Avete mai pensato di fare un pediluvio durante un viaggio in treno?

treni-jap-tuttacronacaVisti dall’Italia, sembrano fantascienza. Sono i “treni-proiettile” Shinkansen, che non solo viaggiano ad altissime velocità ma offrono ogni comfort ai passeggeri giapponesi. Vi si possono infatti trovare sale trucco, ristoranti e anche fasciatoi per bebè. Ma a quanto pare questo non era sufficiente, tant’è vero che da luglio i passeggeri potranno usufruire di un nuovo servizio: i pedulivi per piedi stanchi e accaldati. I primi a beneficiarne saranno coloro che si spostano lungo la linea che collega la città di Fukushima a Shinjo nella prefettura di Yamagata. Circa un’ora di viaggio, ma tutto da godere.treni-jap2-tuttacronaca

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Effetto shutdown: l’orto di Michelle trasformato in banchetto per scoiattoli

michelle-obama-vegetablesContinua lo shutdown negli Stati Uniti e anche l’orto della Casa Bianca, orgoglio della First Lady Michelle, ne fa le spese. La paralisi della pubblica amministrazione statunitense, infatti, ha fatto sì che ora non ci siano più giardinieri che curino frutta e verdura, con la conseguenza che al rigoglio sempre noto si siano sostituiti erbacce e animaletti, in particolare scoiattoli, che mangiano parte del raccolto. E quello che riesce a salvarsi, è destinato a marcire, visto che nessuno raccoglie i frutti della terra. Stando a quanto racconta il blog alimentare della Casa Bianca “Obama foodorama”  tra i nuovi ospiti indesiderati del Presidente ci sarebbe anche una volpe. “A causa del blocco, la manutenzione e’ stata notevolmente ridotta”, ha spiegato un funzionario della residenza presidenziale, precisando che l’unica mansione che riescono a svolgere i pochi giardinieri rimasti in servizio è “innaffiare il giardino”. Ma tra gli 800mila dipendenti pubblici rimasti a casa si trova anche il direttore del programma Let’s Move Sam Kass, motivo per il quale anche le iniziative di Michelle Obama contro l’obesità sono al momento bloccate.

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Con lo shutdown l’America manda a casa anche i Premi Nobel

shutdown-tuttacronacaContinua lo shutdown negli USA ma il governo ha ugualmente deciso di riaprire due dei luoghi cardini per il turismo: la Statua della Libertà e il Grand Canyon. Nonostante questo, dalla Casa Bianca ogni giorno giungono grida d’allarme per le conseguenze della prova di forza sui tetti di spesa del bilancio in atto tra democratici e repubblicani. Ora da Washington è giunta la notizia che, a causa di questa situazione, quattro dei cinque Premi Nobel che lavorano per il governo, tra i quali David Wineland ed Eric Cornell, sono fermi con il loro lavoro. Una fonte della Casa Bianca ha reso noto che “Le agenzie di ricerca del governo sono nella grandissima parte chiuse e i progetti di ricerca bloccati”, ha fatto sapere una fonte della Casa Bianca.

I repubblicani aprono la porta ad Obama: gli Usa di nuovo in marcia?

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Corsa contro il tempo per gli Usa di evitare la “bomba atomica del default”. Secondo il Tesoro, infatti, il 17 ottobre gli Usa raggiungeranno il tetto imposto per legge all’indebitamento (16.700 miliardi di dollari) e non saranno più in grado di rispettare i propri impegni finanziari. I Repubblicani hanno però formalizzato a Barack Obama la richiesta di innalzare il tetto del debito in modo temporaneo, per sei settimane. In tal caso, la data fatidica slitterebbe al 22 novembre.

E’ solo una soluzione tampone, che non risolverebbe certo i problemi del Tesoro, ma rimanderebbe il problema.

Lo shutdown si trasforma in shut up tra Usa e Ue

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Lo shutdown ovvero la chiusura del bilancio federale Usa fa “azzittire” la trattativa tra Usa e Ue per un accordo di libero scambio con l’Europa. E’ il dipartimento del Commercio americano che comunica l’impossibilità da parte degli Usa a partecipare al secondo round di trattative a causa delle ristrettezze finanziarie e dello staff che di fatto “rendono impossibile inviare l’intera squadra di negoziatori”.

200 malati di cancro a rischio per lo “shutdown”

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La chiusura del bilancio federale ovvero lo shutdown ”potrebbe bloccare l’accesso alle cure per 200 malati di cancro in stato avanzato, tra cui 30 bambini”. Lo ha reso noto il portavoce del National Institutes of Health (NIH), spiegando che ”i tre quarti dello staff del centro di ricerche cliniche dell’Istituto e’ stato collocato in aspettativa a tempo indeterminato”. Per i pazienti in normale stato di degenza, invece, ”l’operativita’ del centro e’ intorno al 90%”.

 Secondo il portavoce del Nih, ”il centro di ricerche cliniche dell’Istituto non ammettera’ nuovi pazienti, ne’ potra’ avviare nuovi protocolli, per carenza di fondi e di personale specializzato”. Oggi la Camera Usa dovrebbe varare misure di emergenza per finanziare i programmi per i veterani e per la Guardia Nazionale. Sara’ presentata anche una proposta specifica per le agenzie di intelligence dove, con il 70% del personale in congedo forzato, ”si aprono prospettive interessanti per i servizi segreti stranieri che intendessero assumere i nostri agenti” ha detto il direttore della Nsa, James Clappe

Il giorno più nero degli Usa. La fine del sogno americano?

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E’ avvenuto alle ore 6 italiane, mezzanotte di Washington. Si chiama shutdown ed è la paralisi di tutti i servizi non essenziali dell’amministrazione. Un blocco che tocca 800mila dipendenti pubblici che vengono “congelati” dalle loro mansioni. Resteranno attivi l’esercito, i controllori di volo, i programmi sanitari per anziani e poveri (Madicare e Medicaid). L’ultimo shutdown si ebbe 18 anni fa, tra novembre 1995 e gennaio 1996, quando il presidente era Bill Clinton. Come mai lo shutdown avviene sempre con i presidenti democratici? La risposta è che sono i repubblicani più propensi a sospendere ogni attività “non essenziale”. Non è nella politica democratica pensare di non approvare la legge di bilancio e far ricadere su milioni di cittadini un dramma economico e sociale di gigantesca entità. Inoltre, buona parte, della base democratica non ha le grandi aziende, ma fa parte di quei dipendenti pubblici a cui ora viene congelato l’assegno mensile. Sono i repubblicani, la parte più ricca del paese, coloro che gestiscono gran parte delle lobby quindi ad applicare il blocco e a incolpare Obama di non essere tornato sui suoi passi per la riforma sanitaria, quell’Obamacare che i repubblicani detestano.

Duro il commento di Barack Obama: “”Malauguratamente”, ha affermato il presidente in un video realizzato dalla Casa Bianca per il network militare, “il Congresso non ha adempiuto le proprie responsabilità. Non è stato capace di approvare un bilancio e, come risultato, gran parte della nostra amministrazione adesso deve chiudere, fino a quando il Parlamento non tornerà a finanziarla”.

Colosseo: gli scavi usati come toilette! E’ Allarme igiene.

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Ora è avvenuta la pedonalizzazione intorno al Colosseo, ma i disagi restano quelli di sempre. Con il caldo si ampliano e scatta l’allarme igiene. La zona archeologica dei Fori Imperiali infatti da molti uomini è usata come toilette e in alcuni tratti occorre proprio tapparsi il naso per non sentire l’odore acre.

Il problema, sottolinea Leonardantonio Leggieri, direttore dell’Unità operativa prevenzioni e sicurezza ambienti di lavoro della Asl Roma A, è che dove ci sono cantieri bisogna prevedere anche dei servizi igienici adeguati. In luoghi molto frequentati, poi, come i Fori Imperiali, i servizi vanno garantiti a prescindere.

Del resto tra Colosseo, Foro Romano e Palatino nella sola settimana di Ferragosto  ci sono stati 131 mila visitatori, circa 15mila in più (il 12,8%) rispetto allo stesso periodo del 2012.

Sul Messaggero ecco l’articolo denuncia di Laura Larcan:

Il bello è che su via dei Fori Imperiali c’è un variegato sistema di ambulantato che ogni giorno svolge le sue attività. I camion bar hanno le loro postazioni fisse, grazie a licenze e autorizzazioni rilasciate dal Comune e in alcuni casi dal I Municipio, e lebancarelle sfoggiano i loro souvenir grazie anche alla bolla papale della fine dell’Ottocento. E in un sistema di apparente tollerata legalità, i lavoratori (in larga parte extra-comunitari) presidiano il loro business in un’area di pregio dalle 8 del mattino a molto dopo il tramonto. Sulla base delle carte comunali, è a tutti gli effetti un ambiente di lavoro.

Leonardantonio Leggieri spiega:

“In teoria, sui Fori Imperiali, vista la quantità di lavoratori con postazioni fisse, con autorizzazioni, vanno previsti bagni chimici in un numero proporzionato ai lavoratori. Bagni chimici che, mi rendo conto, aggiungerebbero bruttura a bruttura. Ma se il Comune ha dato le licenze alle postazioni di commercio ambulante, allora deve provvedere al rispetto delle norme di igiene e sicurezza sanitaria nell’ambiente di lavoro”.

Bisogna proprio che alzino lo stipendio al sindaco di Roma in modo che possa migliorare i servizi di cittadini e turisti! 

Gli italiani lavorano 162 giorni per pagare le tasse: parola di Confesercenti

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Arriverà il 12 giugno il “Tax Freedom Day”, ossia il giorno in cui, terminato di pagare le tasse, s’inizia ufficialmente a guadagnare. Un netto peggioramento se si considera che nel 1990 scattava a maggio, come sottolinea la Confesercenti che spiega come sia “impressionante l’avanzata delle tasse locali, frutto del federalismo. Comparando il nostro peso fiscale con gli altri Paesi emerge l’insostenibilità di quello italiano”. Arrivati a questo punto, allora, “l’abbassamento della pressione fiscale è più che mai una priorità”. “Le risorse – ribadisce – vanno trovate tagliando la spesa pubblica. Gli sprechi, le spese inutili, i troppi livelli istituzionali producono uno sperpero enorme di denaro pubblico. Si può cominciare a risparmiare molto con il rigore ed una coraggiosa riforma. È strumentale ogni tentativo di prendere tempo: bisogna cominciare subito per favorire la ripresa”. E’ stato lo stesso Governo a riconoscere questa situazione, come sottolinea uno studio ancora di Confesercenti. Nel recente Documento di economia e finanza si legge infatti che “il nostro è il paese delle tasse, delle troppe tasse. Abbiamo appena segnato il record della pressione fiscale, con il 44% del 2012, e già siamo pronti a superarlo di slancio con l’ulteriore aumento atteso per il 2013 (44,4%). E il futuro, sempre stando alle valutazioni ufficiali, non promette nulla di buono: le previsioni ‘tendenziali’ (quelle che diventeranno realtà se non si farà nulla) ci dicono che la ‘maledizione’ del 44% ci accompagnerà (decimo più, decimo meno) almeno fino al 2017.” Indubbiamente le tasse sono una risorsa per lo Stato, che però dovrebbe contraccambiare con i servizi pubblici, quali legge e ordine pubblico, istruzione, salute e manutenzione delle infrastrutture. Tutti campi in cui in Italia si tende a ricorrere a nuovi tagli. Se ci deve essere quindi una corrispondenza fra tasse e servizi, non si riesce quindi a comprendere la realtà italiana: “al primo posto in Europa nel ‘total tax rate’ (somma delle imposte sul lavoro, sui redditi d’impresa e sui consumi), con un 68,3% che ci vede quasi doppiare i livelli di Spagna e Regno Unito e ci colloca bel oltre quello della Germania (46,8%); ai più alti livelli europei quanto a numero di ore necessarie per adempiere agli obblighi fiscali (269): 2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei paesi nordici (Svezia, Olanda e Danimarca) e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania; in coda, fra i paesi Ocse, nella graduatoria di efficienza della Pubblica Amministrazione, con un valore (0,4) pari a un quarto di quello misurato per la Germania e il Regno Unito”. Confesercenti sottolinea anche come nella “vorace crescita della tassazione, un ruolo nuovo e certamente non secondario è stato rivestito dalla finanza locale. All’ombra del federalismo, si sono registrate abnormi impennate del prelievo. Per fronteggiarle, il cittadino medio ha dovuto impegnare una quota crescente dei frutti del proprio lavoro. Se nel 1990 le imposte locali assorbivano l’equivalente di meno di 8 giorni di lavoro annuale, nel 2002 l’impegno risultava triplicato e nel 2013 finirà per toccare i 26 giorni: una crescita, insomma, di quasi il 250% in poco più di venti anni”.

Condominio 2.0: banca del tempo e servizi in comune!

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Il “condominio sociale”, ha già avuto le  prime sperimentazioni a Bologna, ma ora sta conquistando tutto il Paese. La badante e l’idraulico non mancano mai. E presto arriverà anche l’infermiera. Addio quindi al custode tutto fare. Oggi tra le rampe del palazzo si aggirano professionisti sempre pronti a intervenire: ognuno paga le ore di cui ha bisogno con la certezza di un intervento rapido e di una persona di fiducia. Ma la sperimentazione si è allargata anche ai gruppi di acquisto, con la spesa in comune tra le famiglie, e alla banca del tempo, una sorta di baratto in cui ognuno mette a disposizione le proprie professionalità. Mettersi a disposizione e usufruire di servizi in comune, questa è la formula del risparmio per il condominio 2.0!

Il sancta sanctorum dei segreti di Stato al M5S? Possibile!

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Forse è una bella favola, forse è un’utopia, forse è solo una leggenda metropolitana… Ma potremmo davvero mettere le mani sui “segreti di stato”? verrà il giorno in cui potremo dare una risposta a

Portella della Ginestra, alla bomba senza artificieri di Piazza Fontana, alla strage di Brescia, a quella della stazione di Bologna, alla strage dell’Italicus, all’omicidio di Aldo Moro, a quello di Mauro De Mauro, alla morte di Ilaria Alpi e di Mauro Rostagno. A Pier Paolo Pasolini massacrato di botte da mani oscure e all’aereo del presidente dell’Eni Enrico Mattei. E poi a un altro aereo, quello caduto su Ustica senza un perché. All’ombra di Stay Behind dietro la strage di Alcamo Marina, agli apparati, ai servizi e ai boss che confezionano il botto in via d’Amelio, all’agenda rossa di Paolo Borsellino e alla scomparsa di Emanuela Orlandi, alla strage degli innocenti in via dei Georgofili. E poi a quella di Brindisi, alla scomparsa troppo presto dalle pagine dei quotidiani. Dipanare il filo rosso delle stragi irrisolte di questo Paese fa quasi impressione. Fa impressione soprattutto perché i botti senza colpevoli che hanno insanguinato la storia italiana sono molto più diffusi di quelli che hanno poi trovato ricostruzioni credibili nelle aule di tribunale.

Uno dei problemi di questo Paese è che non c’è ad oggi una narrazione condivisa della Storia italiana. A ben pensarci di storie d’Italia ne esistono più di una: una ufficiale, una ufficiosa e presunta, ed un’altra – la più importante – fatta di dubbi, domande e oscuri interrogativi. Tutte questioni alle quali hanno provato a dare una risposta inchieste giornalistiche e storiche. Ma quando si tratta di trovare il bollo di autenticità in un’aula di giustizia quei dubbi rimangono fermi e cristallizzati. Solo per fare un esempio, ci sono voluti 50 anni esatti perché un giudice terzo mettesse nero su bianco che l’aereo di Enrico Mattei non era caduto per un incidente ma era stato sabotato.

Eppure in questo Paese un sancta sanctorum delle verità occultate potrebbe anche esserci. Sono gliarchivi dei servizi, che troppo spesso hanno giocato molteplici e controversi ruoli sullo sfondo delle stragi. La procura di Palermo, indagando sulla scomparsa del giornalista dell’Ora Mauro De Mauro, chiese ai servizi di produrre i fascicoli delle operazioni messe in atto dal Sid (l’allora servizio informativo della difesa) nel periodo della scomparsa del cronista. “Il Servizio informazioni della Difesa ha comunicato di non aver svolto alcuna indagine sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro” fecero sapere gli 007 su carta intestata del Ministero della Difesa. Eppure più di un testimone aveva raccontato di come l’allora capo del Sid Vito Miceli si fosse precipitato a Palermo nel novembre del 1970 per ordinare di insabbiare le indagini sulla scomparsa di De Mauro. Forse di quelle operazioni non esistono fascicoli o prove scritte. Forse non esistono più. O forse semplicemente non verranno mai fornite ad una procura.

Adesso però si parla di una possibile presidenza del Copasir al Movimento Cinque Stelle. Un’ipotesi che sembra atterrire alcuni commentatori di indubbia autorevolezza. “Ma come? I grillini a guardia della sicurezza della Repubblica?”  Forse in questo modo scopriremo davvero il volto dell’Italia celato dai troppi segreti di stato!

ALLARME ATTENTATI IN ITALIA… 007 preoccupati!

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Secondo i servizi segreti italiani, la minaccia anarco-insurrezionalista rimane “estesa e multiforme”, in grado di tradursi in una “gamma di interventi” che potrebbero comprendere anche “attentati spettacolari”. Lo si legge nella Relazione annuale consegnata al Parlamento. Gli 007 sottolineano come, se la situazione economica non dovesse migliorare, ci sia il rischio concreto di un “innalzamento delle tensioni sociali”.
Il ferimento dell’Ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ha segnato “l’innalzamento del livello della minaccia” portata dagli anarco-insurrezionalisti, affermano gli 007. E l’attuale situazione economica viene vista in quegli ambienti come “potenzialmente favorevole” al progetto che vede al centro “l’azione diretta”. E’ infatti in quest’ottica, per i Servizi, che si registrano appelli ed esortazioni a “superare le esitazioni” e mettere in atto “interventi conflittuali” che puntino al “sovvertimento del sistema”.

A frenare il progetto sono stati però gli arresti di diversi presunti anarco-insurrezionalisti: “Da allora si registra infatti una stasi operativa della Federazione Anarchica Informale, con tutta probabilità ascrivibile alla necessità di non evidenziarsi in una fase di accentuata pressione investigativa”. Ciò non significa però che il movimento sia stato sconfitto. Anzi: “Si ritiene che la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi. Eventualità che – scrivono gli 007 – può comprendere sia attentati ‘spettacolari’ potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi Fai, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell’anarco-insurrezionalismo”.

Gli 007 individuano anche i possibili “scenari di scontro”: i poteri economico-finanziari, le forze dell’ordine e le forze armate, le lotte ambientaliste, l’opposizione al ‘dominio tecnologico’, gli autori delle riforme del welfare e del lavoro, le espressioni di quella che i Servizi chiamano “società del benessere”.

Quanto alla minaccia rappresentata dagli eredi delle Brigate Rosse, gli 007 affermano che quegli ambienti, soprattutto nel settore carcerario, hanno fatto arrivare diverse sollecitazioni ma “non sono sembrati in grado di condurre un’efficace opera di infiltrazione, proselitismo e reclutamento”. Non è però escluso che un inasprimento delle tensioni sociali possa “indurre queste componenti a tentare di inserirsi strumentalmente in realtà aziendali caratterizzate da forti contrapposizioni”. Così come “restano ipotizzabili azioni di propaganda di modesto spessore operativo, rivendicate anche da sigle inedite, per alimentare una progressiva radicalizzazione delle istanze contestative”.

Il rischio di tensioni sociali Se la situazione economica non dovesse migliorare, secondo i Servizi, c’è poi il pericolo concreto di un “innalzamento delle tensioni sociali” e un’intensificazione delle contestazioni a “esponenti di governo, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali”. Il “massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali”, affermano gli 007, ha contribuito a contenere le tensioni che sono andare accumulandosi in diversi ambiti, dalla protesta degli autotrasportatori in Sicilia alla campagna contro Equitalia, dalla Tav alla scuola. Ora però, “in assenza di segnali di un’inversione del ciclo congiunturale, l’incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa e innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità ai gruppi dell’antagonismo”, per “intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità”.

In questo ambito, sottolineano gli 007, “si prospetta il rischio di un’intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti di governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacali considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti”. Una situazione che ha portato i movimenti antagonisti ad una “rinnovata disponibilità al confronto” e che, di fronte ad “un eventuale aggravamento dello scenari congiunturale” potrebbe “costituire fattore di aggregazione e generalizzazione del dissenso, favorendo l’azione delle frange antagoniste che mirano alla radicalizzazione dell’offensiva sociale”.

Il ruolo delle banche La relazione dei Servizi segreti si estende anche al ruolo delle banche nella situazione attuale, e gli 007 rilevano che in alcuni istituti emergono profili di rischio “per le opacità dei capitali apportati”, per l’ingresso di nuovi soci “dal profilo ambiguo” e per la “distorta gestione del credito da parte di esponenti aziendali sleali”. I servizi hanno inoltre guardato con attenzione alla nascita in Italia delle prime filiali di banche asiatiche che, “rivolte oggi principalmente ai propri connazionali residenti in Italia, possono costituire la premessa all’ampliamento della concorrenza allogena nel nostro Paese, con rischi di erosione di importanti quote di mercato per gli operatori nazionali”.

L’attacco al made in Italy – La crisi economica rafforza inoltre “l’azione aggressiva di gruppi esteri” che puntano ad acquisire “patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionali”, nonché “marchi storici del ‘made in Italy’, a detrimento della competitività delle nostre imprese strategiche”. L’attivita’ informativa, segnala la relazione, “ha confermato il perdurante interesse da parte di attori esteri nei confronti del comparto produttivo nazionale, specialmente delle piccole e medie imprese, colpito dal prolungato stato di crisi che ha sensibilmente ridotto tanto lo spazio di accesso al credito quanto i margini di redditività”.

Gli 007 puntano l’attenzione su alcune manovre di acquisizione effettuate da gruppi stranieri che, “se da una parte fanno registrare vantaggi immediati attraverso l’iniezione di capitali freschi, dall’altra sono apportatrici nel medio periodo di criticità” per il “rischio di sostituzione, con operatori di riferimento, delle aziende italiane attive nell’indotto industriale interessato dall’investimento diretto ovvero proprietarie di tecnologie di nicchia, impiegate nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza nazionali, come pure nella gestione di infrastrutture critiche del Paese”.

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