
Via Rasella ha fatto scoppiare la bufera. L’Associazione dei partigiani (Anpi) ha sottolineato l’errata definizione data da “Il Viaggio” su Rai Tre che in un servizio sulle Fosse Ardeatine aveva definito Via Rasella un “attentato storico” mentre l’Anpi ha fatto notare che si è trattato di una “legittima azione di guerra partigiana”.
La frase era stata detta nell’ambito di un intervista che Pippo Baudo aveva fatto al maggiore dell’Esercito, Francesco Sardone, che è anche direttore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine. In tale occasione Baudo avrebbe detto la frase che ora è al centro del dibattito che ne è sorto. Il noto conduttore, come ricostruito dal giornalista Alessandro Fulloni sul Corriere della Sera, si è poi giustificato dicendo:
“Qui si gioca con le parole. Mi pare che non abbiamo mai detto “terrorismo” ma per esserne sicuro dovrei vedere il filmato. In ogni caso anche se avessimo fatto questo riferimento non sarebbe stato nel senso che si usa oggi. Allora parliamo di attentato, lo era sì o no? I nazisti, che hanno tutta la mia disistima per quello che hanno compiuto nel mondo, facevano pattugliamento. I partigiani sapevano che la reazione dei tedeschi sarebbe stata uno a dieci? Purtroppo che questa rappresaglia nazista ci sarebbe stata era noto perché c’erano manifesti su tutti i muri di Roma, come ha spiegato bene il maggiore Sardone”.
Dietro quelle parole magari ci sono state vite umane spezzate? Ideali? Il concetto stesso d’Italia? Quindi potrebbe non è un “semplice gioco di parole”, ma uno stravolgimento dei fatti storici come viene rilevato nella risposta dell’Anpi al conduttore:
“Dobbiamo correggere il maggiore Sardone che ha raccontato che dopo l’8 settembre del ’43 i Gruppi Armati Proletari cominciarono a compiere attentati contro i tedeschi, evidentemente confondendo i G.A.P., Gruppi di Azione Patriottica responsabili dell’azione di via Rasella, con i Gruppi Armati Proletari, gruppo terroristico degli anni di piombo. Parlando della rappresaglia, le domande di Baudo sembrano legittimare le presunte leggi di guerra, solo in parte spiegate dal maggiore dell’Esercito, continuando a diffondere l’idea sbagliata che si potessero uccidere 10 persone per ogni militare morto. Baudo afferma: “Dobbiamo dire la verità, sui fatti ancora si discute… gli autori non si sono mai presentati, anzi, sono stati insigniti di medaglia d’oro ed alcuni hanno fatto i deputati”.
L’Anpi non accetta la ricostruzione degli avvenimenti fatta da Il Viaggio:
“In realtà l’eccidio fu compiuto dai tedeschi in gran segreto e in tempi rapidissimi (21 ore dopo l’azione), in combutta con la polizia fascista, che consegnò alle SS di Kappler una parte delle vittime. Non fu rivolto alcun appello a consegnarsi agli autori dell’azione di via Rasella nè vi fu alcun preavviso della rappresaglia. Proprio per celare il posto dell’eccidio, i tedeschi fecero esplodere delle bombe all’ingresso delle cave Ardeatine. Ricordiamo – prosegue l’associazione dei partigiani – quindi a Baudo, nel ’70 anniversario della Resistenza, e a tutti i cittadini italiani che lo hanno ascoltato, che la verità è un’altra ed è stata definitivamente stabilita dai tribunali”.
La replica del conduttore non si è fatta attendere e Baudo ha dichiarato:
“Purtroppo questa è una spina dolorosa che si trascina nel tempo, ma una volta che sai che la tua azione, per quanto eroica, contribuirà a far ammazzare 335 persone o hai il coraggio di dire “sono stato io” e ti immoli o verranno uccisi degli innocenti. L’esempio più calzante è quello del vice brigadiere dei carabinieri Salvo d’Acquisto che si è immolato”.
Baudo infine sottolinea la differenza tra “tribunale della storia” e “tribunale della morale”, che sono ben diversi:
“Nessuno si è immolato per salvare queste vittime. Io sono per i partigiani e quello che hanno fatto in Italia è eroico ma in questo caso un atto di eroismo in più ci stava”.
Forse anche una trasmissione e un servizio in meno ci stava?
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