“Buonanotte anima mia, adesso spengo la luce e così sia…”. Recita le ultime parole di “Cara” la lapide sulla tomba di Lucio Dalla, le cui ceneri sono state inumate oggi, in Certosa, assieme a quelle della madre e del padre. Le ceneri del cantautore bolognese, scomparso all’improvviso il 2 marzo dell’anno scorso durante una tournée in Svizzera, riposano ora nella tomba opera del lavoro dello scultore Antonello Paladino su progetto di Stefano Cantaroni, amico dell’artista. Nei pressi, si trovano anche le tombe di altri bolognesi che hanno dato lustro alla loro città: Giosuè Carducci, Otorino Respighi ed Enrico Panzacchi, non troppo lontano da quella del poeta Roberto Roversi. Alla cerimonia, avvenuta questa mattina, ha partecipato, insieme ai parenti, il compagno Marco Alemanno. La lapide in bronzo, che rappresenta Lucio con bastone, cappello e clarino, reca sulla parte marmorea alla base la scritta “Musicista, poeta e maestro di vita”. Per quel che riguarda la silhouette, è tratta dalla foto scattatagli alle isole Tremiti dall’amico fotografo Luigi Ghirri ed è la stessa che appare sulla copertina dell’album ‘DallAmericaCaruso’. Infine, una coroncina rappresentante il rosario, che l’artista portava come anello al dito, e la piccola scultura in bronzo di un ragnetto, per ricordare il suo soprannome: il Ragno. Una delle cugine dell’artista racconta: “E’ triste, ma l’abbiamo fatto con piacere perchè era la sua volontà, una cerimonia che abbiamo voluto solo nostra. Lucio era già venuto a vedere questi posti monumentali, aveva detto: chissà se ci sarà un posto anche per me qui un giorno. Non è solo una tomba la sua, è un omaggio all’artista che è stato, un tributo a Lucio, un monumento per la città”.
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