Rifiuta il videopoker ma ha un calcio balilla gratuito: multato!

CalcioBalilla-tuttacronacaNon ha voluto i videopoker nel suo locale a Mestre (VE) e per questo il proprietario del “Palco”, Stefano Ceolin, riceverà un premio. Nel frattempo, però, è stato multato di 1400 euro per un calcio balilla che campeggia nel suo bar e permette ai clienti di giocare gratuitamente. Il calcetto, secondo i vigili che hanno redatto il verbale, sarebbe privo di autorizzazione amministrativa che tuttavia non serve, come indicano le associazioni del commercio, se lo strumento, come in questo caso, è senza gettoniera e il gioco è libero. Ma Ceolin, in questi giorni, si è visto rigettare dal prefetto la sua denuncia che appare come un’incongruenza burocratica, perché “privo di valide argomentazioni”, il ricorso contro la sanzione applicatagli nel 2011 per quel gioco ‘antico’ sistemato senza fini di lucro. E’ La Nuova Venezia a riportare questa storia e a spiegare che l’esercente è noto per il suo impegno civile contro la droga e il prossimo aprile l’associazione Slot Mob gli consegnerà un riconoscimento per il suo impegno contro il gioco d’azzardo.

“Ammazza che mafia”, Report e la malavita di Ostia

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Dove è la mafia? Non a Roma, ma a Ostia. Per venti anni ha messo le mani su concessioni, videopoker e traffico di cocaina. Il giro è sempre lo stesso e il sistema non cambia. Famiglie, clan ramificazioni che arrivano dall’aeroporto di Fiumicino alle spiagge di Ostia. Lo scorso luglio 51 arresti che hanno posto un freno a le famiglie storiche come i Triassi e i Fasciani, ovvero Don Carmine, uno degli eredi della banda della Magliana, uno dei “boss” di Roma. I fratelli Vito e Vincenzo Triassi, sposati con Felicia e Nunziata Caldarella, figlie di Santo Caldarella (latitante con ordine di cattura firmato Giovanni Falcone), ‘O Monaco, sono i rappresentati a Roma della famiglia di cosa nostra Caruana-Cuntrera-Caldarella.

Un grande risultato quindi quello raggiunto a luglio? No! Tutto poteva essere smontato 10 anni fa. Tutte le informazioni c’erano, compresi i nomi, le famiglie e i luoghi dove il traffico si articolava. Questo è quanto è emerso nella puntata di Report, nel servizio di Paolo Mondani “Ammazza che mafia”. L’intervista in particolare ha riguardato due ex poliziotti della Squadra Mobile di Roma e della Polaria, Gaetano Pascale e Paolo Fierroche facevano parte di un “pool” investigativo che già dieci anni fa arrivò vicino a capire, a comprendere “come girava il fumo” a Ostia. Nel 2003 il pool presenta un’informativa. “Della malavita di Ostia emergeva tutto – spiega Mondani nel servizio – Per esempio il gruppo Cuntrera e il clan Triassi, e i referenti in Brasile e Costarica per il traffico di droga”. Spiega un “insider” durante il servizio: “In realtà il quadro che è uscito fuori dall’ultima operazione era un quadro già presente  nel 2003, era praticamente lo stesso, stesse famiglie, stessi personaggi, stesse  situazioni, stessi traffici”. Le condizioni di indagine per il pool di Pascale sono pessime, mancano i soldi, mancano gli “appoggi”, poi cominciano ad arrivare le informative anonime.

Spiega Pascale: “Nel caso del sottoscritto, ufficiale di polizia giudiziaria, ispettore superiore sostituto  commissario della squadra mobile di Roma, inizia una lenta delegittimazione che poi si  materializza in che termini? Spostamenti interni inspiegabili ed assegnazione d’altre  attività investigative che poco o nulla avevano a che fare con la criminalità sul  territorio di Ostia, per arrivare addirittura a un trasferimento interno dalla sezione  criminalità organizzata, per la quale ero a pieno titolo abilitato addirittura con dure  operazioni speciali sotto copertura in quanto titolato e brevettato per condurre questa  operazione speciale sotto copertura. Bene, vengo trasferito inspiegabilmente,  inspiegabilmente ripeto, alla sezione criminalità extra comunitaria e prostituzione”. Chi bloccò le indagini? “I responsabili – risponde Pascale – sono da ricercare e da individuare tra le schiere di tutti coloro che oggi  sono ai vertici, che sono ancora all’interno e che hanno fatto carriera”.

Poi c’è ci sposta verso un altro mondo, quello della imprenditoria locale, degli stabilimenti, delle concessioni demaniali: “Nelle ultime intercettazioni telefoniche – spiega Paolo Mondani – i mafiosi parlano con gli imprenditori. Mauro Balini, per esempio, presidente del porto di Ostia si sente con un boss ma anche con  personaggi di grande livello. Balini cerca finanziatori per il porto tramite il senatore  Donato Bruno del PDL; ottiene un documento da falsificare tramite il generale  Spaziante, ex vice comandante della Guardia di Finanza. E chiede finanziamenti alla  Unipol tramite lo Studio Tremonti… e di mezzo capita anche il presidente della Consob  Vegas”.

L’imprenditore con il vizio del gioco che tenta una rapina

industriale-rapina-videopoker-tuttacronacaHa indossato una maskera di Mandrake e, armato di un coltello, un imprenditore 56enne di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dopo aver perso 500 euro al videopoker ha rapinato un bar. Fuggito e rientrato a casa, ha scritto una lettera ai familiari manifestando intenti suicidi. Al seguito di una trattativa, i carabinieri lo hanno convinto a consegnarsi strappandogli anche la promessa di curarsi dal vizio del gioco, a causa del quale aveva anche perso l’azienda.  Nel corso della rapina, l’imprenditore aveva provato a tappare la bocca alla barista che, nella collutazione, gli ha strappato la maschera. Da qui la fuga, nel timore di venire riconosciuto. Oltre all’allarme al 112 dato dal bar, anche i familiari dell’uomo si erano messi in contatto coi militari. E’ stato così che il maresciallo della stazione di Novellara è riuscito ad avere con l’uomo un contatto telefonico, durante il quale lo ha rassicurato. L’imprenditore, accompagnato dal proprio legale, si è quindi presentato in caserma, confessando. È stato denunciato per tentata rapina aggravata, ma ha promesso di rivolgersi ad una comunità.

Albanese perde al videopoker, poi torna con un’accetta e distrugge il locale

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Ha 47 anni Nure Bregu, un albanese che oggi, dopo aver perso al videopoker 5000 euro è uscito dal locale gestito da cinesi e poco dopo si è ripresentato con un’accetta per fare a pezzi le macchinette infernali. La vicenda si è svolta a Fontaniva nel padovano, dove i clienti increduli hanno assistito alla scena rimanendo shockati dalla violenza dell’immigrato. Alla fine dopo aver distrutto  7 videopoker  l’uomo ha alzato il pollice in segno di vittoria mostrandosi soddisfatto alle telecamere a circuito chiuso del locale.

 

Le slot seminano morte? L’omicidio di Daniele legato al videopoker?

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Ha 43 anni e al momento si conoscono solo le iniziali P.O., dell’uomo che è stato fermato dai carabinieri per l’omicidio del muratore 44enne, Francesco Daniele, trovato ieri nelle campagne tra Torino e Vercelli. P.O., è stato interrogato a lungo dai magistrati della Procura di Torino che stanno indagando sull’omicidio. Questa mattina le forze dell’ordine con il supporto dell’unità cinofila ha effettuato un nuovo sopralluogo nel luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere. Si sta ancora cercando l’arma e si stanno ricostruendo le ultime ore della vittima. Sembra che Daniele fosse uscito dal Bar Sport di Crescentino, dove aveva anche incrociato un familiare ed era apparso felice poichè aveva vinto 300 euro inserendo il resto del caffè in un videopoker dove aveva trascorso ore invano un altro avventore. E’ proprio su questo dettaglio che nelle ultime ore si sono incentrate le investigazioni degli inquirenti. Alle 19.00 c’è poi la testimonianza di Luana, una ragazza che vive con i genitori a pochi metri dal luogo dell’omicidio che ha dichiarato si essersi affacciata alla finestra dopo aver udito dei colpi di pistola, ben diversi da quelli di fucile che è abituata a sentire nel periodo di caccia. La ragazza però non aveva notato nulla di strano sulla strada. E’ quindi tra le 18,30 e le 19,00 che Daniele ha incontrato il suo assassino, un uomo che probabilmente conosceva e che lo ha convinto ad arrivare in quel tratto di campagna, lontano dalla vista di testimoni, in cui è poi stato ritrovato morto.

La polizia sta lavorando anche sui tabulati del cellulare dell’uomo che è sparito, insieme alle chiavi dell’uomo, e poi è stato disattivato domenica sera. L’ultima telefonata è quella che ha tentato invano il figlio rimasto ad attenderlo alle giostre.

«Franco era un bravo padre di famiglia e un grande lavoratore» dicono amici e colleghi di lavoro accorsi nelle campagne di Verrua Savoia. Forse davvero la morte di Daniele è legata a quei 300 euro vinti al videopoker?

Dipendenza da videopoker: si dà allo spaccio per poter giocare!

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Non è facile trovare il modo di gestire una dipendenza in tempo di crisi, tanto meno in assenza di un impiego. Ecco allora che un 38enne di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, ha deciso di pagarsi il vizio spacciando cocaina, aiutato dalla nipote 25enne che era incaricata delle consegne e che ora è stata a sua volta denunciata. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri dopo che era stato visto trascorrere intere giornate alle macchinette dei locali presenti in paese spendendo somme ragguardevoli. Il pusher era riuscito a crearsi un suo giro di clienti che fidelizzava, per combattere la concorrenza, attraverso delle promozioni come due al prezzo di uno o dosi gratis.

Giallo risolto! La 90enne trovata morta nel piacentino è stata uccisa dalla figlia!

L’anziana è stata uccisa dalla figlia, una 48enne, dedita ai videopoker e sommersa dai debiti.

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