Un normale prelievo del sangue che diventa un’odissea per un giovane padovano tossicodipendente che si era rivolto al Sert. F.C. il 6 aprile del 2011, si presenta al centro dove l’infermiere Massimiliano Zambon ha difficoltà a inserire un ago per il prelievo essendo le vene del giovane molto lesionate. Così avrebbe autorizzato a fare da sé l’utente, che avrebbe colpito però l’arteria al posto della vena nella regione femorale destra provocando un’iniziale tumefazione inguinale. Il ragazzo si rivolge quindi alla struttura ospedaliera Sant’Antonio, nove giorni dopo con dolori lancinanti e qui un primo chirurgo interpellato avrebbe raccomandato al paziente solo riposo, ghiaccio sull’ematoma e una terapia antinfiammatoria. Il 28 aprile, a fronte di un ulteriore peggioramento, il ragazzo torna in ospedale dove un secondo chirurgo avrebbe preso sotto gamba il suo quadro clinico, non prescrivendo i necessari approfondimenti. Il risultato, per il giovane è un indebolimento permanente della gamba e della capacità di deambulare causato dalla lacerazione all’arteria femorale che appunto non sarebbe stata curata a dovere. Ora dovranno rispondere di lesioni colpose il dottor Alberto Previato Schiesari e il collega Giacomo Sarzo, oltre l’infermierre del Sert.