Le polveri leggere uccidono, anche sotto i limiti di legge! Chi ci tutela?

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Non è una legge in vigore in Italia e nell’Unione Europe a poter tutelare la salute dei cittadini. Almeno questo è quanto sostiene uno studio della rivista internazionale Lancet che ha esaminato 360mila residenti di 13 Paesi che vivono in grandi città. In Italia lo studio è stato condotto a Torino,  dal Centro per l’Epidemiologia e la Prevenzione oncologica in Piemonte della città della Salute e della Scienza, a Roma e a Varese e ha coinvolto circa 31 mila persone. I risultati mostrano che il particolato fine è l’inquinante più dannoso, anche per concentrazioni sotto i limiti consentiti dall’attuale legislazione. E “suggeriscono quanto siano necessarie ulteriori politiche per ridurre l’inquinamento e, quindi, la morbosità e la mortalità in Europa. Una priorità urgente dovrebbe essere quella di avviarsi verso i valori indicati dalle linee guida della qualità dell’aria dell’Oms, che sono più restrittive”.

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Nuovo scandalo per l’OMS? L’influenza suina fu pandemia

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La ricerca è stata volta dalla George Washington University su 26 Paesi: 

“Questo conferma che l’H1N1 era più pericoloso di quanto si è pensato dopo le prime stime”, ha spiegato l’autore della ricerca, Lone Simonsen. Lo studio, detto altrimenti, proverebbe che, nonostante i dubbi di molti, quella del 2009 fu una vera pandemia, con un impatto pesante soprattutto tra i giovani e gli abitanti di alcune aree del continente americano.

I morti nel 2009 furono dieci volte di più di quelli stimati dall’Organizzazione mondiale della sanità: 200mila invece di 20mila.

Secondo lo studio, dal 62% all’85% dei morti della pandemia aveva meno di 65 anni. A livello geografico, secondo la nuova ricerca i Paesi con più vittime per l’influenza suina sono stati Messico, Argentina e Brasile, mentre i tassi di mortalità sono stati largamente inferiori in Nuova Zelanda, Australia e nella maggior parte d’Europa.

Fu pandemia? Perché l’Oms sbagliò i dati sottostimandoli a 20mila e non a 200mila?

Facciamo chiarezza sull’Aids in Grecia

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E’ stato un errore. Anche l’Oms può quindi sbagliare su un rapporto che analizza la Grecia nel periodo più nello della storia ellenica,  e affermare che  “la metà delle nuove infezioni da Hiv sono auto-inflitte per consentire alle persone di ricevere 700 euro al mese”. Nell’errata corrige quindi si precisa che si tratta di “pochi casi aneddotici”. Ma l’aumento della malattia attraverso i   numeri fanno paura: +52% di infezioni nel 2011 rispetto al 2010.

Scrive Maria G. Maglie su Libero:

Non intendo sostenere che finiremo come i greci a iniettarci il virus dell’Aids per prendere il sussidio di 700 euro, ma certo la strada verso la tomba in un cimitero annunciata dal Wall Street Journal per l’Italia della sta-bi-li-tà imposta dal governino dei bravi ragazzi di Napolitano può essere fatta di una stagnazione infinita, di un declino neanche tanto lento verso povertà, disperazione, emarginazione, piccoli furti, imbrogli tragici, omicidi per niente. Forse siamo ancora in tempo, forse no, agli italiani conviene avere ben chiaro, tra una Iuc che prende il posto dell’Imu e una finanziaria votata alla cieca come un contenitore, che quel che l’Organizzazione mondiale della sanità denuncia nel suo rapporto non è una eccezione che riguarda solo i greci dilapidatori e sfruttatori dello Stato; certamente lo sono stati, ma dopo la cura della Merkel, dopo la ricetta di austerità della Troika, stanno molto molto peggio. Qualcosa bisognerà pur fare per superare una politica di austerità che in Europa è stata imposta dalla Germania, con l’applicazione di Bce e Fmi, e ha portato alla crisi, ad avere disoccupati o sotto-occupati 50 milioni di europei. L’austerità si può applicare solo quando c’è sviluppo, altrimenti porta alla recessione. Cito dal rapporto in sintesi nella parte dedicata alla situazione greca: Sono aumentati del quaranta per cento i suicidi, raddoppiati furti e omicidi, i numeri di contagio dell’Hiv e dell’uso di eroina sono aumentati significativamente con una metà delle nuove infezioni da Hiv autoprocurate per consentire alle persone di ricevere il sussidio di 700 euro al mese e un’ammissione più veloce ai programmi di sostituzione delle droghe. Queste tendenze negative della Grecia devono mettere sull’avviso altri Paesi che stiano facendo politiche di significativa austerità sociale come Spagna , Irlanda e Italia. Così da malati sono praticamente morti, ovvero il cimitero del Wsj.

Serve altro per non sentirsi colpevoli di boicottare Letta? Il rapporto, terminato nel settembre scorso, diceva evidentemente una cosa talmente esplosiva che alla diffusione è seguita una imbarazzante smentita che non smentisce niente, perché si limita a precisare che il dato sul virus che la gente si inoculerebbe a bella posta per trasformarsi in un assistito non è dimostrato, ma preso da alcuni articoli, che è comunque esagerato, che c’è stato un errore di editing. È comprensibile, una decisione tra la censura e l’auto – censura, ma quel rapporto non è un volantino scritto alla svelta e stampato alla buona, è frutto di lungo lavoro, passa per infinite mani e controlli prima del si stampi. Fotografa un pezzo di realtà, la condizione di salute dei Paesi, e così facendo inevitabilmente dà un quadro complessivo, in questo caso del fallimento della ricetta obbligata di risanamento imposta dall’Europa forte a un partner debole.

Cos’è accaduto? La contrazione dell’economia, aggravata dalle politiche restrittive ha portato a una continua erosione del gettito fiscale nonostante i sacrifici imposti a famiglie e imprese. Chi non lavora ha forzatamente tagliato i consumi, il che ha portato a minori entrate erariali eminori profitti per le imprese, costrette quindi a mandare a casa altri lavoratori. Di troppo rigore si può morire. Oggi, prima del ritorno in Grecia dei rappresentanti della Troika, previsto per il 2 dicembre, il governo greco deve chiudere tutte le questioni ancora in sospeso per poter sperare nella concessione della tranche da un miliardo di euro nella prossima riunione dell’Eurogruppo del 9 dicembre. Per riuscirvi, entro le prossime 48 ore dovrà inviare ai rappresentanti della troika le proprie proposte sul «buco» nel bilancio del 2014 , messa all’asta da parte delle banche della prima casa in caso di mancato pagamento del mutuo, bilancio del 2014 e nuova legge per la tassazione degli immobili. Sovranità nazionale? L’alternativa all’iniezione infetta, insomma alla morte? Una sola, la stessa: battere il pugno sul tavolo per rinegoziare con l’Europa le regole di un gioco mortale (…)

Aids iniettato per avere il sussidio di disoccupazione? Questa è l’Europa!

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BOMBA SOCIALE! Se anche questa è l’Europa, viene da pensare da quando l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato lunedì gli studi degli effetti dell’austerity sui sistemi sanitari dei paesi in crisi. Ed ecco che il “case study” su Atene innesca la minaccia: il 50% dei nuovi malati di Aids nel paese sono persone che si infettano volontariamente con il virus dell’Hiv solo per riscuotere i 700 euro al mese di sussidio e per avere accesso privilegiato ai farmaci. Naturalmente questo è solo uno dei dati più allarmanti, ma restano alti anche il numero dei suicidi e i problemi neurologici legati alle difficoltà economiche. Mentre tutti si gridava allo scandalo intanto ci si interrogava sulle fonti e alcune sarebbero parse abbastanza discutibili e senza solide basi scientifiche. Tanto che stamattina, con una retromarcia clamorosa, il portavoce dell’organizzazione ha smentito il rapporto fresco di stampa: “Si è trattato di un banale errore tipografico. Sono saltate un paio di frasi e il concetto è uscito distorto – ha detto – non esiste nessuna prova che l’aumento di casi di Aids in Grecia sia legato a casi di gente che si inocula il virus per motivi economici”.

E’ quindi giallo e ci si continua a interrogare se l’Oms abbia voluto smentire perché la notizia avrebbe minato alla base la credibilità della politica di austerity o se effettivamente quei dati non fossero scientifici. In ogni caso ne esce a pezzi la stessa Oms. Nonostante la smentita la situazione in Grecia è gravissima come rivela La Repubblica:

Il complesso welfare sotto il Partenone, per dire, prevede che dopo un anno di disoccupazione si perdano i diritti all’assistenza gratuita. Cosa che in una nazione dove il tasso dei cittadini senza lavoro viaggia al 27% (al 59% tra i giovani) lascia scoperta una fetta importante degli 11 milioni di abitanti. I malati di Hiv, al di là del giallo dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono triplicati negli ultimi dieci anni anche perché i programmi di prevenzione, specie presso i tossicodipendenti, sono stati tagliati per mantenere gli impegni di bilancio con la Troika.

Nel 2011, ultimo dato ufficiale a disposizione, il numero di persone che hanno contratto il virus è aumentato del 52%. E il Centro europeo per il controllo delle malattie ha ammesso che l’epidemia sta peggiorando e che “nei primi otto mesi del 2012 il numero di infezioni tra i tossicodipendenti ha per la prima volta superato quelli che hanno contratto la malattia per via sessuale”. Il rapporto dell’Oms citava tra gli effetti collaterali dell’austerity un’impennata dei suicidi (+40% nella prima metà del 2011) e un aumento dei problemi neurologici, figli – sostiene il rapporto – anche di un taglio del 40% delle spese sanitarie elleniche in quattro anni e della possibile perdita di 26mila posti di lavoro tra medici e infermieri. La lezione di Atene, conclude l’organizzazione, deve valere anche per l’Italia: l’aggiustamento nei conti “non deve andare a scapito degli investimenti nella sanità”.

Attenzione all’alluminio… c’è una relazione con l’Alzheimer?

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Alluminio… Una parola che immediatamente richiama la conservazione degli alimenti e il materiale con cui vengono costruiti molti utensili da cucina che poi entrano a diretto contatto con il cibo. C’è una relazione tra alluminio e Alzheimer? I recenti studi avrebbero rivelato che potrebbe esserci, qualora si superino alcuni livelli. L’Oms ha dichiarato che la giusta percentuale  giornaliera per l’alluminio è pari a 60 mg al giorno. E’ consigliabile quindi,  prima di utilizzare i recipienti di alluminio nuovi, farvi bollire dei liquidi grassi come brodo o latte. Inoltre è preferibile sempre lavare i recipienti di alluminio con acqua calda e detergente; senza  usare la paglietta metallica, ma preferendo rimuovere i residui con una spazzola o un panno di nylon non abrasivo. Solo il fondo esterno si può pulire con prodotti leggermente abrasivi.

All’estero quindi da più fonti, alcune altamente autorevoli, si sarebbe trovata una correlazione tra Alzheimer e l’alluminio:

http://www.chron.com/news/health/article/Studies-support-link-between-aluminum-and-4586632.php

http://www.alzheimers.org.uk/site/scripts/documents_info.php?documentID=102

http://www.webmd.com/alzheimers/guide/controversial-claims-risk-factors

Via i forcipi e le ventose nei parti difficili, arriva l’invenzione del meccanico

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Non è stato un medico, ma un meccanico argentino, Jorge Odòn, a inventare il nuovo dispositivo che aiuterà nei parti difficili, una valida alternativa al forcipe e alle ventose, ma soprattutto privo di rischi per il neonato. L’idea ce l’ha avuta osservando il funzionamento di un cavatappi su Youtube e poi Odòn ha realizzato nella sua cucina un prototipo che ha ricevuto premi dalla United States agency for International development e dalla Grand Challenges canadese. La stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lo ha approvato giudicandolo innovativo, facile da usare e sicuro.

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“Può salvare molti bambini nei paesi poveri ed evitare molti cesarei”, ha detto al New York Times Mario Merialdi, coordinatore del dipartimento di salute materna e perinatale per l’OMS. Tecnicamente, il dispositivo è una sorta di manicotto gonfiabile di plastica lubrificata che, avvolto intorno alla testa del bambino e poi gonfiato, tira fuori il nascituro senza rischi. Il nuovo metodo è sperimentato in più paesi e in Italia lo studio, in corso, è coordinato dalla Università di Perugia. Il giudizio dei ginecologi italiani è già più che positivo: “Al contrario di forcipe e ventosa, non provoca alcun trauma perché è soffice – ha detto Antonio Starita, dirigente medico a Ginecologia ed ostetricia del San Camillo di Roma – . E’ assolutamente promettente e da verificare sul campo”.

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In Siria epidemia di polio, scattano le vaccinazioni

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Oltre la guerra, la poliomelite, la Siria è un paese davvero allo stremo delle sue forze. Nel Bosforo dove milioni di profughi cercano riparo nei paesi limitrofi, sembra che ora la vera emergenza sia la poliomelite. Già accertati almeno 10 casi, ma potrebbero essercene anche di più almeno secondo le fonti locali.  L’allarme è stato lanciato da due epidemiologi tedeschi, Martin Eichner dell’Università di Tubinga e Stefan Brockmann del Reutlingen Regional Public Health Office (Germania), in un articolo apparso sulla rivista The Lancet. Secondo quanto dichiarato dai due esperti il pericolo di contagio sarebbe anche in Europa poichè i profughi potrebbero davvero rappresentare un rischio per alcuni Paesi in cui il vaccino antipolio è inattivo e quindi risulta essere meno efficace. Ad esempio tale vaccino si usa in Bosnia-Erzegovina, Ucraina e Austria. Tale scelta è stata fatta in base ad alcuni casi di paralisi riscontrati dopo aver vaccinato alcuni bambini con il vaccino tradizionale per bocca.

Sempre gli scienziati avvertono che c’è da considerare poi che solo un’infezione su 200 causa la malattia sintomatica: motivo per cui, secondo gli autori, il virus potrebbe restare in circolazione per quasi un anno prima che si evidenzi il primo caso.

Risulta perciò insufficiente vaccinare solo i profughi siriani, così come è stato raccomandato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Intanto l’Oms, che ha già confermato un focolaio di almeno 10 casi in Siria, ha deciso di vaccinare oltre 20 milioni di bambini in tutta l’area, nel tentativo di stroncare l’epidemia sul nascere.

Il vademecum dell’Oms sui corsi di masturbazione e sesso nelle le scuole

sessuologia-scuole-tuttacronaca“Standard di Educazione Sessuale in Europa” è il vademecum che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso a tutti i governi europei e che invita a una maturazione della consapevolezza sessuale già nei primissimi anni di età, attraverso una conoscenza del proprio corpo e un’esplorazione delle relazioni sessuali, sia etero sia omo, infantili. Lo scopo è promuovere corsi di sessuologia nelle scuole, a partire dalle materne, affinchè s’insegni ai bambini a masturbarsi e ad essere informati tanto sul sesso che sulle sue conseguenze. E’ Libero a spiegare quello che si trova scritto nel vademecum:

Ai bimbi dagli 0 ai 4 anni, si legge, «gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”». Dai 4 ai 6 anni i bambini dovranno invece essere istruiti «sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso», «parlando di argomenti inerenti la sessualità con competenza comunicativa ». La vera crescita avverrà coi bimbi tra i 6 e i 9 anni, cui i maestri terranno lezioni su «cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione», facendo conoscere loro «i diversi metodi contraccettivi ». Su questo aspetto i bambini tra 9 e 12 anni dovranno già avere ampia competenza, diventando esperti nel «loro utilizzo» e venendo informati su «rischi e conseguenze delle esperienze sessuali non protette (le gravidanze indesiderate)». Ecco il decisivo balzo in avanti: nella fascia puberale tra i 12 e i 15 anni gli adolescenti dovranno acquisire familiarità col concetto di «pianificazione familiare» e conoscere il difficile «impatto della maternità in giovane età», con la consapevolezza di «un’assistenza in caso di gravidanze indesiderate e la relativa «presa di decisioni» (leggi aborto). Non solo: a quell’età, ormai matura secondo l’Oms, i ragazzi dovranno essere informati sulla possibilità di «gravidanze anche in relazioni omosessuali» e sull’esistenza del sesso inteso come «prostituzione e pornografia », venendo messi in guardia «dall’influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità».

La nube nera di smog che tiene prigioniere le città della Cina

nube-smog-cina-tuttacronacaE’ prigioniera di una fitta coltre di smog la città di Harbin, una delle più grandi città nel nordest della Cina. Le autorità hanno dovuto chiudere le scuole e l’aeroporto  oltre ad alcune tratte dove viaggiano gli autobus, mentre la scarsa visibilità, ridotta a 10 metri, ha fatto impazzire il traffico. E’ quanto riferito dall’agenzia di stampa Xinhua, che imputa la causa al primo giorno di accensione del riscaldamento per il periodo invernale. Nella città, capitale della provincia di Heilongjiang e dove abitano 11 milioni di persone, l’indice delle particelle di materia (PM) inquinante nell’aria ha raggiunto il livello di mille, ben oltre la soglia minima considerata tollerabile dall’organismo umano. Secondo l’Oms, infatti, la soglia massima giornaliera raccomandata è di non oltre 20 PM. Ci si aspetta che la nube permanga almeno per 24 ore. Lo smog è stato eccezionale anche in altre città del nordest della Cina, tra cui Changchun e Tangshan.

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Ecco cosa respiriamo… i dati shock del rapporto Air quality in Europe 2013

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Cosa respiriamo? Ce lo domandiamo spesso, ma forse è uno di quei problemi che davvero non possiamo risolvere. Spesso sentiamo dati allarmanti sull’ambiente, ma dopo qualche ora sembra che la notizia sia già passata e si torna ai problemi quotidiani. In alcune città scattano le targhe pari o dispari, si impedisce la circolazione ai mezzi più inquinanti e il giorno dopo si è già a bordo di quei mezzi vietati appena qualche ora prima. Eppure il rischio lo vediamo tutti i giorni passando lo straccio sul davanzale o sul cruscotto dell’auto… tutto questo sintetizzato nel rapporto di Air quality in Europe 2013 presentato questa mattina dove i dati sembrano ormai confermare che almeno 1 persona su quattro, nelle città europee è costretta a respirare aria con una  quantità di inquinanti che supera i limiti fissati dalla Ue. E 9 persone su 10 sono costrette a respirare un’aria che supera i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale di sanità. Questa è la dimensione del problema Europeo a cui si aggiungono le PM 2,5 cioè le polveri ultrasottili considerate l’inquinante più insidioso che  sono sopra i limiti suggeriti dall’Oms in una percentuale che varia dal 91 al 96% dei casi. E per non farci mancare davvero nulla anche le concentrazioni di ozono di bassa quota, quello pericoloso, superano le indicazioni Oms nel 97-98% dei casi.

Era luglio quando è arrivata la prima importante conferma lanciata sulle pagine di Lancet Oncology in cui si ribadiva una stretta relazione fra inquinamento atmosferico e tumori del polmone.

Solo in Italia nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi. La ricerca mostra che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. Inoltre dalla misurazione delle polveri sottili, l’Italia è risultata essere tra i paesi europei più inquinati.

Studio shock nel Messinese: “metalli nell’urina dei bambini”

metalli-urina-bambini-tuttacronacaE’ Il Giornale di Sicilia a rendere noto che sono state rinvenute alte concentrazioni di cromo e cadmio nell’urina dei bambini della provincia di Messina. Nella zona tra Milazzo, Pace di Mela e San Filippo di Mela sono infatti state svolte delle analisi sui bimbi e, in 31 casi su 200, si sono presentate alterazioni morfologiche nell’apparato riproduttore dei soggetti, con presenza di metalli nelle urine, in percentuali superiori alla media. In questi giorni sarà l’Organizzazione Mondiale della Sanità ad analizzare, nella sede di Bonn, proprio l’inquinamento nella Valle del Mela e nelle zone limitrofe, che rappresenta un caso ad alto rischio ambientale. Sotto la lente d’ingrandimento dell’Oms finiranno proprio alcune realtà industriali della zona, alle quali sono dovuti simili effetti inquinanti.

Esplode la tubercolosi a Siracusa.

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Tra smentite e conferme sono circa 40mila i soggetti positivi ai test della Tbc secondo “Il Fatto Quotidiano” che riporta le cifre ufficiali fornite dal gruppo nazionale di studio dell’Aipo (Associazione italiana di penumologia) e convalidate dall’Oms. Il quotidiano diretto da Padellaro scrive:

Si presume che la malattia sia arrivata in special modo con gli immigrati del Corno d’Africa, gli immigrati del Corno d’Africa sono spesso gli stagionali di Cassibile. Dunque tra gli anelli deboli della catena compare la voce: controlli sanitari. Nell’atto aziendale dell’Asp, in data 2010, pensate, manca proprio la voce dispensario tubercolare. Nel frattempo Rossitto denuncia la mancanza di strumenti, di materiali, di competenze, chiede alla dirigenza mezzi adeguati, richieste sovente con esito scarso. Rossitto poi verrà trasferito in pneumologia.

La situazione sembrerebbe ormai fuori controllo. Infatti sempre secondo il Fatto:

Il responsabile transita un’ora al giorno, confidano alcuni pazienti in attesa. I pazienti in attesa possono essere malati, sono nello stesso piano degli uffici della Medicina del Lavoro e dello Sport, dove non di rado accedono anche i bambini. Il meetup del M5s ne fa ampiamente riferimento all’interno dell’interpellanza presentata a Zito. Chi si ammala non ha molte chance: di saperlo, innanzitutto. L’Asp di Siracusa non prevede l’antibiogramma e l’esame colturale, fondamentali nel riconoscimento dell’infezione e soprattutto fondamentali nella prevenzione e contrasto della malattia nella forma farmaco resistente, quella che produce infezioni farmaco resistenti (e che contagia infezioni farmaco resistenti): ovvero quando la malattia diventa inesorabile, incurabile, si è spacciati insomma.

Contattando le fonti mediche la situazione però sembrerebbe meno grave del previsto. Si parla infatti di tubercolosi latente:

“Per chi dovesse risultare positivo ai test c’è la possibilità, stimata intorno al 5 per cento, che si sviluppi la malattia nei successivi due anni. In ogni caso per queste persone è possibile eseguire un trattamento preventivo efficace che riduce quella probabilità del 60 per cento”.

Ma che costi può avere anche in futuro una tubercolosi latente? Con i tagli alla sanità si riuscirà a far fronte a queste nuove emergenze?

 

La politica italiana è omofoba?

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Pare proprio che il male dell’omofobia in Italia parta dai vertici, cioè dalla politica. Quella politica troppo spesso sorda e muta che discrimina i cittadini quando la Costituzione li accomuna:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Domani il Presidente del Senato Piero Grasso incontrerà il Presidente dell’Arcigay Flavio Romani e verrà chiesta l’estensione della legge Mancino ai reati di omo-tranfobia. Proprio Romani si auspica “che questo 17 maggio sia l’ultimo senza una legge”. La stessa Carta si auspica che gli ostacoli vengano rimossi, mentre la politica pone dei paletti evidenti al matrimonio gay e alle adozioni per i single e per gli omosessuali. E’ quindi la politica la prima fonte di omofobia in Italia?

Intanto Ivan Scalfarotto ha ricevuto un “testimone importante” da Paola Concia. Scalfarotto insieme ad  Alessandro Zan (Sel) e Irene Tinagli (Scelta civica),  questa mattina, ha presentato la nuova proposta di legge che punisca i reati contro chi discrimina sulla “base dell’identità sessuale”. Sono già 221 i firmatari  e tutto fa sperare che si possa procedere al voto in Aula, anche se l’ottimismo non è mai troppo quando sul tavolo ci sono argomenti così delicati da discutere.

Anche il senatore Sergio Lo Giudice ha elaborato una legge insieme alla Rete Lenford, per punire le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere della vittima. La proposta prevede inoltre che il condannato possa espiare la pena anche attraverso attività non retribuita presso associazioni Glbt.

Qualcosa quindi si sta muovendo, ma lentamente e tardivamente come spesso succede in Italia. Dobbiamo pensare che questi emendamenti non ci sarebbe neppure bisogno di emanarli perchè non è concepibile in uno stato civile che vengano discriminate le persone in base alle loro preferenze sessuali. E’ quasi dover dire che non si picchia chi al supermercato sceglie un determinato tipo di frutta piuttosto che un altra… Siamo arrivati al punto di dover proteggere chi vuole affermare liberamente la propria identità di omosessuale o di trans… è come se si dovesse proteggere chi vuole liberamente affermare se stesso. Eppure nell’Italia di oggi, in cui l’odio è dilagante, questa legge va fatta e in tempi rapidi. Fra un po’ dovremo legiferare sul diritto di una donna di indossare le scarpe con il tacco o di portare i capelli sciolti sulle spalle… Questi atteggiamenti ci devono far riflettere su dove stiamo andando… di quante leggi ormai abbiamo bisogno, ma quanto spesso poi, pur avendole non le facciamo applicare. Su come per un gay oggi la vita sia molto più complessa… ma da dove nasce la discriminazione? Dalla paura di doversi confrontare con qualcosa che è diverso da noi? Da qualcosa che ci mette paura perché destabilizza quello che fino a oggi pedissequamente, forse anche a causa anche di una scarsa cultura sull’omosessualità, abbiamo sempre pensato che fosse il giusto e unico progetto di vita, ignorando quello degli altri? Ricominciamo da una politica che ci insegni a tutti a non essere omofobi e che punisca davvero chi compie questi crimini “contro l’umanità”!

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Pane e acqua all’arsenico!

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Arsenico nell’acqua e concentrazione quasi doppia nell’organismo dei cittadini di Viterbo e di 16 comuni del viterbese. Colpiti anche i bambini. L’arsenico è un elemento pericoloso perché essendo un elemento cancerogeno per cui già dal 2001 l’Oms ha posto limiti ben precisi.

Naturalmente l’arsenico è poi finito nella catena alimentare. Il primo prodotto in cui sono state rilevate concentrazioni superiori alla norma è stato il pane.

L’Istituto Superiore di Sanità però ha tranquillizzato la popolazione «Il sistema si è attivato, no agli allarmismi: ora ci sono i dati per intervenire in maniera adeguata ed equilibrata» In termini di valutazione del rischio comunque, si precisa dall’Istituto «bisogna sottolineare che l’esposizione non equivale automaticamente a rischio per la salute, poichè vi è ancora incertezza sull’esistenza o meno di effetti dell’arsenico inorganico ai livelli espositivi misurati nelle province del Lazio interessate dallo studio. Adesso, con questi risultati abbiamo un riferimento rispetto al quale possiamo valutare l’efficacia nel tempo degli interventi che sono stati già intrapresi e di quelli che seguiranno, volti a ridurre l’esposizione all’arsenico inorganico».

 

L’ OMS in Angola: l’88% delle morti in Africa per Hiv, malaria e tubercolosi

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