Continuano i problemi inerenti al processo a Oscar Pistorius, dopo l’interruzione di ieri quando la Corte ha saputo che la foto di una testimone era stata mostrata da una tv, Charl Johnson, vicino di casa dell’atleta accusato dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, ha affermato di aver subito minacce telefoniche poco prima di deporre in aula, quando già era in tribunale per essere ascoltato. “Questa persona mi ha detto che il mio numero di telefono era stato dato nel corso dell’udienza. Gli ho risposto che non ero consapevole di questo fatto e che non avevo (ancora) testimoniato”, ha spiegato il testimone. L’uomo ha inoltre detto di aver scoperto solo allora che c’erano diverse chiamate senza risposta e un messaggio vocale registrato dall’estero. “Perchè mentire in tribunale, sappiamo che Oscar non ha ucciso Reeva”, queste le parole indirizzate “con tono minatorio” a Johnson nel messaggio. Ma l’accusa ha sferrato anche un altro colpo, facendo emergere un nuovo evento. Qualche settimana prima della morte di Reeva, infatti, Pistorius avrebbe maneggiato male un’arma da cui partì accidentalmente un colpo, e poi chiese a un amico compiacente di assumersene la colpa. Il fatto sarebbe avvenuto a gennaio 2013, in un ristorante alla moda della città dove la coppia risiedeva. Johannesburg. A passare la pistola all’alteta fu Darren Fresco, che lo avvertì che “c’era un colpo in canna”. Ma quando l’arma arrivò nelle mani dell’atleta, inspiegabilmente partì un colpo. Il pugile di professione Kevin Lerena, presente quella sera allo stesso tavolo, ha raccontato: “Ci fu un immediato silenzio”. E ancora: “Guardai a terra e proprio lì dove puntai lo sguardo, dove c’era il mio piede, c’era un foro sul pavimento. Avevo una sbucciatura sul dito, ma non ero ferito”. Pistorius chiese scusa accertandosi che non fossero feriti. Ma poi, voltatosi verso uno di loro, gli chiese di addossarsi la responsabilità dell’accaduto. “Per favore, dì che sei stato tu. C’è troppa attenzione dei media su di me”, ha raccontato Lerena, riportando le parole di Pistorius. “E quando arrivarono i proprietari del ristorante, Darren disse che era stato lui”.
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Processo Pistorius: il testimone dell’accusa minacciato e quel colpo partito…
Pubblicato da tdy22 in marzo 5, 2014
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La tv che fa sospendere il processo a Pistorius: la foto della testimone
Il giudice Thokozile Masipa ha sospeso per alcuni minuti il processo per omicidio a carico di Oscar Pistorius dopo aver scoperto che una tv sudafricana aveva mostrato una foto della prima testimone dell’accusa, contravvenendo alla regola imposte per le riprese del processo. Il giudice ha spiegato: “Prendo questa cosa molto sul serio”. Al momento della sospensione, l’udienza era iniziata da poco. La corte era stata avvertita che una foto della testimone, Michelle Burger, una economista dell’Università di Pretoria che abita a meno di 200 metri dalla casa dell’atleta e che aveva chiesto di non essere ripresa, era stata mostrata da una tv. La testimone ieri, nel primo giorno di processo, aveva raccontato di aver udito le urla di terrore di una donna che chiedeva aiuto prima dei colpi di arma da fuoco sparati da Pistorius. A trasmettere la foto della donna, trovata sul sito dell’università dove insegna, è stata la catena televisiva eNCA. “È abbastanza inquietante. I media erano stati avvertiti. Se non si comportano correttamente non li tratteremo con i guanti di velluto”, ha detto il giudice.
Pubblicato da tdy22 in marzo 4, 2014
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“Mi dichiaro non colpevole”: Pistorius in tribunale
Al via oggi il processo a Oscar Pistorius per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp. Le prime parole dell’atleta, accusato di aver ucciso la modella a colpi di pistola il giorno di San Valentino dell’anno scorso, sono state: “Mi dichiaro non colpevole. Ho ucciso per errore”. Nella prima udienza davanti alla Corte di Pretoria è stata ascoltata la testimonianza di una vicina, Michelle Burger, che ha raccontato di aver sentito quella notte “urla raccapriccianti”, seguite da quattro spari. La testimonianza della donna è stata però contestata dall’avvocato Barry Roux, a partire dal numero degli spari: “Ha ragione suo marito quando dice di averne sentiti cinque o sei?”, ha chiesto il legale nel corso della deposizione. “Sono certa di averne sentiti quattro, non parlo a nome di mio marito”, ha replicato la donna. “Come fa a sapere che suo marito sia stato onesto?”, ha incalzato l’avvocato. “Stiamo insieme da 20 anni e so che è una persona onesta”, ha risposto la testimone. Roux ha chiesto più volte alla donna se fosse convinta che Pistorius stesse mentendo. “Non capisco perché non abbia sentito le urla”, ha replicato la testimone, accusata più volte dall’avvocato di aver cambiato versione: “Lei non è sicura e che cosa fa, lei sta facendo speculazioni, sta cercando di colmare tutte le lacune” nella sua testimonianza.
Pubblicato da tdy22 in marzo 3, 2014
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Tutto pronto in Sudafrica per “il processo del secolo”: Pistorius in Tribunale
Era il 14 febbraio 2013 e la modella Reeva Steenkamp, fidanzata di Oscar Pistorius, veniva uccisa. A impugnare l’arma, proprio l’atleta sudafricano. Oggi inizia, a Pretoria, quello che in molti definiscono “il processo del secolo”, durante il quale Pistorius rischia 25 anni. In aula è presente anche la madre di Reeva, che ha detto: “Qualsiasi cosa deciderà la corte sono pronta a perdonarlo prima però voglio obbligarlo a guardarmi, e vedere il dolore e l’angoscia che mi ha inflitto”. Intanto, il Sudafrica è diviso tra innocentisti e colpevolisti in un caso che ha una portata mediatica con pochi precedenti. E proprio ai media parla ancora June, la madre della modella: “Molte persone nella mia posizione vorrebbero vederlo morto o punito in modo esemplare. Ma credo nella fede e nella giustizia e non c’è odio o voglia di vendetta nel mio cuore”. Nella lunga intervista la donna ha ricordato di aver minacciato una volta Pistorius, quando Reeva le telefonò per dirle che lui stava guidando a velocità troppo alta: “Prenditi cura di mia figlia o ti distruggo”, aveva tuonato la madre. I media britannici ritengono che il processo avrà una durata di circa tre settimane mentre Sky News ritiene che saranno cruciali i rilevamenti fatti dalla polizia scientifica dopo la tragica notte in cui lui aprì il fuoco con la sua pistola da 9mm contro la ragazza attraverso la porta del bagno. Pistorius ha ammesso di aver sparato, ma per errore, pensando che nel bagno si nascondesse un ladro, entrato di soppiatto in casa in piena notte. Secondo l’accusa si trattò invece di omicidio volontario, avvenuto in seguito a un violento litigio. Pistorius è in libertà vigilata, ma se sarà giudicato colpevole di omicidio premeditato rischia il carcere a vita. La perizia balistica mostrerebbe che la mira fu precisa e i colpi non vennero sparati a caso, come quando si sentono rumori di un intruso o di un potenziale ladro. Secondo gli esperti, inoltre, le tracce di sangue lasciate dalla vittima potranno essere determinanti per far piena luce sulla vicenda. “Anche la traiettoria dei proiettili attraverso la porta del bagno fornirà una chiara indicazione di quello che è successo”, ha detto l’esperto di balistica J.C. de Klerk. Tutto questo servirà per capire se si è trattato di un tragico incidente o di un assassinio a sangue freddo.
Pubblicato da tdy22 in marzo 3, 2014
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A tre giorni dal processo spunta Leah, la nuova fidanzata di Pistorius
Prenderà il via lunedì prossimo, il 3 marzo, il processo che vede al banco degli imputati Oscar Pistorius, accusato di omicidio premeditato per la morte della fidanzata Reeva Steenkamp. Ora, quando mancano tre giorni al ritorno dell’atleta in tribunale, il Sun pubblica la foto della nuova fiamma e rivela: “Oscar e Leah (questo il nome della donna, ndr) sembrano davvero molto presi e lei lo sta aiutando tanto per cercare di superare questo difficile momento. Un mese fa gli ha anche presentato la sua famiglia, che vive in una fattoria vicino Potchefstroom, a due ore da Johannesburg, e tutti l’hanno accolto benissimo”.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 28, 2014
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“Il dolore e la tristezza mi consumano”: Pistorius parla per la prima volta
Un anno fa, il 14 febbraio 2013, moriva la modela Reeva Steenkamp, fidanzata del campione paralimpico Oscar Pistorius. La donna è morta proprio per mano dell’uomo con cui avrebbe dovuto festeggiare il giorno degli innamorati che ora attende il 3 marzo, giorno in cui si aprirà il processo che lo vede accusato di omicidio premeditato. Il 27enne, che rischia da 25 anni di carcere all’ergastolo, ha rotto oggi il muro del silenzio. “Il dolore e la tristezza mi consumano”, scrive, parlando della sofferenza dei genitori, della famiglia e degli amici della modella. Quella notte, nella sua abitazione a Pretoria, Pistorius sparò contro la porta del bagno in cui la 29enne si era chiusa, uccidendola. Ha sostenuto di aver agito nella convinzione di avere a che fare con un intruso, ma l’accusa afferma che la violenza sia stata conseguenza di una lite. I media di tutto il mondo seguiranno l’evoluzione del caso. “Nessuna parola è in grado di rappresentare adeguatamente i miei sentimenti sul devastante incidente che ha causato così tanta sofferenza a tutti quanti amavano veramente, e continuano ad amare, Reeva”, ha scritto Pistorius. “La perdita di Reeva – ha proseguito – e il totale trauma di quel giorno, li porterò con me per il resto della vita”. Si tratta della prima dichiarazione di Oscar sulla morte della fidanzata. E’ la prima volta che lo sportivo rilascia una dichiarazione sulla morte della fidanzata, perché in precedenza ha sempre affidato i suoi pensieri allo zio Arnold. La madre di Reeva, June, ha annunciato che intende essere presente al processo a Pretoria. Sinora nessuno dei membri della famiglia Steenkamp ha mai partecipato alle udienze in tribunale, mentre i parenti dell’atleta sono sempre stati al suo fianco. Pistorius affronta anche accuse legate al possesso di armi, mentre mercoledì i suoi legali hanno trovato un accordo con la donna che gli imputava una presunta aggressione. Cinque anni fa venne arrestato perché Cassidy Taylor-Memmory lo denunciò per averla ferita a una festa, sbattendo una porta.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 14, 2014
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Nelson Mandela: l’omaggio è gigante
Non solo la statua gigante a Pretoria, inaugurata lo scorso 17 dicembre, ora Mandela ha anche una gigantografia a Johannesburg. La storica foto del leader sudafricano in tenuta da boxeur, scattata da Bob Gosani nel 1953 e che immortala Madiba impegnato in un allenamento con il pugile professionista Jerry Moloi sul tetto del South African Associated Newspapers, appare ore su una parete di un edificio di 11 piani nella città sudafricana. Autore del graffito alto circa 40 metri è l’attivista e street artist Ricky Lee Gordon, 30enne di Città del Capo noto anche come Freddy Sam su commissione del Maboneng precint, area commerciale e culturale nella zona est della città. L’immagine trae ispirazione dalla filosofia Ubuntu – “Non puoi diventare un uomo tutto da solo” – professata da Mandela. Per quel che riguarda la scelta dell’artista, di ritrarre Madiba nella veste di un boxeur, l’artista l’ha scelta “perché sul ring siamo tutti uguali”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 12, 2014
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Mandela abbraccia la nazione: l’imponente statua di Madiba
Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha inaugurato lunedì, a Pretoria, una statua di Nelson Mandela alta 9 metri. La cerimonia si è tenuta il giorno successivo ai funerali di Madiba a Qunu. La statua in bronzo si trova nei giardini dell’Union Buildings, la sede del governo sudafricano nella capitale, dove la settimana scorsa era stata montata la camera ardente. La scultura, opera degli artisti sudafricani Andre Prinsloo e Ruhan Janse van Vuuren, rappresenta Mandela sorridente con le braccia aperte. “Siamo contenti di essere qui. Vi accorgerete che tutte le statue di Mandela lo si vede mentre alza il pugno”, ha detto Zuma davanti ai familiari del leader della lotta contro l’apartheid e a vari dignitari sudafricani. “Questa è diversa da tutte le altre. Alza le mani. Sta abbracciando tutta la nazione”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 17, 2013
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Uno degli omaggi più commoventi a Mandela che ancora non avevamo visto
Uno degli omaggi più commoventi a Nelson Mandela, che ancora non avevamo visto, ha avuto luogo in un negozio sudafricano lo scorso sabato, il giorno prima che si tenessero i funerali del padre della lotta contro l’apartheid. Il Soweto Gospel Choir ha sorpreso i clienti interpretando la canzone Asimbonanga, scritta da Johnny Clegg per Madiba.
In questo video, lo stesso autore del brano canta assieme a Mandela:
Pubblicato da tdy22 in dicembre 17, 2013
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Funerali di Madiba: il presidente Zuma fischiato
Il 5 dicembre si spegneva il leader sudafricano Nelson Mandela, all’età di 95 anni. Mentre in settimana si è tenuta la cerimonia in suo onore a Johannesburg, alla quale hanno preso parte i potenti della terra, oggi si stanno svolgendo i suoi funerali a Qunu. Presente anche il presidente Jacob Zuma, che è stato fischiato durante la cerimonia quando ha raggiunto il leggio per il suo intervento. Zuma era stato fischiato anche alla commemorazione di Madiba nel Soccer City Stadium. Il presidente ha comunque poi intonato l’inno con i presenti e ha infine cominciato a parlare accolto ancora per qualche secondo da un misto di applausi e contestazioni. Madiba sarà seppellito nel suo villaggio di Qunu, vicino ai genitori e a tre dei suoi figli. Al funerale partecipano circa 4.500 persone, tra rappresentanti delle istituzioni internazionali e sudafricane. Per l’occasione è stata innalzata una tensostruttura nei pressi di Qunu, dove il feretro, avvolto nella bandiera sudafricana, è stato accolto dal canto di un coro che ha intonato un inno religioso in lingua xhosa, l’etnia a cui Mandela apparteneva.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 15, 2013
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La foto più curiosa alla commemorazione di Mandela: chi scatta il selfie?
La giornata di oggi è di quelle che resteranno nella Storia, così come l’uomo immenso alla quale è stata dedicata. Si commemora Nelson Mandela, il leader sudafricano mancato all’età di 95 anni e lo stadio di Johannesburg ha aperto le porte ai grandi della Terra ma anche a tutti coloro che volevano rendere un ultimo omaggio a Madiba. E se lo scatto che ritrae la stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro ha già fatto il giro del mondo, sicuramente un’altra foto viaggerà rapidamente sul Web. A scattarla, Roberto Schimdt per Getty Images ed è a dir poco curiosa. Il fotografo ha infatti immortalato Barack Obama e David Cameron mentre avvicinano la loro testa a quella di Helle Thorning-Schmidt, primo ministro della Danimarca e si scattano un “selfie”, un autoscatto, ormai moda imperante del web. Una foto che potrebbero scattarsi degli amici allo stadio ma che non coinvolge Michelle Obama, che non sembra essere molto favorevole alla trovata. Presenti alla commemorazione, anche il cantate Bono Vox e l’attrice sudafricana Charlize Theron.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 10, 2013
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Usa-Cuba: Mandela regala “il disgelo”
E’ l’agenzia Reuters a diffondere lo scatto che passerà alla storia: in occasione della Commemorazione di Nelson Mandela allo stadio di Johannesburg, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha stretto la mano al leader cubano Raul Castro.
Si tratta di un gesto di disgelo senza precedenti tra i leader delle due nazioni con Castro che, riferisce sempre Reuters, ha sorriso quando Obama gli ha stretto la mano prima di salire sul podio per parlare e salutare Madiba definendolo “un gigante della storia”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 10, 2013
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Commemorazione per Nelson Mandela: il suo popolo si riunisce per lui
Questa mattina, alle 6 ora locale, le porte del Fnb Stadium di Johannesburg, nei pressi di Soweto, sono state aperte. Proprio qui oggi si svolgerà una grande commemorazione per Nelson Mandela. Per l’occasione, saranno presenti una novantina di leader mondiali, tra cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente del Consiglio Enrico Letta. Lo stadio, che contiene quasi 100mila persone, si sta pian piano riempiendo. Il premier italiano, già atterrato in Sud Africa, ha detto che Nelson Mandela è stato “un riferimento per tutta l’umanità” e ha aggiunto: “Per me è un dovere essere qui”. Ma la folla si sta assiepando anche all’esterno degli altri stadi della metropoli e delle principali città, dove le autorità hanno allestito maxi schermi per trasmettere in diretta la cerimonia in ricordo di Mandela. I primi canti dagli spalti del Fnb Stadium intanto sono iniziati, sotto un cielo grigio e nuvoloso. Molti elicotteri stanno sorvolando l’area. Mercoledì la salma di Tata, il “grande vecchio”, come viene affettuosamente chiamato Mandela nel suo Paese, sarà esposta per tre giorni a Pretoria. I funerali solenni si svolgeranno il 15 dicembre a Qunu, il villaggio natale del grande leader, nella provincia di East Cape.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 10, 2013
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Dal Dalai Lama a Elisabetta II: chi e perchè non sarà ai funerali di Mandela
Saranno quasi cento, tra capi di stato e di governo, le personalità politiche che domani assisteranno ai funerali di Stato di Nelson Mandela. Con loro, decine di personaggi famosi di tutto il mondo, dalla modella Naomi Campbell al fondatore di Microsoft, Bill Gates, dalla presentatrice Oprah Winfrey al cantante Bono. Ma ci sono anche dei nomi illustri che mancheranno a questo omaggio che promette di essere il più affollato della storia, tanto che il governo sudafricano ha invitato i leader mondiali a non partecipare al funerale che si terrà Domenica in Qunu, il luogo di nascita di Mandela, dove sarà sepolto il presidente sudafricano. Saranno talmente tanti i vip presenti, che si fa prima a citare gli assenti, in particolar modo, i personaggi di spicco della politica mondiale, ognuno assente per diversi motivi. Il Dalai Lama, a sua volta premio Nobel per la Pace, non sarà presente visto che negli ultimi anni gli è stato negato il visto per entrare in Sudafrica almeno due volte, a causa del rapporto commerciale che intercorre tra lo stato africano e la Cina. Sono stati invece i medici a impedire alla regina d’Inghilterra di compiere viaggi lunghi, motivo per il quale Elisabetta II non parteciperà alla cerimonia, alla quale assisterà invece il principe Carlo. Un aneddoto interessante che riguarda la regina e Mandela è stato raccontato da John Carlin, che spiega come il leader sudafricano “probabilmente era l’unica persona, forse con l’eccezione del duca di Edimburgo, che la chiamava semrpe ‘Elizabeth’, o almeno era l’unico che poteva farlo senza essere ripreso”. Neanche il re spagnolo Juan Carlos sarà presente, a causa del suo recente intervento. Al suo posto il figlio Felipe, accompagnato dal presidente Mariano Rajoy. Per quel che riguarda Israele, nè il primo ministro Benjamin Netanyahu nè il presidente Simon Peres presenzieranno alla cerimoni. Il primo perché ritiene che la spesa per il viaggio, per lui e gli uomini della sicurezza, sia troppo caro (quasi un milione e mezzo di euro), il secondo perché influenzato e per questo sconsigliato dai medici. Al momento non è noto chi interverrà al loro posto. Hasan Rohani, presidente dell’Iran invierà invece in sua vece il ministro dell’Estero, Mohamad Yavad Zarif, che sarà accompagnato da una delegazione di funzionari. Anche l’ex presidente dell’Iran, Mohamad Jatamí (1997-2005), sarà presente a titolo personale. Altro nome illustre che non presenzierà è Papa Francesco. Al suo posto, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, arcivescovo di Cape Coast (Ghana) e presidente del Consiglio Pontificio della Justizia e della Pace. Ancora, il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha designato il suo vicepresidente, Angelino Garzón, affinchè lo rappresenti in Sudafrica. Quest’ultimo sarà accompagnato dagli ex presidenti Andrés Pastrana ed Ernesto Samper. Anche il presidente cinese Xi Jinping invierà il suo “numero due”, Li Yuanchao. Assente a causa della sua età invece il presidente dell’Uruguay José Mújica, che non può eseguire le vaccinazioni necessarie per viaggiare in Sud Africa. In sua vece, ministro degli Esteri Luis Almagro. Sempre per quel che riguarda il Sud America, neanche il presidente argentino, Cristina Fernández, può intraprendere il viaggio: due mesi fa è stata sottoposta a un intervento e ora è impossibilitata a volare. Al suo posto, il vicepresidente Amando Boudou. Infine, neanche Angela Merkel lascerà il suo Paese natale: al suo posto il presidente tedesco Joachim Gauck. La Cancelliera si è comunque recata nell’ambasciata sudafricana a Berlino per firmare il libro di condoglianze.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 9, 2013
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Omaggio a Nelson Mandela in campo: i giocatori rischiano sanzioni disciplinari
La Federcalcio turca potrebbe punire con sanzioni disciplinari due giocatori del Galatasaray, Didier Drogba ed Ebouè, per avere reso omaggio a Nelson Mandela durante una gara di campionato venerdì 6 dicembre. I due giocatori della Costa d’Avorio, infatti, al termine della partita si erano tolti la maglia restando con le sole t-shirt dove apparivano le scritte, in inglese, ”Grazie Mandela” (Drogba) e ‘‘Riposa in pace Mandela” (Ebouè). Entrambi sono stati deferiti alla Commissione disciplinare dalla Federcalcio turca per avere commesso un ”atto politico” in campo. Questo a seguito di un provvedimento adottato dopo le grandi proteste anti-governative di Gezi Park del giugno scorso con il quale si vieta qualsiasi manifestazione politica negli stadi turchi.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 9, 2013
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Ciao Madiba! Il saluto dei bambini
Piangono, sorridono, portano un fiore. Si avvolgono in una sua bandiera. Sono i tantissimi bambini sccorsi per l’ultimo saluto a Madiba, forse catturati dal sorriso spontaneo o dallo sguardo intenso. Lui era il “nonno” che tutti avrebbero voluto e loro guardano la sua foto, la sfiorano. E sperano che un giorno quel suo sogno affinchè tutti i bambini godano di una buona educazione, perchè sono loro il futuro del mondo, divenga realtà.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 6, 2013
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Berlusconi commemora Mandela… con una frecciatina ai suoi “nemici”
Silvio Berlusconi scrive una nota per ricordare la figura di Nelson Madela, morto a 95 anni e per l’occasione non manca di mandare segnali ai suoi “nemici”. “Nelson Mandela è un eroe della libertà”, inizia. “Il suo insegnamento – si legge – la sua testimonianza la sua forza d’animo capace di non arrendersi mai anche quando le forze del male sembravano essere imbattibili, sono e saranno un esempio per tutti noi”. Quindi l’appello a chi in questo ore si sta unendo al cordoglio per la morte dell’eroe sudafricano: “Mi auguro – dice – che molti, tra coloro che in queste ore ne tessono le lodi, imparino a praticare quella riconciliazione nella verità e nel rispetto reciproco che è stato il suo più grande merito e la sua più grande vittoria.”
Pubblicato da tdy22 in dicembre 6, 2013
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L’omaggio della Nasa a Nelson Mandela

Pubblicato da tdy22 in dicembre 6, 2013
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La morte di Nelson Mandela e l’incredibile gaffe de Il Giornale

Pubblicato da tdy22 in dicembre 6, 2013
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“Nelson Mandela, esempio che ispira”. Così Letta
Il premier italiano Enrico Letta, a seguito della morte di Nelson Mandela, ha inviato un messaggio al presidente sudafricano Zuma, nel quale scrive: “La scomparsa di Nelson Mandela ha destato profonda emozione nel popolo italiano”. Il Nobel per la Pace è “un esempio di generoso impegno in favore dei diritti e delle ragioni dell’integrazione”: valori “ai quali si ispira l’azione che il governo italiano intende perseguire con forza e determinazione”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 6, 2013
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Mandela, un protagonista del XX secolo. E cittadino onorario di Firenze
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi, all’apprendere la notizia della morte del leader della lotta contro l’apartheid, ha detto: “Nelson Mandela è stato in assoluto uno dei più importanti protagonisti del ventesimo secolo. Quando gli ho dato la mano, consegnandogli il Fiorino d’oro di Firenze, mi è sembrato di toccare la storia. Nelle sue mani c’erano il peso e la grandezza di una vita combattuta in difesa di un’ideale”. Era il 1985 quando al Premio Nobel per la Pace venne consegnata la cittadinanza onoraria di Firenze. Il 16 aprile 2012 Renzi fu ricevuto a Johannesburg da Mandela e in quell’occasione gli consegnò il Fiorino d’oro. Il primo cittadino fiorentino ha proseguito: “Dobbiamo essere grati a Mandela perché ha segnato come pochi la storia del secolo scorso con il coraggio e la determinazione delle persone libere e con la forza della non violenza. Oggi il suo messaggio è universale e Firenze, che gli conferì la cittadinanza onoraria in un momento difficile in cui ancora vigeva l’apartheid, porta avanti oggi la sua battaglia per la libertà, la democrazia, la lotta al razzismo”. Ed ha aggiunto: “A Firenze abbiamo dedicato a Madiba il Nelson Mandela Forum: è stata una scelta precisa e anche una scommessa educativa quella di dedicare il palazzetto dello sport non a uno sponsor ma a un’idea e a una cultura di valori”. Infine, Renzi ha concluso: “Oggi il vuoto che ci lascia Mandela può essere riempito solo se facciamo nostra la sua battaglia, può avere un senso se ci facciamo carico, da Firenze, del dolore del mondo, combattendo nella nostra casa razzismo e intolleranze ma non dimenticando cosa avviene in altri paesi, dalla Siria all’Egitto al Mali, dalle morti nel Mediterraneo a quanto accade anche vicino a noi, come a pochi giorni fa a Prato”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 6, 2013
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Il mondo piange la morte di Nelson Mandela, un ricordo tramite i suoi aforismi
Si è spento all’età di 95 anni il Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela. Alla morte del leader del Sudafrica e della lotta contro l’apartheid è stata dedicata la prima pagina di tutti i giornali mondiali.
Nel libro “Io, Nelson Mandela – Conversazioni con me stesso”, è possibile trovare alcune delle sue frasi più celebri:
DAL MANOSCRITTO AUTOBIOGRAFICO SCRITTO IN CARCERE
– “Solo i politici da tavolino sono immuni dal commettere sbagli. Gli errori sono insiti nell’azione politica”
– “Ho sviluppato una forza interiore che mi ha fatto dimenticare la povertà in cui versavo, la sofferenza, la solitudine e la frustrazione”
DAL TACCUINO DEL 1962
“Cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile”
DA UNA LETTERA A SEFTON VUTELA, 28 LUGLIO 1969
“Devo confessare che, per quanto mi riguarda, la minaccia della morte non ha mai suscitato in me il desiderio di fare il martire […] La voglia di vivere non è mai scomparsa”
CONVERSAZIONE CON RICHARD STENGEL
“Ci portavano alla cava a scavare calce. E’ una operazione difficile, perché devi usare un piccone. La calce è stratificata nella roccia. Quando trovi uno strato di roccia, per estrarre la calce devi romperlo…. Loro ci mandavano là per dimostrarci che stare in prigione non è facile… Non è mica una passeggiata. Mentre lavoravamo, cantavamo canzoni sulla libertà e tutti ne erano ispirati”.
INEDITO DELL’AUTOBIOGRAFIA
“La nostra non era una lotta ai bianchi in quanto tali ma alla supremazia bianca, una politica pienamente rispecchiata dalla composizione razziale delle principali strutture organizzative e governative a livello nazionale, provinciale e locale”
APPUNTI DI UNA RIUNIONE, 16 GENNAIO 2000
“Il compromesso è l’arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici”
Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/05/il-mondo-piange-la-morte-di-nelson-mandela-un-ricordo-tramite-i-suoi-aforismi/
11 febbraio: Mandela Day. Il giorno della liberazione
Era l’11 febbraio 1990 e il lungo incubo finiva, per un uomo, per il suo Paese, per il Mondo. Lui era Nelson Mandela e quel giorno tornava libero dopo oltre 27 anni di prigionia. Il futuro Premio Nobel per la Pace era stato incarcerato nel 1962, condannato a 5 anni prima e all’ergastolo poi. Ma il leader della lotta all’apartheid è più forte di tutti coloro che vogliono piegarlo, che cogliono farlo desistere dalla voglia di combattere contro la segregazione. Lui vince. E continuerà a farlo. Le pressioni della comunità internazionale costringono il governo di Johannesburg e il presidente De Klerk ad aprire la porta del carcere. Fuori, ad aspettarlo, la moglie Winnie Madikizela. E l’intero pianeta.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/05/11-febbraio-mandela-day-il-giorno-della-liberazione/
Addio a Madiba, l’uomo che insegnò a essere liberi
Se n’è andato Madiba, lasciando dietro di sè un vuoto difficilmente colmabile ma anche tante lezioni, tanti ricordi, tanti momenti da portare nel cuore. Il primo presidente sudafricano dopo l’apartheid e Premio Nobel per la pace nel 1993, è morto. Ne dà notizia la Cnn. L’annuncio è stato fatto dal presidente del Sudafrica, Jacob Zuma in un commosso discorso televisivo alla nazione. Zuma ha ordinato il lutto nazionale.
“Adesso riposa, adesso è in pace”, ha detto Zuma annunciando la scomparsa del leader sudafricano all’età di 95 anni. “La nostra nazione ha perso un grande figlio”, ha proseguito. Mandela avrà funerali di Stato. “Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre”. Così il presidente sudafricano, Jacob Zuma, nel ricordare Nelson Mandela. Nel suo annuncio Zuma si è rivolto ripetutamente a Mandela col suo popolare e affettuso soprannome: Madiba.
Nelson Rolihlahla Mandela è nato il 18 luglio 1918 ed è stato il primo presidente a essere eletto dopo la fine dell’apartheid, di cui fu strenuo oppositore, nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993 insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk. Madiba mosse i primi passi verso la conquista della libertà degli uomini nel 1941, quando, con il cugino Justice, fu messo di fronte al fatto di doversi unire in matrimonio con una ragazza scelta dal capo Thembu Dalindyebo. I ragazzi non voleva sottomettersi a questa condizione ma le possibilità erano solo due: o sposarsi e andare contro il loro massimo principio, la libertà, oppure non farlo mancando così di rispetto a tribù e famiglia. Scapparono assieme, verso Johannesburg.
Studioso di legge, Mandela fu presto coinvolto nell’opposizione al minoritario regime sudafricano, che negava i diritti politici, sociali, civili alla maggioranza nera sudafricana. Si unì quindi all’African National Congress (ANC) nel 1942. Trascorsi appena due anni, fondò l’associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri. Distintosi nella campagna di resistenza del 1952 organizzata dall’ANC, ebbe un ruolo importante nell’assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid. Il 5 dicembre 1956 fu arrestato e accusato di tradimento. Il processo terminò nel 1961, con l’assoluzione di tutti gli imputati. Mandela e i suoi colleghi appoggiarono la lotta armata dopo l’uccisione di manifestanti disarmati a Sharpeville, nel marzo del 1960, e la successiva interdizione dell’ANC e di altri gruppi anti-apartheid. Sua compagna nella lotta antirazzista fu la seconda moglie, Winnie Madikizela, sposata nel 1958 e da cui si separò nel 1992. Diventato comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe dell’ANC (“Lancia della nazione”, o MK), della quale fu anche co-fondatore, nel 1961, fu arrestato nell’agosto dell’anno successivo. Il 12 giugno 1964 lui, e con lui i suoi compagni di lotta, furono giudicati colpevoli e condannati all’ergastolo. Nei 26 anni di prigionia, Mandela si coinvolse sempre di più nell’opposizione all’apartheid, mentre lo slogan “Nelson Mandela Libero” risuonò in tutte le campagne anti-apartheid del Mondo. Il suo personale messaggio, da dietro le sbarre, fu: “Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!” Solo l’11 febbraio del 1990, Madiba tornò ad essere un uomo libero. Fu durante gli anni di detenzione che ebbe l’occasione di leggere una poesia in inglese del poeta Britannico William Ernest Henley, del 1875, dal nome Invictus: la principale causa del suo continuare la vita in prigione nell’arco di 26, lunghi anni.
Tornato in libertà, divenne prima Presidente dell’ANC (luglio 1991 – dicembre 1999) quindi presidente del Sudafrica (maggio 1994 – giugno 1999). Fu lui a presiedere la transizione dal vecchio regime basato sull’apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e internazionale e istituì un tribunale speciale, la cosiddetta Commissione per la Verità e la Riconciliazione (Truth and Reconciliacion Commission, TRC). Il 18 luglio 1998, giorno del suo ottantesimo compleanno, si risposò con Graca Machel, di ventidue anni più giovane di lui e che lo accompagnerà fino alla fine. Era il 2004 quando, a 85 anni, Madiba annuciò di volersi ritirare dalla vita pubblica e di voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia, finché le condizioni di salute glielo avessero concesso. Ha comunque fatto un’eccezione nel luglio 2004 confermando il suo duraturo impegno nella lotta contro l’Aids recandosi a Bangkok per parlare alla XV conferenza internazionale sull’AIDS, malattia che si rimprovera di non aver sufficientemente combattuto durante la sua presidenza. Il 27 giugno 2008 a Londra, nell’Hyde Park, si è svolto un grande concerto per ricordare i suoi novant’anni, il suo impegno nella lotta contro il razzismo e il suo contributo alla lotta contro l’AIDS. A sorpresa Nelson Mandela ha voluto essere presente al concerto, accolto da una straordinaria ovazione di circa 500 000 persone. Ai lati del palco campeggiava il numero 46664, il numero che era scritto sulla sua giubba durante la permanenza in carcere. Il 18 luglio 2009, giorno del suo novantunesimo compleanno, un fantasmagorico tributo chiamato “Mandela Day” gli hanno riservato i grandi dello spettacolo, della politica e della cultura mondiale al Radio City Music Hall di New York (USA), manifestazione disertata dal festeggiato per “motivi di salute e di età”. Già gravemente indebolito, non potè partecipare alla cerimonia di apertura dei mondiali di calcio in Sudafrica del 2010, a causa della morte della nipote di 13 anni in un incidente automobilistico, ma la folla l’ha accolto con immutabile amore alla cerimonia di chiusura.
“Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”
-Nelson Mandela-
Pubblicato da tdy22 in dicembre 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/05/addio-a-madiba-luomo-che-insegno-a-essere-liberi/
La famiglia di Mandela riunita per decidere il luogo della sepoltura
Nelson Mandela è ancora vivo, ma la famiglia si è riunita per decidere il luogo della sepoltura anche se ufficialmente “È una riunione degli amaDlomo”, si è limitato a dichiarare uno dei partecipanti, riferendosi al sottoclan della tribù dei Thembu al quale appartiene la famiglia. Tutti sanno invece che ancora vi è un’aperta discussione per decidere quale sarà il luogo che ospiterà per sempre il corpo di Madiba.
Pubblicato da tdy22 in giugno 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/25/la-famiglia-di-mandela-riunita-per-decidere-il-luogo-della-sepoltura/
Mandela: tempo di lasciarlo andare?
Si attendeva per oggi il nuovo bollettino medico sulle condizioni di salute di Nelson Mandela, ricoverato l’altro giorno in ospedale per un aggravarsi delle sue condizioni di salute, ma non è stato divulgato mentre la giornata è trascorsa in un preoccupante silenzio. Madiba si avvia così a trascorrere la terza notte in ospedale per il riacutizzarsi dell’infezione polmonare che lo tormenta da tempo. L’edizione di oggi del quotidiano sudafricano Sunday Times ha aperto con un titolo a tutta pagina che recita: “È tempo di lasciarlo andare”, citando un amico di Mandela. “Una volta che la famiglia lo lascerà andare, anche il popolo sudafricano farà lo stesso – ha detto Andrew Mlangeni -. Ringrazieremo Dio per averci donato la presenza di un uomo del genere e lo lasceremo andare”. Nel frattempo in tutto il Paese le persone pregano per lui mentre, a Pretoria, giornalisti e fotografi sono assiepati fuori dall’ospedale dove potrebbe essere stato ricoverato il Premio Nobel per la Pace: non c’è la certezza che sia però quella la struttura, visto che nulla è trapelato dalla Presidenza. E in molti si interrogano se sia giusto continuare a volerlo trattenere. Mandela si era ritirato dalla vita pubblica nel 2004, per dedicare il suo tempo alla famiglia. Simbolo della lotta anti-apartheid è comparso sempre più raramente in pubblico e ogni volta è apparso più fragile e provato, come in occasione della fugace apparizione, nel gelo invernale di Johannesburg, alla finale dei Mondiali di calcio allo stadio Soccer City nel luglio del 2010. Negli ultimi anni Mandela è stato spesso colpito da infezioni polmonari, a causa degli strascichi lasciati dalla tubercolosi contratta durante la sua permanenza nel carcere di Robben Island, dove ha trascorso diciotto dei 27 anni in cui è stato privato della libertà. Anni passati a spaccare rocce riducendole in una polvere che ha danneggiato irreparabilmente i suoi polmoni.
Pubblicato da tdy22 in giugno 9, 2013
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Preoccupano le condizioni di Mandela: nuovo ricovero in ospedale
Nelson Mandela, ex presidente sudafricano e premio Nobel per la pace, è stato nuovamente ricoverato in ospedale per un’infezione polmonare, come riferisce una nota della presidenza. Le sue condizioni sono “molto preoccupanti, ma stabili”. Nel comunicato del presidente sudafricano Jacob Zuma si legge “Questa mattina il suo stato è peggiorato ed è stato trasferito in un ospedale di Pretoria”. Le condizioni di salute dell’ex presidente ”questa volta sono gravi”, ha però aggiunto, poco dopo, un portavoce del governo in Tv. ”La situazione questa volta è grave, ma i dottori ci hanno assicurato che è sereno”, ha detto Mac Maharaj.
Pubblicato da tdy22 in giugno 8, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/08/preoccupano-le-condizioni-di-mandela-nuovo-ricovero-in-ospedale/
Oscar Pistorius: il business è tutto su di lui!
Pubblicato da tdy22 in aprile 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/28/oscar-pistorius-il-business-e-tutto-su-di-lui/
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