Nelson Mandela: l’omaggio è gigante

mandela-gigantografia-tuttacronacaNon solo la statua gigante a Pretoria, inaugurata lo scorso 17 dicembre, ora Mandela ha anche una gigantografia a Johannesburg. La storica foto del leader sudafricano in tenuta da boxeur, scattata da Bob Gosani nel 1953 e che immortala Madiba impegnato in un allenamento con il pugile professionista Jerry Moloi sul tetto del South African Associated Newspapers, appare ore su una parete di un  edificio di 11 piani nella città sudafricana. Autore del graffito alto circa 40 metri è l’attivista e street artist Ricky Lee Gordon, 30enne di Città del Capo noto anche come Freddy Sam su commissione del Maboneng precint, area commerciale e culturale nella zona est della città. L’immagine trae ispirazione dalla filosofia Ubuntu – “Non puoi diventare un uomo tutto da solo” – professata da Mandela. Per quel che riguarda la scelta dell’artista, di ritrarre Madiba nella veste di un boxeur, l’artista l’ha scelta “perché sul ring siamo tutti uguali”.

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Mandela abbraccia la nazione: l’imponente statua di Madiba

statua-mandela-tuttacronacaIl presidente sudafricano Jacob Zuma ha inaugurato lunedì, a Pretoria, una statua di Nelson Mandela alta 9 metri. La cerimonia si è tenuta il giorno successivo ai funerali di Madiba a Qunu. La statua in bronzo si trova nei giardini dell’Union Buildings, la sede del governo sudafricano nella capitale, dove la settimana scorsa era stata montata la camera ardente. La scultura, opera degli artisti sudafricani Andre Prinsloo e Ruhan Janse van Vuuren, rappresenta Mandela sorridente con le braccia aperte. “Siamo contenti di essere qui. Vi accorgerete che tutte le statue di Mandela lo si vede mentre alza il pugno”, ha detto Zuma davanti ai familiari del leader della lotta contro l’apartheid e a vari dignitari sudafricani. “Questa è diversa da tutte le altre. Alza le mani. Sta abbracciando tutta la nazione”.

Uno degli omaggi più commoventi a Mandela che ancora non avevamo visto

commemorazione-mandela-tuttacronacaUno degli omaggi più commoventi a Nelson Mandela, che ancora non avevamo visto, ha avuto luogo in un negozio sudafricano lo scorso sabato, il giorno prima che si tenessero i funerali del padre della lotta contro l’apartheid. Il Soweto Gospel Choir ha sorpreso i clienti interpretando la canzone Asimbonanga, scritta da Johnny Clegg per Madiba.

In questo video, lo stesso autore del brano canta assieme a Mandela:

Funerali di Madiba: il presidente Zuma fischiato

nelson-mandela-funerali-tuttacronacaIl 5 dicembre si spegneva il leader sudafricano Nelson Mandela, all’età di 95 anni. Mentre in settimana si è tenuta la cerimonia in suo onore a Johannesburg, alla quale hanno preso parte i potenti della terra, oggi si stanno svolgendo i suoi funerali a Qunu. Presente anche il presidente Jacob Zuma, che è stato fischiato durante la cerimonia quando ha raggiunto il leggio per il suo intervento. Zuma era stato fischiato anche alla commemorazione di Madiba nel Soccer City Stadium. Il presidente ha comunque poi intonato l’inno con i presenti e ha infine cominciato a parlare accolto ancora per qualche secondo da un misto di applausi e contestazioni. Madiba sarà seppellito nel suo villaggio di Qunu, vicino ai genitori e a tre dei suoi figli. Al funerale partecipano circa 4.500 persone, tra rappresentanti delle istituzioni internazionali e sudafricane. Per l’occasione è stata innalzata una tensostruttura nei pressi di Qunu, dove il feretro, avvolto nella bandiera sudafricana, è stato accolto dal canto di un coro che ha intonato un inno religioso in lingua xhosa, l’etnia a cui Mandela apparteneva.

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La foto più curiosa alla commemorazione di Mandela: chi scatta il selfie?

selfie-obama-cameron-tuttacronacaLa giornata di oggi è di quelle che resteranno nella Storia, così come l’uomo immenso alla quale è stata dedicata. Si commemora Nelson Mandela, il leader sudafricano mancato all’età di 95 anni e lo stadio di Johannesburg ha aperto le porte ai grandi della Terra ma anche a tutti coloro che volevano rendere un ultimo omaggio a Madiba. E se lo scatto che ritrae la stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro ha già fatto il giro del mondo, sicuramente un’altra foto viaggerà rapidamente sul Web. A scattarla, Roberto Schimdt per Getty Images ed è a dir poco curiosa. Il fotografo ha infatti immortalato Barack Obama e David Cameron mentre avvicinano la loro testa a quella di Helle Thorning-Schmidt, primo ministro della Danimarca e si scattano un “selfie”, un autoscatto, ormai moda imperante del web. Una foto che potrebbero scattarsi degli amici allo stadio ma che non coinvolge Michelle Obama, che non sembra essere molto favorevole alla trovata. Presenti alla commemorazione, anche il cantate Bono Vox e l’attrice sudafricana Charlize Theron.

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Usa-Cuba: Mandela regala “il disgelo”

obama-castro-tuttacronacaE’ l’agenzia Reuters a diffondere lo scatto che passerà alla storia: in occasione della Commemorazione di Nelson Mandela allo stadio di Johannesburg, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha stretto la mano al leader cubano Raul Castro.

Si tratta di un gesto di disgelo senza precedenti tra i leader delle due nazioni con Castro che, riferisce sempre Reuters, ha sorriso quando Obama gli ha stretto la mano prima di salire sul podio per parlare e salutare Madiba definendolo “un gigante della storia”.obama-castro-tuttacronaca2

Commemorazione per Nelson Mandela: il suo popolo si riunisce per lui

nelson-mandela-funerali-tuttacronacaQuesta mattina, alle 6 ora locale, le porte del Fnb Stadium di Johannesburg, nei pressi di Soweto, sono state aperte. Proprio qui oggi si svolgerà una grande commemorazione per Nelson Mandela. Per l’occasione, saranno presenti una novantina di leader mondiali, tra cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente del Consiglio Enrico Letta. Lo stadio, che contiene quasi 100mila persone, si sta pian piano riempiendo. Il premier italiano, già atterrato in Sud Africa,  ha detto che Nelson Mandela è stato “un riferimento per tutta l’umanità” e ha aggiunto: “Per me è un dovere essere qui”. Ma la folla si sta assiepando anche all’esterno degli altri stadi della metropoli e delle principali città, dove le autorità hanno allestito maxi schermi per trasmettere in diretta la cerimonia in ricordo di Mandela. I primi canti dagli spalti del Fnb Stadium intanto sono iniziati, sotto un cielo grigio e nuvoloso. Molti elicotteri stanno sorvolando l’area. Mercoledì la salma di Tata, il “grande vecchio”, come viene affettuosamente chiamato Mandela nel suo Paese, sarà esposta per tre giorni a Pretoria. I funerali solenni si svolgeranno il 15 dicembre a Qunu, il villaggio natale del grande leader, nella provincia di East Cape.

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Dal Dalai Lama a Elisabetta II: chi e perchè non sarà ai funerali di Mandela

mandela-nelson-tuttacronacaSaranno quasi cento, tra capi di stato e di governo, le personalità politiche che domani assisteranno ai funerali di Stato di Nelson Mandela. Con loro, decine di personaggi famosi di tutto il mondo, dalla modella Naomi Campbell al fondatore di Microsoft, Bill Gates, dalla presentatrice Oprah Winfrey al cantante Bono. Ma ci sono anche dei nomi illustri che mancheranno a questo omaggio che promette di essere il più affollato della storia, tanto che il governo sudafricano ha invitato i leader mondiali a non partecipare al funerale che si terrà Domenica in Qunu, il luogo di nascita di Mandela, dove sarà sepolto il presidente sudafricano. Saranno talmente tanti i vip presenti, che si fa prima a citare gli assenti, in particolar modo, i personaggi di spicco della politica mondiale, ognuno assente per diversi motivi. Il Dalai Lama, a sua volta premio Nobel per la Pace, non sarà presente visto che negli ultimi anni gli è stato negato il visto per entrare in Sudafrica almeno due volte, a causa del rapporto commerciale che intercorre tra lo stato africano e la Cina. Sono stati invece i medici a impedire alla regina d’Inghilterra di compiere viaggi lunghi, motivo per il quale Elisabetta II non parteciperà alla cerimonia, alla quale assisterà invece il principe Carlo. Un aneddoto interessante che riguarda la regina e Mandela è stato raccontato da John Carlin, che spiega come il leader sudafricano “probabilmente era l’unica persona, forse con l’eccezione del duca di Edimburgo, che la chiamava semrpe ‘Elizabeth’, o almeno era l’unico che poteva farlo senza essere ripreso”.  Neanche il re spagnolo Juan Carlos sarà presente, a causa del suo recente intervento. Al suo posto il figlio Felipe, accompagnato dal presidente Mariano Rajoy. Per quel che riguarda Israele, nè il primo ministro Benjamin Netanyahu nè il presidente Simon Peres presenzieranno alla cerimoni. Il primo perché ritiene che la spesa per il viaggio, per lui e gli uomini della sicurezza, sia troppo caro (quasi un milione e mezzo di euro), il secondo perché influenzato e per questo sconsigliato dai medici. Al momento non è noto chi interverrà al loro posto. Hasan Rohani, presidente dell’Iran invierà invece in sua vece il ministro dell’Estero, Mohamad Yavad Zarif, che sarà accompagnato da una delegazione di funzionari. Anche l’ex presidente dell’Iran, Mohamad Jatamí (1997-2005), sarà presente a titolo personale. Altro nome illustre che non presenzierà è Papa Francesco. Al suo posto, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, arcivescovo di Cape Coast (Ghana) e presidente del Consiglio Pontificio della Justizia e della Pace. Ancora, il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha designato il suo vicepresidente, Angelino Garzón, affinchè lo rappresenti in Sudafrica. Quest’ultimo sarà accompagnato dagli ex presidenti Andrés Pastrana ed Ernesto Samper. Anche il presidente cinese Xi Jinping invierà il suo “numero due”, Li Yuanchao. Assente a causa della sua età invece il presidente dell’Uruguay José Mújica, che non può eseguire le vaccinazioni necessarie per viaggiare in Sud Africa. In sua vece, ministro degli Esteri Luis Almagro. Sempre per quel che riguarda il Sud America, neanche il presidente argentino, Cristina Fernández, può intraprendere il viaggio: due mesi fa è stata sottoposta a un intervento e ora è impossibilitata a volare. Al suo posto, il vicepresidente Amando Boudou. Infine, neanche Angela Merkel lascerà il suo Paese natale: al suo posto il presidente tedesco Joachim Gauck. La Cancelliera si è comunque recata nell’ambasciata sudafricana a Berlino per firmare il libro di condoglianze.

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Omaggio a Nelson Mandela in campo: i giocatori rischiano sanzioni disciplinari

drogba-madiba-tuttacronacaLa Federcalcio turca potrebbe punire con sanzioni disciplinari due giocatori del Galatasaray, Didier Drogba ed Ebouè, per avere reso omaggio a Nelson Mandela durante una gara di campionato venerdì 6 dicembre. I due giocatori della Costa d’Avorio, infatti, al termine della partita si erano tolti la maglia restando con le sole t-shirt dove apparivano le scritte, in inglese, ”Grazie Mandela” (Drogba) e ‘‘Riposa in pace Mandela” (Ebouè). Entrambi sono stati deferiti alla Commissione disciplinare dalla Federcalcio turca per avere commesso un ”atto politico” in campo. Questo a seguito di un provvedimento adottato dopo le grandi proteste anti-governative di Gezi Park del giugno scorso con il quale si vieta qualsiasi manifestazione politica negli stadi turchi.

Ciao Madiba! Il saluto dei bambini

ciao-madiba-tuttacronacaPiangono, sorridono, portano un fiore. Si avvolgono in una sua bandiera. Sono i tantissimi bambini sccorsi per l’ultimo saluto a Madiba, forse catturati dal sorriso spontaneo o dallo sguardo intenso. Lui era il “nonno” che tutti avrebbero voluto e loro guardano la sua foto, la sfiorano. E sperano che un giorno quel suo sogno affinchè tutti i bambini godano di una buona educazione, perchè sono loro il futuro del mondo, divenga realtà. 

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Berlusconi commemora Mandela… con una frecciatina ai suoi “nemici”

murales-per-nelson-mandela-tuttacronacaSilvio Berlusconi scrive una nota per ricordare la figura di Nelson Madela, morto a 95 anni e per l’occasione non manca di mandare segnali ai suoi “nemici”. “Nelson Mandela è un eroe della libertà”, inizia. “Il suo insegnamento – si legge – la sua testimonianza la sua forza d’animo capace di non arrendersi mai anche quando le forze del male sembravano essere imbattibili, sono e saranno un esempio per tutti noi”. Quindi l’appello a chi in questo ore si sta unendo al cordoglio per la morte dell’eroe sudafricano: “Mi auguro – dice – che molti, tra coloro che in queste ore ne tessono le lodi, imparino a praticare quella riconciliazione nella verità e nel rispetto reciproco che è stato il suo più grande merito e la sua più grande vittoria.”

L’omaggio della Nasa a Nelson Mandela

nelson-mandela-morto-tuttacronacaAnche la Nasa ha reso omaggio a Nelson Mandela, e lo fa a modo suo, postando in Twitter e Google+ una foto di Capo Sud d’Africa, la sua terra natale, vista dallo spazio. Ad accompagnare l’immagine, la scritta “In onore di Nelson Mandela”. Anche Elon Musk, fondatore di SpaceX, ha dedicato un saluto a uno dei maggiori leader della lotta contro l’apartheid: “Riposa in pace, Nelson Mandela. Un uomo buono e grande” mentre Buzz Aldrin dell’Apollo 11 ha dichiarato che avrebbe continuato ad imparare da lui.

La morte di Nelson Mandela e l’incredibile gaffe de Il Giornale

nelson-mandela1-giornale-tuttacronacaLa notizia della morte di Nelson Mandela ha fatto il giro del mondo ed è diventata la notizia di apertura delle testate online di tutto il mondo, che non solo hanno lasciato spazio al resoconto del decesso, ma hanno dedicato approfonditi ritratti al leader dell’African National Congress. Forse la fretta di essere tra i primi o l’eccessiva commozione hanno però giocato un brutto scherzo a un redattore de Il Giornale. Come ha infatti rilevato Andrea Mollica sul sito di Gad Lerner, sul sito del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti è comparso un titolo che ha dell’incredibile: “Nelson Mandela, il padre dell’apartheid”. Come tutti sappiamo, il Nobel per la Pace del 1993 era uno dei leader della lotta contro l’apartheid, il regime razzista che negava i diritti ai neri, la netta maggioranza della popolazione del Sudafrica. In seguito i redattori hanno corretto quello che loro stessi hanno definito, correttamente, un grave errore, in una nota che lo stesso Mollica ha in seguito riportato e che si può leggere a questo link. “Ci scusiamo con i lettori per l’errore nel titolo interno all’articolo pubblicato questa sera sulla morte di Nelson Mandela. Un errore, grave, smentito dal testo stesso dell’articolo, in cui si ricorda l’innegabile ruolo contro l’apartheid del primo presidente di colore del Sudafrica”.

“Nelson Mandela, esempio che ispira”. Così Letta

nelson-mandela-tuttacronacaIl premier italiano Enrico Letta, a seguito della morte di Nelson Mandela, ha inviato un messaggio al presidente sudafricano Zuma, nel quale scrive: “La scomparsa di Nelson Mandela ha destato profonda emozione nel popolo italiano”. Il Nobel per la Pace è “un esempio di generoso impegno in favore dei diritti e delle ragioni dell’integrazione”: valori “ai quali si ispira l’azione che il governo italiano intende perseguire con forza e determinazione”.

Mandela, un protagonista del XX secolo. E cittadino onorario di Firenze

mandela_renzi-tuttacronacaIl sindaco di Firenze Matteo Renzi, all’apprendere la notizia della morte del leader della lotta contro l’apartheid, ha detto: “Nelson Mandela è stato in assoluto uno dei più importanti protagonisti del ventesimo secolo. Quando gli ho dato la mano, consegnandogli il Fiorino d’oro di Firenze, mi è sembrato di toccare la storia. Nelle sue mani c’erano il peso e la grandezza di una vita combattuta in difesa di un’ideale”.  Era il 1985 quando al Premio Nobel per la Pace venne consegnata la cittadinanza onoraria di Firenze. Il 16 aprile 2012 Renzi fu ricevuto a Johannesburg da Mandela e in quell’occasione gli consegnò il Fiorino d’oro. Il primo cittadino fiorentino ha proseguito: “Dobbiamo essere grati a Mandela perché ha segnato come pochi la storia del secolo scorso con il coraggio e la determinazione delle persone libere e con la forza della non violenza. Oggi il suo messaggio è universale e Firenze, che gli conferì la cittadinanza onoraria in un momento difficile in cui ancora vigeva l’apartheid, porta avanti oggi la sua battaglia per la libertà, la democrazia, la lotta al razzismo”. Ed ha aggiunto: “A Firenze abbiamo dedicato a Madiba il Nelson Mandela Forum: è stata una scelta precisa e anche una scommessa educativa quella di dedicare il palazzetto dello sport non a uno sponsor ma a un’idea e a una cultura di valori”. Infine, Renzi ha concluso: “Oggi il vuoto che ci lascia Mandela può essere riempito solo se facciamo nostra la sua battaglia, può avere un senso se ci facciamo carico, da Firenze, del dolore del mondo, combattendo nella nostra casa razzismo e intolleranze ma non dimenticando cosa avviene in altri paesi, dalla Siria all’Egitto al Mali, dalle morti nel Mediterraneo a quanto accade anche vicino a noi, come a pochi giorni fa a Prato”.

L’Italia e i politici che non si sono accorti della morte di Mandela

mandela-tuttacronacaMatteo Renzi, Nichi Vendola, Cecile Kyenge, Graziano Delrio, Massimo Bray e Giorgia Meloni. Sono questi i primi politici italiani che, in Twitter, hanno dato un ultimo saluto a Madiba. Movimento 5 Stelle, Lega, Nuovo Centrodestra.. Avevano forse avevano altro a cui pensare? Ma mentre i leader mondiali lo ricordano e lo commemorano, ci sorprende che Giorgio Napolitano e Enrico Letta,  rispettivamente un Capo dello Stato e un Premier che inneggiano all’integrazione, non hanno ancora speso una parola… attenderanno forse domani perché il lutto gli ha tolto il fiato? L’Italia è pronta per accogliere l’eredità di Mandela? Possiamo davvero oggi saper cogliere il messaggio e seguire l’esempio dell’ex presidente del SudAfrica o anche noi attenderemo un domani?

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Nelson Mandela: il ricordo dei grandi mondiali e l’abbraccio della sua nazione

nelson-mandela-tuttacronacaMentre una folla composta da molti giovani e persone in lacrime si è radunata sotto l’abitazione della famiglia Mandela, a Johannesburg, per rendere omaggio a Madiba, i potenti del mondo ricordano Madiba, la sua lotta, il suo esempio.

Il presidente Obama, commemorandolo, ha detto: “Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell’umanità”, aggiungendo: “Non posso immaginare la mia vita senza il suo esempio”. “Sono stato uno dei milioni di persone che è stato ispirato da Mandela”, ha ricordato ancora Obama, sottolineando che il giorno in cui Mandela “è uscito dalla prigione mi ha dato l’idea di cosa si può raggiungere quando si è guidati dalla speranza”. Mandela ha “raggiunto più di quanto ci si possa aspettare da ogni uomo. E oggi è tornato a casa. Fermiamoci e ringraziamo del fatto che sia vissuto”.

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha porto le sue condoglianze al Sudafrica dichiarando: “Sono profondamente rattristato di apprendere della morte dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela. E’ stato un grande uomo, un gigante per la giustizia e fonte di ispirazione per l’umanità”.

Anche il premier britannico David Cameron, fra i primi leader al mondo a inchinarsi di fronte alla morte di Nelson Mandela, si è espresso sulla figura dell’ex presidente sudafricano scomparso: “Una grande luce si è spenta nel mondo”. “Nelson Mandela è stato un eroe del nostro tempo”, ha scritto Cameron attraverso Twitter, annunciando che anche la bandiera dinanzi alla sua residenza, al numero 10 di Dowining street, è da stasera a mezz’asta in segno di lutto e di omaggio.

L’ultimo presidente sudafricano dell’epoca dell’apartheid, Frederik De Klerk, è stato invece contattato telefonicamente dalla Cnn, alla quale ha detto: “Grazie a Mandela la riconciliazione in Sudafrica è stata possibile”.

Il mondo piange la morte di Nelson Mandela, un ricordo tramite i suoi aforismi

Nelson-Mandela-morte-tuttacronacaSi è spento all’età di 95 anni il Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela. Alla morte del leader del Sudafrica e della lotta contro l’apartheid è stata dedicata la prima pagina di tutti i giornali mondiali.

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Nel libro “Io, Nelson Mandela – Conversazioni con me stesso”, è possibile trovare alcune delle sue frasi più celebri:

DAL MANOSCRITTO AUTOBIOGRAFICO SCRITTO IN CARCERE
– “Solo i politici da tavolino sono immuni dal commettere sbagli. Gli errori sono insiti nell’azione politica”
– “Ho sviluppato una forza interiore che mi ha fatto dimenticare la povertà in cui versavo, la sofferenza, la solitudine e la frustrazione”

DAL TACCUINO DEL 1962
“Cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile”

DA UNA LETTERA A SEFTON VUTELA, 28 LUGLIO 1969
“Devo confessare che, per quanto mi riguarda, la minaccia della morte non ha mai suscitato in me il desiderio di fare il martire […] La voglia di vivere non è mai scomparsa”

CONVERSAZIONE CON RICHARD STENGEL
“Ci portavano alla cava a scavare calce. E’ una operazione difficile, perché devi usare un piccone. La calce è stratificata nella roccia. Quando trovi uno strato di roccia, per estrarre la calce devi romperlo…. Loro ci mandavano là per dimostrarci che stare in prigione non è facile… Non è mica una passeggiata. Mentre lavoravamo, cantavamo canzoni sulla libertà e tutti ne erano ispirati”.

INEDITO DELL’AUTOBIOGRAFIA
“La nostra non era una lotta ai bianchi in quanto tali ma alla supremazia bianca, una politica pienamente rispecchiata dalla composizione razziale delle principali strutture organizzative e governative a livello nazionale, provinciale e locale”

APPUNTI DI UNA RIUNIONE, 16 GENNAIO 2000
“Il compromesso è l’arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici”

11 febbraio: Mandela Day. Il giorno della liberazione

Nelson-Mandela-Leaves-Prison-in-February-1990-tuttacronacaEra l’11 febbraio 1990 e il lungo incubo finiva, per un uomo, per il suo Paese, per il Mondo. Lui era Nelson Mandela e quel giorno tornava libero dopo oltre 27 anni di prigionia. Il futuro Premio Nobel per la Pace era stato incarcerato nel 1962, condannato a 5 anni prima e all’ergastolo poi. Ma il leader della lotta all’apartheid è più forte di tutti coloro che vogliono piegarlo, che cogliono farlo desistere dalla voglia di combattere contro la segregazione. Lui vince. E continuerà a farlo. Le pressioni della comunità internazionale costringono il governo di Johannesburg e il presidente De Klerk ad aprire la porta del carcere. Fuori, ad aspettarlo, la moglie Winnie Madikizela. E l’intero pianeta.

Addio a Madiba, l’uomo che insegnò a essere liberi

Nelson+Mandela-morto-tuttacronacaSe n’è andato Madiba, lasciando dietro di sè un vuoto difficilmente colmabile ma anche tante lezioni, tanti ricordi, tanti momenti da portare nel cuore. Il primo presidente sudafricano dopo l’apartheid e Premio Nobel per la pace nel 1993, è morto. Ne dà notizia la Cnn. L’annuncio è stato fatto dal presidente del Sudafrica, Jacob Zuma in un commosso discorso televisivo alla nazione. Zuma ha ordinato il lutto nazionale.

“Adesso riposa, adesso è in pace”, ha detto Zuma annunciando la scomparsa del leader sudafricano all’età di 95 anni. “La nostra nazione ha perso un grande figlio”, ha proseguito. Mandela avrà funerali di Stato. “Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre”. Così il presidente sudafricano, Jacob Zuma, nel ricordare Nelson Mandela. Nel suo annuncio Zuma si è rivolto ripetutamente a Mandela col suo popolare e affettuso soprannome: Madiba.

Nelson Rolihlahla Mandela è nato il 18 luglio 1918 ed è stato il primo presidente a essere eletto dopo la fine  dell’apartheid, di cui fu strenuo oppositore, nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993 insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk. Madiba mosse i primi passi verso la conquista della libertà degli uomini nel 1941, quando, con il cugino Justice, fu messo di fronte al fatto di doversi unire in matrimonio con una ragazza scelta dal capo Thembu Dalindyebo. I ragazzi non voleva sottomettersi a questa condizione ma le possibilità erano solo due:  o sposarsi e andare contro il loro massimo principio,  la libertà, oppure non farlo mancando così di rispetto a tribù e famiglia. Scapparono assieme, verso Johannesburg.

Studioso di legge, Mandela fu presto coinvolto nell’opposizione al minoritario regime sudafricano, che negava i diritti politici, sociali, civili alla maggioranza nera sudafricana. Si unì quindi all’African National Congress (ANC) nel 1942. Trascorsi appena due anni, fondò l’associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri. Distintosi nella  campagna di resistenza del 1952 organizzata dall’ANC, ebbe un ruolo importante nell’assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid. Il 5 dicembre 1956 fu arrestato e accusato di tradimento. Il processo terminò nel 1961, con l’assoluzione di tutti gli imputati. Mandela e i suoi colleghi appoggiarono la lotta armata dopo l’uccisione di manifestanti disarmati a Sharpeville, nel marzo del 1960, e la successiva interdizione dell’ANC e di altri gruppi anti-apartheid. Sua compagna nella lotta antirazzista fu la seconda moglie, Winnie Madikizela, sposata nel 1958 e da cui si separò nel 1992. Diventato comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe dell’ANC (“Lancia della nazione”, o MK), della quale fu anche co-fondatore, nel 1961, fu arrestato nell’agosto dell’anno successivo. Il 12 giugno 1964 lui, e con lui i suoi compagni di lotta, furono giudicati colpevoli e condannati all’ergastolo. Nei 26 anni di prigionia, Mandela si coinvolse sempre di più nell’opposizione all’apartheid, mentre lo slogan “Nelson Mandela Libero” risuonò in tutte le campagne anti-apartheid del Mondo. Il suo personale messaggio, da dietro le sbarre, fu: “Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!” Solo l’11 febbraio del 1990, Madiba tornò ad essere un uomo libero. Fu durante gli anni di detenzione che ebbe l’occasione di leggere una poesia in inglese del poeta Britannico William Ernest Henley, del 1875, dal nome Invictus: la principale causa del suo continuare la vita in prigione nell’arco di 26, lunghi anni.

Tornato in libertà, divenne prima Presidente dell’ANC (luglio 1991 – dicembre 1999) quindi presidente del Sudafrica (maggio 1994 – giugno 1999). Fu lui a presiedere la transizione dal vecchio regime basato sull’apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e internazionale e istituì un tribunale speciale, la cosiddetta Commissione per la Verità e la Riconciliazione (Truth and Reconciliacion Commission, TRC). Il 18 luglio 1998, giorno del suo ottantesimo compleanno, si risposò con Graca Machel, di ventidue anni più giovane di lui e che lo accompagnerà fino alla fine. Era il 2004 quando, a 85 anni, Madiba annuciò di volersi ritirare dalla vita pubblica e di voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia, finché le condizioni di salute glielo avessero concesso. Ha comunque fatto un’eccezione nel luglio 2004 confermando il suo duraturo impegno nella lotta contro l’Aids recandosi a Bangkok per parlare alla XV conferenza internazionale sull’AIDS, malattia che si rimprovera di non aver sufficientemente combattuto durante la sua presidenza. Il 27 giugno 2008 a Londra, nell’Hyde Park, si è svolto un grande concerto per ricordare i suoi novant’anni, il suo impegno nella lotta contro il razzismo e il suo contributo alla lotta contro l’AIDS. A sorpresa Nelson Mandela ha voluto essere presente al concerto, accolto da una straordinaria ovazione di circa 500 000 persone. Ai lati del palco campeggiava il numero 46664, il numero che era scritto sulla sua giubba durante la permanenza in carcere. Il 18 luglio 2009, giorno del suo novantunesimo compleanno, un fantasmagorico tributo chiamato “Mandela Day” gli hanno riservato i grandi dello spettacolo, della politica e della cultura mondiale al Radio City Music Hall di New York (USA), manifestazione disertata dal festeggiato per “motivi di salute e di età”. Già gravemente indebolito, non potè partecipare alla cerimonia di apertura dei mondiali di calcio in Sudafrica del 2010, a causa della morte della nipote di 13 anni in un incidente automobilistico, ma la folla l’ha accolto con immutabile amore alla cerimonia di chiusura.

“Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso” 

-Nelson Mandela-

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