Feto morto in un campo nomadi: i carabinieri indagano

carabinieri-gazzella-tuttacronacaSono al lavoro i carabinieri dopo che un feto di circa sei mesi è stato trovato morto in un campo nomadi alla periferia di Bologna. I militari stanno effettuando degli accertamenti su una donna romena di 22 anni. Il cordone ombelicale sarebbe stato reciso dal compagno della ragazza, un romeno di 23 anni. I carabinieri sono al momento impegnati a sentire le persone presenti per capire se ci sono responsabilità per la morte del feto o se si tratti di un aborto spontaneo in condizioni precarie.

Fiamme a Roma: incendio al campo nomadi di via del Foro Italico

incendio-foroitalico-tuttacronacaSono intervenuti poco prima delle 9, nel campo nomadi di via del Foro Italico, a Roma, i vigili del fuoco, che hanno provveduto a spegnere l’incendio che era divampato in alcune baracche. L’allarme era stato lanciato da diversi automobilisti che hanno notato l’intenso fumo mentre percorrevano la Tangenziale est. Sono i carabinieri a occuparsi delle indagini e non sono stati segnalati feriti. Come ricorda romaToday, “Il campo di via del Foro Italico 531 non è nuovo a fenomeni di questo tipo, lo scorso 22 aprile lo stesso insediamento venne sgomberato dai vigili del Nucleo Assistenza Emarginati del II Gruppo, insieme al Pronto Intervento Centro Storico e al personale del Commissariato “Villa Glori”, intervenuti in seguito a numerose segnalazioni di esalazioni tossiche visibili nell’area a ridosso della Tangenziale. Nel sopralluogo vennero trovate e identificate quarantacinque, tutte romene. Tra queste anche nove minori che vennero affidati ai Servizi Sociali mentre gli adulti si allontanarono spontaneamente. In quell’occasione vennero demolite ventuno baracche in legno con utenze allacciate illegalmente. Vennero inoltre controllate anche tutte le autovetture presenti sul posto,  due con targa romena, otto con targa bulgara e sei con targa italiana, con due autocarri poi sottoposti a sequestro in quanto privi di copertura assicurativa.”

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Violentata e segregata la minore salvata in un campo rom

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Al centro della vicenda una minore romena arrivata insieme alla zia nella speranza di una vita migliore, ma in Italia ha incontrato solo violenza ed emarginazione. Segregata in un campo nomadi di via del Foro Italico a Roma, la minore è stata violentata da un uomo di 58 anni che avrebbe anche derubato la zia. Entrambe private del passaporto e segregate non avevano al forza di ribellarsi all’aguzzino. Sabato mattina però un testimone ha deciso di chiamare il 113 e ha fatto una descrizione dell’uomo che era in fuga. I poliziotti poi sono riusciti a rintracciarlo, mediante la geolocalizzazione fornita dal cellulare dell’uomo, poco più tardi nel quartiere Spinaceto, dove alcuni parenti dell’uomo hanno anche provato un depistaggio per proteggerlo, ma gli uomini dell’arma lo hanno trovato nascosto in un locale motori dell’ascensore adiacente all’abitazione dei parenti.  I due familiari sono stati denunciati per favoreggiamento mentre per l’uomo è scattata anche una denuncia per ricettazione. La minore invece è stata portata in un ambiente protetto e affidata a una psicologa.

Nuove verità? Le gemelline svizzere Schepp sono vive?

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Di loro non si hanno notizie dal 2011 da quando il loro papà Matthias Schepp le ha portate via per poi gettarsi sotto un treno, nel Foggiano., ma ora le indagini sulla scomparsa delle gemelline Alessia e Livia Schepp approdano in Sardegna. Ieri è stato effettuato un blit in un campo nomadi al confine tra Oristano e Nuoro alla ricerca delle due sorelline. Le perquisizioni non hanno dato le risposte sperate, nessuna traccia delle due bambine. Ma le indagini proseguono. Le indiscrezioni che vorrebbero in vita le gemelline che si troverebbero in un campo nomadi sardo sono state riferite da un legale a un magistrato. Il legale avrebbe avuto informazioni da un suo assistito in carcere che avrebbe appreso tali informazioni da una conversazione che si era svolta tra componenti di un gruppo di nomadi in carcere.

A Roma governano i nomadi o il sindaco?

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Brutto episodio per il sindaco Marino che mentre si trova a dover sostenere il punto con la sua ferma volontà di pedonalizzare i Fori imperiali si vede dall’altra parte sfuggire il controllo dell’ordine pubblico della città. Ci ha provato con un ordine scritto, ma poi sembra proprio che abbia deciso di far marcia indietro. Al centro della disputa una guerra fra bande di zingari, una di origini serbe e l’altra di origini bosniache. La prima terrorizzata dalla seconda, eppure sembra strano perché  centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per ricollocare in modo adeguato i vari gruppi rom nella Capitale, eppure qualcosa non ha funzionato.

Per capire le condizioni dei nomadi e comprendere perché Marino ha dovuto tirarsi indietro basta seguire  la cronaca fatta per il Corriere della Sera da Rinaldo Frignani.

“Barricati con i figli piccoli nelle baracche, i rom di via Salviati, a Tor Sapienza, dopo 10 ore di trattative, hanno vinto il primo round. Lo sgombero dell’insediamento abusivo è stato rinviato a dopo Ferragosto. L’epilogo di una vicenda iniziata nelle settimane scorse dopo la fuga di 150 nomadi – compresi 70 minorenni – dal maxi campo di Castel Romano, sulla Pontina, per sfuggire – hanno raccontato – «alle violenze e alle minacce che subiamo ogni giorno dai bosniaci». Ma anche ai ripetuti incendi dei container da 30 mila euro l’uno appiccati quasi ogni notte da metà giugno.

“Dopo l’ordinanza del sindaco Marino che dispone il trasferimento dei rom da Salviati di nuovo a Castel Romano i vigili urbani si sono presentati in forze a Tor Sapienza per sgomberare l’insediamento, ma la reazione dei nomadi, appoggiati da alcune associazioni, dai parroci della zona e da alcuni consiglieri municipali, ha bloccato tutto. I rom si sono rifiutati sui pullman messi a disposizione dal Campidoglio per tornare sulla Pontina, come anche la disponibilità di una sessantina di roulotte parcheggiate nei pressi di Castel Romano.

“Alle 18 le grida di gioia dei rom hanno sancito la loro vittoria. «Per ora il trasferimento a Castel Romano è sospeso», ha spiegato il vice sindaco Luigi Nieri: «I nomadi sono preoccupati al pensiero di tornare in quel campo. Ora faremo tutte le verifiche perché nessuno può intimorire o minacciare. Garantiremo la sicurezza a tutte le famiglie».

“Gli episodi di violenza subìti di recente hanno lasciato il segno, al punto che a Castel Romano gli agenti del Gruppo sicurezza pubblica ed emergenziale della Municipale, diretti dal vice comandante generale Antonio Di Maggio, hanno già sequestrato alcune aree interessate dai roghi dolosi. I nomadi denunciano perfino una sorta di «guerra santa» con i bosniaci, di religione musulmana.

“Profondi contrasti e una situazione esplosiva culminata con gli incendi e la fuga delle famiglie serbe. Le stesse che ieri si sono barricate nelle baracche del campo abusivo con i figli piccoli. «Hanno telefonato a mia moglie – racconta un rom – dopo averla vista parlare al telegiornale. le hanno detto che se torniamo lì ci ammazzano». E adesso l’associazione «Nazione Rom» chiede al sindaco di revocare l’ordinanza”.

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