
Politici, banchieri, militari ma anche boss mafiosi fra i membri dei sette misteriosi ordini religiosi che il Vaticano e lo Stato italiano riconoscono. Tra antichi simboli come spade, croci e mantelle si celano i misteri della storia del nostro Paese
L’Ordine di San Gregorio Magno fu plasmato il 1 settembre 1831, da papa Gregorio XVI e da allora annovera “personalità eminenti” che possono vantare il grado di Cavaliere di Gran Croce o di semplice Commendatore. Scorrendo gli elenchi si trovano nomi noti come l’ex direttore generale Rai, Mauro Masi, o l’ex sottosegretario Paolo Peluffo. l’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmio o Arturo De Felice, il poliziotto a capo dell’Antimafia e ancora l’ex ministro e ammiraglio, Giampaolo Di Paola. Benedetto XVI ha reclutato anche Gabriello Mancini, presidente della fondazione Monte dei Paschi di Siena. Sicuramente un buon acquisto, per la Chiesa, vista la generosità nei suoi confronti della Fondazione. E per non far distinzioni classiste, fra le personalità eminenti troviamo anche il boss Renatino De Pedis.
Ma anche l’Ordine costantiniano di San Giorgio riesce a riunire personalità diverse fra loro, come militari, religiosi, monsignori e politici, giuristi e burocrati. Ecco che appaiono Silvio Berlusconi e don Nunzio Scarano, alias Monsignor 500, l’intermediario Giovanni Caranzio e l’ex ministro Franco Frattini. E ancora il cardinale Crescenzio Sepe ha avuto il suo riconoscimento, lui che gestiva bene il patrimonio immobiliare di Propaganda Fide e male le inchieste che l’hanno reso inquieto, così come il Governatore della Campania, Stefano Caldoro. Sembra tutto uno splendore, ma cosa si nasconde dietro il luccichio? Spesso nomi di dubbia o sinistra fama come quello dell’ex prefetto Francesco La Motta, arrestato per i fondi al Viminale e Totò Cuffaro, ora in galera per mafia.
I Cavalieri di Grazia o di Gran Croce hanno accolto l’ex garante Agcom Corrado Calabrò e Pasquale De Lise, che ha occupato tante poltrone. Francesco Cossiga, appassionato di soldati e crociati, aeroplani (in miniatura) e servizi (segreti), ne era affascinato. Troviamo invece Bossi e Maroni in quell’armata che fu voluta, il 17 giugno 1847, da Pio IX, ma anche il fascismo aveva ottenuto il riconoscimento pontificio – fra i primi ci furono Benito Mussolini e Galeazzo Ciano – anche se poi Pio XII soppresse la dote nobiliare che le squadre nere avrebbero potuto tramandare alle generazioni successive.
Ma il Sacro Ordine Piano ospita anche il presidente della Repubblica italiana e quindi ha aperto le porte a Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. In seguito si ruppero gli argini anche alle istituzioni di più stretta osservanza politica ed ecco che sono stati accolti anche Silvio Berlusconi, Gianni Letta, Franco Frattini e Gianfranco Fini, oltre a Massimo D’Alema che ruppe l’embargo per i politici.
Che dire poi degli imbarazzi all’interno dell’Ordine di San Silvestro Papa? Annovera il presunto boss Giulio Lampada, che quando fu arrestato per associazione mafiosa, – ‘ndrangheta esportata in Lombardia – chiamò a testimoniare il primo ministro vaticano, il segretario di Stato, riflesso politico di Benedetto XVI, cioè il cardinale Tarcisio Bertone che qualche anno prima aveva firmato la sua nomina a Cavaliere. In questo Ordine è lo stesso pontefice che arruola i Cavalieri e li governa e soltanto l’erede di San Pietro può essere il Gran maestro. Qu ,negli anni, sono stati ammessi i luogotenenti dei Carabinieri, Roberto Lai e Fiorenzo Leandri; l’ex ministro Sergio Berlinguer, cugino di Enrico; Roberto Paolo Ciardi, storico.
L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha invece il compito di proteggere la città santa e onorare Cristo e di esso fece parte anche Licio Gelli, la mente P2, che aveva dalla sua un elaborato apprendistato massonico. Sia il Vaticano che lo stato riconoscono l’ordine laico nazionale che gestisce 60 parrocchie, 45 scuole, alleva 18.000 studenti e coccola 900 insegnanti, fa opera di carità e, in passato, faceva tanti errori. Sono passati 20 anni da quando il collaboratore di giustizia Vincenzo Calacaro ha dichiarato: “’Mi fu detto che si erano riuniti elementi della Cupola palermitana, tra cui Mariano Agate e zu Totò (Riina, ndr) ed elementi dell’ordine di Santo Sepolcro (a cui sono iscritti uomini d’onore di spicco). Anche monsignor Marcinkus faceva parte di quest’ordine. Mi fu spiegato che il Papa voleva fare dei cambiamenti che avrebbero danneggiato non solo ambienti del Vaticano, ma anche interessi di Cosa Nostra. Ambienti del Vaticano ovviamente corrotti e collusi con Cosa Nostra”. Se non basta, negli anni 90 a Palermo l’Ordine annoverava avvocati, magistrati e malavitosi tra cui Bruno Contrada, numero 2 del Sisde, mentre l’anno scorso, poco prima di lasciare l’incarico e divenire emerito, papa Benedetto XVI nominò Gran maestro il cardinale americano O’Brien,noto pedofilo.
Ma non si possono certo dimenticare i Cavalieri di Malta, che non sono propaggine vaticana e di cui fa parte Ernst von Freyberg, costruttore di fregate militari e presidente dell’Istituto per le Opere religiose nonchè gran dignitario di un ordine internazionale che celebra la carità. Tra loro anche Roberto Formigoni che ottenne l’agognata fascia per “l’instancabile attività, soprattutto in politica estera, di interventi umanitari”. Qualche anno fa, Bobo Craxi rivelò che i maltesi potevano aiutare suo padre Bettino, prima di morire in latitanza: “Ringrazio Andreotti perché si prodigò per far rientrare in patria mio padre: tentò di fargli avere un passaporto dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e ne parlò con Ciampi”. Patrono dell’Ordine è il cardinale Paolo Sardi, porporato di primissimo livello.
A scorrere questa lista verrebbe da rimettere in discussione secoli di opere letterarie e tutte le idee che, forse, ci siamo fattii sulla figura dei Cavalieri e il loro rapporto con la parola “onore”. Immagine, paramenti, simboli. Tutte cose che ammantano di sacralità e ritualità degli Ordini i cui nomi incutono rispetto e che, invece, sembrerebbe celare indagati e delinquenti. E quello che spaventerebbe – se si provassero senza nessun ombra di dubbio i fatti, – è la banalissima proprietà transitiva: se A=B e B=C allora A=C. Cosa si potrebbe pensare di un politico che brinda con un mafioso e di un avvocato e che trascorre il suo tempo con un malvivente? Dove sarebbero le divisioni, le linee che permetterebbero di distinguere il bene dal male? Nascoste da un simbolo, magari una croce?
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