Un nuovo avvistamento per Marianna Cendron. I carabinieri sentono il fratello

marianna-cendron-tuttacronacaContinuano le indagini per ritrovare Marianna Cendron, la 18enne di Paese scomparsa il 26 febbraio a Castelfranco, in provincia di Treviso. L’ultima segnalazione giunta ai carabinieri risale agli ultimi giorni di ottobre e proviene da un residente di Piombino Dese, nel Padovano, che ha parlato di una ragazza minuta in sella a una bici che pedalava nell’oscurità della sera. Nel frattempo le forze dell’ordine proseguono anche a sentire chi conosceva la giovane: gli amici, l’ex fidanzatino e gli ex colleghi. Il primo della lunga lista di persone che i militari di Paese hanno avuto il compito di sentire è stato il fratello della giovane, Giorgio. Maggiorenne da qualche giorno, si è recato venerdì sera nella caserma dei carabinieri del luogo rimanendovi per quasi 5 ore. Ai carabinieri avrebbe rivelato che Marianna “Si era staccata da me, non si fidava, pensava dicessi tutto ai genitori”.

Aggrediscono e rapinano le loro vittime in casa: accade nel Trevigiano

rapina_treviso-tuttacronacaProprio qualche giorno fa avevo detto ai miei figli di voler installare l’allarme o delle telecamere, perché non dormivo tranquilla. Me lo sentivo che stava per succedere qualcosa”. E’ quanto ha raccontato la 74enne Bruna Colusso, residente a San Giuseppe, quartiere di Treviso. La donna che si è svegliata con addosso uno dei due rapinatori che si erano introdotti nella notte nella sua abitazione. Avevano intenzione di sottrarle gli anelli e le catenine che indossava. La donna, vedova, vive con la madre 98enne e con due dei tre figli. Non è stata picchiata, ma ha un labbro rotto e diversi ematomi. Continuano dunque gli episodi di rapina nella Marca trevisana. Tre in due giorni, prima a Castagnole di Paese, poi a San Trovaso di Preganziol. In quet’ultimo caso la vittima era stato il 67enne Aldo Basso, meccanico pensionato dell’Actv, residente in via Michieletto 5. L’uomo era stato malmenato e minacciato nel cuore della notte da due banditi violenti e decisi a tutto dopo aver fatto irruzione nel suo appartamento scardinando con il piede di porco la porta d’ingresso. Uno dli intrusi, dopo averlo svegliato, gli ha intimato “stai fermo o ti ammazzo”mentre gli legava i polsi con del nastro adesivo. “Erano due italiani, probabilmente drogati. Mi hanno rubato perfino quattro scatole di sigari toscani” ha raccontato appena tornato dal Pronto soccorso del Ca’ Foncello dov’è stato accompagnato per dei controlli. A dare l’allarme è stato il cane della famiglia.

Il messaggio cifrato che cela l’enigma della scomparsa della Cendron

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Un biglietto cifrato che potrebbe  nascondere la soluzione dell’enigma della scomparsa della 18enne Marianna Cendron. 

Questo è uno dei tanto misteri che aleggiano sulla scomparsa della ragazza sparita con la sua bicicletta alla fine di febbraio dopo essere andata a vivere con un amico di famiglia. Questo elemento che viene rivelato solo ora pubblicamente potrebbe essere un depistaggio, ma anche un tassello importante dell’intera vicenda. Sul biglietto c’è scritto: PD 27885, naturalmente si è pensato a una targa, oppure le iniziali di qualcuno, una data di nascita… tante sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti, ma l’unica certezza è che di Marianna non ci sono tracce.

 

Marianna Cendron potrebbe essere vicino casa?

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E’ stato diffuso oggi l’identikit di come potrebbe apparire oggi Marianna Cendron. Dopo mesi che si sta cercando tra la Romania, la Francia e l’Italia, ieri il prefetto Aldo Adinolfi ha convocato le forze dell’ordine e le associazioni che dal 27 febbraio stanno collaborando alle ricerche di Marianna Cendron per far continuare le ricerche. Ora si focalizzerebbero nella Marca Trevigiana, è possibile che la ragazza abbia attuato una fuga perfetta, ma che sia rimasta entro  pochi chilometri dal luogo della sua fuga.  I telefoni della ragazza non hanno fornito elementi utili alle indagini condotte dai carabinieri. E neppure dal traffico di e-mail, circa 3mila quelle passate al setaccio, sono stati estrapolati spunti utili all’indagine.

 

Minacce, ingiure e percosse alla moglie: arrestato rumeno 45enne

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Lo aveva denunciato l’11 settembre 2012, per ingiurie e percosse che le avevano generato un “allarme emotivo” sullo stato psicofisico. Dopo che la donna aveva trovato il coraggio di compiere un simile passo, i giudici del Tribunale di Verona hanno riconosciuto un rumeno di 45 anni come potenzialmente pericoloso per la serenità e l’incolumità fisica e psicologica del figlio, un bambino di pochi mesi affetto da sindrome di down e, dall’ottobre del 2012, allontanato dalla casa familiare per le continue violenze fisiche e morali perpetrate nei confronti della donna, spesso a causa del proprio stato di alterazione derivante dall’assunzione di sostanze alcoliche. Il suo allontanamento è stato confermato anche lo scorso febbraio, ma non è stato suffente per farlo disistere. A maggio, al battesimo del figlio, il rumeno si era ripresentato per partecipare all’evento ed aveva sottratto le chiavi di casa alla moglie, utilizzate per entrare in casa e prendere per il collo la donna, ingiuriandola e minacciandola anche di morte. A seguito delle nuove percosse, la donna ha riportato un “trauma discorsivo al rachide cervicale e una contusione alla gamba sinistra”, giudicati guaribili in dieci giorni. Ora l’uomo, arrestato dai carabinieri della Compagnia di Verona in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia, non potrà più avvicinarsi alla casa nè far ritorno al capoluogo scaligero.

Uccide il convivente con l’acqua bollente: arrestata

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Avrebbe ucciso il convivente, l’82enne Donato Annesi, procurandogli ustioni di primo e secondo grado con l’acqua bollente. E’ questo il motivo per il quale una donna di 46 anni, di cui per il momento non è stato fatto il nome, è stata sottoposta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza a fermo per omicidio a Fascineto (CS). L’anziano è morto per le ustioni lo scroso 25 maggio, dopo esser stato ricoverato all’ospedale Cardelli di Napoli. Sulla donna gravano anche le accuse di percosse ai danni dell’uomo.

Marianna Cendron e la falsa pista dei nomadi.

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Chi l’ha visto? sono arrivate varie segnalazioni per Marianna Cendron, la 18enne di Paese (Treviso), che è scomparsa da due mesi. Una di queste segnalazioni avrebbe rivelato che la ragazza vive sotto un cavalcavia a Marghera insieme ai nomadi. La troupe del programma televisivo è andata a verificare la pista, ma sembra che la segnalazione non sia risultata attendibile. Nessuno dei nomadi a cui è stata mostrata la foto della ragazza l’ha riconosciuta. Al momento rimane aperta la pista dell’allontanamento volontario.

 

Il cadavere non è della Cedron ora si cerca di identificarlo!

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Il corpo ripescato nel fiume del padovano non è di Marianna Cedron. Si apre quindi un altro giallo sulla 20enne ripescata nelle acque il cui corpo è in avanzato stato di decomposizione. E mentre si va avanti in Francia con le indagini di Marianna, ora c’è un nuovo rebus da risolvere anche perché nella zona non sono state segnalate alla polizia scomparse di altre ragazze. Sul corpo non è stata riscontrata nessuna violenza, ma è probabile che abbia viaggiato da vicenza fino al Bacchiglione, nei pressi di Cervarese Santa Croce, dove appunto è stato rinvenuto.

Si attendono quindi i risultati completi degli esami per cercare di avere più informazioni che possano ricondurre all’identificazione della ragazza. 

Cadavere in un fiume nella provincia di Padova… E’ Marianna Cedron?

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E’ stato ritrovato un cadavere di una ragazza di circa 20 anni, nel Bacchiglione a Cervarese Santa Croce, in provincia di Padova. Il corpo potrebbe essere quello di Marianna Cedron, la 18enne scomparsa da Castelfranco la sera del 27 febbraio scorso. Il cadavere ripescato dai vigili del fuoco è in avanzato stato di decomposizione, e i tempi di scomparsa di Marianna sarebbero anche compatibili con le ipotesi fatte sulla data del decesso: sei settimane fa.

Ora sono in corso gli esami autoptici sui resti e sono stati anche avvisati i genitori della ragazza. Il corpo probabilmente è stato trascinato per chilometri, anche da Vicenza. Il medico esclude che ci possa essere stata una violenza, ma solo un attento esame potrà veramente chiarire le circostanze della morte. Al momento del ritrovamento sono stati rinvenuti anche degli stivali “Camperos” e un orologio di gomma.

La scomparsa della diciottenne Marianna Cendron

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I carabinieri, ieri, hanno interrogato il fidanzato minorenne della Cardon e tre amici del ragazzo. La diciottenne è scomparsa lo scorso 27 febbraio e si era pensato a un allontanamento volontario della giovane, ma si erano aperte ipotesi anche sul sequestro di persona.

Il pm Massimo De Bortoli, il magistrato che cura le indagini sulla scomparsa della 18enne, ha ascoltato il giovane perché è stato l’ultima persona con cui ha avuto contatti: quella sera del 27 febbraio aveva appuntamento con lui di fronte al convitto del Maffioli di Castelfranco. Il ragazzo, minorenne, è apparso molto turbato per la scomparsa di Marianna. Su quanto dichiarato dai quattro giovani interrogati ieri vige il massimo riserbo, ma altri interrogatori seguiranno nei prossimi giorni e coinvolgeranno amici e parenti della ragazza scomparsa.
Quella del sequestro di persona, spiega il comandante provinciale dell’Arma Gianfranco Lusito, «è un’ipotesi come le altre su cui stiamo lavorando. L’allontanamento è per noi il motivo principale, ma sempre con l’ottimismo che ci deve contraddistinguere nel trovare una ragazza che si è allontanata e che speriamo poter presto restituire ai suoi cari».
Dopo l’interessamento della trasmissione Chi l’ha visto sono arrivate molte segnalazioni di avvistamenti, ma ultimamente le informazioni sono sempre più rare.

Scompare 18enne con problemi psichici… giallo a Treviso!

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E’ trascorso un mese esatto dalla scomparsa di Marianna Cendron, la diciottenne svanita nel nulla dopo essere uscita dal ristorante dove lavorava. La ragazza, che ha un trascorso di problemi psichiatrici e un presente di disturbi alimentari, era stata adottata da bambina, insieme a suo fratello, dalla famiglia Cendron che l’aveva portata via da un istituto dell’Est Europa dove aveva subito gravi maltrattamenti. I genitori, in collegamento con lo studio, hanno ricordato come Marianna raccontasse di percosse e punizioni severe, e di come la notte si intrufolasse nel refettorio dell’orfanotrofio per rubare del cibo per lei e per il fratellino. La ragazza, che nonostante l’affetto della nuova famiglia non ha mai superato il trauma, rifiutava ormai le terapie psichiatriche e aveva iniziato a lavorare in un ristorante della zona. Entrata in conflitto adolescenziale con i genitori, si era trasferita a vivere in casa di Renzo, un vicino più grande di 25 anni con cui intratteneva uno strano rapporto in cui si alternavano amicizia e repulsione. La sera della scomparsa, aveva lasciato detto a Renzo che non sarebbe rientrata presto perché aveva un appuntamento col suo fidanzatino, un giovane del posto. Ma a quell’incontro non si è mai presentata. La famiglia non esclude la fuga volontaria, vista la sua condizione, ma gli inquirenti trovano improbabile che se ne sia andata lasciando a casa del vicino i documenti, e anche un po’ di denaro che avrebbe potuto farle comodo.

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