Casalinghe di Salerno… in Facebook adescavano 14enni

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27 e 29 anni, casalinghe entrambe e residenti in un comune del Vallo di Diano nel Salernitano utilizzavano Facebook per adescare minorenni, almeno secondo l’accusa le due donne, di cui una sposata, invitavano ragazzi di 14 anni nell’abitazione di una delle due. A far scattare l’allarme è stata la famiglia di un minorenne che aveva notato un comportamento strano nel ragazzo. Le due donne ora sono state arrestate, anche a fronte di una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali. I minori sono stati ascoltati con l’ausilio di psicologi e in ambiente protetto.

Effetto crisi: sempre più italiane al lavoro

donne-lavorano-tuttacronacaE’ il Wall Street Journal a parlarci di come sta cambiando il panorama lavorativo in Italia dove, anche a causa della crisi economica che fa perdere il lavoro a molti uomini, sono sempre di più le donne che riescono a trovare un lavoro e mantengono così la famiglia. Il fenomeno, conosciuto come “mancession”, mostra come non solo più donne riescano a mantenere il proprio posto, ma decine di migliaia di donne si stanno riaffacciando al mondo del lavoro. Tra gli esempi offerti dal WSJ, la storia della 30enne Anna Durante, che aveva lasciato il lavoro alla nascita della sua primogenita ma che quando il marito è stato licenziato da un laboratorio di parrucchieri ha ripreso in mano il titolo di studio da infermiera e ora lavora per una cooperativa che assiste disabili a Casoria, vicino Napoli, mentre il marito è tutt’ora disoccupato. “Per le mie figlie sono sia mamma sia papà. Faccio tutto”, ha spiegato al giornale. Non è l’unico esempio, sono decine di migliaia i casi di donne che riprendono i posti abbandonati anni fa. La crisi, almeno in Italia, sta contribuendo ad alzare la media impiegatizia delle donne, un dato al momento tra i più bassi di tutto l’Occidente. E la cosa, ovviamente, avrà riflessi anche sul lungo periodo. In Italia, soprattutto al sud, si fa spesso i conti con l’influenza culturale che vuole le donne destinate a prendersi cura della casa e della prole mentre gli uomini sono dediti al mantenimento della famiglia. Ma la crisi ha ribaltato i ruoli in molti casi. Come spiega la 35enne napoletana Isabella Esposito, madre di due bambini: “All’inizio era come se il mondo si fosse capovolto. Mio marito perse il suo lavoro da guardia giurata ed io sono tornata a lavorare in un salone di bellezza. Non avevo alcuna alternativa”. In Italia la percentuale di donne lavoratrici è del 50 per cento, contro una media europea rilevata da Eurostat del 62 per cento. Tale percentuale in Svezia è del 76,8 mentre in Germania è del 71,5 per cento. Ma le donne devono fare i conti con la maternità, anche a causa di questa mentalità che contribuisce ad impedire l’emancipazione femminile: il nove per cento è stato licenziato solo perché aspettava un bambino mentre fino al 2012, da quando è diventata illegale, venivano fatte firmare delle dimensioni in bianco. Le donne italiane poi godono di una scarsa attenzione da parte dei mariti o dei compagni per quanto riguarda il lavoro casalingo. Mediamente la differenza nell’impegno da parte dei due sessi è di 3,7 ore maggiore per le donne, contro una media calcolata dall’Ocse di 2,3 ore. Sempre l’Ocse ci propone un altro dato che parla della percentuale di bambini sotto i tre anni che frequentano l’asilo nido. In Italia sono il 24 per cento contro una media del 33%. Ma quello che viene a modificarsi nel mondo del lavoro, come spiega un’economista della Banca d’Italia, Magda Bianco, è che le donne stanno guadagnando sempre più potere. I settori maggiormente in espansione sono quelli legati al servizio civile, alla sanità ed ai servizi alla famiglia, ovvero quelli che hanno resistito maggiormente alla crisi, mentre sono in calo i servizi di pulizia. Già il governo Monti aveva incoraggiato l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro attraverso voucher che garantissero alle madri un contributo mensile per il sostegno dei figli anziché il congedo parentale. oltre ad aumentare l’età pensionabile per le donne, passato dai 62 del 2012 ai 66 del 2018, fatto che ha portato ad un’aumento della domanda d’impiego da parte delle over 50. Non va poi dimenticato che sono sempre più le donne che cercano un impegno full time mentre sono un terzo le donne lavoratrici che fanno solo mezza giornata, ritenuto un compromesso tra impiego e famiglia. Il desiderio di un impegno full time deriva spesso anche dalle difficoltà economiche familiari, come spiega il caso della 39enne romana Fabrizia Mancini, madre di tre figli, che due anni fa è tornata a lavorare part time nell’agenzia pubblicitaria dov’era impiegata prima della nascita del terzo figlio. Oggi però deve fare tutta la giornata perché il marito non riceve più lo stipendio dalla sua azienda, ora in crisi. E sarà appunto la crisi a salvare le donne anche in luoghi di comando. E’ stato sempre il governo Monti a introdurre una norma che impone che un terzo dei consigli delle aziende pubbliche sia composto da donne, con una scadenza fissata nel 2015. Molto resta ancora da fare, ma si tratta di un importante primo passo.

Emigrare e prostituirsi, le casalinghe spagnole scelgono la Svizzera

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La prostituzione in Svizzera arriva dalla Spagna. Sono le casalinghe e le madri di famiglia che emigrano per cercare di sfamare le proprie famiglie travolte dalla crisi che ha colpito la penisola Iberica. Dal 2010 a oggi i dati confermano un sostanziale aumento da 80 a 320 solo quelle regolari, ma se si considerano anche le irregolari la somma è destinata a salire.

 

 

Per combattere la crisi… il marito in affitto!

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In precedenza c’era stato Marco Zotti, prof precario 48enne di Montebelluna, in provincia di Treviso, che per affiancare un’altra fonte di possibile guadagno all’insegnamento, è diventato “marito in affitto”. Nessuna prestazione sessuale, ma “Faccio tutto ciò che un marito non è in grado di fare – aveva spiegato Zotti al Gazzettino -: aggiusto tapparelle, cambio le spine, monto il mobile appena acquistato, ma accompagno anche le donne in difficoltà ad acquistare un computer piuttosto che una lavatrice. Posso perfino cucinare: la mia passione. Il tutto per 20 euro senza diritto di chiamata”. Un modo come un altro per combattere la crisi, iniziato al termine di una relazione durante la quale, però, essendo lei un’albergatrice, per darle una mano aveva imparato a destreggiarsi con tutte quelle piccole incombenze che ci possono essere in una casa. Sulla stessa scia si è inserito il 38enne Sergio dal Molin, di Feltre, nel Bellunese: separato, con tre figli da mantenere, l’uomo si è armato di buona volontà e di cassetta degli attrezzi. E ora è pronto a risolvere ogni problema delle casalinghe in difficoltà. Da luglio ha aderito alla società in franchising “Il marito in affitto“, una rete di persone che, complice la crisi, si sono unite per offrire servizi. L’adesione ha un costo: “un’iscrizione di 500 euro. Ti mettono nel sito, ti aprono una pagina Facebook e ti danno dei volantini da distribuire nei locali di solito frequentati da donne come gelataie, estetiste, parrucchiere. Ci sono anche persone che lavorano per conto proprio e che, per acquisire nuovi clienti, si spacciano per mariti in affitto”. Riguardo il suo lavoro, spiega che in media riceve un paio di chiamate al giorno: “Dipende, a volte una, altre 5 per lavoretti veloci, facciamo una media di 2 chiamate al giorno”.

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