Volatile risucchiato dal motore: atterraggio d’emergenza per Easy Jet

easyjet-atterraggio-emergenza-tuttacronacaHa dovuto effettuare un atterraggio d’emergenza all’aeroporto di Pisa, da dove era appena decollato, il pilota di un volo Easy Jet diretto a Londra. La causa: il motore dell’aereo aveva risucchiato un volatile. Il comandante si è reso conto che qualcosa non andava e si è così rivolto alla torre di controllo dell’aeroporto toscano di tornare indietro. In seguito le operazioni si sono svolte senza problemi con i passeggeri che sono stati fatti scendere in attesa che la compagnia predisponesse un volo sostitutivo per Londra Gatwick, poi egolarmente partito nel pomeriggio. Lo scalo, a seguito dell’atterraggio di emergenza, è rimasto chiuso al traffico per circa un’ora, con i vigili del fuoco e gli altri mezzi di emergenza schierati sulle piste e pronti a intervenire in caso di incendio.

Muore solo un clochard milionario. Ora però arrivano gli eredi…

guido_ricci-clochard-milionario-tuttacronacaGuido Ricci è morto a 77 anni, lo scorso mercoledì, in un ricovero per malati terminali vicino all’ospedale San Martino, a Belluno. L’uomo era noto agli abitanti della città, a cui chiedeva magari un piatto caldo o un caffè, quando non un bicchiere di vino, e sempre presente agli eventi cittadini, dove approfittava del buffett. Un clochard. Che morendo ha lasciato un patrimonio stimato in circa 20 milioni di euro tra conti correnti e proprietà immobiliari, fra cui un appartamento a Belluno, uno in San Marco e altri al Lido di Venezia e uno ad Acapulco, in Messico.. Solo, non ha lasciato alcun testamento, se si eccettua quello che un medico indagato per circonvenzione era riuscito a farsi intestare. Ma ora quei documenti, dal momento che c’è un’inchiesta della magistratura, sono bloccati. Ora che si sono tenuti i funerali, puntuali spuntano gli eredi. Tra i primi a comparire dei perenti del Padovano, il figlio di una cugina con il quale non risulta ci fossero rapporti, che rientrerebbero nei possibili eredi essendo di sesto grado: l’eredità, in mancanza di testamento, spetta ai parenti fino al sesto grado. Ma poco dopo sono arrivati dei parenti che lo scalzano in linea di successione: Antonio Fanna (Junior), figlio di Antonio Fanna (Senior), fratello del nonno materno dell’ultramilionario bellunese. Ergo, cugino di quinto grado. Al momento è lui l’erede delle sostanze di Ricci. Nato il 7 aprile 1926, residente a Villorba (Treviso), Fanna non ricorda molto del cugino. In cimitero, subito dopo il funerale, confessa sottovoce di non aver avuto grandi occasioni per conoscere Ricci. Gli ultimi incontri si fermano all’infanzia, o quasi. “Conoscevo poco Guido, anzi pochissimo”. Il figlio è comparso al funerale: un ultimo saluto, per chi non conosceva ma che potrebbe fargli piovere addosso una fortuna.

ALLARME ATTENTATI IN ITALIA… 007 preoccupati!

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Secondo i servizi segreti italiani, la minaccia anarco-insurrezionalista rimane “estesa e multiforme”, in grado di tradursi in una “gamma di interventi” che potrebbero comprendere anche “attentati spettacolari”. Lo si legge nella Relazione annuale consegnata al Parlamento. Gli 007 sottolineano come, se la situazione economica non dovesse migliorare, ci sia il rischio concreto di un “innalzamento delle tensioni sociali”.
Il ferimento dell’Ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ha segnato “l’innalzamento del livello della minaccia” portata dagli anarco-insurrezionalisti, affermano gli 007. E l’attuale situazione economica viene vista in quegli ambienti come “potenzialmente favorevole” al progetto che vede al centro “l’azione diretta”. E’ infatti in quest’ottica, per i Servizi, che si registrano appelli ed esortazioni a “superare le esitazioni” e mettere in atto “interventi conflittuali” che puntino al “sovvertimento del sistema”.

A frenare il progetto sono stati però gli arresti di diversi presunti anarco-insurrezionalisti: “Da allora si registra infatti una stasi operativa della Federazione Anarchica Informale, con tutta probabilità ascrivibile alla necessità di non evidenziarsi in una fase di accentuata pressione investigativa”. Ciò non significa però che il movimento sia stato sconfitto. Anzi: “Si ritiene che la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi. Eventualità che – scrivono gli 007 – può comprendere sia attentati ‘spettacolari’ potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi Fai, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell’anarco-insurrezionalismo”.

Gli 007 individuano anche i possibili “scenari di scontro”: i poteri economico-finanziari, le forze dell’ordine e le forze armate, le lotte ambientaliste, l’opposizione al ‘dominio tecnologico’, gli autori delle riforme del welfare e del lavoro, le espressioni di quella che i Servizi chiamano “società del benessere”.

Quanto alla minaccia rappresentata dagli eredi delle Brigate Rosse, gli 007 affermano che quegli ambienti, soprattutto nel settore carcerario, hanno fatto arrivare diverse sollecitazioni ma “non sono sembrati in grado di condurre un’efficace opera di infiltrazione, proselitismo e reclutamento”. Non è però escluso che un inasprimento delle tensioni sociali possa “indurre queste componenti a tentare di inserirsi strumentalmente in realtà aziendali caratterizzate da forti contrapposizioni”. Così come “restano ipotizzabili azioni di propaganda di modesto spessore operativo, rivendicate anche da sigle inedite, per alimentare una progressiva radicalizzazione delle istanze contestative”.

Il rischio di tensioni sociali Se la situazione economica non dovesse migliorare, secondo i Servizi, c’è poi il pericolo concreto di un “innalzamento delle tensioni sociali” e un’intensificazione delle contestazioni a “esponenti di governo, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali”. Il “massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali”, affermano gli 007, ha contribuito a contenere le tensioni che sono andare accumulandosi in diversi ambiti, dalla protesta degli autotrasportatori in Sicilia alla campagna contro Equitalia, dalla Tav alla scuola. Ora però, “in assenza di segnali di un’inversione del ciclo congiunturale, l’incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa e innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità ai gruppi dell’antagonismo”, per “intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità”.

In questo ambito, sottolineano gli 007, “si prospetta il rischio di un’intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti di governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti”. Una situazione che ha portato i movimenti antagonisti ad una “rinnovata disponibilità al confronto” e che, di fronte ad “un eventuale aggravamento dello scenari congiunturale” potrebbe “costituire fattore di aggregazione e generalizzazione del dissenso, favorendo l’azione delle frange antagoniste che mirano alla radicalizzazione dell’offensiva sociale”.

Il ruolo delle banche La relazione dei Servizi segreti si estende anche al ruolo delle banche nella situazione attuale, e gli 007 rilevano che in alcuni istituti emergono profili di rischio “per le opacità dei capitali apportati”, per l’ingresso di nuovi soci “dal profilo ambiguo” e per la “distorta gestione del credito da parte di esponenti aziendali sleali”. I servizi hanno inoltre guardato con attenzione alla nascita in Italia delle prime filiali di banche asiatiche che, “rivolte oggi principalmente ai propri connazionali residenti in Italia, possono costituire la premessa all’ampliamento della concorrenza allogena nel nostro Paese, con rischi di erosione di importanti quote di mercato per gli operatori nazionali”.

L’attacco al made in Italy – La crisi economica rafforza inoltre “l’azione aggressiva di gruppi esteri” che puntano ad acquisire “patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionali”, nonché “marchi storici del ‘made in Italy’, a detrimento della competitività delle nostre imprese strategiche”. L’attivita’ informativa, segnala la relazione, “ha confermato il perdurante interesse da parte di attori esteri nei confronti del comparto produttivo nazionale, specialmente delle piccole e medie imprese, colpito dal prolungato stato di crisi che ha sensibilmente ridotto tanto lo spazio di accesso al credito quanto i margini di redditività”.

Gli 007 puntano l’attenzione su alcune manovre di acquisizione effettuate da gruppi stranieri che, “se da una parte fanno registrare vantaggi immediati attraverso l’iniezione di capitali freschi, dall’altra sono apportatrici nel medio periodo di criticità” per il “rischio di sostituzione, con operatori di riferimento, delle aziende italiane attive nell’indotto industriale interessato dall’investimento diretto ovvero proprietarie di tecnologie di nicchia, impiegate nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza nazionali, come pure nella gestione di infrastrutture critiche del Paese”.

Scandalo Savile gli eredi risarciranno le vittime!

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