Gli Usa tuonano contro la Russia ma Putin ribatte: “Possibile uso della forza”

putin-ucraina-tuttacronacaGli Usa sostengono l’Ucraina promettendo a Kiev un pacchetto di aiuti destinato a sostenere il governo. Tra questi, un miliardo di dollari in garanzie sui prestiti. Nel frattempo, però, Barack Obama denuncia che sono state “Violate norme internazionali”. Il segretario di Stato, John Kerry, in visita nella capitale ucraina, rincara la dose: “Cercano pretesti per l’invasione”. Ma Putin non indietreggia: “Uso delle forze armate se richiesto dal legittimo presidente, Ianukovich”. Il presidente russo ha sospeso ma non cancellato la minaccia di un intervento armato in Ucraina, ha negato sfrontatamente la presenza di truppe russe (“sono milizie di autodifesa”) in una Crimea che ha giurato di non voler annettere e ha respinto i moniti di un Obama che gli ha dato del bugiardo: “Con le sue dichiarazioni non prende in giro nessuno”, ha tuonato il presidente Usa, tornando a condannare “l’aggressione russa”. Ai giornalisti presenti nella sua residenza di Novo Ogariovo, fuori Mosca, Putin ha ribadito che per lui Ianukovich è ancora il “presidente legittimo, anche se senza futuro politico”, ma Putin non riconosce i nuovi poteri di Kiev scaturiti da un “colpo di Stato armato”. Per quel che riguarda le sanzioni minacciate dagli Usa, e sollecitate anche da una rediviva Timoshenko, “sono un’arma a doppio taglio, i danni sono reciproci”, ha ammonito il presidente russo, rinfacciando inoltre agli Usa l’illegittimità dei loro interventi in Afghanistan, Iraq e Libia. E sul G8 di Sochi: “Se i nostri partner non vogliono venire, non vengano”. Del resto proprio sul piano economico lo scontro è più duro. I consigliere economico del Cremlino, Serghiei Glaziev, è stato mandato a profetizzare l’apocalisse economica per Washington in caso di sanzioni: la Russia annullerebbe la sua dipendenza finanziaria dagli Usa, abbandonerebbe il dollaro, anche nelle sue ingenti riserve di valuta straniera, venderebbe gli oltre 200 miliardi di dollari di obbligazioni Usa e non restituirebbe i crediti concessi dalle banche a stelle e strisce. Nella guerra economica il Cremlino ha già calato l’asso energetico che spaventa anche l’Europa: da aprile fine dello sconto sul gas all’Ucraina, dove transita l’80% del metano russo per il Vecchio continente. Mentre la diplomazia internazionale tenta di mantenere aperta una finestra di dialogo “che tra qualche ora o qualche giorno potrebbe essere chiusa”, come ha avvisato il ministro degli Esteri Federica Mogherini, sale anche la tensione militare.

Test in Russia: lancio di prova del missile Topol

russia_missile_topol-tuttacronacaMentre l’attenzione mondiale è rivolta alla situazione in Crimea, sembra di vivere in un clima da Guerra fredda. E oggi le forze russe hanno effettuato un lancio di prova di un missile balistico intercontinentale RS-12M “Topol”. L’ha riferito all’agenzia Ria Novosti il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Iegorov. E’ stato inoltre precisato che il lancio è avvenuto dal poligono di ‘Kapustin Iar’, nella regione di Astrakhan, presso il Mar Caspio. Stando al portavoce, il test ha avuto esito positivo e il lancio è riuscito.

Stop alla cooperazione militare con la Russia: lo annuncia il Pentagono

militari-russi-in-ucraina_tuttacronacaDopo lo stop alle esercitazioni a ridosso dell’Ucraina ordinato da Vladimir Putin, gli indici della borsa di Mosca risentono di effetti benefici tornando in positivo mentre il rublo ha ripreso forza rispetto all’euro e al dollaro dopo il crollo di ieri. A seguito dell’intervento russo in Crimea, tuttavia, gli Usa, come ha reso noto nella notte il Pentagono, hanno “sospeso tutti i legami militari” tra Washington e Mosca. Questa decisione include “le esercitazioni e le riunioni bilaterali, gli scali delle navi e le conferenze di pianificazione militare”, ha affermato il portavoce della difesa americana, John Kirby, in un comunicato. Oggi, intanto, il segretario di Stato americano John Kerry sarà a Kiev per mostrare sostegno alle autorità ad interim ucraine, mentre le forze russe controllano completamente la Crimea ormai da tre giorni.

Russia-Ucraina: primi segnali di distensione?

ucraina-russa-tuttacronacaPrimo segnale distensivo da parte di Valdimi Putin? Il presidente russo ha ordinato che le truppe impegnate in una maxi esercitazione rientrino alle rispettive sedi permanenti entro il 7 marzo. I militari sono al momento dislocati nei distretti centrale e occidentale del Paese. Con una simile decisione, sembra allontanarsi il fantasma di un conflitto di vasta scala con Kiev. Fino a poco prima della decisione, del resto, con la Russia che aveva preso il pieno controllo della Crimea, la tensione con l’Ucraina era altissima e anche il G7, rinato sotto la spinta degli Usa, e dell’Ue, aveva duramente condannato Putin. Si era parlato anche di un ultimatum ma i russi hanno definito tale timore “una totale assurdità”. Sul fronte internazionale, Angela Merkel è stata assolutamente chiara: “Putin ha perso il contatto con la realtà”, avrebbe detto in preda all’ira la cancelliera parlando con Barack Obama, come riferisce il New York Times. Anche la Ue “condanna con forza” la “chiara violazione” della sovranità ucraina e “gli atti di aggressione” della Russia, ma dopo cinque ore di Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri non denuncia “l’invasione” e non ipotizza sanzioni a carico di Mosca. I 28 in sostanza cercano di dare spazio alla diplomazia in attesa che giovedì scendano in campo i leader, convocati da Herman Van Rompuy per un vertice d’emergenza a Bruxelles. Dal canto suo il presidente Usa pensa alle risposte all’azione russa e parla di “misure economiche” per isolare Mosca. Poi accusa Putin di essere “dal lato sbagliato della storia”. I toni erano tornati al alzarsi nella serata di ieri con un botta e risposta Russia-Usa degno quasi dei tempi della guerra fredda. L’ambasciatore russo, Vitaly Churkin, ha sparato a zero contro il nuovo ‘governo rivoluzionario’ di Kiev denunciando l’avvento di “estremisti” e “antisemiti” in Ucraina occidentale e difendendo come “legittimo” l’intervento russo sulla base di una richiesta d’aiuto di Viktor Ianukovich, che Mosca considera tuttora unico presidente legittimo del Paese. Mentre la collega americana Samantha Power ha replicato parlando di “atto di aggressione” russo che “deve finire”.

 

C’è tempo fino alle 5: Putin lancia l’ultimatum all’Ucraina

ultimatum-putin-tuttacronacaI militari ucraini lascino la Crimea entro le 5. E’ questo l’ultimatum che Mosca lancia a Kiev, che dal canto suo non è disposta a cedere la regione. Tensione alle stelle tra i sue Stati, con la Russia che tiene sotto controllo la regione di Sebastopoli. Nel frattempo il Paese di Putin e le sue azioni militari vengono condannati dal G7 annunciando che “per il momento viene sospesa la partecipazione alle attività connesse alla preparazione del G8 di giugno a Sochi”. Oggi il ministro degli Esteri polacco ha avvertito che saranno “gravi” le conseguenze per la Russia dell’azione che può essere ritenuta “un subdolo intervento militare contro un paese sovrano”. Radoslaw Sikorski ha parlato con i giornalisti a Varsavia prima della seduta del Consiglio di sicurezza nazionale con il presidente polacco Bronislaw Komorowski e i dirigenti di tutti i partiti oltre che con i capi di due rami del Parlamento. Nel frattempo il vicepresidente americano, Joe Biden, durante i colloqui telefonici con il premier russo, Dmitri Medvedev, ha esortato “la Russia a ritirare le forze militari e sostenere l’impiego immediato di osservatori internazionali in Ucraina e avviare un dialogo politico significativo con il governo ucraino”.

Putin non desiste: venti di guerra in Crimea

crimea-guerra-putin-tuttacronacaE’ durata 90 minuti la telefonata intercorsa tra il presidente Usa Barack Obama e l’omologo russo Vladimir Putin, ma dalla Russia non cambiano idea, con Putin che ribadisce la necessità “di tutelare i propri interessi” e “la popolazione russa” che vive nella zona. La Casa Bianca ha condannato l’intervento militare e il segretario della Difesa americano, Chuck Hagel, ha tentato la mediazione con il suo omologo russo ma i venti di guerra paiono soffiare con sempre maggior potenza mentre in Ucraina ormai la tensione è elevatissima. Nel frattempo la Francia ha deciso di “sospendere” la sua partecipazione alle riunioni in vista del G8 di Sochi a giugno, a causa dell’escalation militare russa in Ucraina. Lo hanno detto fonti diplomatiche dell’Eliseo alla France Presse, precisando che la decisione è stata presa dal presidente Francois Hollande e il ministro degli esteri Fabius. Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, ha intanto chiesto lo stop alle attività militari e alle minacce della Russia contro l’Ucraina: “Quanto sta facendo la Russia – ha detto – viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa”.

La polveriera in Crimea: a rischio pace e sicurezza. Una seconda Sarajevo?

crimea-tuttacronacaGli occhi restano puntati sulla situazione in Crimea con il segretario di Stato americano, John Kerry, che ha avvertito Mosca che il dispiegamento di truppe russe in Ucraina minaccia “la pace e la sicurezza” nella regione e rischia di avere un impatto “profondo” sulle relazioni tra Stati Uniti e Russia. “A meno che la Russia non prenda misure immediate e concrete per far calare la tensione, l’effetto sulle relazioni tra Usa e Russia e sulla posizione internazionale di Mosca sarà profondo”. E mentre il Canada ha richiamato il suo ambasciatore a Mosca minacciando di non prendere parte al prossimo G8, miliziani armati hanno impedito l’accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la “linea di frontiera” i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini. Nel frattempo, a Mosca si stanno organizzando due manifestazioni opposte, pro e contro “l’invasione” della Crimea. Ma anche in Italia se ne parla e Beppe Grillo, nel suo blog, ieri ha scritto un post che lancia un confronto forte: “Millenovecentoquattordici Sarajevo – 2014 Sebastopoli Ucraina”.

A furia di incidenti, di guerre provocate ad arte, di primavere improbabili, come quella fasulla in Libia, o come in Egitto dove ora comandano i militari dopo un colpo di Stato nel silenzio più assoluto delle cosiddette democrazie, a furia di nazioni usate come terreno di scontro di interessi internazionali a colpi di bombe e di disinformazione, come in Siria, la situazione potrebbe sfuggire a tutti di mano. Potrebbe scoppiare un incendio che brucia la casa come può succedere a un bambino che gioca con i fiammiferi. Andò così nel 1914, Sarajevo fu solo una scintilla.
In Ucraina sta succedendo qualcosa di grave, le cui conseguenze potrebbero essere imprevedibili. Un governo odiato da una parte della popolazione e amato viceversa dagli ucraini russofoni, circa 14 milioni contro 32 milioni di ucraini, è stato deposto con la forza, dalla piazza. Il presidente Viktor Yanukovich, eletto in regolari elezioni, non un dittatore in termini politici, è fuggito in Russia ed è sotto la protezione di Putin. L’Ucraina è vitale per la Russia per ragioni geopolitiche. La sua flotta militare è ospitata a Sebastopoli in Crimea che appartiene all’Ucraina. La Crimea, per i russi è russa, ancorché ceduta da Krusciov all’Ucraina nel 1954 quando era ancora in vita l’Unione Sovietica. A Sebastopoli sono presenti, grazie a un accordo tra i due governi, circa 15.000 militari della Marina russa. Dopo gli scontri di Kiev, i russi sono entrati nello spazio aereo dell’Ucraina con 13 aerei da guerra e 2.000. paracadutisti. Il parlamento della Crimea è stato occupato da forze fedeli a Yanukovich che ha dichiarato di considerarsi comunque il presidente dell’Ucraina. Putin ha ordinato la più importante esercitazione militare sul fronte occidentale dalla caduta del Muro, ai confini ucraini, che coinvolgerà 150.0000 militari. Obama ha dichiarato che ci saranno “conseguenze” per queste azioni “siamo profondamente preoccupati e in contatto con la Russia. Ogni intervento in Crimea sarebbe una grave violazione del diritto internazionale e della sovranità ucraina”. La Gran Bretagna ha consigliato a tutti i suoi cittadini presenti in Crimea di lasciarla al più presto. L’Europa rischia di fare la fine del vaso di coccio tra due vasi di ferro, Russia e Stati Uniti, prigioniera delle sue divisioni. In Ucraina, di chiunque siano le ragioni, si è affermato il principio che un governo eletto in libere elezioni può essere rovesciato non da nuove elezioni, come sarebbe normale in democrazia, ma dalla piazza armata.Oggi l’Ucraina e domani? Quali altre piazze? Quali altre “primavere”?

Putin chiede il via libera al Parlamento per inviare truppe in Ucraina

esercito-russo-tuttacronacaLa situazione in Crimea precipita e il presidente russo Vladimir Putin ha presentato al Consiglio della federazione russa, la camera alta del Parlamento, “una richiesta di utilizzo delle forze armate in territorio ucraino per normalizzare la situazione socio-politica nel Paese, in relazione alla situazione che si è creata in Ucraina e ad una minaccia alla vita dei cittadini russi”.  Il premier si è richiamato alla costituzione russa, “punto G, parte prima, art 102”, giustificando la richiesta con la “situazione straordinaria che si è creata” in quel Paese e con le “minacce alla vita dei cittadini russi, dei nostri connazionali, dell’organico del contingente militare delle forze armate della Russia dislocato in conformità ad un accordo internazionale in territorio ucraino (repubblica autonoma della Crimea)”. Nel frattempo è stato preso d’assedio da 300 uomini armati il quartier generale della guardia costiera ucraina a Sebastopoli, in Crimea. Gli assalitori affermano essere stati inviati dal ministro della Difesa russo con l’ordine di occupare il sito. Già si contano decine di ferite e il ministro della Difesa ucraino ha riferito che Mosca ha inviato in Crimea 30 blindati e 6mila soldati. Non solo, il palazzo dell’amministrazione regionale di Kharkiv, nell’Ucraina orientale a prevalenza russofona è stato occupato da un gruppo di insorti filorussi.  Intanto il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha definito “illegale” l’elezione a premier della Crimea del leader del partito ‘Unità russa’ Serghiei Aksionov.

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Onu e Usa preoccupati per la situazione in Crimea: invasione russa

ukraine_tuttacronacaSi fa sempre più tesa la situazione in Crimea dove già nella mattinata di venerdì due importanti aeroporti della penisola russofona ucraina sono in mano ai miliziani filorussi: quello della capitale Simferopoli e quello di Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli, dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero. Non è ben chiaro se gli autori di questi blitz siano paramilitari filorussi o truppe regolari di Mosca, sulle cui mimetiche non c’è alcun segno distintivo. La flotta di stanza nel Mar Nero ha negato qualsiasi coinvolgimento. Kiev ha denunciato anche la violazione dello spazio aereo da parte di elicotteri russi mentre il ministro dell’Interno ha accusato Mosca di “invasione armata”. E mentre le forze di Kiev non hanno più il controllo della penisola, il neopremier Oleksander Turchynov ha lanciato un appello a Putin affinchè venga fermata immediatamente l’aggressione che, secondo Kiev, avrebbe come fine quello di provocare una reazione ucraina e annettere poi con la forza la Crimea. Da parte sua il premier russo ha fatto sapere che l’appello non cadrà inascoltato. L’Onu ha nel frattempo tenuto un vertice di emergenza dove l’ambasciatore ucraino, Iuri Sergeyev ha chiesto “aiuto perché si preservi l’integrità territoriale”. L’ambasciatrice Usa, Samantha Power, ha chiesto che si attivi subito una “mediazione internazionale” per tutelare l’incolumità e la sovranità del territorio. Il presidente Usa Barack Obama, in un discorso dalla Casa Bianca ha sottolineato: “Un intervento militare avrebbe un costo”, aggiungendo: “La situazione è fluida, abbiamo contatti continui con le autorità russe ma  un intervento militare sarebbe una grave violazione del diritto internazionale”. Le indiscrezioni che filtrano attualmente rendono noto che “è altamente improbabile” che il presidente partecipi al G8 di Sochi. Ma intanto al Consolato Russo di Sinferopoli è giunta la direttiva da Mosca di rilasciare il passaporto russo ai Berkut, le teste di cuoio accusate di numerosi crimini per reprimere la rivolta filoeuropeista anti Yanukovich. Il premier deposto ha intanto parlato da Rostov, sul Don, dichiarando che continuerà a lottare per sconfiggere i “giovani neofascisti” e che non si candiderà alle presidenziali di maggio perchè le considera illegittime. Ha inoltre fatto sapere che “la Crimea deve rimanere parte integrante dell’Ucraina pur mantenendo legami con la Russia”. Il nuovo governo ucraino ha intenzione di chiedere alla Russia l’estradizione di Yanukovich mentre cerca i suoi uomini forti all’interno dei confini nazionali. La Procura Generale ucraina ha spiccato mandati d’arresto a carico di dieci esponenti del passato regime tra cui Viktor Pshonka, gli ex ministri dell’Interno e della Giustizia. L’accusa, per tutti, è di concorso in strage.

Mosca e Kiev ai ferri corti: la Russia prende il controllo di due aeroporti

russia-ucraina-tuttacronacaE’ il ministro dell’Interno ucraino ad accusare la Russia di “invasione armata”, con lo stesso politico che, su Facebook, scrive: “considero l’azione come un’occupazione”. Questo dopo che militari russi hanno preso, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax, il controllo dell’aeroporto di Belbek, vicino a Sebastopoli, in Ucraina. Secondo fonti militari, l’azione serve per “prevenire l’arrivo di militanti”. Lo scalo, di proprietà dell’aeronautica ucraina, è presidiato lungo tutto il perimetro e si nota anche un blindato. In precedenza uomini non identificati avevano preso possesso, per poche ore, dell’aeroporto di Sinferopoli in Crimea, repubblica autonoma dell’Ucraina; a quanto pare, però, si è trattato di un errore di località. Successivamente, un altro gruppo armato ha occupato l’aeroporto di Belbek. E’ ancora da dimostrare, tuttavia, che si tratti davvero di militari russi e anzi una non meglio precisata fonte di Sebastopoli ha infatti precisato a Interfax che i militari russi non hanno nulla a che fare con l’occupazione degli aeroporti. Gli autori del blitz sarebbero invece attivisti dei reparti di autodifesa, e il loro obiettivo quello di impedire lo sbarco di forze legate alla protesta del Maidan. Poche ore dopo l'”invasione”, un portavoce dell’aeroporto di Sinferopoli, Ihor Stratilati, ha riferito a Radio Eco di Mosca che gli uomini armati autori del blitz nello scalo se ne erano andati. “Pensavano che le forze della protesta atterrassero qui, ma quando hanno visto essi stessi che non c’era nessuno, si sono scusati e se ne sono andati”, ha raccontato. La Crimea, penisola sul Mar Nero, nel sud dell’Ucraina, è popolata in maggioranza da russi. Si tratta in effetti di una regione russa annessa all’Ucraina nel ’54 da Krusciov. Mosca ancora oggi mantiene nella penisola la base della sua flotta del Mar Nero. Dopo la cacciata del presidente filo-russo Viktor Ianukovich e la presa del potere a Kiev da parte dell’opposizione nazionalista, in Crimea si sono accese tensioni separatiste da parte della popolazione russofona.

Caccia al premier ucraino destituito: “Spariti nel nulla 7 mld di dollari”

premier-ucraino-soldi-tuttacronacaViktor Yanukovich, presidente ucraino deposto, è in fuga da sabato e l’ultimo avvistamento è avvenuto in Crimea. Contro di lui, come ha spiegato iministro dell’Interno ad interim, è stato spiccato un mandato di cattura. L’ex premier è accusato di strage di massa. Ma non solo: i leader dell’opposizione, che hanno assunto il potere politico nei giorni scorsi, “avrebbero scoperto che dalle casse dello Stato, in un periodo molto breve, sono scomparsi sei o sette miliardi di dollari di riserve valutarie, che ora sarebbero a un minimo storico”. A renderlo noto l’eurodeputato croato, Tonino Picula, che lunedì mattina ha incontrato a Kiev il presidente ad interim, Oleksandr Turcinov. Nel frattempo la Russia ha richiamato in patria il proprio ambasciatore a Kiev. “La situazione in Ucraina rappresenta una minaccia per i nostri interessi e per la vita dei nostri cittadini”, ha detto il premier russo, Dmitri Medvedev. Il primo ministro di Putin non ha nascosto poi la sua preoccupazione per quel che concerne la situazione politica: “La legittimità di alcuni organi istituzionali dell’Ucraina suscita forti dubbi”. Il ministro russo all’Economia ha poi affermato: “Noi diciamo all’Ucraina: avete il diritto, ovviamente, di scegliere la vostra strada ma in questo caso saremo costretti ad aumentare le tariffe sulle importazioni”. Intanto Iuri Kolobov, ministro delle finanze ad interim in Ucraina ha spiegato che il Paese ha bisogno di 35 miliardi di dollari in due anni. Ha quindi proposto una conferenza internazionale dei finanziatori per risolvere la situazione. “L’ammontare degli aiuti macroeconomici di cui ha bisogno l’Ucraina potrebbe raggiungere i 35 miliardi di dollari nel 2014-2015. Abbiamo proposto ai nostri partner occidentali di organizzare una grande conferenza internazionale dei finanziatori”.

Il video della fuga in elicottero del premier ucraino destituito

presidente-ucraino-fuga-tuttacronacaE’ stato trasmesso dalla tv ucraina Canale 5 il video esclusivo che mostra il presidente Viktor Yanukovich che fugge in elicottero mentre l’ex premier Julia Timoshenko esce di prigione dopo 4 anni. Il premier destituito sarebbe fuggito nella notte tra venerdì e sabato accompagnato, così sembra, dagli uomini della scorta. Nel filmato si nota l’uomo salire su un furgone per poi allontanarsi definitivamente a bordo di un elicottero:

Yulia Tymoshenko è libera. E intanto l’Ucraina ha un nuovo premier ad interim

Yulia-Tymoshenko-tuttacronacaE’ tornata in libertà la pasionaria della Rivoluzione arancione Iulia Timoshenko, dopo che il Parlamento ucraino aveva votato la sua “liberazione immediata in base a una decisione della Corte europea per i diritti dell’Uomo”, senza quindi dover aspettare la firma del presidente Ianukovich. Nel frattempo l’ex capo dei servizi segreti Oleksandt Tucino, braccio destro della Timoshenko già eletto presidente del Parlamento, è stato anche eletto premier ad interim. Nuovo ministro dell’Interno ad interim è invece Arsen Avakov, altro politico vicino alla Rivoluzione arancione. E’ stata inoltre confermata la presenza del presidente ucraino Viktor Ianukovicha Kharkiv. A dirlo Anna Gherman, una deputata e consigliera del capo di Stato ucraino citata dall’agenzia di stampa Ukrinform. Secondo la parlamentare, oggi Ianukovich “incontrerà gli elettori” e parlerà a una tv locale, ma non parteciperà al congresso dei politici dell’Ucraina orientale e meridionale previsto a Kharkiv, al confine con la Russia. Il parlamento ucraino si pronuncerà su una richiesta di incriminazione nei confronti del presidente Viktor Ianukovich e sulla sua conseguente decadenza dalle funzioni di capo dello Stato. Lo ha detto il leader del partito nazionalista Oleg Tiaghnibok.

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Si placano le violenze a Kiev: trovato l’accordo. E il presidente lascia la città

kiev-scontri-fine-tuttacronacaStando a quanto sostiene una testata ucraina vicina all’opposizione, Zn.ua, che cita un non meglio specificato alto funzionario dell’amministrazione presidenziale, il presidente Viktor Ianukovich avrebbe lasciato ieri la capitale Kiev per raggiungere in aereo Kharkiv, città dell’Ucraina orientale russofona dove le proteste antigovernative hanno poco seguito. La fonte, che al momento non ha trovato conferme, avrebbe anche riportato che in compagnia di Ianukovich ci sarebbero il presidente del parlamento Volodimir Ribak, il capo dell’amministrazione presidenziale Andriei Kliuiev e il deputato Vadim Novinskii. La notizia è in attesa di conferme ma è giunta al termine di una giornata convulsa, con il governo e gli oppositori che hanno trovato un accordo che ha ricevuto la benedizione di Onu e Ue. Ci si augura che tale accordo possa porre un freno alle violenze di questi ultimi giorni, che hanno portato il Paese a un passo dalla guerra civile. Dopo la carneficina di questi giorni a Kiev, dove, secondo le stime ufficiali, hanno perso la vita almeno 80 persone, il presidente ucraino Viktor Ianukovich ha infatti trovato un compromesso con gli oppositori, che prevede elezioni presidenziali anticipate entro fine anno, una riforma costituzionale che riduca i poteri del capo dello Stato, e la formazione di un governo d’unità nazionale. Tali concessioni puntano a evitare ulteriori scontri. Sembra inoltre che il parlamento abbia rovato il modo per far tornare in libertà Iulia Timoshenko, approvando degli emendamenti al codice penale che depenalizzano l’abuso d’ufficio, reato per il quale l’ex premier è stata condannata a sette anni di reclusione in un processo che molti ritengono di matrice politica. Ancora, è stata approvata dall’organo legislativo un’amnistia “incondizionata” per tutti i manifestanti e ha sollevato dall’incarico di ministro dell’Interno Vitali Zakharcenko, accusato dall’opposizione di essere tra gli artefici delle violenze della polizia contro i manifestanti antigovernativi. Sul fronte interno, il partito delle Regioni di Ianukovich intanto sembra iniziare a sgretolarsi, e sono almeno 28 i deputati che hanno abbandonato il gruppo parlamentare del partito di maggioranza. Già giovedì notte, del resto, il parlamento aveva condannato l’uso della forza da parte del governo anche con il voto di alcuni deputati “regionalisti”.

Non c’è tregua per Kiev: slitta la firma dell’accordo

battaglia-kiev-tuttacronacaNonostante al termine di una lunga notte di negoziati, questa mattina fosse stato annunciato che il governo ucraino, l’opposizione, la Russia e l’Ue avevano trovato un accordo, da formalizzarsi oggi alle 11 ora italiana, al momento non è stata posta ancora nessuna firma.

wsjNel frattempo, inoltre, non si è fermata la violenza nella capitale ucraina, con la polizia che riferisce che, ancora questa mattina, i manifestanti hanno sparato contro i poliziotti vicino al Parlamento a Kiev. Nel frattempo l’agenzia Interfax ha resono noto che il tenente generale Iuri Dumanski, uno dei vice comandanti generali delle forze armate ucraine, si è dimesso perchè contrario all’intervento dell’esercito contro i manifestanti antigovernativi ventilato dal governo. Ancora, Euromaidan, che rappresenta gli attivisti in piazza a Kiev, ha respinto un possibile accordo con il presidente Viktor Yanukovich secondo quanto negoziato da Ue e Russia, rifiutando il compromesso di un voto presidenziale anticipata a settembre 2014. Lo ha indicato su Twitter la stessa Euromaidan, che pretende le dimissioni immediate di Yanukovich. Bruxelles è ancora in attesa di un annuncio formale sull’accordo di Kiev fra governo e opposizione su un processo politico democratico che consenta di interrompere l’escalation della violenza. Nonostante le dichiarazioni del presidente Yanucovich, infatti, dai due ministri degli esteri europei ancora impegnati nella mediazione, il polacco Radoslaw Sikorski e il tedesco Franz-Walter Steinmeier, non sono ancura giunte conferme ufficiali dell’accordo. “L’alto rappresentante Catherine Ashton è in costante contatto con loro – ha riferito la portavoce Maja Kocijancic – e segue le discussioni in corso. Stiamo trattando con tutte le parti, il presidente e l’opposizione, il processo è in pieno svolgimento e non vogliamo speculare sul suo esito”, ha aggiunto, rinviando ogni reazione al momento in cui ci sarà effettivamente un accordo. Anche Papa Francesco è voluto intervenire sulla questione ucraina, Padre Lombardi ha letto infatti ai giornalisti una dichiarazione che, come lui stesso ha precisato: “E’ il pensiero del Papa e dei cardinali riuniti nel Concistoro”. Il portavoce del Papa ha detto: “In queste ore desta una speciale apprensione il drammatico evolversi della situazione in Ucraina, per la quale si auspica che cessi prontamente ogni azione violenta e si ristabiliscano la concordia e la pace”.

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Trovato l’accordo a Kiev: ora si contano e si omaggiano le vittime

kiev-tuttacronacaDopo oltre 100 persone morte, stando alla stima dei manifestanti, negli scontri a Kiev tra forze dell’ordine e antigovernativi, il governo ucraino, l’opposizione, la Russia e l’Ue hanno trovato un accordo. Per raggiungere il risultato, è stata necessaria una maratona notturna di negoziati. L’annuncio è arrivato dalla presidenza ucraina, tramite comunicato. Stando a quanto anticipato dalla tv ucraina, l’intesa, che deve essere formalizzata alle 11 ora italiana nel palazzo presidenziale a Kiev, prevede elezioni presidenziali anticipate, un governo di coalizione e una riforma costituzionale. Nel frattempo il ministero dell’Interno ha reso noto che sono 16 i poliziotti morti nei violenti scontri degli ultimi giorni mentre sono rimasti feriti 565 agenti, di cui 410 sono stati ricoverati in ospedale. Inoltre, sarebbero ben 130 i poliziotti feriti da colpi d’arma da fuoco. Giovedì è stato un altro bagno di sangue, con 75 vittime ufficiali, oltre 100 secondo la piazza. Il Parlamento ucraino ha condannato ancora una volta  l’uso della forza contro i manifestanti.

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Scontri a Kiev: alcuni atleti ucraini abbandonano i Giochi Olimpici

bogdana-matsotska-tuttacronacaSi fa sempre più incandescente la situazione a Kiev, martoriata dai feroci scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti antigovernativi. E anche a Sochi, dove si stanno disputando le Olimpiadi Invernali, se ne risentono gli effetti. Alcuni dei 43 atleti che formano la delegazione ucraina, infatti, hanno deciso di lasciare i Giochi dopo le violenze e i morti negli scontri in patria. Mark Adams, portavoce del Comitato olimpico internazionale, ha spiegato: “Alcuni di loro hanno deciso di ritornare a casa. Sergei Bubka (presidente comitato olimpico ucraino, ndr) rispetta la loro decisione”. Nel frattempo la sciatrice Bogdana Matsotska ha annunciato su Facebook la propria decisione come forma di protesta contro il presidente Ianukovich e per solidarietà con i manifestanti di Kiev. “Mi rifiuto di gareggiare ancora”, ha scritto l’atleta, accusando il presidente di “irresponsabilità”.

Finisce la tregua a Kiev: si aggrava il bilancio dei morti

kiev-notte-tuttacronacaNonostante mercoledì il presidente Viktor Ianukovich avesse annunciato una tregua, i combattimenti tra la polizia e i manifestanti antigovernativi nel centro di Kiev sono già ripresi con i nuovi scontri che hanno incrementato il bilancio dei morti. Il ministero della Salute ucraino ritiene che le vittime siano 28 mentre in ospedale si trovano ancora 287 feriti, tra i quali anche quattro minorenni e due cittadini stranieri.

Tra i manifestanti ha fatto la sua apparizione anche un cecchino che spara sulla polizia dall’edificio del conservatorio di Kiev. In una nota, il ministero dell’Interno sostiene che abbia già ferito oltre 20 agenti. Il conservatorio si affaccia su Maidan, la piazza centrale della città.

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Il video dell’uomo che attraversa la violenza di Kiev suonando

kiev-cornamusa-tuttacronacaGli scontri impazzano in piazza a Kiev, in Ucraina, ma c’è chi sembra non accorgersene e incede tra il fuoco e la violenza. E’ un uomo che, nel mezzo della guerriglia, incede suonando la sua cornamusa, con le note che si confondono in mezzo ai rumori della lotta, tra pietre e veicoli in fiamme. Il video, ovviamente, corre rapido sul web:

Paura per il Valencia: trasferta per l’Europa League nella Kiev della violenza

kiev-tuttacronaca-partitaNel centro di Kiev la città è messa a ferro e fuoco: impazzano gli scontri tra i manifestanti oppositori del presidente Yanukovych e le forze dell’ordine e la situazione è precipitata in una guerriglia urbana, con già 25 persone morte e innumerevoli feriti. Proprio in questo contesto si giocherà, giovedì, il match dei sedicesimi di finale di Europa League tra la Dinamo Kiev e il Valencia. Gli spagnoli sono chiaramente preoccupati per il clima che troveranno al loro arrivo, previsto per oggi alle 18, nella città ucraina e già ieri mattina i responsabili del club iberico hanno avviato una serie di contatti con i colleghi ucraini della Dinamo, con la Uefa e con l’ambasciata spagnola a Kiev per capire se fosse il caso di annullare la trasferta. Spiega Calcioblog:

In primo momento il Valencia aveva avanzato la proposta di giocare la prima partita al Mestalla per poi temporeggiare in vista del ritorno (magari da disputare in un’altra città ucraina), ma i vertici del calcio europeo hanno insistito nel voler rispettare il calendario tranquillizzando i valenciani; anche l’ambasciata ha dato parere positivo affinché la gara venisse giocata senza problemi, al che dalla Spagna non hanno potuto che confermare il viaggio e domani saranno regolarmente in campo. Nonostante questo hanno preso delle precauzioni, una su tutte non effettueranno nessuna rifinitura della vigilia allo Stadio Olimpico, ma rimarranno asserragliati nell’hotel Opera Kiev, a due chilometri dal centro caldo della rivolta, dove il tecnico Pizzi terrà anche la consueta conferenza stampa; dopo la partita prenotato un volo immediato per Valencia, con rientro a casa nella notte.

Continuano gli scontri a Kiev: verso la guerra civile?

kiev-scontri-tuttacronacaNon si placa la situazione in Ucraina dove la polizia è impegnata in accesi scontri contro i manifestanti antigovernativi. Granate lacrimogene e un nuovo assalto sulla Maidan, la piazza centrale di Kiev, da parte delle truppe antisommossa ucraine, che si sono posizionate intorno al monumento al centro della piazza, cuore delle proteste antigovernative. Continuano gli scontri a Kiev dopo l’ultimatum rimasto inascoltato lanciato dalle autorità: nelle ultime ore il numero di morti è salito a 25 ma potrebbe essere destinato ad aumentare ulteriormente. Gli agenti delle forze speciali ‘Berkut’ sono tanti e ben equipaggiati ma trovano a fronteggiarli migliaia e migliaia di dimostranti, alcuni dei quali armati di spranghe, qualcuno anche di pistole. Alle granate lacrimogene della polizia i manifestanti rispondono con pietre, molotov e fuochi d’artificio, mentre centinaia di pneumatici vengono bruciati per creare una cortina di fuoco e fumo che freni l’attacco degli agenti. Questi ultimi hanno raggiunto Maidan aprendosi un varco nelle barricate costruite dai manifestanti a forza di manganellate e fucilate, per lo più con proiettili di gomma. Gli agenti sono però accusati di aver usato anche fucili caricati con proiettili convenzionali. Secondo il direttore sanitario del centro medico degli insorti, uno dei manifestanti morti è stato colpito alla testa da un colpo d’arma da fuoco. Nelle violenze si registrano circa 180 agenti feriti, 157 dei quali ricoverati in ospedale. I feriti tra i manifestanti, invece, secondo l’opposizione sono più di 150. Il timore, ora, è che la situazione si trasformi in una guerra civile mentre si sono segnalate violenze anche in alcune città dell’Ucraina occidentale, tra cui Leopoli, roccaforte dell’opposizione più nazionalista, dove circa 5.000 insorti si sono impossessati di un deposito di armi.

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Kiev: la città ridotta a un teatro di guerra

kiev-scontri-tuttacronacaViolenza a Kiev dove si sono acutizzati gli scontri tra la polizia e i manifestanti dopo che un cordone di agenti ha impedito a un corteo di avvicinarsi al Parlamento mentre era in corso la discussione di una riforma costituzionale per ridurre i poteri del presidente. A nulla è servito l’ultimatum del governo che ordinava ai manifestanti di ritirarsi. Si contano tredici i morti, sette civili e sei poliziotti, oltre 150 i feriti. Mentre i manifestanti antigovernativi occupano la piazza, gli agenti premono su due lati della piazza e nella zona si vedono fiammate di bombe molotov e si sentono scoppi di lacrimogeni. In un comunicato del ministero dell’Interno e dei servizi speciali si era letto: “Avvertiamo le teste calde dell’opposizione: il potere ha i mezzi per ristabilire l’ordine. Saremo costretti a ricorrere a misure più forti se le violenze non cesseranno entro le 18”.

Mentre la violenza invade la città, il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier mette in guardia Kiev su “possibili ripensamenti sulle sanzioni” da parte dell’Ue, secondo quanto si legge in una nota diramata dal ministero. A questo punto, dice il testo, punto non si possono escludere “sanzioni personali” contro i “responsabili” delle violenze in Ucraina. Anche la Casa Bianca ha esortato il presidente ucraino Viktor Ianukovich a fare di tutto per porre fine alle violenze. Anche la Nato è intervenuta, attraverso il suo segretario generale. “Sono gravemente preoccupato per il ritorno della violenza in Ucraina e per le notizie sui morti a Kiev”, ha detto Rasmussen, facendo “appello a tutte le parti” perché fermino la violenza e “riprendano urgentemente il dialogo” nonché “il processo parlamentare”.

Durante gli scontri sono stati utilizzati, da parte delle forze dell’ordine, manganelli, lacrimogeni, granate assordanti e proiettili di gomma, mentre i manifestanti hanno a loro volta utilizzato mazze e lanciato pietre. Almeno 150 manifestanti sono rimasti feriti, 30 in modo grave, mentre sono 37 gli agenti contusi. Secondo il Kyiv Post, alcuni dimostranti hanno spostato un mezzo della polizia che bloccava il passaggio al Parlamento e hanno iniziato gli scontri. Per quel che riguarda i danni, almeno tre camionette della polizia sono andate a fuoco. Gli incendi sono dovuti al lancio di molotov da parte dei dissidenti. Circa 5.000 manifestanti sono arrivati davanti alla sede dell’organo legislativo, il cui ingresso principale è a circa 200 metri dal luogo degli scontri. Alcune delle tende dei manifestanti in piazza Maidan sono in fiamme. I dimostranti rimasti continuano da parte loro a bruciare pneumatici all’imbocco della piazza,su via Institutska, per creare una sorta di cortina di fuoco e fumo. Il ministero degli Esteri russo ha affermato che il ritorno della violenza nelle strade del centro di Kiev è il “risultato diretto” della politica occidentale. In una nota vengono inoltre accusati “i politici occidentali e le organizzazioni europee di incoraggiare le provocazioni contro il potere legale” in Ucraina.

Blackout in Centrafrica, Bangui al buio dopo attacco dei ribelli!

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La capitale della Repubblica Centrafricana Bangui, attaccata dai ribelli della coalizione del Seleka, è piombata nel buio a causa di un blackout. Problemi di elettricità sono ricorrenti in città e possono durare diverso tempo, ma è raro che tutta la città resti senza corrente elettrica allo stesso tempo. Sconosciute per il momenti le cause del blackout.

Usa cerca diplomazia per allentare la tensione con la Corea del Nord!

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Il portavoce della casa Bianca, John Earnst, commentando quelle che sono considerate le ultime provocazioni del regime di Pyongyang, ha affermato con durezza: “Le minacce della Corea del Nord non aiutano a migliorare la situazione. Sono controproducenti”.

ALTA TENSIONE TRA COREA DEL NORD E USA!!! GUERRA NUCLEARE?

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Sanzioni e ancora per la Corea del Nord da parte delle Nazioni Unite. Pyongyang ha visto minare le attività commerciali e bancarie del Paese dopo che il Consiglio di Sicurezza Onu, appoggiato da Usa e Cina ha approvato una risoluzione che stringe ancor di più l’assedio internazionale contro la Corea del Nord. Pyongyang ha minacciato un attacco militare preventivo con armi nucleari leggere e piccole che andrebbero a colpire obiettivi strategici nei confronti di Usa e Corea del Sud.  Inoltre il leader coreano ha detto di ritenere nullo l’armistizio del 1953 stipulato alla fine della Guerra di Corea: quindi Washington e Seul verranno trasformate presto in un “mare di fiamme”. Da due mesi gli americani si stanno addestrando con i sudcoreani per essere pronti in caso di guerra.  Immediate le reazioni statunitensi Susan Rice ha dichiarato «La forza, ampiezza e severità di queste sanzioni alzerà il costo per la Corea del Nord del suo programma nucleare illegale. Le sanzioni si faranno sentire».

Nel dibattito è intervenuto anche l’ambasciatore cinese, Li Baodong:«Siamo un Paese di princìpi e intendiamo proteggere la pace e stabilità nella penisola», ha aggiunto Li sottoscrivendo la risoluzione. La Rice ha anche messo in guardia Pyongyang dalla sua strategia di continue minacce: «Non otterrà nulla».
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza, la quarta ormai adottata finora senza esito contro il regime nordcoreano, è stata messa in moto formalmente dagli esperimenti atomici sotterranei condotti da Pyongyang il 12 febbraio scorso. Nel dettaglio le sanzioni approvate metteranno al bando transazioni finanziarie, rafforzeranno i poteri di ispezione internazionale dei cargo diretti verso il Paese e amplieranno l’elenco dei prodotti soggetti al divieto d’importazione. Verranno inoltre imposte nuove restrizioni ai diplomatici nordcoreani e ai viaggi di esponenti del regime. Un provvedimento mette al bando anche la vendita al Paese di generi di lusso destinati alla sua élite, dalle grandi auto a yacht e gioielli.

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