L’eroe che le salvò la vita è morto, ucciso dal cancro. Lei porta a termine il gesto estremo

oliviero-biancato-tuttacronacaSi è tolta la vita lanciandosi dal suo appartamento dal terzo piano a Spinea, nel Veneziano, una donna di 43 anni che già in passato aveva tentato il gesto estremo. La donna, una disoccupata che viveva da sola, è morta sul colpo. Fuori dalla porta, un biglietto: “Non rompetemi i c…”, segno che forse la donna si attendeva quella visita ma non aveva la minima intenzione di farsi aiutare e curare. Un vicino di casa, tra i molti che si sono riversati per strada, non ha potuto far altro che constatare: “Ci aveva provato talmente tante volte, evidentemente è quello che voleva”. I Vigili si erano recati a casa sua nel primo pomeriggio per notificarle un accertamento sanitario, visto che la sua situazione di disagio psichico era ben nota pure ai servizi sociali. Ma non hanno fatto in tempo, l’hanno trovata a terra nel cortile. Tra le tante volte in cui ci aveva provato, una in particolare resta impressa, quando il 25 luglio del 2012 si era lanciata nelle acque del Canal Salso dal cavalcavia di San Giuliano, ma un elettricista di Marcon il 53enne Oliviero Biancato, si era tuffato in acqua per portarla a galla. “Lasciami morire” gli avrebbe confidato la donna disperata. Ma Oliviero non le ha dato retta, perchè il valore della vita lo conosceva bene, lui che stava lottando contro un tumore, aveva appena finito la chemioterapia, sapeva che quel tuffo avrebbe potuto costargli caro ma ha voluto farlo comunque. La storia di Biancato ha fatto molto parlare anche per il licenziamento che subì per le troppe assenze dal lavoro, a causa della malattia. E’ morto poco tempo fa, a novembre. Per quel suo gesto era stato ribattezzato l’Eroe di San Giuliano. Ora non ci sono più. Nè lui, nè la donna che aveva salvato.

Tragedia nel Pisano: 16enne trova la morte in un laghetto

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Tragica morte per un 16enne annegato mentre faceva il bagno con una decina di amici in un laghetto privato a Campo, una frazione di San Giuliano, nella provincia Pisana. Stando alla prima ricostruzione dei carabinieri, alcuni amici attendevano il giovane su un’isolotto che sorge a una quarantina di metri dalla riva. Il ragazzo li stava raggiungendo quando avrebbe avuto un malore mentre nuotava e di certo ha chiesto aiuto ma a nulla hanno valso gli aiuti dei presenti. Il suo corpo è stato infine recuperato dai vigili del fuoco.

Antonio Logli è in “malattia”

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Il marito di Roberta Ragusa è ‘in malattia’,  ha infatti presentato un certificato medico e per tutta questa settimana non andrà a lavorare a Geste, la società dei servizi del Comune di San Giuliano Terme. secondo Studio Aperto, Antonio Logli, sarebbe rimasto vittima di un incidente stradale. L’investimento che sarebbe stato provocato da un fotografo che lo stava seguendo, avrebbe avuto come conseguenza alcune contusioni alle gambe. Ma sembra che ci sia un’altra versione dei fatti.

« E’ accaduto sabato scorso, a metà pomeriggio — racconta il reporter di un’agenzia fotografica — ero in via Consani, quartiere i Passi, dove stavo eseguendo un servizio fotografico richiestomi dall’agenzia, quando allontanandomi in macchina ho sentito un forte stridere di pneumatici (come una improvvisa frenata) e mi sono reso immediatamente conto di essere stato raggiunto dall’auto di Antonio Logli che, all’imbocco del Brennero, mi ha superato e poi mi ha tagliato bruscamente la strada costringendomi a una manovra improvvisa e alquanto forzata. Dall’auto è sceso il Logli visibilmente eccitato e con le pupille fuori dalle orbite il quale con il cellulare in mano ha iniziato a fotografarmi il viso insultando me e la mia famiglia con parole molto forti. Poi è risalito sulla vettura allontanandosi bruscamente».

Questo accade a pochi giorni di distanza da quando i  fotografi hanno documentato Logli che stava buttando biglietti, quaderni, appunti e capi di vestiario gettati in un cassonetto, appartenuti a Roberta Ragusa.

I fotografi, insospettiti dal fatto che l’uomo andasse a gettare la spazzatura a 10 chilometri da casa, hanno avvertito le forze dell’ordine.

E’ probabile quindi che Logli era alterato per quelle foto che hanno ulteriormente aggravato al sua posizione.

La colluttazione e l’orologio di Roberta… nuovi particolari!

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La prima indiscrezione sarebbe che l’orologio ritrovato, anche se non ci sono da parte degli inquirenti conferme sul ritrovamento, possa essersi sfilato dal braccio di Roberta durante una colluttazione.  Chi l’ha visto ha mostrato in tarsmissione due foto una è di un orologio elegante che la donna usava nelle occasioni importanti e l’altro quello che metteva quotidianamente. E’ probabile che la sera della scomparsa utilizzasse proprio il secondo.

C’è poi un testimone che racconta un’altra indiscrezione: la mattina dopo aver visto e sentito ha ricevuto la visita di Antonio Logli che voleva sapere se avevano sentito o visto qualcosa. Logli ha raccontato dell’amnesia della moglie: “Era pallido e voleva sapere. Noi abbiamo detto di non aver visto niente e non si è più presentato”. Questo episodio è avvenuto ancora prima della formalizzazione della denuncia in caserma. Di Roberta Ragusa ancora non si sa niente, le indagini continuano e ci si chiede il perché dell’urgenza di gettare tutto quel materiale, anche se gli agenti non ne confermano l’utilità relativa all’avanzamento delle ricerche.

Il procuratore capo  di Pisa Ugo Adinolfi spiega: “Abbiamo continuato a cercare in quella direzione” e ritiene plausibile che il corpo possa essere stato trasportato nella Tenuta di San Rossore e invita eventuali testimoni a parlare per arrivare “a una convalida”. Le testimonianza raccolte da Chi l’ha visto sono importanti: due persone sono passate alle 2 del mattino il 14 gennaio del 2012 che avrebbero visto “un uomo sbucare da un campo”, un conoscente al telefono racconta l’evento: “È passata questa persona di notte che veniva fuori dal campo” e spiega che il testimone “passa ogni notte lì”. Il testimone chiave ha visto Antonio Logli fermo a mezzanotte e mezzo nella sua auto ferma e poi ha visto una coppia litigare in un auto simile a quella di Roberta ma il super testimone non è così convinto di quello che ha visto per “via della nebbia”, ha sentito in modo distinto “urlare” ma non ha capito bene le parole e non sa dire se la voce fosse di Roberta. È proprio il marito, Antonio Logli, a confermare le parole del testimone che dopo la notizia del testimone e della perquisizione del 20 febbraio si reca sul luogo indicato dal testimone, pur non sapendo quale fosse perché non è stato rivelato: come ha fatto Logli a conoscere il luogo esatto dell’avvistamento? Le parole del testimone sono state confermate dalla moglie e dalla posizione del telefono che lo localizza proprio sul posto dichiarato e il capo della Procura di Pisa ha confermato l’importanza del super testimone nelle indagini: “Non ha assistito a un fatto di sangue ma ha assistito ad altre circostanze”. Adesso il testimone non si sente sicuro, qualcuno tenta di screditarlo dicendo che è stato pagato e precisa che è falso.

Nuovo scoop sul caso Ragusa! Uomo spuntò dal bosco.

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Chi l’ha visto lancia la caccia all’uomo che la notte del 14 gennaio 2012, giorno della scomparsa di Roberta Ragusa, è spuntato all’improvviso da un bosco sulla strada per San Giuliano, rischiando di essere investito da un auto. A raccontarlo alla redazione del programma è proprio il conducente dell’auto che dice di essersi spaventato molto visto l’orario improbabile per una passeggiata in pieno inverno, le due di notte. Federica Sciarelli ha chiesto a quell’uomo di farsi vivo, per smentire il sospetto che si possa trattare di Antonio Logli, marito della Ragusa e principale indiziato della sua sparizione, impegnato a sbarazzarsi del corpo.

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