Al cinema prima del film per ragazzi, la pubblicità sexy del gioco d’azzardo!

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E’ accaduto nella sede di Certosa della catena Uci Cinemas di Milano, dove secondo una segnalazione, è stata infranta la normativa stabilità dal decreto Balduzzi che regola il gioco d’azzardo. Prima di un film per bambini, approfittando anche che il pubblico in sala viene fatto accomodare prima dell’inizio della proiezione proprio per costringerlo alla visione della pubblicità, è stata trasmessa una pubblicità sexy che promuoveva una sala Vlt, cioè quelle sale con slot machine. Lo spot è stato ripetutamente proiettato prima del film e ora sia la Uci Cinemas che la sala slot machine “Game Paradise” sono state deferite ai Monopoli di Stato che dovranno decidere in merito. Le sanzioni potrebbero essere tra i 100mila e i 500mila euro.

 

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“Mettiamoci in gioco”, la Boldrini contro il gioco d’azzardo

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Il calciobalilla al circolo Arci di San Niccolò a Firenze diventa il simbolo della lotta contro il gioco d’azzardo alla quale partecipa anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini. Dopo l’incontro, la presidente della presidente della Camera ha ‘sponsorizzato’ i ‘giochi puliti’ cimentandosi in una partita a calciobalilla. Suo compagno di squadra è stato don Armando Zappolini, un sacerdote che porta avanti l’iniziativa contro il gioco d’azzardo. Contro di loro si sono schierati l’assessore regionale Salvatore Allocca e quello comunale fiorentino Caterina Biti. La squadra del presidente della Camera ha perso 3-2: “Ho perso ma abbiamo vinto tutti”, ha scherzato Laura Boldrini che, poco prima, aveva simbolicamente chiuso a chiave la stanza con le slot machine che il circolo presto rimuoverà.
Poco dopo il presidente della Camera si è intrattenuto con un gruppo di giocolieri di strada, che avevano organizzato dei giochi per lei, mettendosi alla prova con alcune bacchette colorate. “Le associazioni – ha detto Laura Boldrini durante il suo intervento all’iniziativa – hanno la capacità di leggere la società meglio della politica, perché più della politica, ci stanno dentro. Per questo devono essere ascoltate”.
“La associazioni e la società civile possono rappresentare una lobby sana” contro il gioco d’azzardo “ed è quello che stanno facendo nell’interesse della società civile”,  ha detto il presidente della Camera.  Questa campagna ha aggiunto la presidente della Camera a margine dell’iniziativa “ha voluto accendere i riflettori su quello che sta diventando un fenomeno davvero allarmante. L’Italia purtroppo è il primo paese dell’Ue per il gioco d’azzardo”.
Riferendosi al testo di legge ad hoc “la commissione alla Camera – ha concluso Boldrini – sta lavorando bene. Dobbiamo solo calendarizzare il prima possibile il provvedimento”.

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Il maledetto o benedetto gioco d’azzardo? Curare o proibire?

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Ludopatia, febbre da gioco, il rischio che diventa uno scopo di vita. Sarebbero centinaia di migliaia gli italiani che sarebbero divenuti giocatori problematici e alcune migliaia quelli compulsivi. Il problema è quindi di ordine sociale, legato anche alla crisi economica, ma con ripercussioni in ambienti criminali. La complessità è proprio negli interessi miliardari del business d’azzardo che vive di concessioni pubbliche. La politica ruota intorno al problema, si discute su una legge ad hoc e intanto gli italiani vengono falcidiati e si indebitano. La patologia cresce con il disagio sociale, con la perdita del lavoro, con l’insicurezza economica. In tutto questo ad arricchirsi sono i gestori delle slot machine. Proibire? Curare? Tassare?

E secondo voi?

Quei contributi di Letta… Le Iene chiedono chiarezza!

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Ieri sera 26 novembre è andato in onda un nuovo servizio in cui Le Iene, sono tornate a parlare dei contributi elettorali a Enrico Letta per la campagna 2004 delle Europee. In particolare, come in altre puntate, Le Iene hanno chiesto al Premier di fare chiarezza sui fondi ricevuti per quelle elezioni: 20 mila euro regolarmente incassati dalla fondazione “Vedrò” di Letta e, secondo quanto sostenuto da le Iene, almeno 15mila euro sarebbero venuti in maniera diretta da Antonio Porsia, proprietario ed  amministratore del colosso del gioco d’azzardo Hbg Gaming. Letta ha sempre smentito di aver ricevuto denaro a titolo personale.

 In risposta hanno ricevuto un comunicato dello staff di palazzo Chigi: “Vi confermiamo formalmente che tra le aziende che, nel pieno rispetto della legge e in modo del tutto trasparente, hanno finanziato la campagna elettorale di Enrico Letta per le Elezioni Europee del 2004 non figura nessuna società operante nel settore dei giochi d’azzardo”. Ma il contributo elettorale sul quale si cerca di far luce è stato effettuato da Porsia in persona, non da una società. Ai microfoni delle Iene Letta ha promesso che farà luce su quei soldi. Ecco il video!

“Condannato al condono”: Francesco Corallo “re delle slot”

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Prima di addentrarci una faccenda davvero complessa tra condanne e condoni, dobbiamo capire chi è Francesco Corallo, il re delle slot, costituitosi i primi d’agosto, dopo 14 mesi di latitanza. Figlio di Gaetano Corallo, amico del boss mafioso Nitto Santapaola condannato negli anni ottanta per associazione a delinquere nel processo per la scalata dei catanesi ai casinò del nord Italia. Naturalmente Francesco afferma che con il padre non ha contatti da anni. Quindi torna in Italia nel 2004, dopo anni trascorsi a fare affari in Sud America, e diventa in breve il principale protagonista del mercato di slot machine nel nostro Paese. Peccato che qualcosa non va nel verso giusto e spuntano presunti finanziamenti illeciti concessi dalla Bpm, guidata da Massimo Ponzellini.

Ponzellini è lo stesso, come riporta Il Fatto Quotidiano in data 17 novembre 2012:

Dopo la pubblicazione delle intercettazionidell’indagine sui fidi facili della Bpm, nelle quali si svelavano le raccomandazioni di Daniela Santanché, Ignazio La Russa, Paolo Romani e le pressioni per le pratiche di Paolo Berlusconi e Michela Vittoria Brambilla, nessuno ha verificato cosa sia successo ai crediti di politici, amici e familiari. La posizione di Paolo Berlusconi per esempio è rimasto un caso singolare. Il fratello dell’ex premier vanta una concessione personale di un milione di euro per cassa e gode sulla sua holding Pbf Srl di una linea di credito di ben 5 milioni di euro, interamente utilizzati, il cui rientro scade solo il 30 settembre del 2013. Una posizione generosa da parte di Bpm che si è garantita solo con una fideiussione personale di Paolo Berlusconi e con l’impegno della società di Paolo Berlusocni a usare i soldi che le deriveranno da un incasso futuro per un’operazione immobiliare: la Cascinazza. Solo il 26 settembre scorso, visto il protrarsi dei termini per la chiusura dell’operazione Cascinazza, Pbf ha rilasciato una garanzia ulteriore a Bpm. Nessuna ipoteca però ma solo un’altra lettera di Paolo Berlusconi che stavolta si impegna a cedere non solo i proventi dell’operazione Cascinazza, se mai si chiuderà, ma anche gli utili o i proventi della cessione delle quote sociali.

Nello stesso articolo de Il Fatto Quotidiano si legge ancora:

Secondo le intercettazioni telefoniche Massimo Ponzellini minacciava sfracelli con i suoi se “non sistemavano la roba della Brambilla”. Effettivamente il gruppo della famiglia dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, composto dalla Sal che si occupa di commercio di prodotti ittici e dalla Trafilerie Brambilla può contare sulla Bpm. Il consiglio di gestione del 23 ottobre scorso ha analizzato la situazione e ha revocato la linea capital market da un milione di euro della Trafilerie Brambilla.

E ora “conosciamo” Ponzolini e Corallo possiamo addentrarci dentro il condono Letta che potrebbe consentire a Bplus, la società del re delle slot, di essere messa in vendita con un guadagno di circa 200 milioni che finirebbero nelle tasche di Corallo: condannato al condono!

Come scrive oggi Il Fatto Quotidiano:

Il condono che prevede la possibilità di sanare le penali per i disservizi del 2004-2007 con il 25 per cento del dovuto potrebbe sbloccare la partita: lo Stato incasserebbe 211 milioni di euro utili per coprire l’intervento sull’Imu, l’acquirente entrerebbe nel mercato più redditizio d’Europa dalla porta principale pagando poco più di 250 milioni (la differenza tra la valutazione della società e le penali scontate da pagare). E Francesco Corallo potrebbe tornare ai suoi casinò delle Antille con 200 milioni in tasca, anche se sarebbe costretto ad abbandonare la sua gallina dalle uova d’oro in mano ai concorrenti più graditi alle autorità italiane.

Ma solo dopo avere risolto i suoi problemi con la giustizia milanese che lo tiene agli arresti domiciliari per il caso dei prestiti facili della Bpm…

…La prefettura di Roma, il 26 luglio, ha sospeso temporaneamente la validità dell’informativa antimafia interdittiva del 24 settembre 2012, che aveva causato l’esclusione di Bplus dalla gara per le concessioni. Lo Stato non può fare a meno degli 800 milioni di euro di imposte versate ogni anno grazie alle macchinette di Bplus e quindi si era trovata una soluzione all’italiana: l’attribuzione del controllo a ‘Bplus Trust’, guidata dall’amministratore fiduciario, l’avvocato olandese Jeroen Veen, gradito alla proprietà. Entro il 15 novembre prossimo i giochi dovrebbero essere fatti su entrambi i tavoli: il condono e la cessione.

Non male, no?

Quadruplicati gli italiani alla mensa dei poveri

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Sono bastati 7 anni per vedere il numero degli italiani quadruplicato alla mensa diocesana di Rossano. Ad affollare i tavoli della mensa sono per lo più persone che hanno perso il lavoro o padri separati. Nel 2006 gli italiani si potevano contare sulle dita di una mano, ora sono più degli stranieri. Alcuni, per vergogna, preferiscono prendere il cibo e poi andarlo a mangiare altrove, altri, si siedono anche con la famiglia e consumano il pasto alla mensa. Mons. Marcianò, il fondatore della mensa, ha anche lanciato l’allarme per il ”problema del gioco d’azzardo. La crisi economica spinge tanta gente a rincorrere l’illusione di guadagni facili attraverso il gioco, ma si tratta di un’illusione amara che finisce per rovinare la vita di singoli e di intere famiglie”.

 

Dipendenza da gioco d’azzardo o da sesso: c’è una clinica per curarla

-ludopatia-clinica-tuttacronacaDipendenza da sesso e da gioco d’azzardo: sono due forme ormai riconosciute e, nelle Marche, c’è una clinica per curare quella che ormai è un’emergenza per il Paese. Tra le “nuove dipendenze”, la ludopatia ha un posto in primo piano. Consiste nell’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze. Il centro San Nicola di Piticchio di Acervia è stato fondato da Vincenzo Aliotta rientra nell’eccellenza italiana nella cura e riabilitazione dalle dipendenze. E’ lo stesso fondatore a spiegare: “Nella nostra regione arrivano malati da tutta Italia e dall’estero, soprattutto da paesi anglofoni, per intraprendere un percorso riabilitativo. In un periodo al massimo di 8 settimane si prevede l’integrazione di due metodi tra i più accreditati, uno in Europa, definito francese, caratterizzato da una visione bio-psico-sociale e l’altro oltreoceano, basato sullo studio dei 12 passi, chiamato modello Minnesota, noto come metodo degli Alcolisti Anonimi. Attraverso interventi psicoterapici individuali e di gruppo si vuole arrivare al pieno recupero non solo dell’equilibrio fisico ed emotivo del paziente, ma anche sociale”. L’Italia è il terzo Paese al mondo per volume di gioco, dopo Giappone e Regno Unito, mentre si è conquistata il primo posto per spesa pro-capite con circa 1.260 euro. Al 2011 i giocatori patologici sono 800 mila e 2 milioni sono quelli a rischio. Un ospite del centro, un padre di famiglia 44enne, ha testimoniato: “Occorre farsi aiutare. La famiglia può darti affetto, ma non ha competenze specifiche per curarti. E’ necessario rivolgersi a dei professionisti, a dei centri riabilitativi competenti ed io ho avuto la fortuna di incontrare il Centro San Nicola e da ottobre ho cominciato a venirne fuori”.

Il poker texano non è gioco d’azzardo

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La corte di Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Alessandria e ha disposto il dissequestro  di un circolo e di una somma di denaro riconoscendo che il poker texano non è un gioco d’azzardo. La “partita” si è giocata poiché i partecipanti ai tornei organizzati dal circolo versavano una quota di iscrizione di 50 euro e non si poteva poi giocare somme di importo superiore. In generale – nota la Corte – il poker tradizionale «è pacificamente riconducibile nel novero dei giochi d’azzardo, in quanto rispetto all’abilità del giocatore risulta preponderante l’alea». La variante ‘Texas Hold’em’ «ripete in astratto tali caratteristiche» ma la natura d’azzardo «può venire meno», quando gli organizzatori chiedono quote di partecipazione di importo contenuto, prevedono l’assegnazione di un numero uguale di gettoni a ciascun partecipante, l’impossibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni e la preventiva individuazione del premio finale.

Arriva Eurovegas… prima pietra già nel 2013!

Sarà la Las Vegas d’Europa e sarà costruita nel comune madrileno di Alcorcon. La Las Vegas madrilena prevede un investimento di 17 miliardi di euro con la creazione di 180.000 posti di lavoro fra diretti e indiretti, con l’edificazione di sei casino’, 12 alberghi per complessive 36.000 camere, nove teatri, tre campi da golf.

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Mano sfortunata! Denunciati per abbandono di disabile: loro giocano, lui in auto

“Malattia d’azzardo”: denuncia rapina in realtà ha perso al gioco

Una donna ha denunciato il furto di alcuni gioielli, in realtà la donna li aveva venduti ad alcuni “compro oro” della zona per avere denaro da spendere in lotterie e macchinette.

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Gioco d’azzardo a Volpiano (TO): sequestrati una birreria e tre tavoli!

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