Ultimatum dal premier Letta se il ddl sull’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti non viene approvato almeno alla Camera entro l’estate (prima della pausa estiva) o al massimo entro fine agosto (alla ripresa dei lavori) il governo varerà un decreto legge. Pugno di ferro dopo che sul tema sono stati effettuati continui rinvii e slittamenti e sembra ancora lontana l’approvazione. Inoltre il premier ha sottolineato che l’abolizione del finanziamento non è solo dovuta alla crisi economica, ma soprattutto al cambiamento che la politica si deve dare in cui i cittadini, sentendosi nuovamente partecipi alla vita politica del paese, decidano liberamente a chi dare un contributo volontario e che non vengano più lesi da un sistema imposto attraverso un uso smodato del finanziamento pubblico.
Intanto è proprio in casa Pd a sorgere il problema, dove il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, viene accusato dai renziani di voler stoppare il ddl Letta con forme surrettizie di finanziamento alla politica come il modello canadese, si difende: «Il sistema canadese prevede il credito d’imposta per le donazioni private, lì il finanziamento pubblico è stato abolito. L’approccio ideologico alla questione induce i miei avversari in errore. I finanziamenti a progetto esistono invece in Gran Bretagna». Misiani nega volontà dilatorie sul ddl del governo: «Ma per qualche giorno in più non casca il mondo…».
Giorno dopo giorno è la storia italiana che si ripete da 50 anni? Quando smetteranno le forze politiche di operare rinvii e si inizierà a dare un servizio ai cittadini? Forse per il tesoriere un giorno in più non sarà nulla, ma per l’Italia potrebbe essere la salvezza o baratro?