Il Portogallo svende i mirò per salvarsi dalla bancarotta!

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Il Portogallo è una delle tante vittime della crisi mondiale e forse di quelle politiche economiche europee che si scagliano soprattutto sui Paesi del Mediterraneo mettendoli in ginocchio senza valorizzare i tesori che ognuno possiede, primi fra tutti quelli culturali e artistici che sembrano non trovare spazio tra le politiche comunitarie. Perciò il Portogallo è costretto ha svendere i suoi 85 Mirò acquisiti con la  nazionalizzazione del Banco Portogues de Negocios avvenuta nel 2008. L’operazione dovrebbe servire a coprire parte del fallimento della banca e si spera di realizzare tra i 35 e i 70 milioni di euro, anche se la collezione potrebbe arrivare a valere 160 milioni di euro. Naturalmente questa operazione è stata molto contestata in patria in particolare  dai partiti dell’opposizione che hanno anche avviato una raccolta firme per impedire la vendita. Tuttavia l’esecutivo conservatore guidato da Pedro Passos Coelho ha dato il via libera alla casa d’aste Christie’s a Londra di mettere all’incanto le opere dell’artista catalano dopo che il tribunale amministrativo di Lisbona ha rigettato la richiesta di sospensione cautelare della vendita avanzata da cinque deputati socialisti e avallata dalla Procura generale della Repubblica.

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Gli negano il prestito e dà fuoco alla banca

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Cittadini esasperati che la crisi ha reso potenziali “mine vaganti”. L’ultimo è un 69enne che aveva riposto tutte le sue speranze in un prestito in banca, ma davanti al rifiuto dell’istituto di credito ha appiccato fuoco alla filiale, rimanendo anche ferito. Il fatto è accaduto a Brescia e l’uomo, di origini casertane, è in stato di arresto anche se al momento è stato ricoverato in ospedale. L’incendio poi è stato domato in tempi rapidi. Cosa spinge un 69enne a chiedere un prestito in banca quando a quell’età invece si sognerebbe solo di lasciarsi alle spalle i mutui e le rate? Può davvero lo stato riuscire ad arrivare a quanti hanno bisogno di un aiuto nell’età avanzata? Sembra che la crisi non la stia pagando solo chi è giovane, ma anche gli anziani, la classe media e tutti gli imprenditori che ormai sono al collasso… intanto in parlamento si chiede la fiducia, ma un cittadino un prestito non lo ottiene… per lui non c’è fiducia che valga!

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Per rapinare una banca… basta chiedere i soldi!

ladri-banca-tuttacronacaRicco bottino per due rapinatori che, vestiti con giubbotti, guanti e passamontagna, sono entrati nell’agenzia del Credito cooperativo del Friuli a Cavalicco, frazione di Tavagnacco, alle porte di Udine, quando all’interno non c’erano clienti. I due, uno dei quali con accento meridionale, si sono limitati a dichiarare di volere il denaro e gli impiegati, spaventati e temendo per la loro incolumità, hanno consegnato loro le banconote che avevano: 25mila euro in totale. I due, preso il malloppo, si sono a quel punto allontanati a bordo di una Fiat Stilo station wagon che li attendeva all’esterno, e che è risultata rubata in provincia di Pordenone. La vettura è stata ritrovata poco dopo vicino al cimitero. I carabinieri della stazione di Feletto Umberto, del Norm di Udine, del Reparto operativo e della squadra rilievi, sono ora impegnati nelle indagini e sono certi che ci fosse un terzo complice.

Arresto a Parigi: è l’attentatore?

attentatore-parigi-tuttacronacaFinito lo stato d’allerta a Parigi? Dopo il falso allarme di ieri, sembra sia arrivata la svolta: una persona è stata posta in stato di fermo nell’inchiesta sull’attentatore che terrorizza la capitale francese. Si tratterebbe, dagli indizi che giungono anche se la Procura non l’ha spiegato, dell’uomo che ha aperto il fuoco due giorni fa alla sede di Libération ferendo un assistente fotografo e che poi si è dato alla fuga senza che la polizia riuscisse a fermarlo. L’arresto oggi è avvenuto mentre il sospettato era  all’interno di un’automobile, in un parcheggio, e stava prendendo delle medicine, forse nell’intento di suicidarsi. Ad affermarlo la radio Europe 1. Lo stato di alterazione dell’individuo fermato, probabilmente per l’assunzione di farmaci, spiegherebbe il suo immediato trasferimento in ospedale. Sembra, stando a quanto appreso da fonti dell’inchiesta, che non sarebbe stato in grado di sostenere un interrogatorio. La Procura disporrà ora l’esame del Dna, per metterlo a confronto con i rilievi sulle tracce trovate sui bossoli e nell’auto dell’uomo preso lunedì pomeriggio in ostaggio. Il procuratore, Robert Gelli, ha precisato che l’esame della scientifica è stato effettuato sui bossoli ritrovati nella sede del giornale e davanti alla sede della Societé Generale, dove l’uomo ha sparato contro una vetrata, oltre che sulla portiera della Renault Twingo dell’ostaggio sequestrato durante venti minuti, tra la Defense e gli Champs-Elysees.

I lunghi tentacoli del riciclaggio: perquisizioni in Germania

'ndrangheta-germania-tuttacronacaPassaggi di denaro tra Italia e Germania attraverso una banca tedesca. E’ su questo che gli inquirenti tedeschi stanno tentando di far luce con 25 perquisizioni a proprietà e imprese in sei diversi Laender . L’indagine sul riciclaggio di denaro sporco coinvolge la cosca di ‘ndrangheta degli Arena e si riferisce al finanziamento della costruzione di un parco eolico a Crotone, sequestrato nel luglio dello scorso anno e che si sospetta sia stato acquistato dalla ‘ndrangheta con i proventi di estorsioni, traffico di droga e altre attività criminali. A riferire dell’inchiesta internazionale sulla ‘ndrangheta per presunto riciclaggio di denaro è stato il procuratore di Osnabrueck, nel nord della Germania, Alexander Retemeyer. Perquisizioni, ha riferito a Reuters, sono state effettuate anche in Austria. Secondo le Nazioni Unite, Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra investirebbero nell’economia reale 116 miliardi di euro provenienti da attività illegali. Come spiega Reuters, “Oggetto delle perquisizioni sono state anche le filiali di Hsh Nordbank, banca tedesca controllata all’85% dalle regioni di Amburgo e Shleswig-Holstein, che ha finanziato il parco eolico da 225 milioni di euro vicino a Isola di Capo Rizzuto, nel crotonese. La banca e i suoi impiegati non sono sotto inchiesta, ha precisato il magistrato. Gli inquirenti italiani hanno iniziato ad indagare sul parco eolico nel 2008 e il tribunale di Catanzaro ne ha ordinato il sequestro nel 2012 sul sospetto che fosse di proprietà del clan Arena attraverso una complessa serie di prestanome e società. Al momento del sequestro, il parco da 48 turbine era considerato il più grande d’Europa. Il procuratore Retemeyer ha spiegato che il suo ufficio sta indagando su diverse società nella regione di Emsland, sospettate di essere coinvolte nel riciclaggio. Il magistrato ha aggiunto che la sua procura sta collaborando con le autorità italiane.”

E’ ancora caccia all’uomo in Francia, sale la paura: “può colpire di nuovo”

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Un volto, ma nessun nome questa è la sconvolgente verità che da ieri sta sconvolgendo la Francia e in particolare Parigi dove un uomo ha sparato alla redazione di ‘Libération’, ferendo un assistente fotografo ora ricoverato in prognosi riservata.  La polizia ha diffuso una nuova foto dell’attentatore di Parigi, questa volta con i contorni netti e in primo piano. Alto circa 1,70 – 1,80, barba di due-tre giorni e occhiali. Si tratta di un uomo “calmo e determinato”, che “sa ciò che fa”. Sanno che ha un’età compresa tra i 35 e i 45 anni, in apparenza europeo, forse con la testa rasata.

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E’ stato anche ascoltato l’uomo che ieri è stato preso in ostaggio per  20 minuti. “Ha detto di essere uscito di prigione, di essere pronto a tutto e avere con sé una bomba” ha raccontato aggiungendo di aver visto la bomba che aveva in una delle due due borse. Nell’altra c’era un fucile a pompa. La polizia sta anche verificando alcune delle telefonate più credibili tra le centinaia ricevute dai cittadini, esortati dal procuratore a dare informazioni utili a un numero verde.

Giornalista minacciato con un fucile: è l’attentatore francese?

attentatore-parigi-tuttacronacaL’attentatore che ha ferito un assistente fotografo nella redazione del quotidiano francese Libértation potrebbe essere lo stesso uomo che lo scorso venerdì 17 novembre ha minacciato con un fucile un giornalista della BFMTV in Francia. Sono gli inquirenti che hanno visto il filmato ripreso dalle telecamere di sorveglianza la settimana scorsa a fare questo collegamento. Il video è stato pubblicato oggi in rete. 

Appena uscito di prigione, ecco il curriculum dell’attentatore di Parigi

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E’ caccia all’uomo a Parigi e con il calar della sera le possibilità di prendere l’uomo diventano più complesse, anche se la polizia francese ha assicurato che sta facendo tutto il possibile per catturare l’attentatore. Inoltre sono uscite anche delle nuove notizie. E’ stata BFM-TV citando fonti dell’inchiesta, a sostenere che l’attentatore parlando con l’automobilista brevemente preso in ostaggio ha dichiarato di essere uscito da poco di prigione e di avere ordigni esplosivi nella borsa. Intanto sono state diffuse le foto dell’uomo che ha sconvolto la vita a Parigi e tenuto la Francia con il fiato sospeso.

Notizie vengono anche dall’ospedale dove è stato ricoverato il 23enne che oggi è stato ferito. Dopo un intervento di 6 ore per lui le condizioni restano gravi. Per 48 ore ancora, la sua prognosi resta riservata.

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Uomo in fuga a Parigi: ha con sè diverse bombe a mano

uomo-armato-parigi-tuttacronacaContinua la caccia all’uomo che ha aperto il fuoco alla sede della redazione del quotidiano Libération ferendo un assistente fotografo prima per poi sparare anche davanti alla sede della banca Société Generale. L’uomo si è quindi diretto agli Champs-Elysees prendendo in ostaggio un uomo che si trovava a passare a bordo della sua auto. Dopo essere sceso dalla vettura ha ripreso la sua fuga a piedi, nella zona fra George V, il Lungosenna e Trocadero. Si è quindi recato alla fermata della metropolitana. Si tratta di una persona di circa 40-45. Secondo l’identikit in mano alla polizia, l’uomo – che è stato fotografato – indossa un parka color kaki e un cappellino. E’ armato di fucile a pompa e, secondo dei testimoni, diverse bombe a mano. Le immagini dell’uomo che ha aperto il fuoco coincidono con quelle dell’aggressore che venerdì scorso, armato, era entrato nella sede di BFM TV, aveva minacciato un giornalista, poi aveva espulso due cartucce dal fucile a pompa, aggiungendo: “La prossima volta non mancherò il colpo”. Nel frattempo, il sito di Libération sarebbe stato attaccato da alcuni hacker, come ha denuncia to lo stesso giornale, in un breve messaggio sul suo profilo Twitter. Il sito “non può essere aggiornato per il momento”.

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Ancora spari a Parigi: aperto il fuoco alla sede della banca Société Generale

sparatoria-francia-tuttacronacaMattinata infuocata oggi a Parigi. Dopo la sparatoria dentro la redazione del quotidiano francese Libération, durante la quale è rimasto ferito gravemente l’assistente di un fotografo, lo stesso uomo si è diretto alla sede della banca Société Generale, alla Defense di Parigi, il quartiere degli affari della città. Qui ha aperto il fuoco attorno a mezzogiorno. Stando alle prime informazioni, nessuno è rimasto ferito.

Le ultime notizie riportano che la polizia è intenta nella caccia all’uomo, con le auto delle forze dell’ordine che stanno affluendo sugli Champs-Elysees mentre un elicottero sorvola la zona. L’aggressore si sarebbe fatto lasciare sulla celebre avenue da un automobilista preso in ostaggio. L’uomo ha riferito di essere stato costretto a prendere a bordo l’attentatore.

La lettera segreta di Mario Draghi

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E’ la Repubblica in un articolo di Federico Fubini a parlare della lettera segreta scritta da Mario Draghi alla Commissione Ue circa un mese fa per dire no ad ogni giro di vite sui bond bancari e per dire che quanto chiede la Bundesbank, ovvero di mettere a punto nuove regole  sui bilanci è pericoloso.

Solo pochissimi dovevano saperlo, perché l’iniziativa del presidente della Banca centrale europea tocca il tema oggi più sensibile per l’area euro: come far fronte alle esigenze di capitale delle banche, che potrebbero rivelarsi molto forti, quando l’esame della nascente vigilanza europea le avrà messe a nudo.
Cosa riguardava nello specifico la lettera?
Il crescendo di tensioni fra autorità finanziarie è legato all’avvio dell’unione bancaria. Circa 150 banche europee stanno per passare al setaccio dei regolatori sotto l’ombrello della Bce, fra cui 13 italiane: da Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps, al Credito Valtellinese. Il processo partirà a inizio 2014 e dovrebbe durare un anno. Dopo il compito di vigilare su quegli istituti andrà alla Bce, che dunque prima vuole essere certa che i loro bilanci non nascondano brutte sorprese. Il rischio è tutto nel passaggio: se mal gestite, le conseguenze di questa verifica rischiano riportare in recessione intere economie o rendere insostenibile il debito dei Paesi più fragili. Tutto dipende da come si svolgerà l’analisi e da come le banche potranno rafforzare il capitale se – o quando – la Bce le obbligherà a farlo.
Il pensiero di Draghi nella lettera è che occorra in tutti i modi “evitare di imporre perdite a chi ha investito in obbligazioni delle banche, almeno per il momento, se ciò può destabilizzare il sistema finanziario in Europa”.
E il cuore della lettera di Draghi è proprio la critica alle posizioni della Germania. Ancora Fubini:
L’idea che gli istituti di credito si rafforzino semplicemente rinnegando parte dei loro debiti nasce dalla Germania. Sarebbe una cancellazione del valore di certi bond, che così di fatto andrebbero in insolvenza. La Commissione europea ha fatta propria questa idea in un documento di tre mesi fa, che stabilisce una regola: prima che una banca in difficoltà possa rafforzare il capitale tramite un aiuto di Stato pagato dai contribuenti, dev’esserci il «coinvolgimento » («bail-in») dei creditori privati; i più esposti fra questi, i cosiddetti creditori subordinati, devono rinunciare al rimborso dei bond nei quali hanno investito. E prima di loro lo stesso deve accadere anche per gli azionisti.
Nel 2014 la vigilanza Ue testerà le banche, sui bilanci e sulla capacità di resistere a un eventuale choc economico. Per questo la Bce, visti i bilanci, potrebbe chiedere aumenti di capitale alle banche da decine di miliardi di euro. Ma come? Di privati pronti a mettere soldi non ce ne sono. E allora, spiega Repubblica
Per questo, su spinta tedesca, si prospetta già una quadrupla linea di intervento, in base a una precisa gerarchia. In primo luogo vengono spazzati via i diritti degli azionisti e dei creditori subordinati, per aumentare il capitale in proporzione ai debiti. Quindi, se il default parziale non basta, diventa possibile per uno Stato mettere fondi pubblici nella banca. La terza linea di difesa sarebbe poi il fondo salvataggi europeo, l’Esm, ma ora Berlino chiede che anche i creditori privilegiati vengano colpiti prima che si possa attingere alle risorse comuni dell’area euro. Tutto dipenderà dai risultati dell’esame delle banche e da come saranno condotti. Ma un sistema del genere, se mal gestito, può generare un crollo di fiducia degli investitori nelle banche e un’impennata del debito per sostenerle con aiuti di Stato.
Draghi nella sua lettera  non è contrario a far pagare i creditori quando l’unione bancaria europea sarà a velocità di crociera. Ora però teme che imporre ora perdite sui bond, potenzialmente per decine di banche europee allo stesso tempo, può destabilizzare i mercati.
In Italia ci sono 2,7 miliardi di bond bancari subordinati in scadenza nel 2014 e 4,6 nel 2015. Gli investitori reagirebbero al timore di essere colpiti vendendo i bond, dunque aumentando i costi di finanziamento delle banche; ciò aggraverebbe la stretta al credito per le imprese. In più, gli obbligazionisti potrebbero trascinare le banche e la Bce in una serie infinita di ricorsi in tribunale.
A Bruxelles qualcuno osserva che, con la sua lettera, Draghi ha abbandonato la sua neutralità in difesa interessi italiani. Di certo il presidente della Bce non la vede così, ma conosceva questo rischio e anche per questo voleva mantenere il segreto. Il fatto che abbia agito lo stesso, dà la misura delle sue preoccupazioni.

 

Nuove rivelazioni sul caso Melania Rea

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Rocco Parolisi scende in campo per la difesa del fratello Salvatore e in un’intervista telefonica a Quarto Grado afferma: «Forse Salvatore sa qualcosa, ma non parla. Viene da chiedersi: ma se fosse stato minacciato da qualcuno e per timore lo tenesse nascosto?»

Naturalmente sono le parole del fratello dell’imputato per la morte di Melania Rea e vanno, quindi, vagliate attentamente: «Stando agli atti e secondo il mio pensiero – dice Rocco – Salvatore è innocente, ma è il giudizio di un fratello». L’uomo ha poi aggiunto «Noi non sappiamo quello che è successo,  ma se avessimo una pista alternativa, l’avremmo fornita agli inquirenti. Vogliamo la verità, perché teniamo alla nostra famiglia e a quella di Melania».

Rocco entra anche nel rapporto tra Salvatore e Melania:

«Escludo l’amore cieco per Melania, ma mio fratello voleva bene al nucleo familiare», e prosegue. «Non sapevo che tra loro ci fosse crisi: l’ho scoperto qualche giorno dopo l’accaduto. Sono rimasto male quanto sono venuto a conoscenza della storia parallela e provo rabbia per il fatto che Salvatore non ne abbia informato subito la magistratura».

«Salvatore era un ragazzo tranquillo, un ‘bonaccione’ – ricorda il fratello Non si allontanava mai da casa, giocava nel quartiere». Sulla circostanza per la quale nessun amico abbia mai difeso il fratello, Rocco replica: «È vero: ma dobbiamo partire dal presupposto che si è arruolato giovane e ha lasciato nella prima adolescenza tutti i suoi amici (che ora sono sparsi per l’Italia per lavoro). Da quando Salvatore si è arruolato e lavorava per lo Stato, queste amicizie sono venute meno. Gli unici amici che potrebbe avere, sono i commilitoni».

«Ho parlato con Salvatore due mesi fa» conclude Rocco Parolisi,«era sfiduciato per come sono andate le cose e mi ha detto che è pronto a sostenere la sua innocenza. È un ragazzo testardo e con forza d’animo. Non credo che per lui ci sarà un’altra condanna». L’appello per il processo è fissato per il prossimo 25 settembre  all’Aquila, nel primo grado Parolisi è stato condannato all’ergastolo.

Melania:Parolisi scrive a Corte appello,'condanna infondata'

Vince 8500 euro: muore colpito da un infarto fulminante

vincita-rupie-muore-infarto-tuttacronacaZazar, un uomo pachistano 60enne, si era recato alla sua banca per ritirare una piccola somma. Allo sportello, una notizia sconvolgente: aveva vinto il premio che l’istituto assegna ogni anno a un cliente di una quota di un fondo d’investimento. La somma ammontava a 1.2 milioni di rupie, più o meno 8500 euro. Cifra che gli avrebbe consentito di uscire dall’indigenza e dare una svolta alla sua vita. Ma appena appresa la notizia, come racconta un impiegato, l’uomo “ha barcollato e si è accasciato al suolo ucciso da un infarto fulminante”.

Va in banca… e viene derubato dalla guardia giurata

guardia-giurata-banca-tuttacronacaDisavventura per un utente di una banca di Piazza della Rupubblica, a Napoli. L’uomo, un 53enne, ha depositato il portafogli all’interno di una delle cassette portaoggetti poste all’ingresso dell’agenzia e dopo qualche ora, quando è uscito e l’ha ripreso, ha scoperto che gli erano stati sottratti 500 euro. La vittima ha denunciato il furto al commissariato San Ferdinando e la polizia ha provveduto a controllare le riprese della telecamera di sorveglianza scoprendo così che la guardia giurata in servizio all’esterno della banca aveva aperto la cassetta dell’uomo utilizzando la chiave di un’altra. Ne ha quindi prelevato il portafogli e, esaminatone il contenuto, si e’ appropriato delle banconote prima di riporlo al suo posto. Gli agenti hanno identificato il vigilante, gli hanno requisito la licenza di porto d’armi, la pistola utilizzata per il servizio e lo hanno denunciato per furto aggravato.

Muore stagista, colpa delle 72h di lavoro continuato?

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Un ragazzo tedesco di 21 anni, Moritz Erhardt, è morto durante uno stage nella sede londinese della Bank of America. Secondo alcuni, ma non è assolutamente accertato il fatto, la morte potrebbe essere stata causata dalle 72 ore di lavoro continuato e senza pause al quale il giovane era stato ( o si era) sottoposto. Il ragazzo è stato trovato morto nella doccia all’interno del dormitorio per studenti di Bethnal Green, nell’est di Londra. Secondo altri la morte di Erhardt non sarebbe riconducibile al lavoro anche perchè, come spiegano molti, sarebbe improbabile che il ragazzo avesse lavorato per 72 di fila, dal momento che a Londra come altrove gli uffici chiudono almeno la notte. In realtà lo stagista sarebbe morto a causa della sua epilessia. Resta da chiarire se il violento attacco di epilessia, qualora si provasse che la causa del malore che ha colpito il ragazzo derivasse da una crisi epilettica, però possa essere collegata allo stress accumulato durante lo stage.  Il suo decesso, ancora lontano dall’essere chiarito, ha aperto un dibattito, soprattutto su internet, sugli stage nelle grandi banche che troppo spesso sottopongono gli aspiranti manager a massacranti orari di lavoro. Un ex banchiere ha rivelato all’Independent che di solito i tirocinanti lavorano 14 ore al giorno. ”Di solito arrivano a 100-110 ore di lavoro alla settimana – ha aggiunto – ma la gente sa quanto sia difficile e stressante questo tipo di impiego”.

 

Usa rapina in banca, ansia per gli ostaggi

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Sarebbero almeno tre le persone che si troverebbero ostaggio di un uomo che sta tentando una rapina in una banca a St. Joseph, in Louisiana, negli Stati Uniti. Sul posto ci sono anche i negoziatori dell’Fbi. Gli ostaggi, probabilmente impiegati dell’istituto di credito, secondo le autorità locali, potrebbero essere ammanettati  all’interno della banca. Non si esclude che tra gli ostaggi però ci potrebbero essere anche dei clienti. Al momento le informazioni sono ancora limitate e confuse.

 

Il terrore corre sul conto corrente e arriva alle obbligazioni!

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L’accordo per gestire le future crisi bancarie non ricadrà sui contribuenti, ma direttamente sui cittadini. I primi a pagare saranno gli azionisti, poi  obbligazionisti e infine i correntisti. Chi mette il denaro in banca deve pagare anche la cattiva gestione senza poter usufruire degli utili. Quindi se la banca è sana il correntista non percepisce un dividendo, ma se la banca è in crisi deve partecipare a risanare la banca? In Italia diciamo che i correntisti potrebbero essere relativamente tranquilli, ma gli obbligazionisti corrono rischi ingenti. CHi ha una liquidazione che ha investito in obbligazioni può iniziare a tremare, così come chi ha fatto un fondo per integrare la pensione comprando obbligazioni  sicuramente non può più dormire sonni tranquilli. Ci sarà la corsa a

Con una percentuale di obbligazioni pari al 22,3% dei passivi delle banche, l’Italia è il paese europeo “leader” in questa particolare classifica. Dopo di noi l’Austria (21,9), l’Olanda (20,1) e il Portogallo (17,8). Mentre, all’estremo opposto, l’Estonia (0%), la Grecia (0,6), Malta (0,7) e Cipro (1,3). Questi dati, elaborati dal Sole24Ore, illustrano quali categorie di risparmiatori devono sentirsi meno tutelati paese per paese.

La preoccupazione degli obbligazionisti italiani sale, poiché con le nuove regole,  in caso di crisi bancaria, saranno loro insieme agli azionisti a rimetterci i risparmi.  Se poi consideriamo che molto del risparmio italiano è proprio in obbligazioni bancarie e che queste, in larga misura, sono in mano a piccoli risparmiatori, capiamo come sia stata minata proprio la serenità di coloro che cercavano di investire piccole somme in titoli sicuri e che ora hanno una componente di rischio che non avevano sottoscritto all’atto dell’acquisto obbligazionario.

 

A volte basta il pensiero, altre 1 milione e 400mila! Caso Began.

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I regali fanno piacere a tutti. A volte basta il pensiero, altre, invece, serve 1 milione e 400mila euro fatti recapitare con bonifico bancario che finirà dopo qualche giro sul conto di Sabina Began. Ora,  come si legge dall’articolo di Repubblica, le procure di Roma e Bari stanno cercando di ricostruire quell’operazione bancaria che ha sollevato tante polemiche e tanti sospetti.

 Il bonifico, secondo quanto è possibile ricostruire dall’informativa del Nucleo speciale di polizia valutaria, sarebbe stato emesso dal Cavaliere nell’ottobre del 2011. È un momento particolarmente difficile per l’Ape Regina: qualche giorno prima (il 15 settembre) aveva ricevuto un avviso di chiusura delle indagini dalla procura di Bari con l’accusa di aver procurato prostitute proprio a Berlusconi.

Oggi rischia una condanna durissima (lunedì la prossima udienza preliminare a Bari), le accuse sono pesanti e circoscritte. Ma ciò nonostante, nel pieno dello scandalo, l’attrice sembrava avere le idee chiare: «È un complotto contro Berlusconi – confessava ai giornali a ottobre del 2011 – Altro che prostitute, io ero pazza di lui. Io per amore di Silvio rifiutai George Clooney. Io ho agito con amore verso Berlusconi, l’ho amato e lo amo tuttora. Vorrei essere una geisha per il presidente »…..

Porta a Porta diventa servizio pubblico?

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Si parla dei luoghi più sicuri dove tenere i risparmi e nello studio di “Porta a Porta” arriva uno dei famosi plastici di Bruno Vespa: stavolta si tratta di un materasso a grandezza naturale, con tanto di coperte e cuscino, che nasconde una cassaforte.
Vespa lo presenta così: “Ricordate la vecchia storia ‘ma dove tiene i soldi quello per stare tranquillo?’ Nel materasso!”. Ci sarebbero ditte tedesche e spagnole specializzate proprio nella produzione di questo genere di cassaforte che Vespa svela al pubblico italiano.

Violenza nel milanese… rapinatore circondato in una casa abbandonata!

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Un bandito che ha effettuato una rapina, stamani, a Buscate, un comune del Milanese, si è asserragliato in una casa abbandonata che è ora circondata dai carabinieri. Un secondo rapinatore era stato subito bloccato dai militari, dopo un conflitto a fuoco in cui è rimasto ferito.
La rapina si è verificata ai danni di un’agenzia della banca Intesa San paolo che si trova in via Marcona, in una zona periferica della cittadina. I banditi sono entrati in azione intorno alle 9, e quando sono arrivati i carabinieri hanno cercato di fuggire, armati (al momento non si sa se di pistole vere o finte, e se abbiano a loro volta esploso dei colpi o meno). È stata in quell’occasione che i militari hanno ferito, alla gamba, uno dei due.
L’altro, è riuscito ad allontanarsi, anche se di poco, entrando in una villa abbandonata che si trova nei pressi di via Marcona, a poche decine di metri di distanza. La zona è circondata dalle forze dell’ordine, le vie bloccate e i passanti tenuti lontano.

344 milioni di euro è il credito del fisco con Mediolanum!

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344 milioni di euro. Una cifra da capogiro. Eppure è proprio questa la somma che l’Agenzia delle Entrate ha chiesto a Mediolanum, il gruppo di consulenza finanziaria controllato dalla famiglia Doris e dalla Fininvest di Silvio Berlusconi.
A saltare agli occhio degli ispettori del Fisco sono stati i rapporti con la controllata irlandese Mediolanum International Funds, che si occupa del confezionamento e della gestione dei fondi che poi vengono distribuiti attraverso la rete di promotori del gruppo Mediolanum. L’Agenzia delle Entrate contesta il “livello di retrocessione” – giudicato inferiore ai parametri di mercato – delle commissioni incassate dalla controllata irlandese a Mediolanum Vita e Banca Mediolanum. Il sospetto è che il gruppo mantenga su Dublino una quota incongrua dei propri ricavi, così da sottoporli alla mano più leggera del fisco irlandese: secondo l’Agenzia delle Entrate, l’imponibile sottratto al fisco italiano tra il 2005 e il 2007 ammonterebbe a circa mezzo miliardo.

Far West a Roma… Ostaggio un direttore di banca

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Guardie e ladri nel quartiere Tiburtino a Roma. Stamattina durante a una rapina in banca alla filiale Unipol di via di Porta Tiburtina il direttore è stato preso in ostaggio e trascinato fuori per duecento metri, usato come scudo per assicurare la fuga ai malviventi.
Durante il colpo gli agenti erano giunti all’esterno della banca e si sono trovati di fronte i due ladri che tentavano la fuga con il bottino. La polizia ha accerchiato l’edificio: uno dei due rapinatori, entrambi italiani, si è rifugiato all’interno della banca prima di arrendersi. L’altro è rientrato puntando la pistola contro il direttore e dopo averlo minacciato lo ha preso in ostaggio. Poi è uscito fuori facendosi scudo con la vittima e ha cominciato una breve fuga in strada per circa duecento metri, durante la quale ha tentato invano prima di prendere l’auto ad un automobilista e poi di aggredire un’altra persona. In un attimo di distrazione gli agenti sono riusciti a liberare l’ostaggio ed in seguito a bloccare e disarmare il rapinatore. Recuperato anche il bottino da 2.500 euro.

Condominio 2.0: banca del tempo e servizi in comune!

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Il “condominio sociale”, ha già avuto le  prime sperimentazioni a Bologna, ma ora sta conquistando tutto il Paese. La badante e l’idraulico non mancano mai. E presto arriverà anche l’infermiera. Addio quindi al custode tutto fare. Oggi tra le rampe del palazzo si aggirano professionisti sempre pronti a intervenire: ognuno paga le ore di cui ha bisogno con la certezza di un intervento rapido e di una persona di fiducia. Ma la sperimentazione si è allargata anche ai gruppi di acquisto, con la spesa in comune tra le famiglie, e alla banca del tempo, una sorta di baratto in cui ognuno mette a disposizione le proprie professionalità. Mettersi a disposizione e usufruire di servizi in comune, questa è la formula del risparmio per il condominio 2.0!

FAMIGLIE TREMATE… I RISPARMI TASSATI AL 15% ANCHE IN ITALIA?

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Mentre lo spettro del prelievo forzoso sui conti correnti parte da Cipro e contagia tutti i Paesi europei, per risolvere la crisi del debito italiano arriva direttamente da Berlino una ricetta diversa, altrettanto massiccia e per certi versi quasi più pesante. A formularla è il capo-economista della Commerzbank, seconda banca tedesca, Jörg Kramer, sulle pagine del quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt.

Spiega Kramer “I patrimoni finanziari degli italiani corrispondono al 173% del PIL. Sono molto superiori ai patrimoni dei tedeschi che corrispondono al 124%. Per questo sarebbe utile applicare in Italia una patrimoniale”, propone l’economista. “Una tassa del 15% sui patrimoni basterebbe ad abbassare il debito pubblico italiano sotto la soglia critica del 100% del PIL”.

Un’imposta sulle attività finanziarie una tantum, su depositi e titoli, volta ad abbattere sensibilmente il debito pubblico ma che andrebbe a impattare, di fatto, come un prelievo forzoso. Anche più a fondo perché andrebbe a colpire tutte le forme di risparmio comprese le azioni e le obbligazioni. Salvadanaio, queste, di moltissime famiglie.

Una ricetta shock, per ora solo sulla carta, ma che la mossa a sorpresa decisa dal governo cipriota – che ha sdoganato di fatto una delle misure anti austerity più impopolari e difficili da digerire – rende ora quantomeno plausibile. Soprattutto dopo che anche alcune importanti banche d’affari come Morgan Stanley e Goldman Sachs oggi hanno messo in guardia sul precedente che il caso cipriota rischia di rappresentare anche per gli altri Paesi in crisi nell’Eurozona.

Nessun rispetto per i morti! Che brutta figura, Vauro!

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Una vignetta che non lo ritrae direttamente ma che esplicitamente parla di David Rossi, il manager del Monte dei Paschi di Siena, morto suicida nella serata di mercoledì 6 marzo. Meno di 24 ore dopo Vauro sceglie di parlare anche del suicidio in una delle sue tante vignette che compaiono alla fine della puntata di Servizio Pubblico.

Applausi timidi e incerti. Qualcuno non gradisce il riferimento e già in rete c’è chi protesta per una scelta giudicata di cattivo gusto.

 

I misteri di Parolisi!

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Spariscono i soldi sul conto di Parolisi. Il tesoro accumulato in anni di missioni all’estero sarebbe scomparso nel nulla. Quei soldi ceh dovevano servire anche per il mantenimento della figlia di 3 anni sembra si sia dissolto nel nulla. Che il denaro fosse scomparso si è appreso durante l’udienza per il sequestro cautelativo dei beni di Parolisi nel Tribunale di Nola. La banca di Frattamaggiore dove l’uomo ha il conto ha inviato un documento al giudice in cui si spiega che la sua disponibilità  è ben lontana dalla somma di 100 mila euro. Pochi spiccioli, nulla più. Dove sono finiti i suoi soldi? Quando sono stati prelevati? Forse appena prima della sentenza, forse subito dopo. Da chi? Da qualcuno di famiglia?

 

Altre perquisizioni per Mps… si stringe il cerchio!

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BOMBA A OROLOGERIA PER IL PD! Perquisizioni disposte dalla procura di Siena sono in corso da parte del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza a carico dell’ex presidente della Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari e dell’ex direttore generale della Antonio Vigni.
Le perquisizioni a carico di Mussari e Vigni – da quanto si è appreso – riguardano le abitazioni private dei due. Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza sono in corso anche nella sede di Mps a Siena, nell’ufficio dell’ex vicedirettore generale Davide Rossi.

SEGRETI E ANCORA SEGRETI SU MPS! Scandalo su scandalo…

monte paschi siena baldassari
Nella cassaforte dell’ex direttore generale del Monte dei Paschi di Siena Antonio Vigni “c’era altra documentazione” oltre all’accordo con la banca Nomura per la ristrutturazione del derivato Alexandria. E’ quanto ha riferito ai magistrati di Siena il dg di MpsFabrizio Viola sentito lo scorso 30 ottobre. Un passaggio della sua audizione è contenuto nell’ordinanza d’arresto emessa dal Gip di Milano nei confronti di Gianluca Baldassarri.
“Preciso – si legge nel verbale sulle dichiarazioni di Viola – che ho rinvenuto l’originale dell’accordo nella cassaforte del Vigni. Mi sembra di ricordare che nella bozza consegnata da Contena ci fosse scritto ‘depositato in cassaforte’. Mi sono così messo alla ricerca della cassaforte, che ho trovato nell’ufficio già occupato da Vigni”.Secondo il direttore generale, la chiave della cassaforte “era, per quanto a mia conoscenza, in mano al solo segretario del collegio sindacale. Posso ragionevolmente ipotizzare che una chiave l’avesse anche Vigni perché la cassaforte nel suo ufficio ed al suo interno ho rinvenuto effetti personali del Vigni”. Inoltre, “oltre all’accordo cui faceva riferimento la bozza consegnata da Contena, c’era altra documentazione che ho messo in un pacco – conclude Viola – che poi ho sigillato, firmato e fatto firmare anche a Leandri (capo dell’audit) ed infine consegnato alla Gdf”.

Rizzi: “Vertici Mps sapevano dei derivati” – “Quando si parlava dell’operazione Alexandria, Baldassarri mi faceva intendere che i vertici della banca erano partecipi”. E’ quanto ha raccontato l’ex capo dell’area legale di Mps Raffaele Giovanni Rizzi ai magistrati di Siena lo scorso 8 febbraio. Rizzi è indagato in concorso per falso in prospetto, assieme a Mussari, Vigni e all’ex direttore finanziario Daniele Pirondini. Rizzi chiarisce ulteriormente cosa intende dire quando afferma che i vertici della banca “erano partecipi”: dal tenore delle affermazioni di Baldassarri si capiva in sostanza che sia Vigni sia Mussari “erano al corrente degli aspetti salienti dell’operazione e si tenevano regolarmente informati”.

Avanti popolo… pagate la Morgan Stanley!

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Perché il Tesoro italiano versa soldi nelle casse della Morgan Stanley, nota banca newyorkese? Il tutto ha avuto inizio il 3 gennaio scorso quando in Italia imperversavano i bunga bunga o le notizie glamour del natale appena passato, che, nel silenzio più assoluto e nella massima disattenzione da parte dei media, si è effettuato il trasferimento di denaro.   Sono stati gli stessi vertici della Morgan Stanley ad aver comunicato che l’esposizione verso l’Italia è scesa da 6,268 a 2,887 miliardi di dollari: una differenza di 3,381 miliardi corrispondenti a 2,567 miliardi di euro, circa un decimo della manovra “salva-Italia” varata dall’esecutivo Monti.

La banca newyorkese si è limitata ad annunciare trionfalmente il recupero della somma, che veniva versata per estinguere un’operazione di derivati finanziari. Il governo italiano ha stangato i pensionati e i contribuenti in genere per andare a onorare un debito proprio con una delle banche più potenti d’America. L’unico giornale a porre delle domande senza aver risposte è stato L’espresso che ha cercato con un articolo di Orazio Carabini, di far emergere la questione… ma in tempo di elezione gli argomenti scomodi vengono messi a tacere… dalla MPS, alla Morgan Stanley, dagli scandali di Bossi ai processi di Berlusconi.

I segreti del Vaticano… Benedetto XVI cambia, perchè non può cambiare!

Passata la giornata storica, arrivano le prime indiscrezioni! Benedetto XVI non è riuscito a cambiare la Chiesa perchè troppo radicata nel potere temporale e autoreferenziale… quindi se non si può cambiare, si cambia! Lascia la Chiesa perchè amareggiato dagli scandali, perchè scosso da Vatileaks  e ostacolato dai suoi fedeli. Ma anche complice? Complice perchè si macchia le mani in Vatileaks, non lascia fin quando non si chiude il processo, non abbandona la sua Chiesa “sconsacrata dal peccato”! Poi spera “abdicando” di portarsi via il male e di lasciare il bene! Ma già iniziano i “giochi del palazzo”, le alleanze e le guerre, le fazioni e le contrade, in quelle mura che da sempre nascondono delitti, misteri e abomini!

VITTIMA E CARNEFICE, STORIA DI JOSEPH RATZINGER!

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Nuove verità sull’addio del Papa! Riattivati i bancomat del Vaticano

E’ stato riattivato in Vaticano il servizio di pagamenti elettronici con Bancomat o carta di credito. Lo ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, spiegando che il nuovo servizio e’ garantito da un accordo con la societa’ svizzera Aduno Sa. Ritorna quindi alla normalita’ in Vaticano la possibilita’ di fare acquisti pagando con Bancomat, che era stata bloccata dal 1 gennaio per il diniego della Banca d’Italia all’autorizzazione al provider Deutsche Bank Italia. Il servizio era stato bloccato il 1 gennaio. Appare strana la coincidenza… ieri le “dimissioni” del Pontefice e oggi la riattivazione! Cosa c’è ancora da scoprire?

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Bomba in Grecia davanti una banca: 2 feriti

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