
Pierluigi Bersani, insieme al suo Stato Maggiore, sarebbero pronti a dare il via libera per votare un esponente del Movimento 5 Stelle alla Presidenza di Montecitorio.
E uno dei segnali di apertura al M5S da parte del Pd, sarebbe il passo indietro fatto da Dario Franceschini, il più quotato tra i democratici alla poltrona di Presidente della Camera, il quale si è detto non disponibile ad assumere quel ruolo, nemmeno nel caso in cui i grillini rinunciassero alla posizione. Il No di Franceschini sembrerebbe derivare dal fatto che, il politico avrebbe ricoperto il ruolo di Presidente nel caso in cui si fosse messo in piedi un progetto complessivo per un’intera legislatura, ma dato che l’incertezza regna sovrana e la durata della legislatura difficilmente sarà quella naturale, ecco spiegato il passo indietro di Franceschini.
Davide Zoggia, Responsabile Enti Locali del Pd, nonché uomo che tiene i contatti con le altre forze politiche al Senato, ha detto: “Siccome noi abbiamo sempre detto che siamo per il cambiamento e visto che loro hanno un risultato numerico equivalente a quello del Pd, non sarebbe logico, a fronte di una disponibilità da parte dei 5Stelle, non votare un loro candidato…Detto questo, vedremo”.
Alla presidenza del Senato, invece, dovrebbe essere votato un candidato Pd e il nome più gettonato è quello di Angela Finocchiaro.
Ma la vera vittoria di Beppe Grillo è sul rimborso elettorale ai partiti.
Addio al sistema attuale di finanziamento pubblico dei partiti, sì a un nuovo sistema basato sulla raccolta fondi, in particolare sulle piccole donazioni. A dirlo è il tesoriere del Pd, uomo di Bersani, Antonio Misiani. Forse è una delle aperture più importanti fatte a Grillo e al Movimento 5 Stelle negli ultimi giorni, visto che la restituzione dei rimborsi elettorali e una nuova disciplina dei soldi pubblici alla politica sono i prerequisiti che pongono a una possibile collaborazione con il Partito democratico. E la soluzione individuata da Misiani – c’è da scommetterci – è destinata a piacere molto al comico genovese: il Movimento infatti si finanzia proprio sulla base di piccoli versamenti online fatti da militanti e simpatizzanti.
“Sono disponibile ad avviare un’operazione di crowdfunding al posto del finanziamento ai partiti – dice Misiani -. Trovo molto interessante la proposta avanzata da Pellegrino Capaldo che è il concetto dell’incentivazione di un finanziamento basato su piccole donazioni fortemente agevolate dal punto di vista fiscale. E’ una sfida che noi siamo pronti a raccogliere sia sul tema del finanziamento sia sul tema della democrazia dei partiti, perché oggi noi diamo grande attenzione ai finanziamenti dei partiti ma c’è anche il problema della democrazia interna dei partiti perché o questo paese abbandona il dominio di partiti personali o liberisti o la nostra democrazia non fa grandi passi in avanti”.
Che questo sia un ulteriore amo lanciato dai Democratici a Grillo, lo si capisce andando a a guardare come il Movimento si finanzia online. Dal suo blog il comico chiede ai suoi di donare tramite carta di credito o bonifico per sostenere le spese di campagna elettorale, di promozione e legali di M5S. Finora sono arrivati 568mila euro da parte di 14.650 persone. Stiamo parlando quindi di piccoli versamenti, per una media di 38 euro l’uno. Proprio quelle microdonazioni da agevolare fiscalmente di cui parla Misiani.
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