Tetto per il finanziamento ai partiti? Sì, ma nel 2017

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Il finanziamento c’è e lì rimane. Nonostante fosse nel discorso iniziale di Letta alla presentazione del suo Governo, poco si è potuto fare e quel poco ora, secondo alcuni, sembrerebbe davvero nulla, se non un modo per somministrare la pillola amara ai cittadini che dovranno continuare a vedere fluire le risorse dell’Italia sui conti dei partiti, cioè in società private.

Il tetto ci sarà dal 2017 e sarà di 300 mila euro.  L’intesa sembrerebbe esserci tra Pd e Pdl e l’attuazione del decreto sarà preceduta da una fase transitoria che fissa il tetto al 15% del bilancio del partito nel 2014, il 10% nel 2015 e il5% nel 2016.

Repubblica spiega:

“Sarebbero superate anche le perplessità di Scelta Civica, sulla possibilità di aggirare il tetto. Ora l’intesa dovrebbe essere recepita in un emendamento. il relatore Emanuele Fiano (Pd) ha confermato che l’accordo è vicinissimo. “Siamo a un millimetro” dall’intesa, afferma prima di entrare in Aula alla Camera dove oggi ripartirà l’iter parlamentare del decreto legge per l’abolizione del finanziamento pubblico dopo le rotture e i rinvii dei giorni scorsi”.

Il video del M5S: citano la supercazzola e Amici Miei

Quagliariello-m5s-supercazzolla-tuttacronacaIl Movimento 5 Stelle ha pubblicato, sul suo canale YouTube Parlamento, l’intervento del ministro Quagliariello in Commissione Affari Costituzionali.

”Pur di prendere tempo e far slittare il finanziamento ai partiti, il ministro disquisisce sul nulla per ore”, spiega la didascalia che accompagna il video che, come scrive “Repubblica” citando il mitico film “Amici Miei”, appare essere una vera e propria “supercazzola”. 

  

Attacco alla casta: la dura lotta di Letta al finanziamento pubblico ai partiti

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Ultimatum dal premier Letta se il ddl sull’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti non viene approvato almeno alla Camera entro l’estate (prima della pausa estiva) o al massimo entro fine agosto (alla ripresa dei lavori) il governo varerà un decreto legge. Pugno di ferro dopo che sul tema sono stati effettuati continui rinvii e slittamenti e sembra ancora lontana l’approvazione. Inoltre il premier ha sottolineato che l’abolizione del finanziamento non è solo dovuta alla crisi economica, ma soprattutto al cambiamento che la politica si deve dare in cui i cittadini, sentendosi nuovamente partecipi alla vita politica del paese, decidano liberamente a chi dare un contributo volontario e che non vengano più lesi da un sistema imposto attraverso un uso smodato del finanziamento pubblico.

Intanto è proprio in casa Pd a sorgere il problema, dove  il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, viene accusato dai renziani di voler stoppare il ddl Letta con forme surrettizie di finanziamento alla politica come il modello canadese, si difende: «Il sistema canadese prevede il credito d’imposta per le donazioni private, lì il finanziamento pubblico è stato abolito. L’approccio ideologico alla questione induce i miei avversari in errore. I finanziamenti a progetto esistono invece in Gran Bretagna». Misiani nega volontà dilatorie sul ddl del governo: «Ma per qualche giorno in più non casca il mondo…».

Giorno dopo giorno è la storia italiana che si ripete da 50 anni? Quando smetteranno le forze politiche di operare rinvii e si inizierà a dare un servizio ai cittadini? Forse per il tesoriere un giorno in più non sarà nulla, ma per l’Italia potrebbe essere la salvezza o baratro?

Taglio ai partiti? No, grazie! Si prospetta un raddoppio del budget?

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Cambia il finanziamento ai partiti, ma forse i benefici sperati non arriveranno mai. La bozza presentata oggi delinea un sistema tale e quale a quello previsto per la Chiesa Cattolica a cui può essere devoluto l’otto per mille. E come nel caso della Chiesa Cattolica, a meno di diversa indicazione del contribuente i soldi finiranno direttamente ai partiti secondo le proporzioni che rispettino i dati elettorali. In questo modo si passerebbe dai 160 milioni di euro attuali per legislatura a i 330 milioni all’anno. Chi può parlare di tagli? Dove è scritto? Come è stato possibile? Semplice! Poche righe sotto “lo spot pubblicitario” che recita l’abolizione dell’art 1 cioè “È abolito il finanziamento pubblico dei partiti”, arriva l’art. 4  del testo entrato oggi in Consiglio dei ministri:    

“A decorrere dall’anno finanziario 2014 ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito (IRE) a favore di un partito o movimento politico iscritto nella seconda sezione dell’elenco di cui all’articolo 9”.

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“In caso di scelte non espresse, la quota di risorse disponibili, nei limiti di cui al comma 4, è destinata ai partiti ovvero all’erario in proporzione alle scelte espresse”. Calcoli alla mano, considerando il gettito Ire totale del 2012 – 165 miliardi euro – il conto è presto fatto: circa 330 milioni di euro.

Inoltre c’è anche l’ennesimo escamotage:  la quota di risorse verrà individuata “nei limiti di cui al comma 4”. Quale è il limite? “Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata la spesa nel limite massimo di XXX milioni di euro a decorrere dal 2014”, si legge nel comma 4.

Quindi non viene stabilito un limite a priori, ma viene lasciato al governo il compito di inserire dei numeri al posto delle XXX. Già leggere milioni e vedere tre X fa intendere quali saranno da ora in poi le somme. Quando il testo sarà in parlamento saranno proprio i partiti a decidere quanti soldi ricevere… insomma non parleremo più di finanziamento pubblico, né di rimborso spese… ma la sostanza non cambia: i partiti vogliono i soldi e nessuno si permetta di toccare quelle somme! L’Italia, la crisi, le tasse, la ripresa economica, i suicidi… tutto deve attendere e tutto deve essere sottoposto a quelle XXX che decideranno come spartirsi la torta?

Abbiamo cambiato solo la nomenclatura?

Altra postilla sarà obbligatoria per ciascun partito o movimento la presentazione di uno Statuto. Quindi una vera e propria guerra al M5S… Pd e Pdl affilano le armi?

Da ADESSO a SCEGLI TU… Così Renzi abolisce il finanziamento ai partiti.

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Renzi parte proprio dal finanziamento pubblico ai partiti. Parte da quel problema che oggi più che mai divide la casta dai normali cittadini. Parte dando vita a una bozza elaborata dall’onorevole Dario Nardella e dal professor Francesco Clementi, con l’intento di abrogare “tutte le norme che attribuiscono ai movimenti o partiti politici un rimborso in relazione alle spese elettorali sostenute”.

Quindi il primo punto è negare tout court il finanziamento e lanciare invece l’agevolazione del credito di imposta per i contributi elettorali (40 per cento del contributo versato, con un limite di 10 mila euro). Poi si pensa anche  premi che incentivino le “migliori pratiche democratiche. Oggi – dice l’ex vicesindaco di Firenze Nardella – il finanziamento pubblico è “insostenibile, a maggior ragione di fronte a una politica che si mostra sempre più incapace di decidere ma che, al tempo stesso, continua ad autoalimentarsi senza una reale e trasparente responsabilità”.

“Scontrini del disonore” dei consiglieri Idv in Liguria.

Ci sono gli slip e le penne Montblanc. I profumi, le cravatte e anche le siringhe; la piega phon e la pulizia delle lenzuola.

ECCO COSA PAGHIAMO AI POLITICI!!!

NON CI VUOLE IL CARCERE FORSE L’INTERDIZIONE PERCHE’ I NOSTRI POLITICI NON SONO CAPACI DI INTENDERE E DI VOLERE!

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