Il killer della Sacra Corona Unita che costa allo Stato 700 euro al giorno

ospedale-tuttacronaca700 euro al giorno. Tanto spende lo Stato per permettere a un killer della Sacra Corona Unita, la mafia pugliese, di vivere in ospedale, perchè i giudici hanno deciso che non può scontare la pena in carcere. Lui è Francesco Cavorsi ed è stato condannato all’ergastolo per tre omicidi. Tuttavia da 10 anni si trova all’ospedale Niguarda di Milano, su una sedia a rotelle e in una camera doppia ad uso singolo. All’ergastolo sono concesse visite a piacere, e senza il controllo di un piantone, e permessi di libera uscita, nonostante abbia confessato di aver ucciso tre persone, scrive Paolo Berizzi su Repubblica, nonostante fosse su una sedia a rotelle dal 1988:

“spari ordinati dal capo ‘ndranghetista Pepè Flachi che vuole eliminarlo. Lui rimane paraplegico, ma questo non gli vieta di eseguire personalmente i suoi regolamenti di conti. La tecnica è sempre la stessa, una specie di marchio di fabbrica: il padrino pugliese si fa accompagnare in auto da due gregari; fa salire le vittime a bordo per parlare. Poi lascia la parola alla sua pistola calibro 7,65. «Bum, bum, bum, bum, bum… cinque colpi ci ho sparato, perché quello non meritava di morire troppo velocemente»: così, nell’estate del ‘92, intercettato dalle cimici piazzate dal pm Maurizio Romanelli, un compiaciuto Cavorsi racconta l’omicidio, eseguito sei mesi prima, di un piccolo trafficante di droga, Virgilio Famularo.

È il suo terzo delitto in tre anni: nel ‘90 uccide il veterano della mala milanese Oreste Pecori; nel ‘91t occa a Antonio Di Masi, spacciatore legato agli slavi. Tre omicidi confessati davanti ai giudici della terza Corte d’assise di Milano. E dunque: nel ‘96, due anni dopo l’arresto (operazione “Inferi”), il 33enne Cavorsi è condannano all’ergastolo con la teorica aggiunta di altri 53 anni di carcere”.

Condannato all’ergastolo, Cavorsi per i giudici non può stare in carcere e nel 2001 arriva al Niguarda:

“Cinquantunenne, risulta domiciliato all’“ospedale Niguarda Cà Granda, piazza dell’Ospedale Maggiore, 3, Milano”. Per essere un ergastolano con alle spalle tre omicidi vive, diciamo, in condizioni non particolarmente restrittive: non c’è nessun agente di piantone che lo controlla; riceve normali visite; gira liberamente in ospedale su quella stessa sedia a rotelle dalla quale vent’anni fa — quando era un killer e muoveva da un ristorante di via Padova, base logistica della mafia pugliese — chiudeva per sempre la bocca ai suoi nemici. Ogni tanto Cavorsi esce in permesso: il via libera arriva via fax dal giudice di sorveglianza”.

La direzione sanitaria del Niguarda spiega che Coversi è detenuto in chirurgia da “4 anni”, ma il conto di Repubblica è diverso:

“A quanto risulta a Repubblica, la lungo degenza, anzi, la lunga detenzione, risale a molto prima. Almeno dieci anni fa, appunto. Quel che si può apprezzare con certezza è l’imbarazzo provocato tra i vertici ospedalieri, e non da ieri, dalla presenza del paziente ergastolano, e da un’“anomalia” che viene a galla solo adesso”.

Folle, bugiarda o serial killer? A 19 anni dice di aver ucciso 22 persone

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Folle, bugiarda o serial killer? Lei, Miranda Barbour, 19 anni, sposata con un 22enne è accusata, insieme al marito, di aver ucciso un uomo conosciuto attraverso il sito Craigslist,  Troy LaFerrara, lo scorso novembre. Durante gli interrogatori però, Miranda avrebbe affermato che sarebbero più di 20 le persone che ha ucciso, oltre LaFerrara che sarebbe stato ucciso per fare un omicidio in coppia. Le altre vittime secondo le confessioni della ragazza sarebbero state uccise dall’Alaska al North Carolina e sarebbe stato il suo coinvolgimento in una setta satanica a far scaturire la violenza nella ragazza. Miranda ha dichiarato:
“Sento che è tempo di tirare fuori tutto. Non mi importa se la gente mi crede. Voglio solo tirarlo fuori” e poi avrebbe aggiunto che non vuole uscire di prigione perchè è sicura che compierebbe altri delitti. Inoltre ha confessato anche di non aver rimorsi e di aver ucciso solo “persone cattive”.
Il capo della polizia di Sunbury,in Pennsylvania, dove Miranda è stata arrestata, Steve Mazzeo, ha affermato che gli inquirenti sono in contatto con l’Fbi e la polizia in diversi altri Stati. “Dalle informazioni che abbiamo raccolto e dalle notizie tratte dall’intervista siamo seriamente preoccupati e siamo in contatto con le autorità competenti” ha detto Mazzeo. Intanto gli avvocati della difesa di Barbour e di suo marito, il 22enne Elytte Barbour, hanno chiesto per entrambi i loro clienti valutazioni psichiatriche. La procura chiede, invece, la pena di morte per entrambi gli imputati nel caso dell’omicidio di LaFerrara.

Palermo contro il femminicidio: 124 sagome femminili sul selciato

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L’aumento del femminicidio fa orrore a Palermo. Così oggi si scende in piazza e si manifesta contro questa atroce vendetta che gli uomini perpetrano a danno delle donne. Sono stati 124 nel 2012 e oltre 60 nella prima metà del 2013. L’ultima vittima è Rosi Bonanno uccisa dal convivente mercoledì con sedici coltellate perché lei lo aveva lasciato. Proprio ieri sera in memoria della donna si era svolta la manifestazione: “Neanche con un fiore – Nessuno tocchi Rosalia”. Oggi anche il sindaco Leoluca Orlando ha ribadito che “Il Comune di Palermo è in prima fila in questa battaglia con diverse iniziative, ci costituiremo parte civile nel processo contro l’assassino di Rosi”.

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Olivero Toscani non stupisce più, è solo di cattivo gusto!

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«Le donne smettano di mettere il rossetto e di portare i tacchi e saranno al sicuro da violenti e maniaci».

Toscani intervistato in merito all’emergenza femminicidi  ha anche aggiunto che le donne: «Devono volersi bene per quello che sono, serve un ruolo più serio. La smettano di voler sempre sedurre, altrimenti finiranno per sedurre soltanto i maniaci e i violenti», le donne, secondo Toscani dovrebbero: «essere più sobrie e a dare importanza all’essere più che al sembrare».
La dichiarazione è stata ripresa anche dal sito Zeroviolenzadonna.it, dove spunta il commento di una donna pachistana che ammonisce: «Qui sono tutte coperte e le stuprano lo stesso».

L’Italia sta perdendo la testa e anche chi era un contestatore violento nei tempi passati sembra incapace di dare risposte. Un pubblicitario che non riesce a capire il tempo presente per interpretarlo sotto forma di messaggio pubblicitario è un fallito. Lo dimostrano anche i messaggi su twitter, il social network che è sempre più la bilancia del pensiero mondiale. Una bilancia eccessiva a volte, autoreferenziata e anche troppo violenta, ma che non può essere ignorata. Far perdere la sensualità e la femminilità a una donna è come stuprarla psicologicamente. E’ come se fosse chiesto a un uomo di mettersi il tutu al matrimonio della propria figlia e sentirsi a suo agio… c’è chi probabilmente lo sarà, ma la maggior parte relegata su ballerine e casacche informi perderà la propria fisicità. Perchè non s’insegna agli uomini la sensibilità? E’ troppo femminile? E’ un concetto troppo elevato a cui la brutalità maschile a sempre derogato per la paura di perdere virilità? Purtroppo è il tempo che passa e le menti s’invecchiano e non riescono a comprendere le complessità di una realtà ben più pregnante. Se non fosse drammatico il commento di Toscani sarebbe semplicemente ridicolo, neppure un uomo anni ’50 ci si può ritrovare… come spera di avvicinare i giovani ai prodotti con le solite pubblicità shock? Purtroppo non funziona più lo shock “fittizio” è più shoccante l’orrore quotidiano.

 

KILLER SERIALE? NUOVA IPOTESI PER YARA!

 yara galbirasio-Sarbjit Kaur- Eddy Marone Castillo

Un’ipotesi choccante è stata formulata ieri sera, nel corso della trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto’, in onda su Rai 3. Yara Gambirasio, Sarbjit Kaur e Eddy Marone Castillo: sono tre omicidi collegati?
Ci sarebbero molti punti in comune e moltissime coincidenze che potrebbero collegare i tre delitti.
Yara è stata ritrovata senza vita, tre mesi dopo la sua scomparsa, in un campo di Chignola d’Isola. Un mese dopo, vicino al fiume Serio a Cologno, vicinissimo il luogo del ritrovamento della piccola Yara, è stata ritrovata morta Sarbjit Kaur. Sui due corpi gli stessi tagli, le stesse ferite. Nelle vicinanze di quel campo maledetto, a Chignola d’Isola, fu ritrovato anche il corpo del 26enne, Eddy Marone Castillo, probabilmente ucciso per motivi di droga. Amici di Eddy giurano che il ragazzo, prima di scomparire, venne picchiato da alcuni uomini e trascinato su un’auto rossa. Forse la stessa auto rossa di cui parla Enrico Tironi, giovane vicino di casa di Yara, che afferma di aver visto un’auto rossa fermarsi a parlare con la ragazzina, proprio la sera della sua scomparsa.

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