2013 in review: ricapitolando l’anno appena trascorso

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The Louvre Museum has 8.5 million visitors per year. This blog was viewed about 1,700,000 times in 2013. If it were an exhibit at the Louvre Museum, it would take about 73 days for that many people to see it.

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Brunetta vs Gabanelli: questioni di case, citazioni e querele

Report-gabanelli-brunetta-tuttacronacaQuesta sera la trasmissione Report proporrà un servizio sulle case del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta che ha già annunciato “citazioni e querele” contro Milena Gabanelli e i vertici della Rai, il presidente Tarantola e il direttore generale Gubitosi. Per il politico si tratterebbe delle “stesse, del tutto false e diffamanti, ‘notizie’ che il settimanale l’Espresso ha pubblicato nel novembre del 2008 e per le quali ho avviato una causa per essere risarcito di lesioni così gravi della mia persona”. In una nota Brunetta rende noto: “Apprendiamo dall’anteprima di Report, inviata alle agenzie e pubblicata sul sito del programma, che domani sera il settimanale condotto da Milena Gabanelli manderà in onda un servizio sulle mie case. Un vero scoop… con cinque anni di ritardo!”. E ancora: “Sono, infatti, le stesse, del tutto false e diffamanti, ‘notizie’ che il settimanale l’Espresso ha pubblicato nel novembre del 2008 e per le quali ho avviato una causa per essere risarcito di lesioni così gravi della mia persona. Purtroppo i tempi della giustizia italiana sono tali da non consentirmi di dire che sono già stati condannati gli autori di quel servizio, ma attendo fiducioso che il procedimento si concluda”. La nota quindi prosegue: “Che dire… copiare dal compagno di banco è da somari e da disonesti, ma, almeno, si abbia l’accortezza di non copiare da un altro somaro. Report, appunto, copia da chi è già sotto giudizio della magistratura per diffamazione. Di questi segugi senza fiuto, di questi giustizieri rispettosi del (proprio) padrone, faremo una bella comitiva. Ma senza sconti, anzi con richieste di più dure condanne. A questo punto seguiranno citazioni e querele anche nei confronti di Report, della responsabile della trasmissione Milena Gabanelli, del giornalista autore del servizio Giuliano Marrucci, degli operatori che hanno registrato le immagini, del presidente della Rai Anna Maria Tarantola e del direttore generale Luigi Gubitosi, per questa insensata, pervicace e fors’anche concordata iniziativa. Se queste stesse persone lo avessero voluto, solo informandosi con appena decente professionalità, avrebbero evitato di nuotare in un acquitrinio di menzogne e di schizzare fango”. E ancora attacca: “E’ questo il servizio pubblico? È questa la tivù di Stato per la quale paghiamo il canone? Filmare di nascosto, raccogliere dichiarazioni di cittadini anonimi, non inquadrati, sulla base di domande provocatorie, faziose e indegne della professione giornalistica, per poi montarle ad arte per ricostruire la vicenda come la si vuole raccontare. Che tristezza… che vergogna! I miei legali sono stati incaricati di procedere in ogni sede per venire risarcito ed ottenere giustizia e rispetto. E di tutto questo e di altro chiederò conto in commissione parlamentare di Vigilanza Rai alla presidente Tarantola e al direttore Gubitosi”. Pronta la risposta della conduttrice della trasmissione, Milena Gabanelli: “Sono due settimane che l’on. Brunetta diffonde intimidazioni preventive a mio carico. Sul servizio che andrà in onda domani sera gli è stata chiesta un’intervista, non si è nemmeno degnato di rispondere. Se vuole querelare, è un suo diritto; della mia ‘indegnità’ risponderò volentieri nelle sedi preposte”. E conclude: “Comunque la puntata di lunedì è dedicata all’Ilva e ai soldi dei Riva, il servizio che riguarda le case di Brunetta  è solo un’appendice di costume italico”. Brunetta ha quindi voluto replicare a questa risposta: “Dolcemente spudorata la dottoressa Gabanelli, e probabilmente con una lunghissima coda di paglia. Manda le sue troupe e i suoi giornalisti in giro per l’Italia, a caccia delle mie presunte malefatte, e poi alle mie più che giustificabili reazioni fa l’intimidita”. E continua ancora: “La richiesta di intervista della quale parla riguardava il Festival di Ravello ed in relazione all’argomento ho fornito alla redazione di Report tutta la documentazione a mia disposizione. Ma a questo punto, evidentemente, il Festival di Ravello era solo un pretesto, solo una trappola per parlare di tutt’altro”. “Guardando l’anteprima del servizio che andrà in onda domani, inoltre, si evidenzia anche una possibile violazione di domicilio – aggiunge Brunetta – con le immagini accuratamente tagliate e montate ad arte per tentare goffamente di camuffare la cose. Anche di questo, naturalmente, dovrà rispondere la dottoressa Gabanelli, e anche di questo chiederò conto alla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, e al direttore generale, Luigi Gubitosi. Ne vedremo delle belle. Altro che intimidazione, intimidazioni sono le sue…”

“Ammazza che mafia”, Report e la malavita di Ostia

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Dove è la mafia? Non a Roma, ma a Ostia. Per venti anni ha messo le mani su concessioni, videopoker e traffico di cocaina. Il giro è sempre lo stesso e il sistema non cambia. Famiglie, clan ramificazioni che arrivano dall’aeroporto di Fiumicino alle spiagge di Ostia. Lo scorso luglio 51 arresti che hanno posto un freno a le famiglie storiche come i Triassi e i Fasciani, ovvero Don Carmine, uno degli eredi della banda della Magliana, uno dei “boss” di Roma. I fratelli Vito e Vincenzo Triassi, sposati con Felicia e Nunziata Caldarella, figlie di Santo Caldarella (latitante con ordine di cattura firmato Giovanni Falcone), ‘O Monaco, sono i rappresentati a Roma della famiglia di cosa nostra Caruana-Cuntrera-Caldarella.

Un grande risultato quindi quello raggiunto a luglio? No! Tutto poteva essere smontato 10 anni fa. Tutte le informazioni c’erano, compresi i nomi, le famiglie e i luoghi dove il traffico si articolava. Questo è quanto è emerso nella puntata di Report, nel servizio di Paolo Mondani “Ammazza che mafia”. L’intervista in particolare ha riguardato due ex poliziotti della Squadra Mobile di Roma e della Polaria, Gaetano Pascale e Paolo Fierroche facevano parte di un “pool” investigativo che già dieci anni fa arrivò vicino a capire, a comprendere “come girava il fumo” a Ostia. Nel 2003 il pool presenta un’informativa. “Della malavita di Ostia emergeva tutto – spiega Mondani nel servizio – Per esempio il gruppo Cuntrera e il clan Triassi, e i referenti in Brasile e Costarica per il traffico di droga”. Spiega un “insider” durante il servizio: “In realtà il quadro che è uscito fuori dall’ultima operazione era un quadro già presente  nel 2003, era praticamente lo stesso, stesse famiglie, stessi personaggi, stesse  situazioni, stessi traffici”. Le condizioni di indagine per il pool di Pascale sono pessime, mancano i soldi, mancano gli “appoggi”, poi cominciano ad arrivare le informative anonime.

Spiega Pascale: “Nel caso del sottoscritto, ufficiale di polizia giudiziaria, ispettore superiore sostituto  commissario della squadra mobile di Roma, inizia una lenta delegittimazione che poi si  materializza in che termini? Spostamenti interni inspiegabili ed assegnazione d’altre  attività investigative che poco o nulla avevano a che fare con la criminalità sul  territorio di Ostia, per arrivare addirittura a un trasferimento interno dalla sezione  criminalità organizzata, per la quale ero a pieno titolo abilitato addirittura con dure  operazioni speciali sotto copertura in quanto titolato e brevettato per condurre questa  operazione speciale sotto copertura. Bene, vengo trasferito inspiegabilmente,  inspiegabilmente ripeto, alla sezione criminalità extra comunitaria e prostituzione”. Chi bloccò le indagini? “I responsabili – risponde Pascale – sono da ricercare e da individuare tra le schiere di tutti coloro che oggi  sono ai vertici, che sono ancora all’interno e che hanno fatto carriera”.

Poi c’è ci sposta verso un altro mondo, quello della imprenditoria locale, degli stabilimenti, delle concessioni demaniali: “Nelle ultime intercettazioni telefoniche – spiega Paolo Mondani – i mafiosi parlano con gli imprenditori. Mauro Balini, per esempio, presidente del porto di Ostia si sente con un boss ma anche con  personaggi di grande livello. Balini cerca finanziatori per il porto tramite il senatore  Donato Bruno del PDL; ottiene un documento da falsificare tramite il generale  Spaziante, ex vice comandante della Guardia di Finanza. E chiede finanziamenti alla  Unipol tramite lo Studio Tremonti… e di mezzo capita anche il presidente della Consob  Vegas”.

Al posto giusto… “Report” mira ai demeriti della classe politica

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Stasera, lunedì 30 Settembre 2013, su RaiTre alle 21.10 andrà in onda la diciassettesima edizione di Report , il programma d’attualità e inchieste, condotto dalla giornalista Milena Gabbanelli. La trasmissione costituisce ormai da anni un punto di riferimento assoluto per chi voglia approfondire temi su cui troppo spesso i media risultano colpevolmente silenti.
Il titolo della prima puntata è “Al posto giusto”. Un titolo che racchiude il nocciolo della puntata. Milena Gabanelli parte con un’inchiesta sui demeriti della classe politica che da tempo governa questo Paese. Report si chiede: “Il governo chi ha scelto per rimettere in piedi un paese devastato da una crisi senza precedenti? Quali sono i criteri di nomina dei ministri, sottosegretari e presidenti di Commissione?”. In sintesi “ Con quali criteri vengono scelti i ministri e chi ci governa?” Una domanda che si pone la maggior parte degli italiani. Bernardo Iovene ,autore dell’inchiesta, ha posto queste semplici domande ai diretti interessati per comprendere quali siano i requisiti necessari per ricoprire cariche cruciali.
I giornalisti hanno ricevuto ben poche risposte dai componenti dell’attuale governo interpellati, mentre la maggioranza di essi si è spesso barricata dietro frasi di circostanza come il classico “non ho tempo”. Il nuovo Report si occuperà molto di temi economici: “Quelli di cui nessuno parla perché troppo complessi, e proprio per questo più insidiosi, perché intaccano le radici del sistema”. Milena Gabanelli resta fedele al suo format: “Lontano dalle piazze e dai salotti, ma dentro le leggi, i criteri di nomina, le scelte economiche, le relazioni fra il potere bancario e quello politico”. La nuova edizione di Report è assolutamente da vedere!Per conoscere ciò che spesso viene taciuto e che in realtà avremmo diritto di sapere.

Report shock: Taranto muore per colpa di sigarette e alcol, non dell’Ilva.

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Nessuno lo nega a Taranto si muore di cancro, ma la colpa non sarebbe dell’Ilva, ma secondo il rapporto di Enrico Bondi, commissario straordinario sull’Ilva, le cause sarebbero da ricercarsi nelle sigarette e nell’alcol. Come riportato da “Il Fatto Quotidiano”:

L’Ilva non ha colpe, i fattori responsabili per le malattie e i decessi per tumore a Taranto sarebbero altri: “Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”.

Bondi, inoltre, continua il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”:

ha allegato una perizia in cui si critica duramente lo studio Sentieri compiuto dal ministero della Salute e la valutazione del danno sanitario effettuato da Arpa Puglia che aveva spiegato che, anche con la piena attuazione delle misure previste nell’Aia (Autorizzazioni integrata ambientale), l’impatto degli inquinanti sulla popolazione non si sarebbe azzerata, ma solo dimezzata. “I dati di mortalità per tumori nello Studio Sentieri – si legge nel documento in possesso del Fatto – si riferiscono al periodo 2003-09. L’incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato.

Bondi, spiega ancora il quotidiano diretto da Padellaro, va anche all’attacco frontale con gli esperti dell’Arpa, rei, secondo il commissario, di aver falsato i risultati omettendo alcuni dati:

Ma l’attacco più duro è quello nel quale gli esperti accusano l’Arpa di aver prodotto un documento escludendo dall’elenco degli inquinanti il PM10 . Un’omissione cercata perchè “i dati di esposizione a questo inquinante sono sostanzialmente nella norma” e quindi “la scelta di concentrarsi su tre gruppi di cancerogeni (IPA, composti organici e metalli) offre piu garanzie di ottenere un risultato che attribuirebbe all’Ilva un certo numero di casi di tumore o di decessi”.

Violenza sulle donne, è shock sui dati: un reato ogni 12 secondi

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La violenza sulle donne sta dilagando e i dati non lasciano dubbi: ogni 12 secondi una donna  viene colpita da atti di violenza di genere fisica, verbale e psicologica . Nel solo 2010 sono stati contati oltre 105mila reati di genere (oltre 290 al giorno), ma il dato potrebbe essere assai più allarmante se si pensa che molti non vengono denunciati e quindi non possono essere conteggiati. Il rapporto Eures- Ansa tuttavia è già drammatico in sè: ogni giorno 95 donne sporgono denuncia per aver subito minacce, 87 per essere sottoposte a ingiurie, 64 sono ogni giorno le vittime di lesioni dolose e 19 di percosse, 14 vittime di stalking e 10 donne ogni giorno subiscono violenze sessuali.

C’è anche il triste primato dei femminicidi: nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise 81 donne di cui 75% nel contesto famigliare o affettivo. In 12 anni, cioè dal 2000 al 2012 si sono contate 2200 donne vittime di omicidio una media di una ogni due giorni. La buona notizia (se così possiamo chiamarla) è che l’Italia è il Paese meno esposto in Europa a questo reato di genere. Infatti la Germania ha avuto 350 vittime donne nel 2009 pari al 49,6% delle 706 vittime di omicidio totali e un indice di rischio pari a 0,8 per 100 mila donne residenti, la Francia 288 vittime, pari al 34,3% e un indice pari a 0,9 e l’Inghilterra 245, pari al 33,9% e un indice pari a 0,8.

Le erbe medicinali cinesi sono piene di pesticidi

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E’ Greenpeace che punta l’attenzione sul modello agricolo-industriale cinese e lo condanna in un report in cui il vero futuro del settore primario non può prescindere dal biologico:

Per Greenpeace la soluzione è l’agricoltura ecologica.

«Perché  la contaminazione delle erbe cinesi dovuta ai pesticidi non è un caso eccezionale ma piuttosto l’ennesimo esempio del fallimento dell’agricoltura di stampo industriale dipendente dalla chimica, in Cina e nel mondo. La dipendenza dai pesticidi chimici è talmente diffusa che perfino la produzione di erbe naturali (un prodotto salutare per definizione) avviene con pratiche intensive che non prescindono dall’uso di pesticidi chimici o è comunque influenzata da tali pratiche».

Il report degli esperti di Greenpeace continua:

«La nostra indagine ha riscontrato tracce di pesticidi estremamente pericolosi nelle erbe della farmacopea tradizionale cinese, ma questi prodotti potrebbero essere il risultato di un’applicazione diretta e deliberata sulle piante come pure la conseguenza di un fenomeno di contaminazione dell’ambiente dovuta a impieghi passati. Solo una piccola parte dei pesticidi chimici si trattiene sulle colture cui sono destinati. La maggior parte viene dispersa nell’ambiente (nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfera) comportando, in questo modo, gravi danni per le altre piante e distruggendo l’equilibrio dell’ecosistema circostante».

Alla luce dei dati riscontrati dal lavoro d’indagine Greenpeace chiede:

«l’eliminazione dei pesticidi più nocivi per gli insetti impollinatori. Un altro problema causato dall’uso di pesticidi chimici è che essi uccidono anche molti altri insetti che svolgono naturalmente una funzione di controllo dei parassiti nelle coltivazioni».

M5S all’attacco di Sabrina Giannini

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Ancora tensioni tra il Movimento 5 stelle, la giornalista Sabrina Giannini di Report e le trasmissioni di informazione di Raitre, con tanto di minaccia di azioni giudiziarie. Sul blog di grillo, a firma del senatore a Cinque Stelle Lello Ciampolillo, si legge un post contro la trasmissione TV Talk, che ha ieri ripreso il tema della trasparenza e del finanziamento ai partiti dopo che già l’ultima puntata di Report aveva già acceso polemiche tra i grillini. «Ieri pomeriggio (sabato ndr), alla vigilia delle elezioni amministrative, in pieno silenzio elettorale, su Raitre, il conduttore della trasmissione TV Talk, in compagnia della giornalista Sabrina Giannini di Report, ha tracciato l’ennesima pagina di “alto” giornalismo della televisione pubblica, costruendo un programma teso a falsificare la realtà e a danneggiare il M5S in questa importante vigilia elettorale. Si è cercato di assimilare i rimborsi elettorali pubblici destinati ai partiti che il M5S ha espressamente rifiutato, alle semplici elargizioni volontarie dei cittadini al M5S – attacca Ciampolillo -. La trasmissione si è caratterizzata per riferimenti pretestuosi e illazioni false e scorrette nei confronti di Grillo e del M5S, specie da parte di Vladimir Luxuria». Quindi spiega: «Contrariamente a quanto riportato dalla giornalista Giannini nella trasmissione Report e ripreso ieri pomeriggio in Tv Talk, le elargizioni private al Movimento sono state ampiamente rendicontate sul Blog di Beppe Grillo l’11 aprile 2013, al pari della destinazione di quelle non spese in beneficienza per i terremotati dell’Emilia Romagna e, infine, come apparso sempre sul Blog di Beppe Grillo il 17 maggio 2013, in favore del Comune di Mirandola per la ricostruzione di una palestra; ben prima anche della trasmissione Report del 19 maggio 2013». Scrive ancora Ciampolillo: «Per quanto accaduto nella trasmissione Tv Report,a meno di ventiquattro ore dalle elezioni di domani 26 maggio 2013 – (intendendo probabilmente, nello specifico, la trasmissione Tv Talk e non Report) – il M5S chiederà comunque conto e giustizia, sia in sede di diritto di replica sia in sede parlamentare, riservando eventuali azioni anche in ambito giudiziario».

Ma cos’è accaduto durante la trasmissione? Dopo che il conduttore Massimo Bernardini ha aperto la puntata mostrando una vignetta:

vignetta-vauro

E’ stato in seguito trasmesso un sunto del servizio di Report sul MoVimento 5 Stelle. Il conduttore ha quindi riportato le parole di Michele Giarrusso e Federica Salsi per poi chiedere un commento alla Giannini, che ha fatto notare come le risposte di Grillo e Casaleggio alle domande di Report fossero lacunose e non repliccasero nel merito ad alcune questioni poste: “Non hanno ancora dato le risposte, anziché rispondere inizialmente con una replica della serie: ‘Il MoVimento 5 Stelle si finanzia con i donatori’, ma non hanno detto a chi vanno i proventi della pubblicità”. Non dicono a chi vanno, però, ricorda il conduttore. “Avevano l’opportunità di essere trasparenti, questo è un autogoal”. L’intervento di Vladimir Luxuria, in effetti piuttosto fuoriluogo, aveva detto che “porta un po’ male fondare un partito sulla trasparenza, guardate la Lega…”. C’è stato quindi un rapido scambio di battute sulla Gabanelli candidata: “Però avete fatto una cattiveria, Milena era stata indicata per il Quirinale”, dice il conduttore. “Lei, non me! E’ lì che hanno sbagliato”, risponde scherzando la Giannini, aggiungendo un “La Gabanelli con i suoi fa quello che Grillo non fa con i suoi: li lascia liberi”.

Anche Bernardini è voluto entrare nel merito, rispondendo su Twitter al post. Sul social network si legge: “Capisco critiche ritardatet di @mov5stelle (le stesse per la Giannini su Di Pietro), ma ieri a @tvtalk_rai voci di Pizzarotti, Crimi, Grillo”. Fa inoltre notare di non aver ricevuto alcuna risposta in merito agli inviti che erano stati fatti per replicare in trasmissione: “Aggiungo che @byoblu, responsabile comunicazione @mov5stelle al senato, non ha ritenuto di rispondere a ns. inviti via segreteria tel. e sms”

Crozza e la Gabanelli… Report al Colle?

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La copertina di Ballarò a cura di Maurizio Crozza del 16 aprile è dedicata a Milena Gabanelli, la giornalista di Report candidata al Quirinale dal Movimento Cinque Stelle. Comincia con l’osservazione che il popolo grillino ha da sempre osteggiato la categoria dei giornalisti, ha continuato con un ipotetico discorso alle Camere della prima presidente donna in pieno stile Report, “cari Onorevoli e care Onorevoli ma quanti siete? Ma sì tanto paghiamo noi…”, per poi passare all’icontro con la tedesca Angela Merkel: “quella ci fa un Report così”.

L’M5S SCEGLIE MILENA. Accetterà?

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È Milena Gabanelli il candidato del Movimento 5 Stelle, selezionato al termine dei due turni di «quirinarie» online. È lei, è stato annunciato su ‘La Cosa’, ad essere arrivata prima.

Accetterà la nota conduttrice che nei giorni scorsi sembrava aver fatto un passo indietro per la corsa verso il Colle? E quante chance ha di essere eletta anche negli altri schieramenti? Non era forse il caso di scegliere un nome che potesse far convergere anche il Pd e il Pdl?

Alemanno minaccia querele via twitter. Scoppia il caso a Report.

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«Alla Gabanelli solo una risposta: querela per diffamazione e risarcimento danni per le menzogne contro Roma in onda su Report». Questo il tweet postato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo la puntata di Report andata in onda ieri che aveva come tema, tra l’altro, la questione delle tangenti filobus.

La puntata della trasmissione diretta da Milena Gabanelli intitolata «Romanzo Capitale» – che dovrebbe essere replicata lunedì sera su RaiSat Extra alle 21 – non parlava soltanto dello scandalo tangenti sui filobus, ma analizzava anche il sistema dei subappalti per la metro C. Si parlava delle presunte infiltrazioni mafiose, gli interessi della nuova banda della Magliana «che entra negli affari che contano», il caso dei numerosi consulenti del Comune, i debiti milionari delle municipalizzate di Roma.

Il punto focale riguardava, però, Riccardo Mancini, ex ad dell’Ente Eur. Un imprenditore anonimo intervistato dal giornalista Paolo Mondani ha accusato: «Dal 2008 è Mancini che si mette al tavolo con le imprese e spartisce i subappalti della metro C. Per ognuno di questi, intascava una percentuale del 50%». Una rivelazione che confermerebbe il «peso» dell’allora Ad di Eur Spa già delineato dalle testimonianze nell’inchiesta della Procura di Roma «Mancini faceva il sindaco, sugli appalti decideva lui», dice il manager di un consorzio di cooperative di costruzioni.

Si è scatenato perciò il linciaggio per la conduttrice e il programma televisivo, tanto che è sceso in campo Umberto Marroni, capogruppo Pd di Roma Capitale a prenderne le difese affermando «Più che annunciare querele via twitter il Sindaco Alemanno dovrebbe rassegnare le dimissioni e non ripresentarsi alle elezioni di maggio. La puntata di Report ha messo ulteriormente in luce quel che noi denunciamo da anni: la deriva dell’Amministrazione Alemanno in scandali e politiche clientelari, da Parentopoli alla gestione opaca degli appalti. Oltre alle cinque domande che gli abbiamo posto da settimane sulla vicenda filobus, rimaste disattese, Alemanno dovrebbe rispondere ad altre due domande: quale era l’oggetto delle cene con i dirigenti di Finmeccanica?» Queste cene sarebbero provate da una dichiarazione Lorenzo Cola che, in un verbale secretato avrebbe affermato:  «Nella primavera del 2009 ci fu una cena a casa mia con l’amministratore delegato della Breda Roberto Ceraudo, con Mancini e con Alemanno. Si discusse della tangente da 600 mila euro che doveva essere versata per chiudere l’affare».  Circostanza smentita dal sindaco di Roma.

Lo scandalo dei fallimenti a Report!

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Si parla di fallimenti di Stato ma nessuno poi ha chiara la dinamica di ciò che succede veramente. L’Italia è l’unico paese al mondo dove i commissari straordinari sono nominati dal governo di turno, ma la prassi poi in cosa consiste? I debiti vengono accantonati e si prova a vendere la parte migliore con le new company… il risultato è disastroso. Le procedure di dismissione sono non solo costose e infinite nel tempo, ma anche poco trasparenti così che i creditori non rientrano, quasi mai dei loro soldi. Ma chi è che gestisce questo meccanismo e chi ha la responsabilità di questo sistema assurdo, oneroso e ingiusto verso i creditori?

Giovanna Boursier, per report,  è andata a vedere a che punto è la procedura Alitalia, dichiarata insolvente nel 2008. Dopo 5 anni dalla nomina del primo commissario straordinario, Augusto Fantozzi, che nel 2011 è stato sostituito, con norma ad hoc, da tre nuovi commissari: Ambrosini, Fiori e Brancadoro. Fantozzi aveva appena consegnato al Ministero azione di responsabilità contro 43 ex amministratori dell’ex Alitalia. Intanto ci sono 35mila creditori che aspettano di veder saldate le loro fatture… ma intanto ci devono pagare l’Iva.

E le new company nate dalle ceneri dalle ceneri dei fallimenti? Alitalia non decolla, Tirrenia, la compagnia marittima di Stato privatizzata nel luglio scorso, è in stallo, per non parlare di Cit, l’ex azienda del Turismo di Stato: privatizzata a fine anni ’90 e poi fallita, con 300 dipendenti che non hanno fatto altro che transitare, come fossero pacchi postali, da un fallimento a un altro; mentre alberghi e villaggi sono finiti nelle mani di una fiduciaria.

Anche nei fallimenti l’Italia è scandalosa!

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