati stanno vagliando, tra le altre ipotesi, se rivolgersi al Csm o alla procura generale della Cassazione, ritenendo che “rilasciare un’intervista dopo una sentenza di condanna è semplicemente inammissibile”. “Non entro nel merito dell’intervista – dice il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli – ma il fatto che il presidente del collegio giudicante rilasci delle dichiarazioni prima del deposito delle motivazioni e il giorno dopo una sentenza che è all’attenzione pubblica, è di per sè inopportuno”. “Il caso è sicuramente grave”, commenta il consigliere del Csm Nicolò Zanon, laico di Forza Italia. “Lunedì – aggiunge – decideremo se chiedere l’apertura di una pratica in Prima Commissione”. Nencini non ha voluto replicare ai difensori di Sollecito. “Nessun commento” si è limitato a dire il giudice. “Mai come in questo caso il silenzio è d’oro” si è limitato a dire l’avvocato Luciano Ghirga, difensore di Amanda Knox. Ancora nell’intervista, Nancini sottolinea come quello di non farsi interrogare “è un diritto dell’imputato, ma certamente priva il processo di una voce”. “Lui si è limitato a dichiarazioni spontanee, ha detto soltanto quello che voleva senza sottoporsi al contradditorio”. Quanto al movente del delitto, il giudice spiega che la Corte ha “una convinzione e la espliciteremo nella sentenza”. “Al momento – prosegue – posso dire che fino alle 20,15 di quella sera i ragazzi avevano programmi diversi, poi gli impegni sono saltati e si è creata l’occasione. Se Amanda fosse andata al lavoro probabilmente non saremmo qui”. Si è trattato – ad avviso di Nencini – di “una cosa tra ragazzi, ci sono state coincidenze”. Intanto l’attenzione si concentra su dove sia Sollecito dopo il ritiro del passaporto. Ma l’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, torna sulle ore successive alla sentenza, quando il giovane è stato rintracciato in Friuli dove gli è stata notificata la misura disposta dalla Corte di Firenze. “Se voleva attendere la sentenza – sostiene il Maresca – o era in aula o nella sua abitazione. Qualunque altro posto è indice di valutazione diversa, come quello di volersi dare alla fuga”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 2, 2014
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Omicidio Mez: “Amanda e Raffaele non avevano nulla da fare”
Alessandro Nencini, presidente della Corte d’Assise d’Appello di Firenze che ha condannato Knox e Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher, riferisce: “Quella sera Amanda e Raffaele non avevano nulla da fare. L’omicidio nasce da lì”. E ancora: “Fino alle 8 e 15 Amanda doveva andare a lavorare da Lumumba, Raffaele alla stazione per un’amica. Poi la situazione è cambiata”. Il giudice parla anche di “giurati bombardati dalla tv” e “di condanna sofferta, anche io ho dei figli”. E ancora: “Se quel giorno la Knox fosse andata al lavoro, probabilmente Meredith sarebbe ancora viva”. Quanto al movente, il giudice afferma che “abbiamo sviluppato un ragionamento. Sono consapevole che sarà la parte più discutibile”. Dodici ore di camera di consiglio, “necessarie perché i giudici popolari prendessero cognizione degli atti, che sono moltissimi”, afferma Nencini, che non si sbilancia sull definizione di delitto a sfondo sessuale. “Non pare esserci un momente prevalente, – precisa – il crimine è nato e maturato all’interno di una serata tra ragazzi”. “Cosa sia successo esattamente dopo le otto e un quarto di quella sera nessuno lo sa”. E conclude con un cenno sulla decisione unanime: “Ho parlato di decisione condivisa. Posso dire che in tutti questi mesi e in particolare al momento dell’ultima riunione abbiamo avvertito la gravità di una sentenza che coinvolge ragazzi persone giovani e intere famiglie. Questa è una vicenda che ha stravolto molte vite”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 1, 2014
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Amanda Knox e le lacrime in tv
Amanda Knox ha rilasciato alla rete americana Abc la sua prima intervista dopo la sentenza di condanna a 28 anni e 6 mesi di reclusione. “Non sono preparata, non potrò mai desiderare di tornare in quel luogo… ma aspetto di leggere le motivazioni. Voglio combattere sino alla fine”, ha detto. L’americana, condannata assieme a Raffaele Sollecito al termine del processo per la morte di Meredith Kercher, ha quindi aggiunto: “E’ stato come essere travolta da un treno, non potevo credere a quello che stava succedendo…ora aspetto le motivazioni, ma è stata una cosa orribile. Ora ho bisogno dell’aiuto di tutti”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 31, 2014
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“Sono innocente. La battaglia va avanti”: Sollecito e Knox dopo la sentenza
Ventotto anni e sei mesi di reclusione per Amanda Knox, venticinque per Raffaele Sollecito. E’ questa la decisione della corte di assise di Firenze al termine del processo d’appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher. Nelle prime ore del mattino, inoltre, gli agenti della Squadra mobile di Firenze e di Udine hanno notificato il divieto di espatrio a Raffaele Sollecito. Sollecito è stato raggiunto in un paese tra Udine e Tarvisio, dove si era ritirato in attesa della sentenza, ed è stato portato in Questura a Udine. Dopo aver ricevuto la notifica, al telefono con il suo legale Luca Mauri, Sollecito ha ribadito: “Avvocato, io sono innocente. La battaglia va avanti”.
Amanda Knox ha invece atteso la sentenza a Seattle, a casa del padre, dove i fotografi l’hanno attesa all’uscita, dopo la lettura della sentenza. L’americana è stata fotografata mentre, incappucciata per sfuggire ai flash. “Essendo stata in passato giudicata innocente, mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano. Contro di me un apparato accusatorio inesistente”. Così Amanda Knox ha commentato, in una nota, la condanna dalla Corte d’Appello di Firenze. “La mia famiglia ed io – prosegue la 27enne – abbiamo sofferto molto da questa persecuzione ingiusta”. Quindi ha attaccato il sistema giudiziario italiano, osservando che è stata vittima di “indagini grette e piene di pregiudizi, della riluttanza ad ammettere errori”. Contro di lei, secondo Amanda s’è ricorso a “testimonianze inattendibili e un apparato accusatorio e probatorio inconsistente e infondato”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 31, 2014
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28 anni e 6 mesi per Amanda, 25 anni per Raffaele: arriva la sentenza
Quasi 12 ore di camera di consiglio dopo di che è arrivata la sentenza della corte d’assise d’appello di Firenze per il processo bis per l’omicidio di Meredith Kercher: ventotto anni e sei mesi di reclusione per Amanda Knox, venticinque per Raffaele Sollecito. Per quest’ultimo anche il divieto di espatrio mentre nessuna misura cautelare è stata disposta per Amanda che ha seguito il verdetto da Seattle. Alle 21 erano giunti in aula anche il fratello e la sorella di Mez: “Siamo pronti a rispettare qualsiasi decisione”, avevano detto. Raffaele, che questa mattina era presente e aveva annunciato che avrebbe presenziato alla lettura della sentenza, “Ora vado via – aveva detto uscendo dal Palagiustizia all’inizio della camera di consiglio – ma tornerò dopo”, nel corso del pomeriggio ha invece preferito rinunciare ed avrebbe lasciato Firenze insieme ai suoi familiari. “Non ce la facciamo” si è limitato a spiegare il padre, Francesco Sollecito. Sui banchi della difesa hanno atteso la sentenza i suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori. La Knox era invece a casa dalla madre, rimasta in contatto con i suoi difensori, gli avvocato Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga, via sms. In mattinata, Sollecito ha stretto la mano a Patrick Lumumba, il musicista coinvolto nell’indagine sull’omicidio di Meredith Kercher dalle dichiarazione di Amanda Knox ma poi risultato estraneo al delitto e quindi prosciolto. Tra Sollecito e Lumumba c’è stato anche uno scambio di sorrisi. Il giovane pugliese si è quindi allontanato accompagnato da tutti i suoi familiari. “Raffaele mi ha sempre dato l’impressione di un bravo ragazzo – ha detto Lumumba – “l’avevo visto l’ultima volta da libero nel mio locale, ora chiuso”. Riguardo alla Knox, Lumumba ha ribadito che “Amanda sta scappando”. “Se non hai fatto niente – ha proseguito – dovevi essere qua. Mi aspetto che Amanda venga condannata”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
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Amanda Knox… si rifà il look in attesa della sentenza
E’ attesa in serata la sentenza la sentenza dell’Appello bis del Tribunale di Firenze che vede sul banco degli imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox. La 26enne americana, nel frattempo, è stata fotografata ieri mentre usciva da un parrucchiere a Seattle, la città dove vive. La Knox, accusata assieme a Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher, è apparsa con cappellino, occhiali rotondi, aria un filo nervosa data dalla presenza dei fotografi.
Raffaele Sollecito è invece in aula a Firenze. La procura ha chiesto 26 anni per lui e 30 per la Knox.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/30/amanda-knox-si-rifa-il-look-in-attesa-della-sentenza/
Aspettando la sentenza: Amanda e la lettera ai Kercher
E’ attesa per oggi la sentenza dell’Appello bis del Tribunale di Firenze che vede sul banco degli imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox. L’americana non sarà in aula ma ha inviato una lettera ai familiari di Meredith. “Ci dovrei pensare, ma oggi non la vorrei leggere, perché non sento il bisogno di parlare con lei”. E’ la risposta di Stephanie Kercher, la sorella di Mez, alla notizia di una lettera di Amanda alla famiglia. “Dobbiamo resistere al sistema giudiziario italiano che è tanto diverso dal nostro, vorremmo che il processo finisse. Il verdetto non sarà una rivincita”, spiega parlando del processo. E alla domanda “siete sicuri che siano colpevoli anche se li condannassero?” risponde: “I dubbi saranno sempre gli stessi. In qualunque modo nel mio cuore resterebbero i dubbi, è ovvio, ma noi possiamo solo accettare ciò che ci diranno i giudici e rispettare comunque le decisioni della Giustizia italiana”. La donna spiega ancora che, dopo anni vissuti nella continua lotta tra risonanza mediatica del processo e bisogno di continuare a vivere “il verdetto è una scadenza da onorare per la memoria di Meredith, non una fonte di rivincita o della verità”. E aggiunge: “Sappiamo che i giudici e i giurati non conoscono con certezza la Verità. Vorremmo che il processo e le chiacchiere intorno ad esso finissero oggi per poterci concentrare solo sul nostro dolore e sul ricordo di Meredith. Tanto, nessuno ci ridarà mia sorella e la nostra vita è finita”. Da parte sua, Amanda vuole essere creduta innocente e spera nell’assoluzione: “Tra me e i Kercher si è messo di traverso un mondo – afferma -, per convincere loro devo prima convincere il mondo”. Stephanie la pensa diversamente: “Colpevole o innocente, lei dovrebbe essere certa che i suoi familiari siano i primi a crederle, poi noi Kercher e solo dopo tutti gli altri… eppure in questi anni l’ho vista spesso sui giornali e in tv, come se per lei contasse più il mondo che noi”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 30, 2014
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SuperMario si è sottoposto al test del Dna in segreto?
E’ Ladyblitz a riportare le ultime voci che girano, e sulle quali ancora non c’è stata alcuna notizia ufficiale: Mario Balotelli si sarebbe sottoposto, in gran segreto, al test del DNA per verificare se Pia Fico sia veramente sua figlia. Se ci fosse una conferma al riguardo, a maggio sarebbe ufficialmente noto se la piccola sia veramente frutto dell’amore tra il calciatore e la showgirl, come la Fico ha sempre sostenuto. Ma sembra che l’ex coppia non sia turbata e prosegua serenamente con la propria vita: SuperMario è assorbito dal Milan mentre Raffaella si gode una vacanza in quel di Parigi con tanto di ampia documentazione di foto su Instagram. Non si sa se la vacanza sia una fuga d’amore con il suo nuovo fidanzato Gianluca Tozzi o semplicemente se la Fico si sia presa una vacanza da sola, fatto sta che appare serena e rilassata, con i soliti occhi da cerbiatta e sfondi della Ville Lumiere.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 27, 2014
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“Raffaele ha sofferto per starmi accanto”: parla Amanda Knox
Intervistata dal Tg1, Amanda Knox, imputata con Raffaele Sollecito nel nel processo d’appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher, ha detto dell’ex fidanzato che “è un bravissimo ragazzo” che “ha sofferto per starmi accanto”. Per quel che riguarda Mez, la studentessa di Seattle ha ammesso di pensarci “ogni giorno”. Amanda ha inoltre spiegato che attenderà la sentenza nella casa della madre e “se condannata lotterò per la mia innocenza fino alla Corte Suprema”. ancora, ha sottolineato che “non c’è una prova che io sono stata là quando è successo. E’ pacifico. Io non c’ero”. L’accusa, sostiene, “si basa su certe supposizioni che non hanno fondamento e soprattutto sulla supposizione che sono un mostro. Non sono così, non sono mai stata così”. Riguardo alle tracce di sangue notate dalla Knox nella casa di Perugia poco prima che venisse scoperto il cadavere di Meredith, ha detto: “Non sapevo cosa pensare. Non ho mai avuto un’esperienza del genere. Quando ho visto il sangue ho pensato ‘forse è strano’. Non ho mai pensato che qualcuno fosse stato ucciso”. Sicuramente, aggiunge, “Rudy Guede c’era quella sera”, ma “non è mai stato in casa mia. Sul Dna in quella stanza non c’è altra spiegazione. Ci sono le sue impronte nel sangue di Meredith, le impronte delle sue scarpe nel sangue di Meredith. Questi sono fatti pacifici”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 17, 2014
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La richiesta: “Confermare condanna Stasi per materiale pedopornografico”
L’unico indagato per la morte di Chiara Poggi continua ad essere il suo allora fidanzato, Alberto Stasi, per il quale ora è stata chiesta la conferma per la condanna per detenzione di materiale pedopornografico. A chiederlo Sante Spinaci, sostituto procuratore generale della Cassazione, che ha sollecitato ai giudici della Terza sezione penale il rigetto del ricorso di Stasi. Nel marzo scorso, i giudici di secondo grado avevano condannato Stasi a trenta giorni di reclusione, convertiti in una multa di 2.540 euro, in relazione alla detenzione di 17 frammenti di un film pedopornografico. Il giovane era stato invece assolto dall’accusa di divulgazione. Contro la sentenza d’appello, la difesa di Stasi ha fatto ricorso in Cassazione, chiedendo l’assoluzione di Stasi dall’accusa. Angelo Giarda, avvocato dell’ex fidanzato di Chiara Poggi, in Cassazione ha detto: “Alberto Stasi non aveva il programma per scaricare i video dei frammenti di materiale pedopornografico trovati sul suo pc e per i quali è stato condannato per detenzione di materiale pedopornografico. Il fatto non è un reato perchè non è stato provato lo scaricamento dei file e dunque manca la visibilità del materiale che è l’elemento tipico di questo reato”. Il legale ha inoltre definito la condanna di Stasi una “macroscopica violazione di legge”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 16, 2014
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“Sta in coda con gli altri papabili?” La Lucarelli e il test del dna di Balo
Mario Balotelli si sottoporrà al test del dna e finalmente la situazione con Raffaella Fico verrà sbloccata: “I risultati saranno rivelati a maggio, fino a quel momento il dubbio resterà. In caso di esito positivo degli esami, Supermario aveva già dichiarato di essere pronto a fare il padre. Per la Fico, protagonista di un calendario hot per For Men, non ci sono dubbi ma solo il test darà l’ufficialità legale”. Anche Selvaggia Lucarelli, su Twitter, ha voluto dire la sua: “Balotelli fa il test del dna. A maggio saprà se è il Padre di Pia. A maggio? Non ho capito, sta in coda con gli altri papabili?”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 12, 2014
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A maggio Balotelli è atteso dal test della “vita”
A maggio Mario Balotelli è atteso dal test della “vita”… nei prossimi giorni infatti il calciatore si sottoporrà al test del dna e i risultati verranno in aula al tribunale tra quattro mesi. Di conseguenza entro la fine di maggio si metterà in chiaro se Pia, la bambina avuta da Raffaella Fico è senza ombra di dubbio la figlia di Balotelli.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 10, 2014
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Amanda e il desiderio d’incontrare i familiari di Mez (e di essere assolta)
Rilascia un’intervista a Rpubblica Amanda Knox, la studentessa statunitense imputata per l’omicidio di Meredith Kercher. E nell’occasione spiega di voler parlare con i familiari di Mez: “Voglio dirglielo direttamente che io non c’entro con la morte di Meredith, che le volevo bene e che eravamo amiche”. “Quando li ho visti in aula al processo di Perugia – continua – volevo salutarli e ho chiesto ai miei avvocati se poteva farlo. L’avvocato Carlo Della Vedova ha provato ad avvicinarsi a loro ma i loro legali lo hanno respinto». Amanda, sottolinea: “So però che mi credono l’assassina della loro figlia, sono convinti che l’abbia uccisa io e quindi anche ora non è ancora il momento di parlare loro. Quel giorno però verrà”. E, aggiunge, “spero succeda dopo che la mia innocenza sarà stata definitivamente riconosciuta”. Per quel che riguarda il processo, l’americana spiega di attendere “quello che aspetto dal 2007”, ovvero “che venga riconosciuta la mia innocenza”. La decisione di non partecipare al processo “è stata una scelta sofferta perché in realtà avrei voluto venire in Italia ed essere presente in aula”.In Italia però, prosegue, “sono stata arrestata e messa in prigione per quattro lunghi anni non sulla base di prove ma di supposizioni”. Alla domanda se ha sentito di recente Raffaele Sollecito, risponde: “Sì e l’ho sentito molto più ottimista di me”. E se dovesse arrivare una condanna, afferma Amanda, “sarò…come si dice… una latitante”. Francesco Maresca, il legale della famiglia di Meredith Kercher, ha commentato: “Amanda Knox deve fare l’imputata e questo è il momento per fare l’imputata e si fermi nelle sue dichiarazioni”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 9, 2014
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Raffaella Fico pronta a deporre le armi: “Basta guerra”
Raffaella Fico, per il bene della piccola Pia, sarebbe intenzionata a deporre le armi con l’ex compagno, Mario Balotelli. Ha infatti fatto sapere a Diva e donna: “Basta, io non faccio guerra. Non le ho mai fatte”. E ancora: ” Lui dice che lo provoco, ma non è così: non ho mai parlato male del padre di mia figlia. E adesso è arrivato il momento di ritrovare un pò di calma e serenità: dobbiamo sempre ricordarci che il bene della nostra bambina è la priorità; viene prima di qualsiasi rancore che lui può avere nei miei confronti. Le tensioni che ci sono fra di noi non devono intralciare la crescita di Pia: i veleni e alle malignità non le fanno bene”. La Fico si è anche detta certa che il test del Dna risolverà tutto: “Ne sono certa, ma spero proprio che lo faccia questo test del Dna. E ribadisco che, quando l’ho fatto chiamare per tre volte non si è presentato”. Per quel che la riguarda, vuole solo “far valere i diritti di mia figlia ed è per questo che mi sono rivolta alla legge. Perchè Mario deve dare il suo cognome a Pia! qualsiasi donna avrebbe fatto lo stesso. La bambina crescendo vorrà sapere chi è suo padre e io le dirò sempre la verità”. Nel frattempo, prosegue la sua love story con il figlio di Umberto Tozzi, Gianluca: “Tutto alla grande: siamo innamorati, e’ una bella storia e sono felice. Lui è l’unico uomo, dopo la delusione con Mario, che mi ha fatto sentire desiderata e al sicuro. Così ora viviamo la nostra storia con serenità”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 2, 2014
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E’ morto Nicola Stasi, il padre di Alberto
Era l’inizio del mese di dicembre quando Nicola Stasi veniva ricoverato nel reparto di Ematologia del Policlinico San Matteo di Pavia, morto ieri sera. Era il padre di Alberto, il trentenne accusato dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. Nicola Stasi ha sempre difeso il figlio fin da quando la 26enne Chiara venne trovata morta e aveva protetto il figlio sia dall’assalto mediatico che dalle accuse dei familiari della giovane vittima, che non avevano mai nascosto di ritenerlo il responsabile dell’omicidio. Alberto, a seguito dell’annullamento delle sentenze di primo e secondo grado che lo assolvevano, dovrà tornare alla sbarra. “Non lo auguro a nessuno – aveva detto Nicola Stasi in un’intervista subito dopo la decisione della Corte allora Nicola Stasi – avremo altri anni massacranti”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 26, 2013
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Amanda Knox non si presenta in aula: “Ho paura”
Amanda Knox ha scritto una mail alla Corte d’assise d’appello di Firenze, dov’è in corso il processo bis per la morte di Meredith Kercher, nel quale la Knox e l’ex fidanzato Raffaele Sollecito sono imputati. L’americana scrive: “Non sono presente in aula perché ho paura. Ho paura che la veemenza dell’accusa vi impressionerà, che il loro fumo negli occhi vi accecherà”. Parlando delle accuse Amanda le definisce un “abuso ingiusto e maligno”. Da parte sua, il presidente della Corte d’assise Alessandro Nencini prima di leggere il testo ha detto che l’email che la giovane ha inviato alla Corte d’assise d’appello di Firenze “è irrituale. Chi vuol parlare nei processi viene nei processi”. Parlando con i difendori della Knox Nencini ha quindi precisato: “Non sono dichiarazioni spontanee”. Il presidente della Corte ha anche sottolineato che sono i difensori ad attribuire ad Amanda la paternità del testo: “Io non l’ho mai vista, non la conosco”. Riferendosi alla calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, sempre la Knox scrive: “Dobbiamo riconoscere che una persona possa essere portata a confessare falsamente perché torturata psicologicamente”. Amanda racconta anche di quando la portarono in questura: “Mi hanno mentito, urlato, minacciata, dato due scappellotti sulla testa. Mi hanno detto che non avrei mai più visto la mia famiglia se non avessi ricordato cos’era successo a Meredith quella notte”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 17, 2013
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Lo sfogo di Balo
La vicenda sulla paternità della piccola Pia Fico è arrivata in tribunale a Brescia e ora per la prima volta Mario Balotelli ne parla alla Gazzetta dello Sport. “È una storia che mi ha fatto stare male. Ho vissuto mesi difficili e anche in campo il mio rendimento ne ha risentito. Ci sono rimasto malissimo perché avevo creduto che lei mi volesse bene. Invece aveva fatto solo un progetto su di me. Ho imparato una lezione e spero che non ci vada di mezzo la bambina”. Al riguardo della piccola Pia, spiega: “Ho ancora dei dubbi sul fatto che possa essermi figlia, certo. Altrimenti non avrei chiesto più volte di verificare. Per un anno intero coi miei avvocati ho cercato un accordo con la Fico su dove, e come, fare il test del Dna. Poi ad aprile è cominciata la causa in Tribunale”. Prosegue quindi Balo, spiegando com’è venuto a conoscenza della gravidanza: “Ho saputo della gravidanza durante l’Europeo, ma la stranezza è che qualche giorno prima avevo saputo da amici comuni che lei aveva già rilasciato un’intervista, rivelando lo scoop. E il settimanale era già in stampa quando ricevetti la telefonata…”. Se la bimba, che ha appena compiuto un anno, fosse realmente sua figlia, “spero solo che i giudici non mi diranno soltanto di dare dei soldi alla Fico, perché vorrei anche poter fare il padre stando attento che nessuno danneggi la bambina per smania di notorietà”. E parlando dell’assegno mensile eventualmente da allungare a Raffaella per il mantenimento: “Non dico la cifra, perché spero che Pia crescendo non lo sappia mai. Dico solo che hanno sbagliato persona, forse mi hanno scambiato per un emiro o un petroliere”. SuperMario non manca neanche di parlare del calendario sexy della Fico: “Non sono scandalizzato, sono preoccupato. Lei è libera di fare ciò che vuole, io però sono libero di avere un’altra idea dell’immagine che i genitori devono dare ai loro figli. Ha fatto il calendario perché le servono soldi per mantenere Pia? Ma dài, lo sanno tutti che alla Fico i soldi non mancano”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 6, 2013
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Balo: “Pronto a fare il mio dovere di padre se Pia dovesse essere figlia mia”
Prima udienza in Tribunale a Brescia per stabilire la paternità di Pia, la bambina di Raffaella Fico. Balotelli, tramite i suoi legali Cristian Azzolini, Vittorio Rigo e Alessandra Capuano, fa sapere di esser pronto ad assumersi le sue responsabilità di padre, se gli esami del Dna verificheranno che la piccola è sua figlia.“Se Pia dovesse essere mia figlia, sarò pronto a fare il mio dovere”. La vicenda Balo-Fico, quindi, è approdata in Tribunale e ora, dopo accuse reciproche e dichiarazioni forti, spetterà a un giudice mettere la parole fine alla questione e stabilire se Pia è figlia di SuperMario o no. Entrambi i protagonisti sono stati rappresentati dai loro avvocati e non sono comparsi a Brescia. Nei giorni scorsi, la showgirlo aveva raccontato a Pomeriggio Cinque: “Anche se il test del dna non c’è ancora stato, lui è il padre di mia figlia. Può dire tutto quello che vuole ma la verità è questa. Io sto subendo tante cose cattive da parte del padre di mia figlia. Se lui la vuole conoscere, io sono pronta anche a venire su a Milano, se lui non trova il tempo…” La prossima udienza è prevista per il 2014 ma intanto, proprio oggi, la piccola Pia ha compiuto un anno.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
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Sollecito bloccato in aeroporto: poi è partito per Parigi
Raffaele Sollecito, pur essendo stato condannato a 25 anni in primo grado, assolto in appello, ma di nuovo sottoposto su disposizione della Corte di Cassazione al processo d’appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher, è libero di viaggiare ovunque. Il giovane, come racconta il Quotidiano Nazionale, si è presentato all’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze, con in mano un biglietto per Parigi ma è stato fermato dalla polizia di frontiera. Prima di lasciarlo partire, gli agenti hanno voluto controllare con la Procura che il viaggio fosse autorizzato e mentre si attendeva che venisse chiarita la posizione del giovane, anche l’aereo Air France sul quale Sollecito si doveva imbarcare ha dovuto aspettare. Dopo le telefonate alla Procura di Firenze, è comunque arrivato il via libera.
Pubblicato da tdy22 in novembre 29, 2013
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L’omicidio di Meredith: chiesti 30 anni per Amanda e 26 per Raffaele
Il pg Alessandro Crini ha chiesto trent’anni di reclusione per Amanda Knox e ventisei per Raffaele Sollecito. La discrepanza tra la durata è data dai quattro anni chiesti per l’americana per calunnia. La richiesta è giunta al termine della requisitoria al processo d’appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher, uccisa a Perugia nella notte fra il primo e il 2 novembre del 2007. Inoltre il pg ha chiesto alla corte che non vengano concesse agli imputati le attenuanti generiche ed ha motivato la richiesta della riformulazione a 4 anni di reclusione per calunnia a carico di Amanda Knox per il “carattere non estemporaneo della calunnia stessa, e tarata per creare depistaggio”. Crini ha sostenuto che la Knox si trovava sul luogo del delitto e questo secondo l’identificazione, fatta dalla polizia scientifica nella stanza di Meredith, di un’impronta di un piede verosimilmente femminile che, secondo i risultati delle analisi, avrebbe una taglia dal 36 al 38. “Sulla federa, baricentro di questa maledetta storia – ha spiegato Crini – furono ritrovate un’impronta palmare di Rudy Guede ed una di una scarpa. Devo pensare alla stessa Knox che ha dichiarato lei stessa di esserci stata. L’impronta era a pochi centimetri da quella di Guede”. Per quel che riguarda la dinamica dell’omicidio, ha parlato della vittima spiegando che è stata trattata “come se fosse un animale”. Secondo il pg, il delitto è maturato dall'”esigenza di togliere di mezzo una ragazza di cui si era abusato”. Al termine della requisitoria Francesco Sollecito, padre di Raffaele, ha commentato con i giornalisti: “Le richieste mi lasciano senza parole”. E ancora: “Mi aspettavo altro, mi aspettavo una cosa assolutamente diversa”. L’assoluzione? “Non sono così pretenzioso. Ho fatto mille chilometri – ha concluso – per sentire questi vaneggiamenti”. Per quel che riguarda i familiari di Meredith, il legale della famiglia Kercher, Francesco Maresca, ha commentato a sua volta le stesse richieste spiegando che “sono assolutamente equilibrate, in linea con la requisitoria che è stata completa e precisa. Le richieste seguono un posizionamento che noi abbiamo sempre abbracciato nel primo e secondo grado”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 26, 2013
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Omicidio Meredith: per il pg è falso l’alibi di Sollecito
Il pg Alessandro Crini, durante la requisitoria all’appello bis del processo per l’omicidio di Meredith Kercher a Firenze, ha detto che l’analisi del racconto di Raffaele Sollecito “costituisce un primo elemento per caratterizzare la cosiddetta falsità dell’alibi”. Sollecito aveva detto che la sera in cui venne uccisa Mez lui si trovava in casa e stava “interagendo con il pc”. Crini ha quindi sottolineato come in un primo momento Sollecito abbia parlato al singolare, non menzionando quindi la presenza di Amanda Knox, e come comunque “questo elemento trova riscontri negativi e questo dato conferisce dignità al ragionamento sulla possibile falsità dell’alibi”. Ma stando al pg, gli accertamenti dei consulenti mostrerebbero come non sia dimostrato che il ragazzo fosse davanti al pc ed ha quindi sottolineato come la presenza di Amanda sarebbe difficilmente sganciabile da quella di Sollecito sul luogo del delitto. “Amanda disse alla madre che Patrick Lumumba non c’era. Cosa ti dà questa certezza se non il fatto di essere stata presente?”. Del resto, continua il pg, quando parlò di Lumumba l’americana aveva usato i termini “l’urlo e la violenza”, “elementi di verità: da dove derivano questi dati se non dall’essersi confrontata direttamente con questa vicenda?”. “La componente onirica appare un po’ barocca – ha aggiunto – un po’ una giustificazione per dare un senso ad affermazioni che invece hanno un significato primario dal punto di vista dell’indizio. Io attribuisco alla calunnia a Lumumba un rilievo primarie – ha concluso – non me la sento di dire che fu una cosa giovanile”. Crini ha parlato anche della condanna a 16 anni a Rudy Guede, arrivata con rito abbreviato, spiegango che “non mi è sembrata centratissima”, facendo capire di ritenere la pena bassa. Secondo il pg, “il finto furto fu un depistaggio: non puoi far sparire il cadavere e quindi cerchi di confondere le acque”. Per il pg, la sentenza di appello con cui la Corte d’assise di Perugia ha assolto Knox e Sollecito è stata “rasa al suolo” dalla Cassazione. “La censura” della Cassazione, ha aggiunto Crini, “è spalmata su tutta la vicenda”. Sollecito ha commentato le parole del pg parlando di “Accuse approssimative e incerte”, mentre uno dei suoi difensori, l’avvocato Giulia Bongiorno, ha detto che la requisitoria è “stata un’arrampicata abile ma infruttuosa” specie per la “ricostruzione di un’attendibilità dei testimoni che non esiste”. Per il legale, “più che una requisitoria, quella del pg è stata un’arringa di difesa di elementi di accusa ormai defunti”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 25, 2013
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“The face of an angel”: la storia di Amanda Knox arriva a Roma
L’attrice Cara Delevingne presta il volto ad Amanda Knox nel film, che si sta girando in Italia, “The face of an angel”, ispirato al libro della giornalista Barbie Latza Nadeau “Angel Face: The true story of student killer Amanda Knox” nel quale, dopo aver parlato con i personaggi chiave del caso relativo all’omicidio di Meredith Kercher, cerca di ricostruire la verità. Questa sembra essere stata ripetutamente offuscata dalla famiglia Knox che avrebbe tentato di manipolare la copertura mediatica, distorcendo le notizie e facendo indignare l’opinione pubblica americana. In questi giorni il set si trova a Roma e nella Capitale ci si può quindi imbattere nel regista Michael Winterbottom e nel protagonista Daniel Bruhl, che ricoprirà il ruolo di un documentarista che indagherà sul caso per conto proprio. Ma soprattutto in Kate Beckinsale, che interpreterà una reporter che indaga sul caso e che durante le pause del lavoro ama fare lunghe passeggiate durante la giornata: ha visitato il Colosseo e i Musei Vaticani e ama fermarsi a bere dei caffè lunghi nei bar del Centro, in particolare in piazza del Popolo, ammirando il viavai di persone e chiacchierando fitto fitto con un amico. Le riprese del film, una produzione inglese, proseguiranno fino al 21 dicembre, dopo Roma nel piano di produzione ci sono quattro settimane a Siena, Perugia, Firenze, Ravenna e Rimini. Kate ha incontrato a Roma anche Barbie Latza Nadeau, giornalista a cui è ispirato il personaggio del film. Le due hanno camminato insieme per le vie del Centro, fino a fermarsi a Fontana di Trevi. Ma la vera protagonista è la modella Cara Delevingne che interpreta Melanie, il personaggio ispirato ad Amanda Knox. “Il personaggio ha tutta la vita davanti: è giovane, entusiasta, rilassata, sa divertirsi, proprio come Cara” – ha detto Winterbottom all’Evening Standard. “È uno spirito libero e lei ha proprio quello spirito“. Nel film, compare anche Valerio Mastrandrea.
Pubblicato da tdy22 in novembre 24, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/24/the-face-of-an-angel-la-storia-di-amanda-knox-arriva-a-roma/
Yara Gambirasio e l’imprenditore che forse conosce l’assassino
Ci potrebbero essere novità sul caso Yara. Ieri, in Procura a Bergamo, gli inquirenti hanno sentito per oltre due ore un giovane bergamasco. L’uomo, secondo Quarto Grado, è un albergatore originario di un paese che dista cinque chilometri da Brembate di Sopra e non era mai stato sentito dagli investigatori nè era mai stato sottoposto al prelievo del Dna. Per la trasmissione, che andrà in onda questa sera su Retequattro, il giovane, che non è formalmente indagato, ma sul quale sono in corso ulteriori accertamenti, ha dichiarato ai microfoni di Quarto Grado di avere alcuni amici il cui Dna è stato confrontato con quello dell’assassino di Yara (‘Ignoto 1’). Il ragazzo, inoltre, avrebbe risposto anche a domande su suoi conoscenti impiegati – ai tempi della scomparsa di Yara – nei lavori di costruzione del centro commerciale di Mapello. La trasmissione svelerà, inoltre, che tra i numerosi capelli, peli e tessuti epiteliali repertati sul corpo di Yara Gambirasio nel campo di Chignolo d’Isola, alcuni non appartengono alla giovane nè sono di origine animale. La notizia è stata data questa mattina, in un incontro di tre ore, alla titolare delle indagini, il pm Letizia Ruggeri, dal dottor Carlo Previderè, ricercatore del Dipartimento Medicina Legale e Scienze Forensi dell’Università di Pavia, nominato consulente della Procura di Bergamo. I reperti saranno ora ulteriormente analizzati per tentare di risalire ai gruppi etnici di appartenenza e, se lo stato di conservazione lo permetterà, all’individuazione di precisi profili genetici.
Pubblicato da tdy22 in novembre 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/22/yara-gambirasio-e-limprenditore-che-forse-conosce-lassassino/
Cancro ai testicoli aumenta il rischio con l’abbronzatura
Ci sono probabilità maggiori negli uomini di venire colpiti dal cancro ai testicoli se c’è il “gene dell’abbronzatura”, presente in otto uomini bianchi su dieci.
La scoperta è frutto di uno studio congiunto dei ricercatori del National Institutes of Health (Nih) e dell’Università di Oxford e questo potrebbe spiegare perché questa tipologia di cancro è più frequente negli uomini di discendenza europea piuttosto che negli africani.
“Le variazioni dei geni si verificano naturalmente, ha spiegato Douglas Bell, coordinatore dello studio, e possono essere comuni in una popolazione se portano a un beneficio di salute. Sembra che questa particolare variante aiuti a proteggere le persone dalla pelle chiara dai danni cutanei dei raggi Uv, come scottature o cancro, stimolando il processo di abbronzatura, ma permette anche alle cellule staminali testicolari di crescere in presenza di danni al dna”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 20, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/20/cancro-ai-testicoli-aumenta-il-rischio-con-labbronzatura/
“Io una vita reale non ce l’ho”: le dichiarazioni di Sollecito in aula
E’ arrivato in tribunale a Firenze Raffaele Sollecito, in occasione della ripresa dell’udienza dell’appello bis del processo per l’omicidio di Mez, Meredith Kercher. Com’era stato annunciato, il ragazzo ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee dichiarando: “Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante, senza senso”. E ancora: “Mi hanno descritto come un assassino spietato, non sono niente di tutto questo. Al momento io una vita reale non ce l’ho”. Raffaele ha ricordato il suo rapporto con Amanda, spiegando che “fu il mio primo vero amore. Fu tardi perché ero riservato. Quando avevamo 20 anni c’era tutto nella nostra mente fuorché una visione di disprezzo dell’essere umano come ci descrive chi ci accusa. Anche io come la mia famiglia, sono sempre stato una persona onesta”. E ha sottolineato: “Sono cresciuto in una famiglia italiana, per bene, che mi ha insegnato il massimo rispetto dei valori. La mia famiglia non ha mai avuto problemi con la giustizia”. Infine, un appello ai giudici, che ha invitato a “correggere gli errori” commessi da chi lo ha condannato.
Pubblicato da tdy22 in novembre 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/06/io-una-vita-reale-non-ce-lho-le-dichiarazioni-di-sollecito-in-aula/
Raffaele Sollecito torna in aula. Oggi la perizia del Ris
Torna in aula per la prima volta oggi a Firenze, in occasione della nuova udienza dell’appello bis del processo per l’omicidio di Meredith Kercher Raffaele Sollecito. In tribunale, interverranno i carabinieri del Ris. I militari dovranno illustrare l’esito di una perizia svolta sul Dna trovato sul coltello, lo stesso che secondo l’accusa sarebbe stato usato per il delitto. Stando ai risultati delle analisi, la traccia sarebbe attribuibile ad Amanda Knox. Sollecito, com’era stato assicurato dal padre, è quindi rientrato da Santo Domingo. Ai giornalisti, che l’hanno intercettato mentre si recava in albergo, ha solo specificato “Ho molte cose da dire”. Il padre ieri ha invece spiegato: “Non facciamo interviste né rilasciamo dichiarazioni. Ci prepariamo all’udienza dove con tutta probabilità Raffaele farà dichiarazioni spontanee”. Come spiega La Nazione:
I primi a salire sul banco dei testimoni saranno i due carabinieri del Ris di Roma che la corte aveva incaricato per svolgere la perizia su una traccia di dnatrovata fra l’impugnature e la lama del coltello recuperato a casa di Sollecito e giudicato l’arma del delitto. Le analisi hanno rilevato una quantità di materiale genetico «estremamente esigua» con «un elevato grado di compatibilità» con «il profilo genetico di Amanda». Dopo l’illustrazione della perizia da parte dei Ris parleranno i consulenti delle difase degli imputati, quelli della famiglia Kercher e quelli del sostituto procuratore generale Alessandro Crini.
L’udienza, con tutta probabilità, si concluderà nel pomeriggio con le annunciate dichiarazioni di Raffaele Sollecito. Il palagiustizia di Firenze è blindato, stamani si annunciano centinaia fra giornalisti, fotografi e telecamere. Le prossime udienze si svolgeranno il 25 e il 26 novembre prossimi, la sentenza dovrebbe arrivare entro dicembre.
Pubblicato da tdy22 in novembre 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/06/raffaele-sollecito-torna-in-aula-oggi-la-perizia-del-ris/
La morte di Mez. Parla Guede: “Io non sono un bugiardo”
Rudy Guede rompe il silenzio e scrive una lettera dal carcere di Viterbo, dove sconta una pena di 16 anni per l’omicidio di Meredith Kercher. Nella missiva, di cui si parlerà nel corso della trasmissione Quarto Grado, si legge: “Io sarei un bugiardo, questo dicono i giudici, ma allora la verità qual è?” E prosegue: “Gli stessi giudici che non mi hanno voluto credere dicono che io non ho ucciso Meredith, non ho rubato e non ho fatto nessuna simulazione. Voglio evidenziare che chi ha commesso questo terribile fatto è ancora in libertà, che ad oggi purtroppo la verità non è stata ancora raggiunta e che mai si troverà, se si continuerà a sentire gente come Mario Alessi ed altri come lui”. Ancora Guede scrive: “In questi ultimi giorni non ho fatto altro che sentire una distorta interpretazione dei fatti che riguardano la vicenda di Perugia, ma soprattutto una deformazione della mia persona e del mio carattere”. E continua: “Mi sono sempre sforzato di dire quello che in quella tragica sera ho visto e sentito senza calunniare nessuno e senza accusare innocenti. La verità la deve cercare la giustizia e non io, non ci sarà però verità per Meredith finchè si parlerà di violenza sessuale, reato che non ho mai commesso e che i medici legali escludono”. E conclude: “Questa è una vicenda di dolore chi ne parla non deve mai dimenticarselo”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 1, 2013
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La morte di Yara: Guerinoni è il padre biologico dell’assassino, lo dice il Dna
L’antropologa forense Cristina Cattaneo ha eseguito degli esami sui resti di Giuseppe Guarinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 a 61 anni, dai quali è emerso che si tratta sicuramente del padre biologico dell’uomo che ha ucciso la 13enne Yara Gambirasio. Le analisi sono state eseguite da del Dna estratto da un femore dell’uomo che è stato poi confrontato con la traccia genetica trovata sugli slip della giovane vittima.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
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E’ di Amanda la traccia di Dna sul coltello. Fu usato per uccidere Mez?
Hanno concluso la perizia sulla traccia di Dna, individuata sul coltello considerato dall’accusa l’arma usata per uccidere Meredith Kercher, i carabinieri del Ris, che l’hanno appena depositata. La perizia, che era stata decisa dalla Corte, ha messo in luce come quella traccia di Dna, analizzata nel nuovo processo d’appello a Raffaele Sollecito e alla studentessa americana in corso a Firenze, appartenga ad Amanda Knox.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/31/e-di-foxy-knoxy-la-traccia-di-dna-sul-coltello-usato-per-uccidere-mez/
C’è anche un sasso nel caso Yara
Un sasso e nuove speranze per trovare l’assassino di Yara Gambirasio. Quel sasso trovato a 300 metri dal punto dove il 26 febbraio 2011 è stato trovato il corpo senza vita di Yara Gambirasio presenta tre macchie, una più grande e due più piccole. Le macchie sono ritenute “sospette”, anche se non si è certi che quelle macchie siano di sangue. Al momento si preferisce la prudenza e si afferma che quelle macchie “potrebbero essere qualunque cosa”. I prelievi sono già stati e fatti e inviati ai Ris di Parma che dovranno analizzarlo. Intanto si apprende anche dalla trasmissione “Quarto Grado” che gli occhi dell’assassino del killer di Yara Gambirasio sarebbero di colore castano.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/28/ce-anche-un-sasso-nel-caso-yara/
La carne rossa fa male… ma c’è a chi fa ancora più male!
La scoperta presentata al meeting annuale della American Society of Human Genetics 2013 in corso a Boston aveva già posto il problema della carne rossa e della frequenza con cui tale prodotto può essere mangiato per evitare che possa causare, se assunto in grandi quantità il rischio del cancro al colon e al retto. Ci sarebbe secondo, quanto hanno evidenziato i ricercatori, un gene, presente in una persona su tre, che aumenta il rischio di cancro in presenza di grandi quantitativi di carne rossa. Sono stati presi in esame 9.287 pazienti con il tumore e 9117 soggetti sani per studiare 2,7 milioni di sequenze genetiche del Dna. Hanno così visto che nei soggetti portatori di una certa mutazione il rischio tumore associato al consumo di carne è molto più elevato: si tratta della mutazione ‘rs4143094’ in una regione del cromosoma 10 che include anche il gene GATA3, già noto per essere collegato a vari tipi di cancro.
Uno studio poi condotto da Jane Figueiredo dell’Università della California Meridionale, ha messo in evidenza anche un secondo gene che, al contrario, riduce il rischio di tumore se gli individui portatori consumano tanta frutta e verdura.
In particolare il rischio aumenta se si fa un largo consumo di carni lavorate come le salsicce.
Secondo gli scienziati queste scoperte mostrano come con la genomica si può arrivare a ”prescrivere” delle diete personalizzate per ridurre il più possibile il rischi di certe malattie.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/25/la-carne-rossa-fa-male-ma-ce-a-chi-fa-ancora-piu-male/
Yara: 700 nuovi prelievi di Dna alla ricerca della madre dell’Ignoto 1
Dopo aver escluso la pista francese del pedofilo ossessionato dalla ragazzina di Brembate, la polizia scientifica si concentra concentra su 700 donne bergamasche che hanno soggiornato almeno una volta a Salice Terme. La lista delle donne è stata ricavata prendendo i nomi di coloro che negli anni ’60 si sono sottoposte a cure termali in corrispondenza dei soggiorni di Guerinoni. Le donne saranno convocate per il test e per scoprire se una di loro può essere la madre dell’assassinio di Yara. nuovi controlli, nuove speranze per un’indagine che sembra infinita e che per il momento non ha ancora portato i risultati sperati.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 24, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/24/yara-700-nuovi-prelievi-di-dna-alla-ricerca-della-madre-dellignoto1/
Lo Yeti non esiste? Un’incredibile scoperta scientifica potrebbe rivelare il contrario…
Il mitico Yeti è in realtà un orso? Secondo i ricercatori inglesi sì. Niente abominevole uomo delle nevi dunque, almeno stando a quanto racconta il DNA. Il genetista Bryan Sykes, dell’Università di Oxford, nel corso di un’intervista alla Bbc, ha spiegato di aver raccolto peli di animali sconosciuti, facendo riferimento, in modo particolare, a uno che si trova nella regione di Ladakh nell’Himalaya occidentale e a un altro nel Buthan. Su di essi ha quindi eseguito il test del DNA per poi confrontare i risultati con i dati relativi al genoma di altri animali, custoditi nella banca dati internazionale GenBank. Durante lo studio, lo studioso ha trovato una corrispondenza genetica del 100% con un campione della mascella di un antico orso polare che era stato rinvenuto nelle isole norvegesi Svalbard. Il campione risale ad almeno 40mila anni fa, se non addirittura a 120mila anni fa, ossia all’epoca in cui l’orso polare e l’orso bruno cominciavano a separarsi come due specie distinte. Quello che ne ha dedotto, quindi, è che possa esistere un animale che sia un ibrido tra queste due specie: se si confermasse l’ipotesi, si potrebbe dire risolto il mistero dello Yeti.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/17/lo-yeti-non-esiste-unincredibile-scoperta-scientifica-potrebbe-rivelare-il-contrario/
Il Dna scagiona il pedofilo 50enne: non è il killer di Yara
Si era aperta una nuova pista per quel che riguarda la morte di Yara Gambirasio e che conduceva a un certo Lorenzo B. un pedofilo 50enne nato a Padova e che attualmente si trova in un carcere francese, a Bourges. Ma gli esami del Dna, come ha anticipato la trasmissione Quarto Grado, hanno dato esito negativo e quindi l’uomo, che era finito tra i sospettati in quanto nutriva una passione per la ginnastica artistica e una vera ossessione per la ragazzina di Brembate, non sarebbe il suo killer.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 17, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/17/il-dna-scagiona-il-pedofilo-50enne-non-e-il-killer-di-yara/
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